2
Abstract
“La struttura seriale” è una tesi scritta in tre capitoli. Il titolo vuole mettere in
evidenza il modo in cui la serialità televisiva sta modificando la forma delle moderne
sceneggiature. Il termine struttura non deve far paura in quanto all’interno di queste
pagine ho cercato di dare risalto al lavoro che viene svolto nelle grandi società dello
spettacolo per concepire dei prodotti che siano fruibili al cospetto di un pubblico
vasto. Per struttura, quindi, intendo quel processo proposto in letteratura che può
essere applicato come paradigma esemplificativo alle narrazioni seriali. La
sceneggiatura è un testo scritto che tende in prima battuta a raccontare tramite
immagini. La forte componente economica che troviamo alla base dell’industria
cinematografica e televisiva ha spinto gli autori ad adottare un metodo di lavoro che
ottimizzi i tempi di realizzazione di questi testi e che sintetizzi in maniera semplice e
leggibile il connubio tra chi deve produrre questi lavori e chi poi dovrà leggerli. Per
tanto, nel primo capitolo ho cercato di delineare le linee guida alla base di un gruppo
di lavoro alle prese con una sceneggiatura in formato americano. Ho indagato i modi
di composizione, la struttura in tre atti, i colpi di scena e la modalità di scrittura.
All’interno del primo capitolo, che reputo di impostazione, sono state tracciate le
linee guida per un approccio primario alla sceneggiatura. Un ricco preambolo
culturale e scolastico per porre in essere i problemi e le necessità che vengono
riscontrate all’interno di un testo narrativo. Una base di dati che fungono da centro
nevralgico per uno scrittore che intende approcciarsi per la prima volta alla
composizione di una sceneggiatura.
3
Un ricco paragrafo è stato dedicato anche ai generi cinematografici cercando di
sviscerare da ogni uno di essi il principio generativo e filosofico che antepone il
gusto popolare a quello dello scrittore. Il genere è stato indagato e messo in
discussione fino al punto in cui si è passati da una concezione classica (prima
selezione di pubblico) a una moderna (le moderne narrazioni ibridano diversi generi)
del concetto di genere. Il secondo capitolo, che reputo di “conflitto”, entra all’interno
della storia e delinea il modo in cui possono essere costruiti ambientazioni e
personaggi. Il protagonista, l’antagonista o qualsiasi personaggio della storia devono
avere delle connotazioni specifiche. La caratterizzazione del personaggio è
fondamentale all’interno di una narrazione in quanto crea quel terreno comune con lo
spettatore che è spinto a empatizzare direttamente con il personaggio principale. Il
tutto immerso all’interno del paradigma sovrastante la storia stessa che prende in
considerazione la struttura in tre atti e le diverse fasi d’impostazione per mantenere
unite le vicende raccontate. Non solo “colpi di scena” ma anche modalità di
drammatizzazione della storia. L’ultimo capitolo, che reputo di “risoluzione”,
paradossalmente, mette in discussione tutto quello che è stato detto nella prima e
nella seconda parte. La fase finale della mia tesi tenta di esplorare le nuove tendenze
cinematografiche e televisive che in un clima culturale di forte ibridazione mediale
spingono questi due apparati della comunicazione di massa a collassare uno
all’interno dell’altro. Verrà descritto in profondità il metodo utilizzato per creare
delle narrazioni che siano in linea con i gusti del pubblico. Un continuo rimando
intermediale e intramediale che consegnerà alla rete e ai videogiochi il duro compito
di delineare nuovamente i canoni della visualizzazione.
4
In tutto questo, il gusto del pubblico non verrà mai messo in discussione, anzi,
l’analisi linguistica e tecnica con annesse modifiche del modo di trattare l’immagine
nel corso di questi due secoli di proiezione partirà sempre e comunque dal rinnovato
valore e dal rinnovato modo di vedere il mondo da parte dello spettatore.
5
Capitolo uno
Impostazione: Base dati
1.1 La sceneggiatura punto e a capo
Non possiamo prescindere dalle regole. Come dice Umberto Eco Il problema
dell’invenzione non è di buttare a mare le regole, ma di vedere quante in più ce ne
siano. Lo studio dei processi che guidano lo scrittore a creare una sceneggiatura pone
molti problemi strutturali in quanto il metodo che si accompagna a questa
elaborazione risente fortemente di quello che è il sistema industriale cinematografico
moderno. Non ci troviamo di fronte a una nuova narrativa testuale, o per lo meno,
non dobbiamo credere che esistano delle formule che garantiscano la buona riuscita
di una sceneggiatura, ma dobbiamo ancorare i nostri saperi a quella che è una nuova
forma di comunicazione che mira essenzialmente al grande pubblico e che
interagisce in maniera sistematica con le forme di industrializzazione del lavoro e del
sapere. L’obiettivo di poter creare una storia archetipica che possa portare alla luce
un’esperienza umana universale per poi esprimerla nei termini di una specificità
culturale unica nel suo genere.
1
Il percorso storico dei media ha accompagnato
l’individuo man mano che il suo pensiero cominciava a formarsi. In una logica
strettamente determinista si è pensato che lo sviluppo del medium avesse contribuito
alla sostanziale determinazione sociale e intellettuale dell’uomo. D'altronde, non
possiamo escludere il fatto che l’utilizzo del medium serva all’uomo per decifrare di
volta in volta la realtà circostante. La maniera introversa all’individuo di accettare la
1
R. Mckee, Story, Omero editore, Roma 2010, p. 16
6
realtà così com’è, si scontra costantemente con la voglia di rimodellare tutto quello
che ci appartiene ma che non riusciamo a cogliere nella sua essenza ultima. Un
problema che nasce con la filosofia e che viene esplicitato ogni qual volta si presenta
all’uomo un nesso tra la sua esistenza e quella delle cose. Raccontare il mondo è
un’attività antichissima che è servita agli uomini per tramandare le proprie
esperienze, i propri valori. Il mondo delle persone si integra dei racconti storici
cozzando con la grandi metafore dei miti e delle leggende consegnando all’individuo
un patrimonio di immagini che si sono sedimentate all’interno del nostro vivere
quotidiano. La scrittura in particolare attraversa l’uomo e lo accompagna lungo tutta
la sua storia. La storia dell’uomo è stata raccontata e, attraverso i testi, è stata redatta
da persone che hanno sentito l’esigenza di annunciare al mondo le gesta dei grandi
generali o le piccole imprese di uomini comuni. Il patrimonio artistico letterario che
oggi abbiamo a disposizione è un’infinita mole di documenti che non fanno altro che
raccontare. Il testo narrativo si pone come centro nevralgico di quella che può essere
definita, dall’ottocento in poi, una genìa di compositori che lavorano essenzialmente
sui gusti del pubblico. Una priorità tutta industriale che ha imposto agli scrittori di
ritoccare e rivedere il proprio modo di scrivere. Un confronto che impegna gli
scrittori dell’ottocento a tenersi sempre al passo con le nuove regole della scrittura.
Imparare a interpretare il pubblico divenne la molla che spinse autori come Edgar
Allan Poe a spingersi nei meandri delle metropoli, indagare il feticismo delle masse
fino a rendere l’omicidio un espediente comune e la riesumazione del cadavere un
indizio specializzato e non eretico. La tradizione stabilizzante della favola e il lungo
viaggio da essa compiuto per riemergere nel romanzo d’appendice.
2
La grande
2
A. Abruzzese, La grande scimmia, Luca Sossella editore, Roma 2007, p.63
7
metamorfosi che ha accompagnato l’individuo nel suo percorso attraverso
l’industrializzazione dell’occidente ha spinto anche gli scrittori a modificare le loro
trame. Gli standard produttivi delle case editoriali richiedevano l’impegno costante di
chi scriveva, un processo che venne ricondotto all’interno di un nuovo mezzo di
comunicazione che più di tutti riusciva a interpretare usi e costumi della società del
tempo: il cinema. Il cinema, data la sua struttura economica, si presenta come la più
conservatrice tra le arti. Le modalità di produzione di un film sono espresse
all’interno di un sistema industriale, lo Studio System, che ha tutte le caratteristiche di
una moderna fabbrica di fine ottocento. L’importanza della sceneggiatura, e veniamo
finalmente al nocciolo del nostro discorso, risiede proprio in questa forma di
divisione e standardizzazione del lavoro di gruppo. La sceneggiatura nasce proprio
dall’esigenza dei produttori di avere un lavoro finito in grado di essere messo
immediatamente su pellicola. Non a caso le prime figure che hanno interpretato il
ruolo di sceneggiatore furono donne che avevano, rispetto agli uomini, una versatilità
e una predisposizione migliore alla scrittura dattilografata. L’importanza del lavoro
di sceneggiatura stava proprio nella predisposizione di un testo che potesse
alleggerire il lavoro di regia. Questa figura professionale è figlia del sistema
industriale che ha sacrificato la profondità dello scrivere in nome del profitto. Furono
molti gli scrittori che agli inizi del XX secolo si dedicarono a questa pratica, quelli
che però, meglio riuscivano a interpretare questo ruolo furono i giornalisti che erano
già abituati a scrivere in maniere semplice e diretta. La sceneggiatura si presenta
come un testo che ha delle regole definite e che deve seguire determinati standard in
quanto ogni perdita di tempo vuol dire per i produttori costo aggiuntivo. Lo
8
sceneggiatore è colui che scrive per il cinema ed essendo il cinema un’industria deve
rendicontare la sua attività a una produzione che dirige dall’alto la propria idea.
La produzione seriale di testi narrativi, dunque, innescandosi fin dagli albori
dell’industria culturale, soddisfa il bisogno dell’individuo di connettersi all’idea
collettiva di realtà in un modo che la modernizzazione ha privato dei consueti
meccanismi di socializzazione. Nella sua tendenza alla “ripetizione”, all’iterazione
quasi ossessiva di luoghi comuni e figure del racconto, cogliamo non tanto il
decadimento della creatività individuale, quanto piuttosto la ciclicità del rito, delle
sue funzioni comunicative e simboliche, delle sue derive mitiche
3
.
Il discorso si attualizza con la televisione, con la riconquista da parte dell’individuo
della sua sfera privata. Il tubo catodico che invade la nostra quotidianità mostrandoci
i retroscena della vita pubblica. Un nuovo rapporto con i media che disegna una
nuova prospettiva di realtà. La televisione eredita dal cinema e dagli altri linguaggi
audiovisivi che l’hanno preceduta un patrimonio di saperi tecnici relativi alle
strategie delle comunicazioni di massa
4
. Le moderne tecnologie della comunicazione
tendono a ridisegnare il territorio che abitiamo, tendono a creare intorno a noi delle
nuove aspettative relegando l’uomo nel mondo del consumo. Se la serialità nel
cinema classico era garantita dal corpo stesso del divo, dalla sua trascendentale
indole comportamentale, con lo schermo del video, il pubblico si identifica nella rete
di conflitti e relazioni tra i personaggi della fiction seriale lunga. Personaggi che,
destituiti della sacralità dello star system, si avvicinano agli spettatori per
3
S. Brancato, Senza fine, Liguori editore, Napoli 2007, p. 23
4
Ivi p. 20
9
dimensioni fisiche fino a coincidere esattamente con essi nella figura del concorrente
del reality
5
. Il lungo viaggio della sceneggiatura e dei metodi di identificazione del
pubblico all’interno dello spettacolo hanno visto succedersi diverse modalità di
fruizione dell’immagine stessa. Lo sceneggiatore ha il compito di adattare il suo
metodo di scrittura tenendo ben presente che il percorso di composizione del suo
scrivere può variare da medium a medium. L’importanza della sceneggiatura risiede
nell’essere una forma di scrittura che s’adatta perfettamente a uno stile di produzione
seriale e di massa. Naturalmente non possiamo fermarci a un’analisi marginale di
questo tipo di scrittura, dobbiamo analizzare anche gli sviluppi e le possibili vie
d’accesso che le forme narrative legate alla serialità tendono ad avere. Oggi viviamo
un’epoca di profonde modificazioni sociali. Il ritmo della narrazione e la velocità
dell’esecuzione video hanno indebolito il sistema Hollywood appannaggio del “home
video televisivo”. Questo non vuole significare che l’industria cinematografica sia
finita, vuole però ammonire i produttori cinematografici che le modalità visive e
quindi le implicite modalità di scrittura sono cambiate. La concorrenza della
televisione inserita in un quadro sociale dove nuove frontiere di mercato si sono
aperte in India, in Cina e in Brasile hanno fatto correre ai ripari la maggior parte delle
case di produzione adottando dei sistemi ibridi che inneschino all’interno delle trame
cinematografiche una forte componente televisiva. La testimonianza diretta ce la
forniscono tutti quei film che avendo dei sequel o dei prequel rendono la trama
aperta a nuovi retroscena, a nuovi finali, il tutto perfettamente innestato all’interno di
quella logica seriale propria della televisione. Le mutazioni che si sono avute in
ambito cinematografico hanno modificato in profondità anche il modo di progettare
5
Ivi, Pag. 26