5
Introduzione
«La televisione e i giornali invec-
chiano e deperiscono sotto i nostri
occhi. Assomigliano a dei soprav-
vissuti. La Rete progressivamente,
li sta sostituendo. Il Web assorbe,
trasforma, cancella ogni forma pre-
cedente di comunicazione; il punto
di non ritorno, nel quale diventerà
centrale per l’informazione, forse è
già arrivato».
Grillo, 2011
1
.
L’atto comunicativo – da sempre questione di forte interesse collettivo – è di
primaria importanza per la socialità dell’intero genere umano. Dopo una prima
analisi del concetto di comunicazione, la derivazione dal latino e il suo sviluppo
nei secoli, nonostante alcuni periodi di repressione, si arriva al cuore della
comunicazione, nel quale lo “scambio di informazioni” si oppone all’ingenua
“conversazione”
2
. Il passaggio successivo mira a oltrepassare i confini dati alla
comunicazione, tenendo sempre sott’occhio la distorsione causata dal potere
politico che rende schiava la società moderna e che trova riscontro nella
comunicazione politica, intesa come mero strumento di dominazione.
Attraverso un breve excursus circa il passato dell’informazione politica –
vagando tra i meandri della storia – viene mostrato come esistano tre attori della
sfera pubblica in equilibrio dialettico: lo scontro tra sistema politico, cittadini e il
mondo dei media, dà vita alla cosiddetta “comunicazione politica mediatizzata”.
Con l’arrivo del piccolo schermo nelle case degli italiani, si è assistito a una
mutazione del livello di informazione generata dai mass-media.
1
G. Casaleggio, B. Grillo, Siamo In Guerra, cit., pag. 80, Milano, Chiarelettere, 2011.
2
B. W. Pearce, Comunicazione E Condizione Umana, Milano, FrancoAngeli, 2001.
6
Il bombardamento della notizia in progressione esponenziale, ha favorito il
potenziamento della comunicazione politica, traslata dalla televisione nella
politica pop
3
. L’impasto accattivante che si crea nell’assaporare programmi soft
alternati a informazioni di pubblico rilievo (si ricordano i talk show e le hard
news che coesistono nel progetto televisivo), non ha fatto altro che accentuare il
distacco tra la politica ordinaria espressa dal “Palazzo” e la volontà di
rinnovamento espressa dagli italiani a seguito di episodi come Tangentopoli e
Mani Pulite (1992). Il boom televisivo, favorito dal persistente declino degli altri
strumenti mediatici, ha procurato una frattura rilevante tra sistema politico e
cittadini nella comunicazione politica tradizionale – non è un caso quindi, se il
desiderio di miglioramento costante ha reso vittoriosa una campagna elettorale
giocata sul new media di successo
4
.
Studiando gli elementi che caratterizzano la comunicazione politica (strategia
e tattica), nel continuum di una guerra d’informazione utile, il candidato alle
elezioni, diventa una pedina della logica dei media. Il marketing politico si affida
– oltre alle tecniche tradizionali (manifesti, comizi e gadget) – alla campagna
svolta come propaganda passiva, nel panorama più ampio di una rivoluzione
mediatica. È così che, dopo gli spot a pagamento e canali autogestiti
5
, la politica –
non più contenta dei piatti risultati, man mano calanti – guardando al panorama
mediatico, sposta l’attenzione verso una forma ancora incontaminata di
distribuzione dell’informazione: internet.
3
G. Mazzoleni, A. Sfardini, Politica Pop, Bologna, Il Mulino, 2009.
4
Si sta parlando della strategia politica usata nel 1994 da Silvio Berlusconi, uno dei primi attori
pubblici che è riuscito ad ottenere un notevole successo grazie allo sviluppo di metodi innovativi - in
questo caso, grazie all’utilizzo della televisione. Inoltre, bisogna ricordare che, in un periodo buio nel
quale la diffidenza verso il mondo politico metteva le proprie radici tra i cittadini, l’interessante
innovazione proposta dal Cavaliere durante la sua campagna elettorale, ha favorito la sua ascesa
politica.
5
Il riferimento alla legge n. 28/2000 sulla disciplina della comunicazione politica dei mass-media.
7
Col passare degli anni, l’«assuefazione»
6
, provocata da una prolungata
stanchezza da parte dell’opinione pubblica, ha prodotto l’incessante ricerca di uno
strumento mediatico più al passo con i tempi: la Rete è la risposta a una tale
domanda.
La politica online, come dimostrano i dati, viene a convivere con strumenti
mediatici da sempre emblemi della comunicazione classica. Attraverso un
percorso, nel secondo capitolo, che tende a considerare i fatti che hanno dato
origine al fenomeno virtuale – rendendolo un mezzo competitivo e di successo –
si è cercato di analizzare gli aspetti peculiari di un sistema alquanto dinamico. La
partecipazione dal “basso” di una comunicazione che si dirama tra l’orizzontale e
il verticale; l’attivismo come tema fondamentale di un coinvolgimento popolare
7
;
e ancora l’entrata in scena dei giovani del nostro Paese. Tutti fenomeni che hanno
reso possibile il cambiamento nella macchina politica. La facilità di movimento e
la libertà permessa in Rete, favorisce il proliferare di idee politiche, soprattutto
degli under-30. I candidati e i partiti, notando nella novità mediale un punto
innovativo di partenza per un nuovo confronto politico, hanno cercato di
impossessarsi il prima possibile di questa tecnologia e del mercato elettorale che
apriva.
Per capire il significato delle campagne elettorali online si è fatto un passo
indietro alla riscoperta delle strategie politiche vincente: esempi come quello di
Clinton nel 1992
8
, l’operazione andata a buon fine di Bush nel 2004 e l’apice
raggiunto con il successo digitale di Barack Obama
9
nel 2008, hanno dimostrato
l’importanza della politica online in uno Stato modello, come sono gli Stati Uniti
d’America.
6
http://www.ferpi.it/ferpi/novita/notizie_rp/libri/nuovi-approcci-alla-comunicazione-
politica/notizia_rp/43641/27 (Ferpi Federazione Relazioni Pubbliche Italiana), cit., aggiornamento
2011.
7
Si accenna, a esempio, la partecipazione collettiva tramite il sistema dei MeetUp, lanciati da Beppe
Grillo per diffondere la notizia del suo V-Day nel 2005.
8
D. Campus, Comunicazione Politica, Roma-Bari, Editori Laterza, 2008.
9
Barack Obama è stato definito il primo Presidente 2.0, dato l’utilizzo fondamentale e vincente dello
strumento online in una campagna elettorale alquanto delicata.
8
Mailing list, le scene di vita quotidiana mostrate nel cinema verité e canzoni
rap su YouTube
10
inaugurano la corsa verso le prateria della comunicazione
politica digitale; sondaggi e targeting tradizionale vengono messi in secondo
piano, aprendo la strada al micro-marketing e a quella che viene etichettata come
nano-politica.
In Italia la politica online non è stata presa troppo seriamente, almeno fino
alle elezioni che si sono appena concluse: l’avvio a rilento nel 2006, ha comunque
permesso la creazione dei primi blog
11
personali e dei successivi movimenti a
rilancio della politica. Le piattaforme di partecipazione popolare che permettono
il collegamento diretto tra persone distanti anche migliaia di chilometri, hanno
messo a disposizione dell’opinione pubblica la possibilità di un modo diverso di
fare politica.
Per concludere il tema riguardante la politica online, si è cercato di far
conoscere – uno a uno – gli elementi specifici che distinguono il mezzo digitale
dagli altri sistemi di comunicazione. Alcune pagine in particolare, sono state
dedicate all’impegno, sempre più richiesto, affidato alle piattaforme di social
networking
12
.
Nel terzo capitolo – cuore di questa tesi – è stato studiato il “fenomeno
Grillo”. Premettendo che non si intende appoggiare alcuna parte politica,
l’argomento è stato scelto per ovvi motivi riguardanti l’interessante esempio di
innovazione comunicativa, in ambito politico. L’idea è stata quella di
approfondire un fenomeno italiano così di svolta da caratterizzare l’evolversi
della comunicazione politica a livello mondiale, determinando uno
stravolgimento completo delle precedenti strategie pubbliche, ormai considerate
consuetudinarie.
10
Si ricorda il video “Yes, we can” di Barack Obama, diventato popolare per esser stato uno dei primi
esempi di un’alternativa campagna elettorale proposta sul web.
11
Si rimanda al secondo capitolo, la definizione tecnica del termine.
12
Si sta parlando di Facebook e Twitter, delle loro peculiarità e dei dati relativi a tale fenomeno
mediatico.
9
Beppe Grillo apre lo spettacolo mediatico di un’alba digitale appena iniziata.
La sua passata popolarità come personaggio televisivo ha contribuito a porre le
basi di un cambiamento di strategia radicale, che è stato possibile solo grazie
all’incontro con Gianroberto Casaleggio. Grazie alla creazione del blog
beppegrillo.it
13
– con attacchi ironici proposti sottoforma di post commentabili –
il comico, diventato imprenditore politico, addita le storture più evidenti del
nostro Paese e polemizza con i politici tradizionali, intercettando il malcontento
popolare finora rimasto sottotraccia: è così che, grazie al collegamento sociale
stabilito dai MeetUp, vengono sostenute campagne contro l’inquinamento e la
costruzione di inceneritori dei rifiuti in zone popolate. La nascita del MoVimento
Cinque Stelle nel 2009 ha comportato un aumento ulteriore del “virus
epidemiologico”
14
della comunicazione di Grillo, riuscendo a far ottenere al
comico numerosi riconoscimenti stranieri. Attraverso frasi ormai divenute
proverbiali come «la Rete è sulla notizia, gli altri media devono rincorrerla»
15
,
Grillo incuriosisce con il suo nuovo modo di informare gli italiani, senza
mediazioni o compromessi mediali. L’informazione è del cittadino e Grillo cerca
di ridare fiducia a una politica ormai troppo lontana dai sentimenti dell’elettorato.
Grazie a degli interessanti strumenti di strategia politica che verranno spiegati
ampiamente nel capitolo in questione, si cercherà di chiarire cosa ha permesso a
Beppe Grillo di esser definito come l’effettivo vincitore delle elezioni del mese
appena trascorso
16
.
Ma quanta verità si scorge nella frase di Beppe Grillo, posta a inizio di
questa introduzione? I dati parlano chiaro: quella del 2013 è stata la conferma di
un movimento che vive solo attraverso la Rete, in un epoca in cui - a piccoli passi
- anche la rete internet sta diventando parte integrante della politica italiana.
13
Il sito beppegrillo.it è stato creato il 26 gennaio 2005.
14
Così Grillo definisce la sua azione di protesta nella volontà di diffondere - sempre più - la sua
battaglia contro una Casta politica, ormai troppo scontata.
15
G. Casaleggio, B. Grillo, Siamo In Guerra, cit., pag. 80, Milano, Chiarelettere, 2011.
16
Si sta parlando delle elezioni che hanno avuto luogo il 24 e 25 febbraio 2013.
11
Capitolo I
La comunicazione politica
1. La comunicazione
«Alcune parole caratterizzano un’e-
poca, riassumendone il clima intel-
lettuale. “Illuminismo”, “Romantici-
smo”, “progresso”, “evoluzione”,
“democrazia”: ciascuna di queste pa-
role riporta alla mente un periodo di
molti decenni durante i quali qua-si
ogni tipo di attività intellettuale si
occupa di una nuova parola-chiave.
Nell’ultimo ventennio, questa parola
è stata comunicazione».
Le Corbellier, 1966
17
.
Per capire che cos’è la comunicazione serve partire dalla comunicazione
stessa. Non a caso Le Corbellier – partendo dall’assoluta semplicità di alcuni fatti
storici – decide di puntare i riflettori sulla parola “comunicazione”, utilizzando
l’approccio storico e diretto del viaggiatore che, a cavallo tra il suo presente e la
maestosità del passato, si ritrova ad analizzare un percorso a lui solito, ma
difficile da illustrare.
17
B. W. Pearce, Comunicazione e condizione umana, cit., pag. 41, Milano, FrancoAngeli, 2001.
12
Il termine comunicazione – creato in tempi antichissimi quando la neonata
cultura occidentale iniziava a compiere i suoi primi passi – richiama
etimologicamente una partecipazione della comunità (la sua derivazione dal
verbo latino “communico”: cum = con e munire = legare, costruire; significa
mettere in comune, far partecipare)
18
mentre è interessante notare che nell’antica
Grecia, l’uomo viene definito da Aristotele come un “animale dotato di
linguaggio”
19
. Il legame peculiare che quindi si crea tra comunicazione e
comunità, assicura un certo grado di relazioni e anche di cooperazione, nel fine
ultimo di stabilire l’appartenenza a un gruppo o a una società
20
.
È anche vero, però, che la comunicazione - passaggio dell’informazione tra
più persone nello stesso momento
21
– è stata molte volte sottovalutata e sminuita
a causa del suo astratto e misterioso senso di direzionalità. Infatti, se si parla di
comunicazione, questa non potrà mai essere unidirezionale
22
; non basta, infatti,
parlare senza ascoltare, poiché solamente lo scambio reciproco con l’interlocutore
di informazioni e segni di flusso, porterà alla piena completezza del linguaggio
comunicativo. La comunicazione è un processo di interrelazione e scambio tra più
persone
23
. Esistono vari tipi di comunicazione: quella sociale di pochi individui
rivolta a molti individui (o comunicazione di massa della televisione, radio e
pubblicità) e quella interpersonale nella quale gli interlocutori esplicano discorsi
complementari l’un l’altro
24
.
18
http://it.wikipedia.org/wiki/Comunicazione (Wikipedia), aggiornamento 2013.
19
http://www.leusso.it/it/articolo/linguaggio-degli-antichi-linguaggio-dei-moderni (Leusso,
Associazione di Studi Umanistici), aggiornamento 2012.
20
J. D. Peters, Parlare al vento. Storia dell’idea di comunicazione, Roma, Meltemi Editore, 2005.
21
http://www.tecnolab.tm/saggi/comunicazione/comunicazione.htm (Teoria della comunicazione),
aggiornamento 2005.
22
http://it.wikipedia.org/wiki/Comunicazione (Wikipedia), aggiornamento 2013.
23
B. W. Pearce, Comunicazione e condizione umana, Milano, 2001.
24
D. Campus, Comunicazione Politica, Roma-Bari, Editori Laterza, 2008.