2
palestinesi, Giordania, Libano, Siria, Turchia
. Si tratta degli stessi paesi che hanno
aderito al Partenariato Euro-mediterraneo (salvo la Libia, che vi è entrata a
partecipare solo quale osservatore).
Gli accordi di associazione sono stati conclusi con Tunisia e Israele (1995),
Marocco (1996), Giordania (1997), Egitto (1999), Algeria (2001), e Libano (2002).
Quelli con Tunisia Israele e Marocco sono stati ratificati e sono in forza; con la
Turchia è in vigore un unione doganale dal 1996 mentre gli accordi con la Siria, le
cui negoziazioni si sono quasi concluse alla fine del 2003 e devono essere approvate
dalle istituzioni politiche.
Questo lavoro si articola in due parti, la prima è un’analisi generale delle due
aree oggetto della tesi, la Sicilia e i Paesi dell’area Med, la seconda analizza in
particolare le relazioni economiche che intercorrono tra queste aree.
Il primo capitolo raffigura la situazione economica attuale della Sicilia, le
principali attività produttive, il tessuto imprenditoriale, ma in generale traccia i
contorni di una regione che deve affrontare i problemi che derivano da un sistema
economico fragile, e contemporaneamente reperire gli strumenti adatti a supportare
la vivacità che si manifesta in alcuni settori produttivi e in alcune province .
Il secondo capitolo, presenta un’analisi generale dell’area Med e le sue
prospettive di crescita in relazione alla creazione della zona di libero scambio (ZLS)
che troverà la sua piena attuazione nel 2010. Vengono inoltre presentati gli strumenti
finanziari dell’Unione Europea a sostegno dell’area e gli strumenti di intervento e gli
enti nazionali a supporto dell’internazionalizzazione delle imprese.
Malta e Cipro,recentemente entrate a far parte dell’UE, erano incluse alla stesura dell’atto
costitutivo.
3
Il terzo e il quarto capitolo, mostrano i dati generali relativi all’interscambio
commerciale che coinvolge i paesi dell’area Med e l’UE, in particolare le relazioni
commerciali che intercorrono con la Sicilia e i principali prodotti oggetto
dell’interscambio.
Capitolo I
4
LA SICILIA
1.1. ANDAMENTO ECONOMICO
Il Partenariato Euromediterraneo potrebbe esercitare un influenza positiva sul
tessuto economico siciliano ed inoltre, dovrebbe essere un processo naturale dato
che il Mediterraneo è sempre stato il più naturale ed immediato bacino di scambio
per la Sicilia.
Il 2003, non ha segnato un miglioramento nell’economia della regione, a
esclusione del settore agricolo, gli altri settori sono rimasti immobili. Comunque, l’
analisi della situazione economica regionale deve essere fatta tenendo in
considerazione quanto succede a livello nazionale e considerando ulteriori fattori,
quali la carenza di infrastrutture rispetto le altre regioni, e il tessuto sociale che
influenzano i risultati economici.
La Sicilia
5
Negli anni il Pil siciliano rappresentava circa il 6% di quello nazionale,
percentuale che sostanzialmente è rimasta invariata dalla metà degli anni ’80
1
.
Il tasso medio annuo di crescita del Pil pro capite
2
dal 1995 al 2002 è stato
rispettivamente per l’Italia, il Mezzogiorno e la Sicilia del 4,2%, 4,7% e 4,7%,
mostrando una crescita della regione appena sopra il tasso medio nazionale. Inoltre
come è possibile vedere in figura gli ultimi anni sono caratterizzati da un aumento
della variazione del Pil superiore a quello nazionale.
Per quanto riguarda invece, i dati relativi al Pil pro capite suddiviso per
provincia, i dati sono più preoccupanti, nella graduatoria del Pil pro capite delle
province italiane del 2002
3
, le province siciliane si trovano collocate tutte dopo l’ 80°
posto, e addirittura Palermo si trova al 95° perdendo 5 posizioni rispetto all’anno
precedente. Questi risultati, mostrano un divario, in alcuni casi enorme, tra le
province italiane e quelle del Mezzogiorno. Si deve comunque tener conto, che le
province siciliane e le stesse mezzogiorno hanno un tasso di crescita della
popolazione superiore alla media italiana. Tutto questo ci da un idea dell’arretratezza
socio economica dell’area. Uno dei rischi, forse il più preoccupante, è che questa
condizione sfoci in una crescita di criminalità.
1
Cfr. Mappa Settori - Progetto per la creazione di un network di animatori territoriali a sostegno
dell’internazionalizzazione delle imprese, Regione Siciliana, 2000, p. 10
2
In allegato Tabella 1 è possibile vedere anche la variazione del Pil a prezzi correnti
3
Vedi Tabella 2 in allegato.
Capitolo I
6
Nel complesso, le prospettive per il biennio 2004- 2006 sembrano migliori.
Secondo delle stime
4
, esportazioni, valore aggiunto e occupazione subiranno una
crescita media annua rispettivamente del 6,1, 2,3 e 0,9%
4
Cfr. Situazione Economica della provincia di Palermo 2003/2004, Istituto G. Tagliacarne, Palermo10
maggio 2004
Variazione % del PIL pro capite in Sicilia, Italia e Mezzogiorno
(1995-2002)
0
1
2
3
4
5
6
7
8
96/95 97/96 98/97 99/98 00/99 01/00 02/01
Sicilia
Mezzogiorno
Italia
Figura 1 Fonte: dati Istituto Tagliacarne
La Sicilia
7
1.1.1. Lo sviluppo regionale attraverso la composizione del PIL
Nell’analisi dei risultati economici dei diversi comparti produttivi, si nota
(Fig.2) come il cattivo andamento della crescita è dovuto in particolare al settore
dell’ agricoltura che ha un tasso medio annuo di crescita del -0,19% e in misura
maggiore al settore dell’ industria con un tasso medio del -0,26%.
Il settore dei servizi è quello che fino ad oggi ha supportato l’economia
della regione, crescendo mediamente ad un tasso del 0,45%. Tale crescita purtroppo
non é sufficiente a dare una spinta all’economia regionale ma riesce semplicemente a
farla rimanere nel complesso agli stessi livelli degli anni precedenti.
Il terziario mantiene una posizione di primo piano facendo rientrare quasi tutte
le province della regione entro le prime 20 posizioni della graduatoria nazionale
del Pil provinciale secondo il peso percentuale delle altre attività
5
. In realtà, il dato
del terziario andrebbe depurato dalla percentuale apportata dal settore pubblico
6
.
5
Per maggiori approfondimenti cfr. Situazione Economica della provincia di Palermo 2003/2004, op.
cit.
6
Vedi tabella 5 in allegato
Composizione del PIL (%) per settore di attività economica (1995 e 2002)
5,4
19
75,6
3,9
16,9
79,2
0
20
40
60
80
1995 2002
Agricoltura
Industria
Servizi
Figura 2 Fonte: elaborazioni su dati dell’Istituto G. Tagliacarne
Capitolo I
8
1.2. MERCATO DEL LAVORO
La crescita dell’occupazione e la diminuzione della disoccupazione della
regione seguono l’andamento nazionale.
Secondo un’analisi della regione siciliana nel 2001 è proseguita la ripresa
dell’occupazione grazie anche all’incremento del tempo determinato, ripresa che si è
stabilizzata nei successivi due anni su un tasso del 34%( fig. 3).
A gennaio 2004 il numero di occupati era superiore del 2,7 per cento rispetto a
quello dello stesso periodo dell’anno precedente
7
.
Il tasso di disoccupazione (Fig.4) è rimasto sullo stesso livello del 2002 (20,1
%), a fronte di una riduzione a livello Nazionale (dal 9,0 all’ 8,7 per cento)
La disoccupazione comunque, rimane molto superiore al livello nazionale ed
inoltre va necessariamente tenuto in considerazione la distorsione apportata da
lavoro non regolare.
7
Cfr. Note sull’andamento dell’economia della Sicilia nel 2003, Banca Italia, Palermo 2004
Tasso di occupazione(%)
0
10
20
30
40
50
2001 2002 2003
Sicilia
Italia
Figura 3 Fonte: elaborazione da dati dell’Istituto G. Tagliacarne
La Sicilia
9
Secondo una stima delle Banca D’Italia, su dati Istat, tra il 1995 e il 2001
l’incidenza delle unità di lavoro irregolari sul totale è aumentata in Sicilia dal 20,3 al
24 %(tav.1 ); in valore assoluto gli occupati irregolari ammontavano nel 2001 a 364
mila unità, con una crescita in sei anni di circa 75 mila unità
8
.
Dalla tabella emerge anche un altro dato rilevante, che il tasso d’irregolarità
maggiore si riscontra sempre nel settore agricolo.
TASSI DI IRREGOLARITÀ IN SICILIA
1
(valori percentuali)
Settori 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001
Agricoltura 34,2 35,2 35,8 37,2 39,6 41,5 42,2
Industria in senso stretto 16,4 15,9 18,1 20,8 20,1 17,9 19
Costruzioni 31,8 32,5 33,8 32,8 33,1 33,1 34,1
Servizi 17,1 18,2 18,9 20,8 20,7 20,4 21,1
Totale economia 20,3 21,1 21,9 23,4 23,5 23,3 24
(1) Incidenza percentuale delle unità di lavoro non regolari sul totale delle unità di lavoro.
Tavola 1- Fonte: Note sull’andamento dell’economia della Sicilia nel 2003,op. cit.
8
Cfr. Note sull’andamento dell’economia della Sicilia nel 2003, op. cit.
Tasso di disoccupazione(%)
0
5
10
15
20
25
2001 2002 2003
Sicilia
Italia
Figura 4 Fonte: elaborazione da dati dell’Istituto G. Tagliacarne
Capitolo I
10
1.2.1. Cenni sul tessuto imprenditoriale
I dati riportati in fig. 5 mostrano che, il tessuto produttivo siciliano è
caratterizzato in prevalenza da forme giuridiche elementari, a basso livello di
dotazione patrimoniale e finanziaria ( circa 81,3% contro il 68,1% a livello
nazionale
9
).
Questa incidenza di ditte individuali rivela un sistema economico fragile e,
in molti casi, il motivo di questa eccessiva presenza é dovuta anche alla scarsità di
offerta di lavoro, che obbliga i più giovani e non, a tentare un avventura
imprenditoriale senza avere sufficienti strumenti tecnici e culturali.
9
Cfr. Situazione Economica della provincia di Palermo 2003/2004, op. cit.
Composizione (%) delle imprese attive in Sicilia e Italia per natura
giuridica (2003)
0%
20%
40%
60%
80%
100%
Imprese
individuali
Altre
forme
Societa' di
capitale
Societa' di
persone
Sicilia
Italia
Figura 5 Fonte: elaborazioni dell’ Istituto G. Tagliacarne su dati Infocamere
La Sicilia
11
1.3. PRINCIPALI ATTIVITÀ PRODUTTIVE
Tra le imprese attive, le più numerose sono quelle del settore agricolo (29%) e
del comparto del commercio all’ingrosso e al dettaglio (31%).
Nel tempo, dal 2000 al 2003
10
, la crescita più rilevante si è avuta nel settore del
terziario, in particolare nei settori dell’intermediazione monetaria e finanziaria e nel
settore degli alberghi e ristoranti (con una variazione percentuale rispettivamente
dell’11,2 e dell’11,4) e nel settore dei servizi. Lievi diminuzioni si riscontrano nel
settore agricolo, e un po’ più sostanziose nel comparto della pesca.
Nel complesso, il tessuto produttivo è cresciuto del 3%.
10
Cfr. Tabella 3b in allegato
Aziende attive in Sicilia 2003(%)
29%
10%
11%
31%
Agricoltura, caccia
e silvicoltura (29%)
Pesca,piscicoltura e servizi
connessi
Estrazione di minerali Attivita' manufatturiere (10%)
Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua Costruzioni (11%)
Comm.ingr.e dett.;rip.beni pers.e per la casa (31%) Alberghi e ristoranti
Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. Intermediaz.monetaria e finanziaria
Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca Istruzione
Sanita' e altri servizi sociali Altri servizi pubblici, sociali
e personali
Serv.domestici presso famiglie Imprese non classificate
Figura 6 Fonte: elaborazioni su dati dell’Istituto G. Tagliacarne
Capitolo I
12
1.3.1. L’Agricoltura e Industria
Dopo l’andamento negativo del settore agricolo nel 2001 e nel 2002, causato
principalmente da eventi naturali
11
, con una diminuzione del 21%, come si evince dal
grafico, il 2003 ha registrato un aumento nelle principali colture. Cereali e ortaggi
(in particolare i pomodori) hanno registrato una variazione percentuale
rispettivamente del 59 e 40%. Inoltre gli agrumi e l’uva da tavola sono risultati in
aumento
12
(rispettivamente del 7,2% e del 20,6 %). La produzione di vino e mosto è
aumentata del 5,5 %. I risultati sono nel complesso positivi, e la variazione totale in
termini percentuali risulta del 29 %.
Per quanto riguarda l’industria, i dati mostrano (fig. 8) un andamento che
rispecchia la situazione nazionale, non molto positiva negli ultimi anni e divari, in
alcuni casi, non facilmente colmabili.
11
Secondo i dati forniti dall’Assessorato Agricoltura e Foreste
12
Fonte: Note sull’andamento dell’economia della Sicilia nel 2003, op.cit.
PRODUZIONE AGRICOLA (migliaia di quintali )
0
10000
20000
30000
40000
50000
60000
70000
2001 2002 2003
Cereali
Or taggi
Piante Industriali
Coltivazioni arboree
totale
Figura 7 Fonte: elaborazione su dati pubblicati da Banca D'Italia
La Sicilia
13
L’analisi della composizione del valore aggiunto (fig. 9) dell’industria
manifatturiera rivela in particolare, una forte incidenza di alcuni comparti: cokerie,
raffinerie, industrie chimiche e farmaceutiche (25%), industrie alimentari, bevande e
tabacco (17%), fabbricazione di macchine ed apparecchi meccanici, elettrici e ottici e
mezzi di trasporto (17%).
Oltre a questo, alcune dinamiche produttive di minor rilievo, danno segnali
positivi. E’ il caso dell’industria conciaria, che apporta solo lo 0,2% del valore
aggiunto, nel 2001 ha avuto una ripresa di circa il 17 % rispetto all’andamento
negativo degli anni precedenti.
Un altro esempio è dato dai prodotti tessili e dell’abbigliamento, la cui quota
sul valore aggiunto è del 3,1%, che ha avuto un incremento del 7% quasi quanto
l’incremento delle cokerie ed industrie farmaceutiche(7,9%).
Valore aggiunto dell’industria in senso stretto
(a)
(migliaia di eurolire 1995)
0
10
20
30
40
50
60
2000 2001 2002
Nord Ovest
Centro
Nord Est
Mezzogiorno
Italia
Sicilia
Figura 8 Fonte: elaborazione su dati Istat
(a)
L'industria in senso stretto comprende l'industria estrattiva, manifatturiera e della produzione e
distribuzione di energia elettrica, acqua e gas
Capitolo I
14
Nel 2003, si è registrato calo del tasso di natalità netta
13
(fig. 10), che negli
anni precedenti è stato superiore alla percentuale italiana, mostrando quindi una certa
vivacità nel tessuto imprenditoriale regionale.
L’andamento negativo, durante il 2003, ha interessato tutti i comparti
principali, con particolare riferimento all’industria del legno
14
.
13
Tasso di natalità netta: nuove imprese meno imprese cessate sul totale delle imprese registrate
nell'anno precedente per 100, il tasso è stato calcolato al netto delle imprese agricole e della pesca
14
Cfr. Note sull’andamento dell’economia della Sicilia nel 2003, op. cit. , pag. 9
Tasso di natalità netta delle imprese(%)
0
0,5
1
1,5
2
2,5
3
2000 2001 2002 2003
Sicilia
Italia
Figura 10 Fonte: elaborazione su dati Istat
Valore aggiunto nell’industria manifatturiera per branca nel 2001(%)
17%
11%
18%
12%
3%
0%
28%
11%
Industrie alimentari delle bevande e del
tabacco(17%)
Prodotti tessili e dell' abbigliamento(3%)
Industrie conciarie, cuoio, pelle e similari
Cokerie, raf f inerie, industrie chimiche,
farmaceutiche (28%)
Lavorazione di minerali non
metalliferi(11%)
Metalli e fabbricazione di prodotti in
metallo (11%)
Macchine e apparecchi meccanici,
elettrici e ottici , mezzi di trasporto(18%)
Legno, gomma e altri prodotti
manufatturieri(12%)
Figura 9 Fonte: elaborazione dati da Note sull’andamento dell’economia della Sicilia nel 2003
La Sicilia
15
1.3.2. Altre Attività
La crescita del terziario, nelle sue principali branche, sembra migliorata rispetto
agli ultimi anni
15
, il commercio è passato da una quota del 5,2% nel 1999 al 16,8%
del 2001, alberghi e ristoranti sono rimasti quasi invariati dal 3,4% al 3,9%, trasporti
e comunicazioni dal 9,3% al 10,8%.
Inoltre sembra che l’incidenza del settore pubblico sia in diminuzione, 37,62%
nel 1999 a fronte di un 34,2% nel 2001.
Turismo - Complessivamente, tra il 1990 e il 2002 il numero di presenze presso
gli alberghi siciliani è cresciuto del 39,1 %, rispetto al 21 % medio nazionale.
L’aumento ha interessato soprattutto il turismo internazionale (66,5 per cento), in
misura minore quello italiano (24,7 per cento).
15
Cfr. Mappa Settori - Progetto per la creazione di un network di animatori territoriali a sostegno
dell’internazionalizzazione delle imprese, op. cit. p. 17
Valore aggiunto dei servizi 2001(%)
17%
11%
6%
28%
34%
4%
Commercio e
riparazioni(17%)
Alberghi e ristoranti(4%)
Trasporti, magazzionaggio
e comunicazione(11%)
Intermediazione monetaria
e finanziaria(6%)
Altri servizi destinati alla
vendita(28%)
Servizi non destinati alla
vendita (34%)
Figura 11 – Fonte: elaborazione dati da Note sull’andamento dell’economia della Sicilia nel
2003.