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Volendo ripercorrere un viaggio a ritroso nel tempo e investiti di
un ruolo quanto mai affascinante, quello di �viaggiatori� attraverso le
testimonianze iconografiche, si prenderebbe subito coscienza di ci�
che � stato e di ci� che fu.
Saranno oggetto di questa nostra indagine vedute generali e
particolari, con maggior riferimento alla citt� di Torino, sulle quali
un�attenta lettura visiva fornir� gli elementi necessari per
concretizzare le considerazioni sopra enunciate.
Da un primo approccio a queste testimonianze pittoriche, ci
siamo resi conto come esse racchiudano in s� una forte presenza
della memoria e come stia nella coscienza del suo significato la
durata del loro messaggio.
Quella che ci viene rappresentata � la citt� come opera d�arte, la
citt� come monumento, come focolare domestico, come luogo del
lavoro, come eleganza, come bellezza urbana, la citt� come luogo di
svago, come luogo di cultura.
<< [�] Come un�architettura, una citt� � una costruzione nello
spazio, ma di scala enorme, un artefatto che � possibile percepire
soltanto nel corso di lunghi periodi di tempo [�] >>. (2)
Non vorremmo per� che l�arco temporale nei confronti del quale
la nostra ricerca si indirizza, l�epoca contemporanea, si delineasse
come un campo di indagine limitato e circoscritto.
Certamente risultano molto interessanti in questo periodo
tematiche di ordine culturale, storico e sociale a fronte di un
fenomeno, quale quello della rivoluzione industriale, che ha sconvolto
radicalmente la citt� e la sua organizzazione. Ma i presupposti di tali
cambiamenti vanno comunque ricercati indietro nel tempo e, a nostro
avviso, in quella cultura e in quella societ� del cosiddetto �Ancien
R�gime�.
Abbiamo, quindi, rivolto le nostre prime indagini verso il
�gran secolo� (3), proprio per capire con quali modalit�, nel corso del
Settecento, la pittura si veste di un nuovo ruolo e attraverso quali
strumenti e quali tematiche si costituisce come l�anticamera della
4
pittura romantica, nel corso dell�Ottocento, e del realismo figurativo,
che caratterizza il XX secolo.
Ma il nuovo non sempre avviene per rottura,
<< [�] spesso il �nuovo� esce dal vecchio, dalla tradizione
preesistente [�] >> (4); � quindi fondamentale guardare al passato per
osservare e comprendere il presente. A tale proposito facciamo nostra
una frase di Walter Lippmann: << [�] Una societ� pu� essere
progressiva solo se conserva le tradizioni [�] >> (5), in altre parole, un
popolo ha diritto al suo avvenire, solo se rispetta il suo passato.
Vorremmo che tali parole si ponessero non come un vuoto appello
retorico, ma come richiamo costante a un modo di essere culturale e
sociale.
Le condizioni storiche entro le quali si articolano cambiamenti
culturali e sociali informano anche sul nuovo modo di vedere
�l�oggetto-soggetto� della nostra trattazione: la citt� e ci� in cui essa si
identifica.
In termini schematici, che nel proseguo del nostro lavoro
cercheremo di chiarire, � possibile tracciare sommariamente
�immagini di citt�� evidenziandone gli aspetti pi� significativi e,
certamente, l�aspetto interessante che scaturisce da una lettura visiva
delle stesse � evidenziato dal diverso modo di rappresentare le citt�
nei secoli.
Nel corso del Cinquecento le vedute sono totalmente fantastiche
testimonianze di citt� ancora legate alla configurazione di piccoli
borghi senza carattere, semplici espressioni geografiche. Molto pi�
tardi in risposta ad un primo sviluppo territoriale, le citt� escono
dalla fantasia ed entrano nella storia, anche se l�aspetto borghigiano e
rurale � lento a scomparire. Vedremo quanto ci� sia vero ed evidente
nel caso della citt� di Torino.
Nel corso del Seicento compaiono le �nuove� vedute sintomo
di rinnovati fervori progettuali e della magnificenza delle opere
architettoniche ed urbanistiche. Anche in tal caso Torino si
costituisce come emblematico esempio di una citt� barocca che
5
comincia a porsi come la volont� politica di un potere sovrano, il
potere sabaudo.
Nel �gran secolo� gli sviluppi urbani ed edilizi si accentuano
celermente e alle opere che testimoniano la piet� religiosa e il fasto
cortigiano si affiancano via via quelle che rispondono ad interessi
culturali e sociali: le citt� cambiano e con esse si complessifica
l�iconografia che le celebra.
La cultura ottocentesca ci fornisce �immagini di citt��
fortemente adeguate ai temi della poetica romantica.
Una prima esigenza fu quella di un ritorno al vero, al reale, e la
ricerca part� da quella pittura di paesaggio propria dei romantici del
primo Ottocento << [�] il motivo ricorrente nella pittura della prima
met� del XIX secolo � la riscoperta del paesaggio. Come respirando,
dopo gli orrori delle rivoluzioni, pur necessari al cammino
dell�umanit�, e delle guerre (queste non necessarie), gli uomini si
rivolgono alla contemplazione della natura, che non � mai nefanda,
che �non tradisce mai�, che inclina sempre l�anima a quella
�profondissima quiete� in cui in quegli anni cerca pacificazione
Giacomo Leopardi [�] >>. (6) Si propongono visioni estremamente
sincere, distaccate da ogni tipo di idealismo o di trascendenza: la
realt� cos� come appare � nel modo pi� immediato arricchita di quei
sentimenti e di quelle percezioni proprie di colui che osserva la citt� e
la contempla.
Nel corso del XIX secolo un fenomeno senza precedenti investe la
citt�: la rivoluzione industriale. Con accenni pi� o meno marcati e
con una dinamica diversificata, in Europa si concretizza ci� che gi�
sul finire del Settecento aveva caratterizzato l�Inghilterra. Accanto alle
citt� auliche e rappresentative del Settecento sorgono le �citt� del
lavoro�, le �citt� operaie� dell�et� industriale, che si identificano in
quelle che oggi definiamo �periferie�, alle quali, spesso, guardiamo
con indifferenza.
Il Novecento punter� l�occhio vigile e critico proprio su queste
realt� urbane, le definir� �barriere operaie� in risposta ad una
industrializzazione sempre pi� incalzante.
6
Sono gli anni in cui avviene una profonda rivoluzione espressiva
in campo artistico, sono gli anni delle cosiddette �avanguardie
artistiche�, del Futurismo in Italia, e di una nuova rappresentazione
dello spazio e della citt� che in esso si identifica. Si effettua una
profonda rottura con la visione classica adottata da tutti i pittori
durante i secoli precedenti. Non solo, ma soprattutto al Futurismo si
volgeranno le nostre attenzioni per quanto riguarda l�ambito
novecentesco, proprio perch� questo movimento � stato il contributo
italiano pi� rilevante nella genesi dell�arte contemporanea. L�intento
primo del Futurismo � stato quello di creare una nuova estetica che
rispondesse ai drastici mutamenti del tempo, dello spazio, della realt�
in genere, che la crescente civilt� industriale stava imponendo alle
abitudini dell�uomo e della citt�. Non pi� opere ispirate a modelli di
un passato che non ci appartiene, ma nuove concezioni della forma
che riflettono i tempi rapidissimi, gli spazi concentrati (specie quelli
urbani), le immagini e i suoni quotidiani della vita metropolitana.
<< [�] Tra il passato nostro e il nostro presente non esiste
incompatibilit�. Noi non vogliamo rompere con la tradizione: � la
tradizione che si trasforma, assume aspetti nuovi, sotto i quali pochi
la riconoscono. [�] >>. (7) Il principio fondamentale della forma
futurista � il concetto di �simultaneit��: spazio, oggetti, luci e colori
vanno percepiti in un nuovo insieme dinamico che sconfessa la
visione prospettica, tipico di un mondo che non conosceva la
�velocit�� delle macchine. � soprattutto il rapporto con la citt� uno
dei nodi centrali della poetica futurista. La citt� nella sua crescita
vorticosa alle soglie del nuovo secolo diviene luogo emblematico di
una modernit� ormai presente che nel concetto di velocit� trova il suo
modo stesso di esistere. Cambia la percezione stessa della citt�, non
pi� scenografica rappresentazione di un�idea di ordine monumentale,
come era ancora nelle vicine ristrutturazioni ottocentesche.
7
CAPITOLO I
LA CULTURA PITTORICA DELL�ANCIEN R�GIME E LA
CITT� NON AULICA
• INTRODUZIONE
Prima di addentrarci nel vivo delle nostre argomentazioni sulla
�cultura pittorica dell�Ancien R�gime e la citt� non aulica�, vogliamo
aprire una breve parentesi per focalizzare l�attenzione del lettore su
quel concetto che ci riconduce ad un�et� informata e sostenuta da
una profonda ideologia politica e culturale, e che personaggi
altrettanto forti hanno caratterizzato vivacizzandone lo scenario.
<< [�] Despoti illuminati dell�ancien r�gime - in particolare Federico il
Grande di Prussia (1740-86) e Giuseppe II d�Austria (1780-90),
persino, entro certi limiti, Luigi XVI di Francia (1774-93) - si
sforzarono, insieme ai loro efficienti amministratori, di favorire il
progresso materiale e di instaurare la giustizia, la tolleranza e
l�umanitarismo, scavalcando spesso i privilegi tradizionali della
nobilt�, del clero e delle corporazioni di mestiere. [�] >>. (1)
Procederemo, inoltre, considerando sommariamente alcune delle
principali caratteristiche storiche dell�epoca e tentando di evidenziare
significative connessioni con le arti figurative e con la pittura in
particolare.
A cosa ci riferiamo, innanzitutto, quando parliamo di �Antico
Regime� ?
<< Di antico regime si dovrebbe parlare a partire dal 1648 e fino
al 1789. [�] >> (2)
Se da un lato � concetto acquisito che l�Ancien R�gime (3) si
identifichi nelle autorit� regie e in quelle monarchie assolute che nel
corso del XVII secolo e del XVIII secolo hanno governato gli Stati
europei, � altrettanto vero che con tale espressione (<< [...] che ricorre
8
nella pubblicistica e nella letteratura politica fin dai primi anni della
rivoluzione francese con riferimento al regime monarchico assoluto
fino allora dominante in Francia [...] >> (4)), possiamo riferirci,
come molti storici tendono a sottolineare (5) , ad un periodo molto pi�
ampio.
Un periodo che volgendo al Rinascimento e alle sue signorie,
finanche al Medioevo, alterna a battute d�arresto lunghe parentesi di
�regale� magnificenza .
Parlare di Ancien R�gime potrebbe significare, quindi, intendere
quella struttura tipicamente feudale che vedeva al suo vertice il
signore o il re da cui tutto e tutti dipendevano, sia politicamente che
economicamente.
Nel panorama dell�assolutismo monarchico, dell�assolutismo
dell�Ancien R�gime, << [...] dall�epoca dell�assolutismo trionfante, sotto
il regno di Luigi XIV, ai tempi del dispotismo illuminato, sotto il
governo di Luigi XV e Luigi XVI [�] >> (6), non si pu�, a nostro
avviso, non fare un accenno, seppur breve, all�epoca che riteniamo
pi� emblematica in tal senso: �l�et� di Luigi XIV�.
Il �Re Sole�, che negli anni della sua reggenza personale
(1661-1715) incarnava fortemente l�ideologia e i principi dell�Ancien
R�gime (7), << [�] un regime in cui i poteri del monarca non hanno
limiti costituzionali [�] >> (8), amava identificare il suo potere e il suo
essere monarca assoluto, in una frase che possiamo definire storica,
�Lo Stato sono io�. L� dove la monarchia era concepita come
<< [�] una vera e propria professione [�] >> (9).
Parole che riassumono in un certo qual modo l�essenza, s�,
dell�Antico Regime, ma anche quella di una delle figure pi�
carismatiche, pi� rappresentative e, forse, pi� forti nel quadro
dell�assolutismo monarchico.
Negli anni successivi alla reggenza di Luigi XIV, la frase simbolo,
�Lo Stato sono io�, quasi un emblema dell�antico regime, verr� sempre
meno a rispecchiarsi nell�operato di quei sovrani dell�Ancien R�gime,
che non riusciranno a trovare in se stessi quella �regalit�� e quel forte
senso del potere assoluto, che tanto avevano caratterizzato il loro
9
predecessore. Qui riferendoci a Luigi XV e al suo successore,
Luigi XVI.
Certo non vanno dimenticati tutti quei ministri che accanto ai
loro sovrani operarono nell�interesse della corte e della monarchia,
assumendo molto spesso un ruolo di fondamentale importanza.
Se con Luigi XIV << [�] giunse a piena maturazione il
processo di consolidamento della monarchia assoluta Ancien
r�gime [�] >> (10), sar� sotto Luigi XVI ( re di Francia dal 1774 al
1791 ) che si consolideranno inevitabilmente le premesse della
�decadenza dell�Antico Regime� (11), << [�] la sua mentalit� piccolo
borghese, la sua assoluta mancanza di regalit�, la rudezza dei modi,
con la quale tentava di celare una quasi totale assenza di volont�,
contrastavano vivamente con la cornice cinica e raffinata
della corte di Versailles, dove non tard� pertanto a perder
prestigio [�] >>. (12)
Quindi, un antico regime che se da un lato non solo non trova pi�
in una figura la sua massima espressione, dall�altro risulta minato
pesantemente da quel << [�] movimento culturale diffusosi in
Europa nel XVIII secolo e caratterizzato dalla fede nel progresso della
civilt� e nell�emancipazione dell�uomo sotto la guida dei �lumi� della
ragione [�] >>. (13)
Quel movimento noto a tutti con il nome di Illuminismo: la
nuova ideologia, il nuovo pensiero che, promosso da molteplici
personalit� intellettuali, informer� tutti i campi del sapere e della
cultura, non di meno quello della vita.
<< [�] In effetti, nella seconda met� del secolo il regime era
giunto a un punto in cui n� il suo stile, n� l�origine della sua autorit�,
n� il suo modo di esercitarla sembravano pi� in grado di contenere o
impedire in seno alla societ�, in campo economico, in quello religioso
e persino nell�ambito dello stato, la proliferazione di interessi contrari
ai principi stessi sui quali esso si fondava. Gi� la filosofia dei Lumi,
che con mordace incisivit� denunciava gli abusi ma sapeva anche
proporre esempi e immaginare rimedi, trovava, nella corte dei
profittatori del regime, alleati sedotti dall�immediato vantaggio
10
dell�indebolimento di un sistema la cui arbitrariet� poteva prima o poi
anche appuntarsi contro le �propriet��. Per tale ragione i pi�
perspicaci dei ministri, che spesso erano anche i pi� umani, a loro
volta fecero proprie certe affermazioni dei filosofi senza tuttavia mai
riuscire a tentare molto pi� che riforme parziali o esperimenti, e in
ogni caso senza mai poter scendere alle radici profonde del male e
prendersela con l�origine stessa del potere assoluto, in altre parole
con il diritto divino [�]. >>. (14)
Potrebbe apparire come una contraddizione dell�epoca, anzi
certamente lo �, ma << [�] c�era l�incapacit� dei sovrani a
comprendere, se non in termini semplicistici, il significato profondo
del loro mestiere di re. Insediato a Versailles, al centro di un universo
artificiale che lo isolava dalla realt�, il monarca era prigioniero di uno
stile di vita e di pensiero arcaico. Difficile credere che la priorit� data,
nell�impiego del tempo reale, alla caccia, alle cerimonie, agli affari
esteri - attivit� eminentemente �cavalleresche�- potesse lasciare molto
spazio all�approfondimento dei problemi tecnici del governo. N�
Luigi XV, uomo dallo spirito pi� elastico e dalla personalit� pi�
complessa malgrado gravi difetti caratteriali, n� Luigi XVI, apatico e
di straordinaria ingenuit� politica, avevano l�istruzione e le capacit�
intellettuali necessarie all�esercizio di responsabilit� divenute tanto
complesse e gravi. Non sedotti e neppure interessati all�esercizio del
potere, se non in maniera superficiale, e tuttavia con un�alta
consapevolezza della propria suprema responsabilit� nei confronti
della corona affidata loro da Dio, essi si ostinarono a mantenere
intatti i loro diritti: atteggiamento non privo di grandeur ma che, un
volta ancora era il riflesso di un�eleganza morale �all�antica� pi� che
di una lezione politica ben assimilata. Non era certo con
atteggiamenti di fierezza che si poteva arginare la montante marea di
critiche che da ogni parte piovevano sul regime; ne si poteva farlo con
la forza. E nel 1789 Luigi XVI scopr� a proprie spese che il lealismo
cieco non aveva pi� forze neppure in seno all�esercito, supremo
argomento dei re [�] >>. (15)
11
<< [�] Il potere assoluto dei principi e la persistenza del
feudalesimo [�] >> (16) caratterizzarono con forza tutto il Settecento
nel corso del quale, peraltro, dalla nuova ideologia
illuminista << [�] vennero combattuti [�] con veemenza [�] i
privilegi [�] l�arbitrio, e le imperfezioni dell�amministrazione
monarchica [�] >>. (17)
<< [�] Tra il 1670 e il 1770 o il 1780, date approssimative,
si afferma una realt� certamente difficile da cogliere, eppure
incontestabile: l�Europa dei Lumi [�] >>. (18)
Ed � proprio in seno a questa realt� che si gettano le
fondamenta del nuovo orientamento politico, sociale, culturale che ci
introduce a pieno titolo nel mondo contemporaneo che nel secolo
successivo trover� tutte le sue massime espressioni.
<< [�] Quando l�Europa dei Lumi ha smesso di crescere, �
appena scomparsa l�Europa classica; e l�illuminismo non cessa di
estendersi e di trasformarsi alla fine del XVIII secolo. Esso continua a
esistere in seno alla rivoluzione industriale, della quale � in larga
misura responsabile [�] l�Europa dei Lumi � innanzitutto [�] un
fronte di acculturazione, il moltiplicatore instancabile degli uomini,
dei mezzi, dei pensieri, la prima delle condizioni certe del take off, un
tempo si diceva la Rivoluzione industriale [�] lo sviluppo �
irreversibile. L�Europa dei Lumi ci ha impegnato nella pi� severa delle
avventure, ci ha condannati allo sviluppo continuo. Ci ha tolto
l�alternativa delle caverne, l�illusione stessa di un possibile ritorno nel
grembo materno [�] una realt� profonda dunque, una realt� che
sconfina ancora ampiamente nella nostra epoca [�] >>. (19)
<< [�] Pur tenendo presenti tutti i segni del passato che
continuano a sopravvivere nel divenire e nel variare delle congiunture
e degli scenari, � dato ritrovare nella cesura che si venne delineando
fra Sette e Ottocento - la pi� profonda e radicale di tutto il corso
storico sia in termini strutturali che politico-istituzionali - la massima
concentrazione e articolazione di certi tratti distintivi dell�Europa,
l�espressione pi� significativa di quel complesso di affinit� e diversit�,
12
di lineamenti comuni e di irriducibili individualit�, che costituisce
tuttora tanta parte della sua fisionomia.
<< Solo che si pensi, da un lato, alla forza aggregante
rappresentata via via dal pensiero illuminista, dalla rivendicazione
della ragione critica contro l�autorit� e la tradizione, come da un
progetto di razionalizzazione delle istituzioni politiche e della societ�,
fondato sul consenso di uomini resi liberi dal sapere e dall�uso sociale
della scienza; nonch�, nello stesso tempo, dal dispiegarsi con l�ascesa
della borghesia e le premesse della rivoluzione industriale, del primo
embrione di un�economia mondiale in cui l�Europa, [�] avrebbe
esercitato per lungo tempo una funzione preminente e posto le basi
dello sviluppo contemporaneo. E, dall�altro, all�approfondimento o alla
diversa configurazione assunti, per via di tali mutamenti o dalla
resistenza ad essi, di certe differenze preesistenti o latenti fra il nord e
il sud d�Europa, fra l�est e l�ovest, fra citt� e campagne, fra centro e
periferia. [�] In questa complessa vicenda, come del resto in ogni
altra, le onde lunghe della storia s�intrecciano con quelle pi� brevi, i
movimenti in profondit� con quelli in superficie, e il passato continua
a esercitare influenze e suggestioni sulla realt� presente. E, tuttavia,
si pu� pur sempre rintracciare un filo conduttore tanto nel groviglio
apparentemente inestricabile dei fatti quanto nel contesto
apparentemente inalterabile delle strutture materiali. [�] >>. (20)
Il Settecento si presenta sicuramente ricco di eventi � << [�] il
secolo del movimento, del movimento avvertito, vissuto, cosciente. Il
secolo del movimento e dunque del progresso [�] >>. (21)
<< [�] La storia totale del XVIII secolo fa pensare a un fiume nel
quale scorrono acque troppo inegualmente cariche di detriti diversi
per potersi mescolare [�] >>. (22)
Nutrite bibliografie illustrandoci questo secolo lo definiscono il
�secolo della ragione�, il �secolo dei Lumi�, ma << [�] Il XVIII secolo
non si identifica totalmente con l�illuminismo. Quest�ultimo travalica
il secolo, ma una parte di esso gli sfugge. I lumi sono per� l�aspetto
pi� durevole del XVIII secolo, quello che fa parte del nostro
patrimonio [�] >>. (23)
13
Soprattutto a partire dagli Anni Settanta del Settecento, e fino
alla met� del secolo successivo, si deline� una fase della storia che
racchiuse una serie di grandi cambiamenti in Europa che si
ripercossero su ogni aspetto della vita sociale, come gi� abbiamo
accennato.
<< [�] Era dal periodo rinascimentale che la storia dell�uomo
non conosceva una trasformazione tale da indurre spesso gli storici a
definire questa fase l � �epoca delle rivoluzioni� [�] >>. (24)
Tutto ci� creer� una profonda spaccatura tra il vecchio regime
ormai al tramonto, diventato sinonimo di ingiustizia e ineguaglianza,
e il �nuovo� che accompagner� gli uomini verso quell�et�
contemporanea figlia di un Ottocento che rappresenta uno dei lasciti
pi� importanti del nostro retaggio.
<< [�] Prima di allora, il corso della storia, bench� non sereno,
non aveva affrontato importanti sconvolgimenti. In seguito tutto
cambi�. Le societ� si erano organizzate per riprodursi e sopravvivere.
Bruscamente nel giro di poco pi� di cinquant�anni, il mondo
conosciuto, il nostro mondo occidentale precipit� in un altro tempo,
in un�altra civilt�, con altri valori e criteri [�]. All�interno di questo
processo due sono i paesi che svolgono il ruolo maggiore, principali
teatri di cambiamenti in corso: la Francia con le sue rivoluzioni
politiche, l�Inghilterra con la sua Rivoluzione industriale. In questi
due stati, il trionfo della borghesia e della classe media accompagna
quello dell�industria e pi� precisamente dell�industria capitalistica. La
fede del progresso aiuter� e sosterr� le idee di libert� e
democrazia [�] >>. (25)
Quella stessa fede che aveva animato e sostenuto i primi fautori
dell�Illuminismo.
Si ebbe, proprio in quegli anni, << [�] l�avvio delle grandi
rivoluzioni, quella dei sanculotti e quella delle macchine [�] >>. (26)
All�inizio non fu semplice, << [�] la mentalit� degli uomini si
trasformava pi� lentamente dell�economia e della societ�; per la
maggioranza di essi, le condizioni di vita non mutavano con un ritmo
tale da modificare gran che le loro idee. Pure, la mentalit� della
14
borghesia, in armonia con l�originale modalit� della sua attivit�,
differ� sin dal principio da quelle del guerriero e del prete. Via via che
il capitalismo commerciale, finanziario e industriale accentuava i suoi
progressi, minando sempre pi� sia l�economia sia la societ�
medioevali, le ambizioni dei borghesi battevano sempre pi�
vigorosamente in breccia le idee tradizionali. L�avvento del
razionalismo sperimentale, - il quale, dopo aver creato la scienza
moderna, pretese nel �700, di estendere il suo impero a tutti gli
aspetti della vita umana - forn� alla borghesia una filosofia che
contribu�, soprattutto in Francia, a destare in essa la coscienza di
classe e l�audacia novatrice. Alla vigilia della Rivoluzione, i corifei del
�secolo dei lumi� erano morti, ma nulla era perduto del loro pensiero.
La loro eredit� restava straordinariamente complessa e, inoltre,
l�Antico regime non mancava di difensori. Cos� il pensiero presentava
in quel tempo un panorama mobile e vario [�] >>. (27)
<< [�] Nel 1789 i francesi hanno compiuto lo sforzo pi� grande
che mai altro popolo abbia affrontato per spezzare, per cos� dire, in
due il loro destino e separare con un abisso ci� che erano stati fino
allora da ci� che volevano essere da quel momento. Essi presero, a
tale scopo, ogni sorta di precauzioni per non trasferire, nella loro
nuova condizione alcunch� del passato; si imposero ogni genere di
costrizione per foggiarsi diversamente dai loro padri; non
tralasciarono niente, infine, per rendersi irriconoscibili [�] >>. (28)
Un pensiero che influenzando le folle non poteva non intaccare
coloro che idee, parole e sentimenti li trasferivano sulle tele,
realizzate per �raccontare� un evento, per �raccontare� un eroe
o per �raccontare� sempre e comunque l�uomo. E tutto attraverso
l�immagine.
Ma nel panorama di trasformazioni, di cambiamenti, di veri e
propri stravolgimenti della vita umana e delle idee, che per sommi
capi abbiamo illustrato, come si inserisce e �vive� l�arte ?
E soprattutto come risponde alle provocazioni del nuovo
pensiero ?
15
Come le assimila e le sviluppa trasferendole nel linguaggio
pittorico ?
C�� un solo modo, forse, per rispondere a tante e tali domande.
Prendere visione delle opere e osservarle tentando di
evidenziarne i temi e i contenuti che potrebbero presentarsi con
molteplici sfaccettature in termini di stile e iconografia, ma
sicuramente informati da quella �cultura neoclassica� tipica di quegli
anni del tardo Settecento.
E proprio alla cultura pittorica di fine Settecento intendiamo
volgere lo sguardo.
A quel tardo Settecento che se da un lato prende coscienza della
decadenza dell�Antico Regime, di vicenda lunga e travagliata,
dall�altro si prepara ad accogliere nuove tematiche e nuovi concetti di
ordine politico, intellettuale e culturale.
Guarderemo a quegli artisti che hanno decretato nell�arte
profonde trasformazioni leggibili nella cultura d�immagine propria di
quegli anni, propria di << [�] una fase caratterizzata da un�intensa e
accelerata trasformazione [�] >>. (29)
Cercheremo di individuare quei fili conduttori che in un certo
qual modo ci hanno portato in Francia e, oltre i suoi confini, verso
altri artisti europei e altre produzioni fortemente influenzate da quella
che abbiamo voluto definire la �cultura pittorica dell�Ancien R�gime�.
Quella cultura che, dell�Antico Regime, ne constata la decadenza pi�
che celebrarne la magnificenza ormai al declino.
Osservare tali opere, coglierne gli elementi innovativi in termini
di stile e iconografia � compito arduo ma sicuramente affascinante.
Qui dovrebbe nascere la capacit� di districare i fenomeni e le
tendenze, di operare una sorta di approccio libero da una qualunque
classificazione che spesso sedimenta e imprigiona le opere in campi
ristretti e riduttivi.
Un dipinto, un�incisione o una semplice rappresentazione ci
trasmettono indubbiamente un messaggio, sia esso legato alla storia
dell�umanit�, sia esso legato ai sentimenti dell�artista.
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Messaggi che ognuno di noi � in grado di captare e leggere in
maniera diversa, ma che rimangono sempre e comunque dei
messaggi.
E in questo, secondo noi, risiede la bellezza e l�utilit� dell�arte.
Riteniamo importante conferire una particolare importanza
all�apparato illustrativo che va considerato come una fonte di
conoscenza storica.
<< [�] Immagine-documento e immagine-messaggio, un dipinto,
una stampa, una fotografia, un disegno hanno talora la stessa forza
evocativa di una pagina scritta, possono presentare un�epoca, un
avvenimento, un personaggio da un altro punto di vista, altrettanto
rivelatore di quello di un testo, altrettanto immediato, ricco, ambiguo,
complesso, ma profondamente diverso. [�] L�immagine pu�
comunicare molte cose, e tra l�altro il ruolo e lo statuto di cui fruiva
che pu� essere stato dimenticato, ma che pu� essere strettamente
rivelatore. [�] >>. (30)
Il nostro obbiettivo non sar� solo quello di indagare sulla pittura
dell�Ancien R�gime del tardo Settecento e sui temi che la
caratterizzarono e che comunque rispecchiano una certa
committenza e un certo pensiero, parallelamente cercheremo di
inserire in questo ampio discorso quello che � un po�
l�oggetto-soggetto della nostra trattazione, la �citt��, in quanto �
intorno ad essa e con essa che tutto si sviluppa e si concreta.
Ma quale citt�, ora, se non la �citt� di Antico Regime� ?
Quali rapporti essa stabilisce con chi la governa, quali con chi la
abita e vi lavora ?
Quali e quanti pittori o artisti ne hanno dato un�immagine ora
fantastica ora reale ?
E come cambia la citt� al tramonto dell�Ancien R�gime?
Queste sono solo alcune delle tante domande che ci siamo posti,
o che eventuali interlocutori ci potrebbero porre, alle quali tenteremo
di dare una risposta supportati, speriamo, da un�esauriente
bibliografia e da una soddisfacente iconografia.