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Introduzione
LA SPAGNA NELL’OPERA DI GIUSEPPE VERDI
Ogni forma d’arte, anche quando si pone la rappresentazione fedele di
un qualsiasi aspetto della realtà, è sempre il frutto di una visione
soggettiva delle cose. In un modo o in un altro, un’opera artistica è lo
specchio su cui sono riflessi, anche implicitamente, i pensieri, gli
ideali, le aspirazioni di un individuo: questo discorso vale, in quanto
arte, per il teatro e, in quanto individuo, per Giuseppe Verdi.
Il teatro è l’arte attraverso la quale Verdi, ricorrendo alla sua capacità
creativa, realizza opere che, a prescindere dalle intenzioni dell’autore,
manifestano il suo modo di vedere le cose. E, come si sa, il modo di
vedere le cose non necessariamente corrisponde a quello vero: infatti
una componente fondamentale è il periodo storico nel quale l’artista
vive e che influisce inevitabilmente sulla sua formazione.
Il periodo storico e la visione personale delle cose sono i due
presupposti da cui partire per comprendere come Verdi ha maturato la
propria idea di una nazione nei cui luoghi sono ambientate le vicende
di ben quattro opere: la Spagna.
L’obiettivo di questa tesi è descrivere come l’idea di Spagna che Verdi
ha maturato emerge nelle sue quattro opere: l’ Ernani, Il Trovatore, La
forza del destino e il Don Carlos. Nello specifico, si descriveranno
quali sono i temi funzionali ad esprimere l’idea di Spagna , si osserverà
il modo in cui essi entrano nel gioco drammaturgico, sia attraverso la
musica sia attraverso le parole sia anche attraverso la loro
personificazione in determinati personaggi. A tal fine, è stata
4
necessaria l’analisi degli spartiti, dei libretti e la lettura di saggi
specifici relativi alle quattro opere suddette.
L’analisi dei temi funzionali ad esprimere l’idea di Spagna nelle
quattro opere presuppone due aspetti fondamentali: la conoscenza del
periodo storico – culturale in cui maturano le quattro opere verdiane, il
Romanticismo, che, tra le altre cose, influisce su Verdi per quanto
riguarda la formazione delle proprie idee politiche e religiose, e la
constatazione della cosiddetta essenza «spagnola» del Romanticismo,
elemento al quale è di riflesso legato l’esperienza culturale del
Romanticismo spagnolo: ecco perché si parlerà spesso nel corso della
tesi di una Spagna «romantica». Tutti questi elementi costituiscono il
contenuto del primo capitolo della tesi.
Il secondo, il terzo, il quarto e il quinto capitolo, dopo una breve
descrizione della trama, trattano le tematiche legate all’idea di Spagna
rispettivamente de l’ Ernani, de Il Trovatore, de La forza del destino,
del Don Carlos.
Il sesto e ultimo capitolo descrive brevemente il viaggio turistico di
Verdi nel sud della Spagna e il viaggio che potremmo definire invece
«operistico», vale a dire le ambientazioni e i luoghi della Spagna che
compaiono nelle quattro opere, luoghi che sono strettamente legati ai
temi funzionali all’espressione dell’idea della Spagna «romantica»: per
alcuni di essi, quelli che apparentemente sembrano frutto della fantasia
dell’artista, si sottolinea come potrebbero esistere persino degli appigli
storici e geografici.
Dal teatro d’opera alla letteratura, alla storia e, persino alla geografia:
tutto questo c’è nella Spagna di Verdi.
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6
I
VERDI, LA SPAGNA E IL ROMANTICISMO
1.1. Giuseppe Verdi e la Spagna
L’ampia produzione teatral e verdiana comprende ben quattro opere
composte su argomenti spagnoli: l’ Ernani (1844), Il Trovatore (1853),
La forza del destino (1862), il Don Carlos (1867): nessun altro paese
europeo al di fuori dell’Italia ha tanto affascinato Giuseppe Verdi
come la Spagna. A Verdi è stato proposto inoltre di comporre un’opera
spagnola sull’eroe nazionale Guzmàn el Bueno, così come un’altra
opera, Simon Boccanegra, benché di argomento italiano, è tratta da un
dramma spagnolo. Inoltre, è importante il suo viaggio turistico in
Spagna dopo aver preparato la rappresentazione de La forza del
destino a Madrid.
1
Il critico spagnolo José López–Calo sostiene che «L’ Ernani, benché di
argomento storico spagnolo, non ha in realtà alcun legame con la
nazione iberica»
2
. A dispetto di questa sua affermazione, l’ Ernani è
funzionale all’espressione dell’idea che Verdi si è fatto della Spagna:
lo stesso López–Calo, domandandosi quale sia il concetto verdiano
della Spagna, sostiene che «è un concetto comune nel suo tempo
presso gli stranieri, un’immagine che potremmo definire romantica»
3
.
1
JOSÈ LÓPEZ – CALO, La Spagna in Verdi, in Atti del III Congresso internazionale di studi
verdiani, Milano 12 – 17 giugno 1972, Istituto di studi verdiani, pag. 244
2
Ibidem.
3
Ivi, pag. 248
7
Già nell’ Ernani emerge una Spagna «romantica» , vista e analizzata
secondo i dettami della corrente storico–culturale che aveva investito
l’intera Europa nel XIX secolo. Una corrente che produce effetti ben
incisivi in Francia, dove nel 1830 viene messo in scena Hernani,
dramma di Victor Hugo (da cui per l’appunto deriva l’ Ernani di Verdi)
la cui prefazione diventa ben presto manifesto del Romanticismo
letterario e teatrale francese.
E prodotti tipici del Romanticismo, nello specifico di quello letterario
spagnolo, sono i due drammi letterari di cui Verdi si è servito per la
composizione de Il Trovatore e La forza del destino: rispettivamente
El Trovador di Antonio Garcìa Gutiérrez e Don Alvaro o la fuerza del
sino di Ángel Saavedra, noto con lo pseudonimo di duca di Rivas. La
particolarità del Romanticismo spagnolo sta nel fatto che già di per sé
la letteratura e il teatro spagnoli, «con la rappresentazione di tipi
umani, cavallereschi e spavaldi»
4
, si pongono come «oggetto» del
movimento romantico: «la Spagna era nel Romanticismo prima che il
Romanticismo fosse in Spagna»
5
, cioè prima della penetrazione stessa
del Romanticismo nella nazione iberica.
Come è ben noto, la penetrazione del Romanticismo avviene anche in
Italia, ricongiungendosi soprattutto agli aneliti politici del
Risorgimento: è l’ideale di libertà quello che fa breccia in Italia, ancora
divisa in tanti staterelli e occupata da potenze straniere. E Verdi
incarna pienamente questo ideale, che alimenta in lui un senso
patriottico già evidente nelle sue opere giovanili. Il riflesso dell’ideale
4
ENRIQUE FRANCO, Il Romanticismo spagnolo, Ángel Saavedra e D. Alvaro, in Bollettino
quadrimestrale dell’Istituto di studi verdiani, vol. II, n. 4, Parma, Istituto di studi verdiani,
1961, pag. 74
5
JOSÉ MANUEL BLECUA, El Romanticismo y sus características, introduzione a Poesía
romántica (Antologia), Saragozza, 1956; citato in ENRIQUE FRANCO, Il Romanticismo
spagnolo, cit., pag. 74
8
di libertà, intesa come negazione delle tirannidi e degli assolutismi, è
nella sua ultima opera «spagnola», il Don Carlos, tratto dal dramma
del poeta tedesco Friedrich Schiller: qui il problema, in realtà non
soltanto italiano, dei rapporti tra Chiesa e Stato viene «riproposto» in
un’epoca e in un ambiente riferi ti al passato, e cioè nella Spagna di
Filippo II
6
.
Quindi, anche se per motivi e con forme diversi, l’ Ernani, Il Trovatore,
La forza del destino e il Don Carlos sono opere romantiche e, in
quanto tali, espressione della Spagna così come viene vista in tale
epoca.
E’ importante sottolineare subito, a scanso di equivoci, che l’idea che
Verdi si è formato della Spagna è sostanzialmente incompleta, monca:
come dice López–Calo, è stata un’idea comune all’estero, alimentata
altresì dalla stessa classe dirigente spagnola
7
e, nel caso del Don
Carlos, storicamente sbagliata, perché le idee politico–religiose, e le
azioni ad esse conseguenti, del re Filippo II sono state pratica comune
anche agli altri governanti europei del XVI secolo.
8
1.2. Il Romanticismo e i suoi riflessi nel teatro verdiano
È stato detto che Verdi, della Spagna, si è formato un’idea «romantica»
: è opportuno, anche se in poche righe, definire in che modo il
Romanticismo abbia inciso sul teatro di Verdi.
6
GEORGE MARTIN, Verdi, la Chiesa e il “Don Carlo”, in Atti del II Congresso
internazionale di studi verdiani, Verona, Parma, Busseto, 30 luglio – 5 agosto 1969, Istituto di
studi verdiani, pagg. 146 - 47
7
JOSÈ LÓPEZ – CALO, La Spagna in Verdi cit., pag. 249
8
JOSÈ LÓPEZ – CALO, Il conflitto tra Chiesa e Stato nel “Don Carlos / Don Carlo”, in Atti
del II Congresso internazionale di studi verdiani, cit., pag. 83
9
Occorre ricordare che il termine «romanticismo» nasce in ambito
letterario, ma si estende successivamente ad indicare altre
manifestazioni artistiche e quasi ogni aspetto della cultura europea
nella prima metà dell’Ottocento. Sebbene l’espressione romantic
compare per la prima volta in Inghilterra nel XVIII secolo per
designare un genere di narrativa fantastica e cavalleresca ambientata
preferibilmente nel Medioevo, e più tardi il romanzo gotico, qualificato
romance, è in Germania che il Romanticismo è stato teorizzato. È
proprio Schiller che elabora una delle sue idee–chiave: in un saggio del
1795–96 scrive che alla poesia «ingenua», propria degli antichi e che
nasce da un sentimento di spontanea armonia tra l’uomo e la natura, si
oppone la poesia «sentimentale», propria dei moderni, che riflette la
rottura di quell’equilibrio e il piegarsi malinconico dell’uomo su sé
stesso. I fratelli Von Schlegel parlano altresì di una poesia «classica»
e di una poesia «romantica», quest’ultima caratterizzata da un
atteggiamento tormentato e inquieto, da un’aspirazione vana
all’infinito, dal senso cristiano del peccato e della redenzione.
Queste prime teorizzazioni del Romanticismo si innestano in
Germania su quel fenomeno storico–culturale, avviatosi negli anni
settanta del Settecento, noto come Sturm und Drang ( «tempesta e
passione»).
Il riferimento agli autori suddetti è utile per la definizione delle
principali tematiche della cosiddetta cultura romantica: la supremazia
dell’intuizione e del sentimento sulla ragione analit ica, prerogativa
dell’Illuminismo; la proclamazione del valore universale
dell’individuo, rispetto all’evidenziazione illuministica dei valori
universali che accomunano il genere umano; l’esaltazione delle
differenze nazionali, rispetto al cosmopolitismo illuminista; la
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rivalutazione delle tradizioni e della storia, rispetto alla negazione
illuministica del passato; il ritorno alla religione e allo spiritualismo,
rispetto al materialismo e all’esaltazione della scienza, tipici del
Settecento. I temi della cultura romantica investono innanzitutto la
letteratura, sia la prosa sia la poesia, l’arte, ma fanno breccia anche nel
teatro.
Nel teatro la rottura con la tradizione si esplica innanzitutto nel
mancato rispetto delle cosiddette unità aristoteliche di tempo, di luogo
e azione. Giusto per rimanere in tema, El Trovador è suddiviso in
cinque «giornate»: ciò è una spia dell’allontanamento dal principio
dell’unità di tempo
9
, che presuppone che tutta l’azione di un dramma
si svolga nell’arco di una sola gior nata; ancora, il Don Alvaro o la
fuerza del sino è un esempio del mancato rispetto anche dell’unità di
luogo: non solo l’azione si svolge nell’arco di cinque anni, ma anche in
parti diverse della Spagna, e persino dell’Italia.
A questo bisogna aggiungere anche la mescolanza di stili diversi, il
sublime e il grottesco, l’alto e il basso, il tragico e il comico,
caratterizzanti il teatro di Shakespeare, il cui esempio viene seguito da
Victor Hugo nella prefazione al suo Cromwell del 1827 e nella messa
in scena tre anni dopo dell’ Hernani.
Nel teatro la rottura con il passato non avviene solo a livello di forme,
ma soprattutto a livello di temi. L’elemento ca ratteristico del
Romanticismo, la valorizzazione del sentimento, viene portato sulle
scene dei teatri europei. Le passioni sono rappresentate nelle forme più
esasperate e violente: l’amore è quella predominante. E alla
rappresentazione delle passioni si accompagna la valorizzazione
9
FELICE TODDE, Cenni sul rapporto tra El Trovador di García Gutiérrez ed «Il Trovatore»
di Verdi, in «Nuova Rivista Musicale Italiana», XX,1986, pag. 401
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dell’individuo: a differenza della ragione, che è un tratto comune agli
uomini, il sentimento e le passioni connotano l’individuo per quello
che è rispetto agli altri: ogni individuo è tale perché prova emozioni e
sentimenti, che non sono mai gli stessi per tutti gli individui.
Individualismo non significa solo unicità della persona dovuta al
sentimento, alla passione, ma significa anche difficile rapporto con il
mondo circostante, con la società, con la natura. È questo un altro tema
del Romanticismo: il conflitto tra l’io e il mondo, tra l’io e la società,
tra l’io e la natura. Le manifestazioni dell’io urtano con gli schemi
sociali e naturali; il sentimento, la passione devono spesso soccombere
di fronte a un contesto sociale dove quello che conta è l’appartenenza a
un determinato ceto e ai suoi modi di fare e di pensare; o di fronte a
leggi della natura che non sono spiegabili; di fronte al destino, alla
fatalità. Questi aspetti non sono ignorati dal teatro europeo: anzi si può
dire che sono combinati con un altro tema della cultura romantica,
quello della rivalutazione della storia e, nello specifico, l’interesse per
le epoche passate, in particolare il Medioevo.
L’interesse per il Medioevo nel teatro si manifesta non solo
nell’ambientazione delle storie, ma anche nel riferimento al modello
sociale in esso vigente: quello di una società assolutista, gerarchica,
soggetta all’autorità religiosa. È in tale quadro che generalmente sono
ambientate le storie d’amore del periodo romantico: come nella vita le
ambizioni individuali sono frenate dai limiti imposti dalla realtà nelle
sue mille sfaccettature, così l’amore, anch’esso mezzo di realizzazione
personale, ma in generale ogni passione deve sottostare alle logiche
sociali, alle logiche di potere, anche di quello ecclesiastico. Quindi è
nelle epoche passate, in particolare il Medioevo, che viene trasposta
l’infelicità e i conflitti dell’anima romantica. Le scene teatrali