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Introduzione
L‟idea di incentrare la presente dissertazione sulle caratteristiche divergenti tra
sopratitolazione e sottotitolazione e sull‟analisi delle dinamiche coinvolte in entrambi i
processi di titolazione, è nata in seguito ad un‟esperienza di stage realizzata presso il Teatro
Arena Sferisterio di Macerata in occasione della Stagione Lirica 2010, tra i mesi di maggio e
luglio 2010. Durante questo periodo di collaborazione con lo Sferisterio ho avuto l‟occasione
di muovere i primi passi nel settore della traduzione audiovisiva in ambito teatrale,
realizzando i sopratitoli per la messa in scena di due opere liriche. Il fatto di prendere parte in
prima persona al processo di creazione dei sopratitoli mi ha dato l‟opportunità di constatare le
numerose divergenze che esistono tra la tecnica della sopratitolazione per l‟opera lirica e
quella della sottotitolazione interlinguistica per prodotti filmici, che avevo avuto l‟occasione
di apprendere e praticare durante il corso di Traduzione Multimediale dall‟inglese all‟italiano,
tenutosi nel secondo semestre dell‟anno accademico 2009/2010 presso il mio corso di laurea
magistrale in Lingue Moderne per la Comunicazione e la Cooperazione Internazionale.
Affrontare la sopratitolazione di un‟opera lirica dopo aver praticato per mesi la
sottotitolazione interlinguistica per prodotti cinematografici è stata un‟esperienza altamente
istruttiva, poiché mi ha portato a riflettere sulle profonde differenze esistenti tra queste due
modalità di trasferimento linguistico. Pertanto, l‟obiettivo del presente lavoro è quello di
mettere in risalto gli aspetti divergenti riscontrati tra le due tecniche traduttive sopra
menzionate, illustrando dapprima i principi teorici della sottotitolazione attingendo alla
letteratura di riferimento e, successivamente, analizzando parte del materiale empirico frutto
del processo di sopratitolazione al quale ho preso parte.
In particolare, il presente lavoro è organizzato e strutturato in quattro capitoli, di cui
tre a carattere teorico e uno di natura pratica. All‟interno del primo capitolo, verrà
inizialmente presentata una panoramica generale sul settore audiovisivo e verrà fornita una
definizione teorica del concetto di traduzione audiovisiva, soffermando anche l‟attenzione su
alcune questioni terminologiche che interessano questo settore. Successivamente, si discuterà
dello stato attuale degli studi sulla traduzione audiovisiva come nuovo settore di ricerca, della
sua collocazione in ambito accademico come disciplina di insegnamento emergente e del
riconoscimento ottenuto all‟interno del più ampio filone degli studi scientifici sulla traduzione
(Translation Studies). Infine, verranno elencate e descritte nel dettaglio le principali
metodologie di trasferimento linguistico attualmente in uso nella realtà professionale.
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Nel secondo capitolo, invece, la discussione sarà dedicata all‟approfondimento di una
particolare metodologia di traduzione audiovisiva: la sottotitolazione interlinguistica in
ambito cinematografico. In questa sede verranno descritti i tratti distintivi di questa pratica
traduttiva, gli scopi e le funzioni del suo utilizzo, nonché le differenti tipologie di sottotitoli
che possono essere rilevate nella realtà professionale. Inoltre, verrà anche presentato un
excursus sulla storia e la diffusione della sottotitolazione interlinguistica nel contesto europeo.
Nell‟ultima parte, saranno elencati e descritti i parametri tecnici da rispettare e le più comuni
strategie linguistiche impiegate nel processo di sottotitolazione di un film straniero.
Nel terzo capitolo, si procederà invece con la discussione approfondita dell‟altra
tecnica di trasposizione linguistica esaminata nel presente lavoro, ovvero la sopratitolazione
di un‟opera lirica. Nella prima parte verranno illustrate le origini, gli sviluppi e la diffusione
del teatro d‟opera in Europa; successivamente, si procederà con l‟elencazione e la descrizione
approfondita delle due principali tecniche di trasferimento linguistico impiegate nella storia
per tradurre e rendere comprensibile un‟opera lirica straniera: la traduzione cantata e recitata e
la realizzazione di libretti multilingui. Nella seconda parte, si affronterà la discussione
dedicata alla tecnica della sopratitolazione operistica descrivendone le origini, gli sviluppi, gli
scopi e le differenti tipologie di sopratitoli che possono essere integrati in uno spettacolo
lirico, ovvero quelli interlinguistici e quelli intralinguistici. Si prenderanno in considerazione
anche gli aspetti relativi alla ricezione di un‟opera lirica sopratitolata, ponendo particolare
attenzione sulla sua dimensione multisemiotica. Infine, si andranno ad analizzare i parametri
di natura tecnica e linguistica implicati nel processo di sopratitolazione di un‟opera teatrale,
nonché le varie fasi coinvolte nella realizzazione del lavoro.
Dopo aver fornito le principali basi teoriche, il quarto e ultimo capitolo sarà di natura
essenzialmente pratica poiché dedicato all‟analisi del processo di titolazione di due opere
liriche (una in italiano e un‟altra in latino) al quale ho preso parte in prima persona nel corso
della mia attività di stage allo Sferisterio. La realizzazione della suddetta analisi avrà come
obiettivo primario quello di mettere in evidenza le differenze di natura tecnica esistenti tra la
sopratitolazione dell‟opera teatrale e la sottotitolazione interlinguistica cinematografica,
pertanto si andranno ad esaminare soltanto quei determinati aspetti che permettono di scindere
definitivamente la sopratitolazione dalla sottotitolazione e che le conferiscono il meritato
status di traduzione nel settore dell‟audiovisivo.
Al termine dell‟analisi, verranno presentate le conclusioni dell‟intero lavoro svolto,
nelle quali si descriveranno gli aspetti divergenti rilevati tra le due modalità di trasposizione
linguistica prese in esame nella presente dissertazione.
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1. La traduzione audiovisiva: ricerche, studi e
contesti applicativi
1.1 Introduzione all’audiovisivo
Il fenomeno della globalizzazione ha avuto un impatto piuttosto forte e diretto su tutti noi,
soprattutto per ciò che riguarda la dimensione linguistica e culturale. Il rapido sviluppo delle
tecnologie dell‟informazione e della comunicazione (information technology) ha modificato
profondamente alcuni aspetti della nostra vita quotidiana e, grazie alla diffusione dei mezzi di
comunicazione di massa e al rapido sviluppo tecnologico avvenuto negli ultimi decenni,
abbiamo assistito ad una massiccia produzione e distribuzione su scala mondiale di prodotti
audiovisivi di ogni genere.
Non è un‟esagerazione affermare che al giorno d‟oggi siamo costantemente circondati
da dispositivi e strumenti tecnologici di ogni forma e dimensione, i quali ci permettono di
lavorare, apprendere, tenerci informati e trascorrere il tempo libero (ad esempio guardando
film o cartoni animati in televisione, giocando ai videogiochi, visualizzando videoclip sul
web, ecc.). Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una vera e propria rivoluzione audiovisiva,
con la creazione di canali televisivi satellitari, l‟avvento di Internet, il moltiplicarsi di pagine e
siti web, la nascita della telefonia mobile e la proliferazione di film, cartoni animati,
documentari e altri prodotti cinematografici in versione dvd. Nell‟era digitale, dunque, si ha
accesso ad una grande varietà di materiali audiovisivi provenienti da ogni paese del mondo;
parallelamente, la comunicazione ha assunto un ruolo sempre più importante nella nostra
società, tanto da diventare un vero e proprio prodotto sul mercato internazionale.
Per queste due principali ragioni, il ruolo delle lingue e, in particolare, le attività legate
al trasferimento linguistico, hanno acquisito un‟importanza crescente negli ultimi anni poiché
divenute essenziali per diffondere informazioni e veicolare conoscenze a livello
internazionale. La competenza linguistica svolge quindi un ruolo di primaria importanza, in
quanto indispensabile per usufruire di prodotti audiovisivi di ogni nazionalità e per
comprendere il significato dei testi che questi nuovi prodotti incorporano. È sorta così una
nuova esigenza, ovvero quella di abbattere qualsiasi tipo di barriera (linguistica, culturale, ma
anche sensoriale) che impedisca una piena accessibilità e fruibilità dei prodotti distribuiti per
mezzo delle tecnologie audiovisive e multimediali ad un pubblico sempre più vasto ed
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eterogeneo (in termini di età, sesso, livello di istruzione, estrazione sociale, caratteristiche
fisiche, capacità ricettive, lingua e cultura). In conseguenza di tale fenomeno, ha assunto
un‟importanza cruciale la dimensione culturale, linguistica e soprattutto traduttologica. Non è
difficile immaginare, quindi, quanto sia ampia la varietà di metodologie traduttive ed ambiti
applicativi che possono essere ascritti al settore della traduzione audiovisiva.
Lo scopo del presente capitolo, dunque, è quello di offrire un quadro teorico di
riferimento che permetta di comprendere e analizzare nel dettaglio le caratteristiche e le
peculiarità che contraddistinguono la traduzione audiovisiva, elencare le principali tecniche
traduttive in uso oggi e differenziare questo tipo di traduzione da altre forme di trasposizione
linguistica che per tradizione sono al centro degli studi sulla traduzione.
1.2 Definizione di traduzione audiovisiva
Che cosa significa esattamente „traduzione audiovisiva‟? Con questa espressione si fa
riferimento a tutta una serie di modalità e tecniche traduttive impiegate per abbattere le
barriere linguistiche, culturali, ma anche sensoriali che impediscono la piena comprensione di
materiali e prodotti audiovisivi, i quali sono stati creati in un determinato contesto
sociolinguistico ma vengono anche esportati e distribuiti all‟estero, ovvero in comunità
linguistiche e culturali differenti da quella di origine (Perego 2005: 7). Ciò che
contraddistingue la traduzione audiovisiva e che la differenzia da altre tipologie traduttive
(come la traduzione letteraria, giuridica, economica, ecc.), è il suo stretto e costante rapporto
con la tecnologia, in particolare la tecnologia legata ai supporti multimediali e audiovisivi
(televisione, cinema, computer, videocassette, dvd, ecc.) nonché la natura e le caratteristiche
distintive del testo audiovisivo stesso. Le forme di traduzione audiovisiva più note e
conosciute al giorno d‟oggi sono quelle legate alla traduzione per il cinema e la televisione,
quindi il doppiaggio e la sottotitolazione, ma come vedremo più avanti nella presente
trattazione ne esistono molti altri tipi e varietà. Tuttavia, va precisato che il doppiaggio e la
sottotitolazione sono sempre più percepite come delle macrocategorie alle quali fanno capo
molte altre tecniche e modalità di trasposizione linguistica più moderne e innovative (vedi
1.7). Sebbene siano tutte molto diverse tra loro per ciò che riguarda pubblico di destinazione,
processi di realizzazione e contesti applicativi, le varie forme di traduzione audiovisiva sono
caratterizzate dal fatto di possedere alcuni tratti distintivi che le accomunano: in primo luogo,
sono sempre in vario modo condizionate dal fattore tempo; devono calibrare la densità delle
informazioni da presentare; abbattono le frontiere esistenti tra codice orale e codice scritto e,
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infine, devono tener conto delle esigenze informative dei destinatari finali e delle loro
capacità ricettive.
1.2 Accessibilità e traduzione audiovisiva
Nel definire la natura e gli scopi della traduzione audiovisiva nelle righe sopra, sono stati
menzionati non solo ostacoli di tipo linguistico e culturale che impediscono l‟accessibilità ai
prodotti audiovisivi, ma anche quelli di tipo sensoriale. Le barriere sensoriali a cui si fa
riferimento in questa sede sono, nello specifico, quelle relative all‟udito e alla vista. Ciò
significa che i soggetti con disabilità visive e uditive non potrebbero avere accesso ai prodotti
audiovisivi, se non grazie al supporto fornito loro per mezzo di particolari metodologie e
strumenti di natura linguistica che si vanno ad inserire nel già vasto panorama della
traduzione audiovisiva.
In questa prospettiva, dunque, acquisisce notevole importanza il concetto di
accessibilità, intesa come la possibilità, o meglio, il diritto posseduto da ogni individuo di
usufruire dei contenuti e dei materiali trasmessi per mezzo delle tecnologie dell‟informazione
e della comunicazione. In una società che vuole essere sempre più equa e inclusiva, il
concetto di accessibilità ha assunto quindi un importante ruolo sociale e, in ragione di ciò,
sono aumentati gli sforzi per rendere le varie tipologie di prodotti e programmi audiovisivi
usufruibili da parte di un pubblico che, altrimenti, non potrebbe accedervi. Al giorno d‟oggi,
le leggi in materia di accessibilità in vigore in tutta Europa prevedono l‟utilizzo di due forme
particolari di traduzione audiovisiva: la sottotitolazione per non udenti e l‟audiodescrizione
per non vedenti (Zirone 2009: 3). Queste due procedure, sebbene non implichino un
trasferimento linguistico da una lingua di partenza a una lingua di arrivo, sono state
riconosciute e catalogate come forme di traduzione audiovisiva proprio in virtù del fatto che
permettono a soggetti non udenti e non vedenti la comprensione e quindi la fruibilità di molti
beni e servizi audiovisivi e la possibilità di accedere a maggiori fonti di informazione. A
confermare l‟importanza di queste due tecniche di traduzione sul piano sociale e per
promuovere la loro diffusione nei media, è stata disposta una direttiva europea nell‟ambito
delle politiche per l‟accessibilità alle informazioni e ai contenuti audiovisivi, la quale dispone
all‟articolo 7 quanto segue:
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Access for the sight- and/or hearing impaired (Article 7)
The new rules aim to make audiovisual content increasingly accessible for these groups.
Governments must encourage media companies under their jurisdiction to do this, e.g. by
subtitling and audio description. (Audiovisual Media Services Directive)
Detto ciò si può affermare che, qualunque tipo di ostacolo esista tra un prodotto
audiovisivo e l‟utente finale, lo scopo del processo traduttivo rimane sempre quello di
abbattere qualsiasi barriera esistente e facilitare l‟accesso ad una fonte di informazione o di
conoscenza. La nozione di accessibilità, dunque, è diventata il principale denominatore
comune che sta alla base di tutte le metodologie traduttive in uso nel mercato audiovisivo
(Díaz Cintas, Remael 2007: 12-13).
1.3 Aspetti terminologici della traduzione audiovisiva
La terminologia utilizzata per parlare di ciò che oggi conosciamo come traduzione
audiovisiva è stata soggetta a numerosi cambiamenti nel corso degli anni, rispecchiando anche
il mutamento e l‟evoluzione di tecniche e strategie. Infatti, i primi studiosi che intrapresero le
ricerche in questo vasto settore, inizialmente preferirono utilizzare l‟espressione „traduzione
filmica‟ (in inglese film translation), la quale evidenzia un particolare tipo di prodotto
sottoposto al processo traduttivo, ovvero il film. Tuttavia, tale definizione risulta troppo
restrittiva poiché il film non è l‟unico materiale audiovisivo che necessita di essere tradotto.
Venne quindi adottata l‟etichetta, ancora oggi molto utilizzata, di „traduzione per lo schermo‟
(in inglese screen translation), la quale mette in risalto il mezzo attraverso il quale la maggior
parte dei prodotti audiovisivi viene distribuita, ovvero lo schermo, sia esso di un televisore,
del cinema o del computer. Tale denominazione permette di includere anche la traduzione di
altri materiali audiovisivi, come i videoclip, i videogiochi, le pagine web, i software e i
programmi per il computer (Perego 2005: 8).
Tuttavia, ciascuna delle suddette definizioni, sebbene pertinente, sembra dare rilievo a
singoli aspetti dell‟oggetto di studio in questione, ma nessuna permette di descriverlo nella
sua totalità. Un‟espressione più recente e più esplicativa che da alcuni anni ha preso piede
nella letteratura di riferimento e si è diffusa tra professionisti, ricercatori e studiosi, è quella di
„traduzione audiovisiva‟(in inglese audiovisual translation, da cui l‟acronimo AVT), la quale
permette di fare riferimento ad un‟ampia varietà di prodotti, metodologie traduttive e contesti
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applicativi (Ibid.). Quando si parla di traduzione audiovisiva, infatti, si va a tastare un terreno
molto ampio e variegato, al quale appartengono differenti pratiche traduttive impiegate nei
contesti più svariati e numerose tipologie di prodotti che vengono distribuiti attraverso i
media (cinema, televisione, dvd, videocassette, computer, ecc.), ovvero quei prodotti nei quali
la componente verbale, e di conseguenza l‟attività di trasferimento linguistico, implica una
forma di interazione con immagini e suoni (Díaz Cintas, Remael 2007: 12). Qualsiasi
prodotto di natura audiovisiva, infatti, si contraddistingue per il fatto che il messaggio viene
trasmesso al destinatario finale (gli spettatori) attraverso l‟uso simultaneo di vari canali, come
quello acustico (musiche, voci, suoni, ecc.) e quello visivo (le azioni dei personaggi che
appaiono sullo schermo, la loro gestualità, i loro costumi, la fotografia, ecc.).
L‟ampio orizzonte terminologico presentato sopra rispecchia perfettamente la vastità e
la complessità dell‟oggetto di studio analizzato in questa sede. Inoltre, la continua oscillazione
nella terminologia usata per descrivere questo settore di ricerca impone anche una riflessione
sulla sua natura dinamica e la sua continua evoluzione ed espansione, che si verifica in
concomitanza con il progresso della tecnologia alla quale è inesorabilmente ancorato.
1.4 Trasposizione linguistica di testi audiovisivi: traduzione o adattamento?
Per comprendere al meglio i tratti distintivi della traduzione audiovisiva, occorre innanzitutto
porre particolare attenzione sulle caratteristiche peculiari che contraddistinguono i vari tipi di
materiali audiovisivi. Quando si parla di prodotto audiovisivo, solitamente ci si riferisce a
film, cortometraggi, telefilm, documentari, cartoni animati, programmi televisivi, videogiochi,
videoclip, software interattivi per il computer, nonché spettacoli e rappresentazioni teatrali.
Sebbene siano tutte molto diverse tra loro, le opere sopra menzionate sono accomunate dal
fatto di essere composte da molteplici elementi che vengono presentati al pubblico finale
attraverso il canale acustico e il canale visivo in maniera simultanea. In un prodotto
audiovisivo, infatti, appaiono contemporaneamente suoni, rumori, voci, musiche, ma anche
immagini, fotografie e documenti scritti che, combinati insieme, concorrono alla formazione
di un testo unitario dalla notevole complessità semiotica. Il testo audiovisivo costituisce,
dunque, una tipologia testuale a sé stante, poiché presenta al suo interno differenti codici
semiotici che devono essere presi in considerazione nel momento in cui ci si va ad occupare
della traduzione delle componenti verbali presenti. Il fatto che il testo tradotto debba
„convivere‟ con altri tipi di elementi quali le immagini e i suoni, nonché la natura del mezzo
stesso attraverso il quale i prodotti audiovisivi vengono distribuiti (ovvero lo schermo), fanno
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sì che la traduzione degli elementi verbali sia soggetta a notevoli limitazioni, principalmente
di natura spazio-temporale. Di conseguenza, le soluzioni traduttive adottate di volta in volta
debbono sottostare ad una serie di regole e limitazioni, affinché la componente verbale
tradotta di un prodotto audiovisivo sia in totale armonia con le componenti sonore ed
iconografiche presenti e si adatti, al contempo, alla natura del mezzo di distribuzione.
Alla luce delle caratteristiche distintive dei media e del testo audiovisivo stesso, per
molti anni la traduzione in questo settore è stata ignorata dalla comunità di ricerca linguistica
e traduttologica, dedicata esclusivamente allo studio e all‟analisi di traduzioni in ambito
letterario, poetico, scientifico, giuridico, economico, medico, ecc. Le varie modalità di
trasposizione linguistica impiegate per tradurre testi audiovisivi, inizialmente non vennero
prese in considerazione nell‟ambito degli studi sulla traduzione (Translation Studies), poiché
non si attribuiva a queste attività lo status di traduzione. Piuttosto, si preferiva parlare di casi
di adattamento linguistico. Questa etichetta dalla leggera connotazione negativa era dovuta ad
uno scarso prestigio attribuito ai media e ai prodotti di natura audiovisiva, considerati di
minor valore culturale rispetto, ad esempio, ai testi letterari o poetici. A ciò si aggiunge una
visione ristretta e limitata del concetto stesso di traduzione, che veniva intesa come un‟attività
volta a trasporre in maniera letterale e fedele da una lingua di partenza a una lingua di arrivo
un testo di natura rigorosamente scritta. Chiaramente, sotto tale definizione non potevano
rientrare tutte quelle attività di trasposizione linguistica effettuate per i vari tipi di prodotti
audiovisivi, considerato l‟alto grado di manipolazione al quale deve essere sottoposta la
componente verbale per essere tradotta; inoltre, le varie tipologie di prodotto audiovisivo non
venivano riconosciute come veri e propri testi, data la loro natura multisemiotica.
Sul piano teorico, uno dei primi passi avanti nel riconoscimento della traduzione
audiovisiva come vera e propria disciplina traduttologica, è stato compiuto per mano della
studiosa tedesca Katharina Reiss (1977), la quale si è ispirata alla classificazione delle tre
funzioni del linguaggio proposta dallo psicologo Karl Bühler. In particolare, Reiss identifica
tre tipologie di testo differenti, corrispondenti alle tre principali funzioni linguistiche:
espressiva, informativa e pragmatica. Con l‟obiettivo di conferire il dovuto riconoscimento a
quelle forme di traduzione che fino ad allora erano rimaste nell‟ombra, Reiss (1977: 111)
rivolge un‟attenzione particolare a tutte quelle tipologie testuali nelle quali la componente
verbale deve coesistere con altri segni semiotici, mantenendo con questi un legame costante.
In questo senso, Reiss identifica un macrotesto, una sorta di macrostruttura globale che lei
definisce „audio-medial text type‟ (testo „audiomediale‟), che prende in considerazione le
caratteristiche peculiari della comunicazione orale e della lingua parlata e abbraccia
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pienamente le tre funzioni comunicative individuate e le tre tipologie testuali corrispondenti.
Tra gli esempi di questo nuovo testo riportati da Reiss, appaiono le canzoni, gli annunci
pubblicitari, i fumetti, le ballate medievali, le danze, ecc. È ovvio che, sebbene non vengano
menzionate esplicitamente le varie tipologie di testo audiovisivo conosciute oggi, queste
possono essere senza alcun dubbio annoverate all‟interno dell‟elenco fornito da Reiss (Díaz
Cintas, Remael 2007: 10).
Con il passare degli anni, molti altri studiosi hanno offerto il loro contributo teorico allo
scopo di rompere le barriere della traduzione e prendere in considerazione anche tutte quelle
nuove realtà professionali che stavano emergendo nel settore dell‟audiovisivo. Tra questi, vale
la pena di ricordare Delabastita (1989), Mayoral Asensio (2001) e Gambier (2003). In
particolare, Mayoral Asensio propone una ridefinizione del concetto stesso di traduzione,
sostenendo che:
The definition of the object of study in translation studies is not the definition of a natural process
that assumes an unchanging nature; rather it is the definition of a technological process that
continually evolves and changes. Our role is not to close the door on new realities but to favour
and encourage them. We need open definitions that can be modified both to envelop new realities
(sign language interpretation, multimedia, text production), and to get rid of those that have ceased
to be useful and necessary. (Mayoral Asensio 2001, in Díaz Cintas, Remael 2007: 10)
Riassumendo le parole di questo studioso, la traduzione deve essere vista da una
prospettiva nuova e deve essere percepita in maniera meno statica e più flessibile; allo stesso
modo, gli studi sulla traduzione devono cercare di aprirsi a nuove realtà ed accogliere tecniche
e modalità innovative che siano in linea con le esigenze del momento.
Fortunatamente, al giorno d‟oggi la maggior parte degli studiosi e dei ricercatori ha
allargato la propria visuale ed è giunta al riconoscimento ufficiale nel campo della traduzione
anche di tutte quelle attività di trasferimento linguistico volte ad agevolare la comprensione di
prodotti audiovisivi in lingua straniera o l‟accessibilità a questi ultimi da parte di individui
con disabilità visive o uditive. I parametri tecnici quali l‟equivalenza e la fedeltà formale
utilizzati per valutare la qualità di una traduzione, perdono il loro valore originario in questo
nuovo settore e vengono valutati da un punto di vista nuovo e più flessibile. Di conseguenza,
anche la traduzione stessa viene percepita in maniera meno statica, più aperta e declinabile in
forme e tipologie sempre nuove.
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1.5 La traduzione audiovisiva: una nuova disciplina di studio
Nonostante l‟importanza del suo ruolo nella comunicazione interlinguistica ed interculturale
tra paesi diversi, la traduzione audiovisiva è un campo di ricerca relativamente recente, poiché
ha iniziato a suscitare l‟interesse di studiosi e ricercatori solo a cavallo tra gli anni Ottanta e
Novanta del Novecento. In questo periodo, infatti, in Europa si è affermata una nuova
consapevolezza linguistica e, al contempo, i media hanno acquisito un ruolo sempre più
importante nella società, divenendo i principali strumenti di comunicazione e di promozione
delle varie identità linguistiche e culturali. Proprio in questi anni, sono state redatte le prime
tesi di laurea incentrate sull‟analisi di aspetti linguistici e tecnici coinvolti nella traduzione di
testi audiovisivi e, nello stesso periodo, la pubblicazione di studi e risultati di ricerche in
questo nuovo settore disciplinare ha raggiunto una diffusione sempre più ampia.
Un altro segnale importante per un settore della traduzione che fino a poco tempo
prima era rimasto inesplorato è stata l‟attivazione, in alcuni dei più prestigiosi atenei europei,
di corsi pre e postuniversitari volti ad approfondire la conoscenza degli aspetti implicati nel
trasferimento linguistico di un testo audiovisivo e a fornire le competenze tecniche necessarie
ai futuri traduttori audiovisivi. In questo modo, è stato consolidato il meritato riconoscimento
ufficiale alla scientificità della traduzione audiovisiva ed è stato conferito valore alla sua
ricchezza teorica come nuovo settore disciplinare. Tra le maggiori università che per prime
hanno predisposto corsi appositamente dedicati a questo nuovo campo di studi, si segnalano il
Centre for Translation Studies and Lexicography dell‟Università di Copenhagen, l‟Università
di Lilles in Francia, la Provinciale Hogeschool voor Vertalers en Tolken in Belgio,
l‟Università di Turku (Turun Yliopisto) in Finlandia e la Dublin City University in Irlanda.
Attualmente, esistono anche numerosi atenei in Italia, Spagna ed Inghilterra che offrono una
miriade di corsi e master a diversi livelli per la formazione di traduttori professionisti da
inserire nel settore audiovisivo. (Perego 2005: 14- 15). Infatti, in seguito al riconoscimento
della traduzione audiovisiva come vera e propria disciplina traduttologica, anche la figura del
traduttore audiovisivo è stata notevolmente rivalutata e oggi viene considerato un
professionista a tutti gli effetti. Se in passato la traduzione di testi audiovisivi veniva svolta da
personale non qualificato e con scarse competenze linguistiche e tecniche, oggi questa attività
è affidata esclusivamente a persone competenti e con un adeguato livello di preparazione, sia
teorica che pratica. Inoltre, lo sviluppo della tecnologia ha contribuito a migliorare e
velocizzare il lavoro del traduttore in maniera significativa, permettendogli di raggiungere
standard qualitativi sempre più elevati e di soddisfare le esigenze di un mercato in continua
espansione (Perego 2005: 12- 13).
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1.7 Principali metodologie di trasferimento linguistico
Quella che segue è una classificazione delle principali forme di trasposizione linguistica
utilizzate oggi nel campo audiovisivo, presentata inizialmente dallo studioso Yves Gambier
(2003) e riproposta dalla ricercatrice ed esperta di traduzione audiovisiva Elisa Perego (2005).
Seguendo la classificazione offerta da Gambier, si possono distinguere fino a tredici
tipologie di trasferimento linguistico nel settore audiovisivo; tra queste, otto sono quelle
dominanti e cinque quelle definite challenging, ovvero più complesse ed impegnative, ma al
tempo stesso più stimolanti. Tra quelle dominanti rientrano la sottotitolazione interlinguistica,
il doppiaggio, l‟interpretazione consecutiva, l‟interpretazione simultanea, il voice-over, il
commento libero, la traduzione simultanea e la produzione multilingue. Tra le tipologie
definite invece challenging rientrano la traduzione degli script (copioni e sceneggiature), la
sottotitolazione simultanea o in tempo reale, la sopratitolazione, l‟audiodescrizione per non
vedenti e la sottotitolazione intralinguistica per sordi. Tuttavia, la suddetta classificazione
(elaborata nel 2003) al giorno d‟oggi risulta essere sempre più obsoleta, poiché non è più in
grado di descrivere e rappresentare in maniera fedele quella che è la realtà professionale del
settore audiovisivo, notevolmente mutata nel corso degli ultimi anni. Inoltre, nella
classificazione di Gambier, vengono definite challenging delle modalità traduttive che oggi
sono diventate la normalità in molti paesi europei (come la sottotitolazione intralinguistica per
non udenti, l‟audiodescrizione per non vedenti, ecc.), grazie soprattutto al progresso
tecnologico che ha portato alla creazione di strumenti e programmi software sofisticati e
all‟avanguardia, rendendo possibile l‟impiego sempre più diffuso di tecniche e strategie
traduttive innovative ed efficaci.
Alla luce dei cambiamenti e degli sviluppi che si sono verificati negli ultimi anni nella
realtà professionale, in questa sede si intende presentare una nuova classificazione delle varie
modalità di trasposizione linguistica, più aggiornata e corretta rispetto a quella formulata da
Gambier, che tenga conto dei mutamenti e delle trasformazioni avvenute nel mercato
audiovisivo. Come è stato precedentemente affermato (vedi 1.2) le modalità di traduzione
audiovisiva che hanno ottenuto maggiore diffusione e notorietà sono la sottotitolazione e il
doppiaggio, le quali vengono percepite ormai come una sorta di macrocategorie che hanno
dato origine a molte altre tecniche e strategie di trasposizione linguistica, ciascuna avente
funzioni e caratteristiche differenti. Tra le forme di traduzione audiovisiva che fanno capo alla
sottotitolazione per il fatto che si concretizzano in forma scritta, rientrano la sottotitolazione
intralinguistica per non udenti, la sottotitolazione in tempo reale (conosciuta anche come live-
subtitling o real-time subtitling) e la connessa tecnica del respeaking, il fansubbing e la