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INTRODUZIONE
Giunto alla fine dell’ultimo anno ISEF, con un bagaglio di conoscenze maggiori che non
prima di iniziare gli studi in quest’istituto, come opera finale, che non si prefigge certo di
sintetizzare tutte le conoscenze acquisite, ma sulle quali si fonda per la stesura del lavoro,
vaglio questo lavoro. In esso si cerca di cogliere gli aspetti su cui si può lavorare per
ottenere dei miglioramenti sempre maggiori in campo calcistico.
Le proposte contenute sono rivolte particolarmente allo sviluppo delle qualità specifiche
dei calciatori, perchè‚ come ben si sa è attraverso il miglioramento di queste ultime che il
rendimento aumenta e di conseguenza si ottengono dei risultati migliori.
Sia ben inteso che il miglioramento delle qualità fisiche non è l’unico fattore che può
influenzare l’esito di una partita. Ve ne sono almeno altri due, la tecnica individuale che
in questo testo è considerata nelle sue parti fondamentali, e la tattica di gioco di cui
troverete una breve storia di sviluppo della tattica e dei sistemi di gioco dal 1860 ad oggi.
Ringrazio sentitamente il Prof. Morandi per aver coordinato il lavoro di realizzazione di
questa tesi, ed il Prof. Bonfanti per avermi aiutato nella ricerca del materiale su cui
approfondire le mie conoscenze.
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SISTEMI E TATTICHE DI GIOCO
Il calcio dal momento della sua nascita ad oggi ha subito diverse trasformazioni.
Analizzando le varie fasi si potrà notare che si è venuti a dare sempre più importanza alla
difesa che non alI’attacco, nel senso che una squadra dotata di un solido impianto di
difensivo vince più facilmente di una che scintilli in attacco.
Nell’evoluzione degli schieramenti in campo, è evidente il progressivo infoltirsi della
difesa.
Prima del 1860 in difesa, non c’era nessuno, poi arrivarono il portiere, un aiutante del
portiere ( o terzino); da questo schieramento chiamato anche SISTEMA PIRAMIDALE
per la disposizione del giocatori sul campo comincia a svilupparsi la "formazione della
squadra”.
Nel 1872 Inghilterra e Scozia presero parte al 1° incontro ufficiale internazionale.
La Scozia era la squadra tatticamente più avanzata in quel tempo e schierava in campo: un
portiere, due terzini, due mediani arretrati e sei attaccanti. La squadra inglese era
distribuita meno uniformemente tra attacco e difesa: un portiere, un mediano arretrato e un
mediano avanzato ed otto attaccanti. Nonostante i quattordici attaccanti presenti sul
campo, la partita finì senza reti, ma il gioco a quei tempi era molto diverso da quello che
conosciamo oggi giorno.
Dando particolare importanza al dribbling, ambedue i reparti attaccanti tendevano a
spingersi tutti insieme verso il pallone, e se gli attaccanti scozzesi erano in possesso del
pallone, gli otto attaccanti dell’Inghilterra si ritiravano indietro per aiutare la difesa e
viceversa.
Cinque del sei attaccanti della Scozia li troviamo ancora noi al giorno d’oggi, mentre il
sesto, che era un secondo centrattacco, fu fatto retrocedere per divenire un centro mediano
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e si ebbe così il sistema 2 - 3 - 5. Il centro mediano rimase essenzialmente un giocatore
d’attacco e per la prima volta si ebbe un equilibrio costante tra la difesa e l’attacco, con
cinque attaccanti e cinque giocatori arretrati in aiuto dell’attacco, che avevano inoltre il
compito di difendere.
Quando si sviluppò il gioco dei passaggi o meglio con l’introduzione del passaggio lungo,
sorsero dei problemi non indifferenti per i due terzini. Il passaggio lungo poteva isolarli
completamente dai loro colleghi che si trovavano all’attacco.
Senza alcun aiuto i due difensori isolati potevano essere superati da un traversone lungo,
ed i terzini allora risposero a questa manovra introducendo la loro trappola del fuori
gioco.
In quel tempo esisteva la regola per cui un giocatore si trovava in fuori gioco, se c’erano
meno di tre avversari tra il giocatore all’attacco e la linea della porta, allorchè veniva
effettuato il passaggio.
Questa tattica ebbe buoni frutti per i difensori, ma i legislatori, notando la difficoltà degli
attaccanti ad arrivare alla rete, rinnovarono la regola e da quel momento un attaccante era
in fuori gioco quando vi erano meno di due avversari tra lui e la linea della porta nel
momento in cui la palla veniva giocata.
Con il cambiamento della regola del fuori gioco, il numero delle reti venne di nuovo
aumentando, ed inevitabilmente i difensori si trovarono in condizione di inferiorità e
quindi nella necessità di dover prendere dei provvedimenti.
Lo schieramento detto W M, creato da Herbert Chapman, allenatore dell’Arsenal, verso
il 1930, è stato una conseguenza dell’abolizione del “fuori gioco a tre". Esso ha
introdotto l’uso di tre difensori, spostando i terzini in fuori, settori laterali, dove essi si
assumevano la responsabilità di coprire le ali avanzate avversarie, e facendo arretrare il
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centro mediano per riempire lo spazio che si era venuto a creare tra i due terzini e
perfezionare così un muro difensivo.
Il centro mediano stopper ora considerato il giocatore più distruttivo di ogni tempo, alto,
robusto ed essenzialmente buon colpitore di testa, divenne così il giocatore chiave in
difesa.
Dal 1926 al 1953, al nuovo terzino centrale era concesso di essere l'elemento
predominante quantunque in effetti ci fosse nel gioco dei tre difensori una debolezza
costituzionale.
Questa debolezza derivava dal fatto che il terzino centrale aveva in realtà un duplice
compito:
I° - doveva marcare il centravanti,
2° - doveva coprire la zona centrale di difesa.
Per tutto il tempo in cui il centravanti rimase il tipo “carroarmato" operante come una
avanguardia centrale, allora il terzino centrale poteva assolvere ambedue i compiti senza
difficoltà. E’ agli ungherese il pregio di ritirare il centravanti, a metà campo e con il
centravanti “tornante” si dimostrò chiaramente che il difensore centrale non poteva più
assolvere i suoi due compiti precedenti, marcare il centravanti arretrato e nello stesso
tempo coprire la zona centrale davanti alla porta.
La risposta andava trovata nello spostamento di uno dei mediani laterali in una posizione
tale che gli consentisse di giocare un ruolo puramente difensivo lungo la linea del vecchio
difensore centrale.
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Da questo momento in poi ci sarebbero stati due difensori centrali: un difensore centrale
destro ed difensore centrale sinistro. Uno avrebbe dovuto lottare per il possesso del
pallone, mentre l’altro avrebbe coperto lo spazio libero.
Nel 1958, quando i brasiliani vinsero la Coppa del mondo, introdussero il sistema 4 - 2 - 4
ma le caratteristiche essenziali di questo sistema ( 2 centravanti e 2 centro mediani) erano
già state viste nel gioco ungherese.
Era chiaro che ora tutti dovevano giocare con due difensori centrali, altrimenti i brasiliani
si sarebbero trovati con due contro uno nella zona centrale davanti alla porta, ogni volta
che essi avessero avuto la possibilità di dare un passaggio ai loro due centravanti.
Ritirando indietro uno dei due mediani laterali per giocare un ruolo puramente difensivo
lungo la linea del vecchio stopper, si lasciava inevitabilmente un corridoio nella metà
campo, e per riempire il corridoio uno degli attaccanti interni doveva essere fatto arretrare.
Con l’introduzione del secondo difensore centrale, si poteva chiaramente vedere che era
stata data alla difesa maggiore stabilità, ma la stabilità difensiva era puramente illusoria,
come lo era la stabilità data alla difesa con il cambiamento del vecchio centro mediano
attaccante, cambiamento che si verificò con l’avvento del sistema W M.
Se gli avversari si fossero limitati ad un solo centravanti, allora tutto sarebbe andato bene,
ma trovandosi di fronte due centravanti che si muovevano incrociandosi in senso laterale e
longitudinale, i due difensori centrali erano incapaci di marcare gli uomini e coprire la
zona centrale davanti alla porta.
Ora era chiaro che due difensori centrali non erano più sufficienti contro due centravanti
che si spostavano continuamente.
Dobbiamo avere tre difensori centrali: due stopper ciascuno dei quali dovrà marcare
strettamente uno dei centravanti avversari, ed un terzo difensore centrale che copra lo
spazio libero od eventuali inserimenti di attaccanti avversari.
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Il tema dei tre difensori centrali è la base delle tattiche difensive sviluppatesi in Italia.
Se si vuol tracciare il processo di evoluzione a cui il gioco è stato sottoposto, possiamo
ora vedere che il 4 - 2 - 4 ed il 4 - 3 - 3 sono dei sistemi intermedi tra il “W M” ed il
“catenaccio”.
Mentre il resto del mondo si muoveva lentamente dal "W M" al 4-2-4, e più tardi al 4-3-3,
gli italiani passarono direttamente dal '”W M" alla super difesa.
Il movimento verso la difesa iniziò intorno al primo periodo degli anni 1950, quando le
grandi società ingaggiarono attaccanti fuoriclasse da ogni parte del mondo e le squadre
minori venivano sommerse da una grande differenza di reti. Ma in Italia esistevano poche
società preparate e disposte ad accettare gravi sconfitte e cominciarono a licenziare i loro
allenatori, da qui nacque l’esigenza pratica che spinse gli italiani a limitare il numero delle
reti subite.
La doppia marcatura dei fuoriclasse costituì la base della maggior parte dei primi tentativi.
Questo poteva andar bene quando la doppia marcatura era richiesta per un solo
avversario. Ma quando erano addirittura tre o quattro gli avversari che meritavano questo
"trattamento di riguardo” allora doveva essere necessariamente trovata un’altra soluzione.
La risposta fu data affidando l’incarico ad un giocatore di andare a coprire la zona
retrostante la difesa, così era permesso agli altri difensori di avere completa libertà per
concentrarsi sui loro particolari avversari.
Non era più necessario che lo stopper o i terzini coprissero le rispettive zone e nello stesso
tempo marcassero un uomo.
In termini generali possiamo affermare che il catenaccio ha cercato di provvedere a tre
caratteristiche essenziali:
1 - i difensori che marcano stretti ciascun giocatore avversario frontale,
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2 - un difensore libero per coprire tutto lo schieramento difensivo,
3 - due o tre giocatori di centro campo che dovrebbero cercare di entrare in possesso del
pallone, controllando a distanza i giocatori di centro campo avversari, impedire che i
propri difensori vengano allontanati dal loro uomo da un qualunque avversario che porti la
palla in posizione di tiro.
Il catenaccio non è un sistema puramente difensivo e negativo, anzi anche contro squadre
molto forti il sistema è stato sperimentato con successo, le squadre inferiori non solo
hanno impedito che squadre a loro superiori segnassero dei punti, ottenendo così un
vantaggioso pareggio ma in molte occasioni sono state addirittura loro a segnare ed a
vincere.
La triste verità di questo stato di cose, ha persuaso gli Italiani e molti altri allenatori che il
catenaccio era l’unico modo di giocare.
Quando le squadre, che avevano cominciato ad adottare il catenaccio diventarono abili
nel loro gioco, allora fu più facile per loro ottenere il successo attuando rapidi
contrattacchi in avanti. Esse raggiunsero dei risultati talmente positivi, che le squadre di
maggior rilievo si convinsero che dovevano avere anche Ioro una certa garanzia contro la
possibilità di essere costrette a subire una rete in contropiede. Anch’esse dovevano avere
un "difensore libero”, in tal modo il catenaccio divenne stabile.
Riguardando gli sviluppi del gioco fino ad oggi, possiamo vedere che le debolezze insite
nel sistema difensivo, una volta venute alla luce, avevano richiesto dei cambiamenti.
Il "W M” era stato scartato perchè il difensore centrale da solo aveva due ruoli da giocare:
doveva marcare il centravanti e coprire la zona.