sociali, poiché sta emergendo un nuovo concetto di sviluppo,
inteso non più solo come progresso economico,
industrializzazione e crescita dei redditi, ma come un
processo di espansione delle libertà reali di cui godono gli
esseri umani, secondo la teoria del premio Nobel
dell’Economia Amartya Sen.
1
Spesso le libertà sociali e
politiche vengono viste come un ostacolo alla sviluppo, si
porta ad esempio il caso della Cina, in cui una politica
repressiva sul piano dei diritti ha contribuito ad
un’accelerazione della crescita economica senza precedenti.
Sen ribalta questa teoria, sostenendo che le libertà sostanziali
sono parti costitutive dello sviluppo ed indicatori come il
reddito pro capite non mostrano in realtà l’effettivo livello di
benessere di un individuo. Le imprese, consapevoli di queste
nuove esigenze, hanno cominciato ad assumersi nuove
responsabilità autoregolamentando i propri comportamenti in
settori prima estranei alla logica d’impresa, per venire
incontro soprattutto ai consumatori che oggi condizionano le
loro scelte d’acquisto a considerazioni morali. I codici di
condotta volontari sono però ritenuti insufficienti per
proteggere i diritti umani, poiché mancano di legittimità
internazionale e le imprese non sono tenute a rispettarli. Le
1
SEN, AMARTYA, Etica ed economia, Roma-Bari, Laterza, 2002
5
istituzioni internazionali hanno accolto le richieste di nuove
regolamentazioni, creando diversi strumenti legati alla
responsabilità sociale d’impresa, che siano più efficaci nel far
rispettare determinati diritti che non possono essere
subordinati all’imperativo del profitto ad ogni costo.
Nel primo capitolo di questa tesi vedremo come si è
sviluppato il tema della responsabilità sociale d’impresa e
come appunto sia oggetto di iniziative da parte di istituzioni
internazionali, in particolare per disciplinare le attività delle
imprese nei Paesi esteri. Si discuterà di come rendere queste
iniziative vincolanti e della possibilità per le imprese di
diventare portatrici di obblighi diretti. Nel secondo capitolo ci
soffermeremo sul ruolo dell’Unione europea nel promuovere
la responsabilità sociale d’impresa, a partire dalla graduale
introduzione dei diritti sociali nell’acquis
2
comunitario, fino
alle più recenti iniziative per richiedere alle imprese
l’assunzione di specifiche responsabilità e per subordinare i
rapporti commerciali con i paesi terzi al rispetto dei diritti
fondamentali. Nel terzo capitolo discuteremo del ruolo dei
diritti umani nelle organizzazioni economiche internazionali,
in particolare della possibilità, a cui si oppongono i Paesi in
via di Sviluppo, di includere nell’Organizzazione
2
L’acquis comunitario è l'insieme dei diritti e degli obblighi giuridici e degli obiettivi
politici che accomunano e vincolano gli stati membri dell'Unione Europea
6
Internazionale del Commercio l’obbligo di rispettare i diritti
del lavoro internazionalmente riconosciuti.
Scopo della tesi è di offrire una panoramica sullo stato attuale
del rapporto tra le attività economiche e il rispetto dei diritti
umani, ipotizzando i probabili sviluppi futuri in materia, se si
continuerà a ritenere le imprese prive di una soggettività
internazionale o se dovranno rispondere in prima persona dei
loro eventuali comportamenti illeciti.
7
CAPITOLO I
IL RUOLO DELLE ORGANIZZAZIONI
INTERNAZIONALI NELLA RESPONSABILITÀ
SOCIALE D’IMPRESA
1.1 Le origini della responsabilità sociale d’impresa
L’attuale concetto di responsabilità sociale dell’impresa
(corporate social responsibility, CSR, secondo la definizione
inglese) si colloca in quel movimento d’idee nato negli anni
sessanta e settanta per sollecitare la responsabilizzazione
delle imprese riguardo alle conseguenze delle loro attività
nell’ambiente in cui operano e sui soggetti interessati, i
cosiddetti stakeholder. La filosofia della CSR è di generare
valore per tutti i propri stakeholder, contrapposta all’obiettivo
più limitato di generare profitto per i propri azionisti, così
come teorizzato da Milton Friedman: “La responsabilità
sociale dell’impresa è di incrementare il profitto”.
3
La
prospettiva d’azione della CSR è dunque trasversale e i
3
MILTON FRIEDMAN, New York Times, 13 settembre 1970. Secondo Friedman: "Poche
tendenze possono minacciare le fondamenta stesse della nostra libera società come
l’accettazione da parte dei responsabili d’impresa di una responsabilità sociale che sia
altro che fare tanti più soldi possibili per i loro azionisti”, Capitalism and Freedom,
Chicago, University of Chicago Press, 1962
8
lavoratori rappresentano solo uno dei gruppi di stakeholder
rispetto ai quali si può misurare il rispetto degli impegni
sociali. E’ opportuno chiarire che la CSR è sostanzialmente
diversa dalla più antica sponsorship d’impresa sia dalla più
recente corporate philantropy. Un’impresa può impegnarsi in
attività di sponsorizzazione o di filantropia e nonostante
questo non essere socialmente responsabile. Mentre la logica
della filantropia d’impresa è quella della concessione o della
compassione, la CSR poggia sul principio della pari dignità
di tutti i soggetti coinvolti nell’attività aziendale ai fini della
costruzione e realizzazione del progetto imprenditoriale.
4
Già dal diciannovesimo secolo non era insolito che le imprese
europee fossero dotate di propri programmi sociali. Tuttavia,
quando la crescente legislazione venne a proteggere i
lavoratori e a garantire il benessere della popolazione civile,
la CSR sembrò perdere la propria funzione ma, alla fine del
ventesimo secolo, è cominciata una nuova era di crescente
interesse per “le buone pratiche” aziendali. Per molti le
iniziative sempre più numerose in materia di responsabilità
sociale sono il segnale di una debolezza dello Stato, che non
è più in grado di assicurare i diritti sociali fondamentali ai
propri cittadini, a causa dei costi sempre maggiori, degli
4
ZAMAGNI, STEFANO, “L’impresa “socialmente responsabile” nell’epoca della
globalizzazione”, ASPHInforma, n. 26, 2005, pp. 12-14
9
sprechi e delle inefficienze. La responsabilità sociale,
secondo questa teoria, fa in modo che l’impresa diventi un
ente intermedio in una prospettiva di sussidiarietà con lo
Stato. Viene ad instaurarsi una sorta di “contratto sociale” fra
l’impresa e la società, l’azienda è responsabile degli effetti
dei propri comportamenti sui soggetti interessati e inoltre ha
il dovere di contribuire più in generale al miglioramento della
qualità di vita dell’ambiente in cui opera.
5
Le responsabilità
che prima erano a carico del welfare state tendono a
transitare nel settore privato
6
e questo, secondo i critici, può
condurre ad un abbassamento delle tutele a svantaggio degli
stakeholder, specie se le decisioni nell’ambito della CSR non
sono il frutto di un procedimento decisionale allargato a tutti i
portatori d’interesse, ma sono prese in modo unilaterale
dall’impresa.
7
Un altro motivo dello sviluppo della CSR si può rintracciare
nell’indebolimento degli Stati nazionali nel regolamentare le
attività di commercio. Le società commerciali possono ormai
operare in uno spazio senza confini; la corporation mobility,
5
CERANA, NICOLETTA, Comunicare la responsabilità sociale, Milano, Francoangeli,
2004, pp. 30-31
6
Si sta passando dal welfare state, in cui è lo Stato a fornire servizi di primaria necessità,
alla welfare society in cui è la stessa società civile a provvedere ai propri bisogni.
5
PERUZZI, MARCO, “Il ruolo degli enti territoriali nella promozione della responsabilità
sociale delle imprese”, Lavoro e diritto, n. 1, 2006, p. 188
10
la libertà di scegliere dove svolgere le loro attività, offre alle
imprese uno strumento per indurre i governi a creare le
condizioni più favorevoli per gli investitori, attraverso
politiche di deregulation. Proprio questa carenza di
regolamentazione porterebbe le imprese ad autoimporsi dei
codici di condotta, che diventano una sorta di “carta
costituzionale dell’impresa”, per combattere la sfiducia degli
stakeholder.
8
Questo dimostra come l’etica e l’economia
siano sempre più legate, nonostante gli sforzi degli
economisti per affermare la neutralità etica della moneta in
virtù della sua pura funzionalità. Adam Smith, ad esempio,
cercò di scollegare il business dalla morale, separando
arbitrariamente una sfera privata, terreno della vita morale,
dalla sfera economica, esonerando quest’ultima dal sospetto
d’immoralità mostrando che il perseguimento dell’interesse
personale
9
genera il bene comune attraverso “la mano
invisibile”.
10
Una delle prime iniziative in materia di CSR è stato il
programma di responsabilità dell’industria chimica. Negli
anni ottanta questo settore è stato bersagliato da numerose
8
SACCONI, LORENZO, Organizzazione, etica, economia, Roma, Laterza, 1997, p. 19
9
Usando le parole di Smith “la qualità dei prodotti non dipende dalla generosità del
macellaio, del panettiere o del birraio. Ciascuno di essi persegue il proprio interesse.”
10
La mano invisibile è una metafora dei meccanismi economici che regolano l'economia
di mercato in modo tale da garantire che il comportamento dei singoli, teso alla ricerca
della massima soddisfazione individuale, conduca al benessere della società.
11
critiche provenienti da gruppi ambientalisti e la sua immagine
è stata danneggiata a causa di varie catastrofi come a Bhopal
nel 1984.
11
Questo fenomeno ha ostacolato in vario modo
l’industria chimica: i governi erano riluttanti a concedere
permessi per nuove strutture, coloro che abitavano nelle
vicinanze protestavano, e molti lavoratori ad elevata
specializzazione preferivano lavorare in altri settori. Furono
dunque le industrie chimiche a lanciare un programma di
responsabilità, ponendo l’accento sulla gestione d’attività
volte a garantire buone prestazioni rispetto all’ambiente, alla
sicurezza e alla salute.
A seguito della crescente mondializzazione dell’economia i
lavoratori perdono via via diritti, per la necessità di ridurre i
costi di produzione per essere più competitivi.
L’affermazione della responsabilità sociale fa in modo che la
condotta dell’impresa sia sottoposta al giudizio della società
civile (composta da consumatori, ONG, sindacati, gruppi di
pressione, ecc.). L’applicazione volontaria di norme sociali,
oltre a quelle giuridicamente vincolanti, aumenterebbe la
11
Il disastro di Bhopal del 1984, il più grave incidente chimico-industriale della storia, fu
causato dal rilascio accidentale di 40 tonnellate di isocianato di metile (MIC), prodotto
dalla Union Carbide, azienda multinazionale americana produttrice di pesticidi localizzata
nel cuore della città di Bhopal, nello stato indiano del Madhya Pradesh. Il rilascio di
isocianato di metile, iniziato poco dopo la mezzanotte del 2 dicembre 1984, uccise più di
3.000 persone, avvelenandone da 150.000 a 600.000. almeno 15.000 morirono come
conseguenza dell'intossicazione.
12
competitività, perché si pensa che i consumatori e gli
investitori siano portati a scegliere i prodotti anche in base
all’eticità del processo di produzione. Inoltre un
miglioramento delle condizioni di lavoro e nei rapporti tra
dirigenza e personale inciderebbe positivamente sulla
produttività.
12
E’ frequente il richiamo a un’idea utilitaristica
della responsabilità sociale, quale elemento che determina un
maggior valore dell’impresa rispetto alle altre che non si
preoccupano degli aspetti “etici”. Si deve rilevare però che
questo concetto di CSR basato principalmente su vantaggi
economici è oggetto di forti contestazioni soprattutto da parte
di ONG che operano a tutela dei diritti umani. Inoltre un
effetto vantaggioso per l’impresa si può realizzare solo
quando la domanda per comportamenti socialmente
responsabili sia, in concreto, elevata; mentre, quando non
sussistono richieste di tale tipo (ad esempio la contrattazione
collettiva è orientata solo alla massimizzazione del salario) è
difficile intravedere un vantaggio competitivo, anche sul
lungo periodo.
Il lavoro è, nelle definizioni correnti, “l’attività cosciente
diretta a conseguire un bene economico”, ossia un bene che
12
CANTONI, SILVIA, “La responsabilizzazione delle imprese private nell’attuazione dei
diritti fondamentali dell’uomo e del diritto internazionale in materia di lavoro”, Il diritto
dell’economia, 4/2005 pp. 677-714
13
soddisfi un bisogno e che sia disponibile in quantità limitate.
Per capire l’importanza del lavoro occorre considerare la
condizione di fatto della vita nella società contemporanea, in
cui ad esempio non è più possibile che l’abitante di una città
possa trarre direttamente i mezzi del suo sostentamento senza
la mediazione di una fitta rete di operatori. È sulla base di
questa condizione che si giustifica la titolarità di un diritto al
lavoro, che è quindi per l’individuo una necessità vitale da
cui trarre il mezzo monetario grazie al quale, nel regime di
un’economia di scambio, può provvedere al proprio
sostentamento e a quello della propria famiglia.
13
Il lavoro, la
sua qualità, la valorizzazione delle risorse umane sono gli
elementi costitutivi di cui si occupano le imprese socialmente
responsabili.
1.2 La base giuridica della responsabilità sociale d’impresa
La CSR ha una connotazione rigorosamente volontaristica ed
extra-legale: etica appunto. Anche secondo la definizione
elaborata dalla Commissione Europea, la responsabilità
sociale indica l’integrazione volontaria da parte dell’impresa
13
VERGNANO, IGINO, I diritti umani ONU, UNESCO, OIL, OMS: raccolta di documenti
delle organizzazioni internazionali, Torino, Edizioni Gruppo Abele, 1998
14
di preoccupazioni sociali ed ecologiche nelle sue operazioni
commerciali e nei rapporti con tutti i soggetti che
interagiscono con essa.
14
Il ruolo del diritto sembrerebbe
allora confinato alla costruzione di un ambiente normativo
favorevole allo sviluppo della CSR. In questo senso si può
parlare di CSR come adempimento di doveri morali che
travalicano il comando legale. Però i sistemi per accertare se
la responsabilità sociale dell’impresa sia effettiva o solo una
facciata per accrescere la propria quota di mercato sono
ancora deboli. Questo è il punto centrale del dibattito sulla
responsabilità: accettare e rispettare le regole di
responsabilità sociale comunemente definite dai soggetti
interessati (governi e organismi internazionali, imprese,
organizzazioni sindacali...) può essere delegato alla semplice
volontà delle imprese o deve invece avvenire sulla base di
normative vincolanti che permettano verifiche certe e
prevedano sanzioni?
“Il mondo degli affari non ha alcuna legittimazione politica
per definire unilateralmente le proprie responsabilità nei
confronti della società” secondo la risoluzione del 18°
Congresso mondiale dell'IFCTU,
15
la confederazione
14
COMMISSIONE EUROPEA, Libro Verde, Promuovere un quadro europeo per la
responsabilità sociale delle imprese, COM(2001), p. 7
15
ICFTU è la Confederazione Internazionale dei Sindacati Liberi e rappresenta 155
milioni di lavoratori iscritti a 241 organizzazioni affiliate, operanti in 156 paesi
15