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Introduzione
L’argomento che si è scelto di trattare nel presente elaborato è quello della redazione di un
business plan. In uno scenario di costante evoluzione e globalizzazione dei mercati
economici, l’avvento di commercio elettronico ed innovazione tecnologica, l’attività del
moderno imprenditore deve essere sempre più sistematizzata e supportata da adeguati
strumenti di pianificazione aziendale. L’imprenditore di oggi deve entrare nel mercato già
preparato e consapevole di proprio ruolo, con conoscenze di base e competenze specifiche.
Per tale ragione è indispensabile un’attività di analisi dinamica del contesto esterno ed interno
all’impresa, la cui efficacia consiste nel ridurre i margini di eventi imprevisti dal processo di
pianificazione aziendale, causa di rischio imprenditoriale. Il risultato di tale attività di
pianificazione è un documento - guida alla maturazione dell’imprenditore e all’ingresso in un
nuovo settore di riferimento: il business plan, ovvero il piano d’impresa o piano di fattibilità.
Il business plan è un documento di fondamentale importanza, che descrive la business idea in
ogni suo aspetto e che ne attesta la fattibilità. È un importante strumento a supporto della
pianificazione dell’impresa, sia in fase start up che on going. Inoltre, il business plan può
rivolgersi anche ai vari stake - holders dell’impresa, in merito alla credibilità dell’iniziativa,
permettendoli di valutarla ai fini di soppesare le opportunità di successo del progetto.
L’obbiettivo del presente lavoro è nel capire come realizzare un business plan di successo ed
offrire un minimo contributo a coloro che intendono redigere tale documento, in ordine ai
contenuti, ai criteri a agli strumenti logici e tecnici per la sua predisposizione. Una corretta ed
approfondita stesura del piano d’impresa è pressoché essenziale per operare con successo e
continuità nel mercato di riferimento, ma non solo. Il business plan è anche un utile strumento
di controllo gestionale, che mette in evidenza i scostamenti rispetto agli obbiettivi prefissati.
Il presente lavoro si articola in quattro sezioni suddivise in sei capitoli. Nella parte
introduttiva (primi due capitoli) si cerca di fornire un quadro generale sull’argomento: cosa si
intende con termine business plan, quali sono i suoi caratteri generali, principi che ispirano la
sua stesura, a quali possibili funzioni assolve e finalità che persegue, e chi sono i suoi
destinatari. Nel secondo capitolo si sofferma sulla presentazione dell’impresa, sottolineando
l’originalità della business idea e mettendo in evidenza la vision e la mission, che portano alla
definizione degli obbiettivi generali. Infine, si analizza l’importanza di predisposizione di un
documento sintetico, che introduce il lettore del business plan alla natura del progetto, dando
una chiara idea dell’opportunità di business che questo rappresenta: l’ executive summary.
2
Nella seconda parte del presente elaborato (terzo capitolo) si passa alla valutazione
dell’ambiente esterno ed interno dell’impresa, sottolineando come una delle funzioni
aziendali sia quella di prenderne visione, in modo di individuare le opportunità e minimizzare
le minacce. Tale comportamento permette all’imprenditore di essere sempre reattivo agli
stimoli del mondo esterno, diventando efficiente a livello di gestione dell’impresa. Poi si
illustra il processo della definizione delle strategie da mettere in atto, intese come un insieme
delle scelte che determinano il posizionamento dell’impresa nel suo ambiente di riferimento.
Nella terza parte di questo lavoro, sintetizzato nei capitoli quattro e cinque, si procede con
l’illustrazione di una possibile programmazione dell’attività aziendale e con
l’approfondimento delle varie sezioni che costituiscono il business plan: il piano operativo,
economico - finanziario, organizzativo e quello di marketing. Senza pretesa di esaustività e
prendendo coscienza che ogni attività economica rappresenta le sue peculiarità e momenti
specifici, si è cercato di delineare un possibile percorso per la programmazione pratica
dell’attività imprenditoriale, che ha preso spunto dalla business idea. I vari metodi della
valutazione della strategia aziendale ed analisi per indici del bilancio previsionale completano
il quadro teorico di riferimento.
Nell’ultima parte del presente lavoro (sesto capitolo) si affronta un case study, passando allo
sviluppo di un business plan riferito all’azienda “Globus Viaggi Più”, che andrà svolgere un
attività di agenzia di viaggi specializzata nell’incoming turistico e in servizi di marketing per
le imprese turistiche umbre. Si tratta di un business plan redatto per costruire una start - up, la
cui finalità consiste nel offrire un complesso di attività di service corrispondente alle esigenze
del proprio mercato di riferimento. Nel tale progetto si è cercato di mettere in evidenza gli
aspetti peculiari del caso, provvedendo alla costruzione dei piani economico - finanziari, allo
scopo di anticipare gli effetti che è ragionevole attendersi dalla messa in atto delle strategie
competitive. Si precisa che tale azienda è il frutto della creazione del presente elaborato,
ipotizzata allo scopo di illustrare l’applicazione dei concetti teorici ad un caso pratico.
Partendo da queste basi, nel presente lavoro si cerca di capire come realizzare un business
plan e quali sono le principali cause di successo un progetto, fornendo una serie di consigli
utili a coloro che intendono redigere tale documento, volti ad evitare di stilare un piano poco
attendibile o non congruo nella sua interezza. Il lavoro svolto in questa sede non ha la pretesa
di essere esaustivo, in quanto tiene conto che ogni progetto d’impresa rappresenta le sue
particolarità ed esigenze, legate alle finalità perseguite dal documento stesso, inserito in un
contesto di assenza della concezione unanime del business plan.
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Capitolo 1 I caratteri generali di un business plan
1.1 La definizione
Ogni impresa nasce da un idea innovativa, da un’intuizione, che si pone alla base di una
nuova iniziativa imprenditoriale: una scoperta di una nuova tecnologia, l’espansione della
domanda di un prodotto / servizio, la modificazione dei gusti e delle propensioni d’acquisto
dei consumatori, il successo di altre imprese, l’individuazione di un bisogno e di una carenza
del mercato
1
. Solitamente l’innovazione si riferisce alla creazione di una nuova realtà
d’impresa ovvero dell’avvio di un nuovo prodotto, tuttavia può essere riferita anche ai
progetti di diversificazione nell’ambito di imprese già esistenti, come lo sviluppo di nuove
aree di business in un’attività già operante oppure l’avvio di uno specifico business in fase di
cambiamento strategico. Creare e sviluppare con successo un’idea imprenditoriale, in un
sistema competitivo e di mercato estremamente complesso ed evoluto, richiede l’adozione di
un approccio razionale, volto alla rappresentazione degli effetti economici, finanziari e
patrimoniali di un progetto aziendale. Questo processo di analisi cerca di verificare se l’idea
imprenditoriale ha un mercato di sbocco, se il prodotto / servizio potrà essere acquistato dal
consumatore e quale potrebbe essere il prezzo di vendita. A tal fine peso rilevante assume
l’attività di pianificazione complessiva e la redazione di un documento sistematico, che
descrive l’idea imprenditoriale e consente una valutazione oggettiva della fattibilità
dell’attività d’impresa: il business plan.
Il business plan, oppure il piano economico – finanziario, è “uno strumento alla base di un
processo di pianificazione sistematico ed efficace.”
2
Nasce dagli studi di pianificazione e
programmazione ed aiuta a sviluppare la consapevolezza dell’imprenditore e la preparazione
all’ingresso in un nuovo settore di attività economica. Tale documento descrive un progetto
imprenditoriale futuro, delineando il contesto di realizzazione, le scelte strategiche e operative
ritenute più opportune, le prospettive economiche e il fabbisogno finanziario connessi al
progetto. Il business plan descrive il progetto, determina il suo grado di convenienza e quello
1
Montrone A., Musaio A., “Capitale e operazioni straordinarie. La costituzione, i processi evolutivi e la fase
terminale dell’impresa”, McGraw Hill, 2010;
2
Antonio Borello, “Il business plan, dalla valutazione dell’investimento alla misurazione dell’attività
d’impresa”, McGraw Hill, 2005;
4
di rischio ed analizza gli aspetti chiave che permettono di valutarne la fattibilità:
fattori critici di successo;
risorse necessarie (umane, finanziarie, tecnologiche);
tempi di realizzazione;
risultati da raggiungere (economico-finanziari, di mercato, ecc.).
Il processo di business planning consente di passare da una prima idea imprenditoriale a un
modello di business ben congegnato, fondato sulla profonda comprensione del contesto
competitivo e di mercato, che si riflette in un modello economico - redditizio e
finanziariamente sostenibile. La redazione un di un business plan permette all’imprenditore di
evitare errori e chiarire eventuali dubbi. Per realizzare questo documento si ricorre a tecniche
e funzioni aziendali, a fonti informative ed a modalità di analisi macro e microeconomiche.
Gli aspetti macroeconomici tengono conto dello scenario economico, politico e sociale, in cui
dovrebbe operare l’impresa. Gli aspetti microeconomici sono legati alla dinamica economica,
patrimoniale, finanziaria, produttiva, amministrativa e fiscale dell’impresa.
Il business plan rappresenta un’opportunità per l’imprenditore ad approfondire i molteplici
aspetti della sua iniziativa, esaminando le possibili conseguenze delle scelte strategiche
finanziarie, produttive e commerciali all’avvio di una nuova attività economica e limitando il
grado di rischio dell’investimento. L’obbiettivo è quello di capire se il progetto può essere
economicamente conveniente e sostenibile dal punto di vista finanziario. Il business plan
rappresenta anche un utile strumento di controllo gestionale, che mette in evidenza i
scostamenti rispetto agli obbiettivi prefissati. Non è uno strumento assoluto, ma dinamico ed
adattabile ai cambiamenti che avvengono all’interno ed all’esterno dell’impresa.
Il periodo di tempo, a cui si riferisce il business plan, può essere costituito dai primi sei mesi
di vita di un’impresa nuova, ai cinque anni di vita di una società affermata o all’intera durata
di un progetto specifico (una fiera o un congresso di due settimane). Solitamente il focus è sui
primi dodici mesi, con un piano operativo e finanziario più dettagliato, a fronte di un piano
più generale che riguarda i successivi tre o cinque anni.
Non esiste una concezione unanime del business plan, la sua forma è assolutamente libera ed
è strettamente legata alla finalità perseguita dal documento stesso. Tuttavia è opportuno che
nel relativo progetto d’impresa siano rispettati alcuni requisiti minimi in termini di contenuti.
In linea generale, il business plan si compone di due macro - parti: la parte iniziale,
descrittiva, e quella successiva, incentrata sulle proiezioni economico - finanziarie. La parte
descrittiva svolge la funzione della presentazione dell’impresa o del progetto al lettore,
5
trasmette la visione imprenditoriale sottostante. Questa parte si compone degli studi del
mercato e della concorrenza, del prodotto / servizio offerto, del piano strategico ed operativo,
ed anche del piano di finanziamento a sostegno del progetto. La parte economico - finanziaria
è quella più ampia, in quanto copre molte aree di analisi di bilancio e di investimento. Questa
parte è costruita dai diversi prospetti economici e finanziari (stato patrimoniale, conto
economico, flussi di cassa, indici di valutazione, ecc.), che consentono di interpretare i dati
raccolti nella prima parte del business plan, aiutando al lettore nella valutazione del progetto.
La descrizione dell’iniziativa imprenditoriale deve contenere tutti gli elementi che permettere
la valutazione della solidità patrimoniale e finanziaria dell’impresa, ed anche la validità
tecnica, economica e finanziaria del progetto.
A questo fine, il business plan deve dare le seguenti informazioni sulla società proponente, sul
piano di investimento, sul mercato di riferimento e sul piano economico - finanziario
3
:
informazioni sull’azienda ed indicazione se si tratta dell’azienda esistente oppure di
una nuova iniziativa economica;
indicazione del soggetto proponente e del destinatario del progetto d’impresa;
enunciazione sintetica del progetto;
analisi del prodotto / servizio, del settore e del mercato di riferimento;
strategie di marketing:
indicazione delle principali assunzioni adottate con evidenza delle probabilità di
accadimento stimate;
struttura di management;
evidenza del rendimento e del rischio complessivo del progetto;
piano di realizzazione e i capitali necessari;
dichiarazione di conformità alle Linee Guida di redazione del Business Plan emanate
dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, in caso
di applicazione degli stessi;
esplicitazione dei riferimenti temporali, in particolare la data di stesura del documento
e la data della sua comunicazione al destinatario.
In linea generale, il business plan deve essere sintetico ma esauriente, comprensibile anche ai
non esperti di quell'area scientifica, deve essere anche credibile, cioè basato su previsioni
3
Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, Gruppo di Lavoro, Area Finanza
Aziendale, “Linee guida alla redazione del business plan”, marzo 2011;
6
sensate e facilmente verificabili, e realista, ossia consapevole delle difficoltà che attendono
l’impresa. Inoltre, questo documento deve essere completo in merito alle informazioni sui
ritorni finanziari attesi e sul rientro degli investimenti.
La divulgazione di informazioni confidenziali, contenuti nel business plan potrebbe
danneggiare l'azienda riducendo il suo vantaggio competitivo. Per tutelare l’azienda si
possono usare gli accordi di riservatezza oppure le numerazioni di controllo. In primo caso si
tratta di una dichiarazione, che indica che le informazioni contenute nel piano sono di
proprietà dell’azienda e pertanto non possono essere trasmesse, copiate, rivelate od utilizzate
in altro modo. L’accordo può essere in forma sia verbale che scritta, talvolta con una
dichiarazione da firmare. Quest’ultima rappresenta una scelta a volte non gradita agli
investitori e sarà quindi necessario giustificarne l’adozione. In secondo caso si tratta
dell’apposizione sulla prima pagina del piano d’impresa della numerazione di controllo, quale
si riferisce ad un registro tenuto dall’imprenditore. Questo metodo permette di rintracciare le
persone a cui è stato consegnato il relativo piano d’impresa e le date in cui è avvenuta la
consegna. Nel caso in cui una delle persone alla quale è stato consegnato il business plan non
diventasse un investitore, la numerazione di controllo renderà più agevole per la società la
richiesta di restituzione.
1.2 I principi generali
L’obbiettivo di questo paragrafo è quello di illustrare i principi generali di redazione del
business plan a cui il redattore dovrebbe ispirarsi in sede di realizzazione del piano d’impresa.
Tali principi concernono l’atteggiamento mentale e la motivazione che devono animare il
redattore in sede di predisposizione di un documento aziendale a carattere previsionale.
I principi generali di redazione di un business plan sono seguenti
4
:
chiarezza;
completezza;
affidabilità;
attendibilità;
4
Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, Gruppo di Lavoro, Area Finanza
Aziendale, “Linee guida alla redazione del business plan”, marzo 2011;
7
neutralità;
trasparenza;
prudenza.
Il principio di chiarezza è inteso come semplicità di lettura e comprensibilità, e consente al
lettore del documento di comprendere immediatamente gli obbiettivi dell’idea
imprenditoriale, gli strumenti per realizzarla e le risorse per sostenerla.
Il principio di completezza implica l’inclusione di ogni informazione rilevante ai fini
dell’effettiva e consapevole comprensione del progetto imprenditoriale. In ogni caso, tale
principio deve essere coordinato con quello di chiarezza. Il principio di completezza è inteso
come completezza dell’ambito di riferimento del documento (completezza sostanziale),
oppure come completezza dei contenuti documentali (completezza formale). La prima
accezione implica che l’analisi dell’iniziativa imprenditoriale non deve limitarsi agli elementi
propri dell’iniziativa stessa, ma deve studiare le interferenze significative di quest’ultima con
tutte le aree aziendali, valutando la relativa compatibilità. La seconda accezione significa che
il business plan deve essere costituito almeno dai seguenti documenti essenziali:
descrizione del progetto imprenditoriale;
descrizione del prodotto / servizio;
storia dell’azienda, dei soci, degli amministratori e del top management;
analisi della struttura organizzativa dell’impresa;
analisi degli aspetti amministrativi,
analisi delle risorse umane;
analisi della logistica;
analisi del mercato e le scelte di marketing;
piano delle vendite del prodotto / servizio;
piano degli investimenti;
analisi del know how;
descrizione del ciclo produttivo, degli aspetti ambientali e di sicurezza;
analisi della struttura finanziaria;
previsioni patrimoniali, economiche e finanziarie;
punti di forza e di debolezza del progetto;
eventuali allegati.
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I principi di affidabilità ed attendibilità intendono l’affidabilità delle assunzioni ed
attendibilità dei procedimenti nella stesura del business plan. In relazione all’affidabilità della
procedura della raccolta dei dati, e alla loro successiva elaborazione è necessaria la
documentazione della relativa raccolta, l’elaborazione sistematica dei dati e il controllo
sull’analisi dei dati. In relazione all’attendibilità, bisogna rappresentare una simulazione come
una proiezione fattibile nell’ambito delle condizioni generali in cui l’impresa opera. Il
business plan soddisfa il requisito dell’affidabilità in presenza delle seguenti condizioni
5
:
indicazione di tutte le variabili di input o di output alla base del suo sviluppo;
esplicitazione delle modalità di costruzione dei modelli per la formulazione delle
proiezioni;
dichiarazione delle assunzioni e delle ipotesi sottostanti allo sviluppo delle proiezioni;
rappresentazione delle fonti dei dati alla base delle proiezioni.
Il business plan soddisfa il requisito dell’attendibilità quando, in relazione alle simulazioni
proposte dal piano, i riscontri logico - quantitativi effettuabili sui singoli elementi costitutivi e
rappresentazioni globali dello stesso risultano compatibili, coerenti e ragionevoli. Il giudizio
di attendibilità conforta il lettore in merito alla realizzabilità del progetto.
L’attendibilità del business plan va realizzata e riscontrata preliminarmente, nell’
individuazione sia delle singole risorse da allocare nel processo produttivo che dei scenari
complessivi previsti (di mercato, tecnologici, economici, finanziari, ecc.). L’attendibilità nella
scelta e allocazione delle risorse va verificata in relazione alla loro disponibilità e la fattibilità
della loro combinazione produttiva. Il requisito della disponibilità va verificato nella quantità,
nella qualità e nel tempo delle risorse stesse. La quantità delle risorse disponibili è rilevante,
perché la corretta quantificazione del loro fabbisogno consente di verificarne la disponibilità e
il grado di rispondenza alle esigenze specifiche sulla base delle condizioni del mercato di
riferimento. Anche la qualità delle risorse disponibili è rilevante, in quanto la specializzazione
del processo produttivo implica un fabbisogno delle risorse altrettanto specializzate (in
termini di personale, macchinari, attrezzature, materiali, ecc.). Il fattore tempo è sempre
rilevante, perché riuscire a pianificare la dinamica temporale del fabbisogno delle risorse
necessarie attribuisce al business plan maggiore attendibilità. Il requisito della fattibilità della
combinazione tra le risorse produttive, invece, deriva dalla verifica della compatibilità tra
5
Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, Gruppo di Lavoro, Area Finanza
Aziendale, “Linee guida alla redazione del business plan”, marzo 2011;
9
risorse stesse e tecnologia impiegata, tra regole eco - politiche e processi produttivi, tra
mercato ed obbiettivi di business, tra necessità e mercato delle fonti e cosi via.
L’attendibilità del business plan va riscontrata anche nella rappresentazione globale del piano
d’impresa nei suoi obbiettivi complessivi e nei diversi aspetti che lo caratterizzano
(tecnologico, commerciale, economico, finanziario, ecc.). Il redattore del business plan deve
esaminare criticamente il piano nei suoi aspetti aggregati ed individuare le aree di criticità.
Il principio di neutralità intende che il business plan deve essere redatto con criteri obiettivi e
ponderati, ciò significa che il contenuto di tale documento non può essere influenzata da fini
non dichiarati del redattore. Tale principio deve guidare colui che elabora il piano d’impresa,
con l’obbiettivo di informare il soggetto economico interessato sull’evoluzione della
situazione aziendale nel suo complesso e delle varie aree che la compongono.
Il principio di trasparenza significa che deve essere possibile percorrere a ritroso ogni
elaborazione del piano, dalla sua sintesi al singolo elemento di analisi. Tale eventualità può
richiedere l’accesso ad informazioni e documentazione disponibile presso l’azienda cui si
riferisce. In ogni caso il business plan deve enunciare i principi contabili e le metodologie di
calcolo sui quali si fondano le previsioni elaborate. Inoltre dalle informazioni fornite al lettore
deve essere identificabile la fonte. Il principio di trasparenza intende anche che
l’informazione contenuta nel business plan deve avere un equilibrato livello di dettaglio, ai
fini di offrire tutti i dati necessari per la comprensione del lettore.
Il principio di prudenza implica valutazioni ragionevoli e spiegazioni adeguate sui criteri
adottati. Il business plan rappresenta gli scenari più probabili alla data di redazione del piano
pluriennale. In caso di diversi scenari alternativi è necessario adottare quello che fornisce
minori ricavi e / o maggiori costi oppure una maggiore esposizione debitoria.
In ottemperanza ai principi generali di redazione del business plan, il documento aziendale
deve dichiarare se è stato elaborato in conformità delle Linee Guida alla redazione del
Business Plan pubblicate in data 23.05.2011 dal Consiglio Nazionale dei Dottori
Commercialisti ed Esperti Contabili sul sito nazionale www.cndcec.it. Qualora il redattore
non abbia potuto o voluto aderire a taluni principi è fatto obbligo di specificare nella
redazione di quali parti del business plan il redattore ha ritenuto o è stato indotto a non
applicare i principi menzionati, a quali principi ha derogato e per quali motivazioni (carenza
di informazioni, indisponibilità di tempi adeguati per le analisi o altra ragione). Ma qualora il
redattore non abbia potuto o voluto aderire a tutti i precetti statuiti dai suddetti principi, non
può in alcun caso citarli nel contesto del documento elaborato.
10
1.3 Le funzioni e le finalità
Il business plan ha una doppia funzione che corrisponde alle diverse finalità perseguite dai
suoi destinatari. La qualità di questo documento come strumento interno di analisi e
pianificazione, a supporto dell’imprenditore, costituisce la sua funzione interna, ossia rivolta
all’azienda. In questo caso il relativo piano rappresenta uno strumento che permette
all’azienda di razionalizzare ed esplicitare la business idea. Infatti, la sua redazione impone
l’identificazione dei fattori di successo e delle lacune del progetto, consentendo di focalizzare
l’idea imprenditoriale nei suoi dettagli. Qualora il business plan evidenziasse la carenza delle
condizioni per il successo del progetto, esso non va portato avanti, evitando in tal modo gravi
perdite future. Nel caso di riscontro della fattibilità della business idea, gli elementi in esso
contenuti permettono di definire la strategia da seguire per l’impresa.
Per le iniziative imprenditoriali, specialmente se in rapido sviluppo, il business plan è uno
strumento di gestione fondamentale, che si può utilizzare per diverse finalità
6
:
rappresenta un espressione formale del processo di pianificazione;
analizzare la validità e la solidità del progetto d’impresa;
valutare la gestione operativa dell’impresa;
valutare l’introduzione di nuovi prodotti / servizi;
valutare i punti di forza e debolezza dell’impresa;
adottare nuovi obbiettivi e fornire una guida strategica;
individuare le strategie alternative praticabili;
ottimizzare l’uso delle risorse;
valutare l’ingresso in nuovi mercati;
fornire le informazioni necessarie per costruire la struttura finanziaria di operazioni
d’acquisizione;
promuovere i rapporti con possibili partner in joint venture e con i più importanti
clienti, fornitori e distributori.
In altri casi, questo documento ha una valenza esterna di comunicazione, in quanto rivolto ad
operatori economici non appartenenti all’impresa, in merito alla credibilità dell’iniziativa
imprenditoriale, la sua potenzialità ed i rischi ad essa connessi. L’obbiettivo di redazione del
6
Bastia Paolo, “Sistemi di pianificazione e controllo”, Mulino, sec. ed., 2001;
11
business plan in questo caso consiste:
consente di verificare la capacità del piano d’impresa di illustrare in modo organico
ed esaustivo i suoi contenuti e le potenzialità;
dimostrare la continuità aziendale ai terzi;
accedere ai fonti di finanziamento;
richiedere le agevolazioni pubbliche;
partecipare alle gare d’appalto.
Il business plan ha lo scopo di motivare e di coinvolgere altri soggetti alla conquista degli
obbiettivi di realizzazione dell’idea imprenditoriale, permettendo ai lettori di analizzarla e
valutarne l’effettiva possibilità di realizzo
7
.
Tale documento è utile anche come supporto informativo nell’ambito delle operazioni
straordinarie dell’impresa. Solitamente il business plan viene concepito come uno strumento
da utilizzare per l’avvio di una nuova impresa, ma la sua funzione non è limitata soltanto a
questo obbiettivo. Il business plan è uno strumento estremamente flessibile, ed è utilizzabile
sia in fase start - up, che on- going di un’impresa, per la valutazione delle operazioni
straordinarie (acquisizioni, fusioni, scissioni, quotazione sui mercati finanziari regolamentati,
riconversione, ecc.), nonché nella situazione di crisi d’impresa.
Le normative nazionali e dell’Unione Europea subordinano l’accettazione delle domande di
finanziamenti agevolati alla presentazione del business plan dell’impresa. Il legislatore
nazionale ha reso obbligatoria la redazione di questo documento, e di conseguenza la sua
diffusione ha consentito di incrementare l’applicazione delle valutazioni previsionali, sia
nell’ambito della finanza agevolata, ma anche per i finanziamenti privati, e soprattutto nella
pianificazione economica, finanziaria e strategica dell’impresa. In ambito internazionale il
business plan rappresenta lo strumento essenziale del management accounting, inteso come
insieme di principi, tecniche e strumenti impiegati dalle imprese per pianificare le strategie,
ottimizzare l’uso delle risorse, migliorare la comunicazione interna ed esterna, ecc.
Il business plan ha molteplici finalità: inizialmente verifica la fattibilità economica della
business idea, ma successivamente si estende alla valutazione completa del progetto, per
passare infine alla definizione del piano operativo.
7
Vescovi Tiziano, “La guida del sole 24 ore al Piano di Marketing. Gli strumenti e le modalità per pianificare la
strategia giusta per ogni azienda. Pianificazione strategica e relazioni con il mercato. Cultura d’impresa e
gestione per processi. Creatività e operatività”, Il sole 24 ore, 2005;