PREFAZIONE
La questione nazionalista irlandese è stata, a partire dagli anni Settanta, al centro
dell'attenzione internazionale nello studio dei fenomeni separatisti che hanno
caratterizzato la seconda metà del XX secolo.
L'argomento è stato oggetto di numerose analisi storico-politiche finalizzate a
comprenderne la complessa evoluzione fino all'attuale processo di devoluzione dei
poteri da parte della Gran Bretagna nei confronti dell'Irlanda del Nord.
Questa tesi si propone di analizzare come siano evoluti i rapporti anglo-irlandesi nel
corso dei secoli passando da una semplice relazione di subordinazione colonia-
madrepatria ad un graduale e lungo processo di emancipazione politica e culturale
da parte dell'isola gaelica.
Il punto di vista adottato si basa sull'analisi dei principali eventi che hanno visto
l'Irlanda protagonista di una lunga lotta per il riconoscimento della propria
autonomia decisionale nelle questioni politiche oltre che, inevitabilmente,
confessionali e culturali. Cercando di analizzare i numerosi tentativi da parte
dell'isola di liberarsi dalla presenza britannica, ho provato a sviluppare una breve
analisi storico-politica dell'esperienza nazionalista irlandese.
L'interesse nei confronti di questo argomento è nato in seguito alla mia esperienza
universitaria nell'ambito del progetto Erasmus presso l'University College of
Dublin, dove ho avuto modo di frequentare diversi corsi e seminari sui “Troubles in
Northern Ireland” e di visitare di persona gli scenari degli avvenimenti principali
degli ultimi trent'anni. In occasione del seminario sull'evoluzione del processo di
pace in Irlanda del Nord svolsi una breve analisi sulle relazioni tra le due parti
dell'isola e sul background politico e religioso che ne inasprì i rapporti,
approfondendo la conoscenza dell'argomento ed interessandomi sempre di più alla
storia di quel paese così tormentato eppure fiero ed orgoglioso.
La maggior parte delle fonti utilizzate è in lingua inglese,per la maggior parte
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monografie, accompagnate da testi e documenti tratti dall'Archivio dell'University
of Ulster e dell'University College of Dublin, due università fortemente coinvolte
nell'analisi del conflitto anglo-irlandese e nello sviluppo di un elaborato ed
esauriente archivio storico nazionale.
Il lavoro si articola in tre capitoli e suddivide la storia delle relazioni
anglo-irlandesi a seconda del livello di autonomia decisionale del governo irlandese
nei confronti della Corona nel corso dei secoli.
Nel primo capitolo vengono ripercorse le tappe delle origini della presenza inglese
sul territorio celtico analizzando i legami storico-politici che hanno determinato la
graduale permeabilità dell'isola ai princìpi ed alle tradizioni inglesi. In questa fase si
vuole esaminare la nascita delle divergenze confessionali sull'isola, in seguito
all'introduzione della Riforma Protestante, sulla maggioranza cattolica della
popolazione irlandese ed il cambiamento di tali differenze da semplici credenze
religiose a status sociali, in seguito alla politica di colonizzazione elisabettiana delle
Plantations con le quali i proprietari cattolici venivano arbitrariamente espropriati
dei propri possedimenti terrieri a vantaggio dei coloni protestanti, in maggioranza
scozzesi ed inglesi.
Viene in seguito analizzato il primo atto ufficiale di annessione dell'isola irlandese
all'Inghilterra: l'Act of Union del 1801 e le sue conseguenze devastanti tra le prime
correnti emancipazioniste del territorio, prima fra tutte quella del rivoluzionario
Daniel O'Connell. Si procede dunque ad un'analisi del drammatico episodio della
Grande Carestia, flagello economico oltre che politico e sociale, responsabile della
tragica crisi che in soli quattro anni devastò buona parte dell'economia irlandese.
Vengono dunque studiati i molteplici tentativi di richiesta dell'Home Rule da parte
dei rivoluzionari O'Connell e Charles Parnell che cavalcarono l'ondata emotiva di
quegli anni a causa dell'inefficienza degli interventi del governo inglese nel
risolvere la gravissima crisi alimentare.
Ampio spazio viene infine dedicato al primo dopoguerra che vide il susseguirsi di
eventi decisivi per il futuro dell'Irlanda Repubblicana, ovvero lo scoppio della
Guerra d'Indipendenza e la successiva Guerra Civile Irlandese seguìto alla nascita
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dello Stato Libero d'Irlanda e dell'Irlanda del Nord. Con la nascita dello stato del
Nord vengono esaminate le prime esperienze parlamentari del paese e la svolta
rivoluzionaria del paese con l'elezione di Terence O'Neill come Presidente
dell'Irlanda del Nord e la sua apertura ad un dialogo tra le due comunità.
Nel secondo capitolo vengono analizzati gli anni più violenti nella storia dell'isola:
i cosiddetti “Irish Troubles” iniziati nel 1969 in seguito alle prime manifestazioni
pacifiche per i diritti civili nelle principali città del Nord ed esplosi poi in seguito a
violenti episodi di repressione da parte delle forze di polizia britanniche. A questi
anni risale la formazione delle principali organizzazioni paramilitari. Segue una
breve analisi del Sunningdale Agreement del 1974 tra governo irlandese, nord-
irlandese e britannico ed un accenno alla tristemente conosciuta “dirty protest”,
degenerata nel 1981 in seguito al decesso dei dieci hunger strikers nel carcere del
Maze. Si cerca quindi di analizzare l'accordo anglo-irlandese del 1985, la sua
rilevanza storica nonostante gli scarsi risultati ottenuti,a cui segue un breve excursus
storico degli anni successivi caratterizzati da una vasta serie di tentativi di risolvere
il conflitto mai andati a buon fine.
Nell'ultimo capitolo infine, concentrato sul processo di pace, vengono ripercorsi i
diversi tentativi di risoluzione della questione nord-irlandese. Il primo paragrafo è
stato dedicato alla Dichiarazione di Downing Street del 1993 ed ai suoi aspetti
innovativi e decisivi nelle relazioni tra le due comunità e tra queste e la Gran
Bretagna. Si è poi analizzata l'iniziativa parallela proposta dal governo statunitense
per affrontare la questione e giungere ad una soluzione definitiva attraverso un
approccio su tre livelli separati. Infine è stato affrontato l'Accordo fino ad oggi più
importante nella storia dell'Irlanda contemporanea: il Good Friday Agreement
dell'Aprile 1998, descritte le questioni fondamentali contenute al suo interno ed il
travagliato processo di approvazione da parte di tutti i principali partiti del Nord.
In ognuna di queste parti ho cercato di esaminare l'evoluzione dei rapporti tra Gran
Bretagna ed Irlanda, tenendo sempre ben presente la grande influenza culturale e
sociale che la prima ha esercitato sulla seconda nel corso dei secoli, non solo in
seguito all'imposizione militare della propria supremazia ma spesso e soprattutto in
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seguito ad una graduale e lenta assimilazione dei colonizzatori inglesi e scozzesi
agli usi e costumi tradizionali irlandesi.
Ho inoltre provato a mantenere un atteggiamento il più possibile distaccato ed
oggettivo nei confronti dell'argomento trattato, sperando di poter fornire un quadro
completo ed esaustivo, seppur breve, per ragioni di tempo e spazio, a chi voglia
approfondire la questione nazionalista irlandese, conservandone la memoria e
mantenendola attuale.
Antonella Ninni 4
CAPITOLO 1
L'EVOLUZIONE DELLE RELAZIONI ANGLO-IRLANDESI 1.1 DALLE ORIGINI ALL'ACT OF UNION
Per capire come si è arrivati all'attuale divisione politica dell'isola irlandese tra
Irlanda del Nord nella parte settentrionale e la Repubblica d'Irlanda in quella
centro-meridionale, è necessario risalire alle origini della storia di queste due
nazioni, cercando di capire come si sia potuta sviluppare una così forte e decisiva
presenza britannica sul territorio e cosa abbia determinato gli scontri tra le due parti
dell'isola. Le cause principali riguardano diversi fattori tra cui ad esempio quello
geografico ed il tipo di colonialismo esercitato dall'Inghilterra.
La posizione dell'isola irlandese fa sì che la parte settentrionale disti sole 20 miglia
nel tratto di mare che separa Antrim dal Mull of Kintyre, mentre nel tratto orientale
la distanza tra le coste di Wexford e Waterford da quelle del Galles non è mai
superiore alle 80 miglia. Fu per questo che le prime serie conquiste normanne si
ebbero proprio in queste aree alla fine del XII secolo.
I romani, invece, pur avendo conquistato l’Inghilterra a partire dal 55a.C. ed
essendoci rimasti fino al 440d.C., non cercarono mai di estendere il proprio impero
verso occidente a causa delle impraticabili acque del mare d'Irlanda e delle difficoltà
che avrebbero incontrato nell'affrontare i tumultuosi abitanti dell'isola.
Le origini dell'influenza inglese sulle terre celtiche risalgono al XII secolo; in quegli
anni l'Irlanda era divisa in tantissimi pic coli regni e devastata da guerre interne tra re
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e capiclan locali 1
. Neanche due secoli di lotte contro le invasioni dei Vichinghi
scandinavi avevano portato all'unione del paese sotto un sovrano unico. Furono
proprio queste divisioni interne secondo le cronache del tempo a favorire il primo
sbarco anglo-normanno. La prima prova di una presenza inglese sul territorio
irlandese viene fatta risalire al 1169, anno in cui prima ancora che nel Galles e nella
Scozia, un esercito normanno di poche centinaia di uomini sbarcò vicino Bannow,
nella contea di Wexford, per volontà di Lord Dermot MacMurrough, re gaelico di
Leinster in gravi difficoltà, che invocò l'aiuto inglese per poter recuperare il potere
perduto nella zona.
Nel 1171, solo due anni più tardi, Re Enrico II si recò per la prima volta nelle terre
occupate e ordinò lo sbarco di una forza militare ben più imponente della
precedente, avviando la conquista di gran parte dell'isola e dando vita al “Regno
d'Irlanda”, parte del maestoso Impero Angioino. Vennero così create le condizioni
ideali per l'amministrazione permanente dell'isola e la stessa natura della presenza
inglese passò da semplice campagna espansionistica a legame inscindibile e
duraturo tra le due isole. L'isola era diventata la prima vera colonia inglese, ancor
prima della Scozia e del Galles.
Questa prima invasione inglese del territorio celtico fu possibile grazie
all'emanazione della famigerata bolla papale con la quale Papa Adriano IV
autorizzava il re inglese ad invadere l'isola, per porre rimedio alle preoccupanti
corruzioni ecclesiastiche sul territorio irlandese. Il testo della bolla oltre ad
autorizzare la prima invasione inglese del territorio, determinava un importante
rafforzamento dell'autorità e della sovranità papale sui territori adiacenti
all'Inghilterra in virtù della Donazione di Costantino.
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1 L’Irlanda era formata da quattro province (Ulster, Connaught, Munster e Leinster) ognuna
governata dal proprio sovrano. Esisteva inoltre l'Ard Riocht, una monarchia suprema con sede presso
la città di Tara. Nonostante le loro pretese, i re supremi avevano più che altro un potere simbolico e
sacrale.
AA.VV, “ Oxford History of Ireland ”, Oxford University Press, Oxford 1992, Kee, “ Storia
dell’Irlanda un’eredità rischiosa ”, Bompiani, Milano 1995.
2 Attraverso questo editto l'Imperatore Costantino I nel 313 d.C. concedeva a Silvestro I ed ai suoi
successori il primato sui cinque patriarcati ed attribuiva ai pontefici la sovranità imperiale su Roma,
l'Italia e l'intero Impero Romano d'Occidente.
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