2
Una simile scelta è in qualche modo imposta dal fatto che lo
scrittore investe moltissimo sul potere affabulatorio del significante.
In questi romanzi, la rinuncia a una definizione univoca della
realtà, si traduce nell’apertura alle tematiche e ai moduli più svariati,
in cui lo strumento linguistico svolge un ruolo di fondamentale
importanza.
La parola narrativa accoglie la polifonia del mondo reale, utilizza
l’iterazione per creare suggestivi giochi di risonanze, piega sintassi e
lessico ad esigenze ritmiche.
Complessivamente il presente studio si articola in quattro capitoli,
ognuno dei quali prende in esame un romanzo.
Ogni capitolo prevede l’applicazione di una griglia interpretativa
che si ripete con poche varianti e che si articola in sei parti, ciascuna
delle quali definisce un livello di ricerca.
L’esame di ogni testo si conclude con un’analisi linguistica,
condotta a livello sintattico e lessicale, che mette in luce le strategie
stilistiche della narrazione.
Il primo capitolo è uno studio del romanzo d’esordio: Castelli di
rabbia.
L’analisi della trama rivela un’idea di romanzo come gioco
combinatorio che si apre all’infinità del narrabile.
3
La pluralità dei percorsi narrativi e la polifonia di voci e di intenti
stilistici, definiscono la ricchezza affabulatoria della scrittura.
La tensione fantastica trova espressione nei personaggi,
caratterizzati da una percezione innocente e vitale dell’esistenza.
Lo scatto immaginativo di queste figure bizzarre, in cui vibra il
fascino della bellezza ferita, costituisce uno degli aspetti più
interessanti del libro.
L’analisi prosegue indagando il ruolo del narratore nel racconto e la
funzione che l’idea del destino svolge nella costruzione dell’intreccio.
Segue lo studio delle epifanie disseminate nella narrazione.
L’impulso fantastico con cui i protagonisti percepiscono l’esistente
è spesso all’origine del tessuto epifanico del romanzo.
Si passa all’individuazione delle metafore della scrittura e della
lettura presenti in Castelli di rabbia: tutte riconducono a un’idea di
letteratura come strategia di difesa dalla complessità dell’esistente, in
cui le facoltà dell’immaginario definiscono uno spazio evasivo.
Il primo capitolo si chiude con un’analisi linguistica che ha la
finalità di svelare gli strumenti tecnici, le strategie stilistiche di una
scrittura centrifuga, anarchica, dominata dal senso dell’assurdo.
Si evidenzia l’eterogeneità dei registri stilistici utilizzati, la
presenza di figure retoriche, i richiami all’oralità del lessico e della
sintassi, l’utilizzo oculato dell’elemento grafico.
4
Sono esaminate le modalità con cui la scrittura si apre a suggestioni
provenienti dal mondo della musica e del cinema.
L’uso dell’iterazione è individuato come strumento principale di
manipolazione linguistica, in grado di creare risonanze suggestive e
dare sonorità alla prosa.
Il capitolo successivo è l’analisi di Oceano mare, il secondo
romanzo di Alessandro Baricco.
La prima parte esamina le singole trame contenute all’interno della
cornice narrativa della locanda Almayer.
Spazio atopico sospeso tra terra e mare, la locanda si carica di un
notevole potenziale allusivo e fantastico.
Al suo interno i sette personaggi del romanzo si relazionano con
l’universo mitico del mare e con il proprio destino, di cui il mare è
metafora.
Sono analizzati i protagonisti e le loro storie, la fitta rete di
relazioni che li lega, e il viaggio che ciascuno di loro compie nella
propria coscienza.
Figure evanescenti ma profondamente umane, questi condividono
la bizzarria dei personaggi di Castelli di rabbia e al contempo vibrano
di una dimensione lirica che li rende parte di una realtà altra.
Segue l’analisi delle diverse epifanie del mare contenute nella
narrazione.
5
Rappresentazione mitica totalizzante che genera e contiene gli
opposti, tutti riconducibili alla dicotomia vita - morte, l’oceano - mare
è metafora del destino e icona di verità.
Una particolare attenzione è data al libro secondo, Il ventre del
mare, che racconta il naufragio della fregata Alliance e gli eventi che
sono all’origine dell’intreccio narrativo.
L’analisi di Oceano mare prosegue svelando l’incontenibile energia
affabulatoria della narrazione: il romanzo si alimenta dell’immensità
di esperienze di cui l’individuo è depositario.
Ogni personaggio è scrigno di infinite storie, alcune delle quali
rimangono non raccontate.
La scrittura si confronta, in questa maniera, con l’infinità
dell’esperibile.
Segue la riflessione sulla funzione del narratore reale e della sua
trasfigurazione romanzesca nell’uomo della settima stanza.
Le diverse metafore contenute nell’ultimo capitolo del romanzo
confermano il valore illusorio, ma necessario, della parola letteraria.
L’analisi linguistica di Oceano mare, che chiude il secondo
capitolo, rivela un maggiore equilibrio della struttura narrativa rispetto
al romanzo d’esordio.
6
Viene verificata la presenza delle strategie stilistiche già
individuate in Castelli di rabbia, che assumono, nel romanzo
esaminato, una precisa funzione espressiva.
Particolare attenzione è riservata all’uso dell’accumulo iterativo nel
libro secondo, Il ventre del mare.
L’analisi si estende alla caratterizzazione linguistica dei personaggi
e all’uso delle espressioni conative, con cui lo scrittore stabilisce un
sottile legame con il lettore.
Lo studio si chiude con il confronto tra le peculiarità sintattiche e
lessicali di Oceano mare e le caratteristiche linguistiche del primo
romanzo.
Il terzo capitolo è l’analisi di Seta, il romanzo più breve dell’iter
narrativo di Alessandro Baricco.
La prima parte stabilisce un’analogia tra la struttura volutamente
semplice, ma preziosa e ricca di strategie stilistiche, e l’epifania della
seta contenuta nella narrazione.
Segue l’analisi delle caratteristiche del protagonista, anche in
relazione agli spazi geografici in cui la vicenda si sviluppa.
L’attenzione si sposta sulle figure femminili e sulla tematica
dell’erotismo, elemento principale della narrazione.
7
Particolare rilievo viene dato all’epifania del significante:
l’ambiguità di significato e il potere illusorio del segno è all’origine
della fabula e ricorre come tema fondamentale del romanzo.
Il capitolo prosegue con l’indagine della tecnica narrativa: il gioco
combinatorio che genera l’affabulazione trova conferma nelle diverse
epifanie della parola letteraria.
Lo studio linguistico di Seta mette in evidenza gli artifici tecnici
che si celano in una scrittura apparentemente essenziale.
Il tessuto narrativo presenta le stesse strategie di scrittura impiegate
in Castelli di rabbia e in Oceano mare, utilizzate questa volta con
discrezione maggiore: dall’uso dell’accumulo iterativo, alla funzione
dello strumento grafico.
L’ultimo capitolo prende in esame City, l’ultimo romanzo di
Alessandro Baricco.
L’analisi della struttura individua i legami con l’allegoria della
metropoli che la narrazione implica.
L’idea di romanzo come gioco combinatorio s’intreccia con
l’inclinazione postmoderna all’abbandono delle sequenze narrative
lineari in favore dell’ipertesto.
City si costruisce, infatti, secondo un procedimento ipertestuale, in
cui, dai singoli protagonisti, si diramano altri sistemi narrativi.
8
L’impulso fantastico dei personaggi prende forma nell’incontenibile
energia creativa che genera trame narrative autonome.
La storia di pugilato e il western raccontati, vivono unicamente
nella fantasia dei protagonisti e definiscono delle zone di sogno in cui
l’individualità si rifugia.
Queste zone di sogno confermano il potere illusorio della parola
letteraria, già individuato, in diverse forme, in Castelli di rabbia,
Oceano mare e Seta.
Sono esaminate le epifanie proprie del discorso accademico
contenute in City: l’università è il luogo del romanzo in cui la spinta
conoscitiva si dissolve in atto creativo.
La tensione fantastica si dispiega nella rappresentazione di docenti
bizzarri, autori di strambe teorie, costruite su accostamenti concettuali
insoliti.
L’analisi del tessuto epifanico si estende all’intera narrazione:
vengono individuate le epifanie inerenti tematiche fondamentali, dal
destino all’idea della letteratura.
City è il ritratto straniato della vita contemporanea, in cui,
attraverso l’ironia, si manifesta l’assurdo che abita il reale.
Il quarto capitolo si chiude con lo studio linguistico del romanzo.
9
La polifonia propria della scrittura di Alessandro Baricco, si apre a
suggestioni extraletterarie e attinge al magmatico contenitore
linguistico che la contemporaneità offre.
Il pastiche romanzesco si realizza nel gusto postmoderno di
montare sequenze narrative con il materiale riciclato dal calderone dei
moduli esistenti.
Ogni artificio stilistico individuato nei romanzi precedenti, torna in
City con la precisa funzione di curare l’aspetto prossemico, quasi a
voler rendere la scrittura narrativa il più possibile visiva e auditiva.
Nella narrativa di Alessandro Baricco, il linguaggio esprime il
proprio potenziale fonosimbolico attraverso un insieme di strategie
che tornano in tutta la produzione romanzesca analizzata.
Il gioco manipolatorio del corpo linguistico si lega, in questi
romanzi, a un’idea di letteratura come spazio evasivo
dell’immaginazione, nella convinzione che la lettura debba essere un
atto prevalentemente emozionante.
La generosità affabulatoria si manifesta nel linguaggio, ma anche
nella ricchezza delle strutture narrative.
Alessandro Baricco utilizza un repertorio narratologico sconfinato,
in cui prevale il gusto di frammentare le sequenze narrative ottenendo
una scrittura versatile e priva di unità stilistica.
10
Il piacere di raccontare prende corpo in una pluralità di storie e di
baricentri narrativi.
La tensione fantastica si esprime in una schiera di personaggi
insoliti, spesso al centro di vicende paradossali.
Di fronte a tutto ciò il narratore si comporta da abile giocoliere,
mantenendo il pieno dominio delle molte trame di cui è demiurgo,
benché in esse prevalga la logica del non senso.
Scopo del presente studio è scandagliare i segreti di una scrittura
apparentemente complessa, individuare, in sintesi, le strategie
linguistiche e narrative con cui Alessandro Baricco cerca di ottenere il
massimo risultato affabulatorio sul terreno del fantastico e
dell’invenzione pura.