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INTRODUZIONE
Il 28 Aprile di ogni anno, in oltre cento Paesi, si celebra la Giornata
Mondiale per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro, un’occasione per
incoraggiare governi e organizzazioni dei lavoratori e degli imprenditori a
promuovere attività di sensibilizzazione in questo campo, ma anche per
invitare a chi ruota intorno al mondo dell’occupazione ad identificare
misure di prevenzione, per evitare infortuni e malattie con la necessaria
continuità e determinazione.
“Ogni anno, nel mondo, circa 337 milioni di persone sono coinvolte in
incidenti sul lavoro e oltre 2,3 milioni muoiono a causa di infortuni o
malattie professionali. Dalle miniere agli impianti di prodotti chimici, dai
lavori in ufficio a quelli nei campi, gli incidenti sul lavoro e le malattie
professionali rappresentano un carico pesantissimo in termini di perdita di
vite umane e causa di invalidità rispetto a pandemie come l’Hiv/Aids e la
tubercolosi.
Il drammatico incidente nucleare di Fukushima in Giappone o l’incidente
nella miniera di Pike River in Nuova Zelanda hanno riempito le prime
pagine dei giornali. Tuttavia, molti altri infortuni, malattie e morti sul lavoro
rimangono sconosciuti. I lavoratori e le loro famiglie vengono lasciati soli di
fronte a queste tragedie.
Il dramma è che molti incidenti, malattie e morti sul lavoro potrebbero
essere evitati utilizzando misure di prevenzione appropriate. ¨ una
questione di rispetto di dignità umana attraverso la dignità del lavoro; di
modellare politiche che riflettano il ruolo centrale del lavoro nella vita delle
persone, nelle comunità pacifiche, nelle società stabili e nelle economie
solide”.[1]
L’esperienza degli anni piø recenti ci mostra come le misure di
prevenzione sono efficaci nel ridurre i rischi tradizionali. Tuttavia, molti
pericoli ancora persistono e di nuovi ne stanno emergendo, così come,
aumentano le conseguenze psicologiche dei lavoratori che si confrontano
con i ritmi frenetici della moderna vita lavorativa, aggravata dalla crisi
economica.
[1]Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro 2011, messaggio di Juan Somavia, Direttore
Generale dell’ILO - 28 aprile 2011, Ginevra.
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L’evoluzione della tecnologia e le nuove forme di organizzazione del
lavoro pongono nuove sfide.
La complessità della situazione risulta avere, perciò, un impatto negativo
sulla qualità della vita delle persone ed in particolare sulla salute e sulla
performance economica.
In Italia, per buona parte dell’ultimo decennio, l’occupazione è stata in
crescita; negli ultimi due anni questa crescita si è arrestata in quasi tutti i
settori e nel complesso si è verificata una perdita di imprese e di occupati,
effetto riferibile alla suddetta crisi economica-produttiva del paese.
Anche in edilizia sono stati rilevati nell’ultimo periodo conseguenze della
crisi sulla produzione e sull’occupazione, oltre al fatto di essere il settore
riconosciuto come la principale priorità di maggior rischio lavorativo, per
frequenza e per gravità degli infortuni.
Nonostante si riscontri una diminuzione degli infortuni sul lavoro, non si
rileva una significativa flessione per quanto riguarda i soli casi mortali. La
numerosità degli infortuni mortali sul lavoro è sempre intollerabile e
drammatica.
Ne deriva la necessità di accrescere ed integrare le informazioni disponibili
sugli infortuni, comprendendo meglio i meccanismi che causano gli eventi
piø gravi e i “determinanti” su cui agire per una significativa riduzione dei
rischi, ovvero la necessità di sviluppare nuovi modelli concettuali per la
lettura e l’analisi degli eventi infortunistici.
Lo studio fatto in questo lavoro ha analizzato i soli casi di infortunio, rilevati
personalmente durante le ispezioni, accaduti nel periodo dal 1° Ottobre
2010 al 30 Novembre 2011 nella città di Barletta, condotte dal Servizio
Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPESAL) dell’ASL BT.
Lo scopo di questo lavoro è stato quello di rilevare dati e informazioni
riguardanti il rischio specifico di “cadute di persone dall’alto” in edilizia, col
proposito di individuare opportuni fattori che possano essere utili
all’individuazione di misure di prevenzione sempre migliori e piø efficienti,
con riscontro positivo da parte dei lavoratori del settore e dell’intera
comunità.
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1. IL CANTIERE EDILE
Il Testo Unico, D.Lgs.81/08, al Titolo IV definisce il “cantiere” temporaneo
o mobile:
“qualunque luogo in cui si effettuano lavori edili o di ingegneria civile per le
seguenti tipologie di attività:
1. I lavori di costruzione, manutenzione, riparazione, demolizione,
conservazione, risanamento, ristrutturazione o equipaggiamento, la
trasformazione, il rinnovamento o lo smantellamento di opere fisse,
permanenti o temporanee, in muratura, in cemento armato, in metallo, in
legno o in altri materiali, comprese le parti strutturali delle linee elettriche e
le parti strutturali degli impianti elettrici, le opere stradali, ferroviarie,
idrauliche, marittime, idroelettriche e, solo per la parte che comporta lavori
edili o di ingegneria civile, le opere di bonifica, di sistemazione forestale e
di sterro.
2. Sono, inoltre, lavori di costruzione edile o di ingegneria civile gli scavi,
ed il montaggio e lo smontaggio di elementi prefabbricati utilizzati per la
realizzazione di lavori edili o di ingegneria civile”.
2. GLI INFORTUNI SUL LAVORO
Malgrado il lento miglioramento nelle condizioni di sicurezza, il comparto
Costruzioni rimane fra i settori a piø alto indice di infortuni, per numero e
gravità.
Incidenti che sono generalmente riconducibili ad errori comportamentali e
organizzativi e che spesso si associano alla disapplicazione delle
normative vigenti in tema di salute e sicurezza sul lavoro.
Un infortunio sul lavoro viene definito come ״qualsiasi evento lesivo ovvero
dannoso provocato da una causa violenta in occasione di lavoro a
chiunque presti la propria opera (dipendente, collaboratore, familiare,
socio) che incide sulla capacità lavorativa del lavoratore ״. Questo tipo di
evento può determinare la morte o l’inabilità permanente o temporanea al
lavoro comportando l’astensione dal lavoro per piø di tre giorni.[2]
[2]Definizione tratta dal DPR 1124 del 30 giugno 1965 ״Testo unico delle disposizioni per l’assicurazione
obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali”.
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Precisando, parliamo di infortunio sul lavoro mediante l’individuazione e la
valutazione del rischio. Se per rischio si definisce la probabilità che un
qualsiasi evento (chimico, fisico, biologico, meccanico, strutturale,
ambientale, ecc), possa produrre un danno ai lavoratori, durante lo
svolgimento della propria mansione di lavoro, individuare e valutare il
rischio significa, quindi, verificare e riconoscere se all’interno della propria
attività lavorativa (es. in cantiere) esiste la probabilità vicina o remota che
determinati eventi possano produrre un danno in quelle determinate
condizioni di lavoro, per poi scegliere le adeguate misure di sicurezza.
Ricordiamo che in caso di infortunio sul lavoro il dipendente deve
procedere, quando possibile, ad informare immediatamente il datore di
lavoro, presentare al datore di lavoro il primo certificato medico e, se le
cure dovessero proseguire, il certificato compilato dal medico curante.
Il datore di lavoro dal canto suo avrà l’obbligo di inviare all’INAIL i certificati
originali e, in caso di ricovero, l’ospedale invierà copia dei certificati
all’INAIL ed al datore di lavoro.
IN CASO DI INFORTUNIO O MALATTIA CAUSATA DAL LAVORO, LA
TUTELA DEL LAVORATORE ¨ SEMPRE GARANTITA.
L'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro è oramai resa obbligatoria per
tutti: dipendenti, collaboratori, imprenditori, e persino i familiari
dell'imprenditore, indipendentemente dalle mansioni svolte e dalle
macchine con le quali sono in contatto quotidianamente.
Anche l'uso dei PC, dei fax e delle altre macchine d'ufficio, un tempo non
ritenuti fattori di rischio, a partire dagli anni ‘80 lo sono diventati.
“Tre sono gli elementi che caratterizzano l'infortunio sul lavoro
indennizzabile: la causa violenta, l'occasione di lavoro e la lesione.
Per la verità la causa violenta e la lesione sono caratteristiche di qualsiasi
infortunio, anche non lavorativo; il vero elemento che caratterizza
l'infortunio sul lavoro indennizzabile, quindi, è l'occasione di lavoro.
La causa violenta è rappresentata da un fatto esterno che, agendo
repentinamente sul corpo umano, provoca un'alterazione fisica o psichica
dello stesso. La natura di tale fatto esterno può essere la piø varia:
meccanica, termica, tossica, virale, psichica, elettrica, energetica o da
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sforzo, ma in ogni caso l'azione deve risultare istantanea o quanto meno
concentrata nel tempo
Per quanto concerne la lesione non tutti gli infortuni vengono indennizzati
ma solo quelli con conseguenze di una certa gravità; l'esclusione
dall'indennizzo degli infortuni che provocano inabilità assoluta non
superiore a 3 giorni tuttavia deve essere intesa come esclusione dalle
prestazioni di carattere economico da parte dell'INAIL; permane invece il
diritto dell'infortunato alle prestazioni sanitarie;
L'occasione di lavoro, che, come si è visto, è la vera caratteristica distintiva
dell'infortunio sul lavoro indennizzabile, merita un approfondimento.
Essa è rappresentata essenzialmente dal nesso di causalità che lega, con
rapporto di causa ed effetto, l'attività lavorativa protetta e l'evento lesivo.
Tale rapporto non deve tuttavia essere necessariamente diretto, ma può
anche essere indiretto e dunque si estende a qualsiasi forma di
esposizione al rischio a condizione che sia in qualche modo dipendente
dal lavoro.
Così, per esempio, potrà essere indennizzato come infortunio sul lavoro
anche un evento che si sia verificato al di fuori dell'ambiente o dell'orario di
lavoro, purchØ sussista quel nesso di causalità al quale si è fatto
riferimento (es. infortunio "in itinere": che accade sul tragitto casa-lavoro o
viceversa, o nel percorso del lavoratore da uno stabilimento all’altro, etc.).
All'opposto potrebbe non essere ammesso all'indennizzo un infortunio pur
avvenuto in orario e sul posto di lavoro ove quel nesso causale manchi
(es. infortunio a seguito di rissa determinata da motivi privati non connessi
con l'attività lavorativa).” [3]
Gli infortuni sul lavoro sono un fenomeno di grandi dimensioni che ha
conseguenze notevoli sulla salute e sull’integrità psicofisica del lavoratore.
Ogni infortunio, infatti, determina un costo sociale molto elevato in termini
di assistenza sanitaria, risarcimenti agli infortunati e non ultimo il danno
economico alle aziende che vedono il proprio capitale depauperarsi a
causa della perdita di risorse umane ed economiche.
[3] L’infortunio sul lavoro - http://www.mc2elearning.com/html/infortunio-sul-lavoro.html
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3. EPIDEMIOLOGIA DEGLI INFORTUNI SUL LAVORO
Le statistiche non dicono tutto, ma sono una componente essenziale di
qualsiasi analisi della situazione di sicurezza e di salute sul lavoro.
Possono rivelare, ad esempio, le seguenti terribili verità:
• secondo i dati di EUROSTAT (Ufficio statistico delle Comunità
europee), ogni anno 5.580 persone muoiono nell'Unione europea a
causa di infortuni sul lavoro;
• inoltre, l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) stima che
ogni anno altri 159.500 lavoratori nell'Unione europea muoiano a
causa di malattie professionali; tenendo conto di entrambi i dati, si
calcola che ogni tre minuti e mezzo qualcuno nell'Unione europea
muoia a causa del lavoro.
La situazione in Italia mostra un trend favorevole degli infortuni nel 2011,
con le morti sul lavoro sostanzialmente stabili.
Il bilancio consuntivo è di 750mila infortuni sul lavoro (contro i 775mila del
2010), un calo pari al -4,5% e un numero di morti ancora inferiore alle mille
unità.
Meno accentuata la flessione degli infortuni mortali, che passano da 697 a
691, in calo dello 0,9%.
La riduzione piø marcata si è registrata nell’industria e nelle costruzioni.
Per il primo settore -6,7%, per il secondo -9,8% (con un calo
dell’occupazione dell’1,2%). Ancora, -4,9% in agricoltura, -3,1% nei servizi
(crescita dell’occupazione dati ISTAT compresa tra lo 0,1 e lo 0,4%).
Crescono in agricoltura i casi di incidente mortale, con un incremento del
4,7%, restano stabili nell’industria e diminuiscono nei servizi (-3,6%).