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INTRODUZIONE
La scelta di trattare una tesi in Educazione Comparata ed in
particolare di approfondire alcuni aspetti del sistema scuola in Italia e
Stati Uniti è nata dalla curiosità di conoscere meglio il sistema
d'istruzione di due realtà, che nel corso della loro storia hanno dato
molta importanza a tale istituzione educativa, trovando molte
difficoltà in relazione ai cambiamenti della società contemporanea.
L’istituzione scolastica, come tutte le realtà che riguardano l’essere
umano, non può prescindere da un’analisi sociologica del contesto in
cui agisce: i bambini e gli adolescenti di oggi non sono come quelli di
ieri, e la scuola non può pretendere di rispondere a problemi nuovi con
strategie vecchie.
Nella società attuale, dominata dall’incertezza e dall’instabilità, dove
tutto sembra avere valore solo a tempo determinato, risulta difficile,
per un giovane, investire in un progetto esistenziale a lungo termine.
Il presente elaborato è frutto di una ricerca per capire come gli Stati
Uniti e l'Italia hanno gestito la scuola nel corso della loro storia e se
siano in grado di rispondere alle nuove esigenze della società
contemporanea, attraverso un processo di svecchiamento e
rinnovamento.
Questo lavoro inizia spiegando in primo luogo il ruolo educativo che
la scuola ricopre nella società attuale, tra crisi e prospettive per il
futuro.
La scuola, nonostante stia vivendo una profonda crisi collegata a vari
processi di cambiamento nel nostro tempo, tra incertezze e
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contraddizioni, ma anche con notevoli spinte innovative, è ancora uno
straordinario luogo educativo per la formazione della persona, per la
crescita delle nuove generazioni, per l’acquisizione del sapere, per la
trasmissione sistematica e organica del patrimonio culturale del
passato.
Si pone l’obiettivo di valorizzare e stimolare costantemente, fin dai
primi anni di vita, le capacità affettive, operative, cognitive, estetiche,
sociali, morali e religiose dell’individuo, perché possano col tempo
tradursi in reali competenze, che ognuno sia in grado
consapevolmente di mettere a frutto nelle diverse situazioni della vita.
La scuola si trova oggi ad affrontare una sfida molto complessa, che
riguarda la sua stessa identità e i suoi obiettivi, e infatti ha il compito
di trasmettere il patrimonio culturale elaborato nel passato, aiutare a
leggere il presente, far acquisire le competenze per costruire il futuro,
concorrere, mediante lo studio e la formazione di una coscienza
critica, alla formazione del cittadino e alla crescita del senso del bene
comune.
Proprio per affrontare la complessità sociale, caratterizzata da una
pluralità di riferimenti culturali e valoriali, la scuola deve saper
condividere con altri soggetti e istituzioni il compito educativo.
L’apertura della scuola all'esterno, e in modo particolare alle famiglie,
è intesa come conoscenza del processo educativo e del suo
funzionamento, al fine di costruire una formazione coerente con il
contesto sociale attuale.
Se la scuola è considerata il luogo educativo dove vengono trasmesse
educazione ed istruzione, la famiglia è il luogo naturale, primo e
privilegiato dell’educazione delle persone, del loro sviluppo e del loro
inserimento nella società.
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Troppo spesso, quando si parla della scuola e dei suoi problemi, si
dimentica che essa è inserita in una società in rapida trasformazione.
Intervengono tutti, politici, giornalisti, insegnanti, genitori e ragazzi,
ma tali interventi sono ben lontani dalla reale situazione della scuola, e
incapaci di dare risposte concrete ai problemi dell’insegnamento.
Tutto questo porta a parlare della crisi della scuola e da questa
esperienza di crisi prevale malessere e sofferenza, una sensazione di
fallimento, cercando i colpevoli tra i governatori, insegnanti, genitori
o ragazzi o nel crollo dei valori tradizionali.
Questa esperienza di crisi della scuola è legata fortemente alla crisi o
tramonto dell’educazione. L’educazione è tramontata perché non
risulta più vivo e presente alcun atteggiamento diretto a proporre ai
giovani progetti e percorsi dotati di senso per la propria formazione
personale.
Questa crisi richiede nuovi modelli di educazione, ma soprattutto di
relazioni e di interazioni tra la scuola, i diversi segmenti della società
e le molteplici forme di relazioni che si attuano oggi.
Una cosa importante da fare è pensare la scuola, anzi ripensarla alla
luce delle nuove sfide della complessità e della società post-moderna,
implica necessariamente mettere in moto un percorso di riflessione per
capire se essa sia in grado di alimentare quel processo di
rinnovamento e di trasformazione necessario per procedere ad una
rifondazione.
Dopo aver analizzato il ruolo educativo della scuola in rapporto con la
società in continua evoluzione, la sua crisi e le possibili soluzioni per
fronteggiarla, la mia analisi continua approfondendo alcuni problemi
legati all’istruzione italiana e americana, attraverso la loro storia e le
riforme.
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La scuola italiana nel suo impianto di base è cambiata solo molto
lentamente.
L’istruzione italiana nella sua storia ha affrontato un cammino
caratterizzato da tante riforme ma da pochi cambiamenti, i quali sono
risultati poco innovativi e hanno portato più confusione che ordine
all’interno del sistema scolastico nazionale.
La percezione che si ha nelle scuole è di un diffuso senso di
disorientamento per i continui cambiamenti delle linee direttive circa
le attività educative e didattiche, rispetto a un progetto di riforma del
sistema scolastico non ancora completato e soprattutto nei confronti di
un processo di innovazione sottoposto a continui stop and go, a
segnali di semaforo verde, seguiti da semafori rossi. cambiata la
compagine governativa, si cambia il progetto di riforma senza
soluzione di continuità rispetto a quanto le scuole avevano iniziato a
realizzare negli scorsi anni in chiave innovativa.
Una scuola discontinua e frammentata come quella italiana non è in
grado di offrire alle giovani generazioni tutti i supporti educativi
necessari in una fase nella quale, invece, l’insieme delle conoscenze
tende a crescere e modificarsi a ritmi accelerati e lo straordinario
sviluppo delle nuove tecnologie condiziona sempre di più
l’organizzazione della vita.
Il punto negativo dell'istruzione italiana riguarda il funzionamento
della scuola e sopratutto la dispersione scolastica che si intende come
qualsiasi forma di uscita precoce dal circuito dell’istruzione.
La scuola italiana deve garantire un'equità' di accesso a tutte le classi
sociali in scuole di qualità, deve offrire un'ampia cultura generale,
stimolare i collegamenti interdisciplinari nelle materie umanistiche,
richiedere un impegno e ore di studio, prepararsi sui fondamenti
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teorici delle materie, consentire forti legami di amicizia, e offrire spazi
di partecipazione e cittadinanza.
La scuola americana, invece, può essere paragonata ad un gigante dai
piedi d'argilla: potente in alto, cioè a livello di università, e fragile alla
base.
Gli Stati Uniti assomigliano sempre più a un paese sottosviluppato,
incapace di soddisfare i bisogni fondamentali del suo popolo, preda
della rapacità dei suoi imprenditori, e vittima della criminalità, grande
o piccola, che questa situazione produce. Situazione che non è dovuta
a mancanza di mezzi, ma al fatto che i finanziamenti sono destinati a
fini che non servono agli interessi dell'insieme della società.
Una svolta è avvenuta con la presidenza Obama, il quale considera
essenziale la riforma dell’istruzione per salvaguardare la leadership
economica degli Stati Uniti affermando che la posta in gioco è troppo
alta e che non si possono permettere nient’altro che il meglio per i loro
figli.
Oggi, negli Stati Uniti, il livello di istruzione di una persona è sempre
più legato al proprio reddito e questa realtà anche se poco percepibile,
porta molti bambini a non riuscire a sviluppare il proprio talento e le
proprie potenzialità, importanti per costruire un futuro migliore.
Se gli americani stanno combattendo per i posti di lavoro e le industrie
di domani, hanno bisogno anche di assicurare che i loro figli, di
qualsiasi fascia economica, abbiano sempre la migliore istruzione
possibile e per questo investire nell'istruzione e soprattutto
nell'insegnamento è fondamentale, anche per accrescere la
competitività economica degli Stati Uniti.
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L’analisi comparativa, oltre ad analizzare la struttura e le
problematiche dei due sistemi scolastici, si sofferma su due
testimonianze di due insegnanti, una italiana e una americana.
La testimonianza dell’insegnante italiano è una lettera al ministro
dell’istruzione Gelmini, racconta la sua vita nella scuola, com’è
difficile e lungo il percorso per diventare insegnanti e la difficoltà
degli insegnanti oggi di assumere il ruolo di portatori di sapere, di
conoscenze e di valori, perché incapaci di insegnare ciò che la nuova
società richiede.
La testimonianza dell’insegnante americana, invece, racconta come il
ruolo della maestra sia una vocazione che viene nutrita giorno dopo
giorno con determinazione e passione, imbattendosi anche in giornate
difficili.
Due testimonianze diverse, ma che fanno capire quale ruolo assume
l’insegnante nella scuola di oggi, un ruolo difficile da affrontare in un
periodo di grandi trasformazioni nel mondo scuola.
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“Chi educa è sollecito verso una persona concreta,
se ne fa carico con amore e premura costante,
perché sboccino, nella libertà, tutte le sue potenzialità.”
(Mons.Regattieri)
1.1 La scuola come “luogo educativo” nella società complessa
La scuola, nonostante stia vivendo una profonda crisi collegata a vari
processi di cambiamento nel nostro tempo, tra incertezze e
contraddizioni, ma anche con notevoli spinte innovative, è ancora uno
straordinario luogo educativo per la formazione della persona, per la
crescita delle nuove generazioni, per l’acquisizione del sapere, per la
trasmissione sistematica e organica del patrimonio culturale del
passato. Si pone l’obiettivo di valorizzare e stimolare costantemente,
fin dai primi anni di vita, le capacità affettive, operative, cognitive,
estetiche, sociali, morali e religiose dell’individuo, perché possano col
tempo tradursi in reali competenze, che ognuno sia in grado
consapevolmente di mettere a frutto nelle diverse situazioni della vita.
Enunciare una definizione di scuola come luogo educativo, significa
entra in un dibattito sul ruolo specifico da attribuire alla scuola: se ad
essa spetti solo il compito dell’istruzione, in riferimento ai contenuti e
ai diversi saperi, o anche quello dell’educazione della persona.
Esiste oggi una forte pressione perché la scuola ritorni ad essere un
luogo il cui obiettivo principale è quello di istruire, puntando sulla
qualità dell’insegnamento e delegando ad altre agenzie i compiti
propri dell’educazione, ritenute separabili da quelli dell’istruzione.
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Ma la scuola non può solo istruire, perché sarebbe priva di quei valori
che solo l’educazione può trasmettere per aiutare l’individuo a
costruire la propria esistenza.
Perciò la scuola ha un duplice ruolo, quello di istruire e quello di
educare e questo doppio ruolo è presente nel Progetto Educativo di
Istituto previsto dalla Carta dei servizi scolastici, il quale afferma
inoltre che “la scuola nel processo di apprendimento-insegnamento,
deve tener presente, gli aspetti educativo - formativi senza perdere di
vista i contenuti, le conoscenze e le abilità importanti nell’ orientare le
scelte per il futuro.”
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La scuola deve quindi cercare di superare i termini oppositivi
dell’alternativa tra educazione e istruzione e orientare sempre di più la
sua identità formativa verso la funzione di luogo
dell’autorealizzazione personale.
Il Rapporto Unesco sull’educazione del XXI secolo, che valuta i nuovi
ruoli dell’educazione e le nuove esigenze nei confronti dei sistemi
educativi in un mondo caratterizzato dall’accelerazione del
cambiamento e da un’intensificazione delle tensioni di carattere
economico, ambientale e sociale, sottolinea l’esigenza di uscire dal
confronto educazione-istruzione ed afferma che la scuola deve:
Imparare a conoscere: deve dare gli strumenti per accedere a
tutte le fonti di informazione e per saperle selezionare; le mappe
cognitive per comprendere un mondo complesso in continua
agitazione; la bussola per mantenere costantemente sotto
controllo la propria rotta.
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F. VENTURELLA, La scuola: luogo educativo in “Proposta educativa”, n. 1, 1996, p.
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