IX
ad allora posta esclusivamente su quella politico-istituzionale, e si avviasse un
importantissimo processo di riforma noto come il processo di aziendalizzazione
della pubblica amministrazione (o reinventing government).
Si analizzeranno, quindi, le peculiarità del paradigma del New Public
Management e si descriveranno le modalità per cui si è avuto il passaggio alla
Public Governance.
In particolare, secondo il NPM occorre trasporre le logiche di mercato nei
processi pubblici. Pertanto, è necessario, in primo luogo, ridurre le dimensioni delle
amministrazioni per renderle più snelle (attraverso processi di privatizzazione ed
esternalizzazione, basati sulla logica del core business). In secondo luogo, diviene
di fondamentale importanza contenere il più possibile i costi della macchina
pubblica e, preliminarmente, misurarli (introduzione della contabilità economico-
patrimoniale e dei sistemi di programmazione e controllo di gestione – che analizza
le modalità di reperimento delle risorse e del loro impiego – e di controllo
strategico – che analizza il c.d. outcome, vale a dire il grado di soddisfazione dei
bisogni della collettività). Inoltre, è assolutamente necessario migliorare le relazioni
dell’ente, sia al suo interno (attraverso un’attenta gestione del personale), sia verso
l’ambiente esterno (cittadini-clienti). Infine, occorre creare una competizione
all’interno del contesto pubblico (tra diversi enti pubblici) e con il settore privato,
introducendo logiche di benchmarking.
Tuttavia, saranno evidenziate le principali critiche al NPM, dovute ad una
visione troppo orientata alle logiche di mercato e, di conseguenza, non
perfettamente coerente con la natura pubblica dell’amministrazione. Pertanto, si
sottolineerà il passaggio al paradigma della Public Governance, secondo cui
l’amministrazione pubblica, da una logica di Government (secondo cui
l’amministrazione pubblica interviene direttamente nella risoluzione dei problemi,
attraverso la sua autorità), deve evolvere verso una logica di Governance (secondo
cui l’amministrazione condivide con i cittadini il raggiungimento dei suoi obiettivi,
attraverso la ricerca di percorsi comuni di risoluzione).
La logica della Public Governance, quindi, pur ponendosi in continuità con
il NPM, rivaluta il concetto di comunità e di responsabilità sociale (accountability),
X
attraverso meccanismi che favoriscano la trasparenza dei processi decisionali e la
partecipazione, agli stessi, dei cittadini (stakeholders).
Ad un tale percorso di riforma amministrativa, finalizzato alla ricerca di
efficienza, efficacia, economicità e trasparenza, non poteva non accompagnarsi
l’introduzione nell’ambito pubblico di strumenti innovativi ad alto contenuto
tecnologico. Questo in quanto le riforme avviate auspicano anche una rivoluzione
nella cultura organizzativa dell’amministrazione pubblica, la quale deve passare da
‹‹un’amministrazione dirigistica, verticale e segmentata›› ad ‹‹un’amministrazione
orizzontale, orientata al servizio e caratterizzata da fitti scambi informativi tra le sue
parti e verso il territorio circostante. Tuttavia, nonostante sia opinione diffusa che le
tecnologie informatiche promuovono ed agevolano i processi di riorganizzazione e
di razionalizzazione dell’attività amministrativa, esistono ancora forti ostacoli al
processo di informatizzazione.
Si cercherà, pertanto, di analizzare i motivi del perdurare di questi ostacoli e
verrà descritto il percorso normativo che ha portato all’introduzione e alla
legittimazione di importantissimi strumenti informatici, quali il documento
informatico, la firma digitale e il protocollo informatico. In particolare ne verranno
descritte le caratteristiche peculiari, anche alla base di un loro utilizzo nelle
procedure telematiche di acquisto.
Nella seconda parte, si descriveranno le iniziative comunitarie intese a
promuovere lo sviluppo della Società dell’Informazione nell’Unione Europea (E-
Europe 2002 e 2005), nonché il connesso processo di e-Government implementato
in Italia a tal fine. Verranno ampiamente descritte tutte le azioni infrastrutturali del
processo di e-Government italiano, distinte a seconda del modello di riferimento
(G2C, G2B, G2E, B2G e G2G), alla luce dei miglioramenti apportati al rapporto
con i cittadini. Sarà analizzato, inoltre, il livello di sviluppo della Società
dell’Informazione in Italia attraverso la comparazione dell’Osservatorio statistico
relativo agli anni 2003, 2004 e al primo semestre 2005.
La dinamica che sta alla base di questo processo sottolinea che le tecnologie
digitali rendono più economico e più facile l’accesso, l’elaborazione, la
memorizzazione e la trasmissione delle informazioni, divenute, ormai, la principale
merce di scambio della società post-industriale. In questo contesto le istituzioni
XI
pubbliche giocano un ruolo centrale dovendo adoperarsi per estendere a tutta la
comunità l’accesso alla Società dell’Informazione, in modo che la stessa comunità
possa esserne parte integrante.
La nozione di e-Government può avere due significati: da un lato, a quella di
e-Democracy o di e-Governance, la quale è concentrata su aspetti riguardanti
l’autorità governativa e le modalità di partecipazione dei cittadini ai processi
decisionali pubblici; dall’altro, fa esclusivo riferimento all’“amministrazione
elettronica”, cioè al miglioramento del funzionamento e dell’organizzazione interna
delle singole amministrazioni in virtù di un miglioramento del rapporto con gli
utenti. L’accezione che viene presa in considerazione nell’elaborato è la seconda.
Nella terza parte, infine, si analizzerà la complessa e strutturata normativa
italiana sugli appalti pubblici di forniture e servizi, anche alla luce delle innovazioni
introdotte dalla Direttiva Unica Appalti, nonché la normativa sull’e-procurement e
sulle procedure telematiche d’acquisto. Tra gli obiettivi che si pone il piano di e-
Government, infatti, rientra il Progetto per la razionalizzazione della Spesa per
beni e servizi della Pubblica Amministrazione, che tende a semplificare
sostanzialmente le procedure di acquisto delle pubbliche amministrazioni, anche
attraverso l’introduzione di strumenti innovativi di e-procurement. Infatti, l’utilizzo
delle tecnologie informatiche abilitano nuove forme organizzative di gestione degli
approvvigionamenti della pubblica amministrazione, che risultano decisamente più
efficienti.
Dinanzi ai progressi della tecnologia non può che suscitare perplessità
l’arretratezza in cui versa l’insieme delle regole che disciplinano le procedure
concorsuali ad evidenza pubblica e che dovrebbero consentire alla pubblica
amministrazione di conseguire gli obiettivi di efficacia, efficienza ed economicità
cui è tenuta per legge.
A supplire alle insufficienze del legislatore nazionale è intervenuto il
legislatore comunitario che, con la Direttiva Unica n. 2004/18/CE ha inteso non
soltanto unificare e semplificare la normativa comunitaria in vigore fino a quel
momento, ma soprattutto ha voluto promuovere pienamente l’utilizzo degli
strumenti informatici, quali le aste elettroniche ed i sistemi dinamici di
acquisizione, sia in alternativa ai tradizionali mezzi di scambio delle informazioni,
XII
sia come elementi costitutivi di nuove procedure d’acquisto interamente
elettroniche.
Sarà analizzata, pertanto, tutta la normativa di disciplina degli appalti
pubblici, di derivazione comunitaria e nazionale, alla luce delle novità introdotte
dalla Direttiva Unica, nonché quelle di specifico richiamo. Saranno, inoltre,
descritte nel dettaglio tutte le fasi della procedura contrattuale e sarà fatto un
accenno a quelle alternative, con particolare riferimento a quella in economia.
Per quanto riguarda la normativa sull’e-procurement, sarà descritto il
percorso evolutivo del sistema-Consip relativo agli acquisti centralizzati e alle
convenzioni quadro e sarà descritto il D.P.R. 101/2002, il quale, secondo una linea
di continuità rispetto al corpus normativo che ha riconosciuto la piena validità
giuridica al documento informatico ed alla firma digitale, ha legittimato l’utilizzo
degli strumenti informatici e telematici nelle procedure d’acquisto della pubblica
amministrazione, secondo due modelli operativi:
• le gare telematiche;
• il mercato elettronico (unicamente per gli acquisti sotto-soglia).
Sarà effettuata, inoltre, un’ampia descrizione della struttura della Consip
Spa, dei principi ispiratori del suo operato e delle due attività istituzionali ad essa
affidate, cioè:
• la gestione e lo sviluppo dei servizi informatici per il MEF;
• la realizzazione, per conto del MEF, del Programma di razionalizzazione
della spesa pubblica per beni e servizi.
In particolare, la Consip nasce nel 1997 come struttura centralizzata per gli
acquisti del settore informatico esclusivamente relativi al Ministero dell’Economia
e delle Finanze. Verificati i vantaggi in termini di economicità e di efficienza nei
processi di acquisto del MEF, quest’ultimo decide di estenderlo a tutte le
amministrazioni pubbliche. Pertanto, predispone un Programma di
razionalizzazione della spesa pubblica e decide di affidarne la gestione interamente
a Consip. La scelta operata in capo a questo organismo per realizzare il Programma
non è stata affatto casuale, in quanto il MEF si è orientato verso una società con un
forte know how sulle nuove tecnologie e capace di coniugare innovazione
organizzativa e procedurale attraverso l’utilizzo delle tecnologie ICTs. Grazie alla
XIII
forma giuridica di Spa, inoltre, Consip è caratterizzata da una struttura
organizzativa snella e flessibile, dotata di elevate professionalità e capace di
attingere rapidamente le competenze più adeguate disponibili sul mercato del
lavoro.
Il disegno strategico, alla base del Programma si è concretizzato con la
Legge Finanziaria del 2000 (che ha segnato l’inizio del percorso evolutivo del c.d.
sistema-Consip), la quale ha introdotto rilevanti novità sulle modalità di acquisto di
beni e servizi da parte delle pubbliche amministrazioni, allo scopo di far loro
ottenere benefici in termini di economicità, livelli di servizio dei fornitori e
semplificazione dei processi interni.
Sarà, dunque, descritta la piattaforma di e-procurement predisposta da
Consip attraverso il portale www.acquistinretepa.it e saranno analizzate tutte le
funzionalità di entrambi i sistemi telematici di acquisto. Saranno descritte, infine,
tutte le attività consulenziali e di project management che Consip svolge per conto
delle amministrazioni pubbliche al fine di favorire il rispetto del patto di stabilità
interno. Tutte queste attività saranno analizzate soprattutto alla luce dei risultati che
hanno permesso di conseguire.
PARTE PRIMA
LA MODERNIZZAZIONE
DELLA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE
1
Capitolo 1
Il processo di modernizzazione
SOMMARIO: 1.1 La trasformazione degli anni Novanta: uno sguardo d’insieme. – 1.2 Dal New
Public Management alla Public Governance. – 1.3 Le fonti del cambiamento. – 1.4 Le ragioni del
cambiamento. 1.4.1 Le criticità: le esigenze di cittadini e imprese. 1.4.2. Le priorità d’intervento.
1.1 La trasformazione degli anni Novanta: uno sguardo d’insieme
A partire dagli anni Novanta, la pubblica amministrazione è stata interessata
da un generale processo di modernizzazione, che ha visto una cospicua produzione
di interventi normativi diretti a soddisfare l’esigenza di un radicale e profondo
rinnovamento delle regole di azione, di gestione e di organizzazione dei pubblici
poteri. Questi provvedimenti legislativi avevano l’obiettivo di incidere sul
tradizionale funzionamento dei pubblici poteri, nell’ottica della modernizzazione,
del recupero di efficienza e del migliore servizio ai cittadini
1
.
Pertanto, in quel decennio, il sistema italiano delle pubbliche
amministrazioni è entrato in una fase di intensa trasformazione che, tuttavia, si è
potuta avviare solo a seguito di una crisi imponente e repentina, dovuta al crescere
della complessità dei bisogni pubblici e delle risorse necessarie per il loro
soddisfacimento, ma dovuta anche, e soprattutto, alle condizioni politico-
istituzionali proprie della “Prima Repubblica”, origine di una tanto rapida quanto
disordinata
crescita dell’intervento pubblico nell’economia, che senza produrre
livelli soddisfacenti di efficacia dei servizi offerti, ha generato un disavanzo
economico nei conti nazionali e un debito pubblico assolutamente insostenibili
2
.
Queste riforme hanno comunque segnato un “salto di discontinuità” rispetto
alla situazione precedente, sia per la loro nuova impostazione, sia per la struttura ed
1
Rebora G., Un decennio di riforme. Nuovi modelli organizzativi e processi di cambiamento delle
amministrazioni pubbliche, Guerini Milano, 1999, pag. 51.
2
Rebora G., op.cit. pag. 11.
2
il contenuto; inoltre, hanno sicuramente dato una svolta ed un’accelerazione
sostanziale al dibattito sull’adeguamento della funzionalità amministrativa che, sul
piano economico, deve oggi rispondere alle nuove esigenze di una società
fortemente inserita nei processi di globalizzazione dei mercati e che, sul piano
politico e istituzionale, sta vivendo il periodo della post-integrazione monetaria
europea
3
.
I cambiamenti e le riforme oggi ancora in corso, si riferiscono a tre diversi
ambiti che è importante distinguere sul piano concettuale (anche se in realtà sono
strettamente correlati):
1. il modello di sistema istituzionale del Paese, in quanto il ruolo della
pubblica amministrazione cambia significativamente secondo l’evoluzione
del modello di Stato (ad es. Stato accentrato/Stato decentrato,
autonomie/federazione di Stati);
2. l’estensione dell’intervento dello Stato e degli altri enti pubblici, considerata
in relazione al funzionamento della società e dell’economia
(privatizzazioni);
3. le modalità di funzionamento della pubblica amministrazione e l’apertura di
spazi per il suo miglioramento
4
.
I primi due aspetti sono da tempo all’attenzione del dibattito politico nel
nostro paese, soprattutto con riferimento alle problematiche del “federalismo” e
delle “privatizzazioni”. L’ultimo aspetto, invece, che considera la “struttura” delle
istituzioni (cioè il modo in cui il funzionamento delle amministrazioni è
organizzato), è stato a lungo troppo trascurato
5
ed ha costituito per molto tempo
3
Cfr. Borgonovi E., Luci e ombre sul cammino delle riforme, su Azienda Pubblica N. 5, Maggioli
Editore Rimini, 1997, pag. 423.
4
Rebora G., op.cit. pagg. 21-24.
5
‹‹Il disinteresse della politica per la questione amministrativa è durato fino al 1993.
Paradossalmente, mentre nessun politico si preoccupava di riformare l’amministrazione, la
collettività ne percepiva l’inefficienza e, nel mese di marzo dello stesso anno, si esprimeva
positivamente per otto referendum, dei quali sette riguardavano il funzionamento dello Stato (e di
essi, cinque erano relativi a ministeri ed enti pubblici). La riforma dell’amministrazione entrava così
a far parte del programma del governo Ciampi: in esso si sottolineava la necessità di avviare
un’azione di ammodernamento complessivo delle amministrazioni e di prevenire, e reprimere, il
dilagare della corruzione. La riforma dell’amministrazione occupava, dunque, rispetto al passato, un
posto inconsueto e determinante››. Mercatali P., Informatica applicata alla pubblica
amministrazione, Edizioni Simone Napoli, 2003, pag. 17.
3
l’anello debole del sistema pubblico, non permettendo di realizzare una
amministrazione veramente “al servizio del cittadino”
6
.
1.2 Dal New Public Management alla Public Governance
Questo specifico processo di trasformazione si congiunge con un approccio
più ampio di modernizzazione che dalla metà degli anni ’80 ha investito i sistemi
amministrativi di alcuni paesi industrializzati
7
e, a partire dagli anni ’90, ha
interessato anche il contesto italiano, portando a riformulare ruolo e compiti della
pubblica amministrazione
8
. Questo processo, noto come New Public Management
9
,
si fonda principalmente su due presupposti:
• l’assimilazione dell’azienda pubblica a quella privata
10
;
• la centralità e discrezionalità del manager pubblico
11
.
Pertanto, si possono individuare le principali caratteristiche
dell’“amministrazione pubblica manageriale” (o new public management):
6
‹‹Qualunque sia il modello di società cui ci si richiama, o qualunque sia la scelta politica circa
l’ampliamento o la riduzione dell’intervento pubblico nell’economia, il problema del miglioramento
della pubblica amministrazione, considerata nella sua componente organizzativa e gestionale, rimane
critico e cruciale per le società moderne››. Rebora G., op. cit. pagg. 22-23.
7
‹‹Le diverse esperienze, dalla “rivoluzione tachteriana” nel Regno Unito, ai programmi avviati dai
Governi del Canada e dell’Australia, alle iniziative condotte a livello federale e statale negli USA,
hanno evidenziato un orientamento diffuso dei diversi Governi a ridefinire le frontiere e le modalità
di funzionamento del settore pubblico››. Meneguzzo M., Ripensare la modernizzazione
amministrativa e il New Public Management. L’esperienza italiana: innovazione dal basso e
sviluppo della governance locale, su Azienda Pubblica N. 6, Maggioli Editore Rimini, 1997, pag.
587.
8
Cfr. Meneguzzo M., Lega F., Dal New Public Management al rinnovamento della pubblica
amministrazione: un’analisi comparata del ruolo dei premi all’innovazione, su Azienda Pubblica N.
4, Maggioli Editore Rimini, 1999, pag. 457.
9
‹‹New Public Management è il termine con cui viene sintetizzato, nella letteratura internazionale e
nei documenti ufficiali, il paradigma della modernizzazione amministrativa››. Lega F., Dai principi
del new public management al rinnovamento della pubblica amministrazione: un’analisi comparata
dei meccanismi di trasferimento e diffusione dell’innovazione, in Meneguzzo M., Managerialità,
Innovazione e Governance, la PA verso il 2000, ARACNE Roma, 1999, pag. 197.
10
‹‹Tuttavia non è sufficiente introdurre nel settore pubblico tecniche gestionali e processi
decisionali simili a quelli utilizzati nelle imprese private, ma occorre muoversi decisamente verso un
management pubblico di tipo imprenditoriale››. Meneguzzo M., Dal New Public Management alla
Public Governance: il pendolo della ricerca sulla amministrazione pubblica, in Meneguzzo M.,
Managerialità, Innovazione e Governance, la PA verso il 2000, op. cit. pag. 25.
11
Il secondo presupposto fa riferimento alla centralità dei manager pubblici e all’attribuzione ad essi
di notevoli gradi di discrezionalità operativa e alla responsabilizzazione e valutazione dei risultati
conseguiti. Per ulteriori approfondimenti si veda Meneguzzo M., New Public Management e modelli
innovativi di programmazione e controllo interistituzionale della spesa pubblica, in Meneguzzo M.,
Managerialità, Innovazione e Governance, la PA verso il 2000, op. cit. pagg. 6-7.
4
• l’orientamento al cittadino-utente o al cittadino-cliente;
• l’enfasi posta sul controllo dei risultati;
• il rafforzamento e la maggiore autonomia della burocrazia dello Stato;
• la separazione tra le unità che formulano le politiche pubbliche e le unità
decentralizzate che eseguono quelle stesse politiche;
• il trasferimento dei servizi sociali ed educativi al settore competitivo
pubblico non-statale;
• la distinzione tra due tipi di unità decentralizzate: le agenzie esecutive, che
svolgono le attività di Stato e sono monopoliste per definizione e i servizi
sociali ed educativi che sono di natura competitiva;
• l’adozione congiunta di meccanismi di controllo sociale diretti, di indicatori
di performance dei manager pubblici chiaramente definiti e monitorati, di
forme di quasi mercato in cui ha luogo la competizione amministrata tra le
diverse organizzazioni pubbliche;
• l’esternalizzazione
12
di attività ausiliarie e di supporto che sono soggette ad
una procedura di asta competitiva
13
sul mercato
14
.
Le principali aree di intervento del New Public Management sono, pertanto,
rappresentate:
• dal decentramento di attività nonché di responsabilità dal livello centrale a
quello periferico
15
;
12
‹‹Con il termine “esternalizzazione” si intende il trasferimento, in base a contratti, della
produzione di servizi e attività strumentali di pubbliche amministrazioni ad imprese private, pur
continuando le stesse pubbliche amministrazioni a finanziare l’attività e ad assumersi la
responsabilità del soddisfacimento del bisogno pubblico››. DFP, Guida all’esternalizzazione di
servizi e attività strumentali nella pubblica amministrazione, su www.funzionepubblica.it, giugno
2004, pag. 8.
13
‹‹La scelta del soggetto esterno, a cui viene affidato il compito di fornire i servizi
all’amministrazione e che è rappresentato da un’impresa o da un gruppo di imprese, richiede una
procedura concorrenziale, nel rispetto delle regole che disciplinano i processi di acquisto nella
pubblica amministrazione, e può richiedere, in relazione al valore del servizio, l’attivazione dell’iter
giuridico dell’evidenza pubblica. (…) In sostanza si definiscono i contenuti del capitolato e del
contratto, si individua la procedura di selezione dei fornitori e si sceglie l’offerta ritenuta più
vantaggiosa sotto i diversi profili (economico, tecnico, qualitativo, sociale)››. DFP, Guida
all’esternalizzazione di servizi e attività strumentali nella pubblica amministrazione, op. cit. pagg. 8-
15.
14
Cfr. Bresser Pereira L.C., Riforma dello Stato negli anni ’90: logica e meccanismi di controllo,
traduzione a cura di Marco Meneguzzo e Maddalena Vario, su Azienda Pubblica N. 6, Maggioli
Editore Rimini, 1997, pagg. 622-623.
15
‹‹Il termine decentramento è di carattere generale ed ha assunto differenti contenuti e significati
con riferimento alla storia recente del sistema pubblico italiano. Negli anni Settanta esso era inteso