INTRODUZIONE
Il presente lavoro di tesi ha l'ambizioso obiettivo di descrivere, dal punto
di vista delle manifestazioni patologiche, sia a livello comportamentale che
cognitivo, la sindrome di Prader – Willi (PWS); mira, inoltre, a confrontare le
performance di Working Memory tra soggetti affetti da PWS e soggetti
normodotati.
Tale ricerca non si inserisce in un quadro di studi universitari già avviati,
ma, con l'aiuto del Prof. Rossi e della Prof.ssa De Caro, è frutto della mia
personale voglia di indagare riguardo tale patologia rara, presente nella mia stessa
famiglia.
Il lavoro è composto da tre parti fondamentali: la prima, costituita dai
primi tre capitoli, è di tipo compilativo e cerca di spiegare la sindrome di Prader –
Willi in linee generali, la disfunzione ipotalamica in essa presente e in ultimo è
presente una breve rassegna sul disturbo compulsivo, sintomo caratterizzante la
sindrome; la seconda parte è un'indagine sulle principali manifestazioni che
caratterizzano la sindrome; la terza, la parte sperimentale, riguarda il deficit di
Working Memory.
Nel primo capitolo viene descritta la PWS sotto diversi profili: genetico,
diagnostico, sintomatologico e dello sviluppo. In questo capitolo, ho voluto
affrontare, anche se non troppo approfonditamente, l'analisi differenziale con la
sindrome di Angelman, lo spettro autistico in soggetti affetti da PWS e le
ripercussioni della sindrome nell'ambito familiare.
Nel secondo capitolo ho esaminato alcuni aspetti della PWS collegati alla
disfunzione ipotalamica, come l'iperfagia, i disturbi del ciclo sonno-veglia, le
disfunzioni a livello riproduttivo e i disturbi della memoria. La copiosità di tale
capitolo risente, in maniera profonda, della scarsa mole di lavori e riferimenti
esistenti in materia.
Il terzo capitolo è costituito da una breve rassegna che riassume i
principali contributi delle precedenti ricerche riguardo il disturbo compulsivo
della PWS, che si manifesta nella specifica forma dello skin-picking, elaborata
anche grazie all'aiuto prestatomi dal Prof. Giulio Lancioni e dal Prof. Fabrizio
Stasolla.
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Il quarto capitolo mostra, invece, i risultati di un'indagine inerente alle
principali manifestazioni patologiche della PWS, compiuta attraverso la
somministrazione di un questionario, appositamente elaborato da me in
collaborazione con la prof.ssa Maria Fara De Caro, ai genitori di bambini e
ragazzi affetti da sindrome di Prader – Willi.
Il quinto capitolo più specificatamente indirizzato alla ricerca oggetto
della presente tesi, cui il Dipartimento di Scienze Neuropsicologiche e
Psichiatriche del Policlinico di Bari, e in particolare il Dott. Pennelli, hanno
offerto un imprescindibile contributo, ha visto la partecipazione di soggetti
normodotati e di soggetti affetti da sindrome di Prader - Willi e ha l'ambizione di
dimostrare , attraverso la somministrazione di un test di WM verbale e visuo-
spaziale, fornitomi dal Prof. Renzo Vianello, rettore dell'Università di Padova,
l'ipotesi di come la PWS implichi la presenza nel soggetto di un deficit di
Working Memory (WM). Nel capitolo, oltre ai risultati, vengono illustrati il
campione, gli strumenti utilizzati e l'analisi dei dati.
Infine in appendice sono riportati i materiali utilizzati per le rilevazioni
delle principali manifestazioni patologiche della PWS e per la sperimentazione
inerente alla working memory.
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CAPITOLO 1: LA SINDROME DI PRADER-WILLI.
DESCRIZIONE, GENETICA E DIAGNOSI.
1.1 La sindrome di Prader-Willi
1.1.1 La malattia genetica
La malattia genetica è “una malattia determinata da alterazioni del
patrimonio genetico delle cellule, causate, a loro volta, da mutazioni a carico di
uno o più geni o da alterazioni nel numero e nella struttura dei cromosomi. Le
malattie genetiche, in realtà, comprendono solo una piccola parte delle possibili
alterazioni del genotipo, ovvero quelle che consentono lo sviluppo dell'organismo
fino al termine della gravidanza e la nascita del feto vivo. La maggior parte delle
alterazioni genetiche invece sono incompatibili con la vita e per questo
determinano l'interruzione precoce della gravidanza”
1
.
A seconda della causa dell'alterazione genetica, quindi, possiamo
distinguere le malattie genetiche in tre gruppi principali: quelle determinate da
alterazioni nel numero o nella struttura dei cromosomi e quelle mendeliane
determinate da mutazioni che interessano un singolo gene, per cui essere vengono
ereditate come caratteri autosomici dominanti (es.: Corea di Huntington), o come
caratteri autosomici recessivi (es.: Albinismo) o come caratteri legati al
cromosoma X (es.: Immunodeficienza). Un ultimo gruppo di malattie genetiche
comprende affezioni dette polifattoriali, ovvero risultanti dall'effetto combinato di
mutazioni multiple, a carico di due o più geni, e di fattori ambientali (es.: alcune
malformazioni congenite del sistema nervoso centrale).
1 Definizione trascritta: http://www.corriere.it/salute/dizionario/malattia_genetica/index.shtml
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1.1.2 La sindrome di Prader - Willi
La sindrome di Prader – Labhart - Willi, più comunemente conosciuta
come sindrome di Prader – Willi (PWS), è “una complessa forma morbosa di
origine genetica, caratterizzata dall'associazione di diverse manifestazioni
patologiche, tra le quali si evidenziano il disordine comportamentale e il ritardo
mentale da lieve a grave”.
2
È annoverata tra le sindromi rare in quanto colpisce 1 su 12.000 – 15.000
nati vivi e deve il suo nome ai medici dell'Università di Zurigo che nel 1956 la
descrissero per la prima volta: Andrea Prader (Pediatra), Alexis Labhart
(Internista), Heinrich Willi (Neonatologo).
In realtà esistono tracce di questa malattia già da qualche secolo fa. Una
tra le tante è l'opera pittorica “La monstrua” di Jaun Carrero de Miranda (fig.
1.1), risalente alla metà del 1600, esposta al Museo del Prado in Spagna e che
quasi sicuramente rappresenta una bambina affetta da PWS.
Nel 1956 la sindrome di Prader-Willi viene identificata da tre medici
svizzeri, Prader, Labhart e Willi, i quali descrissero un piccolo gruppo di bambini
con obesità, bassa statura, testicoli non scesi, menomazioni mentali e storia di
ipotonia nel periodo neonatale.
Bisogna, però, aspettare il 1968 perché un maggior numero di medici
conoscano tale sindrome e conducano e pubblichino ricerche sulla PWS.
Il dottor David Ledbetter (1981) e i suoi colleghi riferiscono una scoperta
sensazionale: a molte persone affette da PWS mancava lo stesso segmento di geni
sul cromosoma 15. Solo successivamente, nel 1993, si è giunti, grazie ai contributi
del dottor Holm, ad una comprensione più completa di tale sindrome.
Si arriva così all'attuale definizione della sindrome di Prader-Willi come
una malattia genetica complessa rara causata dalla perdita di geni sul cromosoma
15, generalmente trasmesso da parte del padre. Essa è la più comune causa
genetica nota di obesità pericolosa per la vita dei bambini, la quale obesità risulta
perciò essere il principale problema medico di tale sindrome. Infatti, in assenza di
controlli ambientali, un grave aumento di peso si verifica nel 95% dei casi.
Un'indagine effettuata presso l'ospedale San Raffaele di Milano ha messo
2 Definizione tratta da “Clinica psicologica in sindromi rare. Aspetti genetici e riabilitativi.” di
Enrico Molinari, edito Bollati Boringhieri nel 2009, pag. 55.
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in luce che i soggetti con PWS si differenziano su un ampio spettro: ad un estremo
troviamo individui che presentano un discreto benessere emotivo con
corrispondente adattamento familiare, scolastico e lavorativo discreto; all'estremo
opposto troviamo individui con stati patologici gravi di tipo psicotico. La
situazione intermedia, invece, è occupata da un buon numero di individui che
presentano, in maniera più o meno accentuata, difficoltà relazionali, atteggiamenti
aggressivi e comportamenti compulsivi.
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1.2. Dove nasce la sindrome di Prader - Willi
1.2.1 Il cromosoma 15
La sindrome di Prader - Willi può essere determinata da errori diversi tra
loro, ma localizzati sulla stessa regione cromosomica. I ricercatori hanno scoperto
che nella sindrome è coinvolto più di un gene: il gruppo di geni interessati e vicini
tra loro sono allocati in una piccola area del braccio lungo del cromosoma 15. Tale
area, o regione, è etichettata 15q11-q13. Allo stato attuale non è ancora chiaro
quali e quanti geni siano coinvolti.
Con “Cromosoma 15” viene indicato, per convenzione, il quindicesimo
cromosoma autosomico umano in ordine di grandezza. Esso possiede circa 100
milioni di nucleotidi e 800 geni e costituisce circa il 3.5% del DNA complessivo
delle cellule umane.
Oltre a questa sindrome, esistono altre malattie genetiche che dipendono
da errori in aree specifiche del cromosoma 15:
• Sindrome di Angelman: “l'anormalità consiste in una delezione de novo,
indicata con 15q11-q13, del cromosoma materno”
3
• Sindrome del cromosoma 15 ad anello: “si origina dalla rottura delle
estremità terminali del cromosoma che si fondono tra loro. Questo
comporta perdita di materiale genetico”
4
• Sindrome da trisomia del cromosoma 15: “causata da un cromosoma 15 di
origine materna in più”
5
.
3 Definizione tratta da “Disabilità intellettive”, Vianello, edito da Edizioni Junior nel 2008, pag.
145.
4 Definizione tratta da “Disabilità intellettive”, Vianello, edito da Edizioni Junior nel 2008, pag.
196.
5 Definizione tratta da “Disabilità intellettive”, Vianello, edito da Edizioni Junior nel 2008, pag.
197.
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1.2.2 Tre tipi di errore genetico all'origine della PWS
“Esistono quattro tipi di mutazioni cromosomiche che implicano
cambiamenti nella struttura del cromosoma: delezioni, duplicazioni, inversioni e
traslocazioni.
In particolare le prime due si riferiscono alla quantità di DNA trasmesso;
nello specifico: una delezione è una mutazione cromosomica in cui un tratto di
cromosoma è mancante ed è generata da rotture nei cromosomi. Tali rotture
possono essere prodotte da agenti come temperatura, radiazioni, virus, elementi
trasponibili, sostanze chimiche o da errori della ricombinazione.
Un elevato numero di malattie dell'uomo è causato da delezioni di tratti
cromosomici (es.: sindrome del cri-du-chat e sindrome di Prader-Willi).
Una duplicazione, invece, è una mutazione cromosomica che deriva dal
raddoppiamento di un tratto del cromosoma (es.: mutazione di Bar sul cromosoma
X).
Un'inversione, che comporta un cambiamento nell'orientamento di un
tratto cromosomico, è una mutazione cromosomica che si verifica quando un
segmento cromosomico viene inciso e poi reintegrato nel cromosoma dopo una
rotazione di 180 gradi rispetto all'orientamento originale.
Una traslocazione, infine, la quale implica un cambiamento nella
locazione di un segmento cromosomico, è una mutazione cromosomica in
conseguenza della quale vi è un cambiamento nella posizione e quindi una diversa
localizzazione nel genoma delle sequenze geniche in essi contenute”.
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Nel caso della PWS, esistono diversi tipi di errore che possono impedire
ai geni chiave sul cromosoma 15 di funzionare. Due di questi errori possono
verificarsi in qualsiasi tipo di concepimento. (Fig. 1.2)
6 Tratto da “iGenetica”,Russel, edito da EdiSES s.r.l., 2002, pag. 631 – 642.
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