centri industriali e artigianali, che fino a poco tempo fa facevano
parte di un disegno disomogeneo ed a volte motivo di contrasto
tra diversi comuni.
In questa tesi, si articola una comparazione tra diverse
esperienze di pianificazione intermedia maturate in vari territori
provinciali isolani e peninsulari, in modo da comprendere come
ciascuna amministrazione provinciale abbia interpretato la
competenza assegnata e da analizzare i differenti metodi di
comunicazione attivati per la pubblicazione e diffusione dei
contenuti dei piani.
In base alle considerazioni sviluppate sinora, il confronto è basato
sull’utilizzo di una scheda di valutazione specificamente costruita
allo scopo, attraverso la formulazione di controlli - domande -
descrizioni, che garantiscono il riferimento ad un’unica “unità di
misura” della natura del piano.
La tesi mira a chiarire i seguenti aspetti: valutare le modalità di
funzionamento dei diversi piani, la loro concretezza
nell’attuazione delle linee guida di sviluppo ed evoluzione del
territorio, la loro efficienza ed efficacia nel perseguimento degli
obiettivi prestabiliti, le strategie di comunicazione ai cittadini dei
contenuti del piano urbanistico.
Le schede di valutazione sintetiche, una per ogni piano, sono
costituite da domande semplici, ma mirate, a risposta binaria
SI/NO: ciò consente una selezione iniziale dei piani e la
focalizzazione dell’attenzione su quelli che rispondono a
determinati requisiti. In base a questa selezione, i piani prescelti
saranno analizzati più specificamente, tramite la compilazione di
tabelle qualitative che approfondiscono più in dettaglio alcune
caratteristiche metodologiche dei piani.
La documentazione di base per l’analisi è stata reperita, nella
maggior parte dei casi, accedendo ai siti Internet istituzionali delle
province selezionate.
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La tesi si articola in dieci capitoli, di seguito brevemente descritti.
Il prossimo capitolo introduce alle caratteristiche storiche e attuali
delle province, alle specifiche funzioni amministrative e ai
principali riflessi per la pianificazione territoriale. Il capitolo
successivo, il secondo, introduce la costruzione dello stato
dell’arte, e quindi, indica gli studi ed i papers a cui si è ispirato il
metodo di comparazione adottato nell’elaborato di tesi. Nel terzo
capitolo, un breve excursus sull’origine ed evoluzione storica
dell’ente intermedio in Italia.
I capitoli , dal primo al terzo, realizzano un’ introduzione
generale alla pianificazione territoriale d’area vasta Italiana;
inquadrano le problematiche generali, dichiarano gli obiettivi di
tale elaborato di tesi. Dal quarto al all’ottavo capitolo, il metodo di
comparazione viene applicato e descritto nelle sue diverse fasi.
L’analisi dei piani, la scelta, la comparazione sia sintetica che
qualitativa. Infatti, nel quarto capitolo, viene trattato uno dei tre
strumenti utilizzati nel metodo di comparazione, la Scheda di
Valutazione Sintetica. Il quinto capitolo è dedicato alla scelta dei
sei piani utilizzati nello studio, attraverso l’analisi delle rispettive
schede di valutazione sintetica. Nel sesto capitolo viene descritta
e spiegata la matrice di attenzione. Il settimo capitolo contiene le
indicazioni che hanno portato alla redazione della tabella di
confronto qualitativo; della tabella vengono analizzate
composizione, argomenti ed obiettivi. Nell’ ottavo capitolo sono
raccolte le analisi descrittive relative ai piani territoriali di
coordinamento provinciale prescelti.
A questo punto, il metodo di comparazione lascia spazio alla parte
conclusiva dell’elaborato di tesi, a cui sono dedicati interamente i
due capitoli finali. Nel nove, le considerazioni, che scaturiscono
dal lavoro di comparazione ed analisi dei piani. Infine, il dieci,
contiene le conclusioni in merito a tutto ciò che riguarda l’analisi
di comparazione tra piani provinciali. Inoltre, questo capitolo
organizza schematicamente le conclusioni, ponendo cinque temi
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chiave ritenuti prioritari nella pianificazione territoriale di area
vasta. Questi sono: Lo stato d’attuazione, la giurisprudenza, la
procedura e governo, le tecniche, procedura e comunicazione.
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2 L’analisi comparativa negli studi teorico-pratici di
pianificazione: una rivista sintetica.
Il metodo di valutazione adottato in questo elaborato di tesi è
stato sviluppato prendendo spunto da una varietà di esperienze di
comparazione di piani e progetti sulle quali si è cimentata una
moltitudine di studiosi di urbanistica e di pianificazione del
territorio.
In molti casi, la valutazione è impostata sotto forma di analisi dei
metodi, degli approcci, delle caratteristiche, dei pregi e dei difetti.
In altri termini, la metodologia di comparazione è condotta in
modi diversi, secondo il variare dei temi specifici trattati.
Alcuni ricercatori e studiosi si sono occupati degli approcci ai
piani. Khakee (1998) propone otto posizioni teoriche per
l’approccio al piano, facendo però emergere dalla comparazione
una matrice comune la reazione all’originario approccio razional
comprensivo. Khakee, infatti, individua i seguenti stili di piano:
Incrementalismo, Advocacy Planning, Pianificazione orientata,
Pianificazione Strategica, Pianificazione negoziata, Pianificazione
transattiva, Pianificazione comunicativa. Kakhee propone una
nuova interpretazione del rapporto tra valutazione e
pianificazione: non esistono diversi metodi, ma diversi stili nel
valutare le problematiche poste dal piano. Lawrence (2000) in
modo analogo, elabora un elenco delle teorie che portano alla
redazione di un piano urbanistico. Queste, hanno in comune il
fatto di aver preso vita dalle reazioni alle carenze del metodo di
base, ossia il metodo di approccio razional-comprensivo. Le teorie
individuate da Lawrence sono: l’Advocacy Planning, la
comunicazione e collaborazione, il Pragmatismo, l’approccio
Socio- Ecologico. Udy (1958) individua sedici diverse declinazioni
di come un piano possa essere sviluppato, fermo restando che il
pianificatore può manifestare diverse nature e inclinazioni, tra cui
il diventare Razionale, Percettivo, Romantico, Classico. Friedmann
(1993) studia le tradizioni legate alla pianificazione del territorio,
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concludendo che, pur con le dovute approssimazioni, queste sono
riconducibili a quattro tipi di tradizioni: guida sociale, analisi
politica, riforma sociale e trasformazione sociale
Altri ricercatori hanno concentrato la propria attenzione sulla
comparazione, analisi e valutazione delle tecniche di costruzione
del piano urbanistico e delle politiche associate ad essi.
Durh (2004), ha sviluppato un’analisi ed una comparazione della
simbologia e dell’utilizzo degli strumenti grafici nella pianificazione
in Gran Bretagna e in Germania, cercando di individuarne
potenzialità e carenze. Shipley (2001) propone una comparazione
dei paper riguardanti il visioning, una tecnica che cerca di
focalizzare gli sviluppi futuri della regione su cui insiste lo
strumento di pianificazione. La ricerca in oggetto è stata
sviluppata per supportare tale tecnica ed eventualmente per
individuarne possibili punti deboli. Jesso (2001) sviluppa la sua
ricerca raffrontando l’approccio alla pianificazione da parte delle
pubbliche amministrazioni, cercando di spiegare come nel tempo
questo si evoluto, ed proponendo una classificazione tipologica.
Evans (2004) realizza la comparazione tra le politiche ambientali
e le relative politiche di governo del territorio all’interno del Regno
Unito. Nello studio si cerca di stabilire i parametri per una
valutazione su quanto le politiche ambientali influiscano sulle
decisioni prese in merito al governo del territorio.
Roberts and Baker (2004) hanno studiato le caratteristiche
generali dei piani sub-regionali in Inghilterra, Scozia, Irlanda, con
particolare riguardo per la loro conformazione, la loro attuazione
ed il loro effettivo impiego per il governo del territorio.
Brody e Highfield (2005) come anche Laurian et al. (2004)
hanno realizzato uno studio sull’efficacia, quindi applicazione reale
degli sviluppi previsti dai piani. Cercando di tirare le somme
sull’evoluzione dell’efficacia dei piani.
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Berke et al. (1997) esaminano la variazione nelle caratteristiche
del progetto dal mandato originale degli enti governativi e la loro
influenza su qualità di programma. La comparazione viene
eseguita tra le tipologie di leggi della Florida e della Nuova
Zelanda. Uno più prescrittivo, l’altro con maglie di dimensioni
maggiori.
Mastop e Faludi (1997) hanno svolto una ricerca empirica sul
ruolo e sullo scopo dei programmi strategici indicandone “le
prestazioni” per capire come i programmi strategici incidano in
effetti sulle trasformazioni territoriali e quindi per stabilirne
l’utilità.
Berentsen (1985) propone un confronto sistematico dell'assetto
territoriale in quattro nazioni dell'Europa centrale. L’assetto
territoriale viene idealizzato come “sistema” e utilizzato per
ricostruire l'esperienza di progettazione in ogni nazione e per
poterla comparare con i piani delle altre nazioni.
Booth e Green (1993) hanno sviluppato uno studio sulla politica
urbana in Inghilterra, nel Galles ed in Francia: una valutazione
comparativa delle iniziative recenti di politica del territorio.
De Montis e De Montis (2004) hanno realizzato uno studio sui
processi spontanei ed obbligatori della valutazione d’impatto con
riferimento alla Sardegna. De Montis (in corso di stampa) propone
una classificazione dei sistemi interattivi di supporto al piano
evidenziando la tendenza di ciascun strumento ad essere
utilizzato in processi di pianificazione digitale. La comparazione è
sviluppata classificando i sistemi, in base a due tassonomie
diverse: la prima legata agli ambienti di piano, la seconda
dipendente dalle modalità di scambio dell’informazione.
Nei casi brevemente richiamati sopra, gli autori producono uno
sforzo teorico e concettuale per analizzare, attraverso la
comparazione, classificazione e suddivisione, gli oggetti sui quali
si svolge la comparazione.
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Il metodo utilizzato nella tesi si ispira ai metodi di comparazione
ora richiamati soprattutto in quanto è mirato alla valutazione della
prestazione di oggetti complessi, come i piani territoriali di
coordinamento provinciale, operazione che risulta difficilmente
riconducibile a misura in senso classico.
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