IV
INTRODUZIONE
Questo lavoro è il risultato di uno stage a Parigi presso la
divisione internet del canale televisivo Eurosport, durante il
periodo dei Campionati Europei di calcio (EURO 2000) che si
sono svolti in Belgio ed Olanda.
L’oggetto dell’indagine è la redazione italiana del sito internet
EURO 2000 di Eurosport.
Nel primo capitolo si prendono in esame i fondamenti strutturali
del team che costituisce la redazione. Vengono descritti i compiti
che i giornalisti (editors) devono svolgere e le caratteristiche della
tecnologia che supporta il lavoro di gruppo. Una tecnologia di
mediazione come la rete, la quale tende a stabilire collegamenti
tra individui che agiscono in modo interdipendente.
Il team è una forma organizzativa che favorisce l’interazione e lo
scambio di informazioni tra i membri; la maggiore quantità di
informazione che essi devono elaborare è necessaria per scopi di
coordinamento, in modo da fronteggiare situazioni con elevati
livelli di incertezza e complessità dei compiti. In un tale contesto,
l’ordinamento più efficiente di un gruppo di lavoro è quello che si
basa su alti livelli di fiducia; un team rafforza la condivisione di
valori ed obiettivi che facilitano risoluzioni condivise di problemi
in situazioni ambigue e complesse. La flessibilità di fronte ad
eventi nuovi, incerti è facilitata se i membri sono capaci di
escludere a priori costosi mercanteggiamenti e il sospetto di frode
dai loro rapporti reciproci.
Il team opera tendenzialmente come un sistema organico in cui è
valorizzata l’iniziativa individuale e l’assunzione di
responsabilità; l’attenzione al raggiungimento degli obiettivi è più
rilevante della stretta conformazione alle prescrizioni formali di
ruolo.
Nel secondo capitolo si analizzano gli aspetti cognitivi del team,
cioè come i membri del gruppo pensano, come definiscono la
realtà e come risolvono tra di loro i problemi.
V
L’azione delle organizzazioni sull’ambiente
Secondo lo studioso americano K. E. Weick, affinché una
qualsiasi organizzazione possa interagire con l’ambiente, deve
prima “attivarlo”, deve cioè costruirlo come proprio oggetto di
riferimento, in modo tale da poter interpretare le informazioni che
da esso arrivano.
L’ambiente non esiste come dato assoluto e oggettivo, bensì come
costrutto sociale che deriva dalle capacità dell’organizzazione di
attivarlo, di interpretarlo e, solo a questo punto, di interagire con
esso.
Nella costruzione dei loro articoli, gli editors si affidano a delle
mappe cognitive, cioè rappresentazioni semplificate della realtà
che discriminano gli eventi rilevanti e stabiliscono tra loro nessi e
relazioni causali.
Il lavoro di Weick è fondamentale per chiudere una volta per tutte
il dibattito sulla presunta dominanza dell’ambiente
sull’organizzazione. Gli stimoli esterni o, meglio, l’ambiente non
esiste in quanto tale o, comunque, per essere percepito come
stimolo deve essere innanzi tutto attivato e cioè deve rientrare
nella mappa cognitiva dell’organizzazione.
I giornalisti rappresentano sui media l’idea che essi hanno della
realtà, in base alle loro credenze inserite nelle mappe causali e alla
loro cultura organizzativa. La cultura organizzativa che si
costruisce e si consolida sulla base delle esperienze di successo
passate, predetermina le cose che un’organizzazione è in grado di
fare ma, prima ancora, di pensare, e perciò ha un ruolo decisivo
nella definizione dell’ambiente con cui un’organizzazione si
confronta.
Vista sotto questa prospettiva socio-psicologica anche
l’organizzazione assume aspetti caratteristici: essa è un nome ma
anche un mito, poiché non si troverà mai un’organizzazione vera e
propria bensì sequenze di eventi legati assieme e di
comportamenti concatenati che noi consideriamo come tale.
VI
Piuttosto che sull’organizzazione, Weick preferisce concentrarsi
sull’organizzare come strumento volto al trattamento delle
informazioni e soprattutto alla rimozione dell’equivocità.
L’organizzare costituisce una risorsa strategica per le
organizzazioni che quotidianamente devono affrontare
l’ambiguità ambientale nello svolgimento delle proprie attività:
organizzare vuol dire istituire un livello di certezza sulla cui base
è possibile lavorare. Un’organizzazione tenta di portare
informazioni ambigue, che sembrano avere più di un significato, a
un grado di riduzione dell’ambiguità con cui possa lavorare e a
cui sia abituata. Ciò significa che raramente si richiede la certezza
assoluta. Significa anche che ci possono essere enormi differenze
fra le aziende rispetto al livello di chiarezza ritenuto sufficiente
per poter agire. I membri delle organizzazioni passano molto
tempo a discutere fra di loro per giungere a un’accettabile
versione di quello che succede.
Nuove unità, nuove forme organizzative, modificazioni di quelle
già esistenti, sono orientate ad assicurare il dinamismo
dell’organizzazione nell’ottica di rapporti efficaci con l’ambiente.
E’ proprio l’organizzare, inteso non solo come momento di
costituzione di un’organizzazione ma come costante punto di
riferimento strategico, che permette ad essa di vivere e
sopravvivere, di reagire con elasticità ai mutamenti ambientali, di
riconsiderare da un punto di vista differente vincoli e contingenze.
Nella sua opera, Weick è troppo incline ad una
concettualizzazione dell’organizzazione come sistema totalmente
autonomo (costruttivismo radicale). Ciò è irrealistico quanto il
sostenere, al pari dei teorici delle contingenze, una completa
dipendenza dall’ambiente. Weick insiste sul carattere di azione
autonoma ed auto-creatrice dei processi cognitivi trascurando che
essa è, al tempo stesso, anche un’attività di problem solving.
Le organizzazioni dei media contribuiscono ad istituire ciò che in
seguito riscoprono e chiamano “conoscenza” o “comprensione”
del loro “ambiente”, quando attivano con ritmo incessante gli
VII
eventi sportivi sugli schermi e nella carta stampata. Queste
rappresentazioni suscitano un sentimento di attesa nel pubblico il
quale, interessandosi all’”avvenimento”, lo renderà effettivamente
tale dato che verrà seguito in massa… E i giornalisti, constatando
“l’evento” e la grande partecipazione che ha richiamato,
concludono che avevano ragione ad annunciare l’importanza dello
stesso.
Il pubblico, come percepisce l’informazione ? In un inventario in
cui delle realtà cruciali sono trattate al pari di argomenti sportivi o
di intrattenimento, solamente la messa in scena conta: tutto
contribuisce a suscitare emozione, banalizzare, scoraggiare
l’analisi critica. Una informazione pronta per essere “consumata”,
da cui il pubblico non trae una vera comprensione della realtà.
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CAPITOLO 1
IL TEAM – FONDAMENTI STRUTTURALI
1.1 MODELLO ORGANIZZATIVO DELLA DIVISIONE
INTERNET
La divisione internet all’interno di Eurosport nasce accanto alla
funzione tradizionale dell’organizzazione: produrre eventi sportivi
alla TV.
Già da tempo, la stessa gamma di programmi televisivi si stava
producendo in varie lingue, mentre è in corso la creazione di
nuovi canali TV che producono gli eventi sportivi in base alla
specificità del paese di ricezione.
E’ comprensibile che un’impresa come questa sia fortemente
incline a riprodurre la sua business idea nei vari paesi europei,
cosicché le prime divisioni del canale che vengono create
rispondono al criterio geografico e si sviluppano nei paesi di
maggiore utenza come Gran Bretagna e Germania.
La divisione internet è composta da un insieme di teams
relativamente autonomi che si ordinano secondo un modello a due
dimensioni: paese e tipo di sport.
Ogni team è formato dai quattro ai sette elementi (editors) ed ha
un coordinatore al suo interno. Quest’ultimo svolge le stesse
funzioni degli altri editors ma ha anche un ruolo di collegamento
tra il team e il vertice della divisione internet, dalla quale
recepisce le direttive e le trasmette al resto del gruppo.
La maggior parte dei teams (italiano, francese, svedese, spagnolo
e inglese) sono di nuova o recente costituzione; l’organico non è
completo, cosicché non vi è ancora una chiara suddivisione delle
responsabilità a seconda delle aree sportive.
L’organigramma prevede che ogni singola area sia di competenza
di una o due persone fisse. La colonna 2° sport varia secondo le
preferenze del paese; in Italia sarà il basket, in Francia e Gran
2
Bretagna il rugby, in Germania la pallamano, in Svezia l’hokey su
ghiaccio.
La colonna season sports comprende gli sports stagionali come lo
sci o le grandi classiche del ciclismo.
Il team Eurosport.com è il capostipite della divisione e si occupa
dell’universo sportivo da un punto di vista più generale, senza
nessun tipo di ottica nazionale.
Allorché si tengono grandi manifestazioni a carattere mondiale o
europeo coinvolgenti tutti i teams, si istituisce un progetto
comune, avente quindi una stessa interfaccia sul sito internet per
tutti i paesi, in cui variano i contenuti a seconda dell’ottica
nazionale. E’ il caso ad esempio dei campionati europei di calcio,
del Tour de France o delle Olimpiadi. In tal caso viene nominato
un responsabile coordinatore del progetto, generalmente
proveniente dal .com.
football season sport 2° sport motor sport EURO 2000
Tour de
France
resp. progetto resp. progetto
italian coord.
ITA team
german coord.
GER team
swedish coord.
SWE team
spanish coord.
SPA team
french coord.
FRA team
british coord.
GBR team
.COM coord.
.COM team
3
La struttura dei teams evidenzia il suo dinamismo e la forte
inclinazione al compito soprattutto in questi casi in cui gli editors
responsabili delle varie aree sportive di ciascun team si alternano
e si coalizzano nella realizzazione del progetto.
E’ qui che il modello si avvicina all’organizzazione a matrice.
Con questo sistema si ottiene un notevole risparmio di quadri
specializzati, che non vengono utilizzati continuamente in una
sola attività ma ruotano a tempo parziale nei vari progetti.
Maggiori sono tuttavia gli aspetti che allontanano questa struttura
dall’organizzazione a matrice, soprattutto dal punto di vista del
coordinatore del progetto.
Nella matrice, che può essere considerata come una sofisticazione
dell’organizzazione per progetto, vi è la sovrapposizione di una
struttura dinamica per compiti non di routine alla struttura
istituzionale di routine. Quest’ultima comprende le funzioni
tradizionali dell’azienda (progettazione delle interfacce dei siti,
marketing, controlli economici, ecc.) vale a dire tutte le funzioni
di line, tranne la redazione dei contenuti del sito. Il project
manager dovrebbe essere il mediatore fra questi due piani
sovrapposti; colui che si rivolge ai capi delle sezioni funzionali
per ottenere gli uomini e le risorse necessari alla cura del progetto
nei suoi molteplici aspetti: dalla progettazione
all’implementazione. Di fatto, in questo caso, il coordinatore si
occupa solo di controllare l’implementazione mentre tutto il
lavoro preliminare e di costruzione è definito ed attivato dal
direttore della divisione in collaborazione con il vertice strategico.
L’intera struttura della matrice è posta sotto il controllo del
direttore della divisione editor.