Introduzione
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relazione fra uomo e computer, al fine di inquadrare e di spiegare
come il boom di Internet e della multimedialità incide sulle dinamiche
informative, e prendere in esame un progetto di ricerca «ad hoc» per
scoprire come l’informatica può giocare un ruolo chiave nella pratica
investigativa.
L’analisi della relazione uomo e computer studia come si sono
evoluti i termini della relazione che sta alla base di qualsiasi
interazione umana con una macchina.
In questo specifico contesto, sembra importante sottolineare gli
aspetti più attinenti con il ruolo «informativo» del computer: chi
produce le informazioni e con quale modalità l’utente interagisce con
chi divulga le conoscenze? Come controllare il sovraccarico
informativo fortemente incentivato dalla struttura aperta della Rete?
È sembrato importante sottolineare questa parte in quanto parlando
di informatica non ci si trova davanti a una fotografia statica, ma,
anzi, a una realtà in continuo movimento e in continua espansione.
Il controllo dell’informazione e la sua gestione diventa una tematica di
grande importanza: il ricercatore può ricoprire un ruolo attivo nella
ricerca del materiale o deve limitarsi a scegliere fra delle possibilità a
lui proposte da «altri»? Gli è possibile combattere contro l’espansione
inarrestabile della diffusione delle conoscenze?
L’annullamento della dimensione geografica e temporale data dalla
comunicazione in Rete (posta elettronica, mailinglist, newsgroup) ha
portato solo a un miglioramento dell’interazione o ha anche
comportato effetti negativi?
A queste domande si cercheranno le risposte consultando non solo
materiali on line, ma anche grazie a monografie specializzate.
La seconda parte della tesi sarà dedicata agli strumenti a
disposizione del ricercatore in fase di indagine e di
elaborazione: repertori bibliografici, motori di ricerca, librerie online.
Introduzione
3
La scelta su queste tre tipologie di risorse è dettata dalla necessità di
studiare strumenti che forniscono informazioni facilmente usufruibili
dall’utente senza essere direttamente legati a una specifica disciplina
della ricerca sociale. Affrontare un’indagine su risorse quali le mailing
list o i newsgroup avrebbe condotto a parlare non di uno strumento in
quanto tale ma di una dinamica informativa, senza poter sondare
l’aspetto qualitativo e senza poter effettuare dei veri e propri
confronti.
Dopo una breve analisi della risorsa, si valuteranno le tipologie più
diffuse e si confronteranno le diverse applicazioni, ponendo
l’attenzione soprattutto sugli aspetti legati all’interazione con l’utente.
Nel caso dei repertori bibliografici verrà proposto un esempio di
elaborazione pratica dei dati: la caratteristica di fruizione delle
informazione e della loro elaborazione diventa, infatti, un valore
aggiunto da non sottovalutare. Le conoscenze estratte possono
essere personalizzate e modificate in base all’obiettivo specifico della
ricerca.
Il ricercatore diventa non solo fruitore, ma anche creatore delle
informazioni che gestisce e che, semplicemente, può adattare alle sue
esigenze.
Le fonti di questi capitoli saranno principalmente i siti dedicati ai
singoli strumenti (siti dei motori di ricerca, dei repertori e delle
librerie online) e i sistemi di help in essi contenuti.
Infine, si analizzerà il progetto EVALUE come prototipo di un iter di
ricerca semi informatizzato, in cui la telematica e l’informatica hanno
giocato un ruolo essenziale.
Il progetto ha visto la partecipazione di 50 ricercatori provenienti da 8
differenti Paesi dell’Unione Europea per un periodo sufficientemente
lungo (30 mesi). Molte dinamiche di comunicazione e di condivisione
delle informazioni, ma anche il prodotto fiale stesso della ricerca,
Introduzione
4
hanno avuto una dimensione informatica che ha facilitato la
cooperazione fra i partecipanti.
Si può sostenere, a ragione, che studiare il progetto EVALUE può
servire a individuare un punto di paragone fra l’aspetto organizzativo
e divulgativo della metodologia di ricerca «tradizionale» e i nuovi
orizzonti tecnologici.
Al fine di valutare quantitativamente il lavoro di ricerca, le
problematiche sollevate dall’utilizzo dell’informatica e il ruolo che
questa ha giocato nello sviluppo del progetto, viene preso come
punto di riferimento il Cd-Rom pubblicato alla fine dei 30 mesi.
Questo strumento permette un’analisi critica, che, assommata
all’esperienza diretta durante lo svolgimento del progetto, consente di
presentare uno sguardo completo non solo a posteriori, ma anche «in
fieri», permettendo di analizzare aspetti e caratteristiche non
facilmente individuabili dall’utente finale.
La relazione uomo computer
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Capitolo 1
La relazione uomo computer
«If it’s in the computer, they believe anything»
Sleepless in Seattle, 1993
Il continuo avvento di nuove tecnologie e il loro modificarsi in base
alle necessità degli utenti e del mercato (siano queste reali o
semplicemente commerciali) hanno causato negli individui una serie
di attitudini sempre più diversificate, ma che hanno in comune una
serie di quesiti che chiunque si pone quando si trova a interagire con
il computer: come porsi di fronte all’innovazione? Quale
atteggiamento mantenere di fronte alla schiacciante, per lo meno a
prima vista, vittoria delle macchine sui classici sistemi di
comunicazione e di diffusione delle informazioni? È possibile per
l’uomo controllare e gestire tale potere?
Il know how necessario per far funzionare un computer è sicuramente
diverso da quello richiesto fino a pochi anni fa: ne è dimostrazione la
nuova tipologia di figure professionali richieste dal mercato del lavoro.
La terminologia tecnica e informatica è in continua mutazione e le
nuove tecnologie di utilizzo delle macchine, sia per ciò che riguarda
La relazione uomo computer
6
l’hardware che per ciò che riguarda il software, mutano velocemente
e spesso l’utente fatica a distinguere i progressi delle tecnologie dalle
reali necessità richieste dalla sua attività.
Si prefigura una forte distinzione fra le figure professionali che si
occupano di informatica e l’utente medio: un tecnico di hardware ha
la necessità di conoscere molto accuratamente i nuovi sviluppi delle
macchine e dei loro componenti, mentre per un utente medio non è
necessaria una competenza approfondita delle terminologie e delle
dinamiche di funzionamento dei computer. Nello stesso modo il
continuo aggiornamento delle competenze e delle risorse (processori,
software, hardware) richiesto a un tecnico informatico non è
fondamentale per un utente che utilizzi tali strumenti unicamente per
scopi personali e professionali.
Nel momento in cui si parla di conoscenze distribuite tramite
strumenti informatici diventa, quindi, fondamentale determinare chi
controlla le informazioni, per definire le competenze che devono
essere sviluppate dagli individui in base al loro ruolo nella diffusione
delle conoscenze.
Pull o push? Chi o cosa controlla
l’informazione?
Il rischio maggiore per coloro che si avvicinano a tecnologie e a nuove
strategie di comunicazione e di diffusione delle conoscenze, come
Internet ad esempio, è che si lascino coinvolgere in una dinamica di
ricerca e di conquista delle informazioni di tipologia push, piuttosto
che a una dinamica pull
1
.
1
Un’immediata definizione della differenza fra modalità push e pull viene data da
Joel de Rosnay: «[…] Con il pull-media, sono io che devo estrarre il messaggio
(continua)
La relazione uomo computer
7
Le dinamiche di approccio push e pull (e le loro derivazioni) sono due
elementi fondamentali delle metodologie di avvicinamento da parte
dell’utente alle nuove tecniche informatiche.
La dinamica pull è quella caratteristica del ricercatore (o comunque
dell’utente) che «va» alla notizia, che la raggiunge tramite procedure
e scelte (siano esse elementari o complesse): decide personalmente
cosa vuole ottenere e con quali criteri interagire con la macchina e
con la Rete, ferme restando le funzionalità previste dall’applicazione.
La dinamica push è, al contrario, caratteristica degli utenti che
ricevono notizie imponendo pochi (in alcuni casi nessuno) criteri di
determinazione e di scelta delle informazioni da ricevere. Tale
dinamica si avvicina molto a un semplice assorbimento da parte
dell’utente di quello che la Rete gli propone, un po’ come se fosse
davanti a una televisione, con a disposizione un certo numero di
canali, e potesse fare una sorta di zapping più o meno lineare e
ragionato.
Tale relazione fra mezzo televisivo e computer ha lungamente
suscitato l’attenzione degli studiosi del fenomeno Internet, in
particolare nello scorso decennio quando la televisione primeggiava la
classifica degli elettrodomestici più amati dalla gente e il computer
iniziava a sviluppare le sue funzionalità interattive, aprendo ai primi
informatici un immaginario di sviluppo e di potenzialità che ha
permesso di ipotizzare un inarrestabile sviluppo del computer e la
conseguente morte del mezzo televisivo. George Gilder, studioso dei
fenomeni informatici applicati al sociale, sosteneva: «La TV non vuole
riconoscere la rigogliosa diversità dei suoi utenti […] La stessa gente
che mi interessa, dall’oceano di informazioni che si chiama Internet. Con il
push-media l’informazione viene verso di me». (Intervista rilasciata in occasione
del Convegno MILIA, febbaio 1997, Cannes – www.mediamente.rai.it)
La relazione uomo computer
8
[…] potrà scegliere […] quando potrà ricevere quel che vuole quando
vuole»
2
. Le osservazioni di Gilder risultano a posteriori troppo
futuristiche, ma è comprensibile tale entusiastica attitudine nel
momento in cui Internet sembrava permettere all’utente di decidere
cosa sapere e come sfruttare le conoscenze acquisite.
È da sottolineare come i due termini usati vengono utilizzati
modificando il soggetto attivo: in un caso è l’utente che «tira» (pull) il
computer, controllandone le dinamiche di utilizzo; nell’altro è il
computer che «spinge» (push) l’utente nelle scelte secondo percorsi
predefiniti, esattamente come proposto dal parallelismo fra computer
e televisione.
Inizialmente è stata la tipologia pull a predominare: gli utenti che
potevano avere accesso alla Rete erano relativamente pochi ed erano
tutti individui con determinate conoscenze informatiche che potevano
comprendere e interagire con la macchina. Queste conoscenze erano
tali che permettevano loro di controllare la macchina, di gestirne le
risorse e di «scovare» al suo interno le informazioni.
In seguito, l’avvento dei nuovi browser ha permesso l’accesso alle
informazioni anche a utenti meno competenti e ha mostrato la vera
entità delle potenzialità del mezzo che si aveva a disposizione: se
l’utente non arriva autonomamente all’informazione, è l’informazione
a raggiungere l’utente stesso, attirandolo con le stesse dinamiche di
consumismo e di vendita del prodotto che caratterizzava la fine degli
anni ‘80 e l’inizio degli anni ‘90.
L’apertura della Rete a utenti non propriamente specializzati ha avuto
quindi l’effetto di aumentare a dismisura le informazioni presenti, con
una ridondanza molto accentuata e una mancanza di controllo della
2
Staglianò, Riccardo. Circo Internet, Bologna, Feltrinelli, 1997, p. 23-24.
La relazione uomo computer
9
produzione e dello sfruttamento delle informazioni.
Tale caotico ammasso di informazioni (chiamato in inglese
information overload) ha creato nuove dinamiche di approccio.
Il primo passo verso una dinamica push è stato segnato dalle
decisioni di alcuni centri di sviluppo informatico che hanno,
debitamente finanziati da sponsor che trovano così modo di
pubblicizzarsi in Rete, creato motori di ricerca che aiutassero gli
utenti a cercare, individuare e selezionare le informazioni. In altri casi
sono nati siti ufficiali e riconosciuti, fortemente distinti dai siti non
ufficiali (che, però, molto spesso sono più forniti e attendibili dei siti
ufficiali). Infine, sono stati creati software per portare le informazioni
all’utente, direttamente sul suo computer. Gli utenti, frastornati da
questo improvviso sviluppo delle informazioni, si sono lasciati
trasportare da tali dinamiche e, per alcuni anni, l’atteggiamento più
comune è stato riassunto nella frase: «Non lo trovo in Rete quindi
non esiste».
Dalla metà degli anni ‘90, le dinamiche della Rete stanno dirigendosi
sempre di più verso una tipologia mista: l’utente determina l’oggetto
della ricerca, i criteri di selezione delle informazioni e le modalità in
cui tali informazioni devono essergli recapitate e la macchina gli
fornisce le risposte a tali schematizzazioni.
In realtà le informazioni ricevute sono ancora largamente soggette
all’interpretazione di coloro che selezionano le fonti dell’informazione
e non sempre si può sostenere di ottenere una conoscenza completa:
quello che è sicuro è che in Rete si sta sviluppando una nuova
dinamica di condivisione delle informazioni.
La nascita e la crescita di gruppi di discussione sempre più dinamici
La relazione uomo computer
10
(newsgroup
3
), lo sviluppo di canali di condivisione delle informazioni
(mailing list
4
), motori di ricerca specifici per ogni disciplina: sono solo
alcuni esempi di come lo strumento informatico si avvicina sempre di
più alle necessità dell’utente. In questi casi, sono i software a
permettere di selezionare le informazioni che si vogliono ricevere e di
scegliere, di fatto, quale filtro informativo utilizzare per ottenerle.
Questa nuova dinamica può essere definita pull automatizzato:
l’utente può scegliere e definire in dettaglio ciò che la Rete gli fornirà
e in quale modalità.
Tale dinamica presenta molteplici rischi. Chi utilizza il computer si
trova molto spesso a ricoprire un ruolo passivo rispetto alle
informazioni: è ovviamente sua facoltà elaborarle e utilizzarle per le
proprie attività di ricerca, ma rimane il fatto che nello schema di
trasmissione delle informazioni, egli si ritrova ad avere un ruolo di
scelta, ma non propriamente di filtro. Il filtro vero e proprio è fornito
dai software e dagli applicativi utilizzati da chi media il rapporto tra
l’informazione e l’utente: l’elaborazione informatica, l’utilizzo di
applicativi specifici e il controllo dei parametri scelti dall’utente sono,
non solo le motrici, ma anche gli unici referenti a cui l’utente possa
rivolgersi, in campo informatico, per ottenere informazioni.
Possiamo ipotizzare uno schema generale che riassume le fasi di
trasmissione delle informazioni da chi le crea a chi le riceve,
individuandone i passaggi e gli sviluppi principali.
3
I newsgroup sono gruppi di discussione su precisi argomenti (dalla fisica
nucleare alla trasmissione televisiva dell’anno), gestiti da server che li rendono
disponibili tramite browser specifici di consultazione.
4
Una mailing list è un applicativo che sfrutta le potenzialità di un server di
distribuzione automatica di posta elettronica. Esistono, come per i newsgroup,
mailing list su qualsiasi argomento a cui l’utente si iscrive per ottenere,
condividire e distribuire informazioni.
Utente finale
(fruitore)
Elaborazione
informatica
Software e
applicativi di filtro
Creatore
dell'informazion
e
Filtro posto
dall'utente
Successivo filtro
del software
La relazione uomo computer
12
Lo schema appena proposto presenta le dinamiche generali di
trasmissione delle informazioni; quello che segue è un esempio della
trasposizione del primo in un contesto di ricerca sociale: presenta in
breve tutti gli agenti, le modalità e le dinamiche di elaborazione da
parte del ricercatore delle informazioni.
Utente finale
(fruitore)
Elaborazione
informatica
Software e
applicativi di filtro
Creatore
dell'informazion
e
Filtro posto
dall'utente
Successivo filtro
del software
MURST,
universi-
tà, enti,
associazi
oni, ...
HTML,
siti web,
Cd-Rom,
ipertesti
Motori
di ricerca
specifici
Parametri di ricerca
contestualizzati
Docente,
ricercato
re, ...
La relazione uomo computer
14
Come l’uomo si relaziona col computer?
In un primo momento, quando i computer uscirono allo scoperto
entrando nelle case e ancora prima nelle università, coloro che si
occupavano di produrre software
5
ritenevano che l’utente fosse troppo
limitato per utilizzare il computer, non solo in quanto inesperto di
informatica, ma soprattutto perché gli veniva riconosciuta solo la
condizione di essere umano messo a confronto con qualcosa di
meccanicamente esatto.
Queste presunte limitazioni umane condizionavano lo sviluppo degli
applicativi che assumevano le sembianze di giochi molto elementari
per rendere l’utente meno inibito di fronte alla macchina e per
proteggere la macchina stessa da eventuali errori umani
6
.
In base a questo pregiudizio sono stati sviluppati sistemi informatici
user friendly, che dimostrassero subito la loro semplicità e la loro
utilità all’utente: si cercava di evitare che egli si ponesse la domanda
«Come funziona?», ma che acquisisse subito le conoscenze
fondamentali per sfruttare le funzionalità dell’applicativo. La
funzionalità del computer e dei suoi applicativi è individuata
dall’utente in base alla configurazione e all’interfaccia grafica: questo
5
Il problema dell’hardware allora non esisteva: i conoscitori dell’hardware erano
relativamente pochi e veniva affidato loro la manutenzione delle macchine. Oggi
c’è una forte tendenza delle aziende produttrici a responsabilizzare
maggiormente l’utente, creando personal computer compatibili con soluzioni più
logiche e meno ostiche di manutenzione.
6
Mantovani, Giuseppe. La relazione uomo computer, Bologna, il Mulino, 1991, p.
36-37.
La relazione uomo computer
15
ha portato i creativi informatici a sviluppare il concetto WYSIWYG
7
che
caratterizza tuttora i software e gli applicativi.
Negli ultimi anni, tale tendenza ha caratterizzato lo sviluppo
dell’informatica: una configurazione intuibile diventa un parametro di
preferenza per l’utente. A ciò deve affiancarsi anche il fatto che
l’uomo e il computer non sono più due entità dicotomiche e
indipendenti. L’avvento di Internet e della Rete ha reso tale relazione
più simile a una simbiosi che a una dipendenza dell’essere umano
dall’esattezza della macchina: se prima c’era una sorta di
riverenzialità dell’uomo rispetto al computer, adesso si tende a osare
di più, a porsi la suddetta domanda «Come funziona?» e a cercare (e
pretendere) una risposta.
Diventa necessario creare programmi facilmente utilizzabili, che
soddisfino le aspettative dell’utente e che siano sempre aggiornati.
Internet presenta un grosso vantaggio: i siti web sono sempre più
ricchi di fattori d’attrazione (immagini, applicazioni multimediali,
motori di ricerca interni, …) che riescono a incuriosire l’utente, che lo
fanno sentire capace di gestire la macchina e che sono efficienti e non
solo efficaci.
Si sviluppa così una ricerca da parte di coloro che elaborano
l’informazione di una giusta commistione di attrattiva e di intuitività
del funzionamento: l’utente deve «sentirsi a casa», deve sapere dove
trovare ciò che gli serve, deve mantenere un occhio critico su quello
che gli viene proposto.
7
WYSIWYG è l’acronimo di What You See Is What You Get (in italiano, ciò che
vedi è ciò che ottieni): questo significa che il programma permette all’utente di
visualizzare e di applicare modifiche al proprio lavoro in maniera intuitiva e di
semplice comprensione, utilizzando strumenti (banner, barre degli strumenti)
creati appositamente per questo scopo.