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La Sponsorizzazione nello Sport: Esperienze e Proposte di una Squadra Corse
Universitaria
Niccolò Tonelli Lotti
Introduzione
La rapida crescita economica e sociale del settore sportivo ha determinato, nel giro di
pochi anni, l’associazione del termine “business” a quello di “sport”; nello stesso modo la
maggiore complessità nella conduzione delle società sportive ha sancito la loro
trasformazione in vere e proprie “imprese”, che necessitano di essere gestite secondo criteri
di livello manageriale. Ed è grazie a questa evoluzione che nasce una nuova forma di
comunicazione, che negli ultimi anni sta riscuotendo un notevole successo ed interesse: la
sponsorizzazione.
La sponsorizzazione ha ormai decisamente assunto a livello internazionale una notevole
rilevanza strategica nell’ambito delle politiche di marketing e di comunicazione delle imprese
e ciò è dimostrato ampiamente dal fatto che la sponsorizzazione registra, tra le forme di
comunicazione aziendale, i più alti tassi di crescita annuali degli investimenti.
La tesi ha l’obiettivo di descrivere e analizzare le attività di sponsorizzazione che vengono
svolte dai due soggetti interessati: lo sponsor e lo sponsee. In aggiunta applicheremo il
processo di gestione della sponsorizzazione, in ottica sponsee, a un caso reale: L’E-Team
Squadra Corse dell’Università di Pisa.
Nel capitolo 1 è descritta l’evoluzione sociale ed economica del fenomeno sportivo, i cui
principi regolano ancora oggi il funzionamento di base del business sportivo. In particolare,
viene analizzata la nascita e l’evoluzione dello sport moderno e la crescita dell’interesse
imprenditoriale nei confronti delle società e degli eventi sportivi, con l’intento di evidenziare
le caratteristiche dello sport business moderno, fino ad arrivare alla nascita di una nuova
forma di comunicazione, ovvero, la sponsorizzazione. Vengono trattati, successivamente, i
concetti e le caratteristiche principali della sponsorizzazione, per poi passare all’evoluzione
storica della sponsorizzazione, partendo e confrontandolo con il mecenatismo, per finire con
il confronto con la pubblicità, evidenziando i pro e i contro di queste due forme di
comunicazione complementari. In fine viene trattato il tema del funzionamento della
sponsorizzazione, ovvero delle modalità attraverso le quali la sponsorizzazione esercita i
propri effetti, citando brevemente tre approcci. Per concludere con il contratto di
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sponsorizzazione affrontando le problematiche di natura giuridica e i contenuti generici dei
contratti.
Nel capitolo 2 viene trattato il processo di gestione della sponsorizzazione in ottica
dell’organizzazione sponsee.
Dal punto di vista dell’organizzazione sponsee il processo di gestione prevede le seguenti
fasi:
- L’analisi della situazione iniziale, dove si ha la descrizione dettagliata delle
caratteristiche dell’evento/prodotto e la definizione degli obiettivi dello stesso, che
devono essere specificati con riguardo a un pubblico determinato, espressi in termini
quantitativi e riferiti a un termine di tempo prefissato
- L’individuazione dei potenziali sponsor in relazione alle caratteristiche
dell’evento/prodotto e alla sua capacità di soddisfare potenzialmente gli obiettivi di
marketing e di comunicazione con gli sponsor stessi
- La formalizzazione della proposta di sponsorizzazione, prevedendo tutti i possibili
servizi da offrire in modo da soddisfare le esigenze degli sponsor e predisponendo il
materiale informativo necessario a presentarla
- La conduzione della negoziazione con i potenziali sponsor, la formalizzazione del
contratto e la sua attuazione
- Il monitoraggio e la valutazione dell’efficacia della sponsorizzazione con riferimento
agli obiettivi prefissati
Mentre nel capitolo 3 viene trattato il processo di gestione della sponsorizzazione in
ottica dell’organizzazione sponsor.
Dal punto di vista dell’impresa sponsor la gestione della sponsorizzazione si articola nelle
seguenti fasi:
- La definizione degli obiettivi, da esprimere ovviamente in termini quantitativi, con
riferimento a un pubblico specifico e a un periodo di tempo prefissato e l’acquisizione
di proposte
- L’identificazione dei criteri di selezione delle proposte di sponsorizzazione, ossia
l’individuazione di un certo numero di aspetti di natura economica-tecnica che
consentono di valutare la capacità dell’evento, e della conseguente sponsorizzazione,
di perseguire gli obiettivi prefissati a livello di impresa o marca, la valutazione dei
progetti alternativi e la scelta della proposta ritenuta ottimale rispetto agli obiettivi
prefissati
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- La conduzione della negoziazione con gli organizzatori dell’evento o con i responsabili
della sponsorizzazione del prodotto, la formalizzazione del contratto e l’attuazione
delle iniziative programmate
- Il monitoraggio e la valutazione dell’efficacia della sponsorizzazione nel suo
complesso con riferimento agli obiettivi prefissati
Il capitolo 4, infine, tratta dell’applicazione del processo di gestione della sponsorizzazione
al caso reale di un’organizzazione sponsee: L’E-Team Squadra Corse dell’Università di Pisa.
Inizialmente viene descritta l’organizzazione nel suo complesso, i suoi obiettivi e in
particolare il processo di individuazione e selezione dei potenziali sponsor, per finire con il
monitoraggio e la valutazione dei risultati.
Per ultimo abbiamo il capitolo 5 che tratta le conclusioni a cui siamo arrivati in riferimento
al raggiungimento degli obiettivi prefissati e all’efficacia ed efficienza del metodo. In questo
capitolo, inoltre vengono trattate, in maniera esaustiva, delle possibili alternative per la
reperibilità di fondi per il caso specifico entrando nell’ottica particolare del fund-rising.
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1 Il Marketing delle imprese sportive: La Sponsorizzazione
1.1. La storia dello Sport
Possiamo affermare che lo sport, ma più in particolare il gioco, nacque con l’avvento del
genere umano. Infatti, il cimento e l’esercizio del corpo si sono intessuti con l’esistenza
stessa dell’ homo ludens, facendo divenire il gioco una componente determinante delle
antiche culture e civiltà. Le prove storiche finora raccolte dimostrano come alcune attività
fisiche, che esistevano già in epoca preclassica al tempo degli antichi Maya e dei Sumeri,
venivano praticate in occasione di riti religiosi allo scopo di propiziarsi gli astri o gli dei,
mentre altre attività che potremo definire “sportive” e delle quali sono rimaste tracce fino ai
giorni nostri avvenivano negli ambienti paramilitari e aristocratici per stabilire, attraverso la
dimostrazione della potenza e dell’ abilità fisica, la supremazia delle classi dominanti.
Il gioco, tuttavia, non era appannaggio esclusivo delle élite sociali. Già nell’antichità, dove
era concesso tempo libero, anche la gente comune praticava giochi e attività fisiche che
spesso catalizzavano l’attenzione e lo stupore della gente, attratta dalle prestazioni fisiche e
dalla destrezza dei primissimi campioni sportivi.
I giochi popolari, seppure praticati senza regole precise e solo nei giorni in cui era
possibile dedicarsi al leisure time, costituivano un fattore profondamente aggregante per la
popolazione, che trovava in queste pratiche una valida parentesi alle fatiche del lavoro,
tanto d dedicar visi con grande passione. E’ poi nella Grecia classica, e successivamente
anche a Roma, che nasce l’ agos, ovvero il termine dal significato di gara o disputa, con cui si
indicò una manifestazione pubblica consistente in gare o giochi organizzati in occasioni di
celebrazioni religiose presso un santuario, filosofia che è alla base delle competizioni
sportive moderne.
Nei giochi dell’ antichità e del Medioevo la caratteristica più dura e violenta dello scontro
fisico era molto presente e ne caratterizzava spesso le modalità di espressione, tanto è vero
che “ nel gioco popolare la violenza si configurava spesso come una componente costitutiva
della lucidità”.
Tra la fine del Seicento e l’ inizio del Settecento prende avvio un lento processo di
stigmatizzazione e delegittimazione del gioco duro; L’esigenza primaria diviene quella di
controllare la tensione sportiva entro i confini di quell’ accettabilità della violenza che il
processo di civilizzazione è andato via via restringendo. In questo modo inizia il processo di
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sportivizzazione del loisir che, dalla fine del Seicento fino alla seconda metà dell’ Ottocento,
ha determinato il passaggio dalla pratica ludica a quella sportiva.
Tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento l’ interesse della cultura intorno alle
pratiche fisiche porta alla nascita del movimento ginnastico nell’ Europa continentale. Negli
stessi anni, all’interno dei college inglesi, prese avvio una regolamentazione tesa a
formalizzare i giochi tradizionali secondo precise norme. Fu cosi che furono scritte le regole
di gran parte dei giochi di squadra praticati ancora oggi nel mondo, tese a plasmare lo spirito
di gruppo, il senso della disciplina e l’incontro tra avversari.
Un altro contributo alla genesi dello sport moderno fu offerto dalla misurazione, utilizzata
come espressione del principio di prestazione. A essa si connesse la nozione di record come
portato tipico della modernità industriale che, insieme alla progressiva universalizzazione
delle regole sportive, contribuì a esaltare il fascino del record e della competizione sportiva
come strumento di confronto agonistico.
In questo modo, nella seconda metà dell’Ottocento lo sport si viene configurando come
un sistema uniforme che razionalizzò l’attività ludica caratteristica dei secoli precedenti. Lo
sport, e soprattutto gli sport di squadra che evolsero verso la forma nella quale ci sono
pervenuti, sono il frutto di questo processo secolare che si è completato nell’Inghilterra
vittoriana della seconda metà del Diciannovesimo secolo.
Fu proprio grazie all’Inghilterra, una nazione che, oltre ad aver inventato il nuovo modo
di produzione industriale (grazie alle Rivoluzioni Industriali), impose al mondo nuovi costumi
e stili di vita. Fare sport significò identificarsi con quell’idea di modernità e di novità che la
rivoluzione industriale e la sua patria evocavano, e fu da qui che lo sport assunse il significato
odierno e si sviluppò nel resto dell’Europa.
Le trasformazioni finora descritte hanno permesso allo sport di assumere il significato
attuale ovvero, “qualsiasi forma di attività fisica che, attraverso una partecipazione
organizzata o meno, abbia per obiettivo l’espressione e il miglioramento della condizione
fisica e mentale, con la promozione della socializzazione e/o il conseguimento di risultati in
competizioni a tutti i livelli” ribadito anche recentemente nella carta sportiva europea del
Consiglio d’Europa. Lo sport è quindi ad oggi un fenomeno universale, presente in tutte le
culture e in tutti i popoli del mondo, e che sostanzialmente si basa sui valori positivi e
universalmente riconosciuti del gioco e della sfida agonistica.
Le trasformazioni che hanno visto protagonista lo sport nel corso degli anni hanno
determinato la sua affermazione come fenomeno economico e mediatico. Oggi il mercato
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dello sport è diventato uno dei più importanti settori di attività per l’economia italiana, se si
tiene conto che il suo fatturato può essere valutato nel 2001 in circa 31,6 milioni di euro. In
base a questi dati, lo sport contribuisce a creare il 2,5% del prodotto interno lordo italiano.
Il mercato dello sport è composto, oltre che dai soggetti che praticano attività fisica e
sportiva, anche da colore che, pur non praticando alcuna attività fisica, seguono lo sport
come spettatori sia direttamente (recandosi nei luoghi ove avvengono le manifestazioni) ,
che indirettamente (attraverso i mass media).
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1.2. L’incontro tra le aziende e il mondo dello sport
Nei primi anni del nuovo secolo iniziano a porsi le basi dell’interesse del mondo
industriale nei confronti dello sport. Nella società civile si manifesta, infatti, un progressivo
incremento delle ore dedicate al tempo libero e un sostanziale miglioramento delle
condizioni di vita di larga parte della popolazione europea. Tutto questo si accompagna alla
fase di sviluppo industriale e alla comparsa di nuovi prodotti e mercati. Proprio in questo
periodo crebbe in Italia un vasto pubblico sportivo, attratto in misura sempre crescente,
oltre dal calcio e dell’equitazione, anche dai “nuovi sport” come il ciclismo e
l’automobilismo. Il fascino della competizione e l’interesse legato alle vicende dei vari
campioni contribuirono alla socializzazione del pubblico nei confronti dello sport. Tale
interesse suscitò le attenzioni dei primi industriali, che decidono di investire parte delle loro
risorse per utilizzare le emozioni che è in grado di dare lo sport allo scopo di far conoscere i
propri prodotti al grande pubblico. Le prime forse di abbinamento tra sport e prodotti
industriali si hanno con l’uso della reclame pubblicitaria.
Il primo sport, secondo le poche fonti esistenti al riguardo, a essere divulgato sui
cartelloni pubblicitari fu il ciclismo. Questo insieme all’automobilismo, aveva infatti ai suoi
esordi una più stretta affinità con il mondo industriale e con l’ambiente medio-alto borghese
al quale i prodotti reclamizzati erano rivolti. Il calcio iniziò a essere utilizzato dalla pubblicità
di origine sportiva negli anni Trenta, grazie ai successi internazionali della nazionale italiana
che vinse la Coppa Rimet del ‘34 e del ’38 che rese molto popolari nomi, volti e imprese.
Nel giro di pochi anni là dove avvenivano le più importanti manifestazioni sportive
iniziarono a essere vistosi i cartelloni pubblicitari della Pirelli, della Perugina, delle industrie
alimentari; le immagini dei campioni sportivi iniziarono ad essere associate ai prodotti di
largo consumo ma non era raro che si associassero anche a beni di alto consumo come le
automobili. Queste iniziative diedero la misura dell’interesse non più occasionale del mondo
industriale per lo sport.
Tutto questo fu possibile grazie, anche, al ruolo della comunicazione sportiva; infatti la
storiografia sportiva riconosce ai mass media un ruolo decisivo nella crescita dell’interesse
sociale intorno allo sport. Un interesse che, partendo dai primi fogli informativi di metà
Ottocento, è passato per la stampa, la radio, la televisione e nuove forma di comunicazione
digitale e interattiva che si sono affermate in questi ultimi anni. Fu tuttavia nell’immediato
dopoguerra che, grazie all’avvento del mezzo televisivo, si realizzò definitivamente il
matrimonio di interesse tra sport, industria e mass media.
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All’inizio, il rapporto tra sport e media fu essenzialmente bilaterale: i media
rappresentavano uno strumento di promozione per lo sport, mentre lo sport fu invece visto
dal mondo dei media come lo strumento ideale per aumentare l’interesse del pubblico in
termini di tiratura, ascolto, o presenza davanti ai teleschermi.
Nel momento in cui l’industria si accorse della possibilità che la sua immagine potesse
apparire nell’evento sportivo ed essere moltiplicata in funzione del numero di lettori o dei
telespettatori che seguivano l’evento stesso, il rapportò si arricchì di un nuovo protagonista:
il mondo della produzione di beni e servizi. Le imprese appartenenti ai settori più disparati si
accorsero si resero conto che le riprese televisive consentivano una prolungata e ripetuta
esposizione dei propri marchi, con effetti di risonanza e notorietà ben più efficaci delle
tradizionali tecniche pubblicitari. Fu cosi che ai manifesti pubblicitari, presenti negli stadi già
dagli anni Trenta, andò integrandosi una nuova forma di comunicazione: la Sponsorizzazione.
Essa ebbe il merito di accostare direttamente il prodotto industriale ai colori della squadra,
al campione sportivo o all’evento agonistico al centro dell’attenzione del pubblico. In questo
modo le imprese che decidono di effettuare un’operazione di sponsorizzazione vedono
garantita la loro visibilità sia direttamente nel corso degli avvenimenti sportivi, sia attraverso
la veicolazione indiretta della loro immagine grazie all’occhio della televisione che,
inquadrando i cartelloni pubblicitari a ridosso dei campi di gioco, delle piste o sulle maglie
dei giocatori e le auto dei piloti permettono alla scritta dello sponsor di risaltare nelle
inquadrature.
Tale processo evolutivo di trasformazione dello sport in business di mercato fu sancito
grazie al completo riconoscimento giuridico dell’impresa sportiva con la legge 18 novembre
1996n n.586, che ha introdotto lo scopo di lucro per le società sportive riconoscendo di fatto
il passaggio dello sport professionistico a un complesso sistema di business oriented.
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1.3. Il concetto e i caratteri della sponsorizzazione
La sponsorizzazione si configura come una relazione di scambio nella quale un’impresa
fornisce un supporto finanziario e/o in natura a una persona, a un gruppo o a
un’organizzazione, al fine di permettere a questi di svolgere le loro attività e allo stesso
tempo di ottenere una serie di controprestazioni definite in anticipo, in modo da favorire
direttamente o indirettamente il perseguimento dei propri obiettivi di marketing e di
comunicazione. La radice è sponsor, parola di origine latina, esprimente la funzione di
garante, che ritorna a noi tramite la rielaborazione semantica del linguaggio anglosassone.
In tal modo si realizzano due principali finalità della sponsorizzazione:
- da un lato, la persona, il gruppo o l’organizzazione (sponsee) ottengono le risorse
necessarie per lo svolgimento della propria attività o di una particolare
manifestazione.
- dall’altro lato, l’impresa (sponsor) consegue la facoltà di associare all’attività o alla
manifestazione sponsorizzata il proprio nome e/o la propria marca, assicurandosi, in
primo luogo, un beneficio in termini di notorietà e di immagine complessiva presso i
diversi pubblici aziendali, con lo scopo di perseguire, in ultima istanza, finalità di
natura commerciale.
Appare evidente che gli elementi costitutivi della sponsorizzazione risultano essere tre:
- un’attività o una manifestazione di natura sportiva, culturale, sociale, ecc., progettata
e da realizzare con il contributo di una o più imprese sponsor.
- una persona, un gruppo o un’organizzazione di carattere non commerciale, privata o
pubblica, che opera in ambito sportivo, culturale, sociale ecc., e che ha la necessità di
ottenere un supporto finanziario e/o in natura da una o più imprese sponsor per
poter svolgere le proprie attività istituzionale oppure una o più manifestazioni
specifiche
- una o più imprese, aventi finalità di carattere commerciale, che hanno come
obiettivo quello di raggiungere i propri pubblici attraverso iniziative di comunicazione
mirate e che ritengono economicamente conveniente sostenere l’attività o la
manifestazione proposta
Vi è tuttavia da rilevare che nella gestione delle attività di sponsorizzazione interviene,
oltre che ai due protagonisti (cioè lo sponsee e sponsor), un ulteriore soggetto, esterno ai
due precedenti, rappresentato dai mass media, il cui ruolo si dimostra fondamentale per la
diffusione e l’amplificazione dei messaggi.