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Introduzione
Un giorno riuscii a farmi prestare un trombone, era parecchio che quello
strumento mi intrigava, e finalmente ce l’avevo fatta.
Era lì nella sua piccola custodia di cartone sagomata, profumava di metallo ed
era pieno di bozzi. Era bellissimo. L’avevo approcciato senza troppe aspettati-
ve, giusto per giocare un pochino.
Dopo una settimana il direttore della Stradabanda di T estaccio mi invitò ad
unirmi a loro, sapevo suonare solo tre note e mi scrisse delle parti con tante
pause e tante di quelle tre note. È incredibile come un si bemolle in levare
possa rendersi utile in una banda che suoni musica balcanica, tant’è che dopo
due settimane mi sono ritrovata per strada a fare il mio primo concerto ed è
stata una rivelazione.
Sono passati 7 anni e l’esperienza nelle bande di strada, in seguito approfon-
dita assieme ai Pink Puffers Drumm and Brass Phunk Band, nelle piazze, nei
locali e in diversi festival italiani, europei e americani, è stata una scuola di
musica e un esperienza di vita unica.
È questo che mi ha portato a voler approfondire la storia dalla quale queste
esperienze derivano.
Non è stato facile raccogliere le informazioni necessarie e soprattutto ordi-
narle in modo coerente per dare un quadro esaustivo di quello che sia acca-
duto attraverso i tempi, questo è dovuto al fatto che sia stata una realtà molto
eterogenea e dislocata in posti estremamente diversi e quindi è difficilmente
catalogabile e forse anche al fatto che è stata poco documentata, essendosi in-
sinuata molto naturalmente sin dalle sue origine nelle vite e nelle azioni delle
persone, facendo parte della cultura popolare e quindi anche parte integrante
del quotidiano delle persone in un qualsiasi contesto si trovassero.
Quindi ci sono delle lacune a livello di conoscenza su quel che riguarda la
banda nella storia, quindi bisogna tener presente che ci potrebbero mancare
alcuni passaggi. Malgrado questo le cose da dire sarebbero infinite, perciò ho
dovuto purtroppo trascurare alcuni elementi. Ho tracciato un mio percorso
viaggiando attraverso la storia e cercando un inizio nelle remote origini dei
primi strumenti che sono poi diventati quelli tipici delle bande: strumenti a
fiato e a percussione, parlando dei piccoli complessi a fiato utilizzati in batta-
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glia, dal ruolo evocativo della tromba, passando poi alle bande di tipo moder-
no, concentrandomi sugli avvenimenti accaduti in suolo italiano, attraverso
varie realtà bandistiche differenti e varie riforme di organico e di repertorio,
gli sviluppi tecnici degli strumenti e le diverse occasioni di esibizione.
Numerosi sono stati i fattori che hanno fatto si che nei secoli la banda si svi-
luppasse e assumesse l’aspetto che ha oggi.
Ho poi accennato ad alcuni contesti significativi nel resto dell’Europa, emi-
grando poi in suolo americano e più specificatamente quello di New Orleans,
dove c’è una fortissima tradizione delle brass band, che è poi quella a cui i
Pink Puffers si sono maggiormente ispirati e alla quale io sono più affeziona-
ta; che proviene da un contesto di mescolanza di culture molto diverse in cui
si fonde anche quella delle bande tradizionali europee ed è questo il ponte,
che mi ha fatto attraversare l’Oceano alla conquista del Nuovo Mondo, dove
seguendo l’evoluzione di queste realtà musicali, osservando il contesto cul-
turale, sociale e politico, ho parlato di alcune delle figure e delle bande più
interessanti di questo contesto che è ancora molto vivo e attivo.
La Storia delle Bande
Non ci fu un momento specifico in cui si possa dire che la banda sia nata,
paradossalmente è come se ci fosse sempre stata. È una manifestazione che ha
seguito il cammino dell’umanità fin dagli albori della civiltà, sviluppandosi
assieme ad essa nel corso del tempo.
Certo è possibile fissare una data nella quale si può cominciare a parlare di
“banda” vera e propria, ma la sua storia è iniziata molto prima ed è da lì che
ho voluto iniziare anch’io il mio lavoro.
Buona parte delle informazioni che riporto nei primi capitoli provengono dal
libro di Alessandro V essella “La banda: dalle origini fino ai nostri giorni” , che
è un testo di grande qualità che mi ha aiutato molto nel mio lavoro di ricerca
Parliamo dunque degli sviluppi che la banda ha avuto fino al sec. XIX.
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Le origini
La banda trova le sue origini in campo militare ed è stata a lungo legata alla
musica militare; tra l’altro il termine “banda” intende un raggruppamento
di persone unite per guerreggiare, oltre che per fini pacifici, come quello di
suonare.
Fin dall’antichità piccoli gruppi di rudimentali strumenti a fiato erano uti-
lizzati in battaglia allo scopo di incitare i soldati. A volte, soprattutto sotto
l’Impero Romano, le stesse formazioni di strumenti avevano funzione civile,
in quanto venivano usate in occasione di parate o di ricorrenze di vario genere
nella vita cittadina.
La musica militare presso antichi popoli orientali
La musica militare ha funzione di incitamento e questo si spiega perché la
musica crea uno stato di vera esaltazione psicologica.
Gli indiani avevano fissato un vero sistema musicale, a base di scale , ma non
conoscevano l’armonia come la intendiamo noi. Davano con l’uso degli
strumenti un carattere diverso alla musica a seconda dello scopo al quale
serviva, se si trattava di musica guerresca o religiosa, sentimentale o dilettevo-
le. T rombe, timpani e tamburi costituivano essenzialmente la base della loro
musica militare.
I Persiani al momento di entrare in combattimento si esaltavano al suono di
strumenti e di canti guerreschi, così come gli Egiziani i cui cortei assumevano
carattere trionfale grazie alla musica militare con trombe dritte, tamburi e
sistro: strumento in rame proprio del culto di Iside, ma molto usato anche in
guerra. Virgilio alla battaglia d’ Azio usò il sistro per animare le truppe di
Cleopatra.
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I Cinesi distinguevano otto suoni diversi: della pelle, delle pietre, del metallo,
della terra cotta, della seta, del legno, del bambù e della zucca.
Per ogni suono c’era uno strumento proprio; primo tra gli altri il tamburo che
col suo fragore segnava in modo particolare il ritmo incalzante degli eserciti
mossi in battaglia.
Gli ebrei e l’uso della tromba
Presso gli Ebrei la musica assume grande importanza e sviluppo, ad essi è
attribuito il più antico uso delle trombe d’argento e di altri metalli, di varie
forme, destinate insieme ad altri strumenti a convocare le truppe, a dare il
segnale della marcia, intonare inni di guerra prima del combattimento, per
accompagnare i canti di vittoria ( a volte con ritmi di danze), o come effetto
sorpresa (come avvenne nella presa di Gerico).
Mentre i canti di David, destinati a placare le ire di Saul erano una suggestiva
applicazione di suoni dolci d’una modulazione di delicate sfumature mu-
sicali. In tempo di pace solo i monaci avevano il diritto di suonare a scopo
religioso.
I quattro tipi di trombe usati dagli Ebrei e in seguito da tutti gli altri popoli
erano conosciuti con il nome di: tuba ( o tromba diritta), lituo (o tromba
curva), buccina ( tromba ricurva su se stessa a spirale) e corno.
La musica guerresca in Grecia
I Greci nel momento della battaglia intonavano un inno in onore di Marte, “
Peana” e dopo la vittoria i loro canti erano in onore di Apollo.
Usavano unire il canto e la danza per produrre un effetto di completa esalta-
zione guerresca, come ad esempio nella”pirrica” danza nella quale i giovani
armati eseguivano tutte le evoluzioni di attacco e di difesa al suono di flauti.
Il Flauto era lo strumento che per l’incitamento alla battaglia i greci predi-
ligevano, assieme alla tromba che era tenuta in grande considerazione fin
dai tempi di Omero, ma meno diffusa del flauto in quanto considerata più
stridente e con tecnica più difficile.
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“Nessuno era più abile di Miseno a risvegliare il coraggio e infiammare i
cuori col suono della tromba”
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La Lira, tipico strumento greco, arrivò dopo
e raggiunse favore eccezionale e assoluto non solo per i poeti ma anche per
i guerrieri. T anto che un buon guerriero doveva saper usare egualmente la
spada e la lira. Così come tutta la gioventù greca
Sono celebri i canti militari di Tirteo che suscitarono per secoli l’entusiasmo
bellico dei giovani ateniesi.
Nel IV e III secolo a.C. c’era la tendenza a separare il canto dalla musica stru-
mentale e lo studio degli strumenti si perfezionava. A quell’epoca si divideva-
no in tre grandi categorie: strumenti a fiato ( flauti, corni e trombe in tutte le
loro varietà di forme e la siringa), a pizzico e a percussione.
La musica militare dell’antica Roma
Non si sa di preciso quale fosse la musica dell’antica Roma, ricostruzioni e
ipotesi sono state fatte.
Sappiamo che risale a Romolo l’istituzione delle danze sul genere della “pir-
rica” e alle riforme di Numa una danza in onore di Marte, eseguita dai Sali,
sacerdoti del nume, che si accompagnavano battendo ritmicamente gli scudi
l’uno con l’altro.
Dalle raccolte di vari autori si presume che già nel 578 a.C. nell’ esercito
romano sarebbero stati introdotti corni e buccine, che sono degli antichi
strumenti aerofoni allungati, di ferro con un padiglione all’estremità
(delle specie di trombe senza pistoni in pratica). Nelle legioni di Servio T ul-
lio, in cui il popolo era diviso in centurie, pare che ce ne fossero due composte
esclusivamente da strumentisti.
Si presume che i Romani abbiano preso e assimilato dai Greci gli strumenti e
la loro teoria; la prima nuova impronta romana è data dal ruolo preminente
che assume la tromba nella musica guerresca. Già nella civiltà Etrusca il lituo
(tromba ricurva) aveva una grande diffusione, cosa testimoniata da bassorilie-
vi, pitture e alcuni esemplari ritrovati. Le trombe più usate dai romani erano
la tuba (tromba diritta) per la fanteria e il lituo per la cavalleria; non si sa
esattamente quale fosse il loro ruolo, ma si presume che, come per gli Ebrei e
1 Virgilio ( C. Colombe., La Musique- Paris, Hachette. Cap 18)