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PREMESSA
Lady Oscar: tra storia e leggenda della rivoluzione francese
Figura I La sigla di Versailles no bara
Negli anni Settanta del Novecento, dall‟ispirata penna di una studentessa
universitaria orientale affascinata dalla storia europea e dai suoi tumulti, una
figura esile e bionda, eterea e battagliera, si stacca da un foglio di carta per
librarsi, leggera, nello splendido volo della sua vita letteraria.
Questa donna, un nobiluomo venuto dal nord dell‟Europa e una delle giovani
arciduchesse del potentissimo impero asburgico intrecciano le loro vite e i loro
destini a quelli dell‟evento che muterà la storia dell‟uomo e della sua libertà. Sullo
sfondo, tra mito e realtà, aneddoti e libelli, battaglie e amori si staglia la
Rivoluzione francese.
Le rose di Versailles, a oltre trent‟anni dalla loro nascita, non smettono
d‟incantare i nuovi lettori e affascinare spettatori, attraendo anche le nuove
generazioni high-tech, non indifferenti alla fascinazione del passato.
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L‟errore di tradurre il titolo della serie con La rosa di Versailles piuttosto che Le
rose di Versailles, incentrando così su un unico personaggio il ruolo principale, fu
dovuto all‟ambiguità del termine bara in giapponese, che può voler dire rosa o
rose.
Le parole chiarificatrici dell‟autrice risolvono definitivamente la presunta
ambiguità di significato della sua opera. Afferma, infatti, Riyoko Ikeda:
” Fin dal momento in cui l‟ho concepito, avevo deciso
di abbinare una rosa a ciascuno dei personaggi: a Oscar
una rosa bianca, Antonietta quella rossa, Madame de
Polignac una venefica rosa gialla, mentre Rosalie è un
bocciolo color di rosa. Jeanne infine è un‟affascinante
ma pericolosa rosa nera”. 1
Il manga, inizialmente inteso quale rivisitazione della vita della sovrana francese,
nel corso degli episodi narrati si arricchisce di più voci femminili, splendido coro
di donne protagoniste della Storia.
Figura II Riyoko Ikeda riceve la Legion d'honneur francese
Nata il 18 dicembre 1947 a Osaka, l‟autrice di Berusaiyu no bara è cresciuta in
Giappone. Da sempre affascinata dalla cultura occidentale, i suoi usi e costumi,
Riyoko Ikeda ha nutrito la sua passione in particolar modo per l‟Europa e la sua
storia. Il colpo di fulmine di Ikeda con la storia del vecchio continente avvenne
1
Ikeda, Riyoko, Le rose di Versailles ed. D/visual, vol. 1 Magic Press, 2008-2009.
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attraverso la lettura, mentre era ancora liceale, dell‟autobiografia della regina
Maria Antonietta opera di Stefan Zweig. Purtroppo in Giappone circolava,
all‟epoca, una traduzione alquanto imprecisa dell‟opera dello scrittore austriaco, e
alcune divergenze storiche tra la ricostruzione che Ikeda fa della rivoluzione
francese nel suo manga di maggior successo sono da imputare direttamente a
queste imperfezioni.
L‟esordio alla scrittura dei manga avviene quando Ikeda ha da poco compiuto i
vent‟anni, con la pubblicazione di Bara Yahiski no Shōjo 2 che si rifà a un
precedente lavoro del guru dei manga shōjo Osamu Tezuka. La trionfale
pubblicazione di Berusaiyu no bara, titolo concepito sin dal liceo, segna una sorta
di vero inizio nella sua produzione autoctona. Il successo conseguito dalla prima
opera storica in ambito mangaka le fa guadagnare il diritto di poter continuare a
pubblicare piccoli gioielli nell‟ambito del genere che l‟ha consacrata: il manga
storico per ragazze.
Ricordando gli avvenimenti del tempo, Riyoko Ikeda racconta della fortissima
opposizione incontrata da parte dell‟editore e dei redattori, dai quali le fu
fortemente contestata la possibilità di incontrare il favore del pubblico trattando di
un argomento storico. A tal proposito, afferma Riyoko Ikeda:
“Cominciai dunque a scrivere sotto la minaccia che, se
il fumetto non fosse entrato nei primi posti delle
classifiche di gradimento che i lettori inviavano
settimanalmente alla rivista, sarebbe stato
immediatamente interrotto.”3
Il successo, però, le arride sin dal primo volume, anche se l‟autrice temette di non
poter portare a compimento la sua storia. Le fu addirittura imposto di terminare il
racconto entro un tempo massimo di dieci settimane dalla morte di Oscar. Trova
così spiegazione il fatto che, dopo la morte dell‟eroina, le altre vicende riguardanti
2
Trad. La ragazza della casa delle rose.
3
Intervista a Riyoko Ikeda in Le rose di Versailles edizione D/Visual, Magic Press 2008- 2009 in
volume uno.
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la rivoluzione e la morte dei reali di Francia, compresa la tentata fuga all‟estero,
siano state condensate in maniera differente rispetto allo sviluppo completo
dell‟intreccio nella parte precedente.
La scrittura della sua opera ebbe un percorso alquanto accidentato e le occorsero
due anni per prepararla. Ikeda poté visitare Parigi solo alla fine della
pubblicazione, infatti, dice:
“Quando finalmente ebbi la possibilità di visitare Parigi,
ne rimasi esterrefatta. Era molto diversa da come me
l‟ero immaginata in fotografia e, di conseguenza, di
come l‟avevo rappresentata nel mio fumetto. Mi
riferisco in particolare alle incredibili dimensioni dei
palazzi, dei colonnati. Al contrario i lampadari di
Versailles erano più bassi di quanto pensassi, perché al
tempo erano illuminati con delle candele che dunque
erano accese una per una dagli inservienti. Per esempio
anche scoprire che il balcone al quale si affaccia Maria
Antonietta durante le sue ultime ore a Versailles è
diverso da come l‟ho rappresentato”.4
La meticolosità del carattere di Riyoko Ikeda si riflette nei riferimenti storico-
letterari di Versailles no bara, per la cui elaborazione la ventiquattrenne mangaka
non lesinava sforzi a volte impensabili, come lunghe notti insonni e uno studio
approfondito su tutti gli aspetti della Francia settecentesca.
A tal proposito afferma in una recente intervista che:
” Questa parte del lavoro fu la più faticosa: per
quanto poco tempo avessi, non potevo certo
abbandonarmi alla fantasia, perciò con una
mano dovevo disegnare e con l‟altra verificare i
testi storici e i riferimenti iconografici.”5
4
Op. cit. volume uno.
5
Ibidem vol. 1.
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La giovane autrice di manga, ancora inesperta nel tratto, si avvalse dell‟ausilio di
alcuni studenti della Musashino Art University6 affinché le insegnassero disegno e
le tecniche pittoriche.
La mangaka confessa di nutrire un profondo attaccamento verso i propri
personaggi, e la cura certosina che ha profuso nella loro caratterizzazione si snoda
lungo tutti i disegni del manga.
Esemplari della meticolosità di Ikeda sono i motivi che la spinsero a caratterizzare
ogni personaggio attribuendogli persino un gruppo sanguigno7 e un segno
zodiacale. Dopo aver definito questi caratteri, Riyoko Ikeda fa agire i personaggi
secondo quelli che sono i comportamenti più comuni a tale segno e gruppo. Per
esempio si vogliono citare i casi di Oscar e Maria Antonietta, la prima di gruppo
sanguigno A, associato in Giappone a un carattere riflessivo, cauto e quieto,
mentre alla regina Maria Antonietta corrisponde il gruppo zero, distintivo di un
carattere solare, aperto e socievole.
L‟influenza di Zweig si nota nel tratteggio della personalità di Maria Antonietta,
presentata come una ragazzina semplice e ingenua che si trova a ricoprire un
incarico più grande di lei: una donna che, mentre è chiamata a svolgere il ruolo di
regina di Francia, continua a scrivere lettere infantili alla madre, piene di errori
grammaticali e d‟ortografia.
A proposito del suo presunto amore per il conte Hans Axel Von Fersen la
comprensiva autrice giustifica il comportamento della sovrana sostenendo che, se
non avesse vissuto il suo legame amoroso, Maria Antonietta probabilmente
sarebbe morta senza conoscere l‟amore.
Gli altri personaggi di Versailles no bara concepiti all‟epoca della lettura di
Zweig furono tutti quelli realmente esistiti. Riyoko Ikeda volle offrire un ruolo
centrale a Rosalie, ma anche a Jeanne. Rosalie è la donna che offrì una
6
Abbreviata in MAU, quest‟università fu istituita in Giappone nel 1929 a ovest di Tokyo, nel
Kodaira.
7
La conoscenza del gruppo sanguigno, in Giappone, è decisiva per definire il carattere di una
persona.
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compassionevole assistenza alla regina nei suoi ultimi giorni alla prigione della
Conciergerie, e l‟autrice ha voluto dare a questa figura tanto sensibile e
misericordiosa un ruolo più consistente, facendone la sorella di Jeanne e la figlia
segreta della Duchessa de Polignac.
Nel 1984 aggiunge nuove storie alla saga della sua opera più celebre, con
Berusaiyu no bara gaiden, in Italia note come Storie gotiche, quattro racconti
autoconclusivi a tinte fosche che si distaccano dalla sistemazione spazio-
temporale del manga originale. Queste storie lasciano i vecchi fan nello scontento,
poiché caratterizzate da un tratto molto differente da quello originale: visi più
affilati, lo stesso personaggio di Oscar più mascolino, completamente snaturato.
Dedicandosi anche ai suoi studi da soprano, Ikeda decide di ritornare di nuovo sul
suo amore per Lady Oscar creando delle situazioni comiche in cui poter
ridisegnare i suoi personaggi in versione super-deformed.8 Vengono così alla luce
nel 2005 i Verubara Kids.
Oltre a Versailles no bara, Riyoko Ikeda è nota per essere un‟autrice prolifica
nella stesura di manga storici, incentrati prevalentemente sulla storia europea.
Infatti, vanno annoverate diverse produzioni appartenenti a tale genere, primo tra
tutti Orpheus no mado, l‟opera più complessa e lunga della sua attività, la cui
pubblicazione impegnò la mangaka sin dal 1975 per concludersi nel 1981.
La figura centrale del manga è Julius, una ragazza che si finge uomo a causa di
una complicata situazione familiare: figlia illegittima di un padre che, non appena
scopre la madre incinta, la costringe a vivere in miseria per molti anni.
Venute a sapere che il padre è gravemente malato e prossimo alla morte, Julius e
la madre sono ritornate nella casa paterna, con l‟intento esclusivo di entrare in
possesso dell'eredità che le spetterebbe di diritto fingendosi unico erede maschio,
prevaricando tramite questo espediente i diritti delle due sorellastre.
Julius è iscritta a un severissimo conservatorio tedesco, nei cui ambienti si narra
8
Si tratta di un particolare stile adottato nel disegno dei manga e degli anime che prevede
fisionomie dei personaggi ridisegnati con il corpo d neonati e gli occhi enormi. Lo stile delle
vignette è praticamente caricaturale.
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un‟affascinante quanto inquietante leggenda: chiunque, affacciandosi alla finestra
della torre vedesse qualcuno, finirà per innamorarsene perdutamente ma, proprio
come avviene nel mito greco di Orfeo ed Euridice, soffrirà di un infelice destino.
In questo manga ritorna il motivo della caducità della felicità tanto caro a Riyoko
Ikeda, infatti, la felicità dei due amanti sarà brevissima. "Orpheus No Mado"
potrebbe considerarsi come un immenso affresco storico e generazionale, nella
pittura della quale Riyoko Ikeda mostra una grande maestria nel disegno e nella
sceneggiatura, intercalando a vicende reali altre fittizie, secondo quello stile da
romanzo storico a lei familiare. In Orpheus, lei introduce personaggi realmente
esistiti, tra i quali spicca la diabolica figura del monaco visionario Rasputin9,
soggiogatore della mente della zarina Alessandra.
Grazie ad Orpheus no mado Riyoko Ikeda ottiene il premio come miglior
fumettista giapponese con la motivazione di avere creato “la migliore
sceneggiatura mai concepita per un manga.”
Nel 1982 inizia la pubblicazione di un altro dramma storico, Jotei Ekaterina,
basato sulla biografia dell‟imperatrice di Russia Caterina II scritta da Henry
Troyat10. Questo manga segue lo schema della scrittura di Berubara, basato com‟è
su una biografia storica importante. I disegni sono molto accurati, la ricostruzione
storiografica fedele, l‟interesse è concentrato sullo sviluppo della personalità
dell‟imperatrice, i suoi amori e la sua carriera politica.
9
La storia del monaco Grigorij Efimovič Rasputin è alquanto bizzarra. Trattasi di un sedicente
visionario che, accaparratosi il favore della famiglia dei Romanov compiendo una miracolosa
guarigione sul primogenito dello zar, Alessio. Da lì in poi riuscii a influenzare anche le decisioni
politiche degli zar, finchè fu ucciso secondo un complotto ordito dal principe Jusupov e altri
dignitari. La sua morte fu incredibile come la sua vita: dapprima avvelenato col cianuro e poi
colpito al cuore da una pallottola, riuscii a fuggire essendo finito a bastonate dai suoi assassini, che
gettarono il suo corpo in un fiume. Incredibilmente, però, qualche tempo dopo, il suo cadavere
emerse dalle acque, e secondo quanto risultò dall‟autopsia effettuata sui suoi resti, la vera causa
della morte fu annegamento. Questa, e altre vicissitudini, contribuirono a fare di lui un mito
diabolico, ripreso in una vasta letteratura e filmografia.
10
Troyat ,Henry, Caterine La Grande, 1977
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Figura III Le copertine dei primi due volumi di Eroika.
Nel 1987 pubblica un manga conosciuto come Eroika, biografia di Napoleone
Bonaparte, ritornando così al suo vecchio amore per la storia francese. In questo
manga ricompaiono alcuni personaggi visti in Lady Oscar, e la stessa protagonista
di Versailles no bara attraverso dei flashback dei personaggi. Eroica: Eikou no
Napoleon rappresenta una sorta di seguito di Versailles no Bara/ Lady Oscar,
dove non solo è mostrato cosa successe ai suoi personaggi dopo la conclusione del
secondo, ma molti di essi ritornano e assumono un ruolo importante nel corso
della vicenda, come ad esempio Alain, Rosalie e Bernard. La storia di Eroica
inizia dalla fine di Versailles no Bara e nel corso delle sue pagine Riyoko Ikeda ci
racconta la vita di Napoleone, gli amori, le passioni, ma anche i suoi successi e
insuccessi in campo militare, Eroica rientra a pieno titolo tra i lavori biografici
dell'autrice.
La vicenda è seguita dagli occhi di Alain che diventa una sorte di ponte tra il
vecchio e il nuovo regime, tra la nobiltà e il popolo, che permette al lettore di
analizzare l'evolversi della storia con occhio critico e obiettivo.
Il tratto di Ikeda cerca di adattarsi alle atmosfere e al periodo storico, la sua mano
è più decisa e attenta ai particolari. Il titolo dell‟opera viene da una composizione
di Beethoven scritta e dedicata a Napoleone.
In una lettera aperta ai suoi lettori Riyoko Ikeda scrive che il progetto di un manga
dedicato a Napoleone era già nei suoi pensieri durante la serializzazione di
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Versailles no Bara. Iniziamente la storia di Versailles no bara e di Eroica avrebbe
dovuto costituire un corpus unico, ma la sua giovane età e l‟inesperienza nel
campo fumettistico le impedirono di portar avanti una storia così complessa.
Riyoko Ikeda abbandona l‟attività di fumettista nel 1999 per dedicarsi solo alla
sceneggiatura dei suoi manga, affidando la penna all‟ex collaboratrice Miyamoto
Erika. Nello stesso anno esce Erizabesu, biografia della regina Elisabetta, la
sovrana che sposò la patria.
Nel 2008 Riyoko Ikeda è insignita della Légion d‟honneur11 francese “per aver
contribuito, attraverso Versailles no bara ed Eroica a diffondere la conoscenza
della storia e della cultura francese nel mondo”.12
11
E' un ordine cavalleresco istituito da Napoleone Bonaparte, primo console della Repubblica
francese, il 19 maggio 1802. Rappresenta la più alta onorificenza attribuita dalla Repubblica
francese.
12
Prima mangaka a ricevere quest‟onorificenza.
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RESUMEN
Una literatura sin fin, un asunto siempre actual, ideales que están en la base de la
moderna concepción del hombre y de sus derechos: no hay nadie en el mundo que
no conozca, al menos, unos episodios de la revolución francesa, aunque sea un
hecho histórico que remonta al fin del siglo XVIII. Una historia, ante todo
humana, que no deja de encantar, porque está envuelta de romanticismo y valores
universales.
Libertad, fraternidad e igualdad son tres palabras que enseguida evocan un preciso
periodo histórico y cultural, donde la luz de la razón y las primeras instancias
románticas se unieron en una relación turbulenta.
Lo que me propuse al empezar este relato no fue hablar de todas las obras
históricas que traten el tema, sino debatir la revolución desde un enfoque
“revolucionario”. En 1972 una joven estudiante japonesa de filosofía se dio a
conocer por haber escrito un manga sobre un tema histórico. Al poco tiempo, la
misma joven, Riyoko Ikeda, se convirtió en la más prolífica autora de mangas
históricos, y su obra en uno de los más altos ejemplos de literatura en forma de
manga que hasta hoy haya sido escrita. Cabe señalar que la obra de Ikeda ha sido
traducida en todo el mundo y puede ser incluida en los best- sellers, ya que
cuenta con millones de copias vendidas.
La rosa de Versailles es el título que lleva este manga histórico que nosotros los
occidentales conocemos bajo el nombre de Lady Oscar. La historia que narra
Ikeda se inspiró en la biografía titulada María Antonieta, una vida
involuntariamente heroica escrita por el autor austriaco Stefan Zweig en el lejano
1933. Puede apreciarse, en la relectura hecha por Ikeda, la atención a los
particulares iconográficos de la revolución francesa, la fidelidad a los episodios
que vieron protagonista a la reina María Antonieta y la mezcla de elementos
biográficos y legendarios que marcan la vida de esa desafortunada reina y de su
tiempo.