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INTRODUZIONE
Da sempre l'atleta è considerato un soggetto da seguire e imitare per la
sua fisicità, per la perfezione del gesto tecnico che è in grado di compiere,
e per il raggiungimento di traguardi che, dal punto di vista di coloro i quali
non rientrano in questa categoria, sembrano essere dei risultati del tutto al
di fuori della portata di qualsiasi essere umano, tanto da rappresentare
l'atleta come un'icona o modello da seguire per spronarsi e raggiungere il
massimo in qualunque attività giornaliera. Nel corso della storia la figura
dell' atleta si è modificata a partire dal "discobolo", una scultura realizzata
intorno al 455 a.C., in cui abbiamo una rappresentazione del corpo in
movimento proiettato nello spazio e colto nel movimento culminante
dell'azione. La torsione del corpo, in una composizione a ruota, è
vigorosa, ma allo stesso tempo armoniosa e delicata, e sta a sottolineare
l'importanza e l'eleganza del gesto tecnico.
Il discobolo, scultura realizzata intorno al 455 a. C. da Mirone.
Con il passare degli anni l'ammirazione e la mania di emulazione degli
atleti, ha incrementato il numero di sport e sportivi. Nel corso del tempo si
sono sviluppate le diverse Federazioni Sportive, gli enti sportivi e sono
aumentate le manifestazioni sportive nazionali ed internazionali. Accanto a
questa evoluzione sono cresciuti da un lato il numero di atleti
amatoriali,dilettanti e professionisti e dall' altro le figure professionali e non
che si occupano della gestione fisica, psicologica e organizzativa del
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singolo atleta e/o di una squadra. In questo panorama sportivo, lo sport
per "eccellenza" è divenuto il calcio, sia per l' interesse suscitato e sia per
il business economico che ruota intorno ad esso.
Da circa metà degli anni Novanta in poi, il calcio è divenuto popolare e in
ogni angolo del mondo nel corso delle generazioni i ragazzini sono
cresciuti con un pallone, con il sogno di emulare i loro miti e raggiungere
un successo, un traguardo, un sogno sportivo. Affianco a questo aspetto
più romantico, vi è l'ambizione di emancipazione e riscatto sociale ed
economico da parte dei ragazzi e delle loro famiglie.
Gigi Riva, calciatore del Cagliari e della Nazionale Italiana negli anni 60 – 70, gioca a Calcio con alcuni
bambini del quartiere Marina di Cagliari.
Lo sviluppo e la crescita del gioco del Calcio si è affiancata a una crescita
ed analisi sempre più sofisticata e scientifica delle metodologie di
allenamento dei calciatori, dal punto di vista tecnico, tattico, fisico e
mentale. Dietro ad ogni squadra, ad ogni atleta top o dilettante, vi è
sempre un pool di allenatori che permette di ottimizzare le sue prestazioni,
a partire dalle squadre amatoriali che posseggono solo la figura
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dell'allenatore (spesso nel duplice ruolo allenatore - giocatore), ai top Club
mondiali che hanno diverse figure professionali che negli anni si sono
specializzate quali, oltre all'allenatore "capo", l'allenatore in seconda,
l'allenatore dei portieri, il mental coach, l'allenatore specifico per ruoli, l'
allenatore di specifiche situazioni prestazionali (ad esempio l'allenatore dei
calci piazzati) ed infine il preparatore fisico (o atletico). Quest’ultima figura,
insieme al capo allenatori, è la figura più importante nell’allenamento dei
calciatori, e le sue capacità si riflettono indubbiamente sui miglioramenti
fisici degli atleti, e quindi di conseguenza sui risultati della squadra.
Il famoso allenatore Josè Mourinho che dialoga con il suo Preparatore Atletico di fiducia Rui Faria. I due
dal 2002 lavorano insieme, ottenendo diversi successi con vari Club.
Il testo si occupa della descrizione della figura del preparatore fisico, che
come detto sopra, risulta fondamentale nella preparazione di una squadra
di calcio nella singola partita e nell’annata agonistica. Per descrivere le
tecniche e le metodologie di allenamento usate dai preparatori moderni, si
partirà dall’analisi della Scienza, della teoria e dei principi dell’allenamento
in generale, mediante sia considerazioni teoriche, che pratiche. Poi si
analizzerà nello specifico l’allenamento del calciatore, la programmazione
dell’allenamento e cicli per il mantenimento o sviluppo della sua forma
fisica e verrà analizzata la figura del preparatore fisico, con particolare
attenzione alla sua importanza nel processo di allenamento del calciatore.
In seguito si passerà nello specifico all’analisi delle principali tecniche di
allenamento relative alle diverse componenti della condizione fisiche:
Resistenza, Forza, Flessibilità, Velocità e Flessibilità. Per ognuna
verranno esposte le principali teorie generali e specifiche per il calcio, i
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test per la valutazione del livello di ogni componente della condizione
fisica nel singolo calciatore, ed infine verranno indicate le principali
metodologie pratiche di allenamento, con particolare attenzione a quelle
più utili ed utilizzate nel calcio moderno.
Allenamento fisico del Bayern Monaco, squadra Tedesca, tra le più forti e vincenti nella storia del Calcio.
Nell’analisi sia dell’allenamento in generale che di quello specifico al
calcio, saranno anche esposti i principali concetti anatomo – fisiologici da
conoscere per poter applicare bene le indicazioni teoriche e per poter
essere pienamente consapevoli e coscienti del lavoro che si và a
programmare per l’atleta.
Rappresentazione Anatomica del Corpo Umano durante il gesto tecnico del tiro nel calcio. Foto tratta
dalla mostra del Corpo Umano al PalaOlimpico di Torino.
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Infine, per contestualizzare alla realtà quanto esposto nel testo, verrà
mostrato un programma di allenamento testato su una squadra
professionistica di Lega Pro (ex Serie C, ndr), l’ A.C. Prato e verranno
indicate le basi della Preparazione Atletica delle Squadre di Zdenek
Zeman, a detta di molti la più dura ed efficace.
Tipico allenamento sui gradoni del “metodo Zeman”. La foto fa riferimento al ritiro del Cagliari Calcio,
stagione 2014 – 2015.
Nel testo saranno presenti diverse immagini estrapolate da diversi siti
internet del settore sportivo, da siti di testate giornalistiche e da Blog che
si occupano di temi inerenti al Calcio, all’allenamento e alla Preparazione
fisica. Mentre nella stesura del testo, tra le fonti bibliografiche citate, sono
stati utilizzati principalmente gli scritti del Professore Jurgen Weineck -
uno dei professionisti più attivi nel campo della Scienza dello Sport
internazionale ed esperto mondiale dell'allenamento giovanile – e del
Professore Domenico Tafuri, Docente presso la facoltà di Scienze Motorie
all’ Università degli studi di Napoli Parthenope e autore di diversi libri che
trattano tematiche riguardanti lo Sport e la Teoria dell’Allenamento.
Campioni si nasce o si diventa?
Campioni si diventa … se vi sono le
attitudini e le condizioni per lo sviluppo
psico – motorio.
Cit. Tafuri D., Barba F., L’allenamento Teoria e
Metodologia
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Capitolo 1
SCIENZA E TEORIA DELL’ALLENAMENTO
1.1 CONCETTI GENERALI E DEFINIZIONI
Quando si parla di teoria e scienza dell’allenamento si parla di un campo
specifico a carattere interdisciplinare che interessa diverse discipline quali
la biomeccanica, la medicina sportiva, la fisiologia funzionale, la
biochimica, la teoria del movimento, la pedagogia dello sport, la psicologia
dello sport, la sociologia dello sport ed altre che man mano stanno
ricoprendo un ruolo importante nell’attività sportiva.
Per teoria dell’allenamento si intende l’insieme delle conoscenze degli
allenatori, insegnanti di educazione fisica, istruttori e atleti; conoscenze
che non sono state confermate totalmente scientificamente, ma sono state
sperimentate nella pratica.
La scienza dell’allenamento invece, come disciplina parziale ancora
giovane della scienza dello sport, cerca di fornire una base scientifica a
questa teoria dell’allenamento a orientamento soprattutto pratico, di porre i
suoi contenuti e le sue affermazioni su salde fondamenta scientifiche, di
confermare o falsificare, sempre su basi scientifiche, le ipotesi e le
convinzioni sull’allenamento esistenti.
Per quanto concerne il termine “allenamento” nel linguaggio comune viene
utilizzato nei settori più diversi (fisico, psichico, motorio, cognitivo,
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affettivo, ecc.), intendendo con esso, per lo più, un processo di
esercitazione che tende, in misura più o meno espressa, al miglioramento
del relativo settore di obiettivi. Dal punto di vista sportivo si può definire
come “un processo di azione complesso che si pone lo scopo di influire,
in modo pianificato e rivolto a un oggetto specifico, sul livello di
prestazione sportiva e sulla capacità di realizzare nel migliore dei modi
possibile tale prestazione in situazioni di competizione”.
Dallo scopo particolare dell‘ allenamento in ambito sportivo si può
aumentare il livello di prestazione dell’atleta, mantenerlo (mantenimento) o
addirittura, in casi particolari, diminuirlo (disallenamento). Quindi, secondo
i diversi stadi di sviluppo e le finalità perseguite si possono realizzare
tipologie di allenamento molto diverse, come avviene, ad esempio
nell’allenamento della fitness, in quello di alta prestazione, in quello
riabilitativo oppure nel caso succitato di “disallenamento” come ad
esempio nel frequente caso di ipertrofia ventricolare sinistra da sport
(patologia spesso nota con il nome “cuore d’atleta”) in cui occorre un
periodo di decondizionamento (detraining) per un progressivo
ridimensionamento delle dimensioni telediastoliche delle cavità cardiache
sinistre.
Inoltre, occorre analizzare l’allenabilità ovvero il grado di adattamento ai
carichi di allenamento.
Si tratta di un parametro dinamico, che dipende da una serie di fattori
endogeni ( tipologia costituzionale, età, ecc.) ed esogeni, e può anche
manifestarsi diversamente nei vari organi e sistemi funzionali dello stesso
soggetto. Un caso particolare è l’allenabilità nell’età infantile e
dell’adolescenza in cui vi sono le cosiddette fasi sensibili, ovvero periodi
dello sviluppo che sono particolarmente favorevoli all’incremento di
determinati fattori motorio – sportivi della prestazione, cioè periodi nei
quali l’allenabilità è particolarmente elevata. Questi periodi sensibili
costituiscono un’ opportunità significativa di miglioramento di determinate
capacità, come ad esempio quelle coordinative, che in età più avanzate
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non possono essere sviluppate o lo possono essere limitatamente e con
un dispendio di tempo elevato.
1.2 LA CAPACITA’ DI PRESTAZIONE SPORTIVA
La capacità di prestazione sportiva rappresenta il grado di formazione di
una determinata prestazione motorio – sportiva e, in ragione della struttura
complessa delle condizioni che la caratterizzano, è determinata da una
molteplicità di fattori.
I molteplici fattori sono principalmente le capacità psichiche, le capacità
tecniche, le capacità tecnico – cognitive, le capacità sociali, le capacità
motorie, i fattori di predisposizione genetica, ed altre caratteristiche che in
base alle diverse situazioni specifiche agiscono sulla capacità di
prestazione sportiva.
Se la si considera globalmente, la capacità di prestazione sportiva è
segnata essenzialmente dalla persona o dalla personalità dell’atleta e dal
grado di espressione delle sue qualità individuali. Nello sport competitivo o
di vertice un ruolo decisivo viene svolto anche dall’allenatore e/o
preparatore.
Dunque l’obiettivo di ogni operatore in ambito sportivo è quello di
sviluppare le capacità di prestazione sportiva in tutti i suoi aspetti con
conseguente miglioramento della prestazione stessa.