7
impatto sociale, e si attendevano ulteriori azioni di riforma. Con il discorso fatto
alle camere il 3 aprile 2001, il Presidente presenta al paese un calendario di
riforme complete, la cui adozione non sar� semplice n� indolore.
L�intento di questo lavoro � presentare un quadro della situazione del paese che
sia il pi� completo possibile nel descrivere l�opera di Putin. Si � cos� proceduto
nel descrivere innanzitutto la forma di governo russa, cercando di mettere in luce
quali siano le prerogative presidenziali, e quindi i mezzi del Presidente, rispetto a
quanto contenuto nella Costituzione adottata nel 1993. Questa viene sempre
descritta come la �Costituzione di Eltsin�, il quale ha portato al voto referendario
un testo che senza dubbio prevede poteri presidenziali vastissimi ed indipendenti,
i quali sono comunque da leggere alla luce della storia del paese, senza
dimenticare che se nulla pu� garantire per l�avverarsi della democrazia, questa
non pu� comunque affermarsi nel giro di un giorno. Nel secondo capitolo viene
descritto il sistema federale della Russia, la cui forma � all�origine di una parte dei
problemi del paese a causa del costituirsi di forti poteri periferici non inseriti in
uno stato forte, con conseguenti difficolt� nella gestione del paese. Dopo aver
delineato i mezzi istituzionali e le difficolt� federali ed economiche della Russia,
il terzo capitolo � dedicato alla descrizione della presidenza di Putin, con una
separazione ideale tra le riforme del primo anno di presidenza e quelle del
secondo anno.
8
CAPITOLO I
FORMA DI GOVERNO E DISTRIBUZIONE DEI POTERI
COSTITUZIONALI NELLA FEDERAZIONE DI RUSSIA
DELINEATI DALLA COSTITUZIONE DEL 1993
9
SOMMARIO
1.1. Introduzione
1.2. Le forme di governo
1.2.1. L�ideal-tipo di forma di governo
1.2.2. La classificazione delle forme di governo
1.2.2.1. Criteri classici
1.2.2.2. Il duplice criterio riguardante la natura del rapporto
Parlamento-Governo ed il ruolo del Capo dello Stato
1.2.2.3. La forma di governo presidenziale
1.2.2.4. La forma di governo semipresidenziale
1.3. La forma di governo della Federazione di Russia
1.3.1. Gli elementi di influenza interni
1.3.2. Gli elementi di influenza esterni
1.3.3. Organi costituzionali e poteri secondo la Costituzione del 1993
1.3.3.1. Il presidente della Federazione di Russia
1.3.3.2. Il governo della Federazione di Russia
1.3.3.3. L�assemblea federale
1.4. Conclusioni
1.4.1. La forma di governo russa secondo vari autori
1.4.2. Analisi conclusiva
10
1. Forma di governo e distribuzione dei poteri costituzionali nella Federazione
di Russia delineati dalla Costituzione del 1993
1.1. Introduzione
L�utilizzo di categorie per la descrizione dei fenomeni empirici non si
presenta sempre come un facile esercizio: le categorie di analisi possono non
essere condivise da tutti gli studiosi, e quindi si presenta la difficolt� della scelta
della migliore griglia interpretativa; inoltre, la circolazione dei modelli
costituzionali che ha influenzato tutti i paesi della �terza ondata�
1
, nel tentativo di
affinare ed adattare i modelli esistenti, ha reso spurie le copie, rendendo quindi
complessa l�analisi della realt� multiforme
2
. L�analisi seguente partir� quindi dalla
descrizione dei concetti alla base delle categorie delle forme di governo, per poi
utilizzarli nel descrivere le posizioni dei vari studiosi e della dottrina russa in
materia. Sar� considerata invece in un secondo momento la forma di Stato:
seppure, infatti, si tratti di un concetto che si pone ad un livello d�astrazione
superiore rispetto alla forma di governo, e quindi in fase descrittiva sarebbe
logicamente antecedente, esso � correlato al regime politico di un paese, nonch� al
grado di accentramento/decentramento del potere politico anche in relazione al
numero dei centri regionali di potere e delle loro relazioni, argomenti che
verranno affrontati nel secondo capitolo, dedicato al federalismo russo, e nel terzo
capitolo, dove in conclusione della descrizione dell�opera riformatrice di Putin
verranno esposte alcune considerazioni sul livello di democraticit� del paese .
1
S.P. Huntington, La terza ondata. I processi di democratizzazione alla fine del XX secolo,
Bologna, Il Mulino, 1995.
2
L. Pegoraro Forme di governo, definizioni, classificazioni, in A. Rinella e L.Pegoraro (a cura di),
Semipresidenzialismi, Padova, Cedam, 1997, pp. 19-20.
11
1.2. Le forme di governo
1.2.1. Il concetto di forma di governo
Per forma di governo
3
si intende quel �complesso di regole che
disciplinano la distribuzione di potere tra gli organi di vertice dell�apparato
statale�
4
. Si tratta quindi di un modo di organizzare ed esercitare il potere secondo
regole scritte e non che donino prevedibilit�, e quindi stabilit�, al sistema, in modo
da poter individuare modi e sedi certi grazie ai quali concludere i processi
decisionali
5
. E� necessario tener conto non soltanto delle norme espresse nelle
Costituzioni, ma anche di fattori extragiuridici che influenzano profondamente il
funzionamento della forma di governo �in quanto gran parte dell�attivit� degli
organi costituzionali avviene sulla base di regole non scritte, di tipo normativo
(consuetudini) o politico (convenzioni)�
6
. Per comprendere il reale operare della
forma di governo � quindi importante la prassi costituzionale affermatasi, ma
anche il sistema elettorale, il sistema partitico (ed il ruolo delle opposizioni) e le
regole che ad esso fanno capo, le relazioni che essi hanno con gli organi dello
stato
7
nonch� l�uso, pi� o meno frequente, degli istituti della democrazia diretta
8
.
3
Con la parola �Governo� si intende qui riferirsi all�insieme di organi supremi dello Stato che
esercitano la massima autorit� e risultano rilevanti per la classificazione delle forme di governo,
cio� quell�insieme di centri decisionali politici attraverso i quali vengono adottate decisioni
formalmente vincolanti. Tralascer� quindi l�accezione pi� ristretta facente riferimento al governo
come organo esercente il potere esecutivo.
4
M.Volpi, Libert� e autorit�. La classificazione delle forme di Stato e delle forme di governo,
Torino, Giappichelli, 2000, p. 2.
5
G.U. Rescigno, Forme di Stato e forme di governo, in Enc. giur. Treccani, XIV, Roma, Istituto
poligrafico e zecca dello Stato, 1989, p. 14.
6
M.Volpi, Libert� e autorit�, cit., p. 4.
7
G. de Vergottini, Le forme di Stato e di Governo, in Diritto costituzionale comparato, Padova,
Cedam, 1999, p. 139, A.Rinella, La forma di governo semipresidenziale, profili metodologici e
�circolazione� del modello francese in Europa centro-orientale, Torino, Giappichelli, 1997, pp.
68-69, dove elenca una serie di elementi di natura extragiuridica che influenzano l�effettivo assetto
del potere politico, e G. Morbidelli, L. Pegoraro, A. Reposo e M. Volpi, Diritto costituzionale
italiano e comparato, Bologna, Monduzzi, 1995, pp. 357-376 dove mettono in relazione sistema
partitico e sistema elettorale con la forma di governo.
12
E� importante sottolineare come l�ideal-tipo di forma di governo si ponga ad un
livello della scala di astrazione tale per cui non corrisponda mai alle esperienze
reali, ma serva allo studio ed alla classificazione dei casi concreti. Il modello non
pu� descrivere in maniera esaustiva tutti gli ordinamenti costituzionali che ad esso
fanno capo. Esso nasce da un processo d�astrazione: lo studioso che, partendo
dall�esperienza, enuclea quelli che considera gli elementi essenziali per definire
una forma di governo. Su questo punto, occorre ricordare come non tutti gli
studiosi siano concordi nell�accettare la categoria di forma di governo
semipresidenziale, preferendo riportare i casi specifici al modello parlamentare o
presidenziale. Per quanto riguarda i paesi della terza ondata, e la Russia in
particolare, lo sforzo di razionalizzare ed adattare modelli costituzionali esistenti
ha prodotto varianti diverse rispetto ai modelli specifici di stati stranieri
9
. Questo
moto di affinamento costituzionale rende l�utilizzo della semplice distinzione
parlamentare/presidenziale troppo povero. Se infatti il concetto di forma di
governo deve servire per una migliore comprensione della realt�, la semplice
dicotomia citata non riesce a cogliere la complessit� del caso della Russia, e rende
quindi molto utile l�utilizzo del concetto di semipresidenzalismo.
1.2.2. La classificazione delle forme di governo
1.2.2.1. Criteri classici
Vari sono i criteri utilizzabili
10
nella classificazione delle forme di governo
Un criterio utilizzato oggi
11
per la classificazione delle forme di governo si basa
8
P. Biscaretti Di Ruffia, Introduzione al diritto costituzionale comparato, Milano, Giuffr� Editore,
1988, pp. 122-130.
9
M.Volpi al riguardo scrive: �E� del tutto logico che in un determinato ordinamento si faccia
costante riferimento ai modelli stranieri, essendo la ricerca del �buon governo� una delle finalit�
che la classificazione delle forme di governo pu� proporsi� in M.Volpi, Le forme di governo
contemporanee tra modelli teorici ed esperienze reali, in S.Gambino (a cura di), Democrazie e
forme di governo, modelli stranieri e riforma costituzionale, Rimini, Maggioli, 1997, p. 41.
10
Per un elenco dei criteri utilizzabili nella valutazione delle forme di governo cfr. M. Volpi,
Libert� e autorit�, cit, pp. 77-84.
11
Viene considerato superato il criterio basato sulla ricerca della titolarit� del potere esecutivo,
utilizzato in passato per l�analisi sulle differenze tra Monarchia e Repubblica, poich� sono
13
sull�osservazione dell�assegnazione del potere agli organi costituzionali, cio�
quali organi esercitano il potere statale, chi delinea l�indirizzo politico e in che
modo vengono ripartite le loro competenze
12
. Questo criterio di valutazione del
�numeri dei soggetti sovrani�
13
porta a distinguere tra forma di governo pura e
mista.
Nella forma di governo pura ogni organo esercita individualmente e
separatamente dagli altri i suoi poteri, per cui al Parlamento spetta la funzione
legislativa e al Governo la funzione esecutiva, senza interferenze tra i due organi
costituzionali. Rientra tra le forme di governo considerate pure la forma di
governo presidenziale, o costituzionale pura: in essa spetta al Presidente tracciare
l�indirizzo politico generale ed ai suoi ministri, che sono responsabili unicamente
di fronte a lui
14
.
Nella forma di governo mista non vi � la stessa rigida divisione del potere, ma al
contrario viene adottato il principio di coordinamento tra Parlamento e Governo,
attraverso il rapporto fiduciario e una collaborazione nella determinazione
dell�indirizzo politico, che, pur se spettante al Governo, lo vede comunque
responsabile di fronte al Parlamento. In questa categoria rientra il governo
parlamentare.
Bisogna quindi aggiungere a questa tradizionale divisione la definizione di regime
semipresidenziale che Duverger per primo utilizz� in riferimento alla Quinta
Repubblica Francese. In essa sono presenti elementi sia del presidenzialismo che
del parlamentarismo, in modo da non poter ricondurre l�esperienza a nessuna delle
due categorie. In generale si pu� considerare il semipresidenzialismo come forma
di governo mista, a causa della non indipendenza tra i poteri.
Un altro criterio di classificazione delle forme di governo riguarda il numero di
organi che vengono legittimati da elezione diretta: in questo modo distingueremo
scomparse le Monarchie assolute e tutti i governi sono oggi rappresentativi anche se a capo dello
Stato resta un Monarca. Vedi G. de Vergottini, Le forme di Stato e di Governo, in Diritto
costituzionale comparato, cit, p. 135 e P. Biscaretti Di Ruffia, Introduzione al diritto
costituzionale comparato, cit. pp. 109-112.
12
G. se Vergottini, Le forme di Stato e di Governo, in Diritto costituzionale comparato, cit., p. 139
e P. Biscaretti Di Ruffia, Introduzione al diritto costituzionale comparato, cit.
13
M. Volpi, Libert� e autorit�, cit, p. 77.
14
Fa parte inoltre della categoria la forma di governo direttoriale svizzera.
14
tra forme di governo monistiche e dualistiche
15
. In base a questo criterio, si
definirebbe monista la forma di governo parlamentare, a causa dell�elezione
diretta del solo Parlamento, mentre sarebbe dualista la forma di governo
presidenziale, per la legittimazione diretta sia del Parlamento che del Capo dello
Stato. In quest�ultimo caso si rende necessaria, per una corretta comprensione del
caso empirico preso in esame, anche l�analisi delle effettive funzioni del Capo
dello Stato, cio� se esso si configura pi� come capo effettivo dell�Esecutivo,
ovvero come figura simbolica priva di peso politico. Secondo questa
classificazione, la forma di governo semipresidenziale sarebbe di tipo dualista,
poich� previdente, cos� come nel presidenziale, la legittimazione sia del Capo di
Stato che del Parlamento. E� da notare come sia possibile anche un�ulteriore uso
della dicotomia monismo/dualismo, facente perno sul numero di organi
componenti il potere esecutivo: si distinguerebbero cos� esecutivi monisti (o
meglio monocratici) ed esecutivi dualisti, portando ad un�ulteriore suddivisione di
presidenziale e parlamentare da un lato, ed ancora parlamentare,
semipresidenziale e semiparlamentare dall�altro
16
.
Quindi, utilizzando i criteri classici, a seconda che si consideri come criterio o
l�organo competente a tracciare l�indirizzo politico o il numero di organi
legittimati, vediamo sempre distinti regimi presidenziali da regimi parlamentari,
con i regimi semipresidenziali nella stessa categoria dei presidenziali secondo il
criterio politico, in quella dei parlamentari secondo il criterio numerico.
1.2.2.2. Il duplice criterio riguardante la natura del rapporto Parlamento-
Governo ed il ruolo del Capo dello Stato
Un ulteriore criterio di classificazione delle forme di governo prevede la
valutazione di due elementi
1. Esistenza del rapporto fiduciario;
2. Derivazione e ruolo del Capo dello Stato
17
.
Il primo criterio riguarda il tipo di rapporto tra Parlamento e Governo, e considera
il rapporto fiduciario come concetto emergente della relazione tra organo
15
M.Volpi, Libert� e autorit�, cit., p. 79.
16
Ivi.
15
legislativo ed organo esecutivo. Il rapporto fiduciario deve essere considerato
esistente non solo laddove sia previsto un voto di investitura iniziale del Governo
da parte del Parlamento, ma anche dove tale voto non sia previsto e quindi la
fiducia sia presunta. Infatti, il cuore di questo concetto riguarda la responsabilit�
politica del Governo nei confronti del Parlamento, che quest�ultimo pu� provare
attraverso lo strumento della mozione di sfiducia. A pendant di ci� il Governo pu�
a sua volta utilizzare lo strumento della questione di fiducia riguardo una sua
azione specifica o generica; questi due strumenti sono alla base di una �visione
del rapporto di fiducia come rapporto paritario e non squilibrato tra Governo e
Parlamento�
18
.
Il secondo criterio riguarda il ruolo del Capo dello Stato, e tiene in considerazione
il tipo di elezione dello stesso, cio� se diretta e quindi derivante dal popolo, o
piuttosto mediata da un organo ristretto
19
.
In base a questi due criteri Volpi individua quattro forme di governo presenti nello
Stato democratico contemporaneo
Forme di governo Assenza del rapporto
fiduciario
Presenza del rapporto
fiduciario
Elezione diretta del Capo
di Stato
F. di g. Presidenziale
20
F.di g. Semipresidenziale
Elezione indiretta del
Capo di Stato
F. di g. Direttoriale F. di g. Parlamentare
Questa descrizione puntuale delle forme di governo, e l�analisi che seguir� di due
di esse, ha come scopo la comprensione delle caratteristiche che sono alla base di
17
Ibidem, p. 81.
18
Ibidem, p. 83 e G. de Vergottini, Diritto costituzionale comparato, cit., pp. 466-469.
19
Unitamente a questo criterio Volpi parla della posizione del Capo dello Stato che pu� essere
estranea all�indirizzo politico o di partecipazione attiva alla sua determinazione. Non prendo in
considerazione questo criterio in quanto l�autore collega logicamente (lo si vede nella sua
suddivisione delle forme di governo) elezione diretta del capo dello stato e suoi poteri forti di
indirizzo politico, mentre casi come Irlanda e Finlandia ne dimostrano il non scontato legame.
20
In questa casella Volpi inserisce anche la monarchia costituzionale, ma siccome riveste un
valore solamente storico non la inserisco in questa breve analisi finalizzata alla comprensione della
forma di governo della Federazione di Russia.
16
questi ideal-tipi, e la loro successiva applicazione al caso russo. La Russia si
presenta infatti come una realt� piuttosto complessa, derivante da una peculiare
struttura di potere sviluppata negli anni sovietici, che ha lasciato eredit� in molti
campi, dal costituzionalismo alla struttura federale, nonch� sistema partitico e
societ� civile. Questo comporta una certa difficolt� di utilizzo di un canone
descrittivo come la forma di governo, elaborato �con riferimento alle esperienze
dello stato democratico di derivazione liberale caratterizzato dalla separazione dei
poteri, dal pluralismo partitico e dalla garanzia della opposizione�
21
. Non ritengo
tuttavia impossibile una sua applicazione alla realt� costituzionale russa, pertanto
nei prossimi due paragrafi proceder� all�analisi di due forme di governo in
particolare, quella presidenziale e quella semipresidenziale, poich� sono quelle
utilizzate, a seconda degli studiosi, per descrivere la realt� della Federazione di
Russia.
1.2.2.3. La forma di governo presidenziale
Nel descrivere i �regimi con presidenti eletti� M.Shugart e J.Carey
22
delineano il pensiero alla base del presidenzialismo cos� come voluto dai suoi
fondatori negli Stati Uniti d�America: caratteristica principale di questo regime
avrebbe dovuto essere la separazione tra Esecutivo e Legislativo. Questa
separazione non avrebbe dovuto riguardare i poteri
23
, ma piuttosto le fonti
dell�origine e della sopravvivenza dell�Esecutivo e del Legislativo, garantendo
che ogni potere esercitasse un controllo dall�alto e senza timore per la propria
esistenza.
La definizione di forma di governo presidenziale prevede �quattro elementi
compresenti e interconnessi pi� una condizione�
• Una singola persona � a capo dell�apparato burocratico e militare;
21
G. de Vergottini, Diritto costituzionale comparato, cit, p. 140.
22
M.Shugart e J.Carey, Presidenti ed assemblee. Disegno costituzionale e dinamiche elettorali,
Bologna, Il Mulino, 1995, pp. 35-37.
23
In quanto un sistema di controlli e di equilibri nella gestione dei poteri veniva visto come
fondamentale per il corretto funzionamento del sistema. Ad esempio, veto presidenziale come
controllo sul Legislativo, ratifica del senato come influenza sull�Esecutivo e la sua politica estera.
Cfr Ivi.
17
• Ha un periodo di carica predeterminato e non revocabile;
• E� eletta direttamente dal corpo elettorale, con legittimazione evidente;
• Non � ammesso lo scioglimento anticipato del legislativo.
Inoltre deve esistere una condizione senza la quale il presidenzialismo �
impraticabile: o non esiste disciplina di partito, per cui il Presidente pu� riuscire a
trovare consenso alle sue proposte costruendoselo di volta in volta, o � previsto
istituzionalmente che la maggioranza del Presidente sia la stessa del Parlamento
24
L�elemento centrale del sistema presidenziale risiede nella separazione, �un
regime basato su un ideale di massima separazione dei poteri e di piena ed
esclusiva responsabilit� del gabinetto di fronte al presidente�
25
. Il sistema
presidenziale � una struttura di poteri divisi legittimati da circuiti elettorali
diversi, �separated institutions sharing powers�
26
.
La separazione dei poteri trova una attenuazione nei poteri legislativi propri e
delegati dall�assemblea del presidente, e quindi nel potere di veto, di iniziativa
legislativa e di bilancio, di decretazione, di referendum e poteri di emergenza
27
. Il
sistema presidenziale frena il potere dividendolo, creando un sistema di pesi e
contrappesi nel quale al Presidente spetta la gestione del potere esecutivo ed
all�Assemblea quella del potere legislativo.
La forma di governo presidenziale vede il suo archetipo nel modello statunitense,
ed il problema che si pone � stabilire se tale categoria comprenda altre esperienze
al di fuori di esso. A questo riguardo Volpi
28
afferma che il modello presidenziale
non ha trovato applicazione in nessun altro paese di democrazia consolidata al di
fuori degli Stati Uniti; nella pratica i tentativi di esportazione di questo sistema
sono falliti (considerando soprattutto le esperienze dei paesi latino americani)
dando vita a regimi �presidenzialisti� basati su una prevalenza del Presidente e
sulla debolezza del Parlamento. In ogni caso questo modello � stato recepito in
24
G.U. Rescigno, Forme di Stato e forme di governo, cit., p. 17.
25
M.Shugart e J.Carey, Presidenti ed assemblee, cit., p. 31.
26
R.E. Neustadt, Presidential Power, New York, 1960, p. 33.
27
A questi vanno aggiunti i poteri non legislativi, anch�essi mitiganti la separazione dei poteri,
quali potere di formazione/rimozione del gabinetto e di scioglimento dell�assemblea, M. Shugart e
J. Carey, Presidenti ed assemblee, cit., pp. 205-259.
28
M. Volpi, Le forme di governo contemporanee tra modelli teorici ed esperienze reali, cit, p.44.
18
una serie di paesi in via di sviluppo ed in paesi appartenenti all�area dell�ex blocco
sovietico
29
.
Vi sono difetti e peculiarit� alla base della forma di governo presidenziale, che ne
rendono difficile l�esportazione. Essa � oggetto di numerose critiche, con parte
della dottrina che rileva sia un modello sviluppatosi negli Stati Uniti in virt� delle
particolari vicende storiche del paese e possa resistere solo grazie alla singolare
struttura dei partiti politici che pu� ovviare alle rigidit� del modello. Le critiche
riguardano la rigidit� temporale del mandato, che risulta politicamente
paralizzante nel caso di presidenti impopolari o assemblee intransigenti; il
maggioritarismo, per cui a causa dell�effetto di non proporzionalit� elettorale,
potrebbe essere eletto un presidente che rappresenta la minoranza. Inoltre, nella
composizione del gabinetto il presidente non � primus inter pares, ma nomina e
rimuove i membri, generalmente del suo partito. Tutto questo porta ad un carattere
esclusivo dell�esecutivo, il cui ottenimento diventer� fondamentale, generando
non collaborazione tra vincitori e vinti; la doppia legittimazione democratica, per
la quale il bisogno di cooperare tra esecutivo ed assemblea non � urgente
30
.
Nel caso statunitense ad evitare il rischio di paralisi ha concorso la struttura dei
due partiti principali. Essi, infatti, presentano a livello federale alcune
caratteristiche particolari che li portano a differenziarsi notevolmente dai partiti
europei: non sono caratterizzati da una netta divisione ideologica; non esiste una
disciplina interna dei partiti stessi in Parlamento; i membri del congresso sono pi�
che altro preoccupati di ottenere concessioni locali, volte a favorire il proprio
collegio elettorale in modo da essere rieletti. I partiti federali statunitensi sono
quindi dei grandi apparati elettorali. Nel congresso le maggioranze si formano di
volta in volta sui singoli progetti di legge ed il presidente � costretto a cedere su
parte del programma a favore di interessi localistici per ottenere l�approvazione.
Per utilizzare le parole di Leopoldo Elia �la centralit� del Presidente, se comporta
che solo da lui possa partire un progetto di indirizzo politico, non implica affatto
una forte probabilit� della sua traduzione in atti legislativi [�] il Presidente
29
G. Sartori, Ingegneria costituzionale comparata, Bologna, Il Mulino, 1995, p. 99.
30
M.Shugart e J.Carey, Presidenti ed assemblee, cit., pp. 49-88.
19
americano, a differenza del Premier britannico, deve conquistarsi di volta in volta
i mezzi parlamentari per attuare la sua politica�
31
.
L�applicazione di questa forma di governo in paesi con forti lacerazioni politico-
sociali, con cattive situazioni economiche ed in mancanza di consolidate prassi
democratiche ha prodotto la distorsione �presidenzialista� supracitata dei paesi
latino americani, con presidenti a poteri forti opposti ad assemblee, creanti
situazioni di ingovernabilit�, talvolta sfociate in sistemi autoritari. In questa sede
importa sottolineare la difficolt� di riproduzione della forma di governo
statunitense, soprattutto in paesi �in transizione democratica�.
1.2.2.4. La forma di governo semipresidenziale
Descrivendo la forma politica semipresidenziale, Sartori, dopo aver
rilevato come �tanto il presidenzialismo quanto il parlamentarismo, soprattutto
nella loro forma pura, lasciano a desiderare�, definisce il semipresidenzialismo
come una soluzione �mista�, a met� strada tra le forme politiche del
presidenzialismo e del parlamentarismo
32
, in grado quindi di ovviare ai loro
problemi
33
. Il termine venne introdotto per primo da Duverger nel 1970
34
, in
31
L. Elia, Governo (forme di), in Enc. Del diritto, XIX, Milano, Giuffr�, 1970, p. 663.
32
G. Sartori, Ingegneria costituzionale comparata, cit., p.135.
33
In questa sede interessa l�utilizzo del concetto, e quindi cenni riguardo la controversa esistenza
della categoria semipresidenzialismo saranno solo in questa nota: a causa della commistione di
elementi del presidenzialismo (elezione diretta del Capo di Stato, monismo) e del parlamentarismo
(rapporto fiduciario, forma mista, scioglimento anticipato), alcuni autori riportano la categoria nei
parlamentarismi, altri nei presidenzialismi. Tra i primi P. Biscaretti Di Ruffia, Introduzione al
diritto costituzionale comparato, cit., p. 280 e J.C. Colliard, Les r�gimes parlementaires
contemporains, Paris, 1978, p. 19 che parlano di �parlamentarismo a tendenza presidenziale�; tra i
secondi M.Shugart e J.Carey, Presidenti ed assemblee. Disegno costituzionale e dinamiche
elettorali, cit., pp. 35-48, che scompongono la categoria in parlamentare con presidente,
riconducibile al presidenzialismo, e presidenziale con premier, categoria vacua, secondo Sartori, e
con svuotamento del concetto stesso di semipresidenzialismo. Sul tema cfr. anche M. Volpi, Esiste
una forma di governo semipresidenziale?, in A. Rinella e L.Pegoraro (a cura di),
Semipresidenzialismi, cit., pp. 28-31. Controverso lo stesso nome �semipresidenzialismo�, ritenuto
fuorviante da M. Baudrez e B. Ravaz, La Quinta Repubblica: Regime semi-presidenziale o
parlamentarismo presidenzialista?, in A. Rinella e L.Pegoraro (a cura di), Semipresidenzialismi,
cit., pp. 45-48, o sostituito con semiparlamentare.
20
relazione all�esperienza istituzionale francese successiva al 1962. Secondo lo
stesso autore, caratteri fondamentali della forma di governo semipresidenziale
sono
• Un Presidente della Repubblica eletto a suffragio universale e dotato di
importanti poteri propri;
• Un Primo Ministro ed un Governo responsabili davanti ai deputati
35
.
Rescigno perfeziona la definizione di queste caratteristiche definendo questi
�importanti poteri�, per cui il Presidente � capo dell�apparato burocratico e
militare e pu� anticipatamente sciogliere il Parlamento, inoltre precisa come
Primo Ministro, pur subordinato, e Presidente, condividano il potere di comando
dell�apparato
36
. La questione dei poteri � comunque molto opinabile: � difficile
prescinderne, ma non � cos� facile pervenire a un�unica valutazione di quali siano
i poteri �importanti�.
Il sistema semipresidenziale affonda le radici nel desiderio di razionalizzazione
dei meccanismi della IV Repubblica, dove, a causa di una estrema
frammentazione del Parlamento e del suo predominio sul Governo, l�attivit�
legislativa ed esecutiva erano paralizzate. I problemi verranno alla luce con la
questione algerina, facendo s� che fosse dato ad una personalit� carismatica, il
generale de Gaulle, il potere �dittatoriale romano�: per sei mesi ottenne pieni
poteri e la facolt� di modificare le strutture costituzionali esistenti
37
. Cos� nel 1958
venne alla luce la costituzione della V Repubblica, emendata in modo sostanziale
nel 1962 e nel 2000.
34
M. Duverger, Institutions politiques et droit constitutionnel, 11
a
ed., Paris, 1970, p. 277.
35
M. Duverger, La nozione di regime �semi-presidenziale� e l�esperienza francese, in �Quaderni
Costituzionali�, a. III (1983), n. 2 (agosto), p. 260. Vedi anche la complessa definizione data da G.
Sartori, Ingegneria costituzionale comparata, cit., p. 146.
36
G.U. Rescigno, Forme di Stato e forme di governo, cit., p. 20.
37
P.G. Lucifredi, Appunti di diritto costituzionale comparato. 1. Il sistema francese, Milano,
Giuffr� editore, 1994, pp. 12-13.