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Premessa
Il mio primo vero “contatto” con il mondo dell’industria discografica è avvenuto in
occasione di un tirocinio svolto in ambito universitario. La proposta da parte dell’Ufficio
Stage mi aveva reso da subito entusiasta proprio perché riguardava il settore musicale: si
trattava in pratica di svolgere un’esperienza lavorativa presso l’agenzia di promozione
discografica Kizmaiaz srl di Sesto Fiorentino.
Il percorso di tirocinio mi ha messo nelle condizioni di comprendere gradualmente i
meccanismi di fondo che sottostanno alla promozione di un prodotto discografico. Anche
se si è trattato del “primo assaggio” di una sola delle fasi che questo tipo di prodotto
attraversa, questa esperienza mi ha resa più consapevole della complessa realtà in cui la
suddetta fase di promozione è inserita.
Il presente lavoro di tesi mi ha quindi fornito l’occasione ideale per approfondire lo
sfaccettato argomento che riguarda l’industria discografica, inquadrandolo anche e
soprattutto alla luce dei cambiamenti in cui attualmente sono coinvolti i processi di
comunicazione, di distribuzione e di consumo della musica.
Il mutamento di contesto, originato da una serie di innovazioni in ambito
tecnologico, ha coinvolto infatti profondamente tutto il settore musicale, incidendo in
particolar modo sul comparto discografico. Fondato sullo sfruttamento economico della
musica registrata, questo comparto è stato il più influenzato dalle nuove tecnologie
telematiche, in particolare dall’implementazione di un nuovo supporto musicale: il file
fonografico.
* * *
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Entrando nello specifico della struttura della tesi, la volontà di operare un’analisi
dell’attuale contesto in trasformazione ha reso necessario, in una prima fase, un approccio
di carattere “tecnico-descrittivo”.
L’obiettivo del primo capitolo è stato quindi quello di delineare quei soggetti e quelle
funzioni che interagiscono con gli operatori del settore discografico, sia dal punto di vista
interno al settore musicale, sia da un’ottica esterna, “ambientale”.
Nella fattispecie vi era il proposito di tracciare schematicamente una possibile
struttura del settore musicale, settore di cui fa parte l’industria discografica, mediante una
panoramica che ne individua gli operatori principali, per poi procedere ad un’altrettanto
necessaria descrizione delle sfere di attività – esogene rispetto al settore musicale stesso –
che svolgono un ruolo di influenza determinante nei confronti dell’industria di nostro
interesse.
Dopo aver infine descritto i processi tradizionali che caratterizzano la produzione e la
commercializzazione di un prodotto discografico, si è potuto analizzare i cambiamenti in
cui tali processi sono coinvolti e quei fattori che in modo più incisivo hanno contribuito a
modificarli.
Nel secondo capitolo è stato operato un salto cronologico all’indietro, un flashback
volto ad individuare le principali fasi storiche in cui l’industria discografica si è trovata ad
affrontare importanti trasformazioni.
In questo modo si sono potuti evidenziare ancora una volta i fattori di varia natura
che prendono parte alle trasformazioni del settore, mutamenti avvenuti sia in termini di
assetti organizzativi e modelli di business, che di modalità di accesso e consumo del
prodotto musicale. L'evoluzione del settore musicale è infatti indissolubilmente legata alle
relazioni che intercorrono tra gli attori operanti al suo interno e al suo esterno.
Lo studio delle vicende passate potrà presumibilmente spingerci a considerare il
presente come l’ennesima fase di trasformazione che il settore sta attraversando.
In quest’ottica si avrà in altre parole la possibilità di valutare l’innovazione come un
processo non solo inevitabile, ma potenzialmente fertile di sviluppi, anziché limitarci a
considerarlo, come spesso è accaduto in passato, un fattore di crisi dell’industria.
Nel terzo ed ultimo capitolo di questo lavoro, dunque, sono tornata a valutare il
contesto attuale, snodando sull’esposizione dell’esperienza del tirocinio l’analisi delle
problematiche e delle opportunità che si presentano agli operatori dell’industria
discografica.
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Ho adottato quindi l’ottica dell’area comunicativa dell’impresa di produzione
discografica, considerato che lo sviluppo delle tecnologie dell’informazione hanno
influenzato in particolar modo le modalità di scambio di musica e di informazioni, nonchè
il comportamento del consumatore in relazione ad esso.
Operando tale scelta non ho certamente sottovalutato il ruolo della “funzione
promozione”, la quale costituisce infatti l’anello di congiunzione tra la produzione ed i suoi
interlocutori principali.
Sono giunta così a riflettere su alcune caratteristiche tipiche del nuovo ambiente
digitale che offrono inedite opportunità agli operatori del settore, per poi tentare di
dimostrare come le nuove modalità di interazione possano rappresentare un potenziale
terreno di evoluzione delle strategie di promozione discografica.
* * *
Quanto alle fonti d’informazione principali di cui mi sono servita – infine – è opportuno
precisare che, oltre ad una (essenziale) letteratura riguardante l’industria musicale e
discografica, ho fatto anche uso di opere di stampo sociologico che trattano del fenomeno
musicale, osservandolo da punti di vista diversi.
Per comprendere al meglio le attività svolte dagli operatori del settore, è stato altresì
utile consultare i siti web di imprese e associazioni di categoria, prendendo come punto di
riferimento la loro mission e la tipologia di servizi offerti. Sul web è stato possibile anche
raccogliere testimonianze, report economici, testi di leggi sul diritto d’autore, e così via,
fino agli articoli più attuali pubblicati sull’industria musicale o relativi a determinati
soggetti operanti nel settore.
È quindi risultato fondamentale, accanto all’analisi teorica, un confronto continuo
con le attività delle imprese, indagando l’offerta proposta da enti e associazioni in risposta
alle richieste concrete del mercato. Questa peculiarità della ricerca si è concretizzata infatti
anche attraverso l’intervista – riportata in Appendice – alla direttrice dell’agenzia di
promozione Kizmaiaz.
Un ultimo avvertimento relativo a note e citazioni presenti nel testo. Ferme restando
le annotazioni a pie’ di pagina relative a necessari arricchimenti/ integrazioni/ chiarimenti,
per le citazioni – onde facilitare la lettura – ho preferito adottare il sistema delle note
cosiddette “all’americana” (o Cambridge), ossia con citazione sintetica di autore e anno di
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pubblicazione tra parentesi nel testo e conseguente rinvio alla bibliografia riportata alla
fine.
Nello specifico della citazione, inoltre, ho preferito distinguere tre casi: Autore ed
anno della pubblicazione (quando il riferimento è generico); Autore ed anno della
pubblicazione preceduto da cfr. (quando il riferimento generico è seguito dal/i numero/i di
pagina); Autore ed anno della pubblicazione seguito dal/i numero/i di pagina (quando la
citazione è diretta e messa tra virgolette e/o con testo differenziato).
Infine – sempre con l’obiettivo di snellire la lettura – avendo dovuto utilizzare molti
termini stranieri e/o tecnici comunque e in ogni caso da corsivare, ho preferito, nella
maggioranza dei casi, utilizzare il corsivo solo nel loro primo uso, per poi passare al
carattere normale.
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Capitolo I
Sistema, ambiente e progetto:
lo scenario dell’industria fonografica
I.1 Editoria, esecuzione dal vivo e fonografia
Per industria discografica s'intende quel comparto dell’industria della musica la cui attività
gravita intorno alla registrazione di un'espressione musicale e alla sua commercializzazione
(cfr. D'Amato, 2009, p. 60; Costantino, 2004, p. 70).
Il termine “discografia” diventa di senso comune intorno alla metà del XX secolo,
quando la produzione di musica registrata diviene a sua volta il business principale del
mercato musicale (cfr. Costantino, 2004, p. 71).
Quando si parla di “disco”, si fa riferimento senz'altro ad un contenitore, ma si
intende soprattutto esprimere la dimensione del contenuto registrato su di esso (ibid.). Il
termine discografia pertanto finisce per includere a livello semantico diversi tipi di
supporto musicale, siano essi nastri magnetici o file digitali. Data la varietà di supporti
esistenti, in questo lavoro si userà piuttosto il termine più generico “fonografia”.
D'altronde, come nota D'Amato (cfr. 2009, p. 91), nell'immaginario collettivo è
abbastanza comune confondere l'area di competenza dell'industria propriamente
“discografica” con quella dell'intero settore musicale. Sarà opportuno quindi individuare i
comparti in cui l'industria musicale può essere suddivisa a partire dall'attività artistica su
cui si fonda.
A tale proposito appare particolarmente funzionale la suddivisione adottata dallo
stesso D'Amato in Musica e Industria (2009), nella parte in cui introduce una descrizione
primaria dell'industria musicale.
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L'espressione musicale è un output immateriale che dà vita a prodotti diversi: la
composizione, l'esecuzione ed il fonogramma. Sullo sfruttamento economico di questi tre
prodotti si basano altrettanti comparti dell'industria musicale: l'editoria, il live e la
fonografia (ivi, p. 25).
Essendo la prestazione dell'artista oggetto di utilizzazioni economiche, essa è tutelata
a livello legislativo e i rapporti con l'industria vengono regolati da vari tipi di contratto. Si
parla in particolare di “diritto d'autore” nei paesi con ordinamento civil law1, mentre vige
l'istituto del copyright negli Stati angloamericani con ordinamento common law2.
Entrambi riguardano il diritto alla remunerazione legato all'autorialità e sono nati dal
compromesso tra la tutela del business editoriale e l'interesse pubblico verso le opere
creative (cfr. D’Amato, 2009, p. 56).
In particolare il copyright – appunto “diritto di copia” – coincide con il momento
della pubblicazione dell'opera e conferisce al detentore di tale diritto la facoltà esclusiva di
commercializzazione. L'acquisizione del diritto d'autore invece scaturisce direttamente
dalla creazione dell'opera, quale particolare espressione del lavoro intellettuale, ed è
inalienabile, indipendentemente dall'eventuale cessione di diritti che invece riguardano lo
sfruttamento economico (De Angelis, 2005; www.interlex.it).
La composizione consiste nella formulazione ex novo di un'espressione musicale
creativa3 e al suo artefice sono attribuiti dei diritti esclusivi morali ed economici, che
consentano remunerazione e stimolo ad ulteriore attività creativa. L’autore può decidere di
cedere i diritti relativi allo sfruttamento economico della propria composizione ad un altro
operatore che sappia valorizzarla il più possibile. La gestione di tali diritti è il fulcro del
“comparto editoriale” – in inglese publishing –.
Il rapporto tra autore ed editore è regolato tramite un contratto di edizione, con il
quale il primo cede i diritti di utilizzazione economica al secondo. Nell'interesse di
entrambi l'editore si occupa di massimizzare i profitti derivanti dall'uso della composizione
e percepisce una percentuale sugli introiti (cfr. D'Amato, 2009, p. 57).
1
In Italia il diritto d'autore è regolato dalla Legge 22 aprile 1941, n. 633 e successive modificazioni.
2
È definito common law quel sistema di diritto consuetudinario, originario del mondo anglosassone, dove
non vi è codificazione del diritto. In questi ordinamenti giuridici la giurisprudenza svolge un ruolo
fondamentale perché determina le sentenze alle quali si atterranno le decisioni giurisprudenziali successive. Il
civil law è invece un ordinamento giuridico basato su leggi e codici scritti, sviluppatosi nell’Europa
continentale a partire dal diritto romano-giustinianeo. Attualmente è il sistema più diffuso
(www.infoleges.it).
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Secondo la legge sul diritto d'autore l'opera d'ingegno ha carattere creativo quando porta l'impronta della
personalità dell'autore (www.interlex.it).
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Il compito dell'editore è dunque quello di incoraggiare l'utilizzo dell'output musicale
(in questo caso la composizione di cui detiene i diritti), compito che svolge attraverso una
rete di contatti con musicisti, produttori, operatori dei media, talent scout e così via.
In particolare i diritti principali intorno ai quali ruota l'attività dell'editore nel
momento in cui li acquisisce dall'autore sono quelli riguardanti la pubblica esecuzione, la
fonofissazione e la stampa delle composizioni. Esistono poi altri diritti che possono essere
presenti nei contratti di edizione, come i diritti pubblicitari e quelli relativi alla
sincronizzazione in ambito cinematografico e televisivo (www.musicplus.it).
L'editore diventa quindi, tramite la cessione dei diritti, proprietario dell'opera per
quanto riguarda il suo sfruttamento commerciale e ne concede l'utilizzo per esecuzioni,
registrazioni, trascrizioni, film, rappresentazioni teatrali, spot pubblicitari, con lo scopo di
massimizzare i suoi utilizzi e quindi i guadagni suoi e dell'autore.
La cessione da parte dell'editore di un determinato diritto d'utilizzo è definita
licensing ed avviene principalmente nei confronti di una serie di operatori per i quali la
composizione rappresenta un “bene intermedio”, un input che va ad arrichire il processo
produttivo di un altro prodotto (cfr. D'Amato, 2009, p. 57).
La complessità che scaturisce dalla gestione di svariati diritti nei confronti di
interlocutori differenti, dà vita ad altre attività di supporto al comparto dell'editoria.
I rapporti tra società di edizione e licenziatari sono spesso mediati dalle società di tutela dei
diritti di autori ed editori, le quali effettuano il collecting dei proventi presso i licenziatari
per conto degli autori ed editori associati (ivi, p. 58).
In Italia ha l'esclusività per tale funzione la SIAE (Società Italiana Autori ed Editori),
che amministra i diritti di utilizzazione delle opere, sia per la loro pubblica esecuzione che
per la riproduzione meccanica, incluso l'utilizzo di musica sincronizzata in opere
audiovisive cinematografiche e radiotelevisive (www.siae.it).
Negli Stati Uniti sono ASCAP (American Society of Composers, Authors and
Publishers) e BMI (Broadcast Music Incorporated) ad occuparsi di licensing e recupero
crediti per conto di autori ed editori. Nel Regno Unito la PRS (Performing Rights Society)
si occupa solo del campo performativo e dei diritti sul broadcasting radiofonico e
televisivo. Solo più recentemente ha stipulato accordi con la società preposta alla gestione
dei diritti sulla riproduzione meccanica, la MCPS (Mechanical-Copyright Protection
Society), dando vita alla PRS for Music (www.prsformusic.com).
A livello internazionale, dal 1926 la CISAC (Confédération Internationale des
Sociétés d´Auteurs et Compositeurs) rappresenta il punto di riferimento di autori ed editori