A mio nonno Totò
La Repubblica Sovietica Bavarese: la rivoluzione mancata
INDICE
Introduzione…………………………………………………………….…………..p. 1
1. Capitolo Primo: Lo Stato Libero di Baviera
1.1 Gli effetti della Prima Guerra Mondiale sulla popolazione bavarese………..p. 5
1.2 L’abdicazione della famiglia reale bavarese e rivoluzione…………………..p. 9
1.3 Kurt Eisner: dalla rivoluzione di novembre al suo omicidio………………….p. 11
1.4 Instabilità in Baviera e governo Hoffman…………………………………....p. 15
2. Capitolo Secondo: La Pseudo-Repubblica Sovietica Bavarese
2.1 La fuga del governo Hoffmann da Monaco a Bamberg……………………..p. 18
2.2 La ScheinRäterepublik…………………………………………………….…p. 21
2.3 Colpo di Stato della domenica delle Palme……………………………….…p. 24
2.4 La rivoluzione Comunista…………………………………………………...p. 26
3. Capitolo Terzo: La Repubblica Sovietica Bavarese di Leviné
3.1 La ricerca di alleati………………………………………………………...p. 29
3.2 La gestione del fronte interno……………………………………………...p. 32
3.3 La formazione dell’Armata Rossa Bavarese e scontri armati con le
forze repubblicane…………………………………………………...........p. 34
3.4 Testimonianze dirette …………………………………………………..…p. 37
4. Capitolo Quarto: Repressione della rivoluzione e ritorno alla normalità
4.1 Il manifesto di Hoffmann ed appoggio del governo di Berlino………......p. 41
4.2 I Freikorps e il loro ruolo nella repressione della Räterepublik……….....p. 43
4.3 La strage del Ginnasio leopoldino e conseguenze……………………..…p.45
4.4 La conquista di Monaco……………………………………………….…p. 47
4.5 Ondata di violenza e uccisione dei capi politici rivoluzionari……….…..p. 49
5. Capitolo Quinto: Eredità e strascichi della Räterepublik
5.1 Impatto sui bavaresi e la politica bavarese……………………………....p. 52
5.2 Impatto sulla politica della repubblica di Weimar………………………p. 55
5.3 Hitler e la Räterepublik………………………………………………….p. 56
Conclusioni……………………………………………………………………..p. 60
Fonti e Bibliografia…………………………………………………………….p. 63
Lista delle abbreviazioni:
BVP Bayerische Volkspartei Partito del Popolo Bavarese
CCP Consiglio Centrale Provvisorio (in tedesco Zentralrät)
KPD Kommunistische Partei Deutschlands Partito Comunista Tedesco
RAR Revolutionärer Arbeiterrat Consiglio Rivoluzionario dei Lavoratori
SPD Sozialdemokratische Partei Deutschlands Partito Socialdemocratico
USPD Unabhängige Sozialdemokratische Partei Deutschlands Partito
Socialdemocratico Indipendente
1
La Repubblica Sovietica Bavarese: la rivoluzione mancata
Introduzione
La presente tesi ha per oggetto di studio e analisi la Repubblica consiliare (o
sovietica) bavarese, altresì nota come Bayerische Räterepublik, lo stato socialista non
riconosciuto e di breve durata fondato nell’aprile 1919 dopo la scomparsa dello Stato
popolare bavarese di Kurt Eisner, rovesciato meno di un mese dopo da elementi
dell’esercito tedesco e dai paramilitari Freikorps, il cui crollo aiutò il partito nazista nella
sua successiva ascesa al potere.
La Repubblica consiliare bavarese, nonostante la sua breve durata, merita
senz’altro uno studio approfondito soprattutto per l’influenza decisiva che ha avuto
sull’evoluzione del clima politico monacense. A seguito del governo del terrore imposto
dai comunisti della Räterepublik la popolazione si gettò infatti nelle braccia dell’estrema
destra, quest’ultima in seguito alla repressione contava tra i suoi sostenitori i potenti
vertici militari, che si erano posti alla guida di movimenti paramilitari fedeli solo ai propri
capi, adducendo come giustificazione che ciò era necessario per potere ripulire
definitivamente la Baviera dei radicali di sinistra. Questa combinazione di fattori rese
Monaco, e quindi la Baviera, un laboratorio dell’estremismo di destra, dando al nascente
nazismo un ambiente consono e favorevole per il suo sviluppo, e pose le basi per la
successiva fine della Repubblica di Weimar. Il fallimento dell’esperimento della
Räterepublik ha influito anche sull’evoluzione del pensiero comunista: insieme al
fallimento della rivoluzione ungherese, la cruenta fine della Räterepublik fu un
campanello di allarme per i comunisti, specialmente quelli tedeschi che capirono che la
rivoluzione in Germania non aveva speranze fintanto che si fossero limitati ad applicare
acriticamente quelle stesse azioni che avevano portato alla vittoria della rivoluzione
bolscevica in Russia.
2
La maggioranza degli studi sia in lingua inglese che italiana del tema tende a
considerare questi eventi en passant, soprattutto nell’ambito della storiografia nazista e
per estensione della Baviera. Tuttavia, sono state scritte opere che riguardano
esclusivamente questa vicenda come per esempio i lavori monografici di Alan Mitchell
(Revolution in Bavaria, 1918-1919: The Eisner regime and the Soviet Republic) e di M.H.
Geyer (Munich in turmoil: social protest and the revolutionary movement 1918–1921,
saggio contenuto nel volume Challenges of Labour. Central and Western Europe 1917-
1920 curato da C. Wrigley). Sono risultate molto preziose anche le testimonianze annotate
da Paul Werner (La repubblica bavarese dei consigli) e da Victor Klemperer (Munich
1919: Diary of a Revolution), così come sono di particolare rilievo le osservazioni fatte
dal nunzio apostolico a Monaco di Baviera, Eugenio Pacelli, a proposito dello svolgersi
degli eventi, e pubblicate nell’opera Germania e Santa Sede: Le Nunziature di Pacelli tra
la Grande Guerra e la Repubblica di Weimar, di Emma Fattorini. L’argomento viene
altresì affrontato in maniera tangente nelle biografie di alcuni importanti personaggi come
in quella Ernst Toller redatta da Robert Ellis (Ernst Toller and German Society) e quella
di Adolf Hitler curata da Ian Kershaw (Hitler 1889-1936: Hubris). Infine, il tema della
Bayerische Räterepublik viene menzionato, ma non approfondito, in vari libri che trattano
della Repubblica di Weimar, e delle sue difficoltà nel primo dopoguerra tra i quali quelli
di P. Broue e J. Archer, (German Revolution, 1917-1923), R. Gerwath (La rabbia dei
vinti: la Guerra dopo la Guerra 1917-1923) e H.A. Winkler (La repubblica di Weimar.
1918-1933: storia della prima democrazia tedesca).
Si è pertanto ritenuto opportuno procedere nell’indagine analizzando, nel primo
capitolo, la Baviera pre-rivoluzionaria: innanzitutto per delineare quali e di che peso
fossero i cambiamenti introdotti dallo scoppio della prima guerra mondiale, e anche per
comprendere come uno Stato conservatore e cattolico abbia costituito, seppur per un
breve periodo, l’avanguardia del movimento comunista. Quindi, viene esaminata anche
la rivoluzione democratica di Kurt Eisner, senza la quale non si sarebbero verificate le
Räterepublik e le conseguenze che l’assassinio di questi ha avuto sulla politica bavarese.
Nel secondo capitolo, si studia il governo di Johannes Hoffmann succeduto a
quello di Kurt Eisner, e le difficoltà affrontate da tale governo democratico in una Baviera
sempre più radicale. Si è illustrato come l’aumento delle tensioni e la mancanza di un
supporto diffuso al governo furono tali che la situazione politica degenerò nella
3
proclamazione della ScheinRäterepublik, guidata da Ernst Toller. Si sono analizzate
quindi il primo governo consiliare e le difficoltà che esso dovette affrontare, nonché i
putsch che hanno contrassegnato la breve vita della prima Räterepublik, soprattutto quello
antirivoluzionario della domenica delle Palme, per concludere con la descrizione della
rivoluzione comunista avvenuta lo stesso giorno, descrizione in cui si terrà contro in
particolare delle ragioni e delle modalità in cui si è sviluppata.
Nel terzo capitolo si è descritta la Räterepublik comunista: in particolare, la sua
affannosa ricerca di alleati sia nazionali che internazionali e la sua amministrazione della
popolazione di Monaco, sempre più intimorita e preoccupata dal degenerare degli eventi.
Si è dato conto dell’Armata Rossa Bavarese, e del suo controverso creatore e fondatore,
chiamata ad assolvere il gravoso compito della difesa dei confini del governo
rivoluzionario. Il capitolo si conclude con le considerazioni di alcuni testimoni presenti a
Monaco in quei giorni, che coglievano e osservavano parti differenti di questa rivoluzione
a seconda della loro ideologia politica.
Successivamente nel quarto capitolo si affronta l’argomento della repressione
della Räterepublik, fin dal cambio di strategia del governo Hoffmann che chiese l’aiuto
del governo di Berlino e iniziò a promuovere la formazione di milizie nel territorio
bavarese. Si continua con una disamina dei Freikorps e, in particolare, sul loro ruolo nel
quadro della repressione della Räterepublik. Parallelamente si dà conto della strage del
Ginnasio Leopoldo e del contesto di anarchia a Monaco che aveva reso possibile tale
evento. Si sottolinea anche come questa strage se, da un lato, provocò una esacerbazione
degli animi dei Freikorps, che entrarono un giorno prima del previsto a Monaco, con la
motivazione di impedire ulteriori inutili spargimenti di sangue, dall’altro, tuttavia, proprio
in esito alla conquista di Monaco provocò un’ondata di violenza che segnò
profondamente la città, mietendo tra le sue vittime molti dei capi politici della
Räterepublik.
Infine, nel quinto capitolo si sviscerano le “eredità” della Räterepublik,
particolarmente evidenti e dirette, se si considera esclusivamente il territorio e la politica
bavarese, ma altresì importanti anche riguardo alla Repubblica di Weimar, alla quale
l’esperienza della Repubblica consiliare bavarese consegnò un territorio ormai
trasformatosi in un laboratorio dell’estrema destra. La tesi si conclude con l’analisi del
rapporto tra Adolf Hitler e gli strascichi della Räterepublik (governo che sembra, secondo
4
alcuni autori, egli avesse inizialmente appoggiato), soprattutto, in considerazione del
rapporto fra la Repubblica consiliare bavarese e il suo ingresso in un partito di estrema
destra, di cui ben presto prese il controllo poiché lo trasformò nel giro di un anno nel
Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei (NSDAP. Lett.: Partito Nazionalsocialista
tedesco dei lavoratori), noto come Partito Nazista.
5
La Repubblica Sovietica Bavarese: la rivoluzione mancata
Capitolo Primo
Lo Stato Libero di Baviera
1.1 Gli effetti della Prima Guerra Mondiale sulla popolazione bavarese
I movimenti rivoluzionari susseguitisi in Baviera nell’arco di sei mesi, tra il 1918
e il 1919, affondano le loro radici nei traumi connessi alla prima guerra mondiale, patiti
sia dalla società civile che dalla classe politica. Prima del Conflitto, la popolazione
bavarese era prevalentemente contadina e cattolica, con forti tendenze conservatrici. In
effetti, gli ultimi rilevanti moti politici risalivano al 1848.
1
Il governo regionale bavarese
faceva capo, non già al governo centrale di Berlino, bensì alla monarchia bavarese dei
Wittelsbach e al Landtag (Parlamento) regionale. In tale Assemblea, il partito
maggioritario allo scoppio della guerra era il Partito del Centro Tedesco (in tedesco
Deutsche Zentrumspartei, noto anche semplicemente come Zentrum, Centro) di
impostazione conservatrice, a cui si contrapponevano il Partito Liberale e quello
Socialdemocratico (Sozialdemokratische Partei Deutschlands-SPD).
All’inizio della guerra la Baviera godeva di ampie autonomie nel quadro
dell’impero tedesco: autodeterminava la propria politica economica ad esempio
attraverso l’imposizione di tasse sugli alcolici; manteneva una propria casata reale
dinasticamente slegata a quella imperiale; l’esercito bavarese rispondeva esclusivamente
al governo regionale. Queste autonomie erano frutto, da un lato, della modalità con cui
avvenne l’unificazione della Germania del sud al resto dell’impero tedesco, verificatasi a
seguito di negoziati condotti tra l’oligarchia ministeriale bavarese e i rappresentanti
1
A. Mitchell, 1965, Revolution in Bavaria, 1918-1919: The Eisner Regime and the Soviet Republic,
Princeton University Press, p. 9.
6
prussiani
2
, dall’altro, dalle diverse matrici culturali rispetto alla Germania del nord, in
particolar modo avuto riguardo alla Prussia protestante e industrializzata, promotrice
dell’unità nazionale, vista viceversa con molto sospetto dalla cattolica e contadina
Baviera.
Allo scoppio della guerra il controllo dell’esercito bavarese passò al governo
centrale, per ovvie ragioni di coordinamento tra le varie armate dell’esercito tedesco.
Questa perdita non fu accettata di buon grado dai bavaresi, tanto dalla classe politica,
quanto dal popolo. Si iniziarono infatti a manifestare malumori, anche per la perdita del
controllo della politica economica, a seguito del fallimento politico ed economico del
Kriegsgetreidegesellschaft (ente istituito dal governo regionale bavarese col fine di
conservare quanto più grano possibile da destinare allo sforzo bellico bavarese) sostituito
nel 1915 dal Reichsgetreidestelle (ente creato dal governo nazionale tedesco con
l’obiettivo di fissare le singole quote di produzione agricola di ogni regione tedesca). Di
pari passo, a livello nazionale, si costituì il Zentrale Planwirtschaft con lo scopo di
organizzare a livello accentrato anche la produzione industriale
3
.
Nonostante gli iniziali successi avessero creato un clima di entusiasmo, a favore
del conflitto, a partire dal 1916 si iniziò a diffondere un sentimento di sconforto e di
confusione per il mancato raggiungimento della pace. Tale contesto contribuiva ad
alimentare le tensioni tra gli agricoltori e il governo centrale, già inasprite
dall’introduzione del sistema di quote di produzione e di calmierazione dei prezzi dei
prodotti agricoli, sistema che spingeva i contadini a trattenere i loro prodotti per poi
venderli sul mercato nero o usarli per la propria sussistenza
4
. Le quote causarono accesi
contrasti anche tra i membri del Landtag: uno di questi, Sebastian Schlittenbauer,
esponente del Zentrum, accusò il governo centrale di discriminazione contro l’agricoltura
bavarese
5
. Sempre a partire dal 1916, i principali leader delle associazioni contadine
avvertirono il governo del crescente risentimento contadini verso le autorità politiche
dichiarando «Giorno dopo giorno il comportamento della popolazione rurale sta
divenendo sempre più sfavorevole [e] in parte amareggiato […]. Il peggio che potesse
accadere si è verificato. La popolazione rurale sta dicendo che i funzionari burocratici
2
L’unione tra il regno di Baviera e quello della Germania del Nord avvenne a seguito di negoziati condotti
tra l’oligarchia ministeriale bavarese e i rappresentanti prussiani: Ivi. pp. 9-10.
3
Ivi, p. 22.
4
B. Ziemann, War Experiences in Rural Germany,1914-1923, Bloomsbury Publishing Plc, 2006, p. 176
5
Ibidem, p. 180.
7
hanno mentito [con il risultato che] la fiducia è stata minata, la credibilità dei funzionari
scossa»
6
. Lo scontento portò all’avvicinamento da parte di alcuni esponenti delle
associazioni contadine, come per esempio i fratelli Ludwig e Karl Gandorfer, leaders
radicali della Lega Contadina Bavarese che si contrapponeva all’Associazione contadina
di Georg Heim
7
, a ideali di sinistra sempre più radicaleggianti fino al punto che essi,
scoppiata la rivoluzione, non persero tempo nella creazione di consigli che coordinassero
l’attività contadina, che secondo alcune fonti arrivarono a rappresentare il 90% delle
comunità agricole
8
.
L’industrializzazione bavarese iniziò diffondersi durante la prima guerra
mondiale grazie agli investimenti per l’industria bellica previsti dal governo nazionale: in
particolare, foriera di questi cambiamenti, fu l’installazione di un impianto delle
acciaierie Krupp presso Monaco. Di pari passo aumentò il proletariato industriale e, in
parallelo, accrebbe la coscienza di classe tra gli operai e la radicalizzazione politica.
Infatti, nel 1917 alcuni membri dissidenti del partito Socialdemocratico diedero vita al
Partito Socialdemocratico Indipendente (Unabhängige Sozialdemokratische Partei
Deutschlands-USPD), con aspirazioni molto più radicali rispetto al partito originario. I
socialdemocratici maggioritari, come venivano chiamati i membri del Partito
Socialdemocratico a seguito della scissione, cercando di controllare la spinta riformista
degli Indipendenti, riaprirono la discussione istituzionale dopo gli anni di solidarietà
bellica, e nel 1917 la “mozione Auer-Süssheim” venne presentata nel Landtag. Questa
mozione minacciava di fare piazza pulita dei tradizionali alleati dello Zentrum allo stesso
tempo soddisfacendo alcune delle richieste socialiste. Tra le principali proposte contenute
nella mozione c’era la trasformazione del Landtag da bicamerale a unicamerale attraverso
l’eliminazione della Camera Alta, tradizionalmente più vicina agli ideali conservatori del
partito di maggioranza in quanto composta da membri della aristocrazia nominati dal re;
l’abrogazione del diritto reale di apporre il veto alle leggi; la cancellazione di alcuni dei
privilegi tradizionale, quali l’esenzione dalle tasse per la nobiltà e il clero, e, infine, la
separazione definitiva tra Stato e Chiesa
9
. Questa mozione non passò per l’opposizione
del Zentrum, e venne definitivamente accantonata nei primi mesi del 1918, mentre Kurt
6
A. Mitchell, Revolution in Bavaria, cit, p. 24.
7
B. Ziemann, War Experiences in Rural Germany, cit., p. 181.
8
W.A. Pelz, A people’s history of the German revolution, Pluto press, 2016 p. 71.
9
A. Mitchell, Revolution in Bavaria, cit., p. 28.
8
Eisner, esponente dell’ala più radicale dell’USPD bavarese, convocò uno sciopero per la
pace che attirò (anche) le critiche della sinistra ultraradicale che lo accusava di ostacolare
lo sviluppo e la partecipazione dei movimenti più radicali. A riguardo di ciò Erich Mühsam
scrisse: «Quando iniziarono gli scioperi di gennaio, in cui Eisner ebbe un ruolo di primo
piano a Monaco sperando che incitassero [la popolazione al]la rivoluzione, il suo primo
ordine era di proibirmi di parlare. “Fronte Contro la Sinistra” divenne il leitmotiv di una
presunta rivoluzione proletaria.»
10
. Sebbene lo sciopero non riscosse molto successo a
livello di partecipazione, ed Eisner, fino all’ottobre dello stesso anno, fu addirittura
recluso per insubordinazione allo Stadelheim (la prigione di Monaco), questo sciopero fu
sintomatico dei disagi interni serpeggianti nella popolazione
11
.
Durante la Guerra si iniziarono a diffondere anche pesanti malumori tra i membri
dell’esercito soprattutto tra i contadini chiamati alla leva, che iniziarono a ritenere che
con l’arrivo della rivoluzione ci sarebbero state finalmente pace e il ritorno dei soldati
12
.
Nel 1916, anno che a buon ragione può essere considerato uno spartiacque, i prussiani
iniziarono ad essere accusati di arricchirsi alle spese dei soldati bavaresi, e che fosse
questo il motivo occulto dietro il rifiuto del governo centrale di avviare trattative di pace.
Questo sentimento anti-prussiano e il regime di severa disciplina cui erano costretti i
soldati portarono gran parte di questi ultimi ad avvicinarsi a ideali di sinistra e
rivoluzionari, nonostante i propri valori personali: «Mi rattrista profondamente il fatto
che molti deputati siano ancora contrari alla pace, anche quelli del partito di centro.
Chiunque voglia che questa guerra continui appartiene al fronte. Il deputato Erzberger
[ndr: Matthias Erzberger era un deputato del Zentrum nel Bundestag che raccoglieva le
simpatie dei soldati. Venne accusato in seguito dai rivoluzionari di essere uno dei
principali fautori della guerra e del suo prolungamento
13
] ha tutti i soldati dalla sua parte,
gli siamo molto grati. Se non fosse per la Chiesa, anch'io sarei a favore della
rivoluzione»
14
.
In buona sostanza, l’entrata in guerra provocò una serie di cambiamenti radicali
in Baviera i cui effetti principiarono a dispiegarsi a partire dal 1916: iniziò a mutare
10
E. Mühsam, From Eisner to Leviné, Berlino, 1929, cit. in G. Kuhn, “All Power to the Councils!” A
Documentary History of the German Revolution of 1918-1919, PM Press, 2012, p. 205.
11
A. Mitchell, Revolution in Bavaria, cit., p. 31.
12
B. Ziemann, War Experiences in Rural Germany 1914-1923, p. 183
13
A. Mitchell, Revolution in Bavaria, cit., pp. 143-144.
14
B. Ziemann, War Experiences in Rural Germany 1914-1923, cit., p. 150.
9
radicalmente l’economia che incominciò ad assumere contorni più industriali, si
alterarono i rapporti di forza tra le classi sociali che si avviarono a un conflitto, i tentativi
parlamentari di riforma istituzionale vennero frustrati e ignorati. Infine, gran parte delle
classi più vicine agli ideali conservatori si spostarono verso gli ideali della rivoluzione
sociale e politica, con un acuirsi dei sentimenti antiprussiani. Da segnalare inoltre che
anche alcuni esponenti di destra iniziano a promuovere movimenti a favore della pace,
quale ad esempio Anton Drexler che in questo momento fonda il Freie Arbeiterausschuss
fur einen guten Frieden (Lett.: Comitato dei liberi lavoratori per una buona pace). Tale Comitato,
in seguito alla rivoluzione di novembre si evolvette nel Politischer Arbeiterzirkel (Lett.: Circolo
politico dei lavoratori)
15
. Nonostante questa effervescenza, la maggioranza della
popolazione preferì rinviare il confronto alla conclusione del conflitto per evitare di
indebolire lo Stato in un momento di fragilità
16
. Questa situazione di calma apparente finì
bruscamente con l’armistizio che concluse la prima guerra mondiale, dando la stura ai
conflitti sopiti.
1.2 L’abdicazione della famiglia reale bavarese e la rivoluzione
La prima rivoluzione bavarese è stata causata da una serie di fattori diversi. Il
primo tra questi è senza dubbio la disaffezione del popolo, soprattutto nelle classi sociali
conservatrici, in primis i contadini, nei confronti della monarchia e dei valori tradizionali.
Un altro fattore è la mancata approvazione della “mozione Auer-Siissheim”, che contribuì
a radicalizzare i partiti estremisti come l’USPD e portò a diffidare delle riforme di
novembre promulgate dal Landtag dietro pressioni del re Ludwig III di Baviera che
recepivano parte delle richieste maggioritarie, indebolendo i principali punti di appoggio
del conservatorismo parlamentare tramite una nuova legge elettorale proporzionale,
l’abrogazione del potere reale di fare dimettere i ministri e la impossibilità per la Camera
Alta di porre il veto sulle proposte di legge della Camera Bassa
17
. In ultima analisi, un
ruolo fondamentale lo ricoprivano gli eventi bellici: il 27 ottobre 1918 l’impero
15
D. Hastings, Catholicism and the Roots of Nazism: Religious Identity and National Socialism, Oxford
University Press, Incorporated 2009 p. 64.
16
A. Mitchell, Revolution in Bavaria, cit., pp. 30-31.
17
Ivi, p. 85.
10
austroungarico iniziò le trattative per una pace separata con le potenze dell’Intesa, il che
avrebbe potuto lasciato la Baviera vulnerabile ad invasioni dal fronte meridionale in caso
di buona riuscita, timore che pareva confermato da alcuni bombardamenti dell’aviazione
italiana avvenuti in quei giorni
18
e scatenò i timori delle classi dirigenti bavaresi. La
dissoluzione della monarchia asburgica il 1° novembre galvanizzò i movimenti
repubblicani presenti in Baviera, primi fra tutti i socialdemocratici indipendenti di Eisner
il quale era stato rilasciato dal carcere appena quattordici giorni prima e aveva
immediatamente ripreso l’attività politica
19
.
Il pretesto per la rivoluzione fu la campagna elettorale per le elezioni suppletive
del Reichstag in un seggio tradizionalmente di inclinazione SPD.
20
I candidati principali
erano due: da un lato, il SPD candidava Erhard Auer, nuovo leader del partito e il
principale proponente della “mozione Auer-Süsseheim”; dall’altro lato, l’USPD
candidava il suo leader Kurt Eisner. Tema principale della campagna elettorale fu la
guerra, o meglio, la sua fine: Eisner durante i comizi in piazza aizzava gli ascoltatori
contro i prussiani, accusandoli di aver trascinato i bavaresi in una lunga guerra, e contro
il re, poiché, arrendevole nei loro confronti, aveva di fatto abdicato la difesa degli interessi
bavaresi. Sottolineava, inoltre, che laddove fosse stato eletto il suo rivale, questi sarebbe
stato a favore della continuazione della guerra. Auer fu quindi costretto a una campagna
difensiva: ribatteva che il candidato dell’USPD era un pericoloso ribelle che cercava di
demolire dall’interno l’unità tedesca e sosteneva la necessità di difendere la monarchia
costituzionale affinché questa, dopo la guerra, potesse concedere ai sudditi delle
condizioni più democratiche.
21
L’USPD guadagnò rapidamente consensi non solo per via dell’insofferenza delle
classi medio-basse a una guerra ormai persa, ma anche grazie al carisma personale di
Eisner che si presentava come un vero rivoluzionario in virtù dei moti di gennaio.
Dall’USPD vennero organizzate azioni di protesta nei pressi dello Stadelheim per il
rilascio di alcuni prigionieri politici. Segretamente, Eisner si mosse anche per il
rovesciamento della monarchia prendendo contatti con Ludwig Gandorfer, il principale
18
D. Luhrssen, Hammer of the Gods: The Thule Society and the Birth of Nazism, Potomac Books Inc,
2012, cit. p. 103.
19
A. Mitchell, Revolution in Bavaria, cit., p. 75.
20
Ibidem.
21
Ivi, p. 80.