34
3.1. Il Private Banking.
Il termine PRIVATE BANKING è abitualmente attribuito a quell’insieme di servizi che
una Banca o un intermediario non bancario predispongono per soddisfare, con un
elevato grado di personalizzazione, le esigenze finanziarie e non finanziarie dei clienti
che detengono cospicui patrimoni.
In realtà questa definizione non consente di cogliere appieno le caratteristiche di
un’attività che esce dagli schemi del Retail Banking anche quando quest’ultimo è
interpretato alla luce dei più recenti paradigmi strategici e distributivi. È infatti
opportuno considerare che il Private Banking intrattiene rapporti soltanto con clientela
facoltosa e con specifici bisogni, per cui il soggetto che svolge tali attività deve poter
erogare servizi costruiti “su misura” e perciò non standardizzabili. Più alta è la fascia di
ricchezza più il cliente si aspetta di poter utilizzare la Banca come partner di un
maggior numero di prestazioni, inclusa una più sofisticata diversificazione degli
investimenti del proprio patrimonio.
7
Le dimensioni del Private Banking in Italia fanno riferimento al totale delle famiglie
con patrimoni complessivi superiori a 500 mila € anche se distribuiti presso più di una
Banca.
Il 2009 è stato un anno all’insegna della crescita: la ricchezza a livello italiano è
aumentata di circa il 4% secondo le stime dell’AIPB
8
, a seguito di un anno
particolarmente difficile per effetto della turbolenza dei mercati finanziari.
Nel nostro Paese le famiglie dei super ricchi sono circa 591mila nel 2009, un dato in
linea rispetto a quello dello scorso anno (583mila). Più si sale nella piramide della
ricchezza, più si riduce il numero delle persone di elevato “standing”: la maggior parte
di queste famiglie ha patrimoni finanziari compresi tra i 500mila e 1 milione di euro,
per 280 miliardi di asset complessivi (34%). Tuttavia nei due livelli più alti della
piramide, dove si collocano le famiglie con patrimoni superiori a 5 milioni di euro (il
5% del totale), si concentra ben il 30% della ricchezza (255 miliardi).
7
Fonte: “Il Private Banking in Italia – Aspetti tecnici e profili organizzativi” a cura di Sergio De Angeli
8
AIPB: Associazione Italiana Private Banking. È un’associazione professionale senza fini di lucro che
coniuga le esigenze di aggregazione, condivisione, riflessione e sviluppo della cultura d’impresa Private,
a beneficio degli stakeholder del Private Banking Italiano. Scopo di AIPB è promuovere lo sviluppo del
servizio del Private Banking in Italia.
35
Asset finanziari
(mld €)
Numero famiglie
(migliaia)
Asset medi per
famiglia
(mln €)
2009 2008 2009 2008 2009 2008
Oltre 10 mln €
127
15%
131
16%
8,2
1%
8,3
1%
15,488 15,811
5 - 10 mln €
128
15%
148
18%
21,9
4%
25,0
5%
5,861 5,916
1 - 5 mln €
301
36%
272
34%
161,4
27%
158,1
21%
1,866 1,722
0,5 - 1 mln €
280
34%
253
31%
399,1
68%
395,7
67%
0,700 0,640
Totale 836 804 590,6 582,6 1,415 1,370
Tabella 2 - Asset finanziari e numerosità famiglie potenziali del Private Banking in Italia, confronto
2008-2009
Fonte: Associazione Italiana Private Banking
Territorialmente la ricchezza si concentra in alcune regioni italiane, soprattutto
settentrionali: prime tra tutte la Lombardia dove sono presenti 248 miliardi di euro, cioè
una quota pari al 29,7 del mercato potenziale. Seguono, a lunga distanza, l’Emilia
Romagna, il Veneto e il Piemonte. Ma qual è l’identikit del potenziale cliente Private?
Sono lavoratori autonomi, imprenditori, liberi professionisti, ma anche pensionati che,
sebbene non più attivi nel mondo del lavoro, hanno una ricchezza accumulata da gestire.
Si tratta prevalentemente di uomini maturi, anche se il ruolo delle donne nella gestione
dei patrimoni di famiglia sta diventando sempre più rilevante.
Figura 8 - La distribuzione geografica
della ricchezza Private
Fonte: Associazione Italiana Private
Banking
29,7%
11
%
0,9
%
8,9
%
6,6%
4,5%
3%
2,8%
2,5%
2%
1,7% 1,6%
1,2%
1%
10,4
%
0,8%
0,3%
0,3%
0,2%
10,3
%
36
Circa il 60% delle masse - 490 mld - è affidato a strutture dedicate a specifici servizi,
quali Banche d’investimento internazionali; divisioni di Banche commerciali italiane;
Banche private di gruppi Bancari italiani; reti di promotori con strutture private; Banche
indipendenti specializzate nel Private Banking. Dalla figura sottostante infatti si nota
che il restante è affidato ad Agenzie assicurative, Poste Italiane e Banche commerciali
locali.
Figura 9 - La catena del servizio per i clienti (2009)
Fonte: Associazione Italiana Private Banking
Negli ultimi anni sono entrate nel mercato italiano o si sono focalizzate sul business
private sia Banche estere (UBS, Credit Suisse, Merrill Lynch) sia Banche italiane
(Banca Esperia, Ersel, Banca Intermobiliare) “aggredendo” proprio la clientela servita
in precedenza da Banche commerciali.
Le Banche italiane hanno reagito costituendo strutture dedicate (San Paolo IMI, MPS,
BPU, Capitalia, BNL-BNP Paribas) o addirittura Banche specializzate (Intesa,
Unicredit, BPVN-Aletti). La quota di ricchezza all’interno delle Banche commerciali è
ragionevolmente più facilmente “attaccabile” dalle strutture specializzate,
rappresentando pertanto un rischio/opportunità.
PLAYER CON STRUTTURA
DEDICATA
140 operatori con circa 490 mld. € gestiti
PLAYER SENZA STRUTTURA
DEDICATA
60 operatori con circa 330 mld. € gestiti
Player stranieri con
struttura dedicata
Player italiani con
struttura dedicata
Player italiani senza
struttura dedicata
Banche regionali
Banche di credito cooperativo
Strutture Retail di Gruppi Bancari
Reti di promotori senza strutture
Private
Agenzie assicurative
Banche d’investimento
Internazionali
Divisioni di banche commerciali
italiane
Banche Private di Gruppi Bancari
italiani
Reti di promotori con strutture
Private
Banche Indipendenti specializzate
nel Private Banking
37
La struttura Private, preposta appunto alla gestione della relazione con i top client, deve
esprimere una posizione unitaria verso la propria clientela frutto di un dialogo tra chi
interpreta le dinamiche attese dei mercati e chi interpreta le aspettative, le paure, le
emozioni e le speranze della clientela.
Le performance sostenibili richiedono quindi un equilibrio tra chi elabora la strategia
commerciale e chi deve interpretare le attese sui mercati finanziari.
Il trend di settore che si va delineando negli anni è di un mercato quello del Private
Banking caratterizzato da clienti sempre più sofisticati, meno fedeli e più
difficoltosi/costosi da servire. Essendo clienti con un certo patrimonio essi devono
sentirsi soddisfatti e ben compresi nella gestione della propria ricchezza, grazie e
soprattutto ad una ricorrente necessità del Private Banker di riformulare/rendere
industriale e scientifica la value proposition per rimanere al top.
Il cliente Private, sempre più informato ed esigente, desidera avere un unico punto di
riferimento per la risoluzione di tutte le problematiche legate al patrimonio inteso in
senso complessivo: dalla gestione finanziaria, alla pianificazione patrimoniale di lungo
periodo (che tenga conto anche delle problematiche previdenziali e di passaggio
generazionale), ai temi legati alla gestione dell’azienda e al family business.
Dall’esigenza di soddisfare il cliente nasce la necessità di conoscerlo effettivamente, di
essere segmentato e clusterizzato in gruppi omogenei tali da offrire a ciascun cliente con
le più simili caratteristiche i prodotti studiati appositamente per lui. Insieme ad una
ottima analisi del cliente deve essere creato anche un apposito sistema tecnologico in
grado di supportare l’industrializzazione, e cioè l’industrializzazione, senza togliere
spazio alla personalizzazione.
38
3.2. Il Private Banking in BNL.
Nasce nel 2002 con l’obiettivo di offrire una gestione complessiva del patrimonio
personale, dalla consulenza fiscale alla selezione delle più vantaggiose opportunità di
mercato che possono rispondere alle diverse esigenze.
Varie le situazioni che hanno portato ad una rivoluzione in ambito Bancario:
crescita economica rallentata
incremento costo per aumento pressione normativa (MIFID
9
)
pressione competitiva crescente (de-frammentazione ed entrata nuovi
operatori)
innovazione continua dei modelli di business
crescente necessità di professionalità degli uomini di relazione
sentiment non positivo verso le istituzioni finanziarie
sofisticazione crescente della domanda
9
MIFID (Markets in Financial Instruments Directive): è il nome con cui è nota la direttiva 2004/39/CE
del Parlamento Europeo e del Consiglio del 21 aprile 2004. Essa costituisce un passo importante verso la
costruzione di un mercato finanziario integrato efficace e competitivo all'interno dell'Unione Europea
(UE) e si inquadra nel più ampio Piano di Azione per i Servizi Finanziari (FSAP), varato nel 1999 e che si
è concretizzato successivamente in ben 42 direttive. A tale direttiva ne è seguita un'altra, la 2006/73/CE,
attuativa della MIFID. Entrambe sono state recepita in Italia nel 2007 con il Decreto legislativo
n°164/2007. La direttiva risponde all'esigenza di creare un terreno competitivo uniforme (level playing
field) tra tutti gli intermediari finanziari dell'Unione europea, senza però pregiudicare la necessaria
protezione degli investitori e la libertà di svolgimento dei servizi di investimento in tutta la Comunità. Gli
obiettivi di fondo della direttiva MIFID sono:
o la tutela degli investitori, differenziata a seconda del diverso grado di esperienza finanziaria;
o l'integrità dei mercati;
o il rafforzamento dei meccanismi concorrenziali, con l'abolizione dell'obbligo di concentrazione
degli scambi sui mercati regolamentati;
o l'efficienza dei mercati, finalizzata anche a ridurre il costo dei servizi offerti;
o il miglioramento dei sistemi di governance delle imprese di investimento ed una migliore
gestione dei conflitti di interesse
39
Di seguito evidenziamo il ranking per asset dei migliori servizi Private Banking in
Italia: BNL nel 2010 raggiunge la 6° posizione con un totale AUM di 15,2 mld€,
salendo di una posizione rispetto al mese di marzo dello stesso anno.
Figura 10 - Ranking per asset del Mercato servito dal Private Banking in Italia
Fonte: Associazione Italiana Private Banking – giugno 2010
Il risultato della rivoluzione è stata la nascita del Private Banking grazie a
innovazione e ampliamento del sistema di offerta
sviluppo di nuovi servizi (advisory non finanziaria, family business, …)
segmentazione del mercato per servire meglio i clienti più facoltosi
(family office e modelli di servizio dedicati)
BNL – Private Banking in cifre
10
:
6° gruppo Bancario per masse gestite in Italia
28 mila clienti privati / 15 mila nuclei
11
310 dipendenti, di cui 201 Private Banker
29 Centri Private – 52 Presidi in tutta Italia
10
Fonte: BNL, dati aggiornati a giugno 2010
11
Nucleo: aggregato di uno o più individui riconducibili ad un medesimo decisore finanziario, ovvero
un’aggregazione di clienti non individuabili come singola persona, ma uniti da affetti familiari e legami
finanziari. Viene definito direttamente dal Private Banker: pertanto ad un nucleo corrispondono uno o più
clienti (l’assunzione che viene utilizzata all’interno della Banca e che qualora il Private Banker non abbia
inserito il nucleo esso è costituito dal singolo cliente).
40
Distribuzione ricchezza: confronto con il mercato (2009)
Fascia di ricchezza
(in mln€)
Peso %
numero
famiglie
Peso % AUM
AUM medio per
famiglia (in
000€)
0,5 – 1 68% 33% 758
1 – 5 27% 36% 2.035
5 -10 4% 16% 6.954
oltre 10 1% 15% 18.074
Totale 100,0% 100,0% 1.545
Fascia di ricchezza
(in mln€)
Peso %
numero
famiglie
Peso % AUM
AUM medio per
famiglia (in
000€)
0 - 0,5 44% 9% 200
0,5 – 1 30% 19% 721
1 – 5 24,2% 48% 1.912
5 -10 1,8% 24% 10.064
Totale 100,0% 100,0% 925
Tabella 3 - Confronto composizione Clientela Private Banking BNL - Mercato PRIVATE BNL
Fonte: Associazione Italiana Private Banking - 2009
Mercato
PRIVATE
PRIVATE BNL