II
attraverso un questionario a domande aperte a cui hanno risposto 53
bookcrosser, che si sono offerti volontariamente rispondendo alle richieste
inviate attraverso i vari canali di comunicazione della comunità.
In secondo luogo si è proceduto a dare conto degli aspetti della teoria del
dono più pertinenti con l’oggetto dello studio. Si è partiti dall’Essai sur le don, il
saggio di Marcel Mauss. Questa scelta è stata dettata non solo dall’inevitabile
confronto con questo autore di ogni discorso sul dono, ma soprattutto per
evidenziare alcuni parallelismi e affinità che avvicinano le forme di dono
descritte nella letteratura antropologica classica e i modi di circolazione del libro
all’interno del Bookcrossing. Da Mauss, passando attraverso i contributi critici
più interessanti ai fini della tesi, si è proseguito con gli studi sul dono moderno
ed il paradigma del dono proposto dagli studiosi aderenti al M.A.U.S.S., il
Movimento Anti-Utilitarista nelle Scienze Sociali. Particolare attenzione è stata
rivolta agli studi sul dono nel mondo moderno e su quella forma di dono
assolutamente tipica della contemporaneità che è il dono agli estranei.
A questo punto è stato svolto uno studio descrittivo sul quadro storico e
sociale dell'evoluzione della rete Internet e delle teorie alla luce delle quali
l’interazione in rete è stata interpretata, per comprendere a fondo il contesto in
cui si muove il Bookcrossing. Il resoconto dello sviluppo dell’infrastruttura è
importante ai fini della nostra analisi, perché la storia dell’evoluzione tecnica è
in grado di spiegare alcuni dei presupposti ideologici su cui si basa il web ed
evidenziare come la cultura della condivisione ne sia una componente
imprescindibile. Proprio il paradigma della condivisione è alla base della cultura
di Internet, un paradigma pienamente comprensibile all’interno della teoria del
dono e che è fondamentale per i più recenti sviluppi sociali della rete di cui i
social network, il cosiddetto web 2.0 e l’economia della condivisione sono le
manifestazioni più evidenti.
Infine ci si è rivolti nello specifico alla comunità bookcrosser. Ho scelto di
dedicare la mia attenzione in particolare alla comunità italiana e alle sue
dinamiche. Lo studio della comunità bookcrosser si è articolato utilizzando
diversi strumenti: il fenomeno Bookcrossing è stata indagato attraverso
III
un’indagine di tipo documentario, attraverso la storia delle sue espressioni sulla
rete e sul materiale pubblicato sull’argomento nel corso degli anni, on-line e off-
line. Ho utilizzato inoltre il materiale raccolto durante un lungo periodo di
osservazione partecipante, attraverso il coinvolgimento diretto all’interno del
gruppo e delle sue attività. Ho confrontato poi le mie osservazioni con le
risposte fornite al questionario. L’intento è stato quello di comprendere chi
fossero i bookcrosser, per quale motivo si fossero avvicinati al fenomeno, quali
fossero per loro gli aspetti stimolanti del Bookcrossing e di quali valori lo
ritenessero portatore. In particolare mi sono soffermata sui modi in cui il libro
diventa veicolo di dono, sia all’interno della comunità che verso l’esterno,
indagando gli aspetti ludici, di performance e di espressione creativa.
Non ho voluto limitarmi alle dinamiche di inclusione e partecipazione,
ma ho voluto anche capire quali sono i motivi della perdita di interesse e
dell’abbandono, pertanto ho contattato anche dei membri storici del forum
italiano che hanno abbandonato da tempo la pratica attiva del Bookcrossing e i
contatti con la comunità. Di conseguenza il campione che ha risposto al
questionario si compone in maniera abbastanza omogenea di neofiti, di
bookcrosser attivi e di membri non più attivi.
Coinvolgendo un medium come il libro ed un mezzo quale la rete Internet
il fenomeno Bookcrossing si presta ad essere analizzato da una molteplicità di
possibili punti di vista, dall’ottica dell’uso creativo degli oggetti nella società del
benessere e le forme di consumo alternativo a quello delle iniziative per
incentivare la lettura, tutti possibili e legittimi. In questo lavoro si è cercato di
mantenere dunque una prospettiva socio-antropologica sull’argomento,
rimanendo nell’ambito interpretativo del paradigma del dono, senza però
perdere gli apporti forniti da altri campi di studio e discipline, con i cui
contributi è inevitabile doversi confrontare quando si affronta un fenomeno che
mette assieme in maniera inedita i due strumenti comunicativi più potenti della
nostra società.
1
Cap. 1 – Che cos’è il Bookcrossing?
1.1 Che cos’è il Bookcrossing
La storia del Bookcrossing comincia nel marzo del 2001, per opera di Ron
Allen Hornbaker , capo della Humankind Systems, Inc.1, una compagnia con
sedi in Missouri e Idaho, che si occupa principalmente di progettazione
software, con particolare attenzione alla rete Internet. L’idea nacque a partire da
due siti in cui Hornbaker e sua moglie Kaori si erano imbattuti nel web:
Phototag.org2 e Wheresgeorge.com3.
Il progetto PhotoTag consisteva nel tracciare i viaggi di una serie di
macchine fotografiche a basso prezzo, abbandonate in luoghi del tutto casuali da
una coppia di appassionati di fotografia, Rick Dietz e Susan Breckney. Ogni
fotocamera era racchiusa in una busta di plastica per proteggerla dalle
intemperie e corredata di istruzioni per chi dovesse rinvenirla: effettuare uno
scatto con la macchina e poi abbandonarla a loro volta. Una volta esaurito il
rullino, l’ultimo fotografo avrebbe dovuto rispedire la macchina a Dietz e
Breckney, che avrebbero sviluppato le foto e messe online su Phototag. Delle
macchine fotografiche poste in circolazione dai due, purtroppo, il percorso
venne completato solo da 6 fotocamere su 47. Il sito web del progetto offriva la
possibilità di seguire i viaggi di ogni singola fotocamera - registrata con un nome
specifico prima del rilascio – grazie alle note inserite nel diario online della
macchinetta dai rispettivi rinvenitori.
Wheresgeorge.com invece è un sito tutt’ora attivo, creato nel 1998 da
Hank Eskin, la cui funzione è di tenere traccia dei viaggi delle banconote
americane e canadesi. Attraverso un database online aggiornato dagli stessi
1 http://www.humankindsystems.com/home.htm
2 Attualmente il sito non esiste più, ma è possibile avere un’idea del suo funzionamento grazie ad
Internet Archive, un sito web che si propone di archiviare i contenuti della rete nel corso della sua
storia e della sua evoluzione per le generazioni future. Questa è la pagina conservata da Internet
Archive di PhotoTag.org all’epoca del suo ultimo aggiornamento accessibile, nel dicembre 2007:
http://web.archive.org/web/20071024090337/http://www.phototag.org/
Al momento un nuovo sito, The Disposable Memory Project, ha rilanciato la stessa idea. Ad oggi su
74 macchine fotografiche rilasciate in giro un anno e mezzo fa ne sono già rientrate alla base 13, e le
immagini scattate sono visibili sul sito http://disposablememoryproject.org/.
3 http://www.wheresgeorge.com/ Il nome del sito si riferisce all'immagine di George Washinton, il
primo Presidente degli Stati Uniti, raffigurato sulle banconote da un dollaro.
2
utenti utilizzando il numero di serie riportati su ogni dollaro, è possibile
registrare la banconota sul sito, o se risulta già registrata, vedere dove è stata,
quante miglia ha percorso e che Stati ha attraversato.4
Hornbaker ebbe l’idea di applicare le stesse intuizioni ai libri. L’idea di
abbandonare libri nei luoghi pubblici affinché gli altri potessero leggerli in
realtà non era nuova: tra il 1999 e il 2001 era una pratica diffusa negli Stati
Uniti tra i giovani, in particolare studenti universitari, soprattutto nell’area di
Boston. Tuttavia all’epoca non era possibile sapere quale sarebbe stato il destino
del libro una volta abbandonato. La novità introdotta da Hornbaker perciò fu
quella di creare un sito che permettesse di seguire in maniera semplice e
automatica le tracce del libro una volta lasciato libero. Wheresgeorge fornì
l’indicazione su come risolvere da un punto di vista tecnico la questione della
tracciabilità e PhotoTag ispirò l’approccio serendipico: la naturale tendenza dei
libri a passare di mano in mano nell’ambito familiare ed amicale veniva
applicata al mondo degli estranei. Una veloce ricerca su internet rivelò che
niente del genere era stato fatto sino a quel momento, e nacque così l’idea del
Bookcrossing. Il nome Bookcrossing deriva da book, libro e crossing, incrocio,
attraversamento5. Viene comunemente usato dalla comunità anche nella
versione abbreviata BC. La moglie di Hornbaker, Kaori, disegnò il logo del
nuovo sito: un libro dalla copertina gialla dotato di braccia e gambe all’interno
di un segnale stradale di pericolo attraversamento6 (fig. 1). Quattro settimane
dopo, il 17 aprile 2001 grazie all’aiuto fornito da Heather and Bruce Pedersen,
soci di Ron Hornbaker, www.bookcrossing.com era online.
4 E’ interessante rilevare come questo sia sostanzialmente il principio su cui si baserà il web 2.0 e lo
user generated content,di cui parleremo nel terzo capitolo: un database vuoto in cui i contenuti sono
inseriti dagli stessi utenti.
5 Nel corso degli anni il successo del fenomeno Bookcrossing diventerà tale che nell’agosto 2004 il
termine entrerà a fare parte del Concise Oxford English Dictionary.
“bookcrossing:
n. the practice of leaving a book in a public place to be picked up and read by others, who then do
likewise.”
6 Nell’aprile 2005 il libro che corre troverà anche un nome: Ballycumber. Il nome deriva da un termine
coniato da Douglas Adams, autore umoristico inglese particolarmente amato nell’ambito della rete
Internet - e nella comunità bookcrosser - la cui opera più nota è La Guida Galattica per Autostoppisti.
In uno dei suoi lavori, The Meaning of Liff, Adams creò un dizionario di neologismi per tutte quelle
centinaia di esperienze comuni, situazioni, sentimenti e persino oggetti che tutti noi conosciamo, ma
per cui non esiste un termine. Fra gli altri c’era anche "ballycumber" che significa "uno dei sei libri
letti a metà che giacciono da qualche parte sul tuo letto". Il nome venne scelto tramite un concorso
indetto tra i bookcrossers. La scelta del nome della mascotte è un esempio su cui torneremo, in quanto
si tratta di un esempio abbastanza tipico del tipo di equilibrio su cui si basa Bookcrossing.com, ossia
un sito creato da un’azienda e come tale gestito, ma tenuto vivo da una comunità di membri attivi che
lo sentono come una cosa fortemente propria.
3
Sino al marzo 2002 la media di crescita dell’utenza del sito fu abbastanza
bassa e l’interesse generale molto scarso, complice anche il fatto che il sito non
si fosse avvalso di alcuna forma di pubblicità e facesse leva sul semplice
passaparola. Poi, nel marzo 2002, The Book Magazine pubblicò un articolo a
firma di Rob Brooksman, che spiegava minuziosamente i principi del
Bookcrossing.7 L’articolo attirò l’attenzione non soltanto dei lettori, ma anche
degli altri media, radio, stampa e televisione, che incuriositi dal fenomeno
cominciarono a scriverne con sempre maggior frequenza. Questo fece
incrementare il numero degli iscritti a ritmi elevatissimi.
Attualmente la media si è stabilizzata su circa 200 nuovi iscritti al giorno.8
Ma come funziona nella pratica il Bookcrossing? L’assunto di base è
semplice, e sostiene che i libri - e con essi il patrimonio di cultura che
contengono - non siano fatti per rimanere fermi su uno scaffale una volta letti,
ma per essere condivisi, che debbano circolare, e che le idee che contengono
debbano avere la possibilità di raggiungere più persone possibile. Una volta
scelto un libro da liberare, lo si registra sul sito, si riporta sul libro il codice
fornito dal sito – chiamato BCID, acronimo di BookCrossing IDentity number -
e lo si abbandona in un luogo pubblico, come una panchina, un bar, una cabina
telefonica o qualunque altro luogo suggerisca l’immaginazione affinché qualcun
altro possa ritrovarlo9. Chi ritrova il libro connettendosi al sito può accedere -
inserendo il codice BCID nell’apposito spazio – alla pagina del libro su
Bookcrossing.com, vedere chi l’ha liberato, vedere dove è stato e leggere i
commenti di chi l’ha letto in precedenza. Una volta terminata la lettura si
provvederà a registrare una nota sul diario del libro e a liberarlo nuovamente
affinché qualcun altro possa ritrovarlo. Ma vediamo più nel dettaglio il
funzionamento del sito.
7 L’articolo non è più presente online ma è comunque consultabile tramite Internet Archive:
http://web.archive.org/web/20080212141215/http://www.bookcrossing.com/BookMagazine-
PluggedIn-BookCrossing.html
8 I dati sul numero totale di membri e sulle nuove iscrizioni possono essere verificati qui:
http://bookcrossing.com/newmemberscount
9 Nel corso del tempo si è venuta a creare una sorta di “galateo” dei luoghi in cui non è opportuno
rilasciare i libri. Tra questi luoghi ci sono ad esempio gli aeroporti, a seguito dei fatti dell’11
settembre, per evitare di ingenerare inutilmente allarmi di sicurezza, e le librerie, in cui il gesto di
uscire portando via un libro non pagato potrebbe creare spiacevoli equivoci.
4
Il sito ufficiale è in inglese, e questo può essere un ostacolo per chi non
avesse familiarità con questa lingua, ed è tuttora uno dei principali ostacoli alla
diffusione del fenomeno. Per ovviare a questo inconveniente sono nati in tutto il
mondo dei siti di supporto nella lingua d’origine del visitatore, che spiegano nel
dettaglio come iscriversi e come utilizzare appieno tutte le funzionalità del sito.
Bookcrossing.com ha annunciato che prevede nel futuro la possibilità di
tradurre il sito in varie lingue, ma non è ancora dato sapere quando questo
avverrà. Nel frattempo quindi i siti di supporto nazionale continuano a svolgere
una funzione primaria, non solo nel fungere da punto di incontro per le
comunità bookcrosser di ogni Paese, ma anche nel ricoprire il ruolo di ponte per
superare l’ostacolo della lingua.10
Per poter liberare11 un libro, innanzitutto, è necessario registrarsi in
maniera gratuita sul sito, fornendo un indirizzo e-mail a cui verranno inviate
tutte le comunicazioni relative alle attività sul sito, scegliendo uno screen name
ed una password. Successivamente vengono richiesti una serie di dati - di cui
alcuni assolutamente facoltativi - tra cui la data di nascita, il nome reale,
nazione, regione e città di residenza. I più importanti sono i dati relativi alla
propria posizione geografica, in quanto come vedremo la comunità bookcrosser
tende ad avere un’attività off-line sul territorio estremamente vivace.
Nell’ultima parte della registrazione viene domandato come si è venuti a
conoscenza dell’esistenza del Bookcrossing, scegliendo tra diverse opzioni, tra
cui un articolo su quotidiani o periodici, un servizio alla radio o alla televisione,
attraverso un link proveniente da altri siti web, un consiglio da parte di un
amico o attraverso il ritrovamento di un libro liberato. Queste domande servono
allo staff di Bookcrossing per capire la provenienza dei nuovi membri. Se si
decide di iscriversi in seguito all’invito di un membro già registrato, è possibile
indicarlo come referrer. Questo rende possibile individuare i membri
10 E’ importante sottolineare come la localizzazione linguistica di un sito è un passaggio fondamentale
per il successo del sito stesso e l’aumento degli iscritti. Questo fenomeno si può facilmente verificare
osservato la crescita dei social network in Italia. Prendiamo l’esempio di Facebook, che in Italia sta
conoscendo al momento un’esplosione esponenziale: il 14 maggio 2008 è stata presentata la versione
in lingua italiana, e nel 2009 questo social network è cresciuto del +2721% rispetto al 2008. Tra le
ragioni che hanno permesso questo enorme ampliamento del bacino d’utenza c’è anche la
localizzazione del sito, che ha permesso a tutti quegli strati di popolazione con una conoscenza scarsa
o nulla della lingua inglese di accedere ai servizi offerti.
11 L’atto di lasciare un libro perché qualcuno lo ritrovi viene definito “liberazione”, a sottolineare che il
gesto non è un abbandono. Vedremo più avanti l’importanza del lessico specifico all’interno della
comunità.
5
particolarmente attivi, innescando un circolo virtuoso di competizione positiva,
e facendo sì che lo staff del sito sia in grado di individuare i bookcrosser più
influenti della comunità ricompensando la loro partecipazione attiva con bonus
e benefici.
Una volta registrato, ogni utente ha a disposizione una propria pagina
detta bookshelf12 (fig. 2). Su questa pagina è possibile visualizzare una serie di
dati tra cui il luogo di residenza, la data di iscrizione al Bookcrossing, le
statistiche sui volumi registrati e rilasciati, ritrovati e molto altro; ma
soprattutto è possibile gestire i proprio libri registrati nel circuito Bookcrossing.
Il sistema di catalogazione, soprattutto prima della nascita di siti come Anobii13
e Library Thing14, era talmente efficiente che alcuni utenti hanno utilizzato la
bookshelf su Bookcrossing.com per catalogare la propria intera biblioteca, non
soltanto per i libri destinati alla liberazione.
Appena effettuata l’iscrizione, tramite il menù My Shelf è possibile
accedere a tutta una serie di pagine, tra cui quella per registrare il proprio libro.
E’ possibile registrare il proprio libro in maniera estremamente semplice,
utilizzando il codice ISBN riportato nel retro di copertina di ogni volume,
questo perché Bookcrossing.com si appoggia all’enorme database della libreria
online Amazon.com15. Tuttavia questa opportunità riguarda soprattutto gli
utenti di Stati Uniti, Inghilterra, Giappone, Francia, Canada: gli utenti italiani
inseriscono per lo più manualmente i dati del libro, in quanto Amazon tratta un
numero estremamente ridotto di testi in italiano ed è pertanto piuttosto
improbabile trovare i dati che interessano sul suo database. La pagina di
registrazione del libro, oltre ad autore, titolo, e genere, chiede una valutazione
del libro in scala 1 a 10 e gli eventuali commenti e recensione. Questa è
ovviamente la parte più importante, in quanto tutto il sito si basa sul rapporto
che ogni lettore ha avuto col quel singolo libro.
Conclusa la registrazione, il sistema assegna al libro un codice BCID che
lo identifica in maniera univoca, rendendo possibile seguire il viaggio di quella
singola copia del testo, distinta da tutte le altre in circolazione. È possibile
riportare a mano il codice BCID sul libro, ma normalmente vengono utilizzate
12 Libreria
13 http://www.anobii.com/
14 http://www.librarything.it/ Sul rapporto tra Bookcrossing, bookcrossers e social network ed in
particolare social network dedicati alla lettura torneremo successivamente.
15 http://www.amazon.com/
6
delle etichette prestampate, dette anche label (fig.3). Le etichette possono essere
create dai bookcrosser16 oppure sono acquistabili tramite il sito, insieme ad altro
merchandising, la cui vendita serve a sostenere le spese di mantenimento di
Bookcrossing.com, come la gestione dei server e il pagamento dello staff.
L’etichettatura è particolarmente importante affinché sia chiaro che il
libro non è stato gettato né abbandonato o dimenticato, ed è buona cosa che
riporti chiaramente le istruzioni per segnalare il ritrovamento, in maniera tale
da aumentare le probabilità che una volta liberato il libro dia nuovamente
notizie di sé.
Una volta registrato ed etichettato, si provvede ad effettuare la Release
note, ossia la comunicazione che avverte che un nuovo libro sta per essere
liberato. Questa è una parte fondamentale della liberazione, in quanto avverte i
bookcrosser della stessa zona che nella loro area è presente un nuovo libro
libero e costituisce una parte importante del Bookcrossing inteso come gioco, in
cui la “caccia al libro” è uno degli aspetti più intriganti. E’ possibile essere
avvertiti della presenza di nuovi libri liberati nella propria città tramite le
Release Alert, una sezione del sito in cui l’utente può indicare una serie di posti
di cui vuole seguire l’attività. Il sistema provvederà poi ad inviare una mail
automatica ogni volta che in quella zona viene liberato un nuovo libro.17
A questo punto si pongono due alternative di rilascio: Wild Release e
Controlled Release, che corrispondono sostanzialmente alle due modalità di
circolazione del libro, ossia il rilascio all’aria aperta, In The Wild, e il passaggio
ad un altro bookcrosser attraverso un Bookring, Bookray, o altre modalità di
cui ci occuperemo più avanti. Inizialmente questa distinzione non era presente,
ma successivamente Bookcrossing.com ha ritenuto necessaria inserirla per
differenziare i due tipi di rilascio e di circolazione. Il Bookring è una modalità di
circolazione che consiste nel far girare il libro tra i bookcrossers che sono
interessati a leggerlo, per poi farlo tornare al legittimo proprietario al termine
del giro di lettura. La differenza col Bookray invece è che al termine del giro di
lettura il libro non torna al suo primo proprietario ma viene liberato in the wild.
16 Qualche esempio delle etichette create dagli utenti si può trovare qui: http://www.bookcrossing-
italy.com/etichette/
17 In alcuni paesi questo fatto ha maggiore importanza che in altri, in quanto i bookcrosser locali si
dilettano nell’andare a caccia dei libri liberati, quindi la maggiore o minore precisione nell’indicare
luogo e ora del rilascio sono fondamentali per il ritrovamento del libro. In Italia questa pratica non è
molto diffusa.
7
Il rilascio in the wild è quello più caratterizzante del Bookcrossing,
potremmo definirla la modalità “canonica”. Nel rilascio in the wild il libro viene
liberato in un luogo pubblico, dove chiunque possa ritrovarlo. A questo punto la
scelta è demandata alla creatività del singolo, che si potrà sbizzarrire
liberamente sui modi e sul luogo del rilascio. Proprio questo aspetto creativo è
uno dei più apprezzati dai bookcrosser, che amano ideare situazioni sempre
diverse e sempre più estrose di liberare i libri. Ne parleremo diffusamente più in
là all’interno del discorso sulle dinamiche della comunità.
Attrezzato il libro per il rilascio in the wild, e liberato nel posto designato,
non resta che sperare nella buona sorte e nella volontà di chi lo ritrova. A
riguardo i numeri non sono particolarmente incoraggianti: le percentuali di
ritrovamento sono piuttosto basse, si aggirano sul 20-25%, e proprio per questo
il momento in cui si verifica un ritrovamento è particolarmente soddisfacente
per il bookcrosser. Nel caso felice in cui ciò avvenga, colui che ritrova il libro
effettua tramite il codice BCID una nuova Journal Entry. Come suggerisce
l’utilizzo del termine journal, ossia “diario”, la pagina del libro è un vero e
proprio giornale di bordo dei suoi viaggi. Nella journal entry il rinvenitore può
indicare le circostanze in cui ha trovato il libro, scrivere una propria recensione
o commento e riportare le proprie riflessioni. Il sistema provvederà
automaticamente a inviare una mail a tutti coloro che hanno precedentemente
segnalato il libro avvertendoli della nuova nota.
Inizialmente, quando ancora il sito era agli esordi e aveva necessità di
aumentare i propri membri, era necessario registrarsi come membro di
Bookcrossing per effettuare la journal entry, e questo scoraggiava moltissime
persone dal segnalare il ritrovamento. Perciò successivamente venne inserita la
modalità Anonimous Finder, che consente di effettuare una segnalazione senza
doversi necessariamente registrare.
I rilasci e i ritrovamenti più recenti vengono messi in evidenza in diversi
modi: su una colonna a sinistra dell’homepage, in un’apposita pagina, e in una
sezione in cui è possibile verificare se nella propria regione o città ci sono stati
rilasci recenti (in quel caso il numero dei rilasci è evidenziato in rosso di fianco
al nome della località). Inoltre, da circa un anno a questa parte, grazie ad un
mash-up18 con Google Maps19 è possibile visualizzare in tempo reale ed in
18 In ambito informatico un mash-up è un sito o un'applicazione web ibrida che include in maniera
8
maniera dinamica gli ultimi rilasci sulla mappa mondiale.
Ampio spazio è dato alla comunità. Il Bookcrossing si fonda infatti su un
rapporto estremamente stretto tra online e offline, tra luoghi d’incontro virtuali
e incontri fisici. Sul sito è presente un forum20 in lingua inglese, utilizzato
soprattutto dalla comunità bookcrosser statunitense e dalle altre communities
anglofone. Il forum comprende una serie di sottosezioni nelle lingue delle
comunità più numerose di utenti di altri paesi, compresa una per l’Italia.
Tuttavia, le forme di socialità online non solo le uniche, anzi. La
comunità bookcrosser si basa moltissimo su una solida base di incontri offline,
che aiutano a creare una rete di relazioni stabili tra persone e una grande
coesione come comunità. Probabilmente è stata proprio la tendenza subito
manifestatasi a portare i rapporti online nel “mondo analogico” a contribuire
alla longevità di questo movimento. Sino a qualche anno fa gli incontri mensili
di bookcrossing venivano definiti Meet up, dal nome del sito Meet-up.com che
veniva inizialmente utilizzato per organizzarli. Nel momento in cui Meet-
up.com è diventato a pagamento il sito non è stato più utilizzato per
l’organizzazione, ma il nome di meet-up è rimasto nel lessico. Questo sino a
quando - per questioni di copyright - lo staff di Bookcrossing.com ha invitato la
comunità a scegliere un nuovo nome per gli incontri. Da allora il termine meet-
up non viene più utilizzato nelle comunicazioni ufficiali di Bookcrossing.com,
ma continua talvolta a venir usato nelle conversazioni informali tra
bookcrosser, a causa della lunga abitudine.21
Gli incontri si tengono una volta al mese, per la precisione il secondo
martedì del mese dalle 19.00 in poi. Ovviamente le occasioni mondane tra
bookcrosser sono molto più frequenti, dalle liberazioni di gruppo ai reading di
lettura sino alle semplici occasioni sociali come un appuntamento al cinema, ma
quello del martedì è l’incontro ufficiale, con una data, un luogo e un orario
stabile e prefissato, in maniera tale che anche chi non fa parte della comunità
possa avvicinarsi e fare conoscenza col bookcrossing anche senza un esplicito
dinamica informazioni e contenuti provenienti da fonti diverse. Il contenuto dei mash-up è
normalmente creato tramite API, Application Programming Interface, con contenuti aggregati tramite
feed RSS o Atom, o Javascript. Per maggiori dettagli su queste tecnologie, sull'infrastruttura tecnica
che ha permesso questi sviluppi, sulle conseguenze a livello sociale di queste innovazioni e ci
soffermeremo più avanti, nel terzo capitolo.
19 http://maps.google.it/
20 http://bookcrossing.com/forum
21 In Italia gli incontri mensili vengono chiamati indifferentemente “incontri” o “meet-up”.
9
invito.
In Italia l’abitudine di riunirsi per il meet-up del martedì è più in uso
nelle grandi città come Roma o Milano, dove sono presenti delle forti comunità
locali, mentre in città più piccole in cui la popolazione di bookcrosser attivi è
inferiore, il giorno e la cadenza vengono decisi in base alla disponibilità dei
partecipanti. Ma vediamo dunque più nel dettaglio la storia del Bookcrossing in
Italia.