III
INTRODUZIONE
Il tempo passa, inesorabile, per tutti. Nasciamo, cresciamo e invecchiamo. Nel presente lavoro di
tesi si è studiato l’invecchiamento della popolazione da vari punti di vista, analizzando inoltre se
le istituzioni nazionali e regionali si stanno realmente operando per consentire agli anziani di
vivere con dignità e benessere gli ultimi anni della loro vita.
Il vero obiettivo di questa tesi però era istituire uno spazio di socializzazione tra un gruppo di
anziani, un target di persone molto spesso sole e abbandonate a una noiosa vita residenziale. Queste
persone, che di volta in volta sono aumentate, sono diventate le protagoniste del progetto “La
storia secondo noi”.
Nel capitolo 1 abbiamo fatto una prima analisi dell’invecchiamento della popolazione, osservata
in un’ottica economico-demografica. Ci si chiede innanzitutto se l’invecchiamento demografico
sia un’opportunità o una sfida, sottolineando come la popolazione mondiale sia sempre più vecchia
e osservando i modi per affrontare questo cambiamento. Inoltre, successivamente abbiamo trattato
l’evoluzione del concetto di maturazione, concentrandoci su quali sono gli interventi da attuare
per garantire un nuovo stato di benessere, denominato Welfare State, grazie alla presa in prestito
di un concetto appartenente alla sfera economica. Uomini e donne hanno bisogni e richieste
diverse, perciò garantire lo stato di benessere non è una cosa così elementare…
Dopo aver analizzato l’invecchiamento nell’ambito economico, nel capitolo 2 si è passati ad
un’analisi del tutto scientifica, con la quale si è osservato il logoramento fisio-patologico dei
soggetti anziani. Con il passare degli anni, le persone hanno una sempre più alta possibilità di
contrarre problematiche fisico-cognitive, portandole a diventare fragili e a perdere, in maniera
inesorabile, le capacità sviluppate fin dai primi anni. Linguaggio, ragionamento e memoria sono
solo alcune delle parti che le patologie, soprattutto quelle degenerative, vanno a intaccare, fino a
comprometterle in maniera definitiva. Tra le tante demenze, la patologia più conosciuta e diffusa
è la malattia di Alzheimer, la quale colpisce per prima, quasi sempre, la memoria a breve termine.
Di conseguenza, se gli anziani perdono man mano la loro autosufficienza, chi si occuperà di loro?
Il capitolo 3 ha l’obiettivo di descrivere quali sono le strutture che devono aiutare questo tipo di
utenza, sottolineando le leggi che sono alla base del loro funzionamento e le figure professionali
che devono far sì che gli anziani siano aiutati. Inoltre, come ci si deve approcciare quando si ha a
che fare con un anziano? Nel ‘900 ci sono stati passi da gigante in merito a questo quesito, con la
nascita e il superamento di vari approcci, fino ad arrivare all’Approccio Capacitante.
A questo punto, sorge spontanea una domanda: conosciamo l’approccio da utilizzare nei confronti
di questo speciale target di persone, ma come facciamo a capire quando una persona anziana ha
davvero bisogno di aiuto e, soprattutto, di che tipo di aiuto necessita? Ebbene, il capitolo 4 ci
Introduzione
IV
spiega come muoverci in tal senso. Le scale di valutazione presenti vanno ad analizzare
sostanzialmente le tre sfere principali di una persona, ossia sfera fisica, mentale e sociale,
all’interno delle quali si sviluppano delle sottocategorie più o meno importanti. Accanto a un
rapido elenco delle varie scale valutative degli anziani, questa parte analizza nello specifico le
attività di cui si occupa l’educatore professionale nelle strutture per anziane, che si parli di casa di
riposo o di RSA.
Nel capitolo finale infine si analizza l’attività su cui è stata costruito tutto il lavoro di tesi, ossia il
progetto per anziani denominato “La Storia secondo Noi”. Come detto all’inizio, l’obiettivo
fondamentale di questo progetto è stato di creare uno spazio di socializzazione per le persone
anziane, nella gran parte delle volte tristi, sole con i propri problemi fisici, cognitivi e, ovviamente,
relazionali. Il progetto cerca di stimolare i ricordi degli anziani, soffermandosi su un argomento
comune a tutti loro: la “Seconda Guerra Mondiale”.
A questo punto, prima d’incominciare, scelgo di chiudere con una poesia…
“POÈME D’ALZHEIMER”
…Non penso serva aggiungere altro…
Ne me demande pas de me rappeler
Nessaie pas de me faíre comprendre
Laisse-Moi me reposer
Fais moi savoir que tu es avec moi
Embrasse mon cou et tiens ma main
Je suis triste malade e perdu
Tout ce que je sais
C’est que j’ai besoin de toi
Ne perd pas patience avec moi
Ne sacre pas, ne crie pas, ne pleure pas
Je n’y peux rien de ce qui m’arrive
Même, si j’essaie d’être different
Je n’y arrive pas
Rappelles-toi que j’ai besoin de toi
Que le meilleur de moi est parti
N’abbondonne pas reste à mes côtés
Aime moi, jusqu’à la fin de ma vie
Non chiedermi di ricordare
Non cercare di farmi capire
Lasciami riposare
Fammi sapere che sei con me
Baciami il collo e tienimi la mano
Sono triste, malata e persa
Tutto quello che so
È che ho bisogno di te
Non perdere la pazienza con me
Non pregare, non gridare, non piangere
Non posso farci niente su ciò che mi succede
Anche se provo ad essere diversa
Non ci riesco
Ricordati che ho bisogno di te
Che il meglio di me se n’è andato
Non abbandonarmi e restami accanto
Amami, fino alla fine dei miei giorni
1
CAPITOLO 1
Invecchiamento della popolazione e nuovi interventi di welfare
L’invecchiamento della popolazione è uno dei fenomeni più significativi del ventunesimo secolo,
con conseguenze importanti e di ampia portata per tutti i settori della società. Considerando che
nel mondo una persona su nove ha sessant’anni o più e che questa percentuale salirà a una persona
su cinque entro il 2050, l’invecchiamento della popolazione è un fenomeno che non può più essere
ignorato. Infatti, entro il 2017, il numero di individui di età uguale o superiore ai 65 anni supererà
quello dei bambini al di sotto dei 5 anni.
A seguito di una delle riunioni più importanti tenutesi nel ventunesimo secolo, ossia la Seconda
Assemblea Mondiale sull’Invecchiamento, molti hanno analizzato la situazione delle persone
anziane e i progressi effettuati dai governi dei vari paesi mondiali, finalizzati a rispondere alle
opportunità e alle sfide di una realtà che invecchia sempre più.
1.1 L’invecchiamento della popolazione: opportunità o sfida?
L’invecchiamento della popolazione è un problema che riguarda tutte le regioni e i paesi del
mondo, con una progressione più rapida nei paesi in via di sviluppo, anche tra quelli che hanno un
numero elevato di giovani. Bisogna sottolineare però come l’invecchiamento sia un trionfo dello
sviluppo, in quanto una longevità sempre in aumento è uno dei grandi successi dell’umanità. Il
genere umano ha un’età media di vita sempre più alta grazie ai progressi nel campo della medicina,
dell’istruzione, del benessere economico e delle cure mediche, oltre ad una migliore alimentazione
e igiene personale.
Ovviamente, l’invecchiamento della popolazione presenta sfide sociali, economiche e culturali
non indifferenti per l’uomo. Infatti, come sottolineato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite
Ban Ki Moon
1
, “le conseguenze sociali ed economiche di questo fenomeno sono profonde,
andando ben al di là del singolo anziano e della sua famiglia, in quanto coinvolgono la società e la
comunità globale come mai prima d’ora. In sostanza, le modalità con cui sceglieremo di affrontare
le sfide derivanti dall’aumento dell’età demografica e di massimizzare le opportunità saranno
determinanti per poter raccogliere i benefici del “dividendo della longevità”. Per poter fare quanto
detto sopra, è necessario considerare nuovi approcci nella strutturazione della società, del mondo
1
Ancescao.it, “Rapporto da fondo delle nazioni unite”,
http://www.ancescao.it/Download/NewsDocs/rapporto_da_fondo_delle_nazioni_unite_32210.pdf, pp. 2
Capitolo 1. Invecchiamento della popolazione e nuovi interventi di welfare
2
del lavoro e dei rapporti socio-intergenerazionali, i quali devono essere sostenuti da un impegno
politico forte e da una solida base di dati e conoscenze, che possano garantire un’effettiva
integrazione dell’invecchiamento globale nei più ampi processi di sviluppo.
In conclusione, gli uomini e le donne di tutto il mondo devono poter invecchiare con dignità e
sicurezza, approfittando della vita attraverso la piena realizzazione di tuti i diritti umani e delle
libertà fondamentali. Considerare simultaneamente problemi e opportunità è il modo migliore per
vincere la sfida dell’invecchiamento, anche se in molti paesi l’aumento imponente della
percentuale di anziani suscita preoccupazione sull’effettiva capacità delle società di far fronte alle
sfide associate a questo cambiamento demografico.
1.2 Proiezioni mondiali dell’invecchiamento demografico
Le cause alla base dell’invecchiamento della popolazione mondiale sono la diminuzione del tasso
di fertilità e l’aumento della durata della vita, un cambiamento demografico che, come visto nel
paragrafo precedente, offre opportunità che sono altrettanto ampie del contributo che può offrire
alla società una popolazione anziana in condizioni socio-economiche buone ed attive. La speranza
di vita alla nascita, attualmente, è di oltre 80 anni in 33 stati, mentre cinque anni fa i paesi che
avevano raggiunto tale obiettivo erano solo 19. Sempre allo stato attuale, l’unico paese che ha un
percentuale di anziani superiore al 30% è il Giappone, ma si ritiene che entro il 2050 ben 64 stati
raggiungeranno il paese asiatico su queste percentuali.
Nella proiezione dell’età dei paesi mondiali, bisogna sicuramente sottolineare la differenza ancora
piuttosto marcata tra i paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo, come si vede nel grafico
sottostante (Figura 1-I).
01 02 03 04 05 06 07 08 09 0
2045-2050
2010-2015
74
68
83
78
Anni
Lasso di tempo
Aspettativa di vita (Anni)
Paesi sviluppati
Paesi in via di sviluppo
Figura 1-I: Differente aspettativa di vita nei lassi di tempo 2010-2015 e 2045-2050
Capitolo 1. Invecchiamento della popolazione e nuovi interventi di welfare
3
Ora, si può osservare come nel giro di poco più di mezzo secolo il numero degli anziani presenti
a livello mondiale sia quasi quadruplicato, passando dai 205 milioni di sessantenni del 1950 agli
810 milioni del 2012. Secondo una proiezione fatta dagli studiosi, si prevede che il numero di
sessantenni raggiungerà il miliardo entro dieci anni, mentre entro il 2050 la cifra raddoppierà,
portando il numero di anziani a toccare i due miliardi, anche se con differenze sostanziali tra le
diverse regioni del globo. Per analizzare questa netta difformità a livello territoriale, è molto utile
osservare il secondo grafico (Figura 1-II):
Negli ultimi 50 anni,
l’invecchiamento della
popolazione italiana è stato uno
dei più rapidi tra i Paesi
maggiormente sviluppati; si
stima inoltre che nel 2050 la
quota di ultrasessantacinquenni
ammonterà a ben il 36% della
popolazione, con un’attesa di
vita media di 82,5 anni.
Se vogliamo analizzare invece la differente tendenza prendendo in considerazione il sesso,
scopriamo come le donne sono la maggioranza degli anziani. Attualmente, per 100 donne
sessantenni, nel mondo, ci sono solo 84 uomini, mentre ancora più marcata è la disparità per quanto
riguarda gli ottantenni, in quanto per 100 donne abbiamo solo 61 uomini
2
.
1.3 Una transizione epidemiologica: che significa?
Parallelamente all’aumentata aspettativa di vita, si è verificata una transizione epidemiologica
nella patologia emergente: difatti, da una situazione in cui erano prevalenti le malattie infettive, si
è passati a una preponderanza di quelle cronico-degenerative. Nei paesi ricchi, il maggior carico
di malattia è attribuibile alle patologie cardio e cerebrovascolari e ai disturbi neuropsichiatrici, tra
cui la depressione, la malattia di Alzheimer e le altre forme di demenza. Tanto nei Paesi in via di
sviluppo che in quelli a più alto reddito, si prevede che il numero di soggetti con disabilità,
derivante principalmente dalle malattie non trasmissibili, aumenterà proporzionalmente alla
2
Ancescao.it, “Rapporto da fondo delle nazioni unite”,
http://www.ancescao.it/Download/NewsDocs/rapporto_da_fondo_delle_nazioni_unite_32210.pdf, pp. 3
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
2012 2050
Percentuale di anziani (Territorio)
Africa America del Nord America del Sud Asia Europa Oceania
Figura 1-II: Differente aspettativa di vita in lassi di tempo diversi
Capitolo 1. Invecchiamento della popolazione e nuovi interventi di welfare
4
crescita della popolazione, con una più alta percentuale, ovviamente, proprio nelle classi di età più
avanzata.
Con l’aumento dell’aspettativa di vita e il rapporto sempre più sfavorevole tra popolazione attiva
e non attiva, tenderà ad aumentare anche l’onere socioeconomico correlato a cura, assistenza e
spese previdenziali destinate agli anziani, causando il cosiddetto “Longevity Shock” (shock
economico a causa dell’aumento della longevità), recentemente sottolineato dall’FMI, il Fondo
Monetario Internazionale.
Risulta inoltre evidente come la doppia transizione, epidemiologica e demografica, incrementerà
in maniera inevitabile l’incidenza di numerose patologie neurodegenerative che si caratterizzano
per il “deficit cognitivo age associated (ossia associato all’età)”, prima fra tutte la malattia di
Alzheimer. Di conseguenza, l’attuale evoluzione richiede una ridefinizione delle misure e delle
risorse destinate alle fasce di popolazione anziana, in cui il rischio di malattia e di perdita
dell’autosufficienza è ben più alto.
In sostanza, se da un lato l’aumento della longevità rappresenta indubbiamente una grande
conquista, in quanto testimonia il crescente miglioramento delle condizioni di vita ed i progressi
della medicina, dall’altro potrebbe trasformarsi in una minaccia per l’immediato futuro, nel caso
in cui non fosse controbilanciato da una rinnovata capacità di programmazione di opportuni,
sistematici e urgenti di politica sanitaria che investano la ricerca, l’assistenza e il benessere degli
anziani, tenendo conto di due cose: da un lato i differenti bisogni delle persone anziane in base a
sesso, età e così via, dall’altro l’evoluzione del concetto stesso di invecchiamento.
1.3.1 Uomini e donne: quali differenze nel vivere la vecchiaia?
Gli uomini e le donne vivono in modo diverso l’avanzare dell’età. I rapporti di genere strutturano
tutto il corso della vita, influenzando l’accesso a risorse e opportunità, con un impatto che è allo
stesso continuo e cumulativo.
In molte situazioni, le donne anziane sono più vulnerabili nei confronti delle discriminazioni, tra
le quali si ricordano:
a) minori opportunità di accesso al lavoro e alle cure mediche;
b) maggior esposizione a maltrattamenti;
c) non riconoscimento del diritto alla proprietà e all’eredità;
d) mancanza di un reddito vitale minimo e di una copertura sociale.
Purtroppo però, anche gli uomini anziani, soprattutto dopo la pensione, possono a loro volta
diventare vulnerabili, perché hanno reti di sostegno sociale più deboli e possono essere esposti a
Capitolo 1. Invecchiamento della popolazione e nuovi interventi di welfare
5
raggiri, specialmente sul piano finanziario. Queste differenze hanno conseguenze importanti al
momento di stabilire programmi e politiche pubbliche. Difatti, gli anziani non sono un gruppo
omogeneo ai quali applicare politiche “taglia unica”, dato che come tutte le fasce d’età essi sono
diversi e differenziati, soprattutto a livello di:
a) età e sesso;
b) provenienza geografica ed istruzione;
c) reddito e salute.
In conclusione, ogni gruppo di anziani, siano essi uomini o donne, ricchi o poveri, analfabeti o
istruiti, hanno necessità e interessi particolari, che devono essere presi in considerazione in modo
specifico, attraverso l’adozione di modelli d’intervento e programmi su misura.
1.3.2 L’evoluzione del concetto di invecchiamento
Nell’accezione corrente, l’invecchiamento è un processo multifattoriale, caratterizzato da una
progressiva perdita delle capacità funzionali e da una crescente comorbidità (fenomeno per cui in
una persona sono presenti due o più disturbi di diversa origine), proporzionali all’avanzamento
dell’età e che investono l’intero arco della giornata.
Lo stato di salute dell’anziano non è più identificato unicamente con la ridotta presenza di malattie,
ma con il mantenimento del benessere psicofisico e relazionale, pur in presenza di polipatologie
(presenza di più patologie contemporaneamente). Per questo motivo, uno degli indicatori usati con
più frequenza per misurare il benessere e lo stato di salute della popolazione è l’aspettativa di vita
libera da disabilità (DFLE, disability free life expectancy), un indicatore composito che combina
informazioni su mortalità e disabilità, estendendo il concetto di aspettativa al di là del semplice
numero di anni vissuti, quantificando invece quanti di questi siano realmente vissuti senza
limitazioni nelle attività quotidiane.
L’originalità di questo nuovo orientamento risiede nell’aver individuato, come obiettivi
fondamentali, il mantenimento dell’autosufficienza e della qualità di vita dell’anziano. Oltre al
trattamento specialistico e riabilitativo della malattia, compito comunque essenziale, l’obiettivo
che ci si deve prefiggere è quello di attuare interventi di prevenzione, in grado di minimizzare i
principali fattori di rischio e promuovere adeguati stili di vita in ogni età, favorendo allo stesso
tempo l’accesso ai servizi e l’integrazione del soggetto nel proprio contesto sociale.