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                                                    INTRODUZIONE 
L’idea di questa tesi è partita dalla produzione del mio cortometraggio, in cui ho 
svolto in ruolo di produttrice. Il cortometraggio che ho realizzato con i miei 
compagni è stato completamente autoprodotto e finanziato da noi stessi. Mi sono 
chiesta quindi se questo tipo di produzione in Italia, ovvero autofinanziata e non 
realizzata da case di produzione, fosse presente, in quale quantità e in quali 
forme. Nel primo capitolo ho definito cosa fosse una produzione indipendente, 
trovando diverse definizioni che però concordano su alcuni aspetti fondamentali 
che una produzione di questo tipo deve avere. Sono partita dalla nascita della 
produzione indipendente negli Stati Uniti. Essa nasce per essere “indipendente” 
dalle grandi major americane che ormai stavano dominando il settore. Per 
arrivare poi alla produzione indipendente in Italia.  
Nel capitolo due approfondisco come le case di produzione indipendenti possono 
trovare dei fondi e dei finanziamenti per realizzare i loro progetti. 
In Italia la maggior parte dei prodotti audiovisivi vengono realizzati grazie agli 
sgravi fiscali e ai bandi dello stato. Inoltre esistono i fondi europei, che puntano 
soprattutto sulle coproduzioni internazionali, e i fondi regionali, gestiti spesso 
dalle Film Commission che hanno come obiettivo non solo far lavorare le 
maestranze di quel territorio, ma anche quello di promuovere il proprio territorio. 
Infine i produttori possono anche perseguire la via del crowfounding, che 
permette anche di farsi pubblicità prima che il film venga prodotto. 
Nel terzo capitolo analizzo come questi film vengano distribuiti e in che modo essi 
possano essere visti da un pubblico. Quasi sempre questi film trovano la loro 
massima esposizione nei film festival a loro dedicati. Essi sono delle vetrine che 
permettono soprattutto a registi e/o produttore emergenti di farsi notare con i loro 
progetti. Il primo in assoluto è stato il Sundace Film Festival, che si svolge a Park 
City, nello Stato dello Utah. In Italia sono presenti diversi film festival dedicati al 
cinema indipendente tra cui: Roma independent film festival, Torino film festival, 
Not film festival etc… 
Negli ultimi anni sono nate anche delle piattaforme streaming dedicate ad un tipo 
di cinema più ricercato e indipendente. La più famosa è sicuramente Mubi, ma vi 
sono anche realtà italiane come Indiecinema e Youmovie.  
Nel quarto capitolo vi sono le interviste che ho avuto l’onore e occasione di fare 
in questi mesi riguardo i temi trattati nei capitoli precedenti. Ho approfondito il 
punto di vista produttivo con Gianluca Arcopinto, considerato uno dei più 
importanti produttori indipendenti italiani, e Vito Sugameli, fondatore di Piano9 
produzioni, che si occupa di promuovere e sviluppare questo tipo di produzioni in 
Italia. Con Giovanni Costantino, fondatore di Distribuzione Indipendente, 
abbiamo appunto parlato dell’aspetto distributivo.  
Infine, nell’ultima parte è presentata nel dettaglio il progetto intitolato 
“Madreperla”, un cortometraggio drammatico di finzione. In questo progetto mi 
sono occupata di tutta la parte produttiva, ho collaborato alla scrittura e ho 
ricoperto anche il ruolo di segretaria di edizione.
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1 LA PRODUZIONE INDIPENDENTE 
1.1 Cos’è una produzione indipendente 
Per produzione indipendente si intende un film o un cortometraggio realizzato 
fuori dagli studios cinematografici e dalle grandi case di produzione. Solitamente 
viene prodotto e finanziato dagli autori, registi e attori che ne fanno parte o da 
privati che sono interessati al progetto. Molto spesso si decide anche di produrre 
un film indie per allontanarsi dal linguaggio mainstream del cinema a cui ormai 
siamo abituati, ma anche per sperimentare e dare più libertà creativa al regista 
per la realizzazione del film. 
Molto spesso, questi film vengono realizzati con budget ridotti rispetto ai film 
realizzati dalle grandi case di produzione; avendo così meno possibilità e più 
limitazioni rispetto a budget più elevati. 
Anche se con il tempo e il passaggio dall’analogico al digitale le problematiche 
tecniche ed economiche si sono notevolmente ridotte; dando la possibilità anche 
ai filmmakers senza grandi disponibilità di budget di raggiungere buoni risultati a 
livello tecnico. 
Il cinema indipendente puro punta ad essere più una forma d’arte e non un 
“prodotto” commerciale da vendere. Esso viene visto come una forma 
d’espressione e/o una pratica artistica più che come un “lavoro” vero e proprio da 
cui ricavare un profitto. 
Le caratteristiche principali dei film indie sono di base due: disponibilità di pochi 
mezzi tecnici dovuto dal basso budget a disposizione e la totale libertà artistica 
del regista. Molto spesso questo genere filmico finisce per essere considerato 
particolare e fuori dagli schemi, non adatto ad un pubblico distratto, abituato a 
dei film commerciali in cui c’è poco da comprendere in quanto gli si viene spiegato 
tutto. Molto spesso questi film richiedono una visiona attiva da parte dello 
spettatore, un’analisi di ciò che gli viene messo di fronte. 
Parte del fascino romantico del cinema indipendente è l’idea di produrre film a 
bassissimo costo. Vi sono diverse metodi per realizzare un film a costo zero, o 
quasi. Si può scrivere una sceneggiatura sulla base delle risorse già disponibili 
oppure utilizzare un cast ridotto e una troupe disposta a lavorare senza 
remunerazione, con la promessa di un pagamento futuro nel caso di profitto del 
film.
1
 
Il cinema indipendente si caratterizza anche per la distribuzione. Questi film non 
puntano ad essere distribuiti su larga scala ma ad essere proiettati nelle sale dei 
cinema d’essai e molto spesso ad autofinanziarsi da questi guadagni.  
La filosofia che spinge i film indie, porta all’esplorazione di nuovi linguaggi, 
tematiche diverse e anche con un’attenzione diversa rispetto alle minoranze 
molto spesso tagliate fuori dal cinema tradizionale. Per questo, il cinema 
indipendente garantisce prodotti qualitativamente di grande valore nella maggior 
                                                
1
 G. King, Il cinema indipendente americano, Piccola Biblioteca Einaudi, Torino, 2006
8 
 
parte dei casi, pur uscendo fuori dagli schemi a cui il pubblico è abituato. Tutto 
questo ovviamente comporta un aumento delle difficoltà di produzione e i rischi 
a cui si va incontro. 
Il cinema indipendente ha avuto una crescita significativa dal 2000 in poi, grazie 
alle innovazioni tecnologiche che hanno reso e rendono sempre di più le 
produzioni autonome dei prodotti di ottimo livello, grazie sia alle nuove 
videocamere e fotocamere in commercio, sia anche ai software digitali per il 
montaggio e la post-produzione, diventati man mano alla portata di molti.
9 
 
1.2 Storia del cinema indie americano 
Inizialmente il termine venne utilizzato in America per indicare i produttori che 
realizzavano opere lontane dalle tre società dominanti la produzione nell’ultimo 
decennio dell’Ottocento e nel primo Novecento. Edison, Biograph, Vitagraph 
fondarono nel 1908 la Motion Picture Parents Company. Chi decideva di non 
aderire e di non pagare l’uso dei brevetti della MPPC veniva dichiarato 
indipendente. 
Molti decisero così di allontanarsi e di spostarsi verso la California del sud, 
ponendo in questo modo le basi per la nascita dello studio system del cinema 
classico hollywoodiano. 
Successivamente la Parents Company venne sciolta e sostituita dall’oligopolio 
hollywoodiano formato da 5 major principali: 20th Century Fox, Metro-Goldwyn-
Mayer, Paramount Pictures, RKO Pictures e Warner Bros. Poi sono arrivate tre 
aziende più piccole: Columbia Pictures, United Artists e United Studios.  
Questo sistema divenne così potente che nacque un nuovo tipo di indipendenza.  
Nel 1941, Mary Pickford, Charlie Chaplin, Walt Disney, Orson Welles, Samuel 
Goldwyn, David O. Selznick, Alexander Korda e Walter Wanger fondarono il 
“Society of Independent Motion Picture Producers”. Qualche anno prima alcuni 
di essi facevano parte di United Artist, il primo studio indipendente in America.  
Questa società cercava di preservare i diritti dei produttori indipendenti in un 
settore monopolizzato dallo studio system delle grandi case di produzione 
americane.  
Le cose iniziarono a cambiare quando la società iniziò a vincere le prime cause 
contro i colossi del cinema americano e grazie all’avvento delle videocamere low 
budget dopo la seconda guerra mondiale. In questo modo molte più persone 
avevano la possibilità di registrare un film anche senza l’aiuto di uno studio 
cinematografico.
2
 
Ma il vero decollo della produzione indipendente si ebbe negli anni 80 grazie sia 
all’atteggiamento conservatore di Hollywood sia al fatto che il pubblico 
desiderava vedere qualcosa di non convenzionale e slegato dai canoni classici. 
Inoltre in quel periodo si ebbe il boom dell’home video. 
Il successo dei film indipendenti aveva portato anche alla nascita di film festival 
dedicati come il Sundance Festival, inizialmente chiamato Utah/United States 
Film Festival. 
La crescita delle produzioni indipendenti era stata percepita come una minaccia 
dalle grandi case di produzioni hollywoodiane, che ne capirono le potenzialità fino 
ad all’ora sottovalutate.  
Un film low budget che ha successo in sala comporta un guadagno maggiore 
rispetto al budget utilizzato per realizzare un blockbuster. 
Così alcune piccole case di produzioni indipendenti come la Miramax e la New 
Line vennero acquistate dalle major. Dando loro la possibilità di realizzare 
                                                
2
 G. King, Il cinema indipendente americano, Piccola Biblioteca Einaudi, Torino, 2006
10 
 
capolavori come Pulp Fiction di Quentin Tarantino (1994) o La vita è bella di 
Roberto Benigni (1997). 
Alcune case di produzione invece hanno provato a produrre dei film in stile indie 
come American Beauty di Sam Mendes (1999), utilizzando inoltre la tecnica di 
lancio della distribuzione indipendente, ovvero estendendola nel tempo. 
Sempre di più le major cercarono di invadere il territorio che il cinema 
indipendente si era costruito, fin quando non si diffusero il video digitale e 
internet. Questo ha comportato nel tempo la produzione di enormi quantitativi di 
prodotti non sempre validi, realizzati da personale non competente. 
Il vero cinema indipendente quasi sempre passa dalle rassegne e dai festival 
ufficiali, creati appositamente non solo per sottolinearne la bellezza ma anche 
l’autenticità dei prodotti indie.  
Alcuni attori di fama internazionale, affascinati dallo stile dei film indie e dal 
volerne far parte, hanno accettato anche delle cifre più modeste per poter far 
parte del cast di uno di essi. Un esempio famosissimo è Eternal Sunshine of the 
Spotless Mind del 2004, in cui sono presente attori come Jim Carrey e Kate 
Winslet.