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INTRODUZIONE
La dimensione “coppia” è stata ampiamente esplorata da differenti prospettive ed
analizzata da molteplici discipline come la biologia, la sociologia, la psicologia ed i
modelli teorici della mente.
Siamo ancora qui, oggi, a narrare la coppia come un mondo conosciuto eppure
sempre nuovo e differente, una realtà (almeno nel mondo occidentale) piuttosto
“liquida” ed in continuo movimento, in qualche modo ineffabile.
L’universo delle relazioni affettive si trova da alcuni decenni in una fase molto
“fluida” ed in continua evoluzione: una dimensione relazionale spesso turbolenta,
incomprensibile, in cui non mancano dolori e disagi. Le persone cercano l’amore
romantico per dare senso alla propria esistenza, affidando al potenziale partner le
chiavi e la responsabilità della propria felicità.
All you need is love! Cantavano i Beatles alcuni decenni fa. Si, ma quale amore?
C’è ancora spazio per ragionare intorno al tema dell’Amore? Possiamo ipotizzare
relazioni che durano “finché morte non ci separi?” oppure dobbiamo convenire che è
“eterno finché dura…?”
Fino ai primi decenni del secolo scorso, infatti, le relazioni affettive avevano ben
poco di romantico: i ricchi si sposavano per consolidare patrimoni e rinsaldare
alleanze politiche, i poveri per dare maggiori chance di sopravvivenza a se stessi ed
alla prole: le “farfalle nello stomaco” erano merce rara anche se decantata dai poeti,
scrittori e rappresentata nelle commedie. La vita era soprattutto una tragedia, anche
dal punto di vista affettivo ed aveva una dimensione pubblica più che privata come
invece lo è negli ultimi decenni e nella cultura occidentale.
Perché le persone stanno assieme? Quali motivi le spinge a cercarsi, amarsi,
progettare un giorno o una vita assieme, prendersi cura l’uno dell’altro,
sostanzialmente in che modo la dimensione conscia e inconscia degli individui si
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identifica e coinvolge in una relazione? Perché ci innamoriamo proprio di
quell’uomo o di quella donna? La coppia è una necessità biologica e Darwiniana (il
genere umano deve sopravvivere e riprodursi) o una costruzione sociale? Possiamo
attribuire anche a questa dimensione intersoggettiva ed affettiva l’antica diatriba tra
natura e cultura?
Quale ruolo, dimensione, significato possiamo quindi attribuire alla coppia
affettiva e quale conseguenze possiamo riscontrare rispetto ai traumi di ciascuno che
vengono poi vissuti, rinegoziati e rielaborati all’interno di una coppia amorosa?
Non possiamo certo ignorare il momento storico in cui stiamo vivendo, una
pandemia che dopo l’influenza spagnola del 1918/1920 che fece più di 50 milioni di
morti nel mondo, destabilizza i soggetti, rimescola le (poche) certezze consolidate,
risveglia paure assopite, rende il mondo interno ancora più disorganizzato,
problematico, patologico, fa emergere difficoltà relazionali, sociali.
Molto, forse tutto è stato raccontato rispetto a questo “fenomeno” iniziato nel
febbraio 2020 e di cui non si vede ancora una fine certa ma forse qualcosa resta
ancora da dire rispetto alle conseguenze psicologiche che condizioneranno i soggetti
per i molti anni a venire: bambini ed adolescenti che vorrebbero socializzare ma sono
vincolati dai “lockdown”, anziani come “anello debole” ed i più esposti al rischio di
morte, adulti che fanno fatica ad essere “solidi”, coppie costrette ad una convivenza
forzata e spesso conflittuale, dolorosa, tanto che dalla diffusione del coronavirus le
richieste di separazione sono aumentate del 60%
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. Questo dato fornisce interessanti
indicazioni rispetto al reale stato di salute delle coppie, su come la mancanza di forti
“collanti” come l’imperativo religioso “non osi separare l’uomo ciò che Dio ha
unito”, oppure lo stigma sociale verso la separazione ed il divorzio o ancora necessità
economiche che costringono a stare sotto lo stesso tetto, abbiano di fatto reso
estremamente fragile le relazioni affettive ed emergano o riemergano le difficoltà
relazionali, i mondi interni disorganizzati, le idealizzazioni e le difese narcisistiche
che, come mine vaganti, si aggirano tra le coppie facendole “scoppiare” con estrema
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Dato relativo al 2020 fornito da Associazione avvocati divorzisti italiani ed associazione
matrimonialisti www.diaction.it e www.ami-avvocati.it
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fragilità. Occorre, inoltre, tenere presente che la crisi sanitaria ha forti implicazioni
economiche; molte coppie, quindi, continuano a convivere nella stessa abitazione
probabilmente perché non hanno le risorse economiche per intraprendere una
separazione. Sarà “interessante” conoscere e rielaborare i dati statistici quando la
crisi pandemica sarà alle spalle, l’economia si riprenderà e, presumibilmente, uomini
e donne avranno la possibilità anche economica di prendere strade differenti.
Amore è una dimensione che comprende molte sfaccettature, prospettive,
dimensioni. Ciascun soggetto in base alle esperienze personali, al vissuto personale,
ai modelli operativi interni ha una specifica rappresentazione del costrutto “Amore”
che si muove tra la realtà e l’idealizzazione: esso viene celebrato, denigrato,
analizzato ed osservato da poeti, scrittori, scienziati e studiosi… quell’amore che
respiriamo innanzitutto nella nostra famiglia con un caregiver che fornisce un
ambiente di sostegno particolare, con propri toni affettivi e tessiture sensoriali, agito
da adulti significativi che ci hanno fatto sentire speciali, unici: una famiglia
responsiva ed accogliente infatti soddisfa il bisogno di radicamento nel conosciuto e
nel prevedibile e tutti i soggetti sono, a partire dal proprio mondo interno, alla ricerca
di continuità e identità per ancorarsi e definire la dimensione “casa”, pur ritrovandosi
nel corso della propria esistenza “on the road”.
Amore e desiderio sono quasi “opposti che si tendono la mano”: l’amore cerca il
controllo, stabilità, continuità e la certezza mentre il desiderio anela l’abbandono,
l’avventura, novità, l’ignoto. Un tempo queste due dimensioni erano “scisse” in due
persone dove gli uomini (soprattutto) e le donne erano consapevoli che esistono
“donne d’amore e donne d’avventura”; oggi andare oltre queste due dimensioni
rimane ancora una sfida, una frontiera dove ci si incontra e confronta.
Questa tesi intende esplorare la dimensione narrativa e degli stati mentali
all’interno di una relazione affettiva analizzando alcune prospettive nell’ottica della
complessità
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, poiché per ogni ambito di ricerca esistono più livelli, nessuno dei quali
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I sistemi complessi sono caratterizzati da elementi differenti e da connessioni numerose e non-
lineari. (Holland, 2002)
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esaustivo, nessuno perfettamente rispondente alla realtà, nessuno che ponga la parola
“fine” con una formula o una spiegazione che metta d’accordo le molteplici
prospettive rispetto al vissuto dello stare assieme, al mondo interno che viene
esperito in quello esterno, alla riorganizzazione emotiva, affettiva, relazionale,
cognitiva, sessuale che implica ogni relazione affettiva.
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Per “coppia affettiva” viene intesa sia quella eterosessuale che omosessuale, in una visione
includente e multi-prospettica dell’essere coppia.
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Capitolo 1
DIFFERENTI PROSPETTIVE SULLE RELAZIONI DI
COPPIA
1.1 Dalla prospettiva psicanalitica alla prospettiva delle relazioni oggettuali
La psicoanalisi, da un orientamento pulsionale, si è evoluta verso una prospettiva
relazionale. Questa svolta, iniziata con Ferenczi è passata attraverso la prima
rivoluzione operata dalla Klein, i contributi di Fairbairn, Winnicott, Kohut e poi, con
la «seconda rivoluzione psicoanalitica», di Bion. Hanno contribuito (e non poco)
anche le prospettive della teoria dell’attaccamento di Bowlby, le ricerche e gli studi
sperimentali dell’Infant Research, le neuroscienze che così ampia risonanza e
prospettive di sviluppo scientifico hanno oggi.
L’amore romantico si nutre di amore e desiderio e spesso le difficoltà relazionali
nascono dall’incapacità di integrare questi due elementi. Nell’amore troviamo molte
dimensioni e proiezioni del nostro mondo interno come il desiderio di ciò che è
inaccessibile (l’amore non corrisposto è doloroso ma sicuro) oppure il possesso del
conosciuto che si manifesta con il bisogno coercitivo di controllare persone e
situazioni ma che allontana la vitalità dalla nostra esistenza.
L’amore romantico è per sua natura fragile e si tende a proteggerlo con
l’abitudine, con dei ritmi e delle modalità ripetitive che danno il senso della
ricorsività del tempo, la certezza che il domani sia in qualche modo prevedibile
poiché le cose “vanno così” secondo i modelli introiettati: utilizziamo molte energie
per ristabilire il senso illusorio di durata e prevedibilità anche se l’amore per la sua
natura più autentica e profonda non è sicuro, eppure continuiamo a volerlo tale
piegando gli oggetti esterni ad una dimensione interna che sia coerente.
Paradossalmente quindi l’amore cerca protezione con l’amore, mentre il legame
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monogamico funziona anche come barriera protettiva alle intemperie esterne che
destabilizzano la relazione.
Il desiderio invece si nutre di immaginazione ed è discontinuo, caduco, vitale ed
esuberante, lontano dai porti sicuri anche se la spinta verso certezze (illusorie) è
molto potente: vogliamo credere che le nostre relazioni (e vite) siano costruite su basi
solide, immutabili, rifuggendo la caducità e fragilità dell’amore. Il fatto di essere
“animali sociali” (zoon politikon), ci spinge ad un’esistenza relazionale con un
approccio complesso che comprende amicizia, amore, aspetti economici, interessi,
sesso e questo implica la convergenza del nostro sé con quello degli altri, una
commistione così intensa che le nostre esperienze interiori sono legate e plasmate ad
altri impliciti tanto a livello conscio quanto a livello inconscio.
Possiamo quindi chiederci se davvero gli altri sono così “altro” oppure non ci
appartengono e noi non gli apparteniamo in un gioco di specchi proiettivi e di
idealizzazioni o svalutazioni, minacce alle quali rispondiamo con l’aggressività;
spesso l’idealizzazione reciproca si sviluppa in uno scambievole rispecchiamento che
si condensa ed esprime nel classico “siamo fatti l’uno per l’altra” ma le fantasie
narcisistiche e proiettive di un’armonia e di una sincronia perfette possono essere
molto distruttive se sono e diventano un’aspettativa permanente anziché un legame
episodico di breve durata, un periodo ricorsivo che si alterna ad altri in cui il partner
sembra (è?) distante .
L’altro è un altro che contiene le nostre ombre come parte di sé espulsa, troncata,
rifiutata (Jung), dove parti di noi (in particolare gli oggetti edipici infantili) come
schegge dopo un’esplosione vengono proiettate dappertutto.
Quali proiezioni quindi nella “scelta” affettiva se di scelta consapevole si può
parlare? Spesso ci attraggono determinate particolarità caratteriali e comportamentali
di un partner per una difesa (inconscia) contro la caratteristica esattamente opposta;
un partner solido ed affidabile ci difende dalla caotica precarietà, il partner vitale
dalle posizioni depressive, quello con elevati principi morali da inaccettabili
perversioni.
L’idealizzazione come elemento centrale dell’amore romantico e fonte della
dimensione magica, quasi onirica, è anche una delle cause più importanti della sua