2
utilizzati e un compenso, proporzionale ai risultati raggiunti, al soggetto 
economico per conto del quale l’attività si svolge”
3
. 
Si rende opportuno, dunque, non analizzare esclusivamente le relazioni tra gli 
elementi che compongono il sistema aziendale, ma anche le relazioni tra 
l’azienda ed il proprio ambiente di riferimento dal quale essa acquista fattori 
produttivi, assorbe valori morali, culturali, sociali, subisce l’imposizione di 
vincoli legali, fiscali, ecologici ed al quale trasmette non solo prodotti e servizi 
ma anche i valori della cultura aziendale. 
L’azienda è oggi considerata “un bene della collettività”, e nei confronti di 
questa si carica di responsabilità alle quali si ritrova a dover rispondere 
positivamente se vuole competere su un mercato sempre più turbolento e 
globale. In tal senso assumono particolare rilievo tematiche quali 
l’accountability, intesa come resa di conto dell’azienda nei confronti delle varie 
categorie di stakeholder. 
All’interno delle aziende il fenomeno della socialità assume un ruolo sempre 
crescente nella gestione concretizzandosi tra gli altri mediante talune politiche 
volte a far convergere le volontà/aspettative dei diversi interlocutori sociali con 
quelli dell’azienda. Ciò necessita di uno “attento scambio” che passi attraverso 
l’interiorizzazione  delle varie istanze da parte delle imprese.  
In caso ciò non avvenisse, ossia qualora si verificasse la non coincidenza tra i 
principi e le tendenze dei gruppi sociali e i postulati che guidano le politiche 
aziendali, l’azienda potrebbe incorrere nel rischio di dover “pagare” un alto 
prezzo in termini di perdita d’immagine, incrinando il rapporto fiduciario con la 
società in cui opera. Le imprese dovrebbero, quindi, modificare a monte i 
principi gestionali che riguardano le relazioni col contesto sociale, rivisitare la 
mentalità dell’azienda e il sistema degli obiettivi in modo da includervi il porre 
in essere relazioni stabili, fiduciarie, e di lungo periodo, con gli stakeholder. 
                                                 
3
 E. GIANNESSI, Le aziende di produzione originaria, Volume primo – Le aziende agricole, Colombo 
Cursi Ed., Pisa, 1960, pag. 46. 
 3
Da ciò l’auspicio che le unità economiche non restino passive nei confronti 
dell’ambiente, dei loro interlocutori, ma si adeguino alle nuove realtà, 
attribuendo una maggiore importanza agli aspetti qualitativi, culturali e ai 
rapporti con gli interlocutori sociali, al fine di raggiungere nuove ed evolute 
posizioni di equilibrio economico. 
La possibilità di conciliare economia e socialità presuppone un’imprenditorialità 
particolarmente sensibile alle istanze sociali, ma sempre attenta agli aspetti 
dell’equilibrio economico, che rimane il fine di ogni attività economica.   
E’ indispensabile, dunque, una ristrutturazione interna dell’azienda, attraverso la 
diffusione di una “cultura sociale”, e che tale aspetto sia comunicato e reso 
verificabile all’esterno. Da qui l’opportunità di un cambiamento anche nei 
sistemi d’informazione a disposizione dell’azienda che dovrebbero comprendere, 
sempre più frequentemente ed intensamente, la dimensione sociale.  
La presa di coscienza che l’azione imprenditoriale coinvolge simultaneamente 
tanto i profili dell’economicità quanto della socialità, ha determinato, infatti, 
ingenti sforzi orientati alla ricerca di nuove metodologie di valutazione e di 
comunicazione della performance dell’impresa. Accanto ai sistemi delle 
rilevazioni quantitative, sono stati elaborati strumenti atti a rilevare, valutare, 
rappresentare ed interpretare, la dimensione sociale dell’impresa, in quanto la 
comunicazione è momento centrale nella creazione di un clima di consenso 
intorno all’impresa. Da qui la nascita di “nuovi” strumenti tra i quali possono 
essere ricordati: il bilancio sociale, il bilancio ambientale, gli standard, i codici 
etici. 
E’ nostro obiettivo analizzare le modalità mediante le quali la socialità può essere 
utilizzata per mantenere o elevare il livello di legittimazione sociale. Si vuole a 
tal fine evidenziare come la mancanza di esse possa comportare una qualche 
reazione da parte di taluni attori del sistema e la frattura di quel “contratto 
sociale” che lega l’impresa alla comunità in cui opera, rendendo oltremodo 
difficoltoso l’ottenimento delle risorse necessarie al perseguimento di un 
opportuno equilibrio economico, suscettibile di mettere in pericolo la stessa 
sopravvivenza. 
 4
L’aumento della complessità dell’ambiente ha determinato mutamenti nei 
sistemi di governo che richiedono sempre più frequentemente un riorientamento 
nei valori dell’impresa ed una logica “diversa” nella gestione dei rapporti con gli 
stakeholder; ciò fa sì che venga attribuita una sempre maggiore importanza e 
valenza strategica alla legittimazione interna ed esterna. 
Ciò che sembra oggi richiesto alle aziende con sempre maggiore enfasi è di 
operare un vero e proprio salto concettuale, in cui i principi che presiedono 
all’agire economico debbano essere rivisitati alla luce di nuove dimensioni 
qualitative/culturali. Ciò porta a comprendere come l’azienda non possa isolarsi 
in una monodimensione, quella economica, poiché la sua attività è interconnessa 
con le altre dimensioni del vivere collettivo. Come ricorda , infatti, il Giannessi, 
l’economicità è la risultante di quattro componenti: la redditività, la 
competitività, il consenso sociale e lo sviluppo. 
Tale processo dovrebbe pertanto caratterizzarsi per il coinvolgimento 
dell’impresa in un processo finalizzato a conferirle una dimensione culturale 
nuova del suo agire e del suo pensare. Tale processo dovrebbe ispirarsi 
all’ottenimento di un maggiore consenso sociale tenendo sempre come obiettivo 
di ordine superiore il raggiungimento di nuove ed evolute posizioni di equilibrio 
economico. 
  
In conclusione vogliamo dare un breve accenno su come si è inteso strutturare il 
presente lavoro: 
 
- Nel primo capitolo è analizzato il contesto di riferimento in cui è inserito 
il fenomeno della responsabilità sociale. Si è analizzato a tal fine il 
significato di accountability, inserito nel cambiamento ambientale in atto, 
caratterizzato dall’introduzione di nuovi ed ulteriori interlocutori sociali. 
Nel prosieguo è evidenziato il rapporto tra etica ed economia in 
prospettiva storica, analizzando come la relazione tra questi due concetti 
sia evoluta nel pensiero di economisti. Una qualsivoglia analisi sull’etica, 
non può prescindere da una breve rassegna sul significato ed evoluzione 
 5
attribuitele in ambito “filosofico”. A tal fine analizzeremo tale tematica. 
L’argomento dell’etica sarà analizzato, poi, in prospettiva aziendale, 
ripercorrendo il pensiero di diversi studiosi. Dopo aver focalizzato 
l’attenzione sull’etica, l’analisi verrà spostata sulla responsabilità sociale, 
rilevando i punti di contatto tra questa e l’etica dell’impresa. In virtù del 
ruolo di primario rilievo che la responsabilità sociale riveste oggi nella 
strategia aziendale, cercheremo di evidenziare alcuni tra i cambiamenti 
ritenuti necessari per adeguare la struttura dell’impresa a questa nuova 
realtà. Sarà analizzato, poi, il trade-off esistente tra socialità ed 
economicità. Infine, l’attenzione sarà focalizzata sulla comunicazione 
d’impresa evidenziando la necessità di predisporre di strumenti di 
comunicazione sociale. 
 
- Nel secondo capitolo il focus sarà rivolto ad alcuni tra gli strumenti della 
comunicazione sociale. Sarà analizzato dapprima il Codice Etico, anche 
definito la “Carta Costituzionale” dell’impresa. Tale strumento presenta 
valenza prettamente interna, definendo ed esplicitando le responsabilità 
etiche e sociali di tutti i dipendenti aziendali. In un secondo momento si 
prenderà in esame, invece, il Bilancio Sociale, strumento essenzialmente 
di comunicazione esterna, con il quale l’azienda cerca di comunicare ai 
propri interlocutori sociali rispondendo alle loro istanze. Il Bilancio 
Sociale diviene, in tal senso, uno strumento mediante il quale legittimare 
il ruolo dell’azienda all’interno della società. Successivamente saranno 
analizzati il Bilancio Ambientale e la Dichiarazione Ambientale in base 
al Regolamento Emas. Questi documenti sono utilizzati dall’azienda per 
comunicare gli aspetti prettamente ecologici della gestione aziendale. In 
seguito, l’attenzione sarà rivolta agli standard internazionali, in 
particolare alla Certificazione Sociale SA 8000 e allo Standard AA 1000. 
Per finire, si fornirà una panoramica generale su altri strumenti di 
comunicazione sociale, più o meno diffusi. 
 
 6
- Nel terzo capitolo vedremo il caso concreto di un’azienda che utilizza, 
oltre agli strumenti tradizionali, anche la comunicazione sociale. 
L’azienda analizzata è Coop, ritenuta ai nostri fini un’esperienza 
significativa poiché, a partire dal 2004, redige un “Rapporto Sociale” 
finalizzato a informare i propri stakeholder sulle politiche sociali già 
poste in essere o in via di sviluppo. 
 7
CAPITOLO 1  
ACCOUNTABILITY, ETICA E RESPONSABILITA’ 
SOCIALE D’AZIENDA 
 
SOMMARIO: 1.1 LA NOZIONE DI ACCOUNTABILITY: SIGNIFICATO E CARATTERISTICHE 
NEGLI STUDI SULL’AZIENDA – 1.2 L’ETICA NEL PENSIERO ECONOMICO – 1.3 CENNI 
SULL’EVOLUZIONE STORICA DELL’ETICA – 1.4 L’ETICA IN AZIENDA - 1.5 LA 
RESPONSABILITA’ SOCIALE DELL’AZIENDA – 1.6 CENNI SULLE STRATEGIE SOCIALI – 
1.6.1 IL TRADE-OFF TRA ECONOMICITA’ E SOCIALITA’ - 1.7 LA COMUNICAZIONE 
D’IMPRESA – 1.8 CONSIDERAZIONI DI SINTESI. 
 
 
 
1.1 La nozione di accountability: significato e caratteristiche negli studi 
sull’azienda 
 
Prima di iniziare la trattazione dei diversi strumenti di rendicontazione sociale, si 
ritiene opportuno cercare di comprendere il significato del fenomeno che ne sta 
alla base, analizzando, in particolare, il contesto in cui è inserito. 
A priori è opportuno comprendere, dunque, il significato di accountability
4
, 
nuovo termine sempre più usato nel mondo economico. 
In aiuto non ci viene il vocabolario di inglese, considerato che una traduzione 
letterale del termine non esiste; proviamo allora a scomporre la parola: 
- Account significa conto, contabilità; 
- Ability è tradotto in capacità; 
- Accountable vuol dire responsabile (di); 
                                                 
4
 Si veda al riguardo, tra gli altri, L. HINNA, Le fasi e le valenze del processo di rendicontazione sociale, 
in (a cura di) L. HINNA, Il bilancio sociale: scenari, settori e valenze. Modelli di rendicontazione 
sociale. Gestione responsabile e sviluppo sostenibile. Esperienze europee e casi italiani, Il Sole 24 Ore, 
Milano, 2002; V. CODA, prefazione a L. HINNA Il bilancio sociale: scenari, settori e valenze, op. cit., 
2002; G. RUSCONI, Impresa, accountability e bilancio sociale, in L. HINNA, Il bilancio sociale: 
scenari, settori e valenze op.cit., 2002; F. PEZZANI, Il ruolo dell’accountability nella società civile, 
Azienda Pubblica n. 4, 2001. 
 8
Da questo ricaviamo che accountability
5
 è trasparenza, resa di conto, 
rendicontabilità. 
Essere accountable vuol dire avere il dovere e la responsabilità di spiegare, 
giustificare, di rendere conto in modo trasparente di quello che si sta facendo per 
rispettare gli impegni presi con gli interlocutori sociali. 
Con questo termine si vogliono anche considerare tutti i mezzi che permettono ad 
un’organizzazione di rendere conto della propria attività ai suoi interlocutori, e 
l’allargamento della sfera dei soggetti e degli effetti presi in considerazione. 
Oggi, infatti, non è più sufficiente essere “giustificabili” sul piano economico-
reddittuale, ma anche sugli effetti sociali dell’attività economica dell’impresa
6
. 
Oggi non si parla più solo di azionisti e risultato economico, ma si considerano 
molteplici portatori di interessi attuali e potenziali, soggetti non più passivi, ma 
che si relazionano con l’azienda e partecipano al processo di creazione del 
valore.
7
 
Per questo è stato “coniato” il termine stakeholder
8
, stilato sul modello di 
stockholder, ossia azionista, per indicare coloro che hanno uno stake, vale a dire 
una posta, “scommessa”, un interesse all’attività dell’impresa. 
                                                 
5
 Secondo S. ZERBATO, D. SALVINELLI, in Il Bilancio sociale strumento di accountability e di 
dialogo sociale, AziendaItalia n.9, 2004, pag. 561., il termine accountability è traducibile nella necessità 
che il comportamento aziendale debba essere giudicato sulla base della capacità: 
- di generare valore per la comunità di riferimento; 
- di misurare e rendere riconoscibile tale valore; 
- di rendere conto alla collettività delle proprie azioni e degli effetti prodotti. 
6
 “Conoscere e valutare sistematicamente i risultati dell’attività aziendale nella loro dimensione sociale, 
ambientale ed etica e renderne conto pubblicamente in modo accurato, completo e accessibile sta 
diventando un requisito imprescindibile dell’impresa capitalistica moderna”, A. MARTINELLI, Il 
modello Comunità e impresa: stakeholder e responsabilità sociale, in L. HINNA, Il bilancio sociale: 
scenari, settori e valenze, op.cit., 2002, pag.393. 
7
“Il perseguimento della finalità aziendale, cioè la creazione del valore, tradotta in obiettivi di 
economicità di lungo periodo, non può prescindere da principi, valori, norme etiche fortemente integrati 
nell’azienda”, R. FERRARIS FRANCESCHI, Economia ed etica nelle aziende, in (a cura di) 
TARABELLA, BIRINDELLI, BRUNO, La business ethics e la comunicazione esterna di impresa, 
Franco Angeli, Milano, 2002, pag.22. 
8
 Sulla definizione di stakeholder si può consultare, tra gli altri, R. FREEMAN, Strategic Management: A 
Stakeholder Approach, Pitman, Marshfield, 1984; M. CLARKSON, A Stakeholder Framework for 
 9
Le categorie di stakeholder sono in continuo aumento e questo presuppone una 
risposta da parte delle aziende ed essere accountable è il modo: l’azienda deve 
fornire un adeguato insieme di informazioni-comunicazione per evitare 
atteggiamenti o pregiudizi negativi e per accrescere la fiducia intorno ad essa. 
Il rapporto tra l’impresa e il suo ambiente di riferimento
9
 è un tema vecchio, ma 
essendo mutati il contesto e le aziende, questo rapporto è cambiato e va 
analizzato nuovamente e sotto una diversa ottica.
10
 L’azienda come sappiamo è 
un sistema aperto
11
, che condiziona ed è condizionata dall’ambiente circostante, e 
non può dunque rimanere immobile di fronte ai cambiamenti che le stanno 
intorno, considerando anche che la sua attività esercita effetti sulle condizioni 
sociali dell’ambiente in cui opera: “L’azienda consiste nel sistema di relazioni 
che si instaurano tra i fattori ad essa destinati e vincolati e l’insieme vasto e 
complesso delle condizioni e circostanze interne ed esterne”.
12
 
 
                                                                                                                                               
Analyzing and Evaluating Corporate Social Performance, Academy of Management Review, vol. 20, n. 1, 
2000.   
9
 Vedi, tra gli altri, V. CODA, L’orientamento strategico dell’impresa, Utet, Torino 1988; 
MEGGINSON, PIETRI,MOSLEY, Management, concetti ed applicazioni, F. Angeli, Milano, 1998; G. 
DI STEFANO, Il sistema delle comunicazioni economico-finanziarie nella realtà aziendale moderna, 
Giuffrè, Milano, 1990; S. ZAMAGNI, Cambiamento ambientale globale, etica e razionalità, La 
questione agraria n. 54, 1994; P. DI TORO, L’etica nella gestione d’impresa: studio sulla dimensione 
culturale dell’azienda e sulla qualità del suo modo di essere, Cedam, Padova, 1993. 
10
 R. FERRARIS FRANCESCHI, L’azienda: caratteri discriminanti, criteri di gestione, strutture e 
problemi di governo economico, in E. CAVALIERI, R. FERRARIS FRANCESCHI, Economia Aziendale 
vol.1, Attività aziendale e processi produttivi , Giappichelli, Torino, 2005, pag.39 e segg. 
11
 Vedi, tra gli altri, V. CODA, L’orientamento strategico d’impresa, Utet, Torino, 1988; M. ZAVANI, Il 
valore della comunicazione aziendale, Giappichelli, Torino, 2000; U. BERTINI, Il sistema d’azienda. 
Schemi d’analisi, Servizio Editoriale Universitario, Pisa, 1986; S. SCIARELLI, Etica aziendale e finalità 
imprenditoriali, Economia e Management n. 6, 1996; A. MARTINELLI, Il modello comunità ed impresa: 
stakeholder e responsabilità sociale, in L. HINNA, Il bilancio sociale: scenari, settori e valenze, op. cit., 
2002; O. GABROVEC MEI, Bilancio sociale e valore aggiunto, in L. HINNA, Il bilancio sociale: 
scenari, settori e valenze, op. cit. 2002. 
12
 R.FERRARIS FRANCESCHI, L’azienda: caratteri discriminanti, criteri di gestione, strutture e 
problemi di governo economico, in E.CAVALIERI, R.FERRARIS FRANCESCHI, Economia Aziendale 
vol.1, Attività aziendale e processi produttivi,  Giappichelli, Torino, 2005, pag.10. 
 10
Vale la pena ricordare che l’azienda ha la caratteristica di essere : 
- UN SISTEMA APERTO, strettamente collegato all’ambiente esterno dal 
quale viene condizionato, ricevendo da esso stimoli o limitazioni, ma che 
può a sua volta condizionare, mediante il tipo, la qualità e la quantità della 
propria produzione; 
- UN SISTEMA DINAMICO, perché è in continua trasformazione ed 
evoluzione come lo sono i mercati, la società, le tecnologie, il mondo 
economico-politico. L’azienda è coinvolta e coinvolge l’ambiente esterno 
nell’evoluzione e nel cambiamento e deve pertanto essere un sistema 
flessibile per poter operare in costante sintonia coi mercati. 
 
Ma perché è cresciuta la domanda di accountability? 
In passato la dinamica considerata essenziale era quella finanziario reddittuale e 
competitiva, mentre oggi si ritiene indispensabile affiancare la dimensione etico-
sociale
13
. 
Le funzioni di fondo dell’impresa non sono mutate, essa è e rimane centro di 
creazione della ricchezza e di produzione di beni e servizi, ma oggi sono 
necessari una più vasta apertura sociale ed un rapporto dialettico, costante e 
continuato con le altre componenti del sistema sociale. 
Non possiamo dimenticarci che in un passato recente si sono creati sospetti 
intorno alle aziende dovuti a scandali legati a casi di corruzione, d’inquinamento, 
di licenziamenti di massa, di rapporti collisivi tra aziende, ed altro ancora che 
hanno causato tensioni, conflitti, rotture e dissonanze impedendo una proficua 
collaborazione nelle relazioni impresa-società. 
In questa era del “villaggio globale”, dove sempre più i mass-media entrano e 
“sbirciano” nelle impresa, quest’ultima deve prestare attenzione alle variabili 
                                                 
13
 “L’impresa si distingue per la costante ridefinizione della sua formula imprenditoriale che viene 
sviluppata attorno a cinque finalità di grande significato sociale ed economico: soddisfacimento dei 
bisogni, innovazione, produzione di ricchezza, sviluppo dell’occupazione, rispetto e valorizzazione 
dell’ambiente”, R. LANZARA, Il ruolo sociale dell’impresa e l’etica del profitto, in (a cura di) 
TARABELLA, BIRINDELLI, BRUNO, La business ethics e la comunicazione esterna di impresa, 
Franco Angeli, Milano, 2002, pag. 27. 
 11
informazione ed immagine poiché è importante gestire la credibilità, la 
popolarità, per non creare sfiducia nei confronti degli interlocutori sociali. 
L’interesse intorno al fenomeno azienda è cresciuto insieme al numero degli 
stakeholder, e per affrontare l’instabilità dell’ambiente operativo
14
 l’azienda deve 
instaurare rapporti solidi con tutti i soggetti portatori  d’interesse che gravitano 
intorno ad essa. 
I diversi stakeholder
15
, oltre ad essere numerosi, hanno anche interessi 
divergenti, ma comunque in stretta connessione, considerando anche il fatto che 
uno stesso soggetto può far parte, contemporaneamente, di diverse categorie.
16
 
L’azienda si deve sintonizzare con le loro istanze, ciò significa soddisfare le 
esigenze: 
- DEL PROPRIETARIO O PROPRIETARI, che desiderano siano 
rimunerati i capitali investiti: che sia raggiunto un certo profitto. Oggi le 
aziende, soprattutto quelle di grandi dimensioni, spesso non sono gestite 
                                                 
14
 Ricordiamo a tal proposito che l’ambiente complessivo dell’organizzazione è formato da tre 
sottosistemi: 
- IL MACROAMBIENTE, costituito dai fattori esterni che condizionano tutte le organizzazioni, 
ad esempio fattori di natura politica, tecnologica, internazionale, economica, sociale, ecc; 
- L’AMBIENTE OPERATIVO, costituito dai fattori che interagiscono direttamente con le 
organizzazioni  nelle sue attività come fornitori, clienti, concorrenti, gli enti di normazione e 
controllo, certi gruppi d’interesse, ecc; 
- L’AMBIENTE INTERNO, costituito dai fattori sui quali l’organizzazione ha controllo, più o 
meno diretto, come la sua struttura organizzativa, le risorse umane, le sue politiche, le sue 
tecniche, la sua cultura, ecc. 
Sull’argomento si può consultare MEGGINSON, PIETRI, MONSLEY, Management, Franco Angeli srl, 
Milano, 1998, Cap.3. 
15
 “L’ampliarsi del numero e dell’importanza degli stakeholder non può passare inosservata e presuppone 
una risposta da parte delle imprese che in primis devono realizzare un appropriato processo di 
comunicazione/informazione in grado di fornire informazioni realistiche ed oggettive al fine di evitare 
atteggiamenti o pregiudizi negativi e per promuovere l’immagine dell’azienda e far accrescere la fiducia 
verso la stessa”, M. ZAVANI, Il valore della comunicazione aziendale. Rilevanza e caratteri 
dell’informativa sociale ed ambientale, Giappichelli, Torino, 2000, pag.22. 
16
 Il rapporto coi diversi stakeholder è analizzato, tra gli altri, da S. SCIARELLI, Etica aziendale e 
finalità imprenditoriali, Economia & Management n.6, 1996; P. DI TORO, L’etica nella gestione delle 
comunicazioni economico-finanziarie nella realtà aziendale moderna, Giuffrè, Milano, 1993. 
 12
direttamente dal/dai proprietari, e dunque, spetta a chi dirige l’azienda 
soddisfare la richiesta di migliori condizioni patrimoniali e reddituali; 
- DEI LAVORATORI, che cercano nell’azienda adeguate opportunità 
economiche ed occasioni professionali. Si richiede, inoltre, il rispetto di 
condizioni igieniche e di sicurezza, orari di lavoro regolamentati e spesso 
flessibili, come i part-time, e un ambiente di lavoro piacevole. A tal fine 
studi sulla motivazione dei dipendenti, hanno messo in evidenza come il 
grado d’adesione dei subordinati agli obiettivi d’impresa sia in funzione 
alla misura in cui gli stessi vedono apprezzato il loro lavoro e ne 
percepiscono il valore, la qualità; 
- DEI FORNITORI DI BENI E SERVIZI, interessati alla distribuzione 
della ricchezza creata, quale corrispettivo delle risorse cedute all’impresa. 
In passato erano visti come avversari, con i quali lottare per spuntare lotti 
al prezzo minore, mentre ora si tendono ad instaurare rapporti di fiducia e 
convenienza, attraverso collaborazioni o coproduzioni; 
- DEI CLIENTI, i quali desiderano ricevere prodotti e servizi di qualità 
adeguata al prezzo da pagare e ai costi sostenuti, sono dunque attenti al 
rapporto costo/benefici. I valori, i gusti dei consumatori, hanno tendenza a 
cambiare nel tempo, quindi le organizzazioni devono a loro volta 
evolversi per non essere superati dagli eventi, perché senza clienti 
l’organizzazione non sopravvivrebbe. Oggi, ad esempio, sono molto in 
auge i prodotti biologici, in seguito alla scoperta dei prodotti OGM, allo 
scandalo della mucca pazza, alla denuncia dell’utilizzazione di molteplici 
prodotti chimici: si vuole la sicurezza e la “naturalezza” del prodotto; 
- DELLA COMUNITA’ LOCALE, che desidera il rispetto del territorio dal 
punto di vista economico, sociale, ambientale; ed è interessata al 
contributo che l’azienda può dare al miglioramento della qualità della vita; 
- DELLA COMUNITA’ NAZIONALE, che impone il rispetto delle norme 
giuridiche, sociali e fiscali. Oggi lo Stato assume un ruolo sempre più 
attivo nella regolamentazione dell’economia e del lavoro: l’intervento è 
 13
orientato principalmente a proteggere diritti e la sicurezza dei lavoratori, i 
consumatori; la concorrenza e il libero mercato, l’ambiente; 
- DEI GRUPPI D’INTERESSE, come ad esempio i gruppi di tutela dei 
consumatori che si occupano principalmente della pubblicità, delle 
confezioni, della sicurezza, dei prezzi o i gruppi d’iniziativa sociale, che si 
occupano, invece, della parità dei diritti o ancora i sindacati, che si 
occupano del rispetto dei contratti, dei licenziamenti illeciti, delle 
condizioni dei lavoratori e di ogni altra situazione in cui viene leso un 
diritto del lavoratore; 
- DEI SOCI ATTUALI O POTENZIALI, che vogliono avere informazioni 
veritiere e corrette sull’andamento dell’azienda; 
- DEGLI INVESTITORI E FINANZIATORI, preoccupati principalmente 
dei loro investimenti e perciò della solvibilità dell’impresa; 
- DEI CONCORRENTI ED ALTRE AZIENDE, interessati al 
posizionamento del concorrente, alle sue mosse e alle ripercussioni su 
tutto il settore, agli utili o perdite derivanti dalla presenza di un’altra 
azienda, ma anche ad eventuali collaborazioni; 
- DEI MASS-MEDIA, oggi più che mai interessati al mondo aziendale e 
spinti spesso a cercare lo scoop. Il sistema economico occupa sempre più 
le pagine dei giornali: se pensiamo al fatto che le grandi aziende danno 
lavoro a centinaia di persone, creano problemi di spostamenti urbani, 
sviluppano rapporti d’affari con moltissimi interlocutori, determinano 
effetti ambientali di rilevante impatto, non possiamo che giustificare la 
crescente presenza di questo mondo nella carta stampata; 
- DEGLI AMBIENTALISTI, coinvolti nella lotta per la tutela del 
patrimonio naturale, sempre più in pericolo sotto il crescente sfruttamento 
causato dall’economia capitalista e del consumismo dirompente delle 
civiltà occidentali, senza dimenticare il crescente interessamento al 
problema da parte dell’intera collettività. 
 
 14
Dato l’aumento della domanda di accountability il problema si sposta 
sull’offerta
17
, in quanto è necessario dar conto di come un risultato è stato 
raggiunto: la crisi di legittimità in cui sono cadute le aziende ha portato allo 
sviluppo della rendicontazione sociale, perchè la ricerca di un equilibrio ha 
portato alla crescita del rapporto dialettico con il sistema sociale di cui l’azienda 
fa parte.
 18
 
La crescita e la nascita di strumenti di accountability non è uguale in tutti i paesi 
poichè dipende dal contesto in cui un’impresa opera (condizioni economiche, 
sociali, politiche, culturali), dalla presenza di norme indirizzate in tal senso, dalla 
presenza di determinate categorie di imprese come ad esempio le aziende non 
profit o a gran rischio ambientale, che spesso sono le prime a fare da apripista nel 
campo della stipulazione di strumenti di rendicontazione sociale
19
. 
Convincere le aziende a rendicontare socialmente non è facile perchè all’interno 
del sistema azienda si crede ancora che la trasparenza sia una negazione alla 
riservatezza
20
; ma oggi più che mai non possiamo ragionare in questi termini 
considerato che la comunicazione con il mondo circostante è divenuta un 
elemento indispensabile, non solo per le grandi aziende, ma anche per le piccole 
e medie imprese. 
 
Una domanda adesso può sorgere: ma se il termine accountability è recente, 
prima le aziende non erano responsabili, o meglio “rendicontabili”? 
                                                 
17
 L. HINNA, Bilancio sociale: i punti cardinali, in Il bilancio sociale: scenari, settori e valenze, op. cit. 
2002, pag. 16. 
18
 “(…) l’azienda del nostro tempo di fronte a questi radicali mutamenti, si è vista costretta a adeguare i 
propri schemi alla nuova realtà per non correre il rischio di vedersi travolgere dal vortice degli eventi 
sociali. Si differenzia perciò dalle aziende del passato innanzi tutto per la più vasta apertura sociale che la 
pone in un rapporto dialettico costante e continuato con le altre componenti del sistema (…)”,U. 
BERTINI, Il sistema d’azienda. Schemi di analisi, Pisa; Servizio Editoriale universitario, 1986, pag.31. 
19
 Vedi al riguardo, tra gli altri, C. CHIRIELEISON, Le strategie sociali nel governo dell’azienda, 
Giuffrè, Milano, 2002. 
20
 L. HINNA, Il bilancio sociale: scenari, settori e valenze, op. cit. 2002, pag.45. 
 15
Proviamo ad analizzare il più classico degli strumenti informativi aziendali: il 
bilancio di esercizio.
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Non possiamo negare che il mutamento
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 investe anche questo documento, che 
ha visto ampliarsi notevolmente il numero dei soggetti ad esso interessati. 
“E’ possibile individuare tre fasi temporali che corrispondono a mutamenti 
dell’angolo visuale da cui può essere esaminato il bilancio di esercizio: 
- il bilancio come strumento di carattere privato ed interno (domina la 
visuale di rendiconto ai partecipanti all’impresa); 
- il bilancio come strumento di tutela delle singole categorie di interessi 
legate all’azienda (domina la concezione della differenziazione dei bilanci 
in funzione degli scopi perseguiti); 
- il bilancio come strumento per raggiungere finalità di interesse pubblico 
(domina la concezione pubblica con funzione di informazione economica 
a disposizione di tutta la collettività).”
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Le funzioni universali del bilancio
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 sono quelle di evidenziare il reddito, di 
conservare l’integrità del capitale (in quanto attraverso questo strumento si 
                                                 
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 Sull’argomento si possono consultare, tra gli altri, A. CECCHERELLI, Il linguaggio dei bilanci, Felice 
le Monnier, Firenze, 1956; E. GIANNESSI, Osservazioni intorno al significato dei bilanci, Giannini 
editore, 1978; C. MASINI, Lavoro e risparmio. Economia d’azienda, Utet, Torino, 1979; G. ZAPPA, Il 
reddito d’impresa, Giuffrè, Milano, 1939; D. AMODEO, Ragioneria generale delle imprese, Giannini, 
Napoli, 1965. 
22
 “Il bilancio nelle sue origini rispecchia solo esigenze di carattere interno, <rendiconto> di chi 
amministrava verso i portatori di capitale, documento riservato e da non divulgare all’esterno; tale 
strumento ha subito una significativa evoluzione fino ad assumere, negli ultimi anni, un’importanza 
sempre più crescente, anche per la molteplicità di interessi che coinvolge, in quanto l’azienda, quale 
sistema aperto, necessita sempre più consensi, di legittimazione, di collaborazione e di risorse”, M. 
ZAVANI, Il valore della comunicazione aziendale. Rilevanza e caratteri dell’informativa sociale ed 
ambientale, Giappichelli, Torino, 2000, pag.28. 
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 G. DI STEFANO, Il sistema delle comunicazioni economico-finanziarie nella realtà aziendale 
moderna, Giuffrè Editore, Pisa, 1990, pag.5. 
24
 Sull’argomento si può consultare l’opera dei maestri di ragioneria tra cui G. ZAPPA, C. MASINI, E. 
GIANNESSI, A. CECCHERELLI, R. CORTICELLI, C. CARAMIELLO, D. AMODEO, A. 
AMADUZZI.