La Responsabilità Sociale d’Impresa in Italia: standard ed esperienze di Bilancio sociale a confronto
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Tavola 1 – Verso chi l’impresa deve essere responsabile
Fonte:Adattamento a R.E. Freeman, Strategic management. A Stakeholder Approach, Pitman, Marshfield
(MA), 1984, pagg. 25-55.
La RSI ha radici molto profonde che possono essere collocate negli anni ’60: già nel 1962, in
una sua opera, M. Friedman citava questo concetto
3
. Inizialmente, però, l’attenzione era rivolta
soprattutto alla responsabilità dei dirigenti letta solo in termini economici. A partire dagli anni ’70-
’80, si è invece passati a valutare la più generale condotta socialmente responsabile dell’impresa,
considerata nei confronti di tutti i diversi stakeholder aziendali.
Nell’ultimo ventennio si sono sviluppate delle nuove teorie come la Stakeholder Theory
4
.
In questa ottica, recentemente, sono stati introdotti tre nuovi concetti connessi alla RSI:
¾ sviluppo sostenibile: lo sviluppo che soddisfa i bisogni del mondo presente senza
compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare, a loro volta, i propri
bisogni
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;
¾ cittadinanza d’impresa: implica l’oltrepassare i propri doveri (“oltre la legge”) per
contribuire a creare benessere nella comunità in cui l’azienda opera. La cittadinanza d'impresa
si fonda sulla convinzione che non esiste antitesi tra risultati economici di lungo termine e
responsabilità sociale
6
;
¾ triple bottom line: si propone di incorporare il concetto di sviluppo sostenibile nella
misurazione delle performance aziendali, identificando gli indicatori dei risultati in termini:
• economici
• ambientali
• sociali.
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“C’è una e solo una responsabilità sociale dell’impresa – usare le risorse e dedicarsi ad attività concepite per
aumentare i propri profitti sempre che essa rimanga all’interno delle regole del gioco, il che equivale a sostenere che
competa apertamente e liberamente senza ricorrere all’inganno o alla frode …”, M. Friedman, Capitalism and Freedom,
Chicago University Press, Chicago, 1962.
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Per un esame dettagliato si rinvia a T. Donaldson e L. Preston, “The Stakeholder Theory of the Corporation: Concepts,
Evidence and Implications”, Academy of Management Review, 1995.
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Concetto sintetizzato per la prima volta nel Brundtland Report, World Commission on Environment and Development,
1987.
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M. Molteni (a cura di), Primo rapporto sulla Responsabilità Sociale d’Impresa in Italia, 2002.
Introduzione
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I fattori che hanno permesso il diffondersi della RSI sono principalmente di due tipi:
il diffondersi dell’idea dell’impresa come “attore sociale”: l’impresa non riveste più un ruolo
puramente tecnologico od economico ma anche culturale e morale;
il diffondersi dell’etica come fattore competitivo: il cambiamento dell’atteggiamento dei
consumatori ha portato l’impresa a porre attenzione anche ai valori
7
.
In questo contesto competitivo, in continua evoluzione, l’impegno delle aziende verso i propri
stakeholder costituisce un importante fattore strategico alla base del successo nel medio-lungo
termine (tav. 2).
Tavola 2 – Sostenibilità, Intangible Assets e Creazione del Valore
Fonte: API Lecco, ALUB, Sviluppo Non Profit, Workshop “Responsabilità sociale. Una scelta per l’impresa”, Lecco, 17 febbraio 2005.
Primi fra tutti sono appunto i consumatori a rivolgere alle aziende nuove richieste di
responsabilità sociale affiancandole alle domande tradizionali come la qualità del prodotto, i servizi,
ecc. Tutto questo viene testimoniato da un atteggiamento più critico verso le imprese e dalla
tendenza a punire quelle socialmente irresponsabili attraverso ad es., il boicottaggio degli acquisti
dei loro prodotti, come emerge da un’indagine condotta da Eurisko denominata Corporate social
responsability Monitor 2004 (tav. 3).
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Cfr. A. Vaccari, Principi in pratica. Bilancio sociale e cittadinanza europea, Liocorno Editore, Roma, 1998.
La Responsabilità Sociale d’Impresa in Italia: standard ed esperienze di Bilancio sociale a confronto
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Tavola 3 – Le tematiche sociali
Fonte: Corporate social responsability Monitor 2004 Eurisko.
Il messaggio che porta con se questa nuova visione è che la RSI, inserita nella strategia aziendale
in modo opportuno, può permettere all’impresa di rafforzarsi aumentando la creazione del valore.
Attraverso la RSI l’impresa deve riuscire a conciliare competitività e sostenibilità.
Uno degli strumenti usati dalle aziende per rendicontare l’impatto delle proprie decisioni sulle
comunità e sugli individui è il Bilancio sociale.
Il presente lavoro vuole spiegare il processo di diffusione e gli obiettivi di questo “nuovo
linguaggio”
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e descrivere attraverso un confronto critico i diversi standard nazionali (GBS, IBS,
CSR-SC, Q-RES, Comunità e impresa) esistenti per la sua redazione.
Per concludere verranno analizzati i bilanci sociali di alcune imprese che hanno adottato gli
standard esposti evidenziandone i punti in comune e le divergenze.
8
Cfr. M. Viviani, Specchio magico. Il Bilancio sociale e l’evoluzione delle imprese, Il Mulino, Bologna, 1999.
Capitolo 1 - Il Bilancio sociale: strumento di comunicazione della responsabilità sociale
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CAPITOLO PRIMO
IL BILANCIO SOCIALE: STRUMENTO DI COMUNICAZIONE DELLA
RESPONSABILITÀ SOCIALE
Negli ultimi anni si è sempre di più sviluppato il tema della responsabilità sociale d’impresa, ma
soprattutto si è acceso un dibattito su come l’impresa debba correttamente rapportarsi a questa
nuova dimensione e con quali strumenti debba realizzarla.
La valutazione della performance di un’impresa non può più limitarsi solo all’analisi economica,
ma deve anche riguardare quella ambientale e in particolar modo quella sociale.
Il Bilancio sociale integra il sistema della comunicazione d’azienda e si configura come uno
strumento utile al fine di dare espressione al processo di responsabilizzazione dell’azienda nei
confronti degli stakeholder.
1.1 BREVE EVOLUZIONE STORICA DEL DOCUMENTO
Il Bilancio sociale è uno strumento aziendale che, attraverso valori quantitativi e qualitativi,
rende conto dell’impatto complessivo che le azioni dell’azienda determinano nel contesto in cui
opera, ed è in grado di rispondere ai nuovi valori di trasparenza, concretezza e lealtà che i
consumatori sempre di più pretendono dalle imprese del nuovo millennio
9
.
Il tema del Bilancio sociale non è un fenomeno recente. Esso è stato affrontato per la prima
volta, in Italia, tra la seconda metà degli anni ’70 e la prima metà degli anni ’80: nel 1978, la società
Merloni ha pubblicato il suo primo Bilancio sociale. Tale evento, è però rimasto isolato per lungo
tempo, infatti la società non ha proseguito in questa sperimentazione né altre aziende la hanno
emulata.
Bisogna aspettare gli anni ’90 perché ci sia “la svolta”. In questi anni inizia, infatti, il vero
processo di rendicontazione sociale: al ’94 risalgono i primi bilanci degli enti pubblici, primo fra
tutti quello delle Ferrovie dello Stato a cui hanno seguito poi i bilanci delle società
cooperative(Coop) e delle banche ed assicurazioni (Unipol, Monte dei Paschi di Siena), ecc.
Dal punto di vista accademico e della ricerca, la data che veramente ha cambiato sia la
conoscenza sia l’approccio verso questo nuovo strumento di reportistica è stata il giugno 1997,
quando il dipartimento di discipline economiche-aziedali della Facoltà di Economia dell’università
di Messima promosse un seminario di studi con confronti ed esperienze sul tema del Bilancio
sociale.
Dal 1998 in poi, numerosi gruppi di studio sono nati con la necessità di trovare un punto di
incontro sui contenuti e le metodologie da usare per la redazione del Bilancio sociale.
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Esistono numerose definizioni in letteratura di questo documento e numerosi sono gli autori che si sono interessati a
questo argomento, si veda tra gli altri,. A. Vaccari, op. cit., pag. 8; G. Rusconi e M. Dorigatti (a cura di), Teoria
generale delb ilancio sociale e applicazioni pratiche, FrancoAngeli, Milano, 2004; A. Chiesi, A. Martinelli e M.
Pellegatta, Il bilancio sociale. Stakeholders e responsabilità sociale d’impresa, Il Sole24ore, Milano, 2000; L. Hinna (a
cura di), il bilancio sociale. Scenari, settori e valenze; modelli di rendicontazione sociale, gestione responsabile e
sviluppo sostenibile; esperienze europee e casi italiani, Il Sole24ore, Milano, 2002 e Marziantonio R., Tagliente F., Il
bilancio sociale dell’impresa responsabile.Scelte economiche nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente, Maggioli, 2003.
La Responsabilità Sociale d’Impresa in Italia: standard ed esperienze di bilancio sociale a confronto
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Ancora oggi in Italia non esiste una normativa di riferimento. L’unico tentativo risale al 1981
con il disegno di legge n. 1571 che riguardava però semplicemente la sfera dei lavoratori. L’atto
non ha avuto seguito e l’informativa sociale è rimasta espressione volontaria dell’impresa.
1.2 IL BILANCIO SOCIALE E IL BILANCIO D’ESERCIZIO: DUE STRUMENTI INFORMATIVI
A CONFRONTO
Il Bilancio sociale è un report che le aziende sempre di più affiancano al bilancio d’esercizio, al
fine di integrare il sistema informativo dell’azienda con informazioni sociali ed ambientali. (tav.1).
Tavola 1 - Dove si colloca il bilancio sociale
Adattamento da: L. Hinna (a cura di), Il bilancio sociale. Scenari, settori e valenze; modelli di rendicontazione sociale,
gestione responsabile e sviluppo sostenibile; esperienze europee e casi italiani, Il Sole24ore, Milano, 2002,pag 5.
Mentre lo scopo del bilancio d’esercizio è quello di rappresentare la situazione economica,
finanziaria e patrimoniale dell’impresa alla fine dell’esercizio.quello del Bilancio sociale è di
rendicontare a tutti gli stakeholder dell’impresa, i risultati dei suoi comportamenti e delle sue azioni
in tema sociale ed etico. Il Bilancio sociale, in sostanza, risponde alla domanda “cos’ha fatto
l’impresa per tutti i suoi interlocutori?”.
Entrambi i documenti sono consuntivi, ma mentre il primo contrappone costi e ricavi dal punto
di vista economico, il secondo mette in rapporto (attraverso valutazioni contabili o extracontabili,
indicatori e dati) la quantità e la qualità di relazione tra impresa e stakeholder, evidenziando i
vantaggi e il valore che essa ha prodotto per determinate categorie di interlocutori. In questo senso
in letteratura, è frequente leggere che con il Bilancio sociale si è passati dalla valutazione della “one
bottom line” all’analisi più globale della “triple bottom line”. Ciò sta a significare che, mentre nel
bilancio d’esercizio si trova rappresentata la sola dimensione economica, in quello sociale si è
passati ad uno studio tridimensionale dell’azienda indagata sotto il profilo economico, sociale e
ambientale (tav.2).
Capitolo 1 - Il Bilancio sociale: strumento di comunicazione della responsabilità sociale
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Tavola 2 – Evoluzione della valutazione
Alla base del Bilancio sociale c’è infatti la consapevolezza che la contabilità ordinaria non basta
per descrivere la complessa attività dell’impresa se nel bilancio ordinario l’impresa è un sistema che
va osservato per la sua unicità, per il Bilancio sociale è una serie coordinata di eventi sociali (tav.
3).
Tavola 3 – Il Bilancio sociale e il bilancio d’esercizio