2
dall’interno del mondo cattolico.
7
La dimostrazione
dell’importanza che il pontefice attribuiva alla stampa, è
data <<dalla fondazione dell’Opera nazionale della buona
stampa>>
8
.
1.1. Il caso particolare del bollettino “I Santi Medici”.
Nel 1924, anno in cui nacque e prese forma il bollettino
parrocchiale mensile “I Santi Medici” (che ho preso in
esame in questo elaborato, nel Terzo capitolo, cui rimando
per infomazioni più dettagliate) era papa Pio XI
9
, salito al
soglio pontificio il 6 febbraio 1922. Egli si è prodigato
notevolmente per promuovere la diffusione della stampa
cattolica in genere e <<del quotidiano in ispecie, per il
quale anzi ha voluto che si celebrasse una apposita
giornata!>>
10
. Più volte Pio XI si è pronunciato <<sulla
necessità dei buoni giornali e sul dovere che essi hanno di
sostenerli>>
11
. Il bollettino parrocchiale “I Santi Medici”,a
cadenza mensile, rispose specificamente a tale necessità,
ed in più occasioni nelle sue pagine ripete l’accorato
appello a diffondere la “Buona Stampa”, rivolto a tutti i
lettori del periodico, che si configura quasi come una
“crociata”. L’inclusione del Bollettino in periodici
stampati in altri luoghi, prima “L’Amico delle
Famiglie”
12
, poi “L’Angelo della Famiglia”
13
, testimonia
proprio la volontà del direttore, abate Marcello Morelli,
parroco di S.Giovanni Battista, di appoggiarsi alla stampa
cattolica di contenuto sicuro. “L’Angelo della Famiglia”
in particolare era diretto da un ecclesiastico, il canonico
Giovanni Savio, era conosciuto in tutta Italia <<per le opere
7
Ibidem.
8
Ibidem.
9
Papa dal 1922 al 1939.
10
BISM, 1940, febbraio, n. 2, p. 9.
11
Ivi.
12
Stampato a Oneglia-Imperia, in Liguria.
13
Stampato in Piemonte, prima ad Asti e poi a Torino.
3
di bene compiute nel campo della buona stampa e per l’opera sagace
ed appassionata che egli ha prestato quale direttore di numerosi
periodici cattolici (…)>>
14
. Egli in particolare fondò a Torino
l’<<Opera Diocesana della Buona Stampa>> cui si
dovettero <<le prime belle e sante iniziative in favore del
giornalismo cattolico>>
15
.
Il Bollettino, sin dalle prime consultazioni, si è rivelato
una fonte consistente e preziosa di notizie di storia civile,
oltre che di quella religiosa, della città di Matera nel
ventennio fascista. A partire dall’agosto 1925, anno in cui
fa la comparsa la rubrica “Note di cronaca cittadina”, il
Bollettino dà conto in ogni numero degli avvenimenti
storici che caratterizzano la città, talora poco conosciuti
(dall’inaugurazione dell’ospedale civile alla visita del re
Vittorio Emanuele III, dalla solenne inaugurazione
dell’acquedotto pugliese nel 1927 alla varie e lunghe
trasformazioni urbanistiche ed edilizie della città per
arrivare infine alle visite in città del Ministro dei Lavori
Pubblici e di Mussolini).
Ma quel che ha colpito la mia attenzione è il risalto fornito
già dal direttore del Bollettino alla necessità del
risanamento dei rioni Sassi, in molte zone inidonei alla
funzione abitativa. Nella parte più antica, costituita da
mere <<grotte trogloditiche>> gli abitanti vivevano in
condizioni di sovraffollamento, in pessime condizioni
igieniche, divedendo oltretutto lo spazio abitativo con gli
animali domestici (galline, asini ecc.)
16
. Di conseguenza vi
è la proposta di Morelli di rendere i Sassi zone
archeologiche, una volta recuperati, e di costruire una zona
abitativa nuova della città verso il piano (la costruzione di
nuovi quartieri è iniziata nel 1936). Sempre a proposito dei
Sassi c’è la menzione del primo sfollamento operato nel
14
BISM, 1942, febbraio, n.2, p. 7.
15
Ivi.
16
Per maggiori dettagli in merito rinvio al Terzo cap., par. 2.1.
4
1940 presso le nuove case popolari, costruite verso il rione
Cappuccini (l’odierno rione Casalnuovo).
In conclusione ritengo sia interessante nel Bollettino la
storia della chiesa duecentesca di S. Giovanni tratta da
un’antica cronaca inedita in un manoscritto anonimo della
metà del XVIII secolo
17
.
17
Vedi Terzo cap. nota 257.
5
Primo capitolo
La stampa cattolica in Italia e in Basilicata dal
1924 al 1946
1. Gli anni del consolidamento del fascismo (1924-
1926).
Negli anni in cui il fascismo ascende al potere e si
configura come regime dittatoriale, specie dopo
l’assassinio di Giacomo Matteotti il 10 giugno 1924,
furono segnati dalla sospensione delle pubblicazioni di
numerosi quotidiani cattolici tra l’ 11 novembre 1925
(quando il quotidiano Il Popolo
18
, di chiara opposizione al
regime, dovette sospendere le pubblicazioni dopo
innumerevoli sequestri) e il 1926
19
.
Infatti il 1926 è l’anno in cui, dopo l’attentato a Mussolini
del 31 ottobre 1926 a Bologna, furono promulgate le leggi
<<fascistissime>>, che decretarono la sospensione della
pubblicazioni di tutti i quotidiani di opposizione, sia
cattolici che laici, che non si allinearono al regime. Dei
ventiquattro quotidiani cattolici, censiti nel 1925
20
,
soltanto un piccolo numero (L’Eco di Bergamo, L’Ordine
di Como, L’Italia di Milano, Il Cittadino di Genova e
L’Avvenire d’Italia di Bologna, <<quest’ultimo salvato in
18
Il Popolo iniziò le pubblicazioni il 5 aprile 1923, sotto la direzione dell’antifascista Giuseppe Donati, in seguito all’
<<idea di don Luigi Sturzo di dar vita a un giornale che fosse espressione ufficiale della linea politica del PPI (Partito
popolare italiano) [corsivi miei]>> (Cfr. A.Majo, La stampa cattolica in Italia, Storia e documentazione, Piemme,
1992, pp. 166-200).
19
Majo, La stampa cattolica in Italia,cit., pp. 165-167.
20
<<Salvo il quotidiano Il Corriere di Sardegna pubblicato a Cagliari e La Libertà a Napoli, gli altri quotidiani
venivano tutti editi nell’Italia settentrionale (…): L’Eco di Bergamo (Bergamo), L’Avvenire d’Italia (Bologna), Der
Landsmann (Bolzano), L’Ordine (Como), L’Unità Cattolica (Firenze), Il Cittadino (Genova), L’Esare (Lucca), Il
Giornale (Mantova), L’Italia (Milano, Il Popolo Veneto (Padova), Il Nuovo Giornale (Piacenza), Il Corriere Toscano e
il Messaggero Toscano (Pisa), Il Corriere d’Italia (Roma), L’Osservatore Romano (Roma), Il Popolo (Roma), Il
Momento (Torino), Il Nuovo Trentino (Trento), Il Corriere della Venezia (Venezia), Il Corriere del Mattino (Verona), Il
Corriere del Vicentino (Vicenza)>> (Cfr. Majo, La stampa cattolica in Italia,cit., p. 167, nota 20).
6
extremis dal fallimento con l’intervento della Compagnia
di S.Paolo>>) proseguì, <<tra non poche difficoltà>>, le
pubblicazioni
21
.
1.1. L’atteggiamento del regime fascista nei confronti
della stampa cattolica.
L’atteggiamento ufficiale del regime fascista nei confronti
della stampa cattolica
22
<<parve meno drastico rispetto alla
stampa laica [corsivi miei]: la ricomparsa delle testate veniva
subordinata al cambiamento di quei direttori che avevano dimostrato
diffidenza, o peggio ostilità verso il fascismo>>
23
.
Ma, in realtà, nelle sedi periferiche <<i rapporti del regime
con i giornali cattolici non furono né coerenti né omogenei>>
24
.
Le autorità fasciste infatti, <<a seconda delle circostanze e
dell’opportunità>> passarono da un atteggiamento blando
<<alle minacce, da un’ostentata tolleranza a sequestri e
devastazioni>>
25
.
La situazione generale in Italia era resa <<oggettivamente
difficile>> anche dalla <<crisi economica che non
risparmiava alcuna testata>>
26
; tra i giornali che sospesero
le pubblicazioni dopo il 1926 ci furono: Il Cittadino di
Brescia, Il Nuovo Trentino, Il Corriere vicentino, Il
Messaggero Toscano, Il Popolo di Catanzaro. Ma
<<qualche anno più tardi, nel 1929, chiudevano Il Corriere d’Italia e
Il Momento di Torino, che si erano attestati su posizioni clerico-
fasciste, e l’Unità cattolica, mentre Il Ticino di Pavia era costretto ad
allinearsi al regime>>
27
.
21
Cfr. Majo, La stampa cattolica in Italia,cit., pp. 167-173.
22
Con stampa cattolica si intende <<l’insieme di stampa quotidiana, di stampa periodica e di editoria, nato e
sviluppatosi (…) all’interno del mondo cattolico>>. (Cfr. F. Sportelli, Il diario istituzionale di Enrico Nicodemo tra
problemi metodologici e impianti pastorali, in Diario dell’arcivescovo Enrico Nicodemo a Bari (1953-1973), Bari,
Edipuglia, 2003, pp. 11-16).
23
Ivi, p. 173.
24
Ivi.
25
Ivi.
26
Ivi, p. 174
27
Ivi.
7
Altri quotidiani, <<come l’Eco di Bergamo e L’Avvenire d’Italia
di Bologna, subirono a più riprese censure e rappresaglie, altri infine,
come L’Italia di Milano, cercarono di sopravvivere, allineandosi>>
28
almeno formalmente alla politica del regime, ancorché non
si attenessero, <<con ingegnosi accorgimenti, alle veline del
Minculpop (Ministero della cultura popolare) [corsivi miei]>>
29
.
I quotidiani cattolici erano costretti a scendere a
compromessi, rinunciando ad un’intransigente difesa della
propria identità: essi risultarono, di fatto, <<non più vivaci e
battaglieri, almeno sotto il profilo politico, ma opachi e spenti>>.
Seguirono in pratica <<il destino di tutta la stampa
italiana>>.
2. L’attività editoriale della “Compagnia di San
Paolo”, a partire dagli anni Venti.
A Milano, a partire dagli anni Venti, prese avvio la
<<vasta attività editoriale>> della “Compagnia di san
Paolo”, <<un’istituzione voluta dal card. Andrea Carlo Ferrari e
animata da Giovanni Rossi, un giovane dinamico sacerdote>>
30
.
Era ispirata dall’unico proposito di <<introdurre nel panorama
culturale italiano una voce autenticamente cristiana, rivolgendosi a
persone di ogni età e livello sociale>>
31
.
Nel breve arco di poco più di un decennio, sin dal 1922,
furono pubblicati: <<Il Carroccio (1922) e La Martinella (1923)
destinati al mondo giovanile, Alba (1922), un settimanale femminile
ancora oggi abbastanza diffuso, La Scuola media (1922) per gli
operatori della scuola, Beatrice (1923) e La Fiorita (1927) per le
ragazze, Il Corrierino (1925) per i ragazzi, il settimanale per la
famiglia La Festa (1923)…>>
32
. Il successo che arrise a molte
di queste testate oltrepassò ogni previsione, sintomo
eloquente che <<rispondevano evidentemente a un’attesa, ma si
28
Ivi.
29
Ivi.
30
Ivi.
31
Ivi, pp. 174-175.
32
Ivi, p. 175.
8
imponevano anche per la professionalità dei collaboratori, il livello
culturale dei contenuti, la vivacità dell’impostazione>>
33
.
2.1. Il settimanale La Festa.
Riprendendo il modello della Illustrazione Italiana dei
Fratelli Treves (copertina illustrata, caratteri nitidi,
rubriche agili), <<il settimanale La Festa fu per anni una delle
letture preferite delle famiglie cattoliche e raggiunse una tiratura
considerevole. Diretta da don Carlo Rossi, poteva contare su una
schiera di collaboratori di spicco: da Giovanni Papini a Guido
Manacorda, da Domenico Giuliotti a Renzo Pezzani, da Fausto
Montanari a Tito Casini, da Piero Bargellini ad Angelo Gatti, da Igino
Giordani a Giorgio La Pira, da Antonio Anile a Paolo Arcari, da Carlo
Batocchi a Nicola Lisi, da Eva Tea ad Ardengo Soffici, da Cesco
Vian a Giuseppe De Luca…>>
34
.
Gli articoli e le rubriche de La Festa toccavano gli
argomenti più diversi e lo rendevano <<un giornale
moderno, aperto e vivace>>
35
.
I <<numeri speciali e monografici, editi in occasione di
centenari e di particolari anniversari>> ebbero un
apprezzamento ed una diffusione notevolissimi
36
.
Durante i <<suoi venti anni di vita La Festa emigrò da Milano a
Bologna, a Roma per trasferirsi di nuovo a Milano, e infine ad Assisi
dove nel 1942 cessò le pubblicazioni>>
37
.
Successivamente venne sostituita dal periodico La Rocca,
<<diretto da don Giovanni Rossi che, nel frattempo, si era staccato
dalla Compagnia di San Paolo per fondare una nuova istituzione: la
Pro Civitate Cristiana>>
38
.
33
Ivi, p. 175.
34
Ivi.
35
Ivi.
36
Ibidem, p. 176.
37
Ivi.
38
Ivi.
9
2.2. L’originalità della rivista mensile Il Carroccio.
La rivista mensile Il Carroccio, <<accolta al suo apparire da
entusiastici consensi, ebbe una diffusione e un influsso notevoli
soprattutto tra i giovani studenti. La tiratura iniziale di diecimila copie
venne presto superata fino a raggiungere, nei momenti più felici, le
centomila copie>>
39
.
Il programma iniziale, illustrato da don Carlo Rossi e da
Raimondo Manzini, dapprima redattore capo e poi
direttore del periodico, collocava la rivista in <<un audace
massimalismo>>, un <<cattolicismo integrale sino alle
estreme logiche conseguenze>>.
40
Dichiarava di voler
<<nutrire i giovani di pensiero vigorosamente cristiano>>,
tornando alle <<sorgenti>>, ma al contempo conservando
una <<fresca attualità>>
41
. Doveva dar conto <<mese per
mese>> della vita <<nelle più importanti espressioni degli
avvenimenti religiosi e sociali e politici>>
42
.
Le caratteristiche originali del periodico consistettero di
fatto nel <<tono battagliero>>, nell’intransigente <<difesa
dei valori cristiani da attacchi e compromessi con qualsiasi
ideologia>>
43
nella <<decisione>> e nel <<rigore nello
svolgere un’opera di formazione strettamente legata
all’azione, alla testimonianza, all’intervento nel vivo della
società>>
44
.
Il direttore del periodico vi chiamò a collaborare
ecclesiastici e laici assai noti nel campo della cultura,
come Cesare Angelici, Mariano Cordovani e Giovanni
Semeria.
<<Nei suoi venticinque anni di storia Il Carroccio subì
varie trasformazioni>>
45
passando dalla cadenza mensile a
quella settimanale, <<da formato libro a formato tascabile
39
Ivi.
40
Ivi.
41
Ibidem.
42
Ivi.
43
Ivi.
44
Ivi, pp. 176-177.
45
Ivi, p. 177.
10
adattandosi, con intelligente duttilità, alle nuove circostanze, oltre che
alla impostazione dei vari direttori: da Raimondo Mancini a Franco
Parvis, da Fausto Montanari a Mario Luzzi, a Pietro Babina>>
46
.
Dopo il 1930 l’attività editoriale della “Compagnia di san
Paolo” subì <<un forte ridimensionamento>>
contestualmente al <<progressivo affermarsi della volontà
egemonica del fascismo>> e alle difficoltà economiche in
cui venne a trovarsi
47
.
Qualche anno dopo riprenderà <<del tutto rinnovata>>
48
,
ma il decennio 1921-1930, irripetibile nella sua intensità,
rappresentò <<una stagione eccezionale, ricca di intuizioni e
fermenti destinati a incidere profondamente sull’editoria cattolica>>
49
.
3. <<I difficili rapporti con il regime>> dopo la
Conciliazione del 1929.
Dopo l’effimero <<clima di euforia>> determinato dalla
Conciliazione tra Santa Sede e Stato italiano sancita dai
Patti lateranensi, <<il regime fascista ritenne giunto il momento di
“normalizzare” i rapporti con l’Azione Cattolica, giudicata una
pericolosa forza centrifuga>>
50
, per la distanza dagli
orientamenti del regime delle associazioni ad essa
collegate
51
. Le <<molestie>>, gli attacchi violenti e le
vessazioni di ogni genere subiti dall’Azione Cattolica.
negli anni che precedettero il Concordato (devastazioni di
sedi, spedizioni punitive ecc.) furono <<fermamente
denunciate dall’episcopato e dalla stampa cattolica>>
52
.
46
Ivi.
47
Ibidem.
48
Ivi.
49
Ivi.
50
Ivi, p. 178.
51
Ibidem.
52
Ivi.
11
3.1. La reazione della stampa cattolica agli attacchi
fascisti contro l’A.C..
La reazione degli organi di stampa del mondo cattolico
alla campagna di attacchi contro l’A.C., scatenati nella
primavera del 1931
53
, fu immediata, unanime e
durissima
54
. Essa fu capeggiata <<per la sua
autorevolezza>>, da La Civiltà Cattolica
55
, a cui si
affiancarono molteplici e fermi interventi di Pio XI.
La stampa cattolica, dai semplici bollettini ai quotidiani, in
particolare L’Osservatore romano
56
, polemizzò
<<aspramente con i giornali fascisti, dimostrando una vivacità che
sembrava ormai spenta>>
57
.
L’opposizione polemica della stampa cattolica produsse
una diplomatica marcia indietro di Mussolini, anche se
malvolentieri: il risultato fu un accordo (raggiunto
faticosamente tramite padre Pietro Tacchi Venturi) tra
Santa Sede e governo fascista, il quale <<prevedeva la
compatibilità dell’appartenenza all’Azione Cattolica e al P.N.F
(Partito Nazionale Fascista) [corsivi miei]>>
58
.
53
<<A dare il via nella primavera del 1931 alla campagna contro l’Azione Cattolica fu il quotidiano romano Il Lavoro
fascista, organo delle corporazioni. Con toni di inusitata violenza il giornale del regime, cui si affiancarono subito altre
testate, accusava l’Azione Cattolica di fare una sleale concorrenza, con le sue sezioni professionali, all’ordinamento
corporativo fascista (…)>> (Majo, La stampa cattolica in Italia,cit., p. 178).
54
Ibidem, p. 179.
55
La Civiltà Cattolica, <<fedele strumento al servizio del papato>>, nacque il 6 aprile del 1850 (Cfr. Sportelli, Il diario
istituzionale, cit., p.13).
56
L’Osservatore Romano, organo di informazione “ufficioso” della Santa Sede, assieme alla Civiltà Cattolica, nacque il
1° luglio 1861 <<per assicurare alla Santa Sede una voce propria nel panorama delle contrastanti opinioni che dopo
l’Unità d’Italia [corsivi miei] si andavano opponendo sia all’interno della stampa cattolica che fra questa e il fronte
anticlericale>> (Ibidem).
57
Majo, La stampa cattolica in Italia,cit., p. 179.
58
Ibidem, pp. 180-181.
12
4. L’attività editoriale dell’Azione Cattolica.
L’attività editoriale dell’A.C. con la presidenza di Luigi
Colombo, iniziata del 1923, <<ebbe notevole sviluppo>>.
Difatti, <<oltre ai vari bollettini ufficiali per soci e dirigenti editi a
Roma e in numerose diocesi, vennero pubblicati ad opera della
Federazione Universitaria Cattolica (F.U.C.I.) periodici come Vita
Nova, Azione Fucina e, successivamente, Ricerca; insieme alla rivista
Studium, fondata da Mario Augusto Martini nel 1906, rappresentarono
una presenza viva, coerente ed efficace nel mondo italiano della
cultura e del pensiero cristiano>>
59
.
Queste pubblicazioni ricevettero grande impulso dal ruolo
svolto da Iginio Righetti e Giovanni Battista Montini
(assistente ecclesiastico nazionale della F.U.C.I. in quegli
anni), <<con articoli di spiritualità e di cultura assai
apprezzati>>
60
.
I fogli dei movimenti giovanili di Azione Cattolica (in
particolare della gioventù Femminile, fondata da Armida
Barelli) <<ebbero enorme diffusione>; tra essi vi furono:
il quindicinale, e poi settimanale, Squilli di Resurrezione,
inviato alle socie di tutta Italia, particolarmente prolifico;
Squilli di apostolato, per le dirigenti diocesane; Squilli
sacerdotali, per gli assistenti ecclesiastici; Squilli
studenteschi, per le studenti delle scuole medie italiane; e
infine Fiamma viva, una rivista mensile di cultura
61
.
59
Ivi, p. 180.
60
Ibidem.
61
Ibidem.
13
4.1. I Fogli giovanili diocesani di Azione cattolica.
Tra i fogli giovanili diocesani di A.C. può essere
certamente annoverato L’Azione Giovanile, prima mensile
e poi settimanale, fondato da Piero Panigni a Milano nel
1909
62
. Essa <<assunse un ruolo notevole soprattutto negli anni
che accompagnarono la nascita del Partito Popolare e del
protofascismo>>
63
, <<per il serio impegno culturale e religioso, per
la vivacità e il coraggio dei suoi interventi (…)>>
64
.
Durante gli anni del fascismo i periodici di Azione
Cattolica furono cruciali per <<la formazione ideologica e
culturale delle nuove generazioni di cattolici destinate, in molti casi, a
costruire la classe dirigente cattolica nel secondo dopoguerra>>
65
.
In quegli anni <<venne anche fondata la Casa Editrice AVE
(Anonima Verità Editrice) che iniziò la sua attività con la
pubblicazione prima di opuscoli di propaganda e, successivamente, di
opere di forte impegno culturale di carattere religioso, filosofico e
sociale>>
66
.
Per quanto concerne la stampa periodica per ragazzi,
<<singolare successo ebbe il settimanale (…) Il Vittorioso, ideato da
don Francesco Negretti, un sacerdote vicentino da anni a capo
dell’Ufficio stampa dell’Azione Cattolica, che ebbe tra i direttori Nino
Badano e poi Valdo Fusi>>
67
.
Al successo de Il Vittorioso, cui furono affiancati gli Alibi
del Vittorioso, contribuì in buona parte <<l’abilità dei suoi
disegnatori Sebastiano Craveri e Jacovitti>>
68
.
Esso, <<nonostante alcuni evidenti limiti>>, imputabili al
clima politico del tempo, svolse <<un suo ruolo
formativo>> <<attraverso la valorizzazione di ideali
cristiani quali la lealtà, l’altruismo, la giustizia…>>
69
.
62
Ibidem, p. 181.
63
Ivi.
64
Ivi.
65
Ivi.
66
Ivi.
67
Ivi.
68
Ibidem.
69
Ibidem, p. 182.
14
In definitiva, secondo Angelo Majo, è difficile concordare
con l’assunto sostenuto da Francesco Malgeri che
<<Fascismo e Chiesa collaborarono all’inculcazione di principi
autoritari nell’animo della gioventù, troncando definitivamente certe
tendenze socializzatici e democratiche>>
70
, che avevano
contraddistinto i giornalini per ragazzi di inizio
Novecento
71
.
5. Il ruolo svolto negli anni Trenta dall’Osservatore
Romano.
Negli anni Trenta L’Osservatore Romano, organo della
Città del Vaticano, <<assunse un ruolo di grande
importanza>> in virtù <<della sua discreta autonomia, che ne
faceva una voce libera, non condizionata, come avveniva per tutta la
stampa italiana, anche la più autorevole, dalla propaganda del
regime>>
72
.
Sotto l’intelligente ed abile direzione del conte Giuseppe
Dalla Torre, <<affrontò nell’arco di vent’anni polemiche e
battaglie, ora garbate ora vibranti, con i regimi fascista e nazista>>
73
assumendo per i cattolici, come in generale <<per le
persone più attente ai problemi politici, un sicuro punto di
riferimento>>
74
. Soprattutto negli anni che prepararono la
Conciliazione gli articoli furono polemici, poi si
alternarono anche articoli concilianti.
L’Osservatore Romano si fece portatore delle prese di
posizione della Santa Sede, riportò puntualmente i
documenti e le proteste di Pio XI <<contro le palesi
violazioni del Concordato (in particolare quelle relative ai rapporti del
regime con l’Azione Cattolica, per altro sempre piuttosto tesi), contro
le pretese del fascismo di egemonizzare associazioni e attività
70
Ivi.
71
Ibidem.
72
Ivi.
73
Ivi.
74
Ivi, p. 183.
15
educative, contro l’affermarsi del mito razzista e le leggi razziali del
1938 [corsivi miei]>>
75
.
Il giornale vaticano divenne <<il modello a cui guardava
la stampa cattolica>>
76
e si caratterizzò per la sua
fermezza: fu <<l’unico a polemizzare direttamente con il
regime>>, il che gli valse <<autorevolezza e notorietà>>,
tanto che la sua diffusione passò da sessantamila a
duecentomila copie, <<ma gli attirò anche accuse roventi
e ingiurie pesanti da parte della stampa fascista>>
77
.
Tra i giornali fascisti che rivolsero critiche all’Osservatore
Romano figura Mare nostro – Stirpe italica che
delegittimava l’enorme aumento del numero dei suoi
lettori anche tra i non cattolici
78
.
Molti, anche tra i non cattolici, trovarono nel giornale
vaticano <<quella completezza d’informazione>> e
<<quella obiettiva lettura dei fatti>> che la stampa del
regime quotidianamente mistificava
79
.
5.1. Le note di politica estera e la persistente polemica
con la stampa fascista.
Su L’Osservatore Romano erano <<particolarmente seguite
le note di politica estera contenute negli Acta diurna, una rubrica
curata dal 1933 al 1940 da Guido Gonella, poi diffidato ed arrestato,
pubblicata spesso in prima pagina>>
80
.
Come scrive Francesco Malgeri, gli articoli di Guido
Gonella furono <<un invito a ragionare, a ricercare una
interpretazione dei fatti non fuorviata dalle ideologie, a correggere la
cattiva informazione e la interpretazione di parte che veniva offerta
dalla stampa del regime>>
81
. I suoi articoli tuttavia non
75
Ivi.
76
Ivi.
77
Ivi.
78
Ibidem.
79
Ibidem, pp. 183-184.
80
Ivi, p. 184.
81
Ivi.