1
Introduzione
Il bilancio consolidato è il documento contabile
utilizzato per descrivere, alla chiusura di un periodo
amministrativo, la situazione patrimoniale e finanziaria di
un gruppo di aziende e per analizzare l’andamento
economico manifestatosi nel periodo.
Esso è diverso dal bilancio d’esercizio delle singole
imprese perché ne ignora la loro separata autonomia
giuridica prendendo in considerazione solo i rapporti e le
operazioni realizzate con entità esterne.
La sua introduzione in Italia avviene con il D. Lgs.
127/1991 il quale trae, a sua volta, ispirazione dalla VII
direttiva comunitaria. Queste disposizioni non hanno
generato modifiche dirette al Codice Civile.
Gli obiettivi che tale documento intende perseguire
sono:
- rappresentare fedelmente la situazione economico
finanziaria del gruppo;
- manifestare con trasparenza la struttura e la
composizione del gruppo;
- depurare la rilevazione dagli effetti economico
finanziari generati dalle operazioni infragruppo.
La redazione di un bilancio consolidato rappresenta
una delle tematiche di rilievo nel panorama delle aziende
moderne perché il bilancio d’esercizio non risulta essere
più in grado di soddisfare i bisogni di conoscenza dei terzi
che interagiscono col gruppo di imprese.
2
Il presente elaborato affronta il tema della
costruzione del bilancio consolidato attraverso il metodo
integrale mettendo altresì in luce le diverse teorie illustrate
dagli autori che hanno affrontato l’argomento in questi
anni e ponendo l’accento sulle diverse disposizioni che
legislatore nazionale, principi contabili nazionali ed
internazionali hanno emanato sull’argomento.
Il percorso seguito nello strutturare il lavoro parte da
una linea teorica per poi passare, capitolo dopo capitolo,
sempre di più verso aspetti pratici.
La tesi si articola in quattro capitoli.
Tutto prende avvio dal capitolo uno, dove viene
innanzitutto illustrato il fenomeno della collaborazione e
cooperazione tra le aziende e determina un’aggregazione,
cioè una struttura formata da più unità produttive, distinte
giuridicamente, legate tra loro da relazioni di tipo
economico: i gruppi costituiscono la manifestazione più
appariscente di tale fenomeno. Da questo concetto si passa
poi alla definizione dell’area di consolidamento ed alla
definizione degli schemi di bilancio.
Nel trattare il tema occorre sicuramente tenere conto
del processo di armonizzazione internazionale che si sta
sviluppando e che porterà ad una convergenza verso i
principi IAS per cui, dopo aver analizzato le differenze
sostanziali tra disciplina contabile nazionale ed
internazionale, sono state illustrate le proposte formulate,
in questa direzione, dall’OIC concernenti la modifica del
bilancio consolidato.
Nel capitolo due vengono illustrati i metodi di
consolidamento e le procedure da adottare. Ampio spazio
3
viene, poi, dato alle operazioni di pre – consolidamento,
elementi fondamentali per raggiungere obiettivi di
l’omogeneità di tutti i bilanci in relazione a forme e
contenuti degli schemi, contenuti delle singole voci, data
di chiusura, criteri di valutazione e moneta di conto
utilizzata.
Nel terzo capitolo verranno descritte analiticamente
le rettifiche di consolidamento vere e proprie: come
sappiamo, il bilancio consolidato trae, appunto, origine
dall’aggregazione dei bilanci delle unità giuridicamente
autonome facenti parte del gruppo, ma non rappresenta
una semplice somma di valori perché esso è lo strumento
di rappresentazione delle operazioni intraprese con
soggetti esterni al gruppo: per raggiungere questa finalità
occorre annullare le partite reciproche perché
costituiscono solo un trasferimento di risorse interne al
gruppo stesso.
Le operazioni di consolidamento rappresentano il
cuore del problema sotto l’aspetto contabile.
Al termine del percorso viene affrontato un caso
pratico di consolidamento.
Come ormai è noto, nel panorama italiano ci sono
ancora molte imprese che redigono il bilancio secondo i
principi contabili nazionali come la Cavamarket SpA,
azienda della quale si sono analizzate le tecniche di
redazione del bilancio consolidato evidenziando anche la
diversità di alcune valutazioni nel caso fossero stati
adottati i principi contabili IAS/IFRS.
Angelo Quaranta
4
Capitolo 1: La struttura e il
contenuto del bilancio consolidato
1.1. Le fonti normativo – professionali
Il quadro di riferimento per la redazione del bilancio
consolidato è composto da regole di natura giuridica, dalla
normativa civilistica di derivazione comunitaria, e dai
principi contabili, nazionali e internazionali.
La ricerca di un sistema contabile che possa essere
applicato su scala mondiale da tutti quanti i tipi di imprese
è, senza esagerare, una missione difficilissima da
realizzare in quanto vi sono un eccessivo numero di realtà
economiche da considerare, ognuna con le sue
peculiarità
1
. Di conseguenza tali diversità hanno portato
alla realizzazione di sistemi contabili diversi da paese a
paese da cui ovviamente scaturiscono notevoli resistenze
al cambiamento.
In un mercato fortemente globalizzato quale quello
attuale, un’efficiente allocazione delle risorse richiede
necessariamente un’armonizzazione contabile tra i diversi
Paesi. Solo l’adozione di un linguaggio contabile comune
consente, in ogni istante e luogo, un confronto sensato tra
i bilanci di imprese appartenenti a contesti economici
differenti. In questa ipotesi gli investitori potranno
agevolmente individuare le opportunità di investimento
1
R. DE CICCO, Mercati dei capitali e informativa dei bilanci
d’impresa e consolidati: impostazione tradizionale e IAS/IFRS a
confronto, Giappichelli editore, Torino 2006, pag.20.
5
fino a quel momento offerte dal mercato ed indirizzare
così le loro risorse verso quei settori più virtuosi. Il
finanziamento delle imprese più efficienti favorisce alla
lunga una distribuzione ottimale delle risorse a livello
mondiale
2
.
Già nel 1978 Mason condusse un’indagine i cui
risultati rilevavano che molte classi di stakeholders quali i
creditori, le società di revisione, i governi locali avrebbero
molto apprezzato un’armonizzazione fra i principi
contabili
3
.
Soprattutto i governi locali, onde evitare il rischio di
doppie imposizioni, attraverso patti bilaterali hanno
offerto il loro contributo al processo di
internazionalizzazione delle imprese e di armonizzazione
dei principi contabili.
Si può affermare che un fattore molto importante
per il corretto funzionamento del mercato è la fiducia
degli investitori: anche per questo motivo i principi
contabili hanno subito una revisione che ha notevolmente
ridotto la possibilità di arbitraggi contabili che incidevano
negativamente sulla comparabilità nel tempo e nello
spazio dei bilanci.
Possiamo dare al concetto di armonizzazione
contabile due connotazioni: una limitativa e una
restrittiva. Nel primo caso, riscontrato negli anni ’70 nella
2
F. MARINIELLO, Bilancio consolidato: aspetti economici e giuridici,
Giappichelli editore, Torino 1999, pag. 13.
3
R. DE CICCO, Mercati dei capitali e informativa dei bilanci
d’impresa e consolidati: impostazione tradizionale e IAS/IFRS a
confronto, Giappichelli editore, Torino 2006, pag.20.
6
realtà anglosassone, si fa riferimento a determinate
categorie di imprese, i cui interessi sorpassano i confini
nazionali, le quali avrebbero dovuto redigere due tipi di
bilancio: uno secondo i principi nazionali e l’altro secondo
i principi internazionali. La seconda accezione, invece,
consiste nel far recepire a qualsiasi impresa l’applicazione
di determinati postulati cui ispirarsi ai fini della redazione
del bilancio: un esempio è il recepimento delle direttive
CEE
4
.
Dagli anni settanta del secolo scorso il legislatore ha
scelto lo strumento della direttiva allo scopo di
promuovere l’armonizzazione delle regole contabili: la
direttiva, rispetto al regolamento, ha il pregio di
comportare dei cambiamenti assimilabili gradualmente in
un consistente periodo di tempo. Essa, infatti, è un mezzo
giuridico indiretto perché non dà vita a norme
immediatamente applicabili, ma stabilisce degli obiettivi
che ogni stato membro può raggiungere in maniera
diversa attraverso gli strumenti della normativa nazionale.
Tuttavia più una direttiva lascia discrezionalità alla
legislatura nazionale minore sarà il risultato in termini di
uniformità.
Ecco l’elenco delle direttive riguardanti il bilancio
consolidato, emanate dalla Comunità europea:
- 660/78 relativa ai conti annuali di alcune società;
- 349/83 relativa ai conti consolidati;
4
R. DE CICCO, Mercati dei capitali e informativa dei bilanci
d’impresa e consolidati: impostazione tradizionale e IAS/IFRS a
confronto, Giappichelli editore, Torino 2006, pag.21.
7
- 635/86 relativa ai bilanci annuali e consolidati
delle banche e degli altri istituti finanziari;
- 674/91 relativa ai conti annuali e consolidati delle
imprese di assicurazione;
- 51/2003 che modifica tutte le precedenti direttive.
Le modifiche introdotte da tali direttive hanno
toccato i seguenti temi:
- l’adattamento della struttura dello stato
patrimoniale e del conto economico con la possibilità di
introdurre ulteriori documenti come il rendiconto
finanziario;
- la possibilità di rivalutare tutti i tipi di
immobilizzazioni sia materiali sia immateriali;
- la facoltà di rivalutare tutte le attività al fair value;
- l’autorizzazione a dare contenuto al principio della
sostanza sulla forma;
- l’abolizione dell’obbligo di possedere una
partecipazione al fine della composizione del bilancio
consolidato.
La VII direttiva CEE sull’informazione consolidata
identifica l’insieme di imprese che costituiscono il gruppo
sulla base di criteri oggettivi che si fondano sulle
definizioni di controllo e indipendenza, in cui ovviamente
sussiste un legame di natura partecipativa. L’area di
consolidamento, sottoinsieme dell’area di gruppo, risulta
essere delimitata da un’esplicita e analitica definizione di
8
casi di esclusione obbligatoria e facoltativa delle imprese
controllate
5
.
In seguito, con la direttiva comunitaria 51 del 2003
sono stati apportati dei cambiamenti relativamente alle
disposizioni riguardanti l’area di consolidamento che
hanno determinato un’estensione della stessa attraverso il
riconoscimento dell’esistenza del controllo anche in
assenza di partecipazione, ed inoltre, attraverso la
riduzione dei casi di esclusione delle controllate dal
consolidamento analitico
6
.
In sintesi, emerge chiaramente il disegno compiuto
dalla Comunità Europea a favore dell’applicazione dei
principi contabili internazionali, almeno per i bilanci
consolidati dei gruppi quotati, al fine di una migliore
comunicazione economico – finanziaria in Europa
7
.
I principi contabili internazionali sono emanati
dall’International Accounting Standards Board, lo IASB,
il quale racchiude al suo interno oltre cento organismi in
rappresentanza di molti paesi del Mondo, tra cui c’è
ovviamente l’Italia con l’OIC. Lo IASB nasce nel 2001
dal rinnovamento dello IASC (International Accounting
Standards Committee), nato a sua volta nel 1973 a
5
L. LUCIANETTI, Bilanci d’impresa e bilanci tipo, Giappichelli,
Torino 1998, pag.492 – 493.
6
P. ANDREI, Bilancio consolidato: Novità dei principi contabili
nazionali e internazionali, procedure operative, esempi e casi, a cura
di L. Rinaldi, Il sole 24 ore, Milano 2008 pag.32.
7
A. PRENCIPE – P. TETTAMANZI , Bilancio consolidato: tecniche di
redazione e di analisi secondo i nuovi principi contabili
internazionali, Egea, Milano 2009, pag.18.
9
Londra, e ha lo scopo di “formulare e diffondere,
nell’interesse comune, i principi da osservarsi nella
predisposizione dei bilanci promuovendo la loro
accettazione e applicazione a livello mondiale, e di
adoperarsi per il miglioramento e l’armonizzazione delle
regole, dei principi e delle procedure contabili relativi alla
formazione dei bilanci”
8
. Lo IASC emana dei principi
denominati IAS (Intrenational Accounting Standards);
oggi con il passaggio allo IASB i nuovi principi contabili
assumono la denominazione di IFRS (International
Financial Reporting Standard)
9
. Analizzando la struttura
dello IASB, si può notare che l’organo principale è il
Board, il quale stabilisce il programma dei lavori e le linee
di sviluppo ed approva i principi prima della loro
emanazione; accanto ad esso vi è lo Standards Advisory
Council che provvede a coordinare l’attività dello IASB
con quella degli organismi nazionali preposti a redigere i
principi contabili; il Trustee Appointments Advisory
Group, invece, nomina gli esperti che elaboreranno i
principi contabili ed è, inoltre, garante dell’attività dello
IASB; un ultimo organo è l’IFRIC (International Financial
Reporting Interpretations Committee)
10
che ha il compito
di fornire interpretazione sui principi già emanati. Tutto
ciò avviene sotto il patrocinio di una fondazione, la IASC
8
IASB, About us, tratto dal sito http: //www.iasb.org.
9
P. ZAMBON – W. ROTONDARO, Guida operativa al bilancio
IAS/IFRS, Maggioli Spa, Torino 2006 p.25.
10
Dal 2002 ha sostituito il SIC, lo Standing Interpretation Committee.
10
Foundation, che nomina i membri degli organi
precedentemente analizzati
11
.
Il processo di emanazione di un principio contabile
internazionale deve seguire un iter ben preciso: lo IASB,
infatti, dopo aver definito gli obiettivi che intende
conseguire richiede pareri e suggerimenti al SAC,
pubblica un documento per avviare una discussione
pubblica sulla stesura del principio, pubblica, quindi una
bozza del principio per ottenere ulteriori commenti ed,
infine, emana il principio definitivo.
Tutto ciò al fine di migliorare la qualità dei bilanci,
in un’ottica di sviluppo e miglioramento continuo dei
principi contabili.
A seguito dell'adozione dei principi contabili
internazionali, le società che obbligatoriamente o
facoltativamente redigono il proprio bilancio consolidato
secondo i principi IAS/IFRS hanno come riferimenti
principali i seguenti documenti:
IAS 27 Bilancio consolidato e separato;
IFRS 3 Aggregazioni aziendali;
IAS 28 Partecipazioni in collegate;
IAS 31 Partecipazioni in joint-venture.
Altri principi contabili internazionali non
esclusivamente né principalmente inerenti al consolidato
hanno comunque un impatto sulla redazione dello stesso.
Tra quelli ritenuti di maggiore rilievo ai fini della
seguente trattazione si rammentano:
11
A. QUAGLI, Bilancio d’esercizio e principi contabili, Giappichelli
editore, Torino 2004, p. 18.
11
IAS 1 Presentazione del bilancio;
IAS 12 Imposte sul reddito;
IAS 21 Effetti delle variazioni dei cambi delle
valute estere.
Ovviamente il riferimento principale è lo Ias 27;
esso nasce nel 1989 ma non è stato il primo documento
inerente al bilancio consolidato prodotto dal Board che già
nel 1976 aveva elaborato lo Ias 3 riguardante giustappunto
questo argomento. Lo Ias 27 innova profondamente
quanto elaborato dal precedente principio perché tocca
degli aspetti importanti quali la nozione di controllo, la
forma giuridica delle imprese, gli esoneri per i gruppi
minori, le esclusioni delle controllate dal consolidamento.
Nel 1994, nel 1998 e nel 2000 esso è stato oggetto di lievi
modifiche solo sul piano formale. Inoltre, sono stati
emessi anche due documenti interpretativi: il Sic 12,
datato 1998, riguardante la nozione di controllo
applicabile alle Special Purpose Entities, e il Sic 33 che
concerne la considerazione degli elementi potenziali nella
valutazione del controllo, in vigore dal 2002.
I principi contabili internazionali hanno influenzato
l’elaborazione del principio contabile nazionale n. 17del
1996 intitolato “Il bilancio consolidato”, il quale è stato
revisionato e denominato Oic 17 nel 2005
12
.
12
P. ANDREI, Bilancio consolidato: Novità dei principi contabili
nazionali e internazionali, procedure operative, esempi e casi, a cura
di L. Rinaldi, Il sole 24 ore, Milano 2008 pag.33.
12
Ma prima di parlare della prassi contabile nazionale
ecco un breve accenno alle norme emanate dal legislatore
in recepimento delle direttive UE.
In Italia la normativa attinente al bilancio
consolidato è stata introdotta attraverso il D. Lgs.
127/1991 che accoglieva nel nostro ordinamento la quarta
e la settima direttiva della Comunità Economica Europea
concernente i conti annuali e i conti consolidati
13
.
Le disposizioni che ci vengono fornite dal decreto
legislativo 127/1991 costituiscono il riferimento
normativo principale per definire l’area di
consolidamento, mentre all’Oic 17 spetta una funzione
integrativo - interpretativa sulla base dei principi basilari
forniti dalla legge
14
.
Non viene fornito un criterio unitario per definire
l’area di consolidamento perché tale nozione si evince
coordinando tra loro diverse norme: quelle che
identificano i soggetti obbligati a redigere il consolidato
(soggetti attivi) e quelle che identificano le imprese
controllate da includere nel consolidato (soggetti passivi).
E’ comunque giusto rilevare che i rapporti tra i
principi contabili e le norme dettate dal Codice civile sono
stretti: i primi, infatti, aiutano a chiarire e completare
quanto disposto dal Codice poiché le sue norme non
possono scendere troppo nei dettagli; quindi i principi
contabili hanno la funzione di interpretare in chiave
13
Esattamente le direttive a cui viene fatto riferimento sono la n.
78/660/CEE e n. 83/349/CEE in materia di conti annuali e consolidati.
14
OIC 17, Il bilancio consolidato, pag.4.
13
tecnica le norme di legge e quella di integrare tali regole
qualora queste fossero lacunose.
I principi contabili nazionali sono emanati dall’OIC,
acronimo di Organismo Italiano di Contabilità, costituito
sotto la veste giuridica di fondazione il 27 novembre
2001. Al suo interno ci sono diverse organizzazioni e tra
esse bisogna menzionare il Consiglio Nazionale dei
Dottori Commercialisti e il Consiglio Nazionale dei
Ragionieri (CNDC-CNR) cui era attribuito, fino al 2001,
il compito della stesura dei primi trenta principi contabili
ai quali si sono aggiunti di recente i documenti dell’OIC.
Tali principi devono essere applicati alle aziende
pubbliche, private e non profit per le quali non è prevista
l’applicazione degli IAS. L’esigenza, sottostante alla
nascita dell’OIC, avvertita dai principali organismi
pubblici e privati è quella di “costituire uno standard setter
nazionale dotato di ampia rappresentatività, capace di
esprimere in modo coeso le istanze nazionali in materia
contabile”
15
. Gli organi principali dell’OIC sono
16
: il
Collegio dei Fondatori, costituito dagli Enti che
contribuiscono al patrimonio e al fondo di gestione della
fondazione; il Consiglio di Amministrazione, con
funzione di indirizzo e controllo dell’attività; il Comitato
Esecutivo, nominato dal Cda e deputato allo svolgimento
dell’attività tecnica e gestoria della fondazione; il
Comitato Tecnico-Scientifico, la cui attività è quella di
15
ORGANISMO ITALIANO DI CONTABILITÀ, L’OIC si presenta, tratto
dal sito http: //www.fondazioneoic.it.
16
ORGANISMO ITALIANO DI CONTABILITÀ, La struttura, tratto dal sito
http://www.fondazioneoic.it.
14
elaborare i principi contabili nazionali e di partecipare alla
stesura di quelli internazionali; infine, il Collegio dei
Revisori dei Conti che accerta la regolare tenuta della
contabilità; partecipano inoltre, in qualità di osservatori,
alle riunioni tecniche della fondazione alcune istituzioni
come il Ministero dell’Economia, il Ministero della
Giustizia, la Banca d’Italia, la Consob e l’Isvap.
Bisogna rilevare che i principi contabili nazionali e
quelli internazionali non sono del tutto privi di
collegamenti poiché l’OIC ha anche il compito di
armonizzare i principi contabili italiani a quelli
internazionali.
Dal 2005 il Consiglio d’Europa, attraverso il
regolamento 1606/2002, ha stabilito che tutte le società
quotate sui mercati finanziari europei, banche,
intermediari finanziari e società emittenti strumenti
finanziari presso il pubblico devono redigere il loro
bilancio consolidato in base ai principi IASB e dal 2006
tali principi devono essere impiegati anche per redigere il
bilancio d’esercizio.
L’Italia recepisce tale regolamento attraverso il
D.Lgs 38/2005. Esso prevede l’obbligo per le società
quotate di redigere i bilanci consolidati in conformità ai
principi contabili internazionali. Le società di capitali non
quotate, invece, cioè la gran parte delle imprese italiane,
hanno solamente la facoltà di applicare i principi contabili
internazionali per cui, volendo, potranno continuare a fare
15
riferimento alla disciplina nazionale composta dal Codice
Civile e dall’Oic 17
17
.
1.2 Il concetto di gruppo
Il bilancio consolidato è il documento contabile
idoneo a rappresentare la situazione patrimoniale –
finanziaria ed il reddito di esercizio di un gruppo di
imprese
18
.
Possiamo definire il gruppo come un complesso
economico costituito da più aziende, aventi in prevalenza
la forma giuridica di società per azioni, le quali, pur
mantenendo inalterata la loro autonomia giuridica,
vengono controllate da un medesimo soggetto economico,
che coordina le attività di ognuna secondo una strategia
comune
19
.
Schematizzando, un gruppo è definito tale quando vi
sono
20
:
a) una pluralità di società giuridicamente
distinte;
b) un soggetto economico comune;
17
Per un maggiore approfondimento: FONDAZIONE LUCA PACIOLI,
L’applicazione dei principi contabili internazionali (IAS/IFRS) in
Italia, tratto dal sito www.fondazionelucapacioli.it.
18
O. CAGNASSO – P. LOCATELLI, Il bilancio consolidato: profili della
disciplina, Giappichelli, Torino 1997, pag. 7.
19
S. TERZANI, Il bilancio consolidato, CEDAM, Padova 1990, pag. 6.
20
V. MIGLIACCIO, Le diverse concezioni di gruppo: approfondimenti
critici, pubblicato su Rivista italiana di ragioneria e di economia
aziendale, anno 2009, volume 109, fascicolo 1/2, pag. 99.