2
struttura organizzativa informale e basata sul teamwork
3
, sul knowledge intensive ,
fortemente motivante, partecipativa e costruita sulle competenze dei membri.
4
È proprio per questo che oggi sono divenuti sempre più importanti per il
raggiungimento del successo tutti quegli elementi immateriali (atteggiamento, clima,
ideologie, valori…) che caratterizzano nel profondo il modo d’essere e di operare di
un’impresa, anzi sono proprio questi elementi che costituiscono attualmente il tratto
distintivo di un’azienda. È quindi diventata di fondamentale importanza per ogni
impresa la gestione delle proprie risorse, in particolare quelle umane, che consentono
più di ogni altra cosa di conseguire il vantaggio competitivo, strettamente connesso al
raggiungimento del successo dell’impresa.
L’impegno maggiore dell’azienda deve essere quello di riuscire a comunicare con
la massima efficacia le proprie caratteristiche, la propria identità e i propri valori alle
risorse che operano al suo interno, in modo tale che la “corporate culture”, un
particolare collante di valori, principi e linee guida che caratterizzano la mission
5
aziendale e nel quale tutti si riconoscono emerga anche all’esterno di questa. La cultura
d’impresa non si può certo acquistare. diventa quindi fondamentale costruirla giorno per
giorno e il mezzo più adeguato per creare una cultura d’impresa marcata e positiva e’
proprio la comunicazione interna che ha come “must” quello di far assorbire ai membri
le regole dell’organizzazione, e creare un ambiente di lavoro che rifletta i valori in
modo coerente. È opinione di molti che i progetti di trasformazione del ventunesimo
secolo produrranno culture aziendali improntate al cambiamento, rapidità,
apprendimento e forte carica competitiva
6
.
In questa ottica, la gestione delle risorse umane va assumendo un'importanza
sempre maggiore nelle aziende, evolvendo dal tradizionale ruolo prevalentemente
amministrativo ad uno più marcatamente strategico, vista la centralità che i moderni
modelli di management attribuiscono alle risorse umane e al loro sviluppo per il
conseguimento degli obiettivi. In questo scenario, un rilevo sempre maggiore è assunto
da tutti qui sistemi di gestione delle risorse umane e in particolare dai sistemi di
valutazione del personale e dalla formazione. Inoltre nella moderna gestione del
3
Lavoro di gruppo.
4
Intensità di conoscenza.
5
La Mission (missione o scopo) di un’impresa è il suo scopo ultimo, la giustificazione stessa della sua esistenza, e al
tempo stesso ciò che la contraddistingue da tutte le altre.
6
Garbellano S. (2001), L’importanza dell’e-culture, Iter, Torino.
3
personale è sempre più importante il ruolo assunto dalle tecnologie dell'informazione e
comunicazione (ICT); in questo ambito i sistemi informativi per la gestione del
personale sono andati evolvendosi, arricchendo le tradizionali funzionalità gestionali -
operative (calcolo delle retribuzioni, registrazione dei dati amministrativi ecc.) con
funzionalità di supporto alle decisioni: si parla, in questo caso, di Human Resource
Management System (HRMS).
L’obiettivo centrale di questo lavoro è arrivare a presentare e a descrivere le tappe
del percorso compiuto dal sistema bancario italiano, con particolare riferimento
all’ultima fase di integrazione tra alcuni grandi istituti bancari, analizzando le principali
motivazioni endogene ed esogene che hanno determinato il consolidamento del settore
creditizio, per riuscire a contrastare efficacemente la concorrenza emersa dopo la
creazione del Mercato Unico Europeo. Nello specifico sarà analizzato come la gestione
del cambiamento e dell’innovazione è stata affrontata in due grandi istituti italiani,
Intesa Sanpaolo e Banca CR Firenze, con particolare riferimento alla gestione del
capitale umano come cuore e fulcro vitale di ogni organizzazione. Più esattamente,
verranno trattari i processi tipici di gestione delle risorse umane come il reclutamento e
la selezione, la formazione e lo sviluppo, la gestione delle prestazioni, la politica
retributiva e la gestione delle ricompense, in un contesto di grandi cambiamenti come
quello che stanno affrontando entrambe le realtà. Intesa Sanpaolo alla luce della fusione
tra i due istituti che ancora risulta in fase di completamento e l’ingresso da parte di
Banca CR Firenze nel gruppo Intesa Sanpaolo.
4
SCHEMA DEI CAPITOLI
Il lavoro si compone di 2 parti:
Nella prima parte (Cap. 1 - 4) sarà presentata per sommi capi l’evoluzione del
sistema creditizio mediante l’analisi dei due gruppi bancari, Intesa Sanpaolo e
Banca CR Firenze. In particolare il Capitolo 1 intende fornire alcuni elementi
utili sull’evoluzione istituzionale, normativa ed economica dell’industria
bancaria italiana ed europea. Nei Capitoli 2 e 3 verranno descritte le
caratteristiche peculiari dei due gruppi bancari, facendo riferimento alla loro
evoluzione storica e la loro situazione attuale, di compartecipazioni, di corporate
governance, e con riferimento alla composizione quantitativa e qualitativa delle
risorse umane. Infine nel Capitolo 4, si è analizzata dettagliatamente
l’evoluzione, dalle trattative alla definizione dell’accordo, che ha portato Banca
CR Firenze ad entrare nel Gruppo Intesa Sanpaolo.
Nella seconda parte (Cap. 1 - 5) saranno presentate le principali linee strategiche di
gestione delle risorse umane. Nello specifico nel Capitolo 1 viene analizzata
l’importanza della gestione strategica delle risorse umane per mantenere la
competitività delle imprese e in particolare delle banche. Nei capitoli successivi
vengono trattati gli specifici processi che influenzano la dimensione umana delle
aziende: la struttura organizzativa (Capitolo 2), il reclutamento e le selezioni
(Capitolo 3), la formazione (Capitolo 4) e lo sviluppo (Capitolo 5).
Questa tesi si propone come un piccolo contributo conoscitivo agli innumerevoli
cambiamenti che sta attraversando il nostro sistema economico, con particolare
riferimento alle ripercussioni che questi cambiamenti possono creare sulla gestione delle
risorse umane all’interno di un’azienda bancaria.
PARTE PRIMA
Evoluzione del sistema bancario
italiano ed europeo, due casi italiani:
Banca CR Firenze S.p.A. e Intesa Sanpaolo S.p.A.
Capitolo 1
DALLA BANCA SPECIALIZZATA ALLE
CONCENTRAZIONI BANCARIE
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1.1 CONSIDERAZIONI PRELIMINARI
Prendendo spunto da un’espressione di Giuliano Amato, uno dei principali artefici
del processo di privatizzazione e di liberalizzazione del sistema bancario italiano
1
, su
“quella foresta pietrificata che è il sistema bancario italiano”
2
, da qualche tempo ha
iniziato a soffiare un forte vento di cambiamento. Nell’arco degli ultimi quindici anni,
infatti, pochi comparti dell’economia italiana sono stati interessati da un processo di
evoluzione così complesso e radicale come quello che ha caratterizzato il sistema
finanziario nella sua totalità. Tale processo rientra in un più ampio e profondo
mutamento politico, economico, istituzionale e sociale del Paese; mutamento di cui il
sistema finanziario è stato ed è per molti aspetti sia soggetto che oggetto, data la
crucialità del suo ruolo nello sviluppo economico, nella trasmissione dei provvedimenti
di politica monetaria ed economica, nella raccolta del risparmio privato; e dato anche lo
stretto legame con l’evoluzione dei sistemi finanziari in atto negli altri paesi.
Protagonista di tale mutamento è il sistema bancario che del sistema finanziario
rappresenta la componente principale, sia dal punto di vista delle dimensioni di raccolta
e impiego di capitali sia sotto il profilo delle attività economiche svolte. Il mutamento
radicale che negli ultimi anni ha investito il sistema bancario italiano ne ha modificato,
la morfologia, il contesto istituzionale, gli attori e le modalità operative. Se fino agli
anni ‘80 il sistema si presentava chiuso all’esterno e fortemente regolamentato
all’interno, nel giro di pochi anni si è passati ad un sistema aperto sia all’interno che
verso l’estero, fatto per la maggior parte di imprese private sotto forma di grandi gruppi
e regolamentato da una vigilanza che salvaguardia la stabilità del sistema senza entrare
nel merito delle singole operazioni, inserito in un sistema finanziario sviluppato e in
competizione con altre categorie di intermediari finanziari. Le ragioni di un simile
cambiamento, che rendono il sistema bancario molto più dinamico rispetto agli anni
passati, sono da ricercarsi in una serie di fattori e tendenze di lungo periodo che
influenzano i sistemi finanziari mondiali e che sembrano aver assunto i caratteri
dell’irreversibilità, quali la globalizzazione dei mercati mondiali, la crescente domanda
di servizi finanziari nuovi e diversificati, la deregulation e le privatizzazioni nel settore
1
Basti ricordare la legge 218/90 sulla privatizzazione degli Istituti pubblici.
2
Amato G. (2000), When the Economy is affected with a Public Interest, in F.Snyder (Ed.), The Europeanisation of
Law, Hart Publishing, Oxford.
9
finanziario, la rivoluzione nelle tecnologie dell’informazione con un conseguente
aumento della concorrenza del sistema e un mutamento delle esigenze dei consumatori
3
.
In questa nuova configurazione, il comparto bancario trova nella concorrenza,
nella gestione efficiente, nella redditività e nella competizione gli stimoli essenziali per
il più efficace adempimento delle proprie finalità. Il cammino da fare resta ancora
molto, ma si può già parlare di forte trasformazione
4
. Un contesto così mutato apre
nuove possibilità, ma pone le imprese bancarie davanti a nuove sfide e nuovi rischi. Le
banche si trovano a dover riflettere sulle linee strategiche del passato, per quanto
vincenti possano essere state, rimettendo in discussione la propria visione strategica e la
propria missione per comprendere quale sarà la nuova struttura e il ruolo all’interno del
mercato di ogni singola banca. La struttura del sistema creditizio che si va delineando
oggi, appare caratterizzata da un quadro normativo meno rigido, volto più alla
responsabilizzazione dell’attività delle aziende di credito che al controllo di tipo
amministrativo, con una conseguente tendenza all’emarginazione delle aziende meno
capaci di darsi una visibilità come specialiste di prodotto, ovvero quelle banche che
resteranno maggiormente ancorate ad una operatività centrata sulla tradizionale
intermediazione del denaro. Risulterà fondamentale per essere accolte dal mercato, la
capacità delle banche di darsi una propria identità, rendersi visibili attraverso efficienti
specializzazioni di prodotto ad alto contenuto tecnologico e la loro capacità di diventare
punto di riferimento per ben definite nicchie di clientela
5
.
1.2 CAMBIAMENTI NORMATIVI E DEREGULATION
1.2.1 L'ASSETTO DEL SISTEMA BANCARIO ITALIANO SANCITO DALLA LEGGE BANCARIA
DEL 1936
Il sistema bancario italiano è stato fortemente condizionato da tutta una serie di
vincoli e regolamenti che le Autorità hanno imposto per stabilizzare un settore
particolarmente delicato come quello del credito e, nello stesso tempo, per farne
strumento di raggiungimento di quegli obiettivi di politica economica e monetaria
3
Costi R. (1994), L’Ordinamento bancario, Il Mulino, Bologna. Marotta G. (1999), La banca, Il Mulino, Bologna.
4
Ciampi C.A. (1993), La trasformazione della banca in una società che cresce, Banca impresa società, n. 1.
5
Pietrabissa E. (1996), Le banche italiane verso il 2000: orientamenti per una strategia, ABI – Bankitalia.
10
stabiliti dal Governo. Giustificati dalle ripetute crisi dei mercati finanziari prima della
Seconda Guerra Mondiale, leggi, regolamenti ed interventi amministrativi si sono
susseguiti nel tempo fino ad imbrigliare pesantemente il sistema bancario in una serie di
vincoli non sempre in linea con i tempi e con le esigenze dei mercati.
Con l’approvazione della Riforma Bancaria nel 1936
6
, in coerenza con
l’intervento già delineato da parte dello Stato allo scopo di prevenire ulteriori crisi
bancarie che si erano susseguite come conseguenza della depressione degli anni ‘30,
furono ribaditi principi come il fatto che la raccolta del risparmio e l’esercizio del
credito sotto qualsiasi forma erano funzioni di interesse pubblico. Proprio come
conseguenza di questo provvedimento, che ha regolato per molti anni il nostro sistema
bancario, fu introdotto il principio della specializzazione temporale del credito,
affermando che l’esercizio del credito ordinario a breve termine doveva essere riservato
alle banche commerciali e separato da quello a medio e lungo termine, da affidare
principalmente agli istituti di credito speciale. Le banche dovevano specializzarsi in un
determinato settore temporale del credito (a breve fino a 18 mesi; a medio da 18 a 60
mesi; a lungo oltre i 5 anni) ed in pratica, la maggior parte delle banche ordinarie poteva
concedere solo finanziamenti a breve termine. Insieme a questo, furono introdotti altri
principi come:
● l’alta vigilanza e la direzione politica dell’attività creditizia venivano attribuite al
CICR (Comitato interministeriale per il credito e il risparmio), istituito nel 1947
con lo scopo di supervisionare l’operato della Banca d’Italia nella concessione
dell’apertura di nuovi sportelli;
● la Banca d’Italia veniva confermata come l’unico istituto d’emissione del Paese;
● veniva introdotto il principio della separatezza banca – industria limitando la
possibilità delle banche di assumere partecipazioni azionarie, in particolare nei
confronti delle imprese commerciali, imponendo il cosiddetto principio della
separatezza fra banche e industria.
Gli interventi normativi, finalizzati a dare stabilità al sistema bancario, si sono
concretizzati in una serie di limitazioni all’operatività delle aziende di credito: la
scissione tra banca ed impresa, la specializzazione temporale, funzionale e territoriale, il
6
Insieme di norme nascenti dal R.D.L. 12 marzo 1936, n.375 - Disposizioni per la difesa del risparmio e per la
disciplina della funzione creditizia.
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massimale sugli impieghi, il vincolo di portafoglio, l’autorizzazione per la costituzione
di nuovi sportelli ne sono soltanto alcuni esempi. L’approccio regolamentare al mercato
creditizio ha determinato, inoltre, la proprietà pubblica di molte aziende di credito e la
presenza di barriere protezionistiche rispetto ai mercati internazionali; ha consentito la
possibilità di formare cartelli tra banche, conducendo, così, alla sostanziale assenza di
forme alternative di credito bancario (Tabella 1.1).
Tabella 1.1 – Caratteristiche della sistema creditizio dopo Riforma Bancaria del 1936
PREVALENTEMENTE
PUBBLICA
Forte presenza dello stato
7
Finalità di salvaguardia dell’interesse pubblico
Tutela dei depositi con impossibilità delle banche di fallire
SPECIALIZZATA
Ritenendo che la concordanza di scadenze fra operazioni raccolta e di
impiego fosse il rimedio necessario per salvaguarda le banche italiane dalle
difficoltà che avevano incontrato in passato
POCO
CONCORRENZIALE
A causa di “politiche di cartello”
8
POCO TRASPARENTE
Sulle condizioni praticate sui c/c e nelle diverse operazioni, non solo per la
tradizionale discrezione dei funzionari bancari ma anche per lo scarso
interesse da parte dei clienti
9
NON DEL TUTTO
EFFICIENTE
Nel contenimento dei costi, storici punti deboli delle banche italiane, quali
in particolare:
costo del personale
le perdite su crediti
SOTTOCAPITALIZZATA
Dotate di mezzi propri scarsi, a causa del basso livello di capitalizzazione
che consentiva la legge (5%, potendo raccogliere per un volume fino a 20
volte i mezzi propri).
POLVERIZZAZIONE DEL
SISTEMA CREDITIZIO
La maggior parte delle banche operava in ambiti locali. Il sistema bancario
italiano risultava quindi frammentato in oltre mille banche, di cui solo una
decina o poco più di grandi dimensioni.
Le caratteristiche salienti della legge del 1936 sono rilevabili nell’elasticità, nella
polivalenza e nella neutralità delle norme introdotte. Il legislatore, infatti, in luogo di
porre in essere un sistema normativo rigido e aveva preferito istituire un modello
sufficientemente elastico che fosse in una certa misura aperto alle innovazioni che il
mercato avrebbe potuto presentare.
7
Lo Stato detenendo partecipazioni nei maggiori istituti di credito, attraverso il Governo nominava i loro dirigenti.
8
Accordi bancari disdetti solo negli ultimi decenni che assicuravano prezzi dei servizi e livelli dei tassi comuni ai
diversi istituti di credito.
9
Alcune ricerche hanno mostrato come fino a pochi anni fa il cliente sceglieva la banca con cui operare
semplicemente in base alla vicinanza al domicilio della sua residenza o della sua azienda e non in base alle reali
condizioni offerte.