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La capitolazione di Grozny, e le successive vicissitudini sovietiche, hanno
radicalizzato in questa tenace popolazione il desiderio di riprendersi un’autonomia
rispetto a Mosca. Per la Russia però l’area caucasica aveva da sempre ricoperto una
importante funzione sia strategico-militare sia di bacino di risorse energetiche ed è
necessario tener conto di ciò per comprendere il motivo di tanta determinazione da parte
dei governi russi negli ultimi venti anni.
Dopo aver fornito questo primo sguardo d’insieme, nel terzo capitolo verrà infatti
analizzata la questione da un punto di vista prettamente economico, con l’obbiettivo di
studiare l’effettiva importanza della regione dal punto di vista energetico, senza comunque
dimenticare il difficile progetto di ricostruzione in atto. Un progetto che non potrebbe
sussistere senza i numerosi aiuti provenienti sia dalla Federazione sia da una serie alquanto
impensabile di attori internazionali. Una parte del capitolo verrà dedicata anche alle
peculiarità del sistema economico russo attuale, con un’analisi approfondita del soggetto-
Gazprom.
L’importanza economica della regione passa in secondo piano nel momento in cui
si prende in considerazione anche il fattore Islam, che ha assunto una notevole rilevanza
in ambito globale, e che ha uno dei suoi teatri meno pubblicizzati proprio nell’area
caucasica.
Il quarto capitolo si propone di analizzare l’Islam nelle sue sfaccettature
caucasiche, con i suoi legami con il mondo mediorentale fondamentalista, ma sopratutto
con i suoi fatti di cronaca legati ai numerosi e drammatici atti terroristici occorsi nell’area.
La Cecenia, proprio a causa di questi suoi legami con il mondo islamico, ha perso il
sostegno iniziale da parte di quei simpatizzanti che intravedevano in questa vicenda una
chiara prevaricazione russa rispetto al diritto internazionale. A tale proposito, si darà
conto di alcuni casi emblematici, come ad esempio dei presunti legami tra i ribelli ceceni e
al-Qaeda, passando per uno dei maggiori problemi che sono sorti nel corso degli ultimi in
Cecenia, ovvero la questione dei rapimenti a scopo di lucro.
A tale vicenda verrà dedicato uno specifico paragrafo all’interno del quinto
capitolo, nel quale verranno inoltre descritte le numerose violazioni dei diritti umani,
9
violazioni sia da parte russa che da parte cecena. Questo capitolo analizzerà nello specifico
anche le relazioni internazionali che sono intercorse tra i differenti soggetti con interessi
nell’area. A partire dalle reazioni occidentali rispetto all’operato russo, passando poi per le
iniziative intraprese dalle Organizzazioni Internazionali e dalle ONG nel tentativo di
limitare o almeno blandire le condotte criminose volte a creare un regime del terrore.
L’ultimo capitolo, il sesto, sarà invece dedicato allo studio di una delle armi che ha
acquisito maggior forza nel corso degli ultimi anni: i media. I mezzi di informazione
hanno infatti raggiunto un peso tale da divenire, in determinate situazioni, dei veri e
propri aghi della bilancia per la risoluzione positiva o meno del conflitto. In tale contesto
si terrà conto quindi dell’utilizzo dei media da parte degli attori in gioco, senza
dimenticare il mezzo di comunicazione per eccellenza del terzo millennio, internet.
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11
I Capitolo – Inquadramento geografico e informazioni generali
1.1 – Accenni geografici
La Cecenia è una Repubblica autonoma della Federazione russa, situata tra i pendii
del Grande Caucaso e le adiacenti piane di Terek-Kuma. La regione è popolata da poco
più di un milione di abitanti distribuiti in un’area di 15,300 km2 e confina con l’Inguscezia
e l’Ossezia Settentrionale-Alania ad ovest, con il Daghestan a nord-est ed est, con il Kray
di Stavropol1 a nord-ovest. L’unico confine che si può definire internazionale è quello
meridionale con la Georgia, a tutti gli effetti ex territorio sovietico dal 1991.
Le principali caratteristiche geografiche della regione sono l’alta catena montuosa
del Caucaso (divisa in Piccola2 e Grande), le valli del fiume Terek e del suo affluente
Sunzha. Il Grande Caucaso, che si estende per più di mille chilometri e la cui più alta cima
raggiunge i 5640 m, forma una barriera naturale difficile da superare, se si eccettua le aree
confinanti con le coste del Mar Caspio e del Mar Nero. Il fiume Terek, che si sviluppa per
623 km e diede il nome ad una tribù che conquistò questa regione durante il XVIII
secolo, ha la sua sorgente a cavallo delle montagne caucasiche, a sudovest del monte
Kazbek (5047 m.). Nel suo percorso attraversa le regioni russe dell’Ossezia del Nord,
della Cecenia appunto, e del Daghestan, per sfociare infine nel mar Caspio.
La conformazione fisica della Regione varia quindi visibilmente da nord a sud,
passando di fatto dalle steppe a paesaggi paragonabili a quelli alpini, ricchi dei
sempreverdi che creano una sorta di protezione naturale abilmente sfruttata dai ribelli.
1 Kray (край) è il termine utilizzato in riferimento ad otto degli 83 regioni presenti all’interno della
Federazione russa; viene spesso tradotto come territorio, provincia o regione. Nella storia russa questa
denominazione indicava spesso i territori situati nell’area periferica. Fonte: Vasmer's Etymological
Dictionary, consultabile all’indirizzo internet www.starling.rinet.ru
2 Il Piccolo Caucaso si estende lungo le frontiere con la Turchia e con l’Iran. Le notizie riguardanti la
geografia dell’area sono consultabili all’indirizzo internet www.maps.grida.no
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1.2 – Il sistema amministrativo
L'evoluzione e le modifiche grafiche delle bandiere cecene sono utili per
comprendere la travagliata amministrazione di questa regione, la cui storia verrà descritta
più specificatamente all'interno del prossimo capitolo. Qui ne darò un accenno per
visualizzare i recenti cambiamenti amministrativi, dei quali le bandiere ne sono il simbolo
più evidente.
Questa prima bandiera venne scelta dagli indipendentisti, e, fino al 2004
ottenne anche il riconoscimento della Federazione Russa. Il verde è il colore dell'islam ed
insieme al bianco e al rosso, forma una terna frequente nei drappi nel Caucaso e nell'Asia
centrale3.
Parallelamente alla prima, ne venne adottata un'altra dalla vecchia nomenclatura
comunista4, dopo l’arrivo delle truppe russe il 9 dicembre 1994. Il governo cosiddetto
“lealista” venne sciolto successivamente ai trattati di pace del 27 agosto 1996, e la
bandiera conseguentemente abolita. Non molto diversa da quella degli indipendentisti, ha
in più la luna crescente, la stella e i colori delle strisce invertiti.
3 Le similitudini si riscontrano nelle bandiere dell’Inguscezia, del Tatarstan, dell’Abkhazia, del Tagikistan e
soprattutto dell’Iran. Fonte: le bandiere presenti in questa ricerca sono state trovate sul sito internet
www.rbvex.it
4 Governo di Rinnovamento Nazionale della Cecenia, esistente nel biennio ‘95-‘96. Le poche informazioni
in merito all’esistenza di questo governo sono rintracciabili nel sito internet www.rbvex.it/alania.html,
nella parte riguardante la descrizione della bandiera stessa.
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Quest'ultimo invece è l'attuale vessillo ceceno, scelto il 25 febbraio 2004 dal
Consiglio di Stato della Repubblica Cecena5. Espressione del governo legale ceceno,
allineato con la Federazione Russa, la bandiera è alzata a Mosca per la prima volta il 12
giugno 2004, insieme alle altre bandiere locali, in occasione delle celebrazioni per
l’indipendenza russa. Verde, bianco e rosso sono colori nazionali ceceni mentre il motivo
giallo-oro all’asta rappresenta un “ornamento nazionale”, visibile anche sull’emblema di
stato.
Quest’ultima bandiera è quindi il simbolo della Repubblica cecena, una delle 89
regioni della Federazione russa, come già suggellato dalla prima Costituzione del 1991. Il
ruolo più importante all’interno della Federazione risulta essere quello del Presidente6, il
quale è rappresentato all’interno dei singoli distretti federali da un ministro
plenipotenziario, che nel caso delle repubbliche periferiche ricopre anch'egli il ruolo di
Presidente.
Il potere legislativo della Federazione è sviluppato dalle due camere, il Consiglio
Federale e la Duma; entrambe sono formate da deputati provenienti da tutte le regioni
russe, scelti a seguito di regolari elezioni amministrative. Recentemente è stata creata la
Camera Pubblica, un ulteriore strumento che funge da controllo per la struttura federale;
la Camera è infatti composta da rappresentanti della società civile, e si è riunita la prima
volta nel gennaio del 2006.
A partire dal 2003 la Cecenia ha approvato tramite referendum una nuova
Costituzione, di stampo fortemente presidenziale, che le attribuisce un'autonomia di
facciata rispetto al reale potere di Mosca. Come capitale venne confermata Grozny, che
5 Repubblica di Nokhchiin, cosi come è stata chiamata all'interno dell'art. 1 della Costituzione del 2003.
Cfr. infra Allegati Costituzione Cecena 2003, adottata a seguito del referendum del 27 marzo 2003.
6 L'attuale Presidente della Federazione Russa è Dimitry Medvedev, eletto a seguito delle elezioni del 2
marzo 2008, che l’hanno visto ottenere il 70,28% dei voti, a fronte di un’affluenza alle urne del 69.78% (-
4% rispetto al 2004). Il suo predecessore, Vladimir Putin, rappresentante principe del partito Russia Unita,
è rimasto in carica sino al 2 maggio 2008. Quest’ultimo, a partire da questa data, è stato subito incaricato di
formare il nuovo governo, ricevendo la carica di Primo Ministro.
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con i suoi 223.000 abitanti dista circa 2.000 km dal centro amministrativo della
federazione russa; vi sono altre due importanti città, Argun e Gudermes, entrambe vicine
alla capitale. La Costituzione prevedeva inoltre la creazione di un parlamento
pluripartitico, composto da 59 deputati7.
Il referendum costituzionale è stato fortemente supportato dal governo russo ed
ovviamente inviso dai ribelli ceceni; in ambito internazionale, l’entusiasmo per l’ipotesi di
una fine degli scontri è stato ben presto bilanciato dai continui scontri militari e dagli
attentati. Nessuna organizzazione internazionale indipendente, come ad esempio l’OSCE
o le Nazioni Unite, ha potuto inviare degli osservatori a Grozny; le uniche relazioni sono
pervenute da organizzazioni di parte, come l'Organizzazione della Conferenza Islamica o
la Lega degli Stati Arabi, le quali hanno riportato in termini entusiastici lo svolgimento
delle elezioni, definendole “libere e democratiche”.
Nonostante il sullodato referendum e la teorica fine del conflitto, permangono
numerosi problemi che l'élite russa cerca in tutti i modi di minimizzare, come avvenuto
nell'ultimo discorso alla Duma di Putin8. L’allora Presidente sottolineò più volte come
l’attuale situazione in Cecenia sia di gran lunga migliore rispetto ai primi anni del 2000,
quando la Guerra era ancora all’ordine del giorno. La corrente “stabilità” politica e
giudiziaria, tanto decantata dall’ex capo dei servizi segreti sovietici, sarebbe quindi il
risultato degli sforzi federali attuati di comune accordo con la dirigenza cecena, più volte
premiata a livello nazionale.
7 La composizione del parlamento ceceno è descritta nell’art. 79. Cfr. infra Allegati Costituzione Cecena 2003.
8 V. Putin, Speech at Expanded Meeting of the State Council on Russia’s Development Strategy through to 2020, 8
febbraio 2008. Il testo completo della dichiarazione di Putin è consultabile sul sito internet ufficiale della
presidenza russa, www.president.kremlin.ru
15
1.3 – La societá
Il periodo sovietico e i successivi conflitti hanno lasciato in eredità numerosi
strascichi rilevabili da semplici fattori demografici, di seguito riportati. Un breve accenno
merita la questione linguistica: nella Repubblica sono parlate due lingue, quella russa e
quella cecena; quest’ultima deriva dall’arcaico Nakh, il linguaggio utilizzato dall’etnia
caucasica dei Vainakh9.
Il problema linguistico, fattore sociale primario per le comunicazioni, assume
ulteriore valenza se si tiene in considerazione la composizione etnica della regione.
Secondo i dati del censimento effettuato nel 1989, il 23,1% della popolazione era
composta dall’etnia russa; tale quota era molto maggiore solo trenta anni prima,
attestandosi sul 49%10. Questa discrepanza statistica è il risultato del processo di
destalinizzazione iniziato da Kruscev, che come vedremo successivamente, permise il
ritorno delle popolazioni originarie caucasiche precedentemente sfollate. La guerra ed i
conflitti sociali hanno spinto inoltre molti russi a lasciare il paese, basti pensare che alla
fine degli anni ’90 ne rimanevano nel paese circe 60.000 (pari al 4,6%).
9 I vainakh, che nella lingua Nakh significa “la nostra gente”, erano la popolazione presente sul territorio
in questione a partire dal IX secolo a.C. Fonte: A. Jaimoukha, The Chechens: A Handbook, London and New
York: Routledge, 2005.
10 Y. Lacoste, Dictionaire de géopolitique, ed. Flammarion, 1995, pag. 1479
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Composizione della società cecena:
Nome ceceno Traduzione
Kam Nazione / popolo
Tukkhum Società
Teip Clan
Va’r Gruppo di persone unite da un legame di sangue
Nek’ Gruppo filiale
Tsa La famiglia considerata nella sua interezza (nonno, nipote)
Dozal La semplice famiglia nucleare
Kup Ogni villaggio era diviso in differenti comunità o quartieri.
Fonte: estratto dal saggio Chechnya: prospects for normalisation 11.
L’età media della popolazione è di 27 anni12, un ulteriore dato che evidenzia, se
mai c’è ne fosse bisogno, la pesante eredità lasciata da un conflitto che ha falcidiato intere
generazioni di ceceni, e che ha provocato flussi migratori destabilizzanti per la società
stessa. Si è modificata oltretutto pesantemente anche la distribuzione della popolazione
sul territorio, visto che attualmente i due terzi di essa vive al di fuori delle città. Ne
consegue che si sono ampliati i problemi riguardanti l’educazione: il basso livello
educativo e la povertà nel linguaggio hanno creato ulteriori difficoltà ai giovani ceceni,
11 C. Blandy, Chechnya: prospects for normalisation, saggio presente all’interno del libro The Caspian: politics, energy
and security, curato da S. Akiner, ed. RoutledgeCurzon, pag. 318.
12 L’età media è un dato allarmante anche nelle altre regioni caucasiche: in Inguscezia è di 22.2 anni,
mentre in Daghestan la situazione è lievemente migliore, toccando i 30 anni. Fonte: schede dei singoli
paesi consultabili sul sito www.regionirusse.it
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soprattutto per quanto riguarda la possibilità di trovar lavoro o di essere introdotti nei
meccanismi produttivi federali.
Nel 2005 venne siglato un protocollo tra il Ministero per l’Educazione della
Federazione Russa e l’UNESCO, sulla base di una cooperazione per restaurare the il
sistema educativo all’interno della Repubblica cecena. Il protocollo prevedeva
l’assegnazione di 283.121 dollari, resi disponibili dal Governo giapponese, per supportare
l’implementazione dei progetti del Ministero dell’Educazione ceceno riguardanti le
autorità e le istituzioni locali. La firma di questo protocollo rientrava in un più ampio
progetto del Ministero degli Esteri russo, che aveva come obbiettivo di raccogliere
ulteriori fondi per il Progetto di ricostruzione della Repubblica cecena. Nel dicembre del
2004 era stato infatti firmato un ulteriore protocollo tra il Governo norvegese per la
formazione dei lavoratori ceceni13.
La percentuale di disoccupazione, che toccò l'impressionante quota del 70,9% nel
2001, non lascia dubbi sulla grave crisi sociale che la Federazione Russa sta cercando di
risolvere con riforme che al momento non hanno efficacia. È interessante sottolineare
come le tre regioni della Russia con la peggior percentuale nell’occupazione giovanile
sono site proprio nell’area nord-caucasica: Inguscezia (15.8%), Daghestan (13.1%) e
Cecenia (15%).
In ambito sanitario i conflitti passati e la difficile situazione odierna sono fattori
estremamente destabilizzanti; i più comuni problemi da questo punto di vista risultano
essere il fumo, le droghe e l’AIDS. Da non dimenticare i problemi psicologici: circa il 70%
della popolazione cecena ha avuto esperienze traumatiche a livello fisico ed emotivo
durante il conflitto, e anche questa piaga sembra destinata a non scomparire nonostante i
proclami ottimistici del Governo russo.
È interessante concludere il paragrafo riguardante la società enumerando qualche
semplice statistica in merito alle telecomunicazioni, iniziando da un imprescindibile mezzo
13 Staff dell’Ambasciata russa, A Protocol Signed Between the Russian Federation Ministry of Education and Science
and UNESCO on Cooperation to Restore the Education System in the Chechen Republic, 27 gennaio 2005. L’articolo
è consultabile sul sito ufficiale dell’Ambasciata russa in Sud Africa, www.russianembassy.org.za.
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ereditato dal XX secolo: internet. In Cecenia c’è un basso livello di diffusione della rete
Internet, soprattutto se si tiene conto delle regioni vicine, che hanno raggiunto uno
sviluppo nel settore notevole. La curiosità in merito ad internet deriva dal fatto che i
ribelli ceceni utilizzano molto bene la “rete” per restare in contatto con il resto del
mondo, se si pensa che sono presenti in internet numerosi siti, anche in lingua inglese,
creati appositamente per informare la comunità internazionale. Appaiono infatti
comunicati stampa, o veri e propri articoli che danno un altro punto di vista agli
avvenimenti solitamente riportati dai media russi14.
L'ultimo dato rilevante riguarda il livello di installazione degli impianti telefonici
nelle città cecene, che pone la Repubblica all'88° posto fra tutte le regioni della
Federazione Russa. In breve, solo il 4% della popolazione urbana dispone dei telefoni, un
dato paragonabile a quello dei paesi occidentali all'inizio del secolo scorso.
1.4 – Industria, materie prime ed agricoltura
Agli inizi degli anni ’90, l’industria pesante cecena prevaleva su tutti gli altri ambiti,
con circa l’80% della produzione industriale. Le industrie della Repubblica erano
specializzate soprattutto nella produzione e nella raffinazione del petrolio, contribuendo
nello specifico alla produzione:
del 92% russo di combustibile per l’aviazione, del bitume e della paraffina;
petrolchimica (polietilene, alcol etilico) e alla ricerca nel campo della microbiologia;
di macchine tecniche e di tutta una serie di equipaggiamenti tecnici.
La metà delle industrie regionali erano localizzate nella capitale, includendo tutte le
varietà di produzioni elencate precedentemente. Le due campagne militari nella
Repubblica hanno causato la distruzione dell’industria pesante e delle infrastrutture, il
14 L’utilizzo di internet da parte dei ribelli verrà analizzato più approfonditamente nel prosieguo della
ricerca. Cfr. VI capitolo.