2
shock economici, diversi per natura, portata e durata. In questo
contesto, il Consiglio direttivo della BCE ha chiaramente incentrato le
proprie decisioni di politica monetaria sull’esigenza di mantenere la
stabilità dei prezzi nel medio termine.
Si è voluto porre particolare attenzione alla credibilità della BCE e alla
sua influenza sulla creazione delle aspettative; inoltre si è dato rilievo
alla valutazione delle strategie monetarie esplicando la teoria di
Taylor.
Successivamente il secondo e il terzo capitolo richiamano le politiche
monetarie concretamente adottate dalla Banca Centrale Europea
rispettivamente per gli anni 2004 e 2005 concentrandosi
sull’andamento dei tassi d’interesse e sulla gestione dello stock di
moneta.
Infine si allegano statuti, trattati, tabelle, grafici e quant’altro possa
chiarire gli eventi posti in esame.
3
ASPETTI INTRODUTTIVI
L’Unione Europea viene indicata come un chiaro esempio della
volontà di creare una sovranità comune: nata come mera comunità
economica (CEE), si sviluppò poi in una vera e propria unione
monetaria (UME)
1
adottando l’Euro come moneta unica, per divenire
infine un’unione forse anche politica (“Stati Uniti d’Europa”) su
esempio degli Stati Uniti d’America.
Prerogativa di questa evoluzione fu senz’altro l’istituzione degli
organismi economici sovrannazionali (il SEBC e la BCE
2
) adibiti alla
conduzione e alla vigilanza della politica monetaria nell’Eurosistema
3
.
Fu così che il 1° giugno 1998 lo “Statuto del Sistema europeo di
banche centrali e della Banca Centrale Europea” pose ufficialmente in
essere la Banca Centrale Europea (BCE) e il Sistema Europeo di
Banche Centrali (SEBC).
La cosiddetta “area-euro” o “zona-euro” naque proprio in quel
periodo, nel gennaio 1999, quando le banche centrali nazionali (BCN)
di 11 Stati membri
4
dell’Unione europea (UE) trasferirono alla BCE le
1
Per una cronologia dettagliata delle diverse fasi dell’Unione economica e
monetaria (UEM) si rimanda alla sezione “ALLEGATI” in calce all’elaborato.
2
La BCE costituisce il nucleo dell’Eurosistema e del SEBC.
3
Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha deciso di utilizzare il termine
“Eurosistema” per riferirsi alle banche centrali nazionali dei Paesi membri che
hanno adottato l’euro in conformità al Trattato che ha istituito la Comunità europea e
alla Banca centrale europea.
4
Belgio, Germania, Spagna, Francia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Olanda, Austria,
Portogallo e Finlandia.
Il numero dei paesi partecipanti è salito a 12 due anni dopo,
con l’adesione della Grecia. I 12 paesi hanno dovuto soddisfare i criteri di
convergenza (consultabili per esteso nella sezione “ALLEGATI” in calce
4
proprie competenze in materia di politica monetaria. La creazione
dell’area dell’euro e dei due nuovi organi sovrannazionali, la BCE e il
SEBC, segnarono un’importante svolta nella lunga e complessa storia
dell’integrazione europea.
all’elaborato), altresì applicabili agli altri Stati membri dell'UE prima dell'adozione
dell'euro.
5
PARTE PRIMA
ISTITUZIONI,
STRATEGIE E
STRUMENTI DI
POLITICA MONETARIA
NELL’EUROSISTEMA
6
CAPITOLO I
IL QUADRO ISTITUZIONALE: SEBC,
EUROSISTEMA E BCE
1.1.1. IL SISTEMA EUROPEO DI BANCHE
CENTRALI
Il Sistema europeo di banche centrali (SEBC) è composto dalla Banca
centrale europea (BCE) e dalle banche centrali nazionali degli Stati
membri dell’Unione europea (UE)
1
. Le attività del SEBC sono svolte
ai sensi del Trattato istitutivo della Comunità europea (in seguito
Trattato) e dello Statuto del Sistema europeo di banche centrali e della
Banca centrale europea (in seguito Statuto del SEBC). Il SEBC è
governato dagli organi decisionali della BCE. A tale riguardo, il
Consiglio direttivo della BCE è responsabile della formulazione della
politica monetaria, mentre al Comitato esecutivo è demandata
l’attuazione della politica monetaria secondo le decisioni e gli
indirizzi stabiliti dal Consiglio direttivo.
Nella misura ritenuta possibile e appropriata e al fine di assicurare
efficienza operativa, la BCE farà ricorso alle banche centrali
1
Si noti che le banche centrali nazionali degli Stati membri che non hanno adottato
la moneta unica in conformità con il Trattato istitutivo della Comunità europea
(Trattato) mantengono i propri poteri nel campo della politica monetaria in base alla
legislazione nazionale e non sono quindi coinvolte nella conduzione della politica
monetaria unica.
7
nazionali
2
per svolgere le operazioni che rientrano tra i compiti
dell’Eurosistema. Le operazioni di politica monetaria
dell’Eurosistema sono attuate in base a termini e condizioni uniformi
in tutti gli Stati membri
3
.
1.1.2. OBIETTIVI DELL’EUROSISTEMA
L’obiettivo primario dell’Eurosistema è il mantenimento della stabilità
dei prezzi, così come sancito nell’art. 105 del Trattato.
Senza pregiudicare l’obiettivo primario, l’Eurosistema deve dare
sostegno all’insieme delle politiche economiche della Comunità
europea. Nel perseguimento dei propri obiettivi l’Eurosistema deve
agire in conformità con il principio di una economia di mercato, aperta
e in libera concorrenza, favorendo un’allocazione efficiente delle
risorse.
1.1.3. LA BANCA CENTRALE EUROPEA
Dal 1° gennaio 1999 la BCE assicura la conduzione della politica
monetaria unica per l’area dell’euro, che rappresenta la seconda
maggiore economia al mondo dopo gli Stati Uniti d’America. Il
Trattato sull’Unione europea assegna all’Eurosistema l’obiettivo
primario di mantenere la stabilità dei prezzi: ciò riflette l’opinione
ampiamente condivisa dai più illustri economisti attuali secondo la
2
Il termine “banche centrali nazionali” si riferisce alle banche centrali nazionali
degli Stati membri che hanno adottato la moneta unica ai sensi del Trattato.
3
Il termine “Stato membro” si riferisce ad uno Stato che ha adottato la moneta unica
ai sensi del Trattato.
8
quale la salvaguardia di tale stabilità sia il contributo migliore che la
politica monetaria può fornire alla crescita economica, alla creazione
di posti di lavoro e alla coesione sociale.
Nell’ottobre del 1998 il Consiglio direttivo della BCE ha adottato la
propria strategia di politica monetaria, presentandola al pubblico con
largo anticipo rispetto all’introduzione della moneta unica. Tale
strategia ha raggiunto lo scopo di fornire un solido quadro di
riferimento per l’adozione delle decisioni nonché il contesto entro il
quale rendere conto del proprio operato dinanzi ai cittadini. Ciò ha
avuto importanza cruciale per porre su solide basi la credibilità della
BCE e la fiducia nell’euro sin dal principio, evitando così il rischio di
aspettative errate sull’inflazione che avrebbero di conseguenza
compromesso lo scenario economico ripercuotendosi sull’inflazione
realmente conseguita
4
.
Nei primi anni, la politica monetaria unica ha affrontato una serie di
sfide impegnative. La BCE ha dovuto fronteggiare il quadruplicarsi
del prezzo del petrolio e marcate oscillazioni nei mercati valutari e
azionari. Essa ha dovuto inoltre gestire il periodo di incertezza in cui
l’economia mondiale è entrata all’indomani dagli attacchi terroristici
dell’11 settembre 2001 e le connesse tensioni geopolitiche che si
protraggono tuttora nei principali paesi esportatori di petrolio.
Nonostante tale contesto delicato, la BCE è stata in grado di
conquistare e consolidare la fiducia del pubblico e dei mercati.
L’inflazione e la volatilità dei tassi di interesse a breve sono state
mantenute su livelli bassi, malgrado i considerevoli shock avversi, e
4
[Blanchard, 2005].
9
gli indicatori relativi alle aspettative di inflazione a lungo termine
sono rimasti in linea con la definizione di stabilità dei prezzi della
BCE
5
.
1.1.3.1. Gli organi decisionali
Due sono gli organi decisionali della BCE competenti per la prepara-
zione, la conduzione e l’attuazione della politica monetaria unica: il
Consiglio direttivo e il Comitato esecutivo (vedi figura 1.1). Un terzo
organo decisionale è rappresentato dal Consiglio generale.
Il Consiglio direttivo della BCE è formato dai sei membri del
Comitato esecutivo e dai governatori delle BCN dell’area dell’euro
(dodici governatori nel 2003). Entrambi gli organi decisionali sono
presieduti dal Presidente della BCE o, in sua assenza, dal Vice-
presidente. Le funzioni del Consiglio direttivo sono le seguenti:
• adottare le decisioni e gli indirizzi necessari ad assicurare l’assolvi-
mento dei compiti affidati all’Eurosistema;
• formulare la politica monetaria dell’area dell’euro
6
.
Il Comitato esecutivo è composto dal Presidente e dal Vicepresidente
della BCE e da altri quattro membri, tutti nominati di comune accordo
dai capi di Stato o di governo dei paesi dell’area dell’euro. In confor-
5
[Jean-Claude Trichet, 2004].
6
Conformemente allo Statuto del SEBC (articolo 12.1), la formulazione della
politica monetaria per l’area dell’euro comprende le decisioni relative “agli obiettivi
monetari intermedi, ai tassi d’interesse guida e all’offerta di riserve”
nell’Eurosistema. Inoltre, il Consiglio direttivo stabilisce gli indirizzi necessari per
l’attuazione di tali decisioni.
10
mità con lo Statuto del SEBC (articoli 12.1 e 12.2), le funzioni del
Comitato esecutivo sono:
• preparare le riunioni del Consiglio direttivo;
• attuare la politica monetaria secondo gli indirizzi e le decisioni del
Consiglio direttivo e, a tal fine, impartire le necessarie istruzioni alle
BCN dell’area dell’euro;
• gestire gli affari correnti della BCE;
• esercitare alcuni poteri ad esso delegati dal Consiglio direttivo, che
possono anche avere natura regolamentare.
Il Consiglio generale è composto dal Presidente e dal Vicepresidente
della BCE e dai governatori delle BCN di tutti gli Stati membri
dell’UE
7
.
Quest’organo, ha rilevato taluni compiti dall’Istituto Monetario
Europeo (IME)
8
.
In applicazione dello Statuto del SEBC (articoli 44, 45 e 47) e del
Trattato (articolo 117, paragrafo 2), il Consiglio generale concorre:
- a rafforzare il coordinamento delle politiche monetarie degli Stati
membri che ancora non hanno adottato l’euro, con lo scopo di
garantire la stabilità dei prezzi;
- alla raccolta di informazioni statistiche;
- alla redazione di rapporti sulle attività della BCE;
7
Passati da quindici nel 2003 a venticinque in seguito all’allargamento dell’UE, il
1° maggio 2004.
8
Fondato il 1° gennaio 1994, l’IME è stato posto in liquidazione in seguito alla
costituzione della BCE, il 1° giugno 1998. Oltre a svolgere i preparativi necessari
per la costituzione del SEBC, all’IME era stato affidato il compito di rafforzare la
cooperazione tra le banche centrali e il coordinamento delle politiche monetarie.
11
- ai preparativi necessari per fissare irrevocabilmente i tassi di cambio,
rispetto all’euro, delle valute degli Stati membri che non hanno
ancora introdotto la moneta europea.
1.1.3.2 Critiche al ruolo della banca
La BCE viene criticata, principalmente, sotto due aspetti: quello
dell'indipendenza e quello della politica dei tassi; oltre a tali due
aspetti principali ulteriori critiche sono rivolta alla BCE con riguardo
al linguaggio adottato dalla banca sul proprio sito istituzionale: un tipo
di linguaggio che non rispecchierebbe quello degli stati membri di
modo tale che la maggior parte della popolazione che opera in euro
non può avere accesso in maniera facilmente comprensibile alle
informazioni riguardanti l'utilizzo della propria valuta.
12
Inoltre, gli economisti sollecitano un ampliamento delle funzioni della
BCE, proponendo l’inserimento di almeno un’altro obbiettivo, al
quale attribuire lo stesso rilievo della lotta all’inflazione, e cioè il
tenere la disoccupazione sotto controllo
9
.
1.1.3.3. L’indipendenza
Il quadro istituzionale in cui si implementa la politica monetaria unica
dovrebbe essere costituito da una banca centrale sottratta alle
influenze politiche. Un’ampia base di analisi teoriche, confermate da
riscontri empirici, mostra che l’indipendenza della banca centrale
favorisce il mantenimento della stabilità dei prezzi
10
.
L’articolo 108 del Trattato sancisce l’importante principio dell’indi-
pendenza della banca centrale: nell’esercizio dei poteri e nell’assolvi-
mento dei compiti e dei doveri loro assegnati, né la BCE né le BCN,
né i membri dei rispettivi organi decisionali possono sollecitare o ac-
cettare istruzioni dalle istituzioni o dagli organi comunitari, dai gover-
ni degli Stati membri o da qualsiasi altro organismo. Le istituzioni e
9
A tal proposito si esprime chiaramente il Premio Nobel Franco Modigliani nel suo
“Manifesto contro la disoccupazione dell’Unione Europea”: secondo Modigliani
infatti la ripresa economica deve essere supportata anche dalle politiche monetarie
della BCE, appunto ampliando le sue funzioni anche in materia occupazione,
altrimenti la ripresa non può sperare solo nel cambiamento di tendenza degli
investimenti.
In particolare Modigliani voleva mettere in discussione una pericolosa convinzione
che fece presa sulle autorità politiche europee: si tratta della convinzione che le
politiche dal lato della domanda e dell'offerta debbano essere rivolte a scopi diversi,
ovvero che un ristretto numero di politiche dell'offerta vada destinato alla lotta
contro la disoccupazione, mentre le misure di gestione della domanda aggregata (in
particolare la politica monetaria) debbano essere utilizzate solo nella lotta contro
l'inflazione.
10
[Blanchard, 2005].
13
gli organi comunitari e i governi degli Stati membri si impegnano a
rispettare questo principio e a non cercare di influenzare i membri
degli organi decisionali della BCE.
Altre disposizioni sono previste a salvaguardia dell’indipendenza
dell’Eurosistema e degli organi decisionali della BCE. Ad esempio, la
gestione finanziaria di quest’ultima è tenuta distinta da quella della
Comunità europea. La BCE dispone di un bilancio proprio, e il suo ca-
pitale è sottoscritto e versato dalle BCN dell’area dell’euro. Anche la
lunga durata del mandato dei membri del Consiglio direttivo e il
principio della non rinnovabilità di quello dei membri del Comitato
esecutivo contribuiscono a minimizzare il rischio di pressioni politiche
sui singoli individui. Inoltre, l’indipendenza dell’Eurosistema è
preservata dal divieto posto dal Trattato all’erogazione di credito al
settore pubblico da parte della banca centrale.
Tuttavia, il primo aspetto per il quale la BCE viene criticata è proprio
l'assoluta indipendenza dell'istituzione: la BCE è, infatti, nata come
una banca centrale, pensata per operare in maniera indipendente dalla
politica; sebbene i suoi poteri ed obiettivi derivino da decisioni
politiche dell'Unione Europea e dei paesi membri della stessa, le
decisioni su come tali poteri debbano essere utilizzati e sul come
raggiungere gli obiettivi prefissati sono state, infatti, direttamente
delegate alla BCE stessa. Alcuni ritengono non democratica tale
indipendenza decisionale e criticano, di conseguenza, il processo
decisionale e gli obiettivi della BCE, affermando sia che gli obiettivi
economici della BCE sono troppo lontani da quelli dei cittadini
dell'Unione sia che la politica monetaria della banca è troppo
insensibile ad eventuali critiche, anche quando queste dovessero
14
riguardare l'influenza di tale politica della BCE su aspetti
fondamentali quali il rispetto dei diritti umani e l'ambiente.
La BCE, inoltre, non pubblica (ne sollecita) alcun commento alle
proprie decisioni: a seguito della pubblicazione delle proprie decisioni
le pagine web della banca non permettono, infatti, l'inserimento di
commenti da parte dei cittadini; da parte dei critici si ritiene, inoltre,
che i dettagli relativi alle riunioni degli organi decisionali della banca
non siano pubblicati per non dar conto delle fratture e dei differenti
punti di vista eventualmente emersi.
Come conseguenza di ciò si sottolinea come i cittadini dell'Unione
Europea possono influenzare le decisioni della BCE solo in maniera
del tutto indiretta tramite il processo elettorale in ciascuno degli stati
membri: anche così, però, l'influenza sulla concreta politica operativa
della BCE esercitabile da parte dei cittadini europei è di rilevanza
assai modesta.
Di contro è pur vero che la BCE rimane responsabile delle proprie
decisioni sia nei confronti del Parlamento europeo che del Consiglio
dei ministri: le nomine del presidente, del vicepresidente e degli altri
membri del Comitato esecutivo della BCE devono infatti essere
approvate da consiglio e parlamento prima di diventare effettive.
1.1.3.4. La trasparenza
"Trasparenza" significa che la banca centrale fornisce al pubblico e ai
mercati in modo aperto, chiaro e tempestivo tutte le informazioni
rilevanti su strategia, valutazioni e decisioni di politica monetaria,
nonché sulle proprie procedure. Oggi la maggior parte delle banche
15
centrali, inclusa la BCE, considera la trasparenza indispensabile, in
particolare per quanto riguarda l’assetto di politica monetaria, infatti la
BCE assegna un’elevata priorità a un’efficace comunicazione con il
pubblico dedicandogli numerose pubblicazioni (vedi paragrafo
successivo).
La trasparenza rende la politica monetaria della BCE più
comprensibile al pubblico e, pertanto, più credibile ed efficace. Per
tenere fede a questo principio la BCE spiega l’interpretazione del
proprio mandato e comunica apertamente gli obiettivi di politica
monetaria.
Convinta di ciò, la BCE promuove la propria credibilità illustrando
con chiarezza il proprio mandato e le azioni intraprese per assolvere i
compiti assegnatele. Quando una banca centrale è ritenuta in grado di
adempiere il proprio mandato ed è determinata a farlo, le aspettative
sui prezzi sono ben ancorate, di conseguenza regolari comunicazioni
sulla valutazione della situazione economica risultano di grande utilità
al fine appunto di non sconvolgere inutilmente le aspettative degli
operatori del mercato
11
. É inoltre essenziale che le banche centrali
11
Appoggia questa teoria anche Tommaso Monacelli nel suo articolo
“Incomprensibile BCE”, in cui dice: “[…] Ai fini di un orientamento ottimale delle
aspettative, una cosa è decidere di alzare i tassi solo expost, altra è preannunciare di
farlo ex-ante. Preannunciare già oggi un probabile sentiero di rialzo dei tassi, agisce
in modo virtuoso sulle aspettative di inflazione, e quindi direttamente già
sull’inflazione di oggi. Questa strategia preventiva minimizza i costi complessivi (in
termini di inflazione e crescita) della politica rialzista, rendendo il secondo rialzo
possibilmente anche più contenuto di quello attuato ex-post con la strategia miope.”.
In altre parole Monacelli intende dirci che attuando la strategia miope si giunge
apparentemente alla stessa destinazione (agli attuali tassi al 2.75%), ma con costi
maggiori.
16
siano aperte e realistiche in merito a ciò che la politica monetaria può
e, soprattutto, non può fare.
La BCE annuncia pubblicamente la propria strategia di politica
monetaria e comunica la regolare valutazione degli andamenti
economici; ciò consente ai mercati di cogliere la sistematicità delle
risposte di politica monetaria agli andamenti e agli shock economici,
rendendo i singoli interventi più prevedibili nel medio periodo. Di
conseguenza, i mercati possono formare aspettative più affidabili,
efficienti ed accurate.
Se gli operatori di mercato riescono ad anticipare in linea di massima
le risposte delle autorità competenti, qualsiasi cambiamento della
politica monetaria può essere rapidamente recepito nelle variabili
finanziarie. Ciò a sua volta permette di accelerare il processo di
trasmissione della politica monetaria alle decisioni di investimento e
di consumo, nonché la realizzazione degli aggiustamenti economici
necessari, incrementando la potenziale efficacia degli interventi
effettuati.
Un forte impegno ad assicurare la trasparenza impone ai responsabili
della politica monetaria l’autodisciplina, che garantisce la coerenza sia
delle relative decisioni sia delle spiegazioni fornite. Agevolando
l’analisi pubblica delle azioni di politica monetaria si spronano gli
organi decisionali ad assolvere il proprio mandato nel modo più
adeguato
12
.
12
[Trichet, 2004].
17
1.1.3.5. Obblighi di rendiconto
L’indipendenza di una banca centrale si legittima nella misura in cui
questa è chiamata a rispondere di fronte alle istituzioni e ai cittadini
degli atti compiuti nell’assolvimento del proprio mandato. Senza
ledere l’autonomia dell’Eurosistema, l’articolo 15 dello Statuto del
SEBC impone alla BCE precisi obblighi di rendiconto. Quest’ultima è
tenuta a pubblicare rapporti trimestrali sull’attività dell’Eurosistema,
nonché comunicati settimanali sulla situazione contabile consolidata.
Inoltre, essa deve redigere un rapporto annuale sulla propria attività e
sulla politica monetaria dell’anno precedente e di quello corrente da
presentare al parlamento riunito in seduta plenaria". Tale rapporto
annuale deve essere sottoposto al Parlamento europeo, al Consiglio
UE, alla Commissione europea e al Consiglio europeo. Sempre al fine
di rispettare gli obblighi statutari, la BCE complessivamente pubblica:
• un Bollettino mensile (in aggiunta all’edizione trimestrale),
• una Situazione contabile consolidata settimanale,
• un Rapporto annuale,
• predispone una lunga serie di pubblicazioni tematiche in
numerose lingue europee, fra le quali troviamo rassegne
stampa, working paper e svariati articoli.