banche? No. O meglio, non solo. La vera causa è la scorrettezza dell‟élite
manageriale, che sapeva cosa stava succedendo, ma ognuno ha pensato al
proprio tornaconto. Proprio coloro che avrebbero dovuto valutare
l‟affidabilità dei titoli, e che hanno un‟immensa influenza sul mercato, hanno
avuto un ruolo fondamentale nella sottovalutazione del rischio dei titoli
tossici, valutati come titoli affidabili. Ancora una volta la massimizzazione
del profitto viene prima di qualunque responsabilità etica e sociale.
Di fronte a questo scenario diventa quindi sempre più forte la necessità di
una revisione di senso. La responsabilità sociale, l‟etica, possono porre un
freno a questi meccanismi dando il giusto peso ed importanza a quelle
decisioni economiche che pensano al bene dell‟intera popolazione
mondiale, e non solo al profitto di quei pochi eletti.
Queste nuove forme di economia pongono al centro dei loro progetti il
tentativo di coniugare l‟attività economica con la sostenibilità sociale e
relazionale, oltre che ambientale. Si tratta di esperienze di finanza etica,
microcredito, commercio equo e solidale, co-housing, passando per la
responsabilità sociale d‟impresa fino al consumo responsabile da parte di
ognuno di noi.
Ed è proprio questo il contesto nel quale si colloca l‟attività di Banca Etica,
che ha come principale scopo quello di finanziare e sostenere attività
economiche ponendo al primo posto le esigenze ambientali e sociali che
costituiscono il contesto nel quale si collocano le stesse attività. La
responsabilità etica e sociale, unita alla finanza etica, costituiscono
l‟essenza della banca.
Banca Etica è nata 10 anni fa, unendo l‟esperienza di un buon numero di
cooperative attive nel sociale e le mutue per l‟autogestione, le cosiddette
MAG. La banca ha fatto suoi i principi di finanza etica e di responsabilità
sociale, convinta che il rispetto dei diritti degli uomini, di tutti gli uomini, e
dell‟ambiante, sia possibile anche in un settore difficile come quello
finanziario, nel quale la massimizzazione del profitto a tutti i costi viene
prima di qualunque altro principio.
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Il primo dubbio sorto nel momento in cui decisi di studiare l‟argomento fu
proprio questo: siamo sicuri che finanza ed etica possano coesistere? È
possibile coniugare gli interessi economici con le esigenze sociali ed
ambientali? Secondo Banca Etica si, e lo fa finanziando attività impegnate
nel sociale, favorendo il commercio equo e solidale in Italia e nel resto del
mondo, così come il risparmio energetico e di risorse e molte attività che
fanno parte del terzo settore.
Ma Banca Etica non è l‟unica realtà finanziaria e bancaria che crede in certi
valori. Merita di essere ricordata l‟esperienza e il successo della banca del
bengalese Muhammad Yunus, premio Nobel per la Pace nel 2006. La
Grameen Bank (n bengalese: গ্রামীণ ব্যাংক ovvero banca del villaggio) ,
fondata nel 1976, concede dei microprestiti alle popolazioni povere locali,
senza chiedere alcun tipo di garanzia e garantendo in questo modo
l‟accesso al credito. Si è scoperto infatti che i poveri, probabilmente per la
loro stessa condizione, lavorano duro e fanno il possibile per restituire il
denaro, fino all‟ultimo centesimo. Le donne, in particolare, sentono
maggiormente il senso della responsabilità, innanzitutto nei confronti dei
propri figli, e investono il denaro in attività che assicurano una casa,
istruzione e un futuro migliore sia per loro che per i figli. Questo dimostra
quindi che per risollevare le sorti delle popolazioni disagiate non è
sufficiente dare semplicemente del denaro (cosa che, tra l‟altro, porta
solamente all‟aumento del debito con i paesi ricchi), ma bisogna aiutare e
seguire le popolazioni affinché queste sfruttino al meglio le risorse del
territorio e le proprie capacità.
Con la crisi del 2008 il numero di poveri è aumentato notevolmente anche
nei paesi industrializzati, rendendo più netta la distanza tra ricchi e poveri. Il
cittadino medio, quello che forse un tempo veniva definito il “medio
borghese”, sta scomparendo. Il numero di persone che non ha la possibilità
di accedere al credito (i cosiddetti soggetti “non bancabili”), è aumentato
notevolmente negli ultimi anni, e il sistema bancario tradizionale non è
disposto a dare credito a coloro che non sono in grado di dare nessuna
garanzia.
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Banca Etica si rivolge a questi soggetti, ma non solo. Finanza etica infatti
non è solo microcredito, come credono in molti, ma racchiude una serie
infinita di azioni che vanno al di là del semplice prestito. La finanza etica
infatti opera praticamente come la finanza tradizionale, mettendo però al
primo posto la responsabilità etica e sociale in ogni azione. Vengono banditi
tutti quegli investimenti “poco etici”, a partire dal traffico e produzione di
armi, materiale pedopornografico, produzione e spaccio di droga, tabacco,
alcolici e molto altro. Tale responsabilità viene applicata anche nel denaro
che arriva nelle casse delle banche, assicurandosi che non arrivi da attività
che ignorano responsabilità sociali ed ambientali. Banca Etica, secondo i
principi della finanza etica, sostiene tutti quei progetti che mettono al primo
posto il rispetto dell‟ambiente, quindi la creazione di strutture a ridotto
impatto ambientale, che valorizzano il territorio e risparmiano al massimo le
risorse.
Trasparenza, comunicazione assidua con i propri stakeholder, creazione di
un rapporto di fiducia con i clienti, ma anche con i soci e collaboratori, sono i
principi che stanno alla base della banca. Principi che, come è stato già
detto, dovrebbero riportare quella fiducia che è venuta a mancare nei
confronti del mondo finanziario, quel mondo finanziario che ha portato sul
lastrico migliaia di cittadini e imprese.
Ma quanto conta davvero responsabilità sociale di una banca per i clienti?
Siamo proprio sicuri che dagli errori si impara sempre qualcosa e che
questa società sia disposta a sacrificare parte dei propri interessi per il bene
della comunità? La domanda sorge spontanea, dato che in teoria gli
interessi dei consumatori dovrebbero sempre occupare il primo posto. È il
mondo finanziario e bancario che ignora totalmente il bisogno di fiducia e
trasparenza, o sono gli stessi consumatori ad esser disposti a chiudere un
occhio pur di guadagnare qualcosa di più?
La responsabilità sociale negli ultimi anni è diventata un tema sempre più
attuale, e spesso viene confusa col “marketing sociale”. La RSI dovrebbe
infatti far parte dell‟anima e dello spirito di un‟impresa, volta a produrre
benefici per se e per la comunità all‟interno della quale opera. Molte banche
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hanno fatto propria questa filosofia negli ultimi anni, pubblicizzando un
numero sempre maggiore di attività volte alla tutela sociale e ambientale.
Sembrerebbe quindi che la responsabilità d‟impresa abbia influenzato la
politica e le azioni dell‟intero mondo bancario e finanziario, il che però non
spiegherebbe le cause del crollo finanziario. Si può quindi pensare che in
realtà la responsabilità sociale d‟impresa venga utilizzata solo per coprire
azioni poco etiche e responsabili. Molti istituti bancari che promuovono
attività sociali, in realtà investono buona parte del ricavato in azioni poco
etiche. L‟Italia è uno dei primi produttori al mondo di armamenti, e tale
produzione viene finanziata in gran parte da alcuni importanti e noti istituti
bancari. Tale attività è resa possibile anche da leggi poco chiare, che non
richiedono nel dettaglio la quantità di denaro investita dalle banche in
questo settore. Inoltre, la legge 185/90 fa riferimento solo ed
esclusivamente all‟import-export di armamenti, ignorando totalmente la
produzione ed esportazione di armi leggere, che vede l‟Italia al primo posto
nel mercato mondiale.
La mia tesi si pone come obiettivo quello di capire se davvero una banca
può essere responsabile fino in fondo, e se finanza ed etica possono
coesistere, attraverso lo studio e un‟analisi critica delle principali attività di
Banca Etica, prendendo in considerazione anche i rapporti di quest‟ultima
con la realtà finanziaria e bancaria.
Il primo capitolo si focalizza sulla responsabilità sociale d‟impresa, sul suo
significato, sui principi che stanno alla base e sugli strumenti che vengono
utilizzati, attraverso un approccio puramente bibliografico e didattico.
Il secondo capitolo è interamente dedicato alla finanza etica. Per rendere
tutto più chiaro, significato e storia della finanza e dell‟etica sono stati
affrontati separatamente, e uniti nella seconda parte del capitolo insieme a
problemi che la finanza etica dovrebbe risolvere. Ampio spazio è stato
dedicato all‟esperienza della Graamen Bank, sottolineando punti di forza ma
anche di debolezza della banca e di alcune caratteristiche della finanza
etica.
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Dopo aver descritto i valori e principi che Banca Etica adotta come criteri di
orientamento della propria attività, il terzo capitolo è dedicato interamente
alla storia e all‟attività della banca. Prendendo come punto di riferimento il
paradigma proposto da Ruotolo, Ferrari e Vigliani (2006), ho fatto emergere
l‟essenza della banca, attraverso la personalità, identità, missione e
immagine.
L‟ultimo capitolo è interamente dedicato alla responsabilità sociale della
banca, attraverso un‟analisi critica degli strumenti adottati. L‟ultima parte è
dedicata al sondaggio, effettuato su un campione di 50 persone, che ha
come scopo quello di capire quanto la gente conosca Banca Etica, e quanto
conti, veramente, la responsabilità sociale anche nel settore bancario, per i
consumatori.
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