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INTRODUZIONE
In pochi anni l’immagine del mondo politico e dei suoi protagonisti è stata
completamente rivoluzionata. Scena pubblica e comunicazione politica sono
profondamente cambiate. Il presente lavoro si propone di indagare il processo
che ha fatto sì che questo rapporto tra politica e media si facesse sempre più
stretto.
La definizione di comunicazione nella sua accezione generale che
proseguirà con una breve descrizione dei mezzi di comunicazione di massa e
del rapporto che questi intrattengono con le istituzioni apre il primo capitolo.
Quest’ultimo focalizzerà l’attenzione sull’utilizzo dei mezzi di comunicazione
di massa da parte delle istituzioni politiche e dei suoi protagonisti, in tal senso
si cercherà di rilevare come l’utilizzo di tali canali comunicativi abbia
provocato da una parte alcuni radicali cambiamenti nella comunicazione
politica e dall’altra abbia condizionato l’opinione pubblica nelle sue scelte
elettorali.
Il secondo capitolo presenterà una sintetica panoramica storica, a
ripercorrere i momenti salienti dell’evoluzione che ha portato la
comunicazione politica dalle piazze all’utilizzo sempre più massiccio dei
media.
In tale contesto si è ritenuto utile focalizzare l’attenzione sulla campagna
elettorale del 1994, che la letteratura ha definito come un momento di svolta in
quanto manifesta tutte le caratteristiche che hanno favorito una forte
mediatizzazione del messaggio politico.
Il concetto della Cyber politica concluderà il secondo capitolo, proponendo
una descrizione dell’utilizzo delle nuove tecnologie come ulteriore strumento
della diffusione dei messaggi dei partiti e dei loro protagonisti.
5
Il terzo capitolo si aprirà con un resoconto sintetico del meccanismo storico
sociale che ha portato ad un progressivo assottigliamento del confine tra sfera
pubblica e ambito privato, individuando in quest’ultimo uno dei fattori che ha
permesso la cosiddetta spettacolarizzazione della politica.
Il paragrafo successivo prenderà in esame gli strumenti di marketing
strategico che hanno trasformato i personaggi pubblici da promotori di
ideologie a promotori di se stessi, da rappresentanti istituzionali a protagonisti
del gossip, in un continuo processo di creazione, cura e diffusione della
propria immagine analogo a quello utilizzato per il lancio di prodotti
commerciali.
Il mezzo televisivo come strumento di comunicazione preferenziale sarà
analizzato nell’ultimo paragrafo del capitolo, dal punto di vista delle modalità,
del linguaggio e degli effetti che ne scaturiscono.
Una volta conclusa la parte in cui si è proceduto alla descrizione e
all’analisi del processo di spettacolarizzazione della politica, si prenderanno in
esame alcuni programmi televisivi al fine di individuare le tecniche narrative e
le strategie di comunicazione utilizzate da questo specifico canale mediatico.
Sono stati selezionati due programmi di notevole successo di pubblico, nei
quali i personaggi della sfera politica e i protagonisti dello spettacolo sono
chiamati ad affrontare argomenti spesso estranei al loro ambito specifico. In
seguito si confronterà questo genere di trasmissioni con due programmi di
divulgazione informativa, i cui protagonisti, pur utilizzando le medesime
strategie comunicative, mantengono una certa coerenza tematica.
Le trasmissioni sono state selezionate per il loro intrecciare codici
narrativi tipici della sfera politica con quelli caratteristici dello spettacolo
individuando un utilizzo intenzionale e sistematico di strategie comunicative
che rafforzano il messaggio di teatralizzazione degli attori della politica.
I talk show selezionati sono Porta a Porta, condotto dal giornalista Bruno
Vespa e il Maurizio Costanzo Show, presentato da Maurizio Costanzo. A
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raffronto L’Infedele e Matrix, condotti rispettivamente da Gad Lerner ed
Enrico Mentana.
Per l’analisi delle trasmissioni si utilizzeranno alcune metodologie: verrà
quindi individuata la struttura narrativa generale, selezionate le strategie
comunicative utilizzate sia dai personaggi presenti che dal mezzo televisivo
rilevando gli strumenti linguistici e metalinguistici scelti per rendere attrattivo
il messaggio ed efficace il ritorno sul pubblico. Con l’individuazione delle
figure retoriche più utilizzate si concluderà il presente capitolo.
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CAPITOLO PRIMO
COMUNICARE LA POLITICA? TECNICHE E MEZZI
1.1. Elementi e definizioni di comunicazione politica
Ai fini del presente lavoro si è ritenuto utile porre primariamente alcune
definizioni che forniscano gli elementi interpretativi e metodologici utili per la
ricerca stessa. In tal senso si è scelto, in questo paragrafo, di illustrare
brevemente e senza alcuna pretesa di esaustività alcuni concetti fondamentali
come quello di comunicazione, media e di comunicazione politica.
1.1.1. La comunicazione: un oggetto di studio
Il dibattito intorno al concetto di comunicazione e alla definizione della
stessa risulta estremamente articolato, esso infatti deve necessariamente tener
conto di un largo numero di variabili nonché di tutti i diversi attori sociali
coinvolti.
Un primo passo utile per circoscrivere il concetto è l’individuare gli
elementi peculiari dell’atto comunicativo
1
.
È quindi possibile affermare che esiste una fonte, ovvero chi produce il
messaggio. Questa stessa possiede alcuni elementi identificativi quali
l’intenzionalità, ovvero la volontà della fonte di inviare messaggi; la
competenza; la credibilità, ovvero la legittimità del ruolo di fonte all’interno
del contesto; il rapporto con il canale; i livelli di efficacia.
La comunicazione è dunque emessa da una fonte che invia un messaggio.
Quest’ultimo è definibile come l’oggetto di scambio nel flusso comunicativo i
cui elementi identificativi sono la strutturazione e la codificazione; la
distinzione tra segno, segnale e messaggio; la distinzione tra significante e
significato e, in ultimo, i diversi livelli di efficacia.
1
Per le definizioni qui di seguito riportate si è fatto riferimento al testo di Sorice M., I media.
La prospettiva sociologica, Roma, Carocci, 2005
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Il messaggio, per giungere a destinazione deve essere supportato da un
canale il quale è definibile come il mezzo fisico attraverso il quale passano i
messaggi. Elementi importanti di quest’ultimo sono l’immediatezza, ovvero la
rapidità del passaggio dell’informazione supportata e la capacità, ovvero la
quantità di informazione inviata in un dato tempo.
Si è detto quindi che il processo comunicativo, per avvenire, deve avere
una fonte che emette un messaggio il quale passa attraverso un canale, tale
messaggio deve essere formulato in base a un codice. Quest’ultimo è un
sistema generalmente condiviso per l’organizzazione dei segni ed i suoi
elementi fondamentali sono il livello di arbitrarietà e controllabilità, il
trasferimento e la trasformazione; questi ultimi attengono al problema della
decodifica, dell’interpretazione e della costruzione di senso.
Un ulteriore metodo utile per circoscrivere il concetto è il definire se la
comunicazione sia un atto che si conclude nel momento in cui avviene o se si
tratta invece di un processo di natura dinamica. Una risposta a tale
interrogativo la fornisce Giacomarra: “la comunicazione non appare per nulla
un atto definito in un certo tempo e in un certo spazio, bensì un processo
continuo, fondamento di situazioni vitali di cui i singoli atti sono realizzazioni
provvisorie”
2
.
Per arrivare ad una simile conclusione occorre però analizzare alcune
diverse possibilità di definizione di comunicazione e di atto comunicativo
verificando quanto ognuna di esse sia esauriente.
La comunicazione può quindi essere interpretata come atto semplice se la
si intende come trasmissione di un messaggio da un emittente ad un
destinatario e se si considera tale trasmissione come guidata da
un’intenzionalità, ovvero dalla volontà dell’emittente di far giungere
un’informazione al destinatario, nonché come un atto in grado di avviare
rapporti che svolgono anche un’azione sociale.
2
Giacomarra M., Manipolare per comunicare. Lingua mass media e costruzione di realtà,
Palermo, Palumbo, 1997, pag. 21
9
In questo caso però è più lecito parlare di informazione piuttosto che di
comunicazione perché l’emittente invia un messaggio contenente appunto
delle informazioni, ovvero conoscenze, ad un destinatario che non ne è
precedentemente a conoscenza.
Altro caso in cui la comunicazione potrebbe avvicinarsi alla definizione di
atto semplice e concluso in un determinato spazio e tempo è quello
rappresentato dal processo che induce gli individui appartenenti ad un società
ad attribuire, a prescindere dalla volontà comunicativa, significati ad alcuni
eventi che possano essere sia di carattere sociale sia di carattere naturale. È il
caso dei messaggi che un soggetto riceve quotidianamente dall’ambiente
esterno e che fanno parte di informazioni codificate come ad esempio la
segnaletica, i colori ecc. In questo caso il soggetto interpreta tali messaggi
dando loro un significato sociale.
In ultimo è possibile parlare di comunicazione ogniqualvolta si verifica
una relazione condizionata, ovvero una relazione tra due soggetti in cui
l’azione del primo comporta inevitabilmente la modificazione del secondo,
cioè tutte quelle situazioni in cui si verifica la dinamica di stimolo – risposta,
ma in questo caso risulta riduttivo attribuire alla comunicazione lo status di
atto semplice e limitato nel tempo e nello spazio.
Come è possibile intuire da quanto fin qui esposto il concetto di
comunicazione risulta estremamente complesso da definire, tanto che esso
assume connotazioni e caratteristiche diverse a seconda delle scuole di
pensiero che ne hanno tentato una delimitazione teorica.
Per poter riportare brevemente una panoramica sui diversi concetti di
comunicazione e alcuni brevi accenni sulle teorie dalle quali scaturiscono si è
ritenuto utile seguire la schematizzazione proposta da Sorice
3
nel suo testo: I
media. La prospettiva sociologica. L’autore indica infatti otto possibili
concetti di base che si trovano alle radici delle definizioni più usate in ambito
sociologico.
3
Sorice M., I media. La prospettiva sociologica, op. cit. pp. 18-23
10
- Comunicazione come contatto
In questo caso si tratta di un concetto prevalentemente utilizzato dalla
scienza politica, la quale vede nella comunicazione un fattore di contatto. È,
ad esempio, il caso dei mezzi che permettono di avvicinare le distanze e di
creare, appunto, un contatto tra persone, luoghi ecc …
- Comunicazione come trasferimento di risorse e influenza
La comunicazione, in questo caso, viene interpretata come il trasferimento
di una proprietà, di una risorsa o di uno stato da un soggetto ad un altro.
Chiaramente in tale rappresentazione non necessariamente sono presenti
attività umane e non esiste alcuna dimensione interpretativa poiché il flusso di
comunicazione è visto come il mero trasporto da un punto ad un altro,
attraverso un canale, di oggetti.
L’interpretazione della comunicazione come influenza, che può essere
inserita nella definizione stessa di comunicazione come trasferimento, si fonda
su un modello comportamentista che prevede che in presenza di uno stimolo
sia sempre possibile determinare la risposta o la sua intensità.
- Comunicazione come passaggio di informazione
Tale concetto si affaccia sul panorama teorico intorno agli anni sessanta in
coincidenza con l’emergere delle necessità di misurare l’informazione e capire
come rendere più efficace la trasmissione. Questa teorizzazione ponendo la
comunicazione come passaggio di informazioni, implica sia che il ruolo
prevalente sia quello dell’emittente sia l’esistenza di strutture tecnologiche che
siano in grado di fungere da canali per il passaggio di questo flusso di
informazioni.
- Comunicazione come condivisione
Questo paradigma di ricerca intende il processo comunicativo come
qualcosa di più complesso rispetto al mero invio di messaggi. La
comunicazione va quindi anche considerata come atto sociale reciproco e
come momento di partecipazione. In tal modo è possibile comprendere che
parte del flusso comunicativo non è solo il trasferimento di informazioni ma
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anche un luogo di costruzione sociale che gli individui mettono in pratica per
comunicare, ovvero il trasferimento delle informazioni avviene una volta che,
grazie all’accordo intersoggettivo che gli attori stipulano, sia stato determinato
un sistema organico e coerente in cui gli individui possano produrre la propria
percezione della realtà sociale
4.
- Comunicazione come inferenza
Questa interpretazione si pone in alternativa rispetto a quella che intende
la comunicazione come passaggio di informazione. In questo caso quindi il
processo comunicativo si realizza in un’attività di costruzione di indizi e
relative congetture in merito agli indizi ricevuti dall’emittente. La costruzione
di congetture, o deduzioni, permette quindi la produzione di istanze di
pertinenza, ovvero di interpretare il messaggio ricevuto grazie alle competenze
stesse del soggetto, alle conoscenze degli altri e al contesto della situazione in
cui la comunicazione avviene. Le inferenze corrette si verificano quindi
quando esiste una sorta di complicità tra gli interlocutori che possono quindi
decodificare gli indizi ricevuti dagli altri.
- Comunicazione come scambio
L’idea dello scambio implica sia quella della cooperazione sia quella della
competizione. Tale interpretazione della comunicazione è dunque utilizzabile
da diverse discipline e dai diversi ambiti delle stesse. Le strategie di
marketing, ad esempio, risultano essere una forma particolare di scambio
comunicazionale, esse infatti prevedono che emittente e ricevente possiedano
valori da scambiarsi; siano in grado di trasferire informazioni specifiche; siano
liberi di partecipare allo scambio o di rinunciarvi; mostrino una disponibilità a
entrare in una relazione di scambio
5
. Sempre in questo filone interpretativo
sono collocabili le elaborazioni di impostazione antropologica che considerano
lo scambio di valori sociali come attività comunicativa.
4
Pearce B. W., Comunicazione e condizione umana, Milano, Franco Angeli, 1993
5
Kotler P., Marketing sociale, Milano, Edizioni Comunità, 1989,
12
In ultimo può annoverarsi come caso particolare di scambio quello che
intende il concetto di comunicazione come relazione sociale, quest’ultima è
infatti quella forma di scambio che prevede che singoli soggetti si uniscano in
unità sociali grazie all’uso di un linguaggio o di segni.
- Comunicazione come interpretazione
Tale approccio trova il suo nucleo teorico centrale nell’affermazione in
base alla quale la fruizione di un messaggio non è riducibile al mero atto
dell’ascolto e nemmeno a quello della decodifica. Ciò che invece sottostà
all’atto comunicativo è una complessa attività che parte da un progetto basato
su ipotesi in merito al significato del messaggio, seguita da una fase di verifica
della validità delle ipotesi precedentemente formulate.
1.1.2. Comunicare alla massa:nuove tecnologie per un antico problema
Il concetto di comunicazione di massa è tuttora estremamente dibattuto in
letteratura, esso infatti possiede confini estremamente variabili e flessibili ed
implica a sua volta la definizione di ulteriori concetti altrettanto sfuggenti
come quello di “massa”.
Una definizione che potrebbe essere ritenuta chiara e meno problematica
di altre è quella fornita da Thompson
6
: “la comunicazione di massa è la
produzione istituzionalizzata e la diffusione generalizzata di merci simboliche
attraverso la fissazione e la trasmissione di informazioni e contenuti
simbolici.”
Tenendo quindi presente le difficoltà di definizione del concetto è
possibile proseguire illustrando quali sono le principali analogie e differenze
che intercorrono tra comunicazione interpersonale e comunicazione di massa.
Chiaramente queste due forme hanno molteplici elementi in comune: in
entrambe i casi è presente un messaggio che parte da un’emittente diretto ad
6
Thompson J.B, Mezzi di comunicazione e modernità. Una teoria sociale dei media,
Bologna, il Mulino, 1998, pag. 43