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continuità e di generatori elettrici, di ridondanza dei sistemi di archiviazione e
di accesso ad Internet. Quasi nessuna custodisce i dischi fissi in un bunker ad
accesso regolamentato.
Un ASP è in grado di offrire tutto questo perché, centralizzando gli
investimenti e sostituendosi in questo ai suoi clienti, può dedicare gran parte
del suo tempo e delle sue risorse a migliorare e far evolvere la tecnologia che
rende disponibile ai suoi clienti. Inoltre sviluppa sempre nuove versioni
aggiornate e migliorate del software includendo tutto ciò nel canone annuo di
utilizzo degli applicativi.
• Dati accessibili 24 ore su 24 da tutto il mondo
Fino a ieri chi viaggiava per lavoro doveva portare con sé un computer
portatile che contenesse un surrogato del suo ufficio, oggi è sufficiente che
porti con sé uno pseudonimo ed una parola chiave per potersi connettere da una
qualunque macchina collegata ad Internet e, appena connesso, sarà
virtualmente nel suo ufficio, esattamente con tutti i dati e le informazioni dove
le aveva lasciate.
Anche una delle voci più importanti del giornalismo economico mondiale, il
Wall Street Journal, ha riconosciuto quale una delle più importanti opportunità
offerte da Internet "il software online", cioè il software che risiede su server
esterno di terzi e che è raggiungibile attraverso una connessione ad Internet.
I benefici e i vantaggi offerti da questo tipo di distribuzione sono diversi,
specialmente per le aziende che non intendono investire molto tempo e ingenti
capitali nello sviluppare e mantenere diversi applicativi e server.
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CAPITOLO 1
IL SOFTWARE GESTIONALE TRA PASSATO E FUTURO
1.1 L’Internet Economy
L’Internet Economy è un’economia con regole proprie, confini molto estesi, tempi di sviluppo
e realizzazione dei progetti molto rapidi.
Si tratta di un sistema completamente innovativo che sta influenzando tutti i settori di
sviluppo, dal singolo utente al mercato globale. Un metodo di offerta e scambio dei prodotti e
servizi, nuovi business model, applicazioni tecnologicamente rivoluzionarie, aziende
aggressive.
L’Internet Economy si fonda su due principali macro segmenti di mercato:
• Le infrastrutture per Internet, ovvero le infrastrutture IT, i contenuti, i servizi
professionali, il marketing e le vendite.
• L’Internet Commerce, con un’offerta rivolta a due mercati: Business-to-Business o
Business-to-Consumer cioè servizi e prodotti diretti alle aziende oppure rivolti all’utente
finale.
Lo sviluppo più rapido ed esponenziale, oggi riguarda il segmento B2B, con un‘ampia
penetrazione destinata a diventare una realtà dominante dell’economia mondiale. Per le
aziende comporta una trasformazione profonda, destinata a impattare in modo decisivo sulla
struttura dei costi, sulla produttività e il time-to-market dei vari soggetti economici.
I dati che riguardano la Internet Economy, nel mondo, ma anche in Italia, hanno già
proporzioni enormi. La loro entità mostra chiaramente che la Internet Economy si riferisce a
una nuova scala di valori, vero esempio di globalizzazione. Per ora, e questo è un dato di
fatto, la fase di in vestimenti tecnologici, infrastrutturali e di business è dominante.
Specialmente se paragonata ai ricavi tratti dall’e-Commerce. Ma le previsioni internazionali
più accurate parlano di pareggio per il 2003.
A fronte di queste, la spesa per le infrastrutture per il Business sarà sempre più importante,
richiederà competenze sempre nuove e un nuovo maggior numero e varietà di servizi
professionali. Rispetto agli Stati Uniti, il mercato europeo è in crescita, e nei prossimi quattro
anni potrebbe prendere, come indicano diversi istituti di ricerca, il sopravvento diventando il
primo mercato per Internet. Il vecchio continente si candida quindi come territorio privilegiato
per lo sviluppo dell’IT, sia in senso economico, sia occupazionale.
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Diamo un’occhiata alle cifre
• 81 milioni di utenti Internet in Europa
• 8,2 milioni di utenti in Italia (nel 1998 erano 3,1 milioni), il 14,3% della popolazione. Nel
2002 il valore raggiungerà il 50%.
• 98.982 miliardi è il valore del mercato ICT (Information & Comunication Technology)
italiano nel 1999, in crescita rispetto all’anno precedente. Più o meno con la stessa
prospettiva di crescita annua fino al 2002 compreso.
(Fonte: Osservatorio SMAU ICT )
Attenzione però perché, malgrado il dinamico trend della Internet Economy, siamo ancora in
una fase di adattamento, di passaggio dal business attuale alle forme di business legate alla
Internet Economy. Nei prossimi anni assisteremo a una fase in cui l’interconnessione sarà
sempre più estesa, fino alla trasformazione completa e alla realizzazione vera e propria basata
su Internet. Attualmente, appare dunque logico che il settore trainante sia quello del B2B,
maggiormente disposto al cambiamento, che vede nella Web Economy una possibilità per
semplificare il processo di comunicazione tra aziende e per ridurre i costi del processo
produttivo, anche grazie alla semplicità e alla disponibilità crescente degli ambienti
tecnologici.
L’Internet Economy sarà dunque una sfida importante e un’occasione di crescita per le
imprese italiane, che potranno esercitare sul mercato un’azione di spinta e di sviluppo.
E’ abbastanza evidente come Internet e le nuove tecnologie informatiche stiano modificando
anche il mercato dei software gestionali (ERP e derivati) e soprattutto risultino fondamentali
per lo sviluppo del modello ASP.
L’ERP, infatti, è un’offerta che ben si presta ad essere erogata, tramite Internet, in modalità
ASP.
1.1.1 E-Business, e-Commerce
Fare e-Business significa investire sulle tecnologie Internet per migliorare i processi aziendali.
Significa anche prepararsi, in modo adeguato, per condurre transazioni on-line, ovvero per
l’electronic Commerce, uno degli scenari più importanti che il Web offre alle aziende.
Prepararsi all’e-Commerce, per un’azienda, comporta notevoli costi tecnologici e
organizzativi sia al proprio interno sia nei confronti dei propri fornitori e clienti finali.
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Significa affrontare, come detto, una Rivoluzione Copernicana che, in azienda, comporta un
deciso cambio di mentalità e di prospettiva di business.
Nel 1992 il commercio via Internet non era possibile. Oggi l’e-Commerce è diventato una
grande opportunità per le aziende, perché sta cambiando il modo in cui sia le imprese che i
consumatori acquistano e, soprattutto, comunicano. Attualmente esistono già più di un
milione di siti di e-Commerce: con le loro tecnologie Internet Based stanno riscrivendo giorno
dopo giorno le regole del business. Per Internet Commerce si intende l’offerta, la vendita e
l’acquisto di prodotti e servizi attraverso il World Wide Web. L’offerta e la richiesta
d’acquisto hanno luogo sulla Rete, mentre la transazione finanziaria può avvenire sia tramite
i canali tradizionali sia direttamente, via Internet. Quando le transazioni elettroniche
riguardano il consumatore finale, cioè un privato, si parla di Business-to-Consumer. Se invece
queste transazioni vengono operate tra aziende, si parla di Business-to-Business che
comprende sia le transazioni dell’azienda con i suoi distributori, sia l’acquisto di prodotti e di
servizi utilizzati dall’azienda stessa (Supply Chain Management). Sopravvivere, avere un
vantaggio competitivo sul mercato, aumentare l’efficienza, i profitti, il numero dei clienti
potenziali, le quote di mercato e le conoscenze condivise. Queste sono le ragioni che spingono
le aziende verso le strategie di e-Business.
Con l’e-Business, settore che include l’e-Commerce, viene dunque portata a termine la fase di
trasformazione dei processi di business, dei canali distributivi e delle strutture di acquisto per
creare un ‘impresa performante tale da utilizzare in maniera efficiente ed efficace la
tecnologia Internet’.
Si viene così a configurare un nuovo un panorama più ampio di operatori nell’Information
Technology:
• Internet Service Provider, che forniscono accessi alla Rete.
• Commerce Service Provider, che commercializzano e gestiscono attraverso un unico
centro di elaborazione i servizi di banking, warehousing e web design utilizzati dalle
aziende per la realizzazione della propria versione di E-commerce.
• Application Service Provider, che soddisfano il bisogno espresso da numerose compagnie
operanti in contesti dinamici e in continua evoluzione di applicativi di alto livello (top-tier
application) quali ERP (Enterprise Resource Planning), CRM (Customer Relationship
Management), SCM (Supply Chain Management).
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ASP: un nuovo operatore nel panorama dell’IT
Concentriamo la nostra attenzione sull’ASP.
L’ASP è un operatore che fornisce servizi di deployment, gestione ed aggiornamento di
applicazioni e-Business, ospitate presso il suo Data-Center ed alle quali le aziende utenti
accedono tramite linea dedicata o commutata, sulla base di un contratto che prevede
pagamenti periodici fissi o indicizzati ad un parametro di utilizzo.
L’ASP fornisce tutto il know-how tecnico ed applicativo, il supporto e le misure di sicurezza
necessarie al cliente per implementare un’applicazione e renderla operativa in remoto.
Nell’introduzione si era parlato di maggiore efficienza e sicurezza, di dati accessibili 24 ore
su 24 da tutto il mondo e soprattutto di risparmio.
Risparmio
Ma quali sono le voci per cui l’azienda dovrebbe ritenere vantaggioso dal punto di vista
economico il modello ASP?
Vediamole:
• riduzione degli investimenti iniziali e dei costi di gestione.
• riduzione dei costi fissi a fronte di quelli variabili.
• riduzione dei tempi di implementazione.
• possibilità di sopperire alla mancanza strutturale di personale qualificato.
Si aprono le porte così per le aziende di piccole medie dimensioni a strumenti complessi ma
importanti come ERP, CRM, SCM….
Facciamo un esempio: un’azienda piccola e in forte crescita intende dotarsi di un sistema
CRM e non è dotata di sufficienti infrastrutture IT per supportarlo. Con l’outsourcing selettivo
sarà possibile risparmiare tempo e risorse preziose, che altrimenti sarebbero state dedicate
all’implementazione, al mantenimento e alla gestione di questa applicazione. Affidandola a
una terza parte, l’azienda potrà invece concentrarsi sul proprio core business.
Ricordiamo che l’ASP è un modello Internet Based, cioè che utilizza la Rete (ma non solo)
per tutti i passaggi di dati, anche se è la tecnologia ha in serbo altre novità tra cui
menzioniamo la comunicazione wireless nel senso di comunicazione che sfrutti i segnali radio
e quindi senza fili.
Introducendo il modello ASP, si era parlato di possibilità di non acquistare pacchetti
applicativi, ed è questa sicuramente una potenzialità che consentirà al modello di esplodere.
Infatti la PMI (Piccola Media Impresa), da tutti indicata come il principale destinatario dei
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servizi ASP, allo stato attuale delle cose, o non è in grado di disporre di pacchetti applicativi
al proprio interno o nel migliore dei casi va incontro a enormi sacrifici per implementare
soluzioni, realizzate da piccoli developer, non completamente soddisfacenti.
Approfondiamo quindi il contesto attuale degli applicativi per quanto riguarda gli aspetti
gestionali e di conseguenza le possibilità che si aprono alla PMI grazie all’innovazione ASP.
1.2 Il contesto attuale ERP
La crisi dell’ERP
Il mondo degli ERP si è trovato ad affrontare gli sconvolgimenti determinati da INTERNET
subendone comunque conseguenze negative.
Innanzitutto ci chiediamo: cos’è un ERP?
L’ERP è un sistema di gestione che integra i principali aspetti dell’attività di un’azienda, quali
la pianificazione, la manifattura, le vendite e il marketing. Al diffondersi di tale metodologia,
sono comparsi sul mercato application software (programmi applicativi) di sostegno ai
dirigenti aziendali nell’implementazione dell’ERP stesso.
L’aspetto principale più evidente relativo all’ERP è che, come evidenziato dai più recenti dati
finanziari, dopo anni di crescita a due o anche tre cifre, il mercato ERP vive una fase di
doloroso rallentamento.
Chi più, chi meno, tutti gli operatori del settore preso atto della flessione nelle vendite a
livello mondiale, stanno ora affannosamente cercando di trovare nuovi spazi integrando
caratteristiche come la gestione della supply chain (SCM) o della relazione con la clientela
(CRM) e il commercio elettronico (e-Commerce). La questione di fondo è se si tratti
dell'inizio della fine o di una fase transitoria, legata agli investimenti che le aziende stanno
effettuando per supportare l'Anno 2000. Certo, qualche problema strutturale esiste. Una volta
gli utenti effettuavano grandi investimenti per rimpiazzare vecchi programmi di gestione
finanziaria, di risorse umane o della produzione, ma ora, forse, il mercato comincia a essere in
questo senso un po' saturo, oltre che "distratto" dal cambio di millennio.
Strategie anti-crisi
Le strategie, naturalmente, divergono. Oracle per esempio, sta procedendo nella costruzione
di un proprio applicativo per la Supply Chain, che troverà spazio nella nuova release 11i delle
Applications e si indirizzerà soprattutto al mercato della media impresa. Altri, come J.D.
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Edwards e Ssa, hanno scelto la strada delle partnership con i pochi specialisti di "peso" del
settore, da i2 Technologies a Manugistics.
In parallelo, si muove il tentativo di conquistare nuovi segmenti di mercato, come i servizi
finanziari o i beni di consumo pacchettizzati, sviluppando funzionalità verticali. Tutte queste
strategie dovranno trovare rapida concretizzazione.
E’ il caso della leader di mercato, SAP, che si trova a fronteggiare da un lato vendite meno
buone del previsto (specie per le nuove offerte) e dall'altro i ritardi accumulati con i prodotti
di front office per la forza-vendita (sarà fatto un annuncio durante l'anno, ma con funzionalità
ridotte rispetto alle aspettative). Avanzamenti in direzione del commercio elettronico sono
attesi al prossimo SapPhire, in programma a Nizza, ma gli utenti si attendono anche
indicazioni sulle capacità di integrazione fra gli applicativi di nuova generazione, come il
Supply Chain Management di Advanced Planning and Optimization, e il "core" di R/3.
L'avvento di Internet sta ponendo una nuova, enorme sfida. Alcune funzionalità ora fornite
dai prodotti ERP, come l'elaborazione delle paghe o la gestione dei trasporti, potrebbero
essere lentamente "usurpate" da società Web-oriented in grado di offrire separati set di
caratteristiche e poi legarsi insieme su una rete interconnessa. Chiaramente, i player dell'ERP
vogliono continuare a recitare un ruolo da protagonisti, ma per arrivarci, dovranno non solo
velocizzare alcuni processi di sviluppo, ma anche offrire prodotti complementari (come il già
citato front office) completi ed estesi. Ciò detto, non hanno tutti i torti nemmeno coloro che
hanno fatto notare che il calo delle azioni è stato determinato dal fatto che gli operatori
borsistici avevano riposti sui titoli dell'ERP aspettative forse poco realistiche e, ai primi segni
di rallentamento, si sono allontanati. E’ chiaro che l'Anno 2000 sta condizionando gli
investimenti del 1999 e, dunque, i tassi di crescita non possono essere paragonabili al passato.
Dopo il delicato passaggio di millennio, si capirà meglio quanto sia congiunturale l'attuale
frenata del mercato. La copertura del gap che intercorre fra il back office e i sistemi di
commercio elettronico rimane uno dei principali terreni evolutivi per i più importanti
operatori del mercato ERP. Mentre, da un lato, aziende come Ssa spingono verso
l'integrazione con specialisti in aree complementari (recente è l'estensione del rapporto con
Manugistics), alcuni big player come Sap, Oracle, Baan e J.D. Edwards sono attesi da annunci
specifici a breve, in molti casi in coincidenza con manifestazioni o convegni nei quali è
prevista una massiccia partecipazione di utenti. In tutti i casi, le strategie includono
middleware, applicativi front-end e toolkit pensati per legare l'ERP ai sistemi per il
commercio elettronico, allo scopo di superare un gap che rischia di togliere loro la percezione
di vendor strategici agli occhi della loro clientela. E su questo aspetto la concorrenza non
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porta solo nomi di "piccoli" specialisti, ma, per esempio, anche quello di IBM, che ha da poco
presentato un proprio middleware specifico.
1.3 ASP: fattore chiave per la ripresa ERP
ERP: una necessità per la PMI
La ripresa del mercato ERP passa però anche per la PMI (Piccola Media Impresa). Parlare di
software di gestione integrata (ERP) nella piccola e media impresa significa mettere insieme
due nozioni dai contorni abbastanza sfumati. Questo è un aspetto che i produttori di software
sfruttano per indicare prodotti spesso lontani dalla ricchezza funzionale di un sistema come
quello di SAP. L’ERP, è stato detto, è un software di gestione integrata che raggruppa diversi
modelli funzionali. Si può chiamare ERP quando una decina di questi moduli lavorano
insieme con i dati condivisi in unico database.Per PMI, invece, intendiamo l’impresa che sta
sotto i 250 miliardi di fatturato (definizione di alla SAP o alla Oracle) oppure quella che
impiega da 25 dipendenti in giù. Comunque le si intenda, presso queste aziende l’ERP non è
ancora vissuto come un fattore per creare valore, ma come una necessità. In un ambiente
complesso, la gestione del business è diventata difficile e la velocità talmente basilare che non
solo il successo, ma anche la sopravvivenza passano obbligatoriamente attraverso un’utility
sulla quale può basarsi tutta l’impresa. L’azienda, allora, deve cercare di acquisire un certo
vantaggio sui suoi concorrenti e non deve lasciarsi distanziare in termini di costo e qualità di
servizio. Le PMI contano sul software per poter operare meglio, più velocemente e a un minor
costo. Sfortunatamente, una volta ottimizzati i processi, le imprese sono immobilizzate perché
perse nelle utility informatiche. Tutte le difficoltà di implementazione di un ERP in una PMI
si riducono nel raggiungere un adeguamento tra i prodotti impiegati e le peculiarità
dell’impresa, dei metodi standard e un know-how, spesso frutto di lunghi anni di esperienza.
Questo perché sono fondamentali le fasi che precedono il progetto d’installazione. Alle PMI,
concetto questo fin troppo noto, mancano tempo e mezzi da dedicare all’informatica. In una
piccola azienda è sovente difficile mettere a punto una tabella dei compiti precisa, dove sono
specificati i ruoli che devono assumere i responsabili dei servizi nei tempi specificati
dall’utility impiegata e, nel contempo, familiarizzare con gli strumenti informatici.
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Perché, allora, le PMI decidono talvolta di acquistare un ERP?
Tra i motivi decisivi si può citare innanzitutto il passaggio all’anno 2000 e all’euro oppure la
richiesta di clienti e fornitori di nuove modalità di relazione, sia che si tratti di EDI (Electronic
Data Interchange) o, più ampiamente del commercio elettronico.
Esistono però casi in cui la decisione è volontaria. L’azienda mostra, cioè, il desiderio di
modernizzare le strutture e l’organizzazione: la caratteristiche strutturali dell’ERP
permettono, difatti, di agire in fretta e ad un costo minore. La maggior parte delle piccole
imprese che hanno deciso di rinnovare il proprio parco software a causa del passaggio
all’anno 2000 e all’euro ha generalmente costruito il proprio sistema informativo basandosi
sul lungo periodo.
Di conseguenza, non è raro trovare sviluppi specifici che coabitano con software diversi. In
queste condizioni, la verifica dell’insieme e la messa a punto per l’anno 2000 rischiano di
rivelarsi estremamente costose in termini di risorse e tempi.
Vediamo alcuni esempi:
• Per un’azienda del settore metallurgico, il problema riguarda un ambiente che contiene
tremila applicazioni differenti e che ha richiesto dieci anni di lavoro e una grossa spesa.
• Per un’azienda del settore automobilistico, numerose PMI o filiali di grandi gruppi
devono adottare un ERP su pressione dei loro fornitori o delle loro casa madre.
• Per altre imprese, la scelta deve partire da zero e occorre ridefinire un sistema informativo
attorno a un ERP.
L’obiettivo, in generale, è l’armonizzazione di tutti i sistemi informativi che si trovano
regolarmente a interagire. Caso rilevante è il settore automobilistico nel quale le filiali devono
rendere i dati conformi con i formati utilizzati dalla casa madre per permettere il
consolidamento a livello di gruppo; in caso la PMI acquisti un ERP differente di quello della
casa madre dovrà prevedere gateway tra le due utility.
L’ERP, sintetizzando, vincola i processi attraverso compiti precisi e predefiniti.
Sebbene non sia indispensabile, l’adozione di utility molto organizzate, come il già citato
SAP R/3, può aiutare un’azienda che vuole razionalizzare i processi.
Per una piccola impresa installare SAP sarebbe l’occasione per mettere a punto procedure più
razionali. L’ERP permette comunque di ristrutturare l’organizzazione dell’impresa quando
questa è arrivata a maturità. Un altro vantaggio è rappresentato dall’integrazione dei processi:
l’ERP permette di migliorare la tracciabilità dei prodotti delle industrie a ciclo o a lotti come
quella agroalimentare o farmaceutica.
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Una delle motivazioni importanti che può spingere ad adottare un ERP è quella di preparare
un’evoluzione del raggio d’azione delle applicazioni, magari verso il commercio elettronico.
In teoria, un ERP verticale, quando veramente si addice all’attività di una piccola impresa è
più facile da installare. Un applicativo trasversale invece, come il SAP, è molto più potente,
ma più pesante. Sebbene la scelta di un software debba essere fatta in funzione della natura
stessa del prodotto, occorre però tener conto delle limitazioni dovute all’installazione e mai
dimenticare che, in termini di costi, il prezzo delle licenze è determinante. L’ERP
specializzato è destinato a tutte le imprese che operano in un determinato settore di attività e
risulta simile a un’utility generalista; inoltre la sua messa in opera è spesso più rapida. Le
soluzioni fornite dai piccoli produttori tuttavia, non possono rivaleggiare sul piano
tecnologico con quelle degli attori internazionali. Per evitare di essere sorpassati al termine
dell’installazione, i prodotti scelti devono essere molto innovativi. Un discreto numero di
produttori si è focalizzato sul mercato delle PMI. Meno cari e più facili da installare degli
ERP delle grandi software house, questi prodotti offrono spesso specializzazioni solamente
abbozzate. Questa parte, tra l’altro, è lasciata all’iniziativa degli integratori che soprattutto in
settori particolari dell’attività dell’impresa stringono forti alleanze con i vendor data la
necessità di sviluppi supplementari specifici.
ASP come convergenza di interessi specifici
Ecco quindi che per effetto della saturazione del mercato formato dalle grandi imprese, dei
progressi compiuti nel settore dell’informatica e delle telecomunicazioni e delle nuove
esigenze manifestate dalle piccole medie imprese, i fornitori di software ERP si sono trovati
nella condizione di cercare nuove vie per commercializzare i propri prodotti.
Da tale contesto è nato il modello ASP che permette l’adozione del pacchetto integrato di
business a società con modesti fatturati e un numero limitato di dipendenti che quindi non
dispongono dei capitali sufficienti per effettuare l’investimento richiesto per gli applicativi
ERP.
I benefici che si attendono dall’ASP riguardano i ridotti tempi di implementazione, che vanno
da uno a quattro mesi, e da un miglior controllo degli investimenti nel lungo periodo.
Attraverso il modello ASP l’impresa è in grado di operare con infrastrutture per il network già
implementate e gestite da un team di esperti, così come le spese di acquisto dell’applicativo
sono sostenute dal fornitore di servizio (cioè l’ASP) andando a eliminare i motivi che
ostacolavano la diffusione di tale software tra le PMI.
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Oltre al fattore costo, altri ostacoli da superare erano la lunghezza e l’incertezza del tempo
impiegato per il completamento del progetto con ripercussioni negative sulla competitività di
business.
Attenzione però, perché se è vero che tale mercato è nato con la certezza di trovare clienti
presso le PMI, è anche vero che forse anche inaspettatamente sta diventando un fenomeno
capace di coinvolgere, come vedremo, l’intero mondo industriale.
Gli ASP sono società che forniscono un servizio basato su un contratto che prevede la
fornitura di servizi di deploy, host, manage e lease del software da una facility gestita
centralmente.
L’utente non deve quindi effettuare che limitati e puntuali investimenti in tecnologia potendo
cosi’ dirottare maggiori risorse economiche sul core business dell’azienda. In più non deve
aggiornare periodicamente il parco macchine locale perché il front end serve esclusivamente a
visualizzare il risultato delle elaborazioni.
Da questa analisi è facile capire le potenzialità di questo nuovo mercato non solo per le
aziende, in quanto destinatarie dei servizi che verranno resi disponibili, ma anche per gli ISP,
gli sviluppatori di software (developer), gli integratori di sistemi, i fornitori di servizi
finanziari, i VAR (Value Added Reseller) e le società di telecomunicazioni stesse, tutti
operatori interessati ad allargare la loro offerta e diversificare le fonti di guadagno.
Nel 1998 questo mercato ha generato un volume di affari worlwide di 150 milioni di dollari in
termini di fees lato end users e IDC prevede che raggiungerà i 2 miliardi di dollari nel 2003.
Dimensionalmente molto superiore è invece il volume degli investimenti in servizi e apparati
di Data Communication che i Service Provider indirizzeranno verso i Vendor di tecnologia
networking, a supporto della costruzione della infrastruttura necessaria per operare sul
mercato. Tutto ciò determinerà un ulteriore spinta con tassi di crescita positivi sia per il
mercato del networking che per i mercati “collaterali “come Storage, Networking e Security.
Comunque per quanto riguarda le stime vedremo in rassegna i possibili scenari nel capitolo 6.
Un altro fattore di importanza dell’ASP è collegato alla disponibilità e alla facilità con cui le
piccole e medie imprese si adattano ai Business Process Standard del prodotto ERP che si sta
implementando; i fornitori di ERP offrono, infatti, soluzioni meno personalizzate.
Riepilogando, i vantaggi di tale modello non sono solo dal lato clienti, ma anche dal lato
fornitori che si trovano a dover implementare soluzioni più semplici rispetto alle grandi
società.
Fornendo soluzioni standard, che quindi incontrano il favore dei produttori di software
applicativi, il fornitore del servizio cioè l’ASP si trova a occupare una posizione dominante
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nella relazione con il cliente con il quale deve definire esattamente le caratteristiche del
prodotto e i metodi di rilevazione del livello di servizio prestato (SLA) per poi giungere alla
firma del contratto.
I prodotti ERP ora accessibili a tutte le PMI grazie al modello ASP
A seguire sono mostrati alcuni prodotti ERP, destinati alla PMI, con relativa copertura
funzionale e piattaforma tecnica.
Si tratta di prodotti, ancora oggi inaccessibili per molte imprese, ma che, grazie al modello
ASP, in pochissimo tempo potranno essere utilizzati dalle stesse con conseguente
soddisfazione degli stessi produttori.
Figura 1.1: Prodotti ERP per la PMI
VENDOR PRODOTTO COPERTURA FUNZIONALE PIATTAFORME
TECNICHE
Adonix Adonix X3 Contabilità/finanza, acquisti,
vendite, magazzino, produzione
Unix,
WindowsNt,
Oracle
Baan Baan on Board Acquisti, vendite, magazzino,
previsioni, contabilità, gestione dei
progetti industriali
Unix,
WindowsNt,
Ibm OS/400,
Oracle
Esa Software Exploit fastErp Gestione aziendale, area
contabile-finanziaria, controllo di
gestione,
controllo della produzione
Windows 95/98,
Windows Nt
Gruppo
Formula
Diapason Gestione vendite, investimenti,
acquisti, controllo della
produzione,
personale, manutenzione, CRM
Windows
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VENDOR PRODOTTO COPERTURA FUNZIONALE PIATTAFORME
TECNICHE
Jd Edwards Jd Edwards Contabilità/finanza, gestione della
produzione, distribuzione,
logistica
Os/400, Sql Server,
Oracle, Db2/400
Oracle OracleApplications
Fast Forward
Gestione contabile e finanziaria,
risorse umane, scorte, gestione
commerciale, produzione
Windows Nt, Unix,
Linux, Oracle
PeopleSoft PeopleSoft Contabilità/finanza, risorse
umane, manifacturing,
distribuzione
Windows Nt, Unix,
Oracle, Sql Server
Sap AcceleratedSap Finanza, logistica, risorse umane Unix, Linux,
OS/400,
Windows Nt,
Oracle, Ms Sql
Server
Fonte: Linea EDP
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1.4 Focus sul cliente (CRM)
Ora che il problema del millennium bag è passato, la gestione delle relazioni con il cliente
diviene progetto prioritario nel mondo dei servizi. Se qualche anno fa la principale leva per la
crescita delle imprese era la conquista di nuovi clienti, attualmente è importante mantenerli
adottando nuovi mezzi per offrire un servizio migliore, rapido e personalizzato. L’esplosione
della “new economy” ha fatto si che molte aziende, indipendentemente dal settore di attività e
dalle dimensioni, siano pericolosamente minacciate dalla concorrenza.
Da questa semplici considerazioni emerge l’importanza che può avere un sistema di CRM
(Customer Relationship Management). Spesso ma non sempre competenza e tecnologia sono
un dato di fatto: si sente parlare, infatti, di automazione della forza vendita così come di
marketing one-to-one. Ma, in concreto, i progetti di CRM sono sviluppati perlopiù all’interno
di grande aziende, mentre per quanto riguarda le PMI il panorama è ancora vago. Ora con
l’avvento del modello ASP si aprono nuove prospettive anche per quelle imprese
impossibilitate a effettuare un investimento che mediamente (tra tecnologia e servizi) è
valutato intorno al milione di dollari. Il CRM copre tutti gli aspetti logici e organizzativi delle
relazioni con il cliente: vi sono i call center per la pre e post vendita, i software di
automazione per i commerciali, i database per il marketing, i siti per il commercio elettronico
o, ancora, i software per l’analisi e il reporting, in grado di estrapolare dai database le
informazioni critiche. Per un’azienda, adottare una soluzione CRM significa raggruppare
all’interno di una stessa logica tutti i servizi che hanno a che fare con i clienti. E’ questa
integrazione che consente agli elementi dell’impresa di essere pienamente efficaci nelle
proprie azioni. L’integrazione si basa si fonda su una base dati comune, che fornisce una vista
“panoramica” del cliente ai commerciali, ai servizi post vendita e alla direzione marketing.