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sviluppo locale dell’area catanese, e della più estesa Sicilia orientale,
come base fondamentale per ulteriori avanzamenti di tutta l’economia
siciliana. Lo sviluppo di questa area industriale, la ormai famosa Etna
Valley, di recente formazione, e tuttora in evoluzione, si poggia,
infatti, sulle capacità della conoscenza, tecnologica e scientifica, di
realizzare crescenti interazioni, che realizzano possibilità sempre
nuove di metodi e processi di produzione. Le collaborazioni tra la
ricerca pubblica delle università e la ricerca privata delle industrie
aprono la strada verso nuovi impulsi e stimoli per le innovazioni, e
quindi per la crescita economica.
Il tema conduttore di questa analisi vuole essere la
consapevolezza dell’importanza della diffusione e della trasmissione
del sapere per il continuo progresso e sviluppo di ogni economia. Per
questo motivo, si ribadirà l’importanza di consentire sempre il
massimo e libero fluire della conoscenza, e tuttavia in modo efficiente,
permettendo l’utilizzo di tutte le potenzialità che questo concede allo
sviluppo. Le interazioni e le collaborazioni tra la ricerca svolta nel
settore pubblico, e quella svolta nel settore privato sono di importanza
strategica per il continuo accumularsi di attività innovative, che
conducono le economie di mercato contemporanee ad essere sempre
maggiormente competitive.
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Studiare le connessioni tra il mondo della scienza e quello della
tecnologia è importante per comprendere le possibilità di sviluppo che
nascono da queste collaborazioni.
Le università hanno assunto di recente un nuovo ruolo accanto a
quelli più tradizionali legati agli obiettivi istituzionali
dell’insegnamento e della semplice produzione di sapere: contribuire
più direttamente ai processi di creazione di ricchezza, e di crescita
economica interna e sviluppo territoriale. Il nuovo ruolo, identificato
dalle recenti teorie dei sistemi di innovazione dell’economia
evoluzionista e della tripla elica, trova i principali esempi nelle
università statunitensi, alle quali fin dal dopo guerra si riconobbe
l’importanza di incrementare lo stock di conoscenza per il bene
comune. Il progresso scientifico, derivante dalla ricerca effettuata in
laboratori pubblici, venne riconosciuto essenziale contributo al
benessere di ogni nazione, e degno di ricevere i contributi e i
finanziamenti necessari per il suo incremento. Venne definita
condizione favorevole per il continuo sviluppo dello stock di
conoscenze, l’interazione, la collaborazione e lo scambio tra flussi di
sapere tra attori diversi come per esempio le università, le imprese, e il
loro rapporto con le istituzioni.
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Tale ruolo nei processi di creazione di ricchezza non solo è
svolto attraverso una più stretta collaborazione con imprese private,
ma anche attraverso cambiamenti del sistema stesso di incentivi
sottostante la produzione scientifica nelle università. Recenti
cambiamenti di natura istituzionale nel campo dell’appropriabilità
della proprietà intellettuale derivante da ricerca scientifica hanno
permesso alle università di ricoprire ruoli più attivi, e partecipi anche
della propria autonomia, come per esempio la possibilità di ottenere
brevetti sulle proprie invenzioni derivanti da ricerca, e di gestirli
direttamente. Questa nuova possibilità per le accademie, insieme alle
accresciute interazioni tra la ricerca, può indubbiamente avere
ripercussioni positive sulla crescita economica nonché sullo sviluppo
economico territoriale, soprattutto quando viene sfruttata la capacità di
relazionarsi, tra attori diversi, in uno stesso territorio.
Il lavoro è suddiviso in cinque capitoli. Il primo inizia con la
descrizione dell’importanza della ricerca quale fonte di crescita
economica e di benessere. Si espongono le due realtà che
contraddistinguono la conoscenza, scienza e tecnologia, la ricerca
pubblica e la ricerca privata, evidenziando le differenze relative al
9
modo in cui la conoscenza è prodotta, e gli incentivi che i due tipi di
ricercatori, pubblici e privati, necessitano per continuare a produrla.
Il secondo capitolo prevede la trattazione della produzione di
conoscenza nel settore pubblico, quindi, delle università ed, in
generale, dei centri di ricerca pubblica. Le motivazioni e gli incentivi
per la produzione di conoscenza nel mondo della scienza sono dettate,
si vedrà, da necessità che sono in grado di conciliare il bene pubblico,
e i desideri e le ambizioni della comunità scientifica.
Il terzo capitolo discute la produzione di conoscenza nel settore
privato, quindi nel mondo della tecnologia, le imprese e le industrie.
La produzione di sapere in questo mondo riflette le motivazioni
economiche della ricerca del profitto le quali, quindi, prevedono la
ricerca come strumento necessario per ottenere innovazioni da inserire
nel mercato. Per queste ragioni, le imprese necessitano di tutta una
serie di meccanismi in grado di proteggere la propria ricerca e i propri
risultati di ricerca da possibili imitatori e concorrenti.
Il capitolo successivo è dedicato allo studio delle collaborazioni
tra i due settori, in merito alla ricerca, discusse alla luce delle teorie
sui sistemi di innovazione, e del modello della tripla elica, con
particolare attenzione prestata alla valutazione dell’efficienza delle
interazioni tra i due mondi. In particolare, questo capitolo si concentra
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sulla descrizione nel dettaglio degli strumenti necessari a garantire il
trasferimento di conoscenze e dei risultati della ricerca dalle università
verso le imprese. Fra questi, agevolazioni istituzionali, come la
promozione di nuove strutture idonee a favorire il trasferimento di
conoscenza, tra istituzioni pubbliche e private, e quindi, i parchi
scientifici e tecnologici, o più semplicemente appositi uffici come i
Liason Office, costituiti dalle università per favorire i “contatti” con le
imprese, e in ultimo, alcune garanzie contrattuali autonome, come i
contratti di ricerca.
Si esaminano le attuali evoluzioni e le mutate letture dei legami
tra settore pubblico e privato della ricerca, dalla tradizionale teoria
neoclassica alla più adeguata e recente teoria dei sistemi di
innovazione, promossa dall’economia evoluzionista.
Nell’ultimo capitolo, viene dedicata una particolare attenzione agli
strumenti e le opportunità per il trasferimento dei risultati della
ricerca, che sono ad oggi operativi a Catania. Lo studio delle
condizioni che hanno favorito l’insediamento della realtà
imprenditoriale della STMicroelectronics, si dimostra di evidente
utilità pratica per la comprensione dei meccanismi di trasferimento
della conoscenza dall’Università di Catania verso questo polo
industriale e tecnologico, e viceversa.
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CAPITOLO 1. CONOSCENZA, SCIENZA E
TECNOLOGIA
In questo capitolo si discute l’importanza della produzione di
sapere per la crescita economica e lo sviluppo di ogni economia e
società. Successivamente, si chiariscono i concetti di conoscenza,
scienza e tecnologia, con una trattazione che evidenzia i differenti
sistemi di incentivi e di motivazioni che spingono alla continua
produzione di sapere. Gli argomenti saranno presentati con
riferimento alle teorie e agli autori che si sono dedicati in particolare
ad esaminare i diversi approcci della produzione del sapere.
1.1. Produzione di conoscenza, crescita e sviluppo economico
Nuove scoperte ed invenzioni, realizzate nell’ambito di un
progetto di ricerca o effettuate per caso, si traducono spesso in una
serie di miglioramenti del settore produttivo quali la realizzazione di
nuovi prodotti o il miglioramento della qualità di quelli già esistenti e
l’ottimizzazione dei metodi di produzione con tecnologie più
efficienti. Tutto ciò incide sensibilmente sulla crescita, la
competitività e lo sviluppo di un paese e non solo, più in generale, sul
progresso dell’intera umanità. La ricerca che si traduce in innovazione
è quindi motore della crescita economica e fonte di benessere.
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Questi concetti, riconosciuti universalmente in tutto il mondo,
pongono le radici in tutte le epoche storiche, caratterizzate da quei
cambiamenti tecnologici che generarono rotture con il passato, e
l’inizio di nuove ere tecnologicamente più avanzate, e in grado di
garantire migliorate condizioni di vita. La storia dell’umanità è
costellata da questi cambiamenti, momenti in cui una semplice idea
diveniva in grado di spostare il centro dell’universo allora esistente,
dalla Terra al Sole, distruggendo in un sol colpo tutte le fedi umane.
Ma il cambiamento deve significare progresso, deve comportare un
miglioramento delle condizioni di vita, esattamente ciò che cerca
l’uomo, nel suo essere “homo oeconomicus” sempre alla ricerca del
soddisfacimento dei suoi bisogni.
Le innovazioni sono sempre più importanti nell’economia
Europea, sempre più globale e basata sulla conoscenza. La
competitività dell’Europa dipende, infatti, in maggior misura rispetto
al passato, dall’abilità dei settori di produzione e di servizi di
affrontare, in modo efficiente e veloce, le necessità di un mercato in
rapida evoluzione attraverso l’applicazione di nuove tecnologie.
Questa capacità di assimilare e di applicare la nuova conoscenza per
migliorare la produttività, e per creare nuovi prodotti e servizi, deve
nascere dalle inclinazioni imprenditoriali e dagli incentivi che
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provengono dalla scienza. È anche influenzata dalle condizioni che
permettono, incoraggiano e sostengono la creatività e gli investimenti
innovativi, così come dalle condizioni che li impediscono e limitano.
Perché l’innovazione sia fonte di competitività per l’economia
Europea è necessario che sia pervasiva e diversificata. Deve prendere
posto nelle imprese di ogni tipo e dimensione, in tutti i paesi e in ogni
settore, non solo in quelli ad alta tecnologia “naturalmente
innovativi”, come la bio-tecnologia o le tecnologie informatiche.
Questi specifici settori emergenti rappresentano motori importanti per
l’innovazione dell’economia aperta, e possono essere decisive fonti
per l’occupazione futura, tuttavia le politiche per l’innovazione non
devono puntare solo su questi. Innovazione significa anche e
soprattutto competitività e maggiori e migliori prodotti e processi nei
settori più tradizionali; è possibile creare nuova conoscenza anche
attraverso lo sviluppo e la crescita di tutte le risorse, umane e
materiali.
1
1
European Commission, 2001, “Building an Innovative Economy in Europe”, A
review of 12 studies of innovation policy and practice in today’s Europe, Enterprise
Directorate-General, ESN, Brussels.
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La spiegazione economica della produzione di sapere come
fonte di progresso è stata sviluppata dalle recenti teorie economiche di
crescita endogena. Tutte le teorie di crescita economica hanno
concentrato le loro analisi su determinati fattori che influiscono sullo
sviluppo dei Paesi. Tra i fattori di maggiore importanza c’è
sicuramente il progresso tecnologico. Nel lungo periodo, infatti, la
crescita economica può avvenire solo grazie alla continua
accumulazione di nuovo sapere tecnico, in grado di determinare
maggiori livelli di prodotto pro capite, a parità di capitale e lavoro,
come se fosse una vera e propria linfa vitale. Questo perché il
progresso tecnico consente, migliorando la conoscenza, di ottenere
una maggiore o una migliore produzione impiegando sempre le stesse
quantità di fattori produttivi.
Le teorie di crescita endogena hanno inserito la componente
“progresso tecnologico” all’interno dei loro modelli, trattandola come
variabile interna al sistema e presentandola come il risultato
dell’operare degli agenti economici. Invece, nonostante anche le
precedenti teorie attribuissero grande importanza al progresso
tecnologico, in quanto fonte di crescita del prodotto pro capite, non lo
inserivano nei modelli se non come variabile esogena. Ne derivava
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che la dinamica connessa a questa importante variabile restava esterna
al sistema.
2
L’importanza da attribuire al progresso tecnologico e alle
innovazioni è tale da richiedere una vera e propria base teorica che ne
riconosca il ruolo, ne studi la dinamica, e che lo spieghi come risultato
di razionali scelte economiche.
Le teorie di crescita endogena non sono le uniche ad offrire tale
base teorica. Un riferimento teorico forse più appropriato per studiare
il ruolo della collaborazione tra diversi soggetti pubblici e privati,
quale fonte di crescita e sviluppo, è dato dalle teorie dei sistemi di
innovazione. Tali teorie sviluppano un’analisi del legame tra crescita
economica e innovazione che ha il merito di aver osservato che gli
attori principali di ogni processo innovativo sono molteplici e
interagiscono in un sistema.
2
Nel modello di Solow si produceva un equilibrio di stato stazionario che
implicava prodotto, capitale e consumo pro capite costanti. L’introduzione del progresso
tecnico era invece in grado di condurre ad un equilibrio di stato stazionario del sistema in
cui erano i tassi di crescita del prodotto pro capite e quindi del capitale ad essere costanti,
prospettando nuove possibilità per la crescita economica. Si dimostrò inoltre che capitale
e reddito pro capite crescevano proprio al tasso di crescita del parametro tecnologico,
senza però essere in grado di descrivere la dinamica di questa variabile esogena.