Abstract
Aim: the aim of my dissertation is trying to understand responsibilities, records and
competences that nurses have to obtain in order to work in different emergency
scope. To reach my aim, I carried out a research study that brought out the existence
of highly specialized teams composed by police, firefighters and sanitary employers
that intervene on chemical, biological, radioactive and nuclear emergency.
Supplies and methods: the aim of the dissertation have been reached through the
rescue of the supplies regarding the specific themes of the work. The scope has been
found through nursing site (such as Nurse24), critical scope books and through
interviews to 118 (the emergency unit) nurses and to a firefighter. Supplies of
Garessio and Clavesana associations have been analyzed.
Result: thanks to the data analysis has emerged that a nurse has to have determined
theoretical and practice skills in order to be able to work on emergency scope and has
to know which are his responsibilities. In order to work in highly specialized
emergency teams a nurse has to obtain the second level master of medicine of the
disaster.
Summation: the work is centered on how the nurse’s activity is played out in four
sanitary emergency areas on the Italian territory, focusing on its historical evolution
in Piemonte. In the four emergency areas the results show that nurses have
determinate task, records to follow but also autonomy and in some circumstances
they receive an operation mandate from the medical figure that is present on
telephonic connection steps in. Since the nurse’s task has developed over the history,
nurses can face the risk to run into civil and penal process. Nurses don’t intervene in
first line, even if part of the team, because all the professional profiles have their own
assignment in a precise moment of limit emergency.
5
Abstract
Obiettivi: gli obiettivi del mio elaborato di tesi si sono incentrati sul comprendere le
responsabilità, i protocolli e le competenze che l’Infermiere deve aver acquisito per
lavorare nei differenti ambiti emergenziali; concludendo con un’indagine di ricerca
che ha fatto emergere l’esistenza di squadre altamente specializzate composte da
Polizia, Forze dell’Ordine, Vigili del Fuoco e personale sanitario che intervengono
sulle emergenze di tipo chimico, biologico, radioattivo e nucleare.
Materiali e Metodi: gli obiettivi dell’elaborato sono stati raggiunti attraverso il
recupero del materiale inerente agli ambiti svolti. Il materiale è stato reperito
attraverso siti di carattere infermieristico (esempio Nurse24), libri di testo inerenti
all’ambito critico ed interviste effettuate a Infermieri del 118 e ad un membro dei
Vigili del Fuoco. Si è preso in analisi il materiale reperito dalle due Associazioni di
Garessio e Clavesana.
Risultati: è emerso dall’analisi dei dati che l’Infermiere per poter lavorare
nell’ambito dell’emergenza deve avere determinate competenze sia teoriche che
pratiche e deve avere ben presente quali sono le sue responsabilità. L’Infermiere per
poter lavorare nelle squadre altamente specializzate in emergenze limite deve
principalmente ottenere il master di II livello in medicina delle catastrofi.
Discussione: il lavoro si è centrato su come l’attività dell’Infermiere viene svolta
nelle quattro aree dell’emergenza sanitaria sul territorio Italiano osservando le
evoluzioni storiche nella regione Piemonte. Nelle quattro aree emergenziali è emerso
che l’Infermiere ha determinate responsabilità, protocolli da seguire e autonomie; in
alcune circostanze subentra una delega operativa da parte della figura medica che è
presente in collegamento telefonico. Dato che la responsabilità infermieristica è
aumentata, nel corso della storia, l’Infermiere corre il rischio di incorrere in
procedure civili e penali. Durante l‘indagine di ricerca sulle squadre altamente
specializzate è emerso che la figura dell’Infermiere non interviene in prima linea,
anche se parte della squadra, poiché ogni figura ha il proprio compito in un momento
preciso nell’emergenza limite.
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Premessa
Il mio elaborato di tesi nasce da un’attenta riflessione su ciò che sta avvenendo nel
mondo in questo ultimo periodo, in particolare la pandemia da Sars - CoV - 2
(OMS)
1
, ripercorrendo alcuni punti salienti della storia dell’emergenza: la nascita del
118 e l’evoluzione del Numero Unico di Emergenza (N.U.E) attivo in tutti gli Stati
dell’Unione Europea (UE) che serve a contattare i servizi di emergenza; come si
struttura l’emergenza sul territorio, il lavoro e la responsabilità dell’Infermiere in vari
ambiti emergenziali dell’area critica; fino a porre l’attenzione sugli importanti eventi
che stiamo affrontando.
Cercherò di comprendere se in Italia, come all’estero, esistano delle squadre di
soccorso altamente specializzate composte da più figure, tra cui l’Infermiere.
Tali squadre intervengono e agiscono in prima linea, prendendo in carico la persona
assistita nel minor tempo possibile e prestandogli le cure più adeguate anche in
situazioni limite, come ad esempio: intossicazioni, inquinamenti e radioattività
valutando loro stessi la sicurezza della scena ed intervenendo sul paziente.
Andrò ad analizzare 4 ambiti che fanno parte dell’emergenza sul territorio:
l’emergenza occasionale
l’emergenza sui mezzi del 118: le ambulanze estemporanee con personale
volontario, ambulanze H24: Tango (Medico, Infermiere e soccorritori) ed
India (Infermiere e soccorritori) ed elisoccorso
Maxiemergenza
eventi maggiori come emergenze naturali o situazioni di conflitti mondiali, in
questo caso integrandosi con la Croce Rossa Italiana (CRI).
L’Infermiere deve avere ben chiare le differenti situazioni che si possono presentare,
compresi i propri compiti, i propri doveri e le proprie competenze per evitare gli
errori e incorrere in possibili denunce, oltre a poter gestire al meglio qualsiasi evento,
a seguito di un adeguato addestramento e formazione.
1 Organizzazione Mondiale della Sanità 2020
7
La competenza viene definita come l’adeguatezza funzionale e la capacità di
integrare conoscenze e professionalità, con atteggiamenti e valori specifici dei
contesti clinici e di cura dove vengono prese decisioni, dunque la preparazione in
ambito clinico è un fattore essenziale per assicurare un'assistenza sanitaria qualificata
e sicura.
La competenza è il valore aggiunto del professionista che viene messa in atto in un
determinato contesto per raggiungere un determinato scopo (Ipasvi, 2007)
2
.
Questo è ancora più pregnante in quelle aree di cura, come l’emergenza e l’urgenza,
dove le decisioni devono essere prese in tempi brevi ma devono essere efficaci ed
efficienti.
Per questo motivo la valutazione delle competenze assume una funzione centrale
soprattutto nell’area critica dove si richiedono capacità, conoscenze e competenze
specifiche, legate appunto alle situazioni di criticità differenti in cui versa la persona
assistita; ciò determina una diversa peculiarità e specificità nella modalità pratica in
cui vengono erogate le prestazioni superando l’ottica della competenza generalista
(Colagrossi et al., 2012)
3
.
L’Infermiere dopo l’apprendimento teorico e pratico deve affrontare un processo di
cambiamento nel modo di pensare, sentire, agire, che modifica l’organizzazione di
conoscenze ed esperienze con l’obbiettivo di avere un’alta professionalità e capacità
di reazione sul campo.
L’apprendimento infermieristico è un fenomeno pedagogico e intellettuale che si
sviluppa con la formazione base, i master di primo e secondo livello, laurea
magistrale e dottorato di ricerca, infatti la figura centrale è il professionista che
sviluppa nuove competenze.
2 Ipasvi 2007
3 Colagrossi 2012, 8
8
«Il professionista della salute non ne è l’unico protagonista ma un attore fra tanti
altri e la sua azione si intreccia, a volte scontrandosi, con l’azione della famiglia,
della scuola, della comunità locale, dei mezzi di comunicazione.
Oggi a tali operatori non basta possedere valide competenze tecnico - scientifiche
ma, per poter gestire multidisciplinari che tengano conto della centralità della
persona assistita, occorre loro la padronanza nel linguaggio che permette una
comunicazione efficace e la conoscenza di modelli di progettazione dell’attività e di
valutazione finalizzati al miglioramento continuo della qualità dell'assistenza
orientata ad un reale guadagno di salute del cittadino: far coincidere i modelli di
salute del cittadino con il bisogno del singolo professionista di sentirsi sempre
adeguato e preparato ad affrontarli». (Ipasvi 2007)
4
4 Ipasvi 2007, 40
9
I. Capitolo: L’Emergenza
I tragici eventi che dal 1959 (alluvione del Vajont) passando per i terremoti del Friuli
(1976), Belice (1978) ed Irpinia (1980) fino al disastro del Seveso (1976) hanno
portato la politica a considerare la necessità di avere un sistema per affrontare le
emergenze sul territorio nazionale; si inizia quindi a organizzare un corpo di
volontari pronti ad affrontare le varie emergenze.
Il ministro Giuseppe Zamberletti
5
riesce a organizzare questi volontari nella
Protezione Civile, che prima non esisteva, facendo promulgare la legge del 24
febbraio 1992 n°225
6
.
L’emergenza sanitaria sul territorio nasce in seguito al DPR del 27 marzo del 1992
trasformandosi da semplice invio dell’ambulanza sul luogo dell’evento e successivo
trasporto della persona assistita al Pronto Soccorso più vicino, a un vero e proprio
“sistema di soccorso” con l’invio del mezzo meglio attrezzato per la valutazione
della sicurezza ambientale e la stabilizzazione del paziente sul luogo dell’evento
prima di essere trasferito all’ospedale più idoneo.
Dalla nascita dell’emergenza sanitaria a oggi, la fase dell’intervento extraospedaliero
registra una progressiva implementazione organizzativa fino a giungere all’attuale
impianto strutturale del sistema, costituito dalle 76 Centrali Operative con il numero
112 che a oggi è attivo sulla maggior parte del nostro territorio diversificato per
regioni.
5 Giuseppe Zamberletti nasce a Varese il 17 dicembre del 1933 e muore a Varese il 26
gennaio del 2019. è stato un politico italiani, considerato il padre fondatore della
moderna Protezione Civile italiana. A lui si devono la nascita del Dipartimento
Protezione civile della Presidenza del Consiglio, l’introduzione del concetto di
previsione e prevenzione distinto delle attività di soccorso, l’organizzazione del servizio
nazionale in tutte le sue componenti, la valorizzazione degli enti locali e del volontariato
ed anche l’avvio della riforma del settore che culminerà con l’approvazione della legge
24 febbraio 1992, n°225
6 Istituzione del Servizio nazionale della Protezione Civile
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