INTRODUZIONE
1 La questione ebraica e le leggi razziali: le domande attuali
L'intento di questo lavoro è quello di provare a fare chiarezza su
determinati temi e provare a rispondere a specifiche domande; come si
arrivò alla promulgazione delle leggi razziali in un paese che non aveva
mai avuto episodi antisemiti? L'atteggiamento del fascismo portò ad un
antisemitismo nostrano? O fu più un razzismo coloniale, o meglio ancora,
come affermò De Felice, un semplice antisionismo? Proprio la legislazione
razzista fu dovuta ad uno spirito di emulazione rispetto ai nazisti, o fu
dovuto solo alla diffidenza verso gli ebrei, tipica di un nazionalismo
provinciale, timoroso rispetto a tutto ciò che era cosmopolita e
internazionale?
Sulle leggi razziali esulI' antisemitismo in Italia, si sono sviluppati due
dibattiti che cominciano immediatamente al termine della seconda guerra
mondiale. Anche se la comunità ebraica italiana ne è stata colpita
marginalmente, la Shoah e le deportazioni influenzeranno decisamente il
pensiero filosofico e culturale dei decenni successivi. Come affermò la
filosofa Hannah Arendt, lo sterminio degli ebrei fu talmente irreale, da
sembrare irrazionale. Dopo l'apertura dei cancelli di Auschwitz, la storia
mondiale, non solo quella occidentale, non sarebbe stata più la stessa;
questo evento diventava lo spartiacque della storia moderna; da qui in poi,
diversi atteggiamenti non dovevano essere mai più ripetuti. Lo sterminio
non fu un caso isolato, ma fu un punto di arrivo; l'odio per i semiti era
radicato nei secoli, spesso senza nessuna prova tangibile.
Lo sterminio fu talmente banalizzato, che Adolf Eichmann' durante il suo
process0
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, affermò che dal punto di vista della giurisdizione del periodo
nazista, lui non aveva fatto niente di male, ma aveva solamente obbedito ad
ordini superiori; inoltre dichiarò che egli "si sentiva colpevole dinanzi a
Dio e non dinanzi alla legger
I Ufficiale tedesco considerato il maggior responsabile dello sterminio ebraico
2 Iniziato a Gerusalemme nel 1961
3 Hannah Arendt, la banalità del male, Feltrinelli, 1963, pp . .29
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Il regime totalitario tedesco ebbe una peculiarità: riuscì a mentire anche ai
suoi membri; proprio lo stesso Eichmann affermò più di una volta che la
soluzione finale, non era che spostare in modo coatto gli ebrei nell'Europa
dell'Est e non di sterminarli; una convinzione ben diffusa nelle gerarchie
militari naziste. Questo trauma storico provocò reazioni a catena; come
asserì il filosofo tedesco Theodor Adorno, da quel momento in poi, era
impossibile anche scrivere una sola poesia. Anche in Italia seppur in modo
differente, si percepì questo trauma. Diversi scrittori italiani dell'epoca,
come Montale per esempio, non diedero peso alla svolta razzista del
fascismo e gli "autori della resistenza", attesero molti anni prima di
pubblicare le loro testimonianze, come se il tempo funzionasse da filtro.
È grazie a Primo Levi che scrivendo nel 1947 l'opera memorialistica "Se
questo è un Uomo", ci trasmise il bisogno irrinunciabile di raccontare agli
altri e di condividere il dolore con essi dello sterminio ebraico; inoltre fino
a quando non venne inaugurata la mostra nazionale itinerante sulla
deportazione, partita da Carpi, in provincia di Modena nel 1955, che toccò
le principali città del paese, gli italiani non acquisirono una reale
conoscenza su quello che avvenne nei campi di concentramento; è proprio
da ora che cominciarono a sentirsi tutti moralmente coinvolti nello
stermini0
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• Ma se la questione della razza era un punto dibattuto nel
programma fondativo del partito nazionalsocialista, in Italia fino
all'introduzione delle leggi razziali del 1938, il problema era posto in
. .
mamera mmore.
Di fronte a fenomeni come il razzismo e l'antisemitismo bisogna avere il
coraggio di dire che le scelte di campo moralistiche sono prive di efficacia
così come del tutto inutili sono i rifiuti emotivi.
2 Le leggi razziali in Italia
La legislatura antisemita fu una delle tappe più significative della storia del
fascismo: con essa il regime divorziò pubblicamente dal popolo italiano,
dalla sua mentalità e dalla sua storia. Il segretario del partito nazional
fascista Achille Starace, ebbe un ruolo di primo piano sia nella diffusione,
che nella preparazione dei provvedimenti antisemiti che furono varati dal
Gran Consiglio Fascista con vari decreti a partire del 5 settembre del 1938,
fino al 29 giugno del 1939; il primo riguardava la difesa della razza nelle
scuole, l'ultimo invece disciplinava l'esercizio delle professioni da parte
degli ebrei.
4 R.Chiarini (a cura di), l 'Intellettuale antisemita, Venezia, Marsilio, 2008, pp. 119
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Dopo l'approvazione di queste direttive, il partito si trovò in prima linea
sulla immediata applicazione intransigente di queste leggi, in modo tale da
realizzare la tanto sospirata riforma del costume e della campagna
antiborghese, affinché si forgiasse una nuova razza di italiani dominatori e
conquistatori.
Furono lette per la prima volta il 18 settembre 1938 a Trieste da Benito
Mussolini dal balcone del Municipio in occasione della sua visita alla città.
Furono abrogate con i regi decreti-legge numero 25 e 26 del 20 gennaio
1944 emessi durante il Regno del Sud. Questo ennesimo atto dello stato
totalitario, era diretto al migliorameQto quantitativo e qualitativo della
razza italiana, che altrimenti sarebbe stata compromessa da incroci o
imbastardimenti.
Con queste delibere, il Gran Consiglio stabiliva vari divieti, tra i quali:
~ Il divieto di matrimonio misto tra italiani ed ebrei
~ Il divieto per dipendenti dello stato, degli enti pubblici, dei civili e
dei militari, di contrarre il matrimonio con ebrei
~ Il divieto per gli ebrei di avere alle proprie dipendenze domestici di
razza anana
~ Il divieto per gli ebrei di lavorare nella pubblica amministrazione e
per le società private di carattere pubblicistico come banche e
assicurazioni, di avere dipendenti semiti
~ Il divieto di avere alle proprie dipendenze ebrei
~ Il divieto di entrata ad ebrei stranieri
~ Il divieto ai semiti di svolgere la professione di notaio e di giornalista
con ulteriori forti limitazioni per tutte le cosiddette professioni
intellettuali
~ Il divieto per le scuole medie di assumere come libri di testo opere
alla cui redazione avesse partecipato in qualche modo un ebreo
~ Il divieto di iscrizione dei ragazzi ebrei nelle scuole pubbliche che
non fossero convertiti al cattolicesimo e che non vivessero in zone in
cui i ragazzi ebrei erano troppo pochi per istituire scuole ebraiche
Inoltre vennero applicate ulteriori restrizioni;
~ La revoca della cittadinanza italiana concessa a ebrei stranieri in data
posteriore al 1919
~ L'espulsione degli ebrei indesiderabili
~ Fu inoltre disposta la creazione di scuole a cura delle comunità
ebraiche, specifiche per ragazzi ebrei
~ Gli insegnanti ebrei avrebbero potuto insegnare solamente in queste
scuole
Inoltre d'ora in poi, era considerato ebreo chi nasceva da genitori ebraici,
chi nasceva da un matrimonio misto ma professava la religione ebraica, chi
nasceva da padre ebreo e da madre straniera. Non era considerato ebreo
invece chi nasceva da matrimonio misto, ma professava un'altra religione.
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Qual è il significato di ciò nella storia d'Italia? Si trattò di un evento di
rilevante gravità; fu una grave ferita inferta agli ebrei, al Paese ed alla
società civile tutta (ovvero, anche ai non ebrei). Era la prima volta dal
Risorgimento che si faceva distinzione tra cittadini e cittadini, tra italiani e
italiani. Era anche la prima volta che si incardinava tale differenza sul
criterio della razza, che veniva presentata come realtà scientifica esistente
oggettivamente.
Nessuna discriminazione invece, fu applicata agli ebrei italiani che
appartenevano a famiglie di caduti nelle guerre d'Etiopia, Libia, Spagna e
quelli che parteciparono alla prima guerra mondiale. Lo stesso trattamento
verrà utilizzato per chi fu volontario e per le sue famiglie, durante le guerre
sopraccitate. Erano esenti dalle leggi razziali, anche i famigliari dei caduti
ebrei per la causa fascista; i famigliari dei mutilati e degli invalidi alla
causa fascista e le famiglie dei decorati con croce al merito di guerra.
Inoltre anche i familiari dei fascisti ebrei iscritti al partito nazional fascista
prima degli anni tra il 1919 ed il 1922 e le famiglie dei legionari fiumani
ebrei, erano esentati da questi provvedimenti.
Chi non apparteneva a queste categorie, d'ora in poi non potrà più iscriversi
al partito, essere dirigente d'aziende con più di cento dipendenti; essere
possessore di più di cinquanta ettari di terreno, prestare servizio
nell'esercito sia in tempo di pace che in quello di guerra. Nello stesso
tempo però, agli ebrei allontanati dagli impieghi pubblici, sarebbe stato
riconosciuto il diritto alla pensione. Ogni pressione per far cambiare
religione agli ebrei sarebbe stata repressa. Nulla si sarebbe innovato per il
libero culto religioso. Si sarebbero istituite inoltre, scuole elementari e
medie per ebrei. Il Gran Consiglio non escludeva la possibilità di
concedere, per deviare l'immigrazione dalla Palestina, un immigrazione
controllata di ebrei in Etiopia. Queste condizioni potranno essere aggravate
o meno, in base all'atteggiamento che l'ebraismo assumeva contro l'Italia
fascista.
3 Le differenze tra Italia e Germania
I regimi fascisti e nazisti, erano saliti al potere non grazie ai loro
programmi politici, ma essenzialmente grazie al loro lato oscuro ed all'uso
della violenza come mezzo di deterrenza; inoltre si prefiggevano di essere
l'espressione politica della classe media. Se ideologicamente e
strutturalmente erano simili, la loro posizione sul concetto di razza era
differente. Il popolo germanico secondo il nazismo, si riconosceva nella
razza ariana che allo scopo di conseguire lo spazio vitale, doveva e poteva
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