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Introduzione
Il desiderio di diventare genitori, nonostante sia un evento che genera molteplici cambiamenti
nella vita della coppia, è insito nell’essere umano.
Spesso però non è semplice riuscire a realizzare questo sogno a causa di problematiche fisiche
che affliggono uno o entrambi i membri della coppia.
Questa sentenza ne compromette l’equilibrio sia a livello individuale, in quanto ci si dovrà
confrontare con l’impossibilità di diventare madre e padre, che relazionale, sviluppando un senso di
inadeguatezza nei confronti del partner e della società.
Più tentativi vanno male, più tende ad aumentare l’angoscia e lo sconforto, così come la
sensazione di essere difettosi e diversi dagli altri ed è proprio a questo punto che di solito la coppia
inizia a interrogarsi sul motivo del mancato concepimento rivolgendosi a uno specialista, che solo
dopo diversi esami, formula una diagnosi che possa spiegare alla coppia le ragioni
dell’impossibilità di mettere al mondo un bambino.
Qualunque siano le ragioni della scoperta di essere infertili o sterili, per la coppia è uno
shock, perché questa notizia mette in crisi i loro progetti di vita, che arrivati a questo punto devono
essere per forza rivoluzionati.
Dopo il rifiuto e la collera causati da questa inevitabile condizione, arriva l’accettazione e la
coppia inizia a pensare di seguire percorsi alternativi come la procreazione medicalmente assistita.
Ma non è solamente chi ha problemi di infertilità che decide di ricorrere alla pma, infatti anche le
coppie omosessuali, spronate dal desiderio di creare una famiglia, si affidano alle cure mediche per
realizzare questo sogno. Ed è proprio attraverso la conoscenza di una coppia lesbica, mamme di un
mio alunno, che mi sono appassionata a questo argomento e ho deciso di documentarmi per avere
una visione completa e trovare delle risposte alle mie domande.
All’interno di questo elaborato perciò mi sono concentrata proprio su questo metodo cercando
di realizzare in poche pagine un’analisi più o meno completa di tutte le problematiche che deve
affrontare chi decide di approcciarsi alla fecondazione assistita, prassi che negli ultimi decenni ha
aiutato tantissime coppie a realizzare il sogno di diventare genitori e creare una famiglia.
È un percorso impegnativo che richiede tenacia e pazienza alla coppia per l’impegno costante,
i controlli periodici e i tempi di attesa.
Inoltre, la coppia è chiamata a tenere in considerazione la possibilità di un fallimento di questi
tentativi e le conseguenze emotive che possono esserci sulla coppia stessa.
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Proprio per questo intraprendere un percorso medico di questo tipo richiede coraggio e grande
forza, è molto faticoso sia a livello emotivo, sia fisico che economico e si deve avere la
consapevolezza che non sarà facile raggiungere l’obiettivo preposto.
Questa sorta di rivoluzione riproduttiva ha quindi modificato totalmente le abitudini e gli stili
di vita di moltissime persone, cambiando la visione che avevano sulla procreazione, scindendola
dall’atto sessuale, sviluppando la possibilità di esercitare un maggiore controllo sulle caratteristiche
biologiche dell’essere umano che nascerà e sul suo patrimonio genetico e senza dubbio
moltiplicando i soggetti presenti sulla scena della riproduzione.
Le tecniche di fecondazione artificiale hanno ridotto quindi la procreazione a produzione, da
atto umano ad atto dell’uomo, eliminandone qualsiasi valore, appunto umano, e falsificandola
mediante un processo che vede la vita sul dal punto di vista materiale: la sessualità si riduce a
genitalità; l’embrione è solo un insieme di cellule più o meno specializzate ed oggetto di qualsiasi
manipolazione e sperimentazione; dalla famiglia monogamica propria della procreazione naturale
od assistita si passa ad una famiglia plurigenitoriale, dove si verifica una differenziazione
significativa tra parentela genetica, gestazionale e sociale; l’identità biologica del neonato non si
identifica con quella sociale.
Partendo da queste considerazioni preliminari, ho deciso di basare il primo capitolo del mio
elaborato interamente sull’analisi delle diverse pratiche di procreazione medicalmente assistita,
evidenziando i rischi e i vantaggi che derivano da questa pratica e infine analizzando anche la legge
40, la quale dal 2004 disciplina la procreazione assistita in Italia.
Nel secondo capitolo mi dedicherò invece agli aspetti legati alla bioetica, concentrandomi su
quello che è lo statuto ontologico dell’embrione umano, mettendo a confronto le diverse idee legate
al concetto di “persona” e di “essere umano”. Passerò poi ad analizzare il destino degli embrioni
umani prodotti attraverso la fecondazione assistita, cercando di mettere in luce le diverse
problematiche bioetiche che derivano da un utilizzo improprio di questi embrioni.
Infine, nel terzo ed ultimo capitolo evidenzierò le nuove modalità familiari che si stanno
venendo a creare in relazione a questo nuovo modo di creare una famiglia.
Se infatti nel mondo occidentale fino a qualche tempo fa la forma di famiglia più diffusa era
quella nucleare con figli biologici, con l’avvento della fecondazione artificiale si sono venute a
creare nuove dinamiche familiari che hanno rotto gli stereotipi della famiglia classica, ma anche
l’identità genitoriale che è diventata molteplice, socialmente costruita e sfaccettata, si parla infatti di
una frammentazione della maternità e della paternità.
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Cercherò quindi nel mio lavoro di trattare tutti gli aspetti principali riguardanti la
fecondazione artificiale, fornendo un quadro generale medico, bioetico, giuridico e sociale e
approfondendo, allo stesso tempo, alcuni elementi fondamentali.
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Capitolo Primo
La procreazione medicalmente assistita
1.1 Cenni generali
La fecondazione artificiale o assistita è l'insieme delle procedure metodiche, chirurgiche,
ormonali e farmacologiche che consentono a quelle coppie che non riescono a concepire un figlio in
maniera naturale di ottenere una gravidanza.
La PMA cerca di sconfiggere la condizione di infertilità che può colpire sia la donna che l’uomo
e quindi appare come un aiuto prezioso per affermare il bene della famiglia, permettendo alla donna
e all’uomo di esercitare il loro ruolo sociale e realizzare il loro desiderio di diventare genitori.
Nel corso dei decenni, grazie alla ricerca sperimentale e alla correlazione tra scienza e
tecnologia, sono state messe a punto nuove tecniche di manipolazione del materiale genetico,
portando alla nascita dell’ingegneria genetica che ha aumentato il potere dell’essere umano su sé
stesso e sui propri limiti, portando ad uno sviluppo inatteso della procreazione umana.
Le prime inseminazioni artificiali vennero realizzate alla fine del XVIII secolo con gli
esperimenti di Spallanzani sugli animali (1767), mentre la prima fecondazione artificiale assistita
venne messa in pratica nel 1978 in Gran Bretagna, quando una coppia con problemi di sterilità,
decise di rivolgersi a Robert Edwards
1
, esperto nella manipolazione di embrioni e gameti, che
avvalendosi dell’ aiuto del ginecologo Patrick Steptoe, riuscì a far nascere Louis Brown, la prima
bimba al mondo nata con la fecondazione in vitro. L'annuncio della nascita di questa bambina “in
provetta”
ebbe risonanze molto forti in tutto il mondo, a molti parve una svolta epocale nel
cammino della scienza e non solo per i riflessi che già si potevano immaginare sui
problemi della sterilità; molti infatti lo considerarono un gesto di grave presunzione,
quasi una follia scientifica e non solo per la sfida che sembrava lanciare al mondo
1
Robert Edwards, nato a Manchester nel 1925, fu un medico inglese che per la prima volta nel 1978 riuscì a fecondare
un ovulo umano al di fuori del corpo di una donna, unendolo a uno spermatozoo in provetta. Dopo la nascita di Louis,
Edward e Steptoe fondarono la Bourn Hall Clinic, per perfezionare la loro tecnica e aiutare coloro che ne avevano
bisogno. Nel 2010 ottenne il Nobel per la medicina.
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cattolico, ancorato con molta determinazione al rifiuto di qualsiasi separazione tra la
vita sessuale la vita riproduttiva
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.
Edward e Steptoe impiegarono quasi due anni prima di ottenere quel successo e
quelle nascite che avrebbero potuto tranquillizzare il mondo sull'efficacia e sulla sicurezza
del loro metodo. Nel corso degli anni successivi in tutto il mondo vennero aperti centri di
fecondazione assistita e la tecnica andò migliorando sempre di più e si arricchì di nuove
tecnologie complementari al fine di ottenere sempre più successi.
Cosi dopo anni di dubbi e proteste su queste nuove tecniche riproduttive, la
fecondazione medicalmente assistita si affermò come pratica abituale in tantissimi paesi,
offrendo una nuova visione della sterilità sia maschile che femminile e riconoscendola
come problema medico e sociale.
Questa nuova visione ha dato origine ad una vera e propria rivoluzione procreativa in
relazione proprio alle trasformazioni che riguardano il modo di venire al mondo. Questo
processo esige però una separazione tra la sessualità umana e la procreazione non ad
evitare la procreazione, ma alla sua realizzazione
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, sacrificando quella che è la spontaneità
e la libertà propria della sessualità.
Ovviamente questa rivoluzione procreativa è legata anche ad una trasformazione della
mentalità, dei costumi e delle leggi resa possibile solo attraverso diverse battaglie sia civili
che politiche portate avanti soprattutto dalle donne per cercare di far valere i propri diritti e
soddisfare la loro volontà di generare un figlio.
1.2 Infertilità e sterilità
La procreazione medicalmente assistita nell’ordinamento giuridico italiano è disciplinata dalla
legge n. 40 del 19 febbraio 2004. Nell’articolo 4 della suddetta legge viene indicato che
il ricorso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita è consentito solo
quando sia accertata l’impossibilità di rimuovere altrimenti le cause impeditive della
procreazione ed è comunque circoscritto ai casi di sterilità o di infertilità inspiegate
2
C. Flamigni, La procreazione assistita, Il Mulino, 2002, p.33.
3
P. Amodio, La procreazione medicalmente assistita: attualità bioetica e attualità giuridica, Giannini editore, 2005,
p.46.