1
Abstract (italiano)
In seguito alla globalizzazione e alle nuove politiche economiche internazionali di
abbattimento delle tariffe doganali e delle barriere al commercio, alla dogana è stata
riconosciuta la funzione di «guida nella catena logistica» e di «catalizzatore della
competitività dei paesi e delle società».
In questo contesto industriale e commerciale, caratterizzato sempre di più dal
connotato di internazionalità e dove l’impresa si manifesta segmentata nei processi
su scala mondiale, si parla di pianificazione doganale proprio per indicare questa
nuova concezione di centralità degli strumenti del diritto doganale nella definizione
di una strategia di business integrata che offra una maggiore competitività lungo
tutte le fasi della value chain.
Questo elaborato si propone l’obiettivo di analizzare in modo sistematico il
corpus di diritto doganale, in particolare il Codice Doganale dell’Unione, al fine di
mettere in evidenza quelli che sono i veri e propri driver del processo doganale in
grado di portare all’impresa vantaggi economici, finanziari e operativi lungo tutta
la supply chain: dall’acquisto delle materie prime alla vendita dei prodotti finiti.
L’ultimo capitolo è volto alla applicazione dello studio preliminare e analizza
il caso della società Noberasco S.p.A. per cui propone una simulazione della filiera
produttiva delle albicocche confezionate. Sono quindi presentati tre scenari: un
primo che non considera i potenziali vantaggi derivanti dagli istituti di diritto
doganale; un secondo che rappresenta la attuale strategia di Noberasco S.p.A.; e un
terzo che propone una soluzione alternativa finalizzata a migliorare le performance
economiche e finanziarie relative al processo doganale.
3
Introduzione
Il modello della Catena del valore di Porter descrive l’impresa come un sistema
organizzato in processi che concorrono alla formazione del valore finale del bene o
servizio prodotto destinato al mercato. Questi processi si dividono in primari
(logistica in entrata, produzione, logistica in uscita, vendita e servizi post-vendita)
e di supporto (attività infrastrutturali, gestione delle risorse umane, ricerca e
sviluppo e approvvigionamenti).
Nel contesto industriale e commerciale attuale, caratterizzato sempre di più
dal connotato di internazionalità, l’impresa si manifesta segmentata nei processi su
scala mondiale e l’outsourcing internazionale è ormai diventato un elemento
strategico consolidato nella pianificazione della supply chain. Spesso la
delocalizzazione non si limita alla scelta del mercato di approvvigionamento o di
produzione ma coinvolge molteplici step all’interno della filiera produttiva.
Un caso esemplare è quello della produzione di un capo di vestiario che porta
firma italiana: il cotone grezzo viene comprato in Egitto, la trasformazione in
tessuto avviene in Cina, il taglio e la cucitura vengono effettuate in Cambogia e il
merchandising e la catena di vendita vengono gestite da Hong Kong. In Italia ha
avuto luogo lo studio del design e del brand.
Questa frammentazione, se da un lato comporta notevoli potenziali risparmi
di costo di materie prime e manodopera, dall’altro impone una attenta analisi delle
questioni doganali collegate allo scambio internazionale di beni e servizi. Invero,
in sede di incontro WTO, si è detto che «la competitività delle imprese e la loro
crescita non sono più determinate soltanto dall’attrattività dei prodotti, ma – in
maniera sempre più crescente – dalla corretta pianificazione dei tempi, dei costi e
delle procedure doganali adottate».
In altre parole, i temi doganali non dovrebbero essere ridotti al processo di
sdoganamento nel senso di “male necessario” della compravendita internazionale,
ma, piuttosto, dovrebbero essere visti come uno strumento di pianificazione
aziendale in grado di creare sinergie con altre funzioni, quali quella commerciale,
finanziaria e logistica, lungo tutta la catena del valore.
4
Invero, la pianificazione doganale, proprio in forza della sua portata a 360°
nella definizione del piano strategico aziendale, è stata definita come una attività
progettuale, continuativa, propositiva e multidisciplinare
1
.
Per esempio, generalmente, lo sdoganamento in importazione si concretizza
attraverso il pagamento di dazio, altri oneri e IVA. Lo studio degli accordi in
materia di origine preferenziale, tra UE e paesi terzi, ribalta la concezione del dazio
che da voce di costo a valle diventa elemento critico di scelta del paese di
approvvigionamento a monte. I beni con origine preferenziale godono, infatti, di
agevolazioni in termini di dazio ridotto o nullo e, considerando che il dazio medio
in UE ammonta al 5% del valore del bene
2
, e che per diversi prodotti supera anche
il 16%
3
, il risparmio di costo è significativo.
Per quanto riguarda la gestione finanziaria, sempre a titolo di esempio, un
contratto di vendita in conto deposito (o consignment stock) di merce importata,
combinato con l’introduzione dei beni in un deposito doganale, permette
all’impresa di pagare l’IVA all’importazione nel momento in cui i prodotti vengono
estratti per essere destinati alla vendita per il consumo nel territorio nazionale. In
questo modo l’importatore-rivenditore verserà l’IVA via via che la merce uscirà dal
deposito quando, simultaneamente, la stessa IVA viene portata in detrazione
attraverso la fattura di vendita, annullandosi così il gap temporale che intercorre tra
l’anticipo e il rimborso dell’imposta.
I due casi sopra riportati sono un primo esempio di come, in sede di business
plan, il dialogo tra la funzione doganale e le altre funzioni aziendali sia in grado di
generare meccanismi di ottimizzazione del carico doganale, degli oneri daziari e
finanziari e di semplificare l’attività amministrativa e logistica.
Questo elaborato si pone quindi l’obiettivo di dimostrare come una attenta
pianificazione doganale possa comportare vantaggi all’impresa dal punto di vista
economico, finanziario e operativo.
Lo studio svolto nei primi tre capitoli, propedeutici al quarto e al quinto, è
fondamentale per comprendere il contesto economico e normativo di riferimento:
1
VISMARA, La pianificazione doganale e il ruolo dei doganalisti, in Il Doganalista, n. 6, 2015,
pp. 15 ss.
2
WTO, Tariffs: more bindings and closer to zero, 2012, in www.wto.org.
3
ARMELLA, Diritto doganale dell’Unione europea, Milano, 2017, p. 4.
5
saranno infatti presentati e analizzati, con taglio tendenzialmente pratico, quegli
istituti tipici del diritto doganale e quelle procedure che rappresentano un momento
imprescindibile nello scambio di beni a livello internazionale.
Nel quarto capitolo, attraverso uno studio sistematico dei Titoli VI, VII e VIII
del Codice Doganale dell’Unione, saranno analizzati i regimi doganali, in
particolare i c.d. regimi speciali, dal momento che la scelta di vincolare la merce a
un regime piuttosto che a un altro, a seconda della funzione economica del bene,
permette di sospendere, differire o ridurre l’onere della fiscalità doganale e
nazionale.
Infine, nel quinto capitolo, lo studio preliminare teorico sarà applicato al caso
aziendale di Noberasco S.p.A., impresa leader nel settore della frutta secca. Dal
momento che la società acquista il 95% delle materie prime da paesi extra-UE, la
pianificazione del processo doganale ricopre un ruolo fondamentale già dalla scelta
del paese fornitore. Considerando poi che, dal momento dell’importazione della
materia prima a quello della vendita del prodotto finito intercorrono diversi mesi, il
vincolo della merce a un regime doganale speciale permette la sospensione di dazio
e IVA che saranno liquidati solo nell’ipotesi e nel momento in cui il prodotto sarà
distribuito in Italia.
Verrà quindi presentata una simulazione di un processo produttivo in tre
scenari: un primo che non considera i potenziali vantaggi derivanti dagli istituti di
diritto doganale; un secondo che rappresenta la attuale strategia di Noberasco
S.p.A.; e un terzo che propone una soluzione alternativa finalizzata a migliorare le
performance economiche e finanziarie relative al processo doganale.
6
Capitolo I
Il contesto economico e normativo di riferimento
«In un passaggio della nostra epoca nel quale si riflette e ci si confronta tra
protezionismo e globalizzazione, è anche per una parte significativa negli istituti
propri del diritto doganale che la grande riflessione economica e le imprese
trovano gli strumenti per le scelte di maggiore rilievo»
1
.
In questo scenario, dove la ricerca accademica è rivolta sempre di più allo
studio del rapporto di causa-effetto tra la globalizzazione e la progressiva
affermazione della global value chain
2
, gli istituti del diritto doganale, in particolare
i tributi doganali, si configurano non solo come oneri di superamento di un confine
geografico, ma rappresentano anche, e soprattutto, uno strumento di politica
economica e commerciale internazionale. A livello della singola impresa, di
conseguenza, lo studio sistematico del diritto doganale, ormai armonizzato e
integrato a livello sovranazionale, diventa una analisi preliminare necessaria ai fini
di una corretta pianificazione delle operazioni di compravendita internazionale.
In questo capitolo, ad avvalorare la centralità dei temi doganali per la crescita
della produttività della impresa e per la gestione della sua global value chain, viene
presentato il panorama economico e commerciale mondiale attuale, sempre più
globalizzato e interdipendente. Vengono quindi analizzate le fonti normative del
diritto doganale le quali non solo rappresentano e contengono i principi economici
e politici in materia di commercio internazionale, ma disciplinano anche tutti gli
elementi essenziali della obbligazione doganale: elementi di cui la completa
conoscenza è fondamentale per una corretta dichiarazione doganale nel momento
operativo dello sdoganamento della merce in senso stretto.
1
Cit. TESAURO in Presentazione di ARMELLA, Diritto doganale dell’Unione europea, p. XI.
2
Con l’espressione “global value chain” (GVC) si intende una catena del valore, secondo il modello
di Porter, articolata lungo molteplici imprese e spazi geografici. WTO, Global value chain in a
changing world, 2013, in www.wto.org, WTO, Measuring and analysing the impact of GVCs on
economic development, 2017, in www.wto.org e AYDIN, Value added trade, global value chains,
and trade policy: renewed push for trade liberalization, 2015, in www.wto.org.