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INTRODUZIONE
Ogni scrittore, nel comporre la propria opera, crea uno spazio particolare
in cui far agire i propri personaggi, dando vita a diversi tipi di romanzi o testi in
generale, i quali formano i cosiddetti generi letterari che tutti noi conosciamo:
thriller, romanzi rosa, di fantascienza, storici, Fantasy, horror, biografie e
autobiografie, fiabe per bambini … Lo spazio, come il genere di narrazione, il
linguaggio, il tipo di personaggi, contribuisce a creare l’ambientazione adatta per
la trama che lo scrittore ci vuole esporre.
Se pensiamo ai generi letterari che ho elencato, credo che a tutti verranno
immediatamente in mente alcune caratteristiche specifiche che ci permettono di
distinguere un genere dall’altro, anche se molte volte è difficile stabilire
esattamente in che categoria inserire un dato racconto
1
. Ad esempio, se ci
troviamo davanti ad una casa di marzapane in un bosco, ad un lupo che parla o ad
una principessa che dorme per cento anni, sappiamo di essere in presenza di una
favola per bambini. Una città contemporanea, negozianti, uomini d’affari e
casalinghe, un linguaggio in cui ci riconosciamo, ci riconducono ad un thriller o
romanzo rosa, l’intreccio tra i personaggi sarà poi la chiave di volta per capire se
stiamo leggendo una storia d’amore o un poliziesco. Allo stesso modo, astronavi,
alieni e lingue di altri mondi ricollegano ad un romanzo di fantascienza, mentre
cavalieri che partono per una crociata, un duello in favore di una dama, re e
principi richiamano ad ambientazioni storiche, ma anche qui naturalmente sarà la
1
“One of the most basic human cognitive processes is the ability to categorize […] Categorization
is essential to humans because it allows us to recognize familiar information, to assimilate new
information and to distinguish among properties, objects, and events” Corrigan “Introduction
Linguistic and non – linguistic categorization: structure and process” in Corrigan – Eckman –
Noonan (a cura di) Linguistic categorization John Benjamin Publishing Company 1989 Il tema
della categorizzazione è un argomento fondamentale per le discipline che si occupano delle facoltà
cognitive dell’uomo. Secondo la teoria classica delle categorie, l’uomo categorizza secondo
condizioni necessarie e sufficienti (modello CNS), le categorie così formate sono discrete e non
internamente strutturate. Grazie agli studi di Rosch, invece, all’interno della corrente di Linguistica
Cognitiva, è stato possibile formulare il cosiddetto modello a prototipo, funzionalmente migliore
del precedente, secondo cui una categoria è definita da una correlazione probabilistica di proprietà
tipiche che corrispondono alle caratteristiche percettivamente e funzionalmente più salienti dei
suoi membri, le categorie così create formano un continuum e sono internamente strutturate in
forma gerarchica. Cfr Casadei “Per un bilancio della Semantica Cognitiva” in Gaeta – Luraghi (a
cura di) Introduzione alla linguistica cognitiva Carocci 2003
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trama a differenziare la storia d’amore, il giallo medievale (ad esempio la saga di
Fratello Cadfael di Ellis Peters) o la trattazione storica romanzata.
Anche il genere Fantasy, di cui mi occuperò in questa ricerca, allo stesso
modo, presenta delle caratteristiche proprie che lo differenziano dagli altri generi
letterari: un mondo alternativo rispetto al nostro, senza una precisa specificazione
temporale, foreste vergini e incontaminate, castelli e fortezze, maghi e stregoni,
giganti, elfi, sirene e gnomi, amuleti magici del Bene e del Male.
Da questa breve rassegna di particolarità proprie dei vari generi letterari,
penso sia chiaro come lo spazio, ciò che lo crea e il tipo di mondo che questo
spazio genera, sia il primo elemento che fornisce indicazioni per stabilire il tipo di
romanzo che abbiamo fra le mani, dopodichè sarà il tipo di narrazione ad indicarci
la sottocategoria in cui inserirlo; ad esempio romanzo storico proprio, romanzo
rosa ambientato in epoche passate o giallo medievale.
Pianeta Terra Thriller
Autostrada B46 R. rosa
Confini politici → mondo contemporaneo → Biografia
Grattacieli …
Cielo solcato da aerei …
Universo
Teletrasporti
2
Mondi alieni → mondo del futuro → Fantascienza
Stazioni spaziali
Cielo solcato da astronavi
2
Il teletrasporto rientra nel discorso riguardante lo spazio per la sua stessa natura di mezzo di
trasporto attraverso lo spazio, un attraversamento molto particolare a livello molecolare.
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Pianeta Terra o non specificato Fiabe
1
Sentieri e strade sterrate R. storici
2
Regni e territori → mondo del passato → Fantasy
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Villaggi o città …
Cieli solcati solo da uccelli …
1- Le fiabe, normalmente, sono ambientate nel cosiddetto “mondo di fiaba”
appunto, un tipo di spazio che riprende le caratteristiche di un mondo
appartenente ad un’epoca passata, di cui non conosciamo la precisa
collocazione, ma, come sottolinea Propp, “nel racconto di fate lo spazio
rappresenta una duplice parte: da un lato esiste nel racconto, è un elemento
assolutamente indispensabile della composizione, dall’altro è come se non
ci fosse”
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. Questo emerge nel fatto che nelle fiabe ci sono spazi, o luoghi
particolari che li formano, cardine del racconto, ad esempio il bosco dove
Cappuccetto Rosso incontra il lupo, il castello dove giace la Bella
Addormentata, la casa in cui vive Cenerentola, ma nulla si sa dello spazio
in generale fra la casa di Cappuccetto, l’incontro con il lupo e la casa della
nonna, il principe che vuole svegliare la Bella arriva, non sempre si sa da
dove, e al massimo incontra degli ostacoli nello spazio immediatamente
adiacente al castello della principessa ma il percorso che lo ha condotto lì
rimane un mistero, in Cenerentola conosciamo la casa in cui vive e
successivamente il castello ma nulla della realtà al di fuori di questi.
Tralasciando il discorso riguardante il tipo di linguaggio o le
caratteristiche psicologiche dei personaggi di fiabe, questo genere si
differenzia dagli altri anche grazie all’uso che fa del tipo di spazio in
questione, anche se le caratteristiche di fondo possono essere in comune
con altri generi letterari.
2- I romanzi storici, invece, molte volte forniscono dati certi
sull’ambientazione spaziale e temporale, come nomi di luoghi o date delle
battaglie. Questi elementi e il fatto che gli eventi narrati ci riconducono a
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Propp Vladimir Le radici storiche dei racconti di fate Boringhieri 1972 pag 76
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fatti storici realmente accaduti, rimandano ad un tipo di spazio reale
facente sicuramente parte del nostro pianeta, con la presenza di luoghi di
cui possiamo controllare l’effettiva esistenza. Anche se i fattori di base
possono essere in comune con il genere della fiaba, l’uso che ne viene
fatto è molto diverso. Lo spazio, che è ciò che mi interessa, qui ha
un’importanza maggiore e viene descritto in modo più particolareggiato
per poter creare in modo più efficace l’ambiente in cui i personaggi sono
chiamati ad agire, anche perché, essendo in presenza di un romanzo
storico, ci aspettiamo di trovare dati certi e passibili di verifica, in quanto
il testo in questione ha la pretesa di ambientarsi in uno spazio reale del
nostro passato, anche se in forma romanzata.
3- Il genere Fantasy, a mio parere, presenta sia similitudini sia differenze con
i generi sopra citati. In comune con le fiabe ha il fatto di essere ambientato
in uno spazio non localizzabile
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, il quale presenta anch’esso, come nelle
fiabe e nei romanzi storici, caratteristiche riconducibili alle nostre epoche
passate, ad esempio castelli, fortezze, carri e capanne. In comune con il
romanzo storico ha invece il fatto di descrivere in modo pieno lo spazio in
cui i personaggi sono immersi, anche qui lo spazio acquisisce un
significato fondamentale per la narrazione, mentre abbiamo visto come per
le fiabe sia necessario solo in alcuni snodi dell’intreccio. Penso che la
caratteristica fondamentale che differenzia il genere Fantasy dagli altri, si
può trovare proprio nel tipo di spazio che utilizza, o, meglio, che crea. Le
storie che si sviluppano in un mondo possibile
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contemporaneo al nostro,
thriller, rosa, biografie, ripropongono esattamente lo stesso tipo di spazio
in cui ci troviamo noi ora in questo momento; quelle che si sviluppano in
un mondo del passato, romanzi storici, ricalcano il tipo di spazio che
sappiamo reale nel tempo in cui si svolge la vicenda narrata; la
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Queste, naturalmente, sono considerazioni generali, ogni testo avrà poi delle particolarità proprie,
infatti, come ho esposto in una nota precedente, le categorie che costruiamo non sono fisse e
definite. In questo caso una differenza si troverà nella Saga di Landover in cui al protagonista
stesso verrà rivelato di non trovarsi più sulla Terra ma su un altro mondo.
5
Nel secondo capitolo verranno fornite indicazioni sulla teoria dei mondi possibili esposta da Eco.
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fantascienza propone una versione futura del nostro mondo provocata da
possibili innovazioni tecnologiche (positive o negative, si pensi a Star
Trek o Matrix); le fiabe presentano un tipo di spazio particolare adatto al
ruolo che devono svolgere. Il genere Fantasy, invece, prende sì spunto
dalla nostra realtà quotidiana, ma né la ripropone, né ripropone quella del
passato, né ne propone una futura: ne crea un’altra grazie all’utilizzo di
uno spazio completamente modificato.
Lo scopo di questa ricerca è appunto quello di individuare le caratteristiche
salienti di questo tipo di spazio, di capire come venga valorizzato o
concettualizzato e come si relazioni con l’altra caratteristica fondamentale di
questo genere letterario: la presenza della magia.
Ho appena sottolineato come la Fantasy, tramite un utilizzo particolare
dello spazio, crei un mondo a sé, diverso da quello degli altri generi, anche da
quelli con cui divide certe caratteristiche di partenza, ed è proprio questo, secondo
me, che fa di questo genere letterario qualcosa di veramente unico. Questo mondo
alternativo non presenta le peculiarità tipiche della nostra realtà, non sappiamo
neanche se ci troviamo ancora sulla Terra oppure no, ma, nonostante questo,
vedremo che comunque questo mondo non è totalmente “altro “ dal nostro, alcuni
tratti di base permangono, anche se non sono immediatamente evidenti. Nel
dichiarare brevemente gli scopi di questo lavoro, ho annoverato anche il rapporto
tra spazio e magia, l’altra peculiarità tipica di questo genere, e altro aspetto in
comune con la fiaba. La magia, come si vedrà, i sortilegi e i misteri a questi
collegati, modificano ulteriormente lo spazio già particolare creato nei mondi
Fantasy, perché la magia non segue le leggi fisico – matematiche a cui noi siamo
abituati, anche le leggi spaziali sono quindi passibili di modifiche che le
stravolgono completamente fino a renderle totalmente superflue (the borders of
space and time are broken once again).
6
Questi concetti ora esposti penso vengano ben incarnati dalla frase
seguente:
6
Luca Turilli “The ancient forest of elves” in “Kings of the nordic twilight”
8
C’è un mondo, lontano dal nostro eppure vicino,
dove la magia e i sortilegi sono ancora possibili,
dove la natura si unisce al mistero,
dove il tempo non scorre solo in avanti ma indietro e di lato.
E’ il mondo della FANTASY.
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Il primo capitolo, “spazio: definizioni e teorie”, esporrà le varie teorie
semiotiche riguardanti lo studio dello spazio e di come quest’ultimo possa venire
inteso.
Nel secondo, “il mondo nella Fantasy”, mi occuperò di delineare le
caratteristiche del mondo, o mondi, creati in questo genere letterario, tramite la
teoria dei mondi possibili di Eco e un’analisi dei valori di cui questo spazio si
carica.
Il terzo capitolo, “mappe e luoghi particolari”, come si evince dal titolo,
sarà dedicato allo studio di due mappe presenti in due saghe Fantasy per poi
passare ad analizzare alcuni luoghi cardine delle narrazioni prese in esame tramite
la teoria greimasiana di luoghi utopici, paratopici ed eterotopici.
Questo capitolo, con la presentazione dei territori in cui agiscono i
personaggi, pone le basi per il capitolo successivo, “la frontiera e il suo
attraversamento”, che analizza appunto il tema semiotico della frontiera e del suo
attraversamento, per cui, dopo aver espresso in sintesi il pensiero di Lotman al
riguardo, passerò ad esaminare i vari tipi di frontiera presenti in due delle saghe
analizzate.
Il quinto capitolo, “spazio e relazioni spaziali infranti dalla magia”, si
occuperà dello “spazio fisico” in cui si muovono i personaggi dei romanzi, spazio
che, essendo in un mondo “dove la magia e i sortilegi sono ancora possibili”, non
segue le leggi fisiche a cui noi siamo abituati.
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Brooks Terry Saga di Shannara copertina Oscar Mondadori
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Nell’ultimo capitolo, “un mondo inesplorato di valori”, ripercorrerò le
analisi e le dimostrazioni presentate nei capitoli precedenti, riaffermando, alla luce
del lavoro svolto, le peculiarità spaziali che rendono la Fantasy un genere unico.
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SPAZIO: DEFINIZIONI E TEORIE
“Lo spazio è sempre un fenomeno semiotico nella misura in cui la sua
struttura dipende dal processo della percezione umana”
8
“E’ chiaro che lo spazio
contiene oggetti ed eventi, ma non ne ha bisogno. Spazi vuoti, e luoghi liberi,
esistono”
9
“Lo spazio colto dall’immaginazione non può restare lo spazio
indifferente, lasciato alla misura ed alla riflessione del geometra: esso è vissuto e
lo è non solo nella sua possibilità ma con tutte le parzialità dell’immaginazione”
“Lo spazio abitato trascende lo spazio geometrico”
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“Lo spazio è costruito e
organizzato a partire dalla nostra soggettiva collocazione al suo interno, e la
tensione fra una dimensione oggettiva ed una soggettiva della spazialità attraversa
ogni descrizione che se dia”
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“Se si deve percorrere una certa distanza, lo spazio
non si presenta come una successione di punti, una somma, ma sarà piuttosto
pensato come un tutto e sarà in funzione di questo tutto determinato da un fine che
potrà essere scomposto”
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“Lo spazio, oltre ad essere il luogo di una
modalizzazione cognitiva è anche il luogo di investimento del soggetto
patemico.”
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“Lo spazio fenomenico è il luogo che ci contiene, è la scena del
nostro agire. Lo spazio scenico è paesaggio” “Percepire un luogo vuol dire
relazionare una porzione pertinentizzata di informazione percettiva con un
significato in base al codice dell’enciclopedia e comunicare a se stessi, al proprio
essere corporeità in rapporto con lo spazio fisico che ci circonda, quel significato
delle cose, senza il quale non sapremmo più dove siamo e cosa siamo. Ciò che
solitamente chiamiamo “percezione dello spazio” è, formalmente, un operare della
8
“Space is always a semiotic phenomenon insofar as its structure depends on the process of
human perception” Pütz Martin e Dirven René The construal of space in language and thought
Mouton de Gruyter 1996 pag 269
9
“It is clear that space contains objects and events, but it needs not. Empty space, and unoccupied
places, exist” “Space and language” Mary A. Peterson, Lynn Nadel, Paul Bloom, Merrill F. Garett
in Bloom Paul Language and space MIT 1996 pag 555
10
Bachelard Gaston La poetica dello spazio Dedalo 1984 pag 26 e 73
11
Violi Patrizia “Linguaggio, percezione, esperienza: il caso della spazialità” in Versus n 59/60
maggio-dicembre Bompiani 1991 pag 63
12
Cavicchioli Sandra “Spazialità e semiotica: percorsi per una mappa” in Versus n 73/74 gennaio-
agosto Bompiani 1996 pag 30
13
Cavicchioli Sandra “I sensi, lo spazio, gli umori. Micro-analisi di In the Orchard di Virginia
Woolf” in Versus n 57 settembre-dicembre Bompiani 1990 pag 13
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semiosi, un connettere informazione significante con significati, è quel lavoro che
si svolge ai confini della semiosfera, dove gli stimoli del mondo esterno si
traducono in segni”
14
La nozione di spazio chiaramente non è un concetto univoco. Quello che
comunemente indichiamo come “spazio fisico” che ci circonda, in realtà è un
concetto tutt’altro che semplice; anche determinare un puro spazio oggettivo che
nella sua descrizione non abbia avuto influenze da parte del soggetto è
un’operazione difficile. Questo perché “lo spazio-mondo […] è radicato nella
nostra esistenza, si costruisce a partire da un soggetto che lo organizza, lo
struttura, gli impone il proprio orientamento: lo spazio è soggettivamente
costruito. […] La costruzione soggettiva della spazialità è però spesso occultata
dal persistere, almeno nella nostra cultura, di un modello oggettivo dello spazio
[…] In realtà più che di spazio oggettivo occorrerà in questi casi parlare di spazio
oggettivato”, cioè “il risultato di un’operazione di messa in prospettiva, di uno
spostamento, per così dire, in terza persona.”
15
Per dirla in altri termini, la prima
dicotomia che si incontra è quella tra “spazio geometrico (l’essere “là” di qualcosa
[…]) e spazio antropologico (le operazioni, le esperienze di un soggetto in
relazione all’ambiente).”
16
Per queste motivazioni la percezione dello spazio è
materia semiotica; “il nostro linguaggio e in genere il nostro sistema di
significazione è profondamente intessuto di spazio.”
17
L’essere umano, fin da prima della nascita, è immerso in qualche tipo di
spazio, la spazialità è una delle dimensioni fondanti della nostra esperienza. “Ove
non vi è spazio organizzato, ove manchino le direzioni e le dimensioni della
spazialità, nemmeno l’esperienza può prendere forma.”
18
Partendo da questa
concezione, molti studiosi sono concordi nel ritenere che la percezione dello
14
Socco Carlo “Lo spazio come paesaggio” in Versus n 73/74 gennaio-agosto Bompiani 1996 pag
193 e 196
15
V nota n 11 pag 66-67
16
Pezzini Isabella “Percezione e spazialità nella “Metamorfosi” di Kafka” in Versus n 73/74
gennaio-agosto Bompiani 1996 pag 105
17
Volli Ugo Manuale di semiotica Laterza 2003 pag 159
18
V nota n 11 pag 62
12
spazio intorno a noi abbia inizio dal nostro corpo; di qui nasce il concetto di
schema corporeo. “Il concetto di schema corporeo compare tra la fine dell’800 e
l’inizio del ‘900 in ambito neurologico e psichiatrico”, successivamente sarà poi
introdotto il cosiddetto criterio topologico, secondo cui “il nostro corpo ci è dato
come “senso dello spazio”, come la coscienza che occupiamo un “nostro”
luogo.”
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“Questo schema, risultato dell’interazione tra la postura e l’ambiente,
rappresenta l’immagine che ciascuno di noi elabora della propria strutturazione
fisico-corporea.”
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Può inoltre essere considerato la mediazione tra un rapporto di
iscrizione nello spazio e un rapporto di costruzione dello stesso; la nozione di
schema corporeo risulta centrale nell’analisi semiotica perché articola le
dimensioni fondamentali dello spazio che a loro volta sono costituite da semi
spaziali e semi timici. Lo spazio che ci circonda e che percepiamo non è mai uno
spazio fisso, immobile, ma è sempre uno spazio in movimento, anche se non lo
percorriamo muovendo il nostro corpo, è sufficiente spostare la direzione del
nostro sguardo. Lo spazio percorso nella distanza tra il punto A e il punto B non si
presenterà come una successione di punti, ma come una somma, un tutto che
dovrà essere scomposto. Per questo motivo lo spazio risulta essere l’effettuazione
di un processo.
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Il nostro movimento all’interno dello spazio non è mai un
movimento fine a se stesso, ma è sempre finalizzato a qualcosa, ogni nostro gesto
ha uno scopo. Questo perché “il corpo non è nello spazio, ma abita lo spazio […]
il corpo, in quanto corpo intenzionale, corpo investito di progettualità, proietta
continuamente nello spazio le sue finalità, i suoi scopi, le sue azioni finalizzate.”
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I nostri scopi e i nostri fini portano dunque alla creazione di uno spazio orientato,
orientazione basata anche sui nostri assi corporei: verticalità, frontalità, lateralità.
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V nota n 11 pag 69
20
V nota n 20
21
Crf Cavicchioli Sandra “Spazialità e semiotica: percorsi per una mappa” in Versus n 73/74
gennaio-agosto Bompiani 1996
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V nota n 11 pag 72