Introduzione
II
risorse finanziarie per sopravvivere in un mercato che invece richiede
molte risorse.
Come conseguenza, nell’ultimo periodo abbiamo assistito alla cronaca
di fallimenti di grandi telecom (ne è un esempio il collasso da record
del colosso americano Worldcom, avvenuto neanche un anno fa), o
alle cifre impressionanti dei debiti accumulati da grandi società di
telecomunicazioni europee, come France Télécom e Deutsche
Telekom.
E’ cominciata, quindi, una fase di riorganizzazione e di
ristrutturazione che ha investito a livello generale il settore, ma in
modo particolare quelle telecom che accusavano i maggiori problemi,
soprattutto di tipo finanziario e che hanno dovuto correre ai ripari per
sopravvivere.
Per svolgere questo lavoro, ci si è inizialmente soffermati sulle
tendenze di fondo che caratterizzano il settore delle
telecomunicazioni, dando così una visione di come si presenta
attualmente il settore, reduce da numerosi cambiamenti e rivoluzioni
registrati negli ultimi anni. Si è passati poi a descrivere le evoluzioni
che hanno interessato il settore nei principali paesi europei,
delineando le fasi che hanno portato alla liberalizzazione del mercato,
sottolineando quindi i passaggi intercorsi tra monopolio e il mercato
Introduzione
III
concorrenziale e regolamentato e soffermandosi in maniera più
approfondita sulla realtà italiana.
Successivamente sono state esaminate le linee guida della
riorganizzazione resasi necessaria per il salvataggio dei principali
protagonisti delle telecomunicazioni, riportando le prime risposte delle
telecom europee ai problemi finanziari e le azioni da intraprendere
per procedere alla ristrutturazione.
Quindi, si è cercato di individuare quelli che saranno gli scenari e i
servizi che rappresenteranno il prossimo futuro del settore, nonché
cambiamenti che si verificheranno all’interno dell’industria delle
telecomunicazioni, ipotizzando inoltre i probabili protagonisti della
scena futura.
Infine, si sono analizzati due casi specifici di riorganizzazione: quella
di Telecom Italia, attuata da Tronchetti Provera dopo l’acquisizione
dell’incumbent italiano avvenuta nel luglio 2001, e il salvataggio di
France Télécom, secondo il piano messo a punto da Thierry Breton
nel dicembre 2002, il quale rappresenta inoltre l’ultimo caso di
ristrutturazione tra le telecom europee.
Durante le analisi si è cercato di far evincere l’importanza dei
provvedimenti intrapresi e, soprattutto nel caso di Telecom Italia, si è
cercato di evidenziare i risultati ottenuti da tale gestione.
1
CAPITOLO PRIMO
L’EVOLUZIONE DEL SETTORE DELLE
TELECOMUNICAZIONI IN EUROPA
SOMMARIO: 1.1 Tendenze di fondo. 1.2 L’evoluzione del settore delle tlc:
privatizzazione e liberalizzazione del mercato. 1.2.1 Lo sviluppo delle
tlc in Italia. 1.2.2 Le principali realtà europee. 1.3 Il mercato delle tlc
in Italia: lo scenario competitivo. 1.3.1 Le tappe della liberalizzazione
del mercato delle tlc in Italia. 1.4 Gli operatori italiani: incumbent e
new comers.. 1.4.1 Telecom Italia. 1.4.2 Wind-Infostrada. 1.4.3
Albacom. 1.5 Il sistema regolamentare in Italia.
1.1 Tendenze di fondo
Il settore delle telecomunicazioni (tlc) ha vissuto una fase di crescita
eccezionale e si è caratterizzato come uno dei segmenti dell’industria
più vivaci e innovativi di questo decennio.
I processi di liberalizzazione, la crescente internazionalizzazione delle
imprese e la rapida innovazione tecnologica stanno cambiando il
mondo delle tlc ad un ritmo sempre più accelerato: l’elemento
caratterizzante è rappresentato dalla convergenza di questo settore
con l’informatica e i media, con la creazione di un nuovo mercato e il
conseguente sviluppo di servizi innovativi.
Capitolo 1 L’evoluzione del settore delle telecomunicazioni in Europa
2
Per oltre un secolo, tutto lo sviluppo del settore è stato
essenzialmente governato dai gestori telefonici, che offrivano servizi
piuttosto costosi agli utenti finali: la gran parte di questi operatori era
rappresentata da imprese pubbliche, la cui missione principale era
quella di offrire un servizio costituito essenzialmente dalla voce.
La situazione è radicalmente cambiata negli ultimi quindici anni:
l’avvio dei processi di liberalizzazione, con il conseguente irrompere
sul mercato di molti nuovi operatori in competizione tra loro e con
l’operatore ex monopolista, hanno creato un mercato sempre più
concorrenziale, nel quale si è sviluppata la lotta per conquistare i
clienti, una lotta che avviene sia sul piano delle tariffe, sia attraverso
l’offerta di nuovi servizi. Di conseguenza l’utente finale dispone di un
potere rilevante e sta progressivamente recuperando la sua
sovranità: il cliente, infatti, è in grado di valutare criticamente i
diversi gestori e di scegliere tra essi. Quindi il successo degli operatori
non è più legato alla semplice fornitura del servizio, ma alla sua
qualità.
La concorrenza fra queste società è resa possibile anche perché la
stessa comunicazione al cliente ha giocato un ruolo fondamentale, in
quanto primo veicolo per trasmettere alla clientela le informazioni
relative ai propri servizi. Per sbaragliare la concorrenza abbiamo
assistito, e assistiamo tuttora, a grandi campagne pubblicitarie e di
comunicazione, su tutti i media. Inoltre, recentemente, si è dato il via
Capitolo 1 L’evoluzione del settore delle telecomunicazioni in Europa
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alla pubblicità comparativa, permettendo così alle imprese di proporre
confronti diretti con le società avversarie, sottolineando gli eventuali
punti di forza o svantaggio (in Italia è emblematica la campagna
pubblicitaria della società Tele2 e quella di Tiscali per l’offerta adsl).
Il fenomeno è evidentissimo nel wireless ma si manifesta anche nella
telefonia fissa, in particolare nel segmento business.
Il nuovo ruolo assunto dagli utenti finali ha un forte impatto sui
gestori, in particolare su quelli ex monopolisti, che devono modificare
quasi tutti i criteri su cui avevano impostato il loro approccio alla
clientela, in un contesto che è movimentato dall’ingresso da numerosi
rivali e dalla turbolenza del contesto tecnologico.
La presenza, per la prima volta nella storia, di concorrenti porta a
privilegiare fattori competitivi fino a oggi poco utilizzati dai gestori
tradizionali (come la differenziazione e la segmentazione dell’offerta)
in un contesto tecnologico in grande evoluzione, che crea problemi
soprattutto ai gestori consolidati, fortemente condizionati dalla storia
del passato e dal parco apparecchiature già installato.
Se i problemi degli operatori incumbent
1
sono rappresentati dalla
necessità di cambiamenti a livello infrastrutturale, tali da rendere
necessaria in diversi casi addirittura una riorganizzazione societaria
2
,
migliori invece appaiono le prospettive dei gestori nuovi entranti,
1
Incumbent: operatore che, a seguito della liberalizzazione di un settore, eredita la posizione
dominante dalla precedente situazione di monopolio protetto.
2
Infra: capitolo 2
Capitolo 1 L’evoluzione del settore delle telecomunicazioni in Europa
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caratterizzati da una struttura più flessibile e da costi fissi minori
derivanti dalla gestione delle infrastrutture ereditate dal monopolio.
Le nuove tecnologie, infatti, offrono la possibilità di conseguire livelli
di servizio similari o superiori a costi molto più bassi, ridimensionando
così il potere dei gestori dominanti.
3
1.2 L’evoluzione del settore delle tlc: privatizzazione
e liberalizzazione del mercato
Fino agli inizi degli anni ‘80 il settore delle telecomunicazioni fu
fortemente condizionato, nella maggior parte dei paesi membri della
CEE, dall’eredità del passato: grandi monopoli sottoposti alla
regolamentazione dello stato con gestori pubblici che potevano fornire
soltanto pochi servizi standardizzati nell’ambito nazionale.
Tuttavia, in pochissimi anni si è assistito all’informatizzazione delle
telecomunicazioni, che sono così entrate a far parte dell’alta
tecnologia, settore caratterizzato da rapide innovazioni, alto grado di
differenziazione dei servizi, periodi di ammortamenti più brevi ed
elevate spese di ricerca e sviluppo.
Alcuni paesi extra Europei, come Stati Uniti e Giappone, grazie ai loro
3
da: Enzo Pontarollo, Convergenza tecnologica e industriale degli apparati e dei sistemi per le
telecomunicazioni, Franco Angeli 2000
Capitolo 1 L’evoluzione del settore delle telecomunicazioni in Europa
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mercati fortemente liberalizzati e dinamici, hanno risposto
prontamente alle sfide tecnologiche, ponendosi all’avanguardia e
dominando in modo crescente il mercato mondiale delle
telecomunicazioni.
Con la privatizzazione dei gestori pubblici e successivamente la
liberalizzazione del mercato, anche in Europa cominciarono ad
operare le imprese concorrenti del settore, rendendo il mercato
dinamico e con aspetti completamente nuovi per le telecomunicazioni.
Il Regno Unito è il paese Europeo più all’avanguardia nella
liberalizzazione dei servizi di tlc essendo stato anche il primo ad
introdurre la concorrenza nella telefonia di base e nella telefonia
mobile cellulare con i decreti del 1981 e 1984. Successivamente
anche gli altri paesi europei hanno cominciato ad adattarsi alla
situazione in via di trasformazione, in particolare la Francia e la
Germania.
Di fronte a questa realtà, l’Europa era dunque caratterizzata da una
struttura organizzativa differenziata (diverso stadio raggiunto nel
processo di liberalizzazione) con barriere tecniche più o meno
cospicue e con un grado di sviluppo dei vari servizi enormemente
differenziato.
La CEE si è impegnata a delineare politiche comuni per far evolvere
questa realtà con l’eliminazione dei monopoli e di tutto ciò che
potesse ostacolare la libera concorrenza e a istituire una figura che
Capitolo 1 L’evoluzione del settore delle telecomunicazioni in Europa
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regolasse il mercato nella sua nuova situazione, in modo da non
regolamentare un mercato che per così tanto tempo era stato lasciato
privo di movimento.
Oggi, a distanza di qualche anno, la realtà dei paesi membri dell’UE è
abbastanza equilibrata ed orientata sulla linea della omogeneità
tecnico gestionale ed organizzativa. La pluralità di imprese che
gestiscono i servizi di telecomunicazioni, sia su rete fissa che mobile,
è oggi presente in tutti i principali paesi europei.
La concorrenza ha creato un mercato molto dinamico e alla continua
ricerca di innovazioni tariffarie, iniziative che vanno tutte a favore dei
clienti, sia per l’aspetto economico, che per la qualità del servizio
offerto.
L’obiettivo di fidelizzazione del cliente viene perseguito principalmente
mediante l’incentivazione dei prezzi, ma anche attraverso il
rafforzamento dell’immagine dell’operatore che con trasparenza sa
molto spesso conciliare la politica aziendale con le necessità del
cliente.
Gli incumbent accettano la sfida competitiva che viene loro lanciata
sul proprio territorio dai nuovi entranti riducendo le tariffe e
proponendo servizi differenziati; si opera quindi per l’innovazione
senza svendita dei servizi, il che costituisce un punto di forza della
loro immagine sul territorio.
Capitolo 1 L’evoluzione del settore delle telecomunicazioni in Europa
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1.2.1 Lo sviluppo delle tlc in Italia
Una caratteristica della storia della telefonia italiana è il continuo
alternarsi di orientamenti privatistici e pubblicistici a seconda
dell’indirizzo di Governo. Inoltre è sempre esistita una distinzione tra
comunicazioni privatizzabili e comunicazioni da assicurare alla
gestione statale, anomalia che ha impedito la realizzazione di una
vera e propria integrazione del settore .
Una prima riorganizzazione del settore italiano delle tlc, si ebbe negli
anni ’20, quando Mussolini suddivise il Paese in cinque zone.
Sempre in quel periodo, la SIP, allora Società Idroelettrica
Piemontese, decise di diversificare la propria attività con particolare
interesse per il settore telefonico e grazie alle sue consociate Stipel,
Telve e Timo riuscì a controllare tre delle cinque zone per un periodo
di otto anni (1925-1933). La quarta e quinta zona vennero controllate
rispettivamente dal gruppo Pirelli-Orlando attraverso la
concessionaria TETI e da un gruppo formato da imprenditori biellesi e
dai rappresentanti in Italia della società Svedese Ericsson attraverso
la concessionaria SET.
Rimasero in mani pubbliche i servizi interurbani ed internazionali,
creando l’azienda dei telefoni di Stato (ASST).
Negli anni ‘30, di fronte alla crisi finanziaria, l’IRI rilevò le quote di
controllo delle tre aziende telefoniche della SIP, che ritornò ad
operare esclusivamente nel campo dell’energia elettrica e, nella prima
Capitolo 1 L’evoluzione del settore delle telecomunicazioni in Europa
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metà del 1933, riuscì ad acquisire cospicue partecipazioni di
minoranza nelle concessionarie della quarta e quinta zona.
Solo nel 1957 si arrivò all’unificazione del settore telefonico: tutte le
cinque concessionarie entrarono a far parte del gruppo IRI-STET. In
realtà solo la TETI e SET (concessionarie di quarta e quinta zona)
erano ancora private, mentre tutte le altre erano già state riunite
sotto il controllo pubblico della STET, finanziaria IRI.
Infine nel 1964, dopo la nazionalizzazione dell’energia elettrica e
quindi degli impianti elettrici della SIP, l’IRI promosse la fusione per
incorporazione delle cinque società concessionarie del servizio
telefonico nella nuova SIP, che mutò denominazione: da Società
Idroelettrica Piemontese a Società Italiana per l’esercizio Telefonico.
Da questo momento, quindi, la telefonia urbana ed interurbana, ad
eccezione di quanto era di spettanza dell’ASST e dell’Italcable (entrò
in quel periodo a far parte del gruppo STET) veniva gestita da una
unica società e ciò costituì un impulso ad accelerare il processo di
omogeneizzazione e coordinamento del servizio.
Negli anni ’70, dovuto anche al periodo di forte crisi, ogni aumento di
capitale della SIP venne sottoscritto dalla STET, e quindi con fondi
pubblici. Nel giro di 15 anni la quota dello stato nel capitale sociale
SIP passò dal 53% al 67% (1985), infliggendo un duro colpo
all’originaria forma delle partecipazioni statali.
Sino al 1989 l’organizzazione dei servizi di tlc in Italia ha visto una
Capitolo 1 L’evoluzione del settore delle telecomunicazioni in Europa
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ripartizione netta tra lo Stato e la STET ove la Holding IRI-STET
gestiva la SIP per i servizi nazionali urbani ed interurbani (solamente
per le direttrici di collegamento interurbane in concessione dallo
Stato), Italcable per i servizi intercontinentali e Telespazio per i
satelliti. Il Ministero delle poste con ASST gestiva i servizi interurbani
nazionali (non in concessione ) e le interurbane internazionali.
Questo tipo di organizzazione territoriale abbastanza complessa non
trovava riscontro in nessuna altra nazione Europea; per tanto l’Italia
dovette procedere al riassetto di questa struttura, ormai obsoleta e
completamente superata, anche in vista dell’ormai prossima
unificazione tra gli Stati Europei.
Nel marzo 1989 venne approvato il disegno di legge Mammì per il
passaggio dei telefoni di stato (ASST) alle partecipazioni statali (IRI).
Verrà creata una azienda temporanea in piena autonomia denominata
IRITEL che avrà il compito di gestire la metamorfosi di trasformazione
della vecchia organizzazione statale sino alla completa integrazione
nella SIP nel 1994.
Nel gennaio 1992 prendeva così concreto avvio il riassetto
istituzionale delle tlc italiane.
Capitolo 1 L’evoluzione del settore delle telecomunicazioni in Europa
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Il piano perseguiva i seguenti obiettivi:
- garantire alle telecomunicazioni italiane un ruolo primario sullo
scenario internazionale;
- ottimizzare le sinergie derivanti dall’integrazione delle strutture
societarie;
- creare le condizioni per la privatizzazione massimizzando il
valore delle società da privatizzare.
Un ulteriore e radicale adeguamento organizzativo prevedeva la
eliminazione della STET ed il cambio della denominazione sociale da
SIP a TELECOM ITALIA, con compiti di holding e gestione di tutte le
telecomunicazioni compresa TIM per la telefonia cellulare.
Nel 1997 lo Stato Italiano procedeva alla completa privatizzazione
dell’azienda pubblica Telecom tramite un’offerta pubblica di vendita,
mantenendo del pacchetto azionario in possesso, soltanto il 3%
4
.
4
da: Renato Abeille, Storia delle telecomunicazioni italiane e della Sip (1964-1994), Franco Angeli 1999