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INTRODUZIONE
Il presente elaborato di tesi ha come obiettivo principale l’analisi per la riqualificazione energetica degli
edifici residenziali presenti all’interno del territorio del Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del
Curone, tramite l’identificazione di un edificio rappresentativo, l’analisi delle alternative di intervento e il
successivo ampliamento delle soluzioni agli altri edifici.
A questo scopo verranno analizzati i dati relativi al patrimonio edilizio del parco, così da identificare un
edificio che possa ritenersi rappresentativo e che quindi fornirà la base per le successive analisi. Si
andranno così a calcolare le prestazioni energetiche attuali dell’edificio prescelto, in modo da stabilire il
punto di partenza per la successiva analisi delle alternative di intervento.
La simulazione dello stato di fatto, così come le successive ipotesi di progetto, saranno fatte con il software
CENED+, strumento per la certificazione energetica degli edifici della Regione Lombardia, così da
determinare la classe energetica di appartenenza dopo l’applicazione delle diverse alternative.
La metodologia di calcolo si basa principalmente sulle norme UNI TS 11300, le quali forniscono un metodo
di calcolo per le prestazioni energetiche degli edifici e sul DR 5796 che, basandosi su tale norma, unisce la
metodologia con le disposizioni in termini di efficienza energetica degli edifici in vigore in Regione
Lombardia, date dal DGR 8745.
Le alternative di progetto seguiranno una logica basata sul miglioramento progressivo delle prestazioni
energetiche del modello individuato e, in particolare, saranno analizzate cinque macro alternative:
1. Interventi sull’involucro edilizio per il rispetto dei limiti di legge;
2. Miglioramento dell’efficienza del sistema di generazione con l’installazione di una caldaia a
condensazione;
3. Installazione di sistemi di produzione energetica da fonti rinnovabili e, in particolare, di un impianto
solare termico e fotovoltaico;
4. Raggiungimento degli obiettivi Passivhaus per la progettazione di case passive;
5. Trasformazione del modello in un edificio quasi a zero energia .
La fase finale consisterà nella valutazione economica degli interventi, calcolando i costi per ciascuno di essi
e il loro relativo risparmio monetario annuale e successivamente verranno calcolati i benefici portati
dall’ampliamento delle soluzioni agli altri edifici del Parco. Tali benefici verranno calcolati in base alla
diminuzione della domanda di fabbisogno di energia primaria per usi termici e in termini di riduzione di
emissioni di CO
2
equivalente.
In quest’ottica questo progetto non solo prevede opere di tipo strutturale, ma punta ad una trasformazione
sostanziale del territorio del Parco del Curone, con indubbi benefici a livello ambientale derivanti dalle
migliori prestazioni energetiche degli edifici.
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1. – INQUADRAMENTO TERRITORIALE
1.1 – IL PARCO REGIONALE DI MONTEVECCHIA E DELLA VALLE DEL CURONE
Il Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone è stato istituito nel 1983(Legge Regionale n. 77
del 16/09/1983), nell’ambito del Piano Generale delle Aree Protette della Regione Lombardia. La sua
superficie iniziale di 1600 ettari è stata portata a 2400 con la Legge Regionale del 1995 che ha adottato il
Piano Territoriale di Coordinamento, ed occupa l’estremo lembo verde della Brianza Orientale, ai margini
dell’area milanese. Il suo territorio interessa, in tutto o in parte, dieci Comuni: Cernusco Lombardone,
Lomagna, Missaglia, Montevecchia, Olgiate Molgora, Osnago, Perego, Rovagnate, Sirtori, Viganò.
Fig. 1.1.1 – inquadramento territoriale del Parco del Curone
Il Parco è classificato, a livello regionale, come "agricolo - forestale" in virtù delle sue caratteristiche
preminenti; non è una riserva integrale, ma un'area molto diversificata in cui sono presenti, oltre a zone di
rilevante interesse ambientale, anche centri urbani, insediamenti produttivi, aree destinate all'agricoltura e
all'allevamento accanto a monumenti architettonici di grande valore artistico e culturale. Il Parco deve
garantire che i delicati equilibri dell’area naturale permangano, nonostante le generali necessità di
urbanizzazione e industrializzazione della Brianza.
Inoltre il Parco si fa promotore della riqualificazione dell’area protetta, dell’educazione ambientale, della
ricerca scientifica e dell’uso sociale del territorio, proteggendo e incentivando le attività agro – silvo –
pastorali compatibili con l’ambiente.
7
All’interno del Parco è individuata una Riserva Naturale parziale, chiamata “della Valle di Santa Croce e
dell’alta valle del Curone”. Interessa le zone più selvagge del parco, dove ci sono i boschi più estesi.
Fig.1.1.2 – identificazione dell’area del Parco del Curone e delle sue riserve
Il territorio agricolo è pari ad oltre un terzo dell'intera estensione, raggiungendo uno sviluppo di
circa 900 ettari. La rimanente quota è identificabile nelle superfici a bosco, ammontanti a 1.042 ettari,
lasciando quindi i residui 409 alle aree urbanizzate, alle superfici improduttive ed agli insediamenti
artigianali e produttivi.
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In tabella vengono riportate, per ciascun comune appartenente al territorio del parco, le superifici ad uso
agricolo, boschivo e il rimanente utilizzato per altri scopi.
COMUNE SUP. AGRICOLA(ha) SUP. BOSCHIVA(ha) SUP. ALTRO (ha)
Cernusco Lombardone 106.3 28 33
Lomagna 89.5 36 11
Missaglia 161 240 78
Montevecchia 195 249 137
Olgiate Molgora 35.3 65 26
Osnago 95.8 29 23
Perego 94.5 161 28
Rovagnate 79.2 106 39
Sirtori 40.4 95 34
Viganò 6.8 35 0
TOTALE 903.8 1042 409
Tab.1.1.1 – superfici ad uso agricolo,boschivo e altro per i diversi Comuni del parco
La gestione del Parco di Montevecchia e della valle del Curone è affidata ad un Consorzio, di cui fanno parte
i dieci comuni dell’area.
Questo parco, se pur di ridotte dimensioni, rappresenta una preziosa risorsa per la zona. Esso infatti risulta
essere l'ultimo sito di rilevante interesse ambientale a conservare aree boschive incontaminate e diverse
specie animali, prima della megalopoli milanese. L'altitudine minima toccata dal territorio del parco
corrisponde a 242 m s.l.m., quella massima a 497 m s.l.m., per un dislivello altimetrico complessivo di 255
m.
1.1.1– LA FLORA E LA FAUNA
L’area del Parco è caratterizzata da vegetazione che circonda le aree urbanizzate e le aree destinate
all’agricoltura. Fino ad un paio di secoli fa le aree agricole dovevano essere molto più estese, a giudicare
dall’intensa attività di bonifica e terrazzamento che è stata eseguita nel corso dei secoli. L’abbandono del
territorio e nelle seconda metà nel Novecento e la crisi dell’agricoltura ha fatto si che le aree a bosco
tornassero a coprire la maggior parte del territorio del Parco. Questo ha permesso la sopravvivenza nel
territorio del Parco di numerose specie di alberi e di flora spontanea.
Nel Parco sono state censite ad oggi più di 950 specie di piante erbacee e legnose.
A seguito della raccolta indiscriminata negli anni e della continua trasformazione dei terreni, alcune specie
sono diventate a rischio di estinzione e pertanto oggetto di protezione da parte della Legge Regionale n.
10/2008.
Tra le specie protette, ogni Amministrazione Provinciale segnala quelle presenti nel proprio territorio di cui,
per rarità con cui si presentano, si ritiene opportuno vietare la raccolta.
Per la Provincia di Lecco tali specie sono 21 e sono state individuate con Decreto n. 1591 del 20/01/2000
del Presidente della Provincia.
L’antropizzazione del territorio con la conseguente diminuzione delle zone boschive , ha determinato una
notevole diminuzione degli animali del Parco. In particolare ne sono stati danneggiati i grossi mammiferi,
totalmente scomparsi, i rapaci e i rettili. Il legame che esiste tra le varie specie fa si che con la scomparsa di
un animale anche altri ne risentano. Il territorio ha subito profonde modifiche legate prima alle attività
agricole e poi all’industrializzazione, con bonifiche dei vari ambienti che hanno profondamente modificato
9
l’habitat degli animali. Nonostante tutto, nel Parco si possono osservare diverse specie di animali, grazie al
relativo isolamento di cui gode il territorio e la tutela che da anni viene esercitata dal Parco.
1.1.2 – I BOSCHI
I boschi ricoprono la maggior parte del territorio del Parco. Il complesso boscato Valle del Curone - Valle
Santa Croce - Viganò, rappresenta l'ultima superficie forestale di considerevoli dimensioni in continuità con
le formazioni boscate dei rilievi prealpini. Questa continuità è infatti interrotta, verso nord, solo da percorsi
stradali ed insediamenti di modeste dimensioni, tali comunque da non impedire il collegamento fra le
cenosi forestali.
La maggior parte dei boschi del Parco sono di proprietà privata, per cui molti di essi vengono gestiti al fine
di ottenere legname. Dall'istituzione dell'area protetta, si attua una gestione controllata delle zone
boschive, con interventi tendenti alla conservazione e alla ricostituzione della vegetazione in equilibrio con
l'ambiente. I prelievi sono dimensionati in modo da garantire condizioni di densità, copertura,
composizione e struttura, capaci di favorire l'evoluzione dei boschi verso la maturità ecologica (climax).
1.1.3 – IL PAESAGGIO
Il crinale della collina di Montevecchia, dove si congiungono i boschi della Valle del Curone e della Valle
Santa Croce, rappresenta il "cuore verde" di questo Parco nato per tutelare i valori naturalistici e
paesaggistici di questo territorio inserito in una Brianza molto urbanizzata. Questo Parco presenta, oltre a
zone di grande interesse ambientale e naturalistico, anche aspetti culturali di elevato pregio legati alla
storia dell'uomo che ha cercato di integrarsi in questo ambiente, lasciando testimonianze di edifici rurali,
manufatti, tecniche di coltivazione e utilizzo del territorio, vie di comunicazione e tradizioni popolari.
Inoltre il Parco cerca di soddisfare le esigenze di tutela dell'ambiente naturale integrandole con il benessere
dell'uomo che vive sul territorio, in modo da portare avanti un modello di sviluppo compatibile tra attività
umana e natura.
Anche l'agricoltura, attività economica legata a questo territorio, si è diversificata in relazione al differente
aspetto geomorfologico assunto dall'area del Parco, come conseguenza degli eventi geologici diversi che
hanno interessato l'area protetta.
All'interno del territorio del Parco è possibile riconoscere due zone con caratteristiche diverse: la parte
settentrionale ha un aspetto più aspro con rilievi collinari e valli con versanti ripidi. Nella zona collinare di
Montevecchia, prevalentemente terrazzata, è praticata la viticoltura, la coltura vivaistica e la coltivazione di
piante aromatiche. Sempre nella zona settentrionale del Parco troviamo un ambiente che merita una
particolare tutela, la Riserva Naturale di Valle Santa Croce e Alta Valle del Curone dove l'area collinare è
ricoperta da estese superfici boscate.
All'interno della Riserva Naturale nascono due torrenti molto importanti per l'idrologia dell'area protetta: il
torrente Curone ed il torrente Molgoretta che attraversano da nord a sud tutta l'area del Parco.
Risalendone il corso si possono attraversare i diversi ambienti geologici presenti ed avere una chiara lettura
dell'evoluzione del territorio.
10
Fig.1.1.3.1 – identificazione dei corsi d’acqua
1.1.4 – L’AGRICOLTURA
L'agricoltura praticata nel Parco di Montevecchia comprende una molteplice gamma di attività ed ambienti,
tali da racchiudere in sé uno "spaccato" quasi completo di tecniche, prodotti, terreni e risorse. Nel Parco
non c'è una coltura dominante, una spiccata specializzazione od uno standard comune, bensì una miriade
di situazioni differenti che aumentano significativamente la biodiversità e la ricchezza del patrimonio rurale
locale. Il censimento agricolo effettuato ha individuato 97 aziende presenti nel Parco, riportate nella
seguente tabella:
COMUNE N° AZIENDE
Cernusco Lombardone 9
Lomagna 3
Missaglia 26
Montevecchia 23
Olgiate Molgora 9
Osnago 5
Perego 8
Rovagnate 6
Sirtori 6
Viganò 2
TOTALE 97
Tab.1.1.4.1 – numero delle aziende agricole nei diversi comuni del parco
11
Nell'area agricola pianeggiante del Parco (circa 400 ha) si trovano tipicamente le aziende cerealicole
zootecniche, con allevamenti di bovini da latte, alimentati con una base di mais, foraggio ed orzo coltivati in
rotazione negli estesi seminativi.
In ambito collinare (circa 500 ha), oltre alle erbe officinali ed ai vigneti , trovano spazio attività
legate all'apicoltura, agli allevamenti ovi-caprini, alla coltivazione di piccoli frutti, alle primizie (piselli,
taccole.).
A tutto ciò bisogna aggiungere una serie di tradizioni "rurali" ancora radicate, come la presenza
del maiale (salumi) e di altri animali da cortile, i formaggini freschi sia di capra che di latte vaccino, i pali di
castagno per i vigneti, la manutenzione dei muretti a secco in pietra locale..
La zona meridionale è caratterizzata da un tipo di coltura tipicamente di pianura, con notevoli estensioni
destinate alla produzione di cereali, quali il granoturco ed il mais. A tali colture si devono aggiungere i
terreni destinati a prato stabile, utilizzati per le rotazioni annuali o per il pascolo del bestiame.
In tabella vengono riportati i diversi tipi di coltura presenti all’interno del territorio del parco, con le relative
superifici:
COLTURA SUPERFICIE (ha)
Frutteto 3.3
Incolto 66.1
Erbe officinali 18.3
Orticole 22.2
Pascolo 29.9
Prato 300.8
Prato arborato 46.5
Riposo 17.6
Seminativo 279.7
Seminativo arborato 11.6
Vigneto/erbe officinali 18.5
Vigneto 36.9
Vivaio 52.4
TOTALE 903.8
Tab.1.1.1.2 – superficie coltivata per le diverse colture tipiche
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2.ANALISI DELLO STATO DI FATTO DEL PATRIMONIO EDILIZIO
2.1 – CENSIMENTO DEGLI EDIFICI
Le molte cascine presenti nel territorio del Parco oggi sono spesso abbandonate in seguito al generale
declino dell’attività agricola, mentre un tempo erano dimora delle numerose famiglie contadine del luogo.
In passato erano quindi il centro di un’intensa attività agricola, dimostrata anche dai terrazzamenti della
collina, creati per rendere più facile la lavorazione del terreno.
Questi edifici rurali rappresentano ai giorni nostri un patrimonio storico e culturale di importante valore da
conservare e preservare perché significativa testimonianza della vita contadina del passato.
Nel Parco sono presenti diverse tipologie di edilizia rurale: la più comune è una semplice cascina su due
piani dove al piano terra si trova la stalla e nel loggiato superiore c’è il fienile. Anche gli edifici religiosi
assumono grande importanza nell’architettura di questa zona in quanto ricordano la vitalità religiosa della
popolazione locale, che si esprimeva nel realizzare queste opere di interesse collettivo. Di spicco tra le
Chiese del territorio è il Santuario della Beata Vergine del Carmelo posto sul punto più elevato della collina
di Montevecchia: sicuramente per la sua posizione morfologica emergente ha ricoperto una funzione di
riferimento per gli abitanti delle zone limitrofe nel corso dei secoli.
Tuttavia ad oggi sono presenti, insieme agli edifici tradizionali, anche diversi edifici moderni figli
dell’urbanizzazione, seppur limitata, all’interno dell’area del Parco. Si possono trovare quindi edifici
residenziali, e non, di tutti i decenni passati con le relative caratteristiche costruttive.
Gli edifici di interesse per il progetto di analisi di riqualificazione energetica, sono quelli che sono presenti
all’interno dell’area a Parco Naturale istituita dalla Regione Lombardia nel 2008 con la Legge Regionale
13/2008, che ha approvato i confini e ampliato l’area a Parco Regionale.
La raccolta sul patrimonio edilizio si è concentrata sugli edifici ad uso completamente residenziale o la cui
funzione principale sia proprio quella residenziale. Sono stati quindi presi in considerazione anche edifici
parzialmente adibiti ad attività ricettive di vario genere (B&B, agriturismi, albergo/pensione) ed edifici
tradizionali con parti adibite a rustico.
Sono invece stati esclusi dal censimento tutti gli edifici che non presentavano una destinazione d’uso di tipo
residenziale, per i quali non è stata fatta alcuna raccolta dati e quindi nel database sono riportati senza
nessuna descrizione.
Successivamente è stato creato un database nel quale sono stati numerati in successione gli edifici censiti e,
a ciascun edificio, sono stati associati degli attributi per la sua identificazione sul territorio e le sue
caratteristiche principali.
I campi del database sono così identificabili:
1. UBICAZIONE: contente il nome del Comune, la località e l’indirizzo dell’edificio in esame;
2. PERIODO DI COSTRUZIONE: sono state individuate 4 soglie storiche in cui suddividere gli edifici a
seconda del periodo in cui sono stati costruiti. Le classi sono così identificabili:
• Ante 1950;
• 1950 – 1991;
• 1991 – 2006;
• Post 2006;
13
3. TIPOLOGIA EDILIZIA: sono state individuate le seguente tipologie edilizie:
• Edificio singolo monofamiliare;
• Edificio singolo bifamigliare o plurifamiliare;
• Edificio a schiera plurifamiliare;
• Edificio in linea plurifamiliare;
• Edificio a torre ( con più di 3 piani fuori terra) plurifamiliare;
• Edificio rurale di tipo A: esclusivamente ad uso residenziale;
• Edificio rurale di tipo B: ad uso residenziale con parte a rustico e/o uso agricolo;
4. FORMA IN PIANTA: sono state individuate le seguenti tipologie:
• RETTANGOLARE;
• QUADRATA;
• A C;
• A L;
5. SUPERFICIE IN PIANTA: questo dato (come valore in m
2
di superficie lorda) è stato individuato
dall’ortofoto sull’ ingombro in pianta dell’edificio. Bisognerà quindi considerare un coefficiente di
riduzione che tiene conto dello sporto del tetto per calcolare la corretta superficie in pianta
dell’edificio considerato.
6. NUMERO DI PIANI FUORI TERRA ABITATI: non viene qui considerato il sottotetto.
7. SOTTOTETTO ABITATO: viene indicata la presenza o meno del sottotetto.
8. ESPOSIZIONE DELLA FACCIATA PRINCIPALE: viene considerato l’orientamento del lato più lungo
dell’edificio(punto cardinale verso il quale è diretta la normale alla facciata principale, più lunga e
con maggiore affaccio libero) e vengono considerate 8 possibili orientamenti:
• NORD;
• SUD;
• OVEST;
• EST;
• NORD/EST:
• NORD/OVEST;
• SUD/EST;
• SUD/OVEST
9. NOTE: vengono indicate le specifiche sulle destinazioni d’uso totali o parziali dell’edificio e ogni
altra sua particolarità.
Ai fini dell’analisi energetica si è scelto di suddividere il Parco in 5 macro aree, omogenee per
caratteristiche termiche e microclimatiche, che sono, da sud a nord:
1. Osnago / Lomagna / Cernusco Lombardone, pianalto;
2. Montevecchia / Missaglia, versante sud;
3. Montevecchia, versante nord;
4. Rovagnate / Sirtori, versante sud;
5. Rovagnate / Olgiate Molgora, versante nord
Si riporta, di seguito, una descrizione sintetica delle caratteristiche territoriali e climatiche delle singole
macroaree:
1. OSNAGO / LOMAGNA / CERNUSCO LOMBARDONE, PIANALTO: ambiente di collina di contesto
geografico dell'alta pianura lombarda, caratterizzato da ampi terrazzi e pianalti con diffusa
presenza di coltivi, sviluppatisi attorno a nuclei rurali di antico impianto, quali le località Orane e
Trecate; si rileva la presenza anche di alcuni cascinali singoli, per la maggior parte di recente
ristrutturazione ad uso residenziale;
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2. MONTEVECCHIA / MISSAGLIA, VERSANTE SUD: il versante sud del colle di Montevecchia è
caratterizzato dalla presenza di terrazzamenti, con prevalente esposizione a sud. In quest'area si
sviluppa, lungo la direttrice d'accesso al colle e sulla sommità, il centro abitato di Montevecchia
Alta; tale insediamento non è però ricompreso nell'analisi poiché azzonato in area a Parco
Regionale. Si riscontra la presenza di cascine singole, alcune con rustici annessi.
In questa macroarea è ricompresa anche la piccola Valle Santa Croce, che si sviluppa a nord
dell'abitato di Missaglia; in questa zona, è presente un nucleo rurale a fondovalle e alcune cascine
isolate (ora adibite a residenza) su entrambi i versanti;
3. MONTEVECCHIA, VERSANTE NORD: il versante nord della Valle del Curone è caratterizzato da
ampie superfici boscate con pochi edifici residenziali e cascine con annessi rustici, tra cui i nuclei
rurali di Valfredda, Cascina Gaidana e Cascina Brughè; è ubicato in quest'area anche il Centro Parco
presso la cascina Cà del Soldato.
L'esposizione del versante completamente a nord ed il clima caratterizzato da temperature
nettamente inferiori al versante sud non ha favorito l'insediamento umano;
4. ROVAGNATE / SIRTORI, VERSANTE SUD: il versante sud della Valle del Curone raggiunge altitudini
lievemente inferiori rispetto al colle di Montevecchia, ma presenta ugualmente una favorevole
esposizione a sud, con terrazzamenti coltivati prevalentemente a vigneto. Sono presenti nuclei
rurali articolati in più edifici, alcuni adibiti a residenze, con la presenza in alcuni casi di attività
ricettive (ristoranti, agriturismi, quale, ad esempio, il nucleo di Galbusera Nera), altri invece di
servizio alle attività agricole (Cascina Malnido), così come cascine singole (per esempio, Cascina
Busarengo, Cascina Scarpata).
É stato escluso dall'analisi e dalla raccolta dati l'intero nucleo rurale di Galbusera Bianca, in quanto
attualmente oggetto di un importante intervento di riqualificazione edilizia ed urbanistica che
recupererà interamente il patrimonio edilizio della frazione;
5. ROVAGNATE / OLGIATE MOLGORA, VERSANTE NORD: il versante che sale a nord fino a lambire i
centri abitati dei Comuni di Perego, Rovagnate (a nord) e di Sirtori (a nord-ovest) è anch'esso
caratterizzato da terrazzamenti, boscati per la maggior parte. I principali nuclei residenziali
compresi in questa macroarea sono però azzonati in Parco Regionale, pertanto non oggetto
d'analisi. É stato escluso dal censimento anche il nucleo di Villa Besana ed edifici annessi alla villa
ubicati in Comune di Sirtori, in quanto edifici sottoposti a vincolo monumentale.
Importante nucleo rurale invece oggetto di analisi è l'articolato insediamento della località
Ceregallo, anch'esso in territorio comunale di Sirtori
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Fig.2.1.1 – identificazione delle zone micro climatiche
Per dare migliore leggibilità ai dati contenuti nel database, sono state compilate delle schede di analisi per
alcuni edifici rappresentativi tra tutti quelli censiti.
Nelle schede di analisi sono riportati tutti i dati relativi all’edificio in esame in maniera schematica e in più è
presente il dato relativo alla superficie lorda riscaldata e un’immagine che permette di collocare sul
territorio l’edificio che si sta considerando.
Di seguito si riporta un esempio di scheda di analisi.
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NUMERO EDIFICIO NEL DATABASE: 1 SEZ.3 – CARATTERISTICHE FISICHE
SUPERFICIE DELL’IMPRONTA IN PIANTA: 260 m
2
NUMERO DI PIANI:
1
2
3
4
NON PERVENUTO
SOTTOTETTO:
SI
NO
SUPERFICIE LORDA RISCALDATA: 585,39 m
2
ESPOSIZIONE DELLA FACCIATA PRINCIPALE:
NORD
SUD
OVEST
EST
NORD/EST
NORD/OVEST
SUD/EST
SUD/OVEST
SEZ. 1 – LOCALIZZAZIONE
COMUNE: LOMAGNA
FRAZIONE: TRICODAGLIO
VIA: RAFFAELLO SANZIO
SEZ. 2 – CARATTERIZZAZIONE EDIFICIO
PERIODO DI COSTRUZIONE
ANTE 1950
1950-1991
1991-2006
POST 2006
NON PERVENUTO
ANNO RESTAURO: NESSUN RESTAURO
TIPOLOGIA DI EDIFICIO:
EDIFICIO SINGOLO MONOFAMIGLIARE
EDIFICIO SINGOLO BI O PLURIFAMIGLIARE
EDIFICIO A SCHIERA MONO O
PLURIFAMIGLIARE
EDIFICIO IN LINEA PLURIFAMIGLIARE
EDIFICIO A TORRE PLURIFAMIGLIARE
EDIFICIO RURALE DI TIPO A
EDIFICIO RURALE DI TIPO B
NON PERVENUTO
FORMA DELL’EDIFICIO:
QUADRATA
RETTANGOLARE
A L
A C
NON PERVENUTO
SEZ.4 – NOTE
CASCINA RISTRUTTURATA AD EDIFICIO RESIDENZIALE
CON PARTE DESTINATA A RISTORANTE
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2.2 – ELABORAZIONE DEI DATI
Successivamente alla fase di raccolta dati da parte del Parco, sono state svolte alcune analisi sugli stessi, in
modo da caratterizzare ulteriormente gli edifici censiti.
2.2.1 – NUMERO DI EDIFICI PER PERIODO DI COSTRUZIONE
Per prima cosa è stato analizzato il numero di edifici per periodo di costruzione, in modo da poter avere
un’idea dell’età degli edifici presenti nel parco e quindi delle loro caratteristiche costruttive ed energetiche.
In questa prima fase sono state prese in considerazione tutte le micro classi, le quali prevedono anche
l’indicazione del periodo di eventuali ristrutturazioni, indicate nella tabella con la lettera R.
PERIODO DI COSTRUZIONE NUMERO EDIFICI
EDIFICI NON RESIDENZIALI 102
1950-1991 63
1950-1991 (anni '80) 9
1950-1991, R anni '80 2
1991-2006 13
1991-2006 R post 2006 1
ante 1950 17
ante 1950, ma R 2006 1
ante 1950, parte R ante 1991 1
ante 1950, R 1991-2006 18
ante 1950, R 2000 1
ante 1950, R 2001-2006 2
ante 1950, R 2007 1
ante 1950, R anni '70 2
ante 1950, R anni '80 12
ante 1950, R anni '90 8
ante 1950, R ante 1991 15
ante 1950, R in parte 2007 1
ante 1950, R post 2006 2
ante 1950, R V 1
post 2006 1
R 1991-2006 3
TOTALE 276
Tab.2.2.1.1 – numero di edifici per periodo di costruzione
Grafico 2.2.1.1 – numero di edifici per periodo di costruzione
Come si può vedere dal grafico, la maggior parte degli edifici
non sono residenziali, mentre tra quelli residenziali
Inoltre gli edifici di costruzione recente rappresentano solo una piccola percentuale del totale.
Dopo questa prima analisi si è scelto di
precedentemente.
In base a questa suddivisione i dati si distribuiscono in questo modo:
CLASSE PERIODO DI COSTRUZIONE
EDIFICI NON RESIDENZIALI
ANTE 1950
1950-1991
1991-2006
POST 2006
TOTALE
Tab.2.2.1.2 – numero di edifici per cla
0
20
40
60
80
100
120
NUMERO EDIFICI PER ANNO DI COSTRUZIONE
numero di edifici per periodo di costruzione
maggior parte degli edifici presenti all’interno dell’area di parco naturale
tra quelli residenziali la maggior parte è stata costruita tra il 1950 e il 1991.
Inoltre gli edifici di costruzione recente rappresentano solo una piccola percentuale del totale.
Dopo questa prima analisi si è scelto di conteggiare gli edifici nelle 4 mac
In base a questa suddivisione i dati si distribuiscono in questo modo:
CLASSE PERIODO DI COSTRUZIONE NUMERO EDIFICI
102
82
74
17
1
276
numero di edifici per classe del periodo di costruzione
NUMERO EDIFICI PER ANNO DI COSTRUZIONE
18
presenti all’interno dell’area di parco naturale
la maggior parte è stata costruita tra il 1950 e il 1991.
Inoltre gli edifici di costruzione recente rappresentano solo una piccola percentuale del totale.
conteggiare gli edifici nelle 4 macro classi definite
NUMERO EDIFICI PER ANNO DI COSTRUZIONE