INTRODUZIONE
Cambiamenti consistenti stanno avendo luogo nel commercio internazionale. I pro-
cessi di produzione implicano, sempre più, catene di scambio verticali e sequenziali tra
diversi Paesi, ognuno dei quali è specializzato in una particolare sequenza dell’intero
processo di produzione di beni di consumo.
In questo lavoro, si analizzeranno gli aspetti chiave delle relazioni verticali – l’uso
di beni importati nella produzione di beni destinati all’export – che prendono il nome di
“Vertical Specialization”.
Esistono due modi in cui le aziende internazionalizzano i propri processi produttivi:
attraverso investimenti diretti esteri o facendo outsourcing, cioè acquistando beni inter-
medi da aziende estere. Prendendo come riferimento il lavoro presentato da David
Hummels, “The nature and growth of vertical specialization in world trade”, la misura
del vertical specialization (VS) che sarà utilizzata nel presente lavoro, si baserà sull’idea
che i Paesi instaurano tra loro relazioni sequenziali nella produzione di beni. Per tale ra-
gione, ci focalizzeremo, quindi, sui beni e servizi intermedi importati che ciascun paese
utilizza per la produzione di beni e servizi che vengono a loro volta esportati, indipen-
dentemente dalla relazione che l’azienda ha stabilito con il fornitore.
Come indicatore della “vertical specialization” abbiamo scelto l’IC, “import con-
tent of export”, calcolato sulla base delle tabelle input-output. L’utilizzo di tali tabelle
aiuta a evitare una classificazione arbitraria tra input intermedi e altre categorie di beni:
esse, infatti, ci aiutano a discernere l’output di ciascun settore in due parti, la prima che
rappresenta gli input utilizzati dagli altri settori, e la seconda relativa ai beni che soddi-
sfano la domanda finale.
Sarà presentata una breve analisi congiunturale su dieci Paesi OECD scelti per mi-
surare il livello di VS che caratterizza la loro produzione ma, prima di presentare i risul-
tati ottenuti, si è voluto ripercorrere, brevemente, alcune tra le fasi più rilevanti della
teoria della produzione: iniziando dal Tableau Economique presentato dal fisiocratico
François Quesnay che, nel 1758, per primo indagò le relazioni economiche esistenti tra
classi sociali e settori produttivi, considerando, quindi, l’economia con un insieme di
settori, giungeremo alle tavole input-output, o tavole delle interdipendenze settoriali
elaborate dall’economista russo Wassily Leontief, le quali, costituiranno il terreno da
cui prendere tutte le informazioni necessarie per misurare il livello di “vertical speciali-
zation”.
PARTE I – ALCUNI RICHIAMI DEI PRECEDENTI STORICI
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PARTE I – ALCUNI RICHIAMI DEI PRECEDENTI STORICI
CAPITOLO 1 - I precursori dell’economia politica classica: i fisiocratici
1.1. Il Tableau économique
François Quesnay è diventato famoso quale autore di un Tableau économique che,
rappresentando uno schema dei flussi di beni economici in un sistema economico sta-
zionario, può considerarsi il primo schema delle interdipendenze industriali che sia mai
stato formulato.
Due sono le idee nello schema di Quesnay che si ritrovano continuamente negli
sviluppi successivi:
a) la nozione di sovrappiù, cioè di un’eccedenza fisica delle quantità di merci pro-
dotte rispetto a quelle che vanno re-impiegate nel processo produttivo sociale af-
finché questo possa ripetersi nel tempo su scala immutata; tale eccedenza sarà la
grandezza che determina le rendite che percepiscono i proprietari terrieri;
b) l’idea di produzione come processo circolare, cioè un processo nel quale lo stes-
so tipo di merci appaiono sia tra i mezzi di produzione che tra i prodotti. Infatti,
in ogni periodo di produzione oltre al sovrappiù devono essere ri-prodotte tutte
le merci che vengono impiegate nel processo produttivo affinché quest’ultimo
possa ripetersi.
Come si vedrà, queste due idee caratterizzeranno la struttura logica delle teorie
della produzione e della distribuzione del reddito sviluppate in seguito dagli economisti
classici. Un’altra analogia con l’analisi classica è la suddivisione della società in classi
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perfettamente identificate dall’attività produttiva svolta. Secondo Quesnay tali classi
sono:
la classe produttiva, costituita dagli addetti all’agricoltura e all’attività minera-
ria. Tale classe è detta “produttiva” perché con queste attività si ottiene una
quantità di merci superiore alle quantità degli stessi beni usati come mezzi di
produzione; è, infatti, tale classe a produrre il prodotto netto o sovrappiù
dell’economia;
la classe sterile, costituita dagli artigiani e dai manifatturieri. E’ detta “sterile” in
quanto essa non aggiunge nulla al prodotto netto: si limita a trasformare quanto
prodotto dalla classe produttiva;
la classe aristocratica, costituita da nobili e clero. Sono i proprietari delle terre,
percepiscono tutto il prodotto netto sotto forma di rendite sui terreni. Data questa
struttura sociale, sono necessari degli scambi fra le classi affinché la ricchezza
prodotta sia distribuita.
1.1. Rappresentazione grafica e tabella a doppia entrata
Del Tableau économique sono state date svariate rappresentazioni. Quell’originaria
usata da Quesnay (nota col nome di «schema a zig-zag», dalle linee oblique incrociate
con cui le varie cifre venivano collegate) è alquanto macchinosa ed ha ormai soltanto
interesse storico.
Qui se ne darà una rappresentazione sia grafica sia a tabella. Alla fine del processo
produttivo, prima che avvengano gli scambi, la situazione delle diverse classi può essere
rappresentata dalla figura I.1, nella quale rappresentiamo attraverso dei rettangoli bian-
chi un ammontare fisico di merce del valore, ipotizziamo di un milione di euro; tali
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Classe aristocratica Classe sterile
Classe sterile Classe aristocratica
merci possono essere beni agricolo (A), manufatti (M) o materie prime (MP). Indichia-
mo poi con dei rettangoli quadrettati lo stesso ammontare di valore (1 milione di Euro)
in moneta.
Fig. I.1. Rappresentazione grafica del «Tableau économique» (prima dello scambio)
Supponiamo ora che avvengano degli scambi. Rappresentiamo con delle frecce continue
i flussi reali (di merci) e con le frecce tratteggiate i flussi monetari, figura I.2.
Fig. I.2. La classe aristocratica acquista A e M
M M
MP MP
A A A
Classe produttiva
M M
MP MP
A A A
Classe produttiva
PARTE I – ALCUNI RICHIAMI DEI PRECEDENTI STORICI
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Classe sterile
Classe sterile
Classe aristocratica
Classe aristocratica
La classe aristocratica acquista un milione di (unità monetarie in merci) A e un milione
di M; dopo questi scambi la situazione diventa quella rappresentata nella figura I.3.
Fig. I.3. La classe produttiva acquista M e la classe sterile A
A questo punto la classe produttiva compra un milione di M e la classe sterile un milio-
ne di A: la situazione diventa quella rappresentata nella figura I.4.
Fig. I.4. La classe sterile acquista MP
A M M
MP MP
A A
A M A
MP MP
A M
Classe produttiva
Classe produttiva
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Classe sterile Classe aristocratica
Da ultimo la classe sterile acquista un milione di MP dalla classe produttiva. La situa-
zione finale, dopo tutti gli scambi, è rappresentata dunque dalla figura I.5.
Fig. I.5. Situazione alla fine degli scambi
I due milioni di unità monetarie, che alla fine degli scambi si trovano nelle mani
della classe produttiva, ritornano alla classe aristocratica sottoforma di rendite per l’uso
della terra. Tale ammontare monetario coincide con il valore del prodotto netto o so-
vrappiù dell’intero sistema. Come si vede dalla descrizione data del sistema il sovrappiù
viene prodotto solo dal settore agricolo: è solo in esso che si impiegano merci per 3 mi-
lioni di unità monetarie (A, M ed MP) e si ottengono alla fine del processo produttivo
merci per 5 milioni di unità monetarie (A, A, A, MP ed MP); la classe sterile non ag-
giunge nulla al sovrappiù; si limita a trasformare quanto prodotto dalla classe produtti-
va. Alla fine, comunque, il sovrappiù viene percepito dalla classe aristocratica.
Come si vede, lo schema di Quesnay, è di una semplicità che può addirittura appa-
rire primitiva. Eppure, per trovare uno schema delle interdipendenze industriali decisa-
A M A MP
MP
A M
Classe produttiva
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mente superiore bisogna arrivare fino ai giorni nostri, cioè fino alla pubblicazione (av-
venuta nel 1941) del lavoro di Wassily Leontief, che appunto, costituisce l’argomento
centrale di questo lavoro.
Possiamo esprimere, quindi, il Tableau économique proprio con il metodo della ta-
vola a doppia entrata proposto da Leontief. Possiamo, infatti, scrivere i flussi di beni
materiali considerati da Quesnay nel modo rappresentato nella tabella I.6.
Tab. I.6. Il «Tableau économique» rappresentato in forma di tavola delle immissioni erogazioni
Erogazioni
Immissioni
Classe Classe Classe Totali
Produttiva Sterile Aristocratica generali
Classe produttiva
Alimentari
1 1 1 5
materie prime
1 1 -
Classe sterile 1 - - 2
Classe aristocratica 2 - - (2)
Totali generali 5 2 (2) 7
Fonte: Pasinetti
Questa tabella, come si vedrà meglio in seguito, è una vera e propria tavola delle
immissioni-erogazioni. Le classi, produttiva e sterile, vi rappresentano quella che oggi
chiamiamo la parte interindustriale, mentre la classe aristocratica vi rappresenta il «set-
tore finale». Il sovrappiù o prodotto netto del sistema, che secondo Quesnay va intera-
mente alla classe aristocratica (cioè ai proprietari delle terre), si può leggere sia nella
terza colonna sia nella terza riga. Nella terza colonna esso appare come l’insieme di be-
ni materiali a disposizione del settore finale; nella terza riga esso appare secondo il suo
aspetto di «valore aggiunto» ai mezzi di produzione.
PARTE I – ALCUNI RICHIAMI DEI PRECEDENTI STORICI
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CAPITOLO 2- Teoria ricardiana della distribuzione del valore
2.1. Schema a un solo settore
Sarà utile, a questo punto, soffermarsi sullo schema teorico di almeno uno tra gli
economisti classici, i quali, delle due idee quesnaisiane, del sovrappiù e della produzio-
ne come processo circolare, svilupparono soprattutto la prima, con preoccupazioni teo-
riche e non solo più descrittive. Si è scelto a questo proposito David Ricardo che – tra
gli economisti classici – è indubbiamente il più logico e coerente.
Esiste per Ricardo, come per Quesnay, un’identificazione completa tra classe so-
ciale e attività economica svolta. Le tre classi sociali che Ricardo considera sono però
diverse da quelle di Quesnay, e più precisamente sono:
la classe dei proprietari terrieri, che da affitto i terreni posseduti;
la classe dei lavoratori, che presenta servizi di lavoro ad un certo salario;
la classe dei capitalisti, che prende in affitto i terreni, dà impiego ai lavora-
tori e organizza il processo produttivo.
Consideriamo ora un sistema economico semplificato, in cui si produce una sola
merce, grano, che richiede un processo di un anno per essere prodotta (schema a un solo
settore). Supponiamo inoltre che l’unico tipo di capitale occorrente sia costituito dal
fondo necessario per anticipare il salario ai lavoratori (rispetto al tempo – fine anno – in
cui si renderà disponibile il prodotto).
Date le nostre ipotesi sul sistema economico, lo schema ricardiano può rappresen-
tarsi col seguente sistema di equazioni:
(R.1) ), (N f X
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con le seguenti caratteristiche:
, 0 ) 0 ( f
(a)
, ) 1 ( ' x f
(b)
, 0 ) ( ' ' N f (c)
(R.2) ), ( ' ) ( N Nf N f R
(R.3) Nx W
(R.4) , W K
(R.5) . W R X P
dove X indica la quantità di grano prodotto in un anno, N il numero di lavoratori impie-
gati, R le rendite totali, W i salari totali, K il capitale circolante, P i profitti, x il salario.
L’equazione (R.1) rappresenta quella che si potrebbe, in un certo senso, chiamare la
funzione della produzione. Questa funzione ha tre caratteristiche, indicate con (a), (b) e
(c). Il significato della (a) è che, se s’impiegano zero lavoratori, la produzione che si ot-
tiene può essere nulla o positiva. (Con tale caratteristica escludiamo la possibilità di una
produzione negativa, che non avrebbe alcun senso economico). Il significato della (b) è
che, quando s’incomincia a impiegare il primo lavoratore, la produzione di grano che si
ottiene deve essere almeno superiore a un certo ammontare x , che rappresenta quello
che possiamo chiamare, per brevità, il «salario di sussistenza». Se questa condizione
non avvenisse, il processo produttivo sarebbe impossibile. Infine, il significato della (c)
è che la produzione avviene a rendimenti di scala decrescenti (ammettendo l’ipotesi di
comportamento razionale). Se vi sono più appezzamenti di terra di fertilità diversa, i ca-
pitalisti incominceranno a mettere a coltivazione gli apprezzamenti più fertili. Quindi,
man mano che la popolazione aumenta, procederanno alla coltivazione di appezzamenti
PARTE I – ALCUNI RICHIAMI DEI PRECEDENTI STORICI
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sempre meno fertili. Da quest’ultima caratteristica di ƒ(N), derivante da un comporta-
mento razionale, segue immediatamente che tutti gli appezzamenti di terra più fertili
danno delle eccedenze di produzione rispetto all’ultimo appezzamento che è stato messo
in coltivazione. Tutte queste eccedenze costituiscono la rendita totale espressa
dall’equazione (R.2). (E’ questa la cosiddetta «rendita estensiva»).
Si noterà che il sistema di equazioni (R.1) – (R.5) è ancora incompleto, poiché
formato da 5 equazioni in 7 incognite. Per completarlo, si potrebbero aggiungiamo le
seguenti 2 equazioni:
(R.6) N N
(R.7) K K
dove N e K rappresentano rispettivamente le quantità esistenti di lavoratori e di capita-
le. Ricardo però ritiene che il sistema (R.2) – (R.7) sia instabile, salvo che il salario uni-
tario sia uguale al salario sopra chiamato si «sussistenza», in altre parole x = x
.
Ricardo è convinto che la popolazione aumenterà(se x > x ) o diminuirà (se x < x )
fino a che l’uguaglianza x = x verrà a essere ristabilita.
Quando si tenga presente di questo meccanismo demografico, il sistema (R.1) –
(R.5) può meglio essere completato, anziché con la coppia di equazioni (5.6) – (R.7),
con la seguente altra coppia alternativa di equazioni:
(R.6bis) x x
(R.7bis) K K