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CAPITOLO 1
Introduzione
In questi ultimi anni i consumatori sono sempre più attenti all’alimentazione e mostrano
elevate aspettative nei confronti degli alimenti e dell’industria agro-alimentare che deve garantire la
qualità dei prodotti. Quindi per le aziende diventa indispensabile disporre di metodiche analitiche
per la valutazione della qualità e della genuinità degli alimenti. Queste metodiche devono avere
requisiti di rapidità, basso costo, attendibilità e facilità di utilizzo rispetto alle metodiche tradizionali
già presenti. Per questo motivo oggi è presente un grande interesse per lo sviluppo di metodiche
analitiche innovative che tuteli il consumatore e rispetti le normative vigenti.
Fig. 1 - Rappresentazione grafica delle zone dello spettro elettromagnetico. La zona del NIR si
estende da 1280-4000 cm-1 (780-2500 nm).
La spettroscopia nel vicino infrarosso (NIR) è un valido metodo per l’analisi qualitativa e
quantitativa di molti prodotti nell’industria alimentare. Questa tecnica ha diversi vantaggi rispetto
ad altri metodi analitici convenzionali: è, infatti, più veloce (sono necessari pochi minuti), non è
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distruttiva (il campione può essere riutilizzato poiché non sono necessari solventi chimici), non è
invasiva (le radiazioni usate hanno contenuto energetico molto basso che non provoca un
trasferimento di energia sottoforma di calore) e non necessita di preparazione del campione. La
spettroscopia NIR è una metodo analitico secondario di tipo fisico basato sull’assorbimento di
radiazioni elettromagnetiche tipiche della zona del vicino infrarosso da numeri d’onda tra 12800 e
4000 cm-1 (780-2500 nm) (fig. 1). Il segnale analitico che si ottiene dipende dalle proprietà
chimico-fisiche del campione che viene colpito dalle radiazioni incidenti, che possono essere
assorbite, trasmesse o riflesse. Lo spettro ottenuto è caratterizzato da picchi riferibili ai gruppi
funzionali presenti nel campione e viene misurato tenendo conto dell’assorbimento su determinate
lunghezze d’onda. Nell’intervallo spettrale del vicino infrarosso si collocano le bande di
assorbimento dovute ad overtoni o a combinazioni di transazione vibrazionale di molti legami (C-H,
N-H, OH, P-H, S-H) (fig. 2).
Fig. 2 - Esempio di vibrazioni molecolari in una molecola d’acqua.
Questa metodica permette di effettuare un’analisi sia di tipo quantitativo per la determinazione
di componenti che contengono tali legami (acqua, proteine, lipidi, carboidrati) sia di tipo
qualitativo poiché ad ogni picco corrisponde un determinato gruppo funzionale. L’impiego della
spettroscopia NIR per la determinazione della composizione chimica degli alimenti richiede diverse
fasi: una fase di calibrazione dei campioni e una fase di elaborazione dei dati mediante l’utilizzo
della chemiometria, una disciplina che unisce la statistica alla matematica fra i dati di
composizione chimica e le proprietà degli spettri. Dopo alcune operazioni di statistica e di
validazione, realizzati con questi metodi chemiometrici , lo strumento può predire la composizione
chimica dei campioni ignoti rendendo quindi possibile l’analisi qualitativa . Le applicazioni
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possibili sono tantissime: possono essere di tipo quantitativo, determinando la concentrazione di
un analita , qualitativo, che invece classifica i campioni, e tecniche combinate, che utilizzano la
tecnica NIR come parte di processi più grandi associando tale tecnica ad altre tecniche . L’analisi
quantitativa rappresenta il primo scopo della spettroscopia NIR che ha dato l’input per il suo
sviluppo: le prime applicazioni sono in campo agricolo negli anni ’60 e riguardano la
determinazione del contenuto di umidità di diversi prodotti del campo agro alimentare tra cui
cariossidi di grano, semi di soia e sfarinati. A partire dagli anni ’70 la spettroscopia NIR è stata
utilizzata per quantificare proteine, umidità e grasso in diversi cereali e derivati. Dagli anni ‘80 le
applicazioni di tipo quantitativo sono aumentate, e sono state impiegate sia per rilevare basse
concentrazioni di alcuni composti, sia per determinazione i parametri fisico-chimici in un prodotto.
La nascita della chemiometria e lo sviluppo di software informatici ha dato un ulteriore input allo
sviluppo di questa tecnica. Oltre alle tradizionali analisi di tipo quantitativo, si sono sviluppate le
analisi di tipo qualitativo utilizzate per la classificazione dei campioni, e applicazioni nei processi
industriali, per il monitoraggio di tutte le fasi nella produzione ed intervenire in tempo se c’è
qualcosa che non va. Un interesse particolare è rivolto agli studi dell’autenticità di prodotti DOP e
produzioni tipiche scartando metodi più costosi e con procedimenti più lunghi e laboriosi. Nel
settore oleario il NIR ha trovato impiego per identificazione di diverse tipologie di oli extravergini
di oliva, differenziando sia gli oli mono varietali dagli aziendali in funzione della loro origine
geografica. Inoltre, la spettroscopia NIR è stata anche impiegata anche per la valutazione della
qualità e dell’autenticità di oli extravergini di oliva ed una loro eventuale adulterazione . Negli olii
vengono misurati la composizione in acidi grassi e il contenuto in tocoferoli, per produrre dei
modelli di regressione che forniscano la qualità di un olio incognito dopo opportuna calibrazione.
Vengono inoltre effettuati degli studi di autenticazione e classificazione dei prodotti alimentari per
riconoscere e scartare i prodotti adulterati. La tecnica NIR è stata impiegata anche per il controllo di
qualità del miele per quantificare la presenza di altre sostanze all’ interno di esso. A tal fine, sono
stati creati modelli di regressione PLS per predire il livello di adulterazione e alterazione del
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rapporto glucosio fruttosio tipico del miele. E’ possibile inoltre classificare il miele in base
all’origine botanica utilizzando come riferimento le tecniche tradizionali. Un’ altra applicazione
riguarda la ricerca di sostanze nutraceutiche in base alle proprietà spettrali di alcuni prodotti
ortofrutticoli quali le mele, l’uva e i mirtilli giganti per l'individuazione della relazione fra il
processo di maturazione e lo sviluppo delle sostanze nutraceutiche nel prodotto, seguendone la
maturazione e la raccolta e il successivo utilizzo ad esempio per la produzione di vino o di succhi di
frutta. Alcuni esempi interessanti di utilizzo della spettroscopia NIR riguardano i cereali e la loro
trasformazione. E’ possibile l’ impiego della tecnica per predire la qualità pastificatoria del grano
duro ed il comportamento in cottura della pasta a partire da un’unica analisi, effettuabile sul cereale
in granella. Sempre nelle filiera dei cereali la spettroscopia NIR è stata utilizzata per poter
prevedere la resa di macinazione della farina in base alle caratteristiche fisiche e chimiche della
granella lavorata. Particolarmente innovativi sono anche le applicazioni della spettroscopia nel
vicino infrarosso in fase di processo, che permettono di eliminare le analisi off-line e passare a
modelli on-line (automatizzando le operazioni di campionamento e analisi) o addirittura in line,
valutando direttamente la qualità del prodotto durante il processo. L’evoluzione di questa tecnica in
parte è dovuta all’utilizzo delle fibre ottiche che trasportano la radiazione dallo strumento verso la
linea di produzione e la riporta a questo dopo l’interazione con il campione. Ultimamente la
spettroscopia NIR è stata impiegata per monitorare la cinetica di decadimento della qualità dei
prodotti alimentari in studi di shelf-life. A tal fine, sono stati condotti degli studi per valutare la
freschezza dei prodotti alimentari, come la carne macinata e i prodotti di IV gamma. Attualmente la
spettroscopia NIR viene impiegata per seguire le modificazioni che avvengono in alcuni processi di
biotrasformazione come fermentazione malolattica o alcolica.
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1.1PRINCIPI DELLA SPETTROSCOPIA NIR
1.1.1 principi di spettroscopia
La spettroscopia studia l’interazione tra radiazione elettromagnetica e la materia. Le variazioni
energetiche sono dovute all’interazione tra la radiazione e la materia con l’emissione,l’
assorbimento o la diffusione di radiazioni o particelle elettromagnetiche. La materia può
comportarsi sia come onda sia come particella e lo stesso vale per la radiazione. Il carattere
ondulatorio della radiazione elettromagnetica è comunemente descritto dalla sua lunghezza d’onda
λ, misurata in nanometri (nm 10
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m), dal numero d’onda v , che rappresenta il numero d’onde
presenti in un’unità di lunghezza, misurato in reciproco di centimetro (cm
-1
), dalla velocità V con il
quale avanza l’onda, e dalla frequenza ν misurata in Hertz, corrispondente al numero d’oscillazioni
che avvengono in un dato punto in un’unità di tempo. La relazione tra queste grandezze è data da:
La velocità dell’onda elettromagnetica nel vuoto è uguale a c (comunemente noto come “velocità
della luce”) ed è pari a circa 3*10
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m/s. In qualsiasi altro mezzo la velocità è inferiore. . La
radiazione elettromagnetica è rappresentabile come un campo elettrico e magnetico alternato nello
spazio. Le sue proprietà ondulatorie possono essere spiegate in termini di vettori elettrici e
magnetici, perpendicolari tra loro ed entrambi perpendicolari alla direzione di propagazione
dell’onda. Un movimento ondulatorio che si propaga in modo continuo considerato come un flusso
continuo d’energia; quando la radiazione interagisce con la materia, le sue proprietà sono quelle
appartenenti alle particelle e non alle onde. La descrizione quantitativa di molte interazioni tra la
radiazione e la materia è possibile solo se ci si riferisce ad un modello dove la radiazione
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elettromagnetica è rappresentabile da un flusso di particelle dette fotoni. L’energia di un fotone
dipende dalla frequenza della radiazione ed è data da :
dove E è l’energia del fotone in Joule, h è la costante di Planck (6.62 *10
-34
joule*s). Le altre
grandezze coinvolte sono la lunghezza d’onda e il numero d’onda. Questa relazione spiega quindi
che l’energia di un fotone di una radiazione monocromatica (ovvero a frequenza singola) dipende
solo dalla sua lunghezza d’onda (o dalla sua frequenza). Un fascio di radiazioni potrà avere
un’intensità più o meno forte secondo la quantità di fotoni per unità di tempo e unità di area, ma
l’energia quantica (E) è sempre la stessa per una data frequenza della radiazione. Niels Bohr, nel
1914, iniziò a spiegare l’interazione tra radiazione elettromagnetica e materia con questi tre
postulati:
1. I sistemi atomici esistono in stati stabili, senza emettere energia elettromagnetica.
2. L’assorbimento o l’emissione d’energia elettromagnetica avviene quando un sistema atomico
passa da uno stato di energia ad un altro.
3. Il processo di assorbimento o di emissione corrisponde ad un fotone di energia radiante hv =
E’- E’’, dove E’ - E’’ è la differenza di energia tra due stati di un sistema atomico.
Bohr affermò quindi che, in accordo con i principi della meccanica quantistica, esistono solo
alcuni stati energetici in cui una molecola può trovarsi. Il suo stato energetico può essere modificato
solo da quei fotoni che abbiano un’energia quantica corrispondente ad una delle differenze tra i suoi
vari stati energetici. Gli effetti della radiazione sulla materia variano a seconda della frequenza della
radiazione (quindi dell’energia da essa veicolata) e sono riassunti qui sotto:
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Le specifiche caratteristiche di assorbimento o emissione di energia radiante da parte di un
materiale sono uno dei più importanti sistemi di identificazione presenti in natura. Quando un fascio
di radiazioni è fatto passare attraverso un oggetto, l’intensità della radiazione incidente (I
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) sarà
maggiore di quella della radiazione emergente (I). Una parte della radiazione incidente, invece di
essere trasmessa, è stata quindi assorbita dalle molecole che compongono il campione, diffusa o
riflessa dalla superficie del campione, oppure può essere riemessa dal campione a una lunghezza
d’onda diversa. Un esperimento di spettroscopia si compie quindi proiettando una radiazione
elettromagnetica di intensità nota su un campione, raccogliendo una parte di radiazione (trasmessa,
riflessa o riemessa) e inviando quanto raccolto a un rivelatore. Per fare questo si utilizza lo
spettroscopio. La maggior parte degli spettroscopi sono formati da una sorgente di energia radiante,
un selettore di lunghezze d’onda un contenitore per il campione, un rivelatore di radiazioni, un
processore e registratore del segnale .
1.1.2 la spettroscopia NIR
1.1.2.1 Bande di assorbimento
La regione NIR dello spettro elettromagnetico è l’intervallo di lunghezza d’onda tra 780 – 2526
nm corrispondente a un numero d’onda tra 12820–3959 cm-1. Le bande di assorbimento più
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significative sono attribuite agli overtoni e alle combinazioni di vibrazioni fondamentali relative ai
gruppi funzionali –CH, –NH, –OH (e –SH). Le bande di assorbimento NIR tipicamente sono molto
ampie e sovrapposte e sono 10-100 volte più deboli delle loro corrispondenti bande di assorbimento
nel medio-IR e ciò restringe fortemente la sensibilità ed è necessario un metodo chemiometrico per
poter utilizzare questi spettri. Tuttavia questa tecnica permette una maggiore penetrazione
all’interno del campione e questo è un vantaggio analitico, poiché permette un’analisi diretta di
campioni molto assorbenti e con elevato effetto di scattering, come i liquidi torbidi o i solidi sia in
trasmittanza che in riflettenza senza ulteriori trattamenti.